30. Gioco di tempismi

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Alle 5 il cervello di Sanem decise di rimettersi in moto, nonostante le poche ore di sonno, e ciò la costrinse ad alzarsi anticipatamente.

Raggiunse la cucina dove preparò un bel thè fumante per sé e suo padre, che come d'abitudine, di lì a poco si sarebbe svegliato per aprire il negozio.

Quando Nihat la vide sveglia a quell'ora, seduta al tavolo in giardino, la raggiunse ancora assonnato strofinandosi gli occhi.

"Buongiorno papà." lo salutò con un sorriso.

"Buongiorno..." rispose lui sbadigliando.

"Figliola? Perchè ti sei alzata così presto?" chiese suo padre.

"Ecco, aspettavo il tuo risveglio per bere un thè insieme e avvisarti che torno a casa. Devo cambiarmi e correre in laboratorio. Mi hanno chiamato per degli sviluppi su una nuova fragranza a cui sto lavorando da tempo." mentì in parte.

"Ah..." rispose suo padre svegliandosi.

"Scusami, non potrò fare colazione con voi." disse Sanem.

"Non ti preoccupare, figlia mia, è già stato bello che tu sia rimasta qui a dormire." disse. "La colazione insieme sarà per un altra volta."

"La recupereremo. Promesso." rispose lei alzandosi per servire il thè a suo padre.

"Goditelo. Io scappo." disse una volta posizionata la tazzina davanti a lui e averlo salutato con un bacio sulla guancia.

"Ciao figliola! Mi raccomando, fai attenzione per strada." le ripetè come sempre.

"Tranquillo papà, non guido io. L'autista mi aspetta all'ingresso del quartiere." le ricordò.

"Ah, lo so, ma comunque l'attenzione non è mai troppa." rispose suo padre.

"Salutami la mamma, va bene?" le chiese lei.

"Certo, figliola." rispose suo padre sorseggiando il suo thè. Torna più spesso!" le urlò dietro mentre lei aveva già raggiunto la porta d'ingresso.

Appena uscita, a passo spedito, voltò a destra, proseguendo fino all'uscita dal quartiere. Si sentiva osservata, come ogni volta che si trovava nel quartiere. Sicuramente qualche vicino la stava osservando o se non loro, sicuramente suo padre o sua madre da qualche finestra.

Una volta raggiunta l'uscita del quartiere si guardò intorno, e svoltò a sinistra rallentando il passo per raggiungere il parco lì vicino.

A quell'ora non c'era nessuno in giro. Solo qualche rara persona a correre. Avvicinandosi al punto indicatole, sotto ad un grande albero dalla chioma folta notò la figura di un uomo con un cappello.

Era girato di spalle. Era sicuramente Volkan.

Attraversò la strada e raggiunse l'uomo alle spalle.

Quando sentì dei passi avvicinarsi l'uomo si voltò. Volkan si tolse gli occhiali da sole e l'accolse con un sorriso.

Per una frazione di secondo, solo per una frazione di secondo aveva pensato di trovarsi davanti un altra persona.

Fortunatamente non era così. Tirò un sospiro di sollievo e lo salutò.

"Ci sono novità, presumo." dedusse Sanem.

"Ci sono." confermò lui. "Credo di aver scoperto il segreto, signora Divit." dichiarò.

Sanem strabuzzò gli occhi. "Davvero?"

Volkan annuì.

"Lo ha scoperto ieri sera?" chiese ricordando la scena.

"Non proprio... adesso le spiego." disse.

2. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIE DI UN FUTURO DA RACCONTARE (ITA VERSION)Where stories live. Discover now