21.

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Il campanello suonò, segnalando la presenza di Luke. Scesi dal letto così veloce e vidi nero un paio di secondi e quasi caddi dalle scale mentre mi affrettavo verso la porta. Mi sentii come un cane correre verso la porta dopo che sente il padrone arrivare.

"Chi è, Kristy?" Mia mamma chiese dalla cucina, probabilmente confusa dalla mia felicità.

Aprii la porta senza rispondere e alzai lo sguardo per vedere Luke sorridere, anche se divenne nervoso non appena vide mia mamma.

"Hey," disse casualmente Luke. La luce del portico rifletteva su di lui e sembrava bellissimo con i capelli non tirati in alto come sempre e le mani infilate nelle tasche della giacca.

"Ciao," risposi.

"Tesoro! Non mi hai detto che Luke sarebbe passato!" Mia mamma camminò verso di noi, pulendosi le mani sui pantaloni prima di allungare e offrire una mano da stringere a Luke. Lui tolse la sua mano destra dalla tasca e strinse la sua prima di entrare e chiedere la porta.

"E' un piacere conoscerla, signora Mura." Disse con un sorriso. Alzai gli occhi al cielo e risi per il comportamento che stava avendo con mia mamma.

"Okay, andiamo di sopra in camera mio," dissi, afferrando la mano di Luke.

"Sei fortunata che tua padre sia in viaggio per lavoro," disse, alzando un dito e ridendo.

"Ho diciott'anni!" Mi lamentai prima di trascinare Luke sulle scale.

"Eppure sei ancora a casa nostra!" Mia mamma disse scherzando e io finsi una risata. "Aspettate!" Urlò, facendoci girare la testa. "Luke cena con noi?"

"Dio, no. Andiamo... a prendere qualcosa o altro." Dissi, rabbrividendo al pensiero di noi seduti su un tavolo con mia mamma e Evan.

"Luke, dai! Posso fare degli spaghetti." Si offrì. Guardai Luke per vederlo sorridere e sapevo cosa stava per fare.

"Gli spaghetti sembrano buoni!" Disse e mi passai la mano (ancora intrecciata con quella di Luke) sulla faccia.

"Non hai idea di cosa hai fatto." Lo avvisai, aprendo la porta della camera e guardandomi attorno per assicurarmi di non avere dei reggiseni in giro. Per fortuna non era così.

"Tua mamma sembra simpatica." Alzò le spalle, "e ad essere onesti, preferirei cenare con voi quanto tua padre non c'è." Ammise.

"Questa è una buona osservazione." Strinsi le labbra. "Mia papa è molto severo."

"Oddio..." Luke praticamente rabbrividì. "Sono terrificato."

"Oh, sì? Dovresti vedere mio fratello. Ha ventiquattro anni e fatto solamente di muscoli." Aggiunsi, mentendo.

"Davvero?" Luke sospirò esasperato e si sedette sul letto.

"No!" Risi alla sua credulità. "Mio fratello ha sedici anni ed è uno stecchino."

"Grazio a dio, siamo molto simili, tranne la parte dei sedici anni." Rise.

"Uno stecchino?" Mi sedetti vicino a lui. "Per piacere... tu sei tutto tranne che uno stecchino." Dissi, passando le dita sul suo braccio e mordendomi il labbro. Sospirò, e penso che capì che era la mia debolezza.

"E' andato tutto bene a scuola?" Chiese, piegando la testa. Sembrava che mi stesse manipolando per fornirgli una risposta... con i suoi perfetti occhi azzurri e il suo perfetto anellino che si trovava sulle sua bocca perfetta.

"A proposito..." mi allontanai da lui sul letto e piegai la testa.

"Cos'è successo?" Sospirò, afferrandomi una mano.

"Odio tutti." Dissi semplicemente.

"E' andata così male?" Mise il broncio, facendomi alzare le spalle.

"E' andata come mi sarei aspettata che fosse andata... non sono nemmeno riuscita a durare cinque secondi." Distolsi lo sguardo.

"...Of Summer." Aggiunse.

"Odio specialmente te." Cercai di dire rimanendo seria ma finii col ridere.

"Mi dispiace, piccola."

"Non preoccuparti, non è colpa tua."

"Ma avrebbe potuto mantenere un profilo basso fino al diploma, almeno."

"Avrei fatto la stessa cosa se fossi stata nel tuoi panni, Luke. Sono contenta che siamo... 'ufficiali' adesso, mi sembra che un peso mi sia stato tolto dalle spalle." Mimai delle virgolette alla parola ufficiali.

"Sì, ma ora non puoi neanche andare a scuola senza che le persone parlino male di te," sembrò frustato e mi misi vicino a lui sul letto. Strinsi le mia braccia attorno a lui e misi la testa sulla sua spalla.

"Se mi alzassi, ti terresti come un koala?" Chiese e risi rumorosamente.

"Tieni le tue ossessioni australiane lontano da me!"

-

Dopo circa venti minuti, mia mamma chiamò e disse che la cena era pronta. Io e Luke ci affrettammo sulle scale e vedemmo un tavolo imbandito.

"Awh, Evan, lo hai fatto tu?" Dissi, e lui alzò gli occhi. Lo presi come un sì. "Comunque, Luke, questo è Evan, ed Evan, questo è Luke."

"E' un piacere conoscerti, amico," Luke annuì e io ridacchiai per la parola 'amico'. Mi guardò in modo strano e dissi che non era niente.

Quando iniziammo a mangiare, calò il silenzio, ma presto non fu così.

"Allora, Luke, come ci si sente ad avere migliaia di ragazze ai tuoi piedi?" Mia mamma chiese, rompendo il silenzio. Bel modo di rompere il ghiaccio, mamma.

"Io-uh, non lo so? E' soprattutto imbarazzante. Intendo dire, non so come reagirci." Luke stava arrossando e lo trovai dolce.

"Vai a letto con molte di loro?" Evan disse diretto e Luke quasi si strozzò.

"Evan, stai facendo le veci di papà o cosa?" Scattai.

"Scusa, stavo solo chiedendo." Disse sinceramente.

"No, non vado a letto con loro... non ci andavo." Luke rispose.

"Interessante," Evan mormorò e lo colpii sotto il tavolo e gli mimai di smetterla.

"E' abbastanza, Evan," mia mamma tossì e io annuì.

Oltre a quello, la cena non fu imbarazzante quanto mi aspettai. Ben presto, lasciammo il tavolo dopo che mia mamma insistette che lei ed Evan avrebbero pulito. Quando arrivammo al piano di sopra e entrammo in camera mia, Luke fu dietro di me e chiuse a chiave la porta.

"Cos'hai appena fatto?" Risi, inarcando una sopracciglia.

"Niente..." disse innocentemente.

"Perché hai chiuso la porta a chiave?" Dissi sorridendo, incrociando le braccia.

"Perché volevo fare questo." Disse camminando verso di me. Ero in piedi davanti al letto, ma non per molto, dato che Luke mise le sue mani sulle mia spalle e mi spinse sul letto.

Invece di unirsi a me, si mise in ginocchio difronte a me e io mi ressi sui gomiti per guardarlo. Il cuore mi stava battendo all'impazzata e mi stavo morsicando il labbro, anticipando il suo tocco.

Afferrò l'elastico dei miei leggins e li abbassò, facendo comparire le mie mutandine rosa che fui contenta di aver scelto di indossare.

Mi afferrò le cosce e mi avvicinò a lui, facendomi ridere. Aveva un ghigno disegnato in faccia mentre passava le sue lunghe dita su e giù la mia coscia, avvicinandosi sempre di più al mio sesso ogni volta.

Abbassò le mie mutandine e si avvicinò così da riuscire a sentire il suo respiro contro la mia pelle.

"Devi fare silenzio, okay?" Sussurrò, e io annuii vogliosa.

Iniziò a leccare, facendomi contorcere e urlare. Si allontanò e inarco una sopracciglia. Mi coprii la bocca con una delle mie mani e l'altra la misi tra i suoi capelli.

"Posso fare silenzio," dissi con la mano sulla bocca.

-

the person that you'd take a bullet for is behind the trigger.

How to have sex with a rock star (traduzione italiana) // Luke Hemmings [COMPLETED].Where stories live. Discover now