51. E vissero tutti felici e contenti (CAPITOLO FINALE)

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Era una calda giornata d'estate. Il sole splendeva alto nel cielo limpido che si stendeva sopra la tenuta. Il verso delle cicale era diventato un normale sottofondo alle loro giornate all'aperto. Era il week end e Can e Sanem erano in cucina. Stavano preparando uno spuntino per i bimbi che saltavano sul tappeto elastico in giardino.

Sanem stava versando la limonata fresca, mentre Can stava finendo di preparare i panini. Sistemarono tutto ognuno sul proprio vassoio e uscirono abbracciati.

Erano bellissimi. Sanem indossava un vestito corto, rosso a maniche corte. Ai piedi indossava dei sabot in puro stile Boho. Al collo indossava una collana colorata in stile tribale. Alla caviglia sinistra portava delle cavigliere sempre in tema. Stessa cosa per dei bracciali che portava al polso sinistro. Alla mano destra spiccavano solo l'anello di fidanzamento e la fede.

Can invece indossava dei pantaloni ginnici neri, delle scarpe da ginnastica nere e bianche, e una t-shirt verde. I capelli erano raccolti nell'indimenticabile crocchio scompigliato. Alla caviglia destra portava una bandana verde. Quando passava le giornate con i bambini, indossava meno accessori. Infatti al collo aveva soltanto due collane, quella dell'Albatros e un medaglione con una vecchia moneta inglese raffigurante la regina Elisabetta II. Alla mano sinistra indossava l'anello dell'Albatros e due bracciali, mentre alla mano destra aveva soltanto la fede.

"Tesoro? Approssimativamente per quanti anni ancora pensi che salteranno? No, Perchè saltano come dei grilli da quando sono nati!" esclamò Can raggiungendo i bambini.

"Can, ma se sono una meraviglia! Guarda come giocano!" rispose Sanem con occhi dolci.

Avevano comprato quel trampolino per un solo scopo: riuscire a farli stancare.

Più crescevano e più la loro energia sembrava aumentare.

"Comunque questo trampolino ci salva davvero la vita! Abbiamo fatto bene ad acquistarlo!" commentò Can.

"Già, uno degli acquisti più utili mai fatti dalla loro nascita." ammise Sanem.

"Piccoli?" li chiamò Sanem mentre raggiungevano l'ombrellone all'esterno, sotto al quale avevano steso una classica coperta da pic nic, a quadri bianca e rossa.

"Dai anche tu." disse Sanem a Deniz vedendolo esitare.

"Dai, venite, lo spuntino è pronto!" esclamò Can facendo spazio tra le montagne di giocattoli ammassate sulla coperta.

"Dai, ho fatto i vostri panini preferiti!" aggiunse Sanem. "Anzi... in realtà li ha fatti vostro padre, ma comunque sia..." ammise con un filo di voce.

"Dai, altrimenti li divorerò tutti io." disse loro Can. 

"Nooo!" esclamarono accorrendo di corsa.

Una vocina, quella di Ates, rispose: "Va bene, arriviamo mamma."

Scesero dal trampolino e li raggiunsero.

"Molto bene." disse vedendoli arrivare. "Allora, per prima cosa mangerete questi deliziosi panini." li istruì Sanem cercando di invogliare la loro fame annusando il vassoio su cui erano riposti. 

"Poi berrete la buonissima limonata fatta da vostra madre. Fate altro che correre e saltare tutto il giorno, non sentite la fame e la sete?" continuò Can. Come avevano predetto in molti alla loro nascita, se prendevano tutto dai genitori la loro energia sarebbe stata alle stelle, e così era.

Deniz fu il primo a prendere il suo panino. Poi fu il turno di Yildiz.

E infine  Ates.

"Questa volta guai a te se togli il formaggio!" le disse seria puntandole il dito contro. In quel momento un barlume dell'atteggiamento autoritario di Mevkibe spuntò sul suo volto.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora