24. Per ogni cosa bella

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Sanem camminava avanti e indietro per l'ufficio. Si era vestita di tutto punto quella mattina. Aveva persino indossato i tacchi. Non aveva dormito tutta la notte. Neanche Can era riuscito a calmarla. Anzi, nel tentativo, si era addormentato lui. Lei per niente. Non riusciva a stare ferma, perciò si era alzata ed era andata in cucina a prepararsi una camomilla. Era più forte di lei. Il cervello andava a mille. Pensava, rifletteva, progettava. No. Doveva scrivere quello che aveva in mente. Prese la tazza di camomilla, il taccuino che aveva sempre a portata di mano lì, in salotto, e si rannicchiò in un angolino del divano con le ginocchia alzate a fargli da supporto. Lo aprì e iniziò a scrivere il progetto che si stava formando nella sua testa. Era elettrizzata. Mentre scriveva, disegnava abbozzi di stanze, colori, design di qualsiasi cosa le passasse per la testa. Più scriveva e più si rendeva conto che ogni pezzo del puzzle stava trovando il proprio posto. Non si rese nemmeno conto del passare delle ore. Dal salotto era passata al bancone della cucina, alle scale esterne della casa, tanto che quando Can si svegliò la trovò ancora lì seduta con l'ennesima tazza fumante in mano e il taccuino sulle gambe.

"Buongiorno amore mio." disse Can arrivandole da dietro le spalle. Si fermò dietro di lei, le prese il viso tra le mani, piegandolo all'indietro verso di lui per stampargli un bacio in fronte.

"Buongiorno amore." disse Sanem.

"Come sei mattiniera oggi. E' tornato l'uccellino mattiniero?" commentò Can.

"Non ho dormito tutta la notte." rispose lei.

Can nel frattempo si sedette sul primo scalino accanto a lei.

"Perchè? hai avuto un'ispirazione? Hai una nuova storia pronta per essere raccontata?" chiese contento per lei.

"No, sono nervosa. Non riesco a stare ferma. Mi sono fatta anche diverse tazze di camomilla ma niente. Mi sento un po' come Deren quando ha un picco di caffeina." rispose lei.

"E come mai?" chiese lui.

"Per la proposta d'acquisto." rispose lei agitata.

"Ah!" esclamò Can sollevato. "Ma non devi prenderla così, altrimenti starai peggio. Vieni qui."

Can allargò le sue grandi braccia per far accomodare Sanem contro il suo petto. Lei lo abbracciò, intrecciando le sue mani dietro la schiena di lui. Stretta come una bambina abbracciata al suo orsacchiotto preferito.

"Vediamo se questo può aiutarti." L'avvolse nelle sue braccia accarezzandole i capelli. Era un gesto che faceva sempre per farla rilassare, e solitamente lei crollava sempre in un sonno profondo.

"E cos'hai scritto?" chiese osservando il taccuino accanto a lei.

"Ero così agitata. La mia testa andava a mille. Così ho preso il primo taccuino a portata di mano e ho iniziato ad appuntare tutto quello che mi veniva in mente sul progetto. E Can... non riuscivo a fermarmi. Più andavo avanti e più mi venivano idee... e mentre scrivevo, è stato come se tutto trovasse il suo posto, capisci? Per questo sono agitata. E se non accettassero la nostra offerta e perdessimo quel posto, tutto questo non sarebbe possibile." disse indicando il taccuino.

"E' così importante per te che sia proprio quello, il posto?"

"Si, Can. Quel posto è perfetto per noi. Per tutti coloro che ne potrebbero far parte. Non solo noi. Ho scritto tutto qui. Ho già pensato alla squadra, al design, ad alcuni spunti per l'arredamento, e noi abbiamo tutti i talenti che ci servono per poterlo realizzare... al momento l'unica cosa di cui abbiamo bisogno, è che quel telefono squilli" rispose Sanem indicando il suo cellulare sopra al taccuino chiuso.

"Posso leggere?" chiese Can indicandolo.

"Cosa? Ah! Ma certo! Non devi neanche chiederlo! Devi leggerlo! Così capirai!" Sanem si allungò, prese il taccuino appoggiato dietro di sé e glielo consegnò. Poi aggiunse:"Non ti dico niente, giuro! Devi leggerlo da solo. Ma una cosa devo ammetterla: penso di essermi superata. Questa è l'idea più geniale che potessi mai avere." Poi si alzò di scatto, e corse in camera. "Ti lascio leggere in pace. Io vado a farmi una doccia e poi mi preparo. Sono curiosa di vedere la tua faccia alla fine di tutto ciò! " gli urlò mentre correva in corridoio, in direzione della camera.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Where stories live. Discover now