20. Profumo di guai

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Il giorno seguente, in ufficio, la giornata di Cey Cey era iniziata molto presto. Aveva accompagnato come di consuetudine sua moglie al piano di sotto, per poi preparare l'agenzia ad una nuova ed intensa giornata lavorativa.

Amava arrivare presto e quando era ancora solo, si metteva una bandana sulla testa, e fischiettando con la musica nelle orecchie si occupava della sua bimba, "La fikri Harika", volteggiando leggiadro come fosse Cenerentola.

Aveva aperto le finestre nei vari uffici, ancora deserti, aveva messo sul fuoco il caffè ed il thè, sistemato e pulito il suo amato bancone, fatto scorta di tutti i tipi di caffè a disposizione, stampato e fotocopiato diverse copie di file necessari per la prima riunione del giorno, letto i vari post-it lasciati dai colleghi per i bisogni del giorno... insomma, una classica giornata alla Cey Cey.

E tra una piroetta e l'altra, aprendo finestre e sistemando postazioni, qualcuno rovinò il film in cui credeva di trovarsi.

Proprio quando leggiadramente, correndo con le braccia distese uno avanti a sé e l'altro dietro di sè come un ballerino professionista per tornare al suo bancone, stava per saltare lo scalino d'ingresso al quartier generale dei creativi, apparì Muzo.

"AAAAAAAHHHH!" esclamò trovandoselo davanti. Muzo, di riflesso si scansò, così Cey Cey fece la sua uscita di scena "dal suo palco", il quartier generale, sparendo alla vista. Finì a terra come nei peggiori spettacoli in cui il ballerino sparisce oltre il sipario seguito dai rumori di una brutta caduta.

Cey Cey fermò subito la musica, e lo guardò. "MUZOOOOOO!" gli urlò arrabbiato.

Lui era tranquillamente appoggiato al muretto di legno del quartier generale, con le braccia incrociate e le lacrime agli occhi dal ridere.

"Buongiorno, Cey Cey schiaccianoci!" disse ridendo a crepapelle per la sua stessa battuta.

"Muzo, smettila!" esclamò Cey Cey una volta in piedi. "Ti pare questo il modo di arrivare, eh?"sbottò rimettendosi in piedi.

"Giuro che non riesco a smettere." rispose Muzo ridendo senza fiato.

"E poi scusa, a te pare questo il modo di girare in agenzia?" aggiunse.

Cey Cey non rispose, sistemandosi la camicia e le immancabili bretelle che quel giorno erano rosse. La bandana nella caduta gli era scesa in parte sull'occhio conferendogli un aspetto da pirata.

Muzo fece un respiro profondo. "Ah, muoio..." disse facendo un respiro profondo.

"Che stile! Complimenti!" aggiunse.

"Ti mancava solo il tutù e le scarpette, poi eri perfetto. Ti sei rovinato sul finale però... è un peccato." lo prese in giro.

"Hai fatto una bella piroet, ma ho adorato di più il tuo casquet!" disse scherzando con i suoi soliti giochi di parole.

Rise.

"Non è divertente..." rispose Cey Cey imbronciato.

"Lo è... eccome se lo è." rispose Muzo.

"Cey Cey ballerina per un giorno..." disse tra le risa asciugandosi le lacrime. "Ah, non riesco a smettere!" continuò.

"Sai perché per un giorno?" insistè.

"No, sentiamo. Perchè?" disse Cey Cey in tono apatico sperando fosse l'ultima.

"Perchè è casquet! Ahhhhhhaaaaahhhaaaaa!" Muzo scoppiò in una risata fragorosa.

"Ah ah ah... ma che ridere Muzo, davvero divertente!" rispose sarcasticamente Cey Cey applaudendo apaticamente.

"Mh... l'unica cosa che stona è la bandana. Cey Cey, cosa stavi interpretando esattamente? Barbie ballerina o Cenerentola, non mi è chiaro il riferimento." chiese curioso.

2. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIE DI UN FUTURO DA RACCONTARE (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora