Capitolo 11

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Una luce. Calda e avvolgente. Bianca.

Scaturì dal cielo come un proiettile dorato arrivando a me in un batter d’occhio.

Stavo ancora precipitando eppure non parve più così.

Tutto si fermò. Il tempo arrestò il suo inesorabile flusso.

Intorno a me osservavo la città nel caos per via della tempesta, i palazzi illuminati e le persone immobili. Sbattei le palpebre e trovai ad osservarmi due occhi sottili. Bellissimi. Ebbi la sensazione di conoscerli da sempre, pur non avendoli mai visti prima.

Era solamente una massa luminosa indistinta, ma fra tutto quel bagliore vidi una piuma di uno splendido candore.

La presi e ne constatai la morbidezza.

Se non avessi guardato poi oltre, probabilmente non me ne sarei mai accorta. Due ali mi circondarono nel loro delicato e confortante abbraccio. Un abbraccio che mi ricordò la fresca libertà dell’aria in alta montagna; il selvaggio cavalcare delle onde; e il sereno silenzio dell’alba.

Mille piume argentee si fecero largo nel bagliore dorato che era sprizzato in quella sera senza stelle. E in fine un’enorme senso di pace conquistò ogni mia inquietudine, ogni mia paura e delusione. Il volto della creatura alata scambiò un ultimo sguardo con me, e poi il buio calò inesorabilmente, facendomi precipitare in un sonno profondo.

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