Capitolo 1.

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Non mi è mai piaciuta la pioggia.

Non mi è mai piaciuta la pioggia come non è mai piaciuta a nessuna diciannovenne che viva sulla costa californiana.

Non mi è mai piaciuta la pioggia perché non sono un'amante dei cambiamenti.

Sui vetri delle finestre di una camera che a stento riconosco, le fitte goccioline di pioggia battono insistenti ormai da diverso tempo; riesco quasi a formare una fastidiosa melodia, nella mia testa, con lo straziante e monotono ticchettio che le gocce producono infrangendosi l'una sulle altre al contatto con il vetro che non permette loro di entrare nella mia camera. Nascosta sotto l'enorme piumone blu che mi ha avvolta durante la notte, porgo lo sguardo verso le tendine scostate nella speranza di cogliere qualche particolare della vita che sta scorrendo tra semafori intermittenti e nervosi clacson. Le lunghe code di macchine ferme al semaforo sembrano infastidite al punto tale da permettere al cielo grigio di riflettersi nelle espressioni straziate degli automobilisti e nel disagio dei passanti che, avvolti in lunghi impermeabili e protetti da grandi ombrelli colorati, saltellano da una parte all'altra dei marciapiedi cercando di scansare le grandi pozzanghere violacee; è sorprendente vedere come Los Angeles possa trasformarsi da 'meta perfetta per le vacanze di chiunque' ad 'incubo per ogni cittadino americano'.

Non so se mi risulti più strano non vedere i maniaci del fitness correre da una parte all'altra del parco con le guance rosse e le immancabili tutine dai colori sgargianti o se mi manchino, piuttosto, le urla dei bambini che chiedono ai genitori di poter fare un giro sulle giostre mentre mangiano uno di quei gelati deliziosi che prepara il chiosco alla fine della strada.

Che strano effetto che produce la pioggia!

Sussulto per lo spavento non appena il mio cellulare ricomincia a suonare e vibrare sul comodino producendo il solito formicolio magnetico che si propaga nella stanza semivuota; ho posticipato la sveglia già quattro volte ma penso proprio che adesso, mio malgrado, sia arrivato il momento di alzarmi dal letto. Come ogni giorno, il mio blocca schermo, mi ricorda che sono in ritardo ma...oggi è un ritardo diverso. Sollevo bruscamente il piumone blu dal mio corpo tremante, che rabbrividisce a contatto con l'aria gelida, ma cerco di non badarci troppo dato che tra 20 minuti parte il pullman che mi riporterà a San Diego. Lancio i pantaloncini neri che ho usato nella notte sulla poltrona accanto all'armadio e, mentre mi strofino gli occhi con la mano sinistra nella speranza di svegliarmi più in fretta, afferro con la destra l'unico paio di jeans che non abbia già messo in valigia; senza togliermi la canotta del pigiama, giusto per ottimizzare i tempi e dato che comunque non la vedrà nessuno, ci indosso sopra il maglione nero che ho appositamente sistemato sul bordo del letto ieri sera. Non penso che le converse siano l'ideale per una giornata di pioggia ma, essendo l'unico paio di scarpe che non ho già chiuso in valigia, trovo siano perfette anche in questa occasione!

Sobbalzo, nuovamente, come una stupida non appena la sveglia ricomincia a suonare (mi sa proprio che schiacciare 'Ritarda' non sia stata un'idea brillante) ma decido di non stopparla giusto per avere un po' di compagnia mentre mi lavo i denti e la faccia; sono cresciuta isolata dal mondo quindi il rumore dei clacson non è esattamente il mio tipo di 'compagnia' preferita.

Metto fine alla musichetta straziante solo quando, uscita dal bagno, finisco di preparare lo zaino buttandoci dentro il carica batterie e la stecca delle mie pillole verdi tanto carine quanto disgustose. Lancio un'ultima occhiata al cellulare e, mio malgrado, noto mi restano solo 7 minuti per prendere la mia valigia ed arrivare alla fermata del bus per San Diego in fondo alla strada; per fortuna ho ancora l'uso in aereo, altrimenti a quest'ora starei già perdendo tempo tra notifiche di messaggi e chiamate.

Con non pochi problemi arrivo fino alla porta principale di casa e, sistemandomi meglio il cellulare in tasca e lo zaino sulle spalle, afferro la mia vaglia e mi precipito subito all'esterno sbattendomi la porta alle spalle. Non so grazie a quale strana coincidenza, l'ascensore è già al mio piano quindi, in pochi secondi, sono già al piano terra del palazzo.

BARCODEHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin