47. Ritorno alla normalità

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Era passato un altro anno. Sanem iniziò piano piano a lasciare i bambini ai suoi genitori e a tornare in agenzia. Voleva riprendere gradualmente un certo ritmo. Il distacco dai piccoli avvenne gradualmente per poche ore, aumentando finché non riuscì a tornare pienamente operativa. All'inizio fu difficile. I bambini si aggrappavano a lei e Can come dei koala, piangendo disperati. Più di una volta, davanti ai suoi genitori dovette trattenere le lacrime mentre glieli lasciava. Ma quella mattina i pianti erano così disperati che il cuore di Sanem non resse, e prima di scoppiare in un pianto disperato si voltò e raggiunse la macchina, senza dire una parola.

Ah! Una novità degli ultimi mesi fu l'autista. Can aveva espressamente richiesto che portasse Sanem e i bimbi ovunque volessero con la macchina che lei gli aveva regalato, quando lui non c'era.

Sanem, una volta risaliti in auto cercò di tirarsi su. Can la consolò mentre nel tragitto verso l'azienda. "Tranquilla si abitueranno. E' doloroso vederli così, lo so, ma dobbiamo resistere. Pensa a come saranno felici di rivederci stasera!" cercò di consolarla lui.

Una volta in agenzia Sanem salutò tutti e si buttò subito a capofitto sul lavoro insieme a suo marito, pur di non pensarci.

A metà mattinata, vedendola così silenziosa, fu sua sorella Leyla ad avvicinarla. "Sanem, tutto ok? Perchè sei così seria oggi?" le chiese.

"Ho lasciato i bambini ai nostri genitori. E' stata dura." ammise.

"Ah, ancora non si abituano, eh?" dedusse.

"Ti dico solo che sono dovuta correre di corsa in auto per non scoppiare a piangere davanti a loro." disse.

"Ah! Cavolo." esclamò sua sorella dispiaciuta.

"E Can?" le chiese.

"Anche per Can non è stato semplice. Deniz gli si è attaccato al collo come un koala. Non voleva mollarlo." ammise.

"Ah, povero Can." rispose Leyla dispiaciuta. "Situazione davvero difficile." commentò.

"Poveri noi..." commentò Sanem.

"Ah, è davvero doloroso vederli così, eh?" chiese retoricamente lei.

" Come se qualcuno mi trafiggesse il cuore con una lama." disse Sanem, per poi aggiungere. "Preparati, perché ci passerai anche tu." la mise in guardia indicando il suo pancione.

"Non me lo ricordare." ripose Leyla accarezzandola immediatamente.

Leyla era incinta del suo primo figlio. La gravidanza era ben accetta. Avevano aspettato tanto, ma solo perché lei ed Emre, sotto la corazza erano due persone molto indecise, e piene di dubbi. Volevano fare le cose per bene. Loro. Quelli che si sono svegliati e in un attimo hanno deciso di sposarsi in gran segreto senza il consenso dei genitori. Avevano superato molte cose. Dopo la disoccupazione di Emre e la riapertura dell'agenzia, avevano deciso di aspettare per mettere i soldi da parte e acquistare appena possibile una casa tutta loro. Quella casa l'avevano trovata nella vecchia villa dei Divit. Dopo una lunga e accurata ristrutturazione, sembravano essere pronti ad avere dei figli, ma lì, forse influenzati anche dai loro tre nipotini, si resero conto di quanto sarebbe stato impegnativo. E nonostante i numerosi tentativi, i figli non arrivavano. Sanem era al corrente delle preoccupazioni della sorella, fece di tutto per togliergliele dalla testa. Dopo una bella chiacchierata con sua sorella, Leyla iniziò a guardare la situazione sotto un'altra luce e dopo poco rimase incinta. Fu esilarante quando dettero loro la notizia. Erano completamente nel panico. Fuori di testa... e goffi. Sanem ripensò a quel momento.

Era un fine settimana e Can e Sanem si stavano godendo un po' il giardino con i bambini. All'improvviso videro arrivare un taxi, da cui scese in fretta e furia sua sorella prima ancora che il tassista si fermasse del tutto. Si era letteralmente catapultata fuori dall'auto. Lasciò lo sportello aperto e corse da lei. Can e Sanem rimasero immobili e perplessi di fronte a quella scena.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Where stories live. Discover now