Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti

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By WinterSBlack

«Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti» dissi.

«La mia ragazza è curiosa, mmh?» chiese sorridendo stringendo la mia mano.

Sentii una sottospecie di prurito nel petto quando disse quelle parole e mi toccai il collo per il nervosismo.

Stavamo passeggiando mano nella mano nel bel mezzo della via commerciale e sembravano assolutamente una coppia.

Lo vedevo dagli sguardi delle persone e persino dai riflessi nelle vetrine.

Alcune persone ci fissavano, forse perché indossavamo ancora entrambi l'uniforme della Marcey Academy che, anche se non particolarmente appariscente, ci faceva sembrare figli snob di qualche Accademia privata.

E sembravamo chiaramente scappati da scuola. Sì, lo strano orario e il nostro passo affrettato poteva solo rafforzare l'ipotesi.

Lo sapevo persino io. Era impossibile che Nathan non se ne fosse accorto.

«Siamo ragazzi scappati da scuola. Ma siamo in America e a nessuno importerà, anzi, il fatto che siamo una coppia di adolescenti li farà distogliere lo sguardo ancora di più. Nessuno è moralista da solo di questi tempi.» disse come se mi avesse letto nella mente.

«E poi, se ci cambiamo d'abito dopo aver creato testimoni oculari sarà più facile nascondersi tra la folla. Anche se dubito che James o Joanne verrebbero ingannati da questo depistaggio. Non sono nemmeno i tipi di persona che chiedono informazioni in giro.» continuò intrecciando le dita dietro la testa.

Nathan iniziò a rallentare il passo avvolgendosi di un'aura di tranquillità e calma.

Non sembrava affatto che fosse in fuga.

Mi adeguai al suo passo mentre lo guardavo continuare a spiegare la nostra situazione.

Sentivo un senso di anticipazione mentre attendevo le sue parole.

«Quindi..?» lo incitai a continuare.

«Attiriamo più attenzione possibile. Joanne sa che il mio metodo è solitamente attirare l'attenzione da un lato per poi ritrovarmi dall'altra parte. Mentre la massa è concentrata sul guscio colorato, il nucleo si trova già diversi passi avanti. È il succo di noi prestigiatori e lei lo sa.
Se attirassimo attenzione sa che non è dove ci sono problemi che deve andare.
Quindi potremmo rimanere dove c'è casino. Sarebbero costretti a risolvere il casino prima di cercarci di nuovo e non penserebbero che saremmo ancora lì.» spiegò.

«Tipo quello che hai fatto alla Marcey» dissi.

«Ma essendo stesso modus operandi non ci arriverebbero immediatamente?» chiesi.

«No, perché spariremo all'ultimo e andremo dove meno se lo aspettano.» affermò alzando la testa verso il cielo.

«Dove?»
«A casa» mi sorrise.

«Ehi! Sei Nathan Cray, vero? Il prestigiatore dei video su Face e praticamente tutti i social esistenti?» esclamò una ragazza.

Appena Nathan la notò si avvicinò immediatamente trascinandosi dietro l'amica. Anche loro sembravano studentesse scappate da scuola.

Nathan le sorrise immediatamente.

«Ah, scoperto» commentò sorridendo.

«Ho sentito che ti sei trasferito nella Marcey Academy qui a San Francisco ed è per questo che non stai più facendo video e spettacoli!» esclamò tutta entusiasta mentre la sua amica continuava a tirarla per la manica con aria imbarazzata.

Nathan si limitò a sorriderle.

Forse era perché lo conoscevo da tanto tempo, ma vedevo chiaramente che era un sorriso finto e privo di qualsiasi gentilezza. Loro non sembravano accorgersene.

«Ehi, non è che puoi farmi un autografo e un selfie con me? Scusa, ti fai in là?» chiese a Nathan per poi voltarsi verso di me e allontanandomi da lui senza tante cerimonie.

La vidi alzare il suo smartphone con una cover esageratamente gigante e sgargiante pronta per fare selfie con il mio ragazzo.

Mi salì il sangue al cervello per quanto mi stavo arrabbiando, ma venni calmata quasi immediatamente.

Nathan mise una mano davanti camera per impedire che scattasse la foto.

«Scusami, ma non posso fare selfie ed essere tracciato momentaneamente» le disse con tono di scuse sorridendole. Sembrava gentile e veramente dispiaciuto.

«Vedi, siamo scappati dalla Marcey e sai com'è... Non è un'Accademia normale.» disse prendendomi di nuovo per mano.

«Ma posso fare questo per te.» e a quelle parole fece spuntare un pennarello indelebile dal nulla e fece la sua firma sulla mano libera della ragazza.

«E questo è per la tua amica» magicamente la penna divenne una rosa gialla e la allungò alla ragazza alle spalle. Quella lo guardò stupita e arrossì violentemente.

«E ricordate di continuarmi a seguire, se non vi dispiace continuerò la mia fuga romantica con la mia ragazza» fece loro l'occhiolino e non le lasciò nemmeno replicare prima di allontanarsi con me.

«È così figo!» le sentii squittire contente.

Fissai Nathan inarcando un sopracciglio.

«Lo hai fatto apposta?»
«Fatto apposta cosa?»
«Hai fatto l'autografo sulla sua mano, non potrà tenerlo per ricordo...» commentai accigliandomi.

«È stata scortese con te.»
«Pensavo amassi i tuoi fan... E che avresti fatto qualunque cosa per loro»

No, in realtà lo so che mi preferisci a loro. In realtà mi aspettavo che la sgridassi o umiliassi per farmi sentire meglio.
Non che mi faccia sentire meglio vedere altra gente soffrire, ma mi sembrava da te arrabbiarti per me...

E invece aveva risolto la situazione in maniera pacifica. Non aveva dato loro quello che volevano, ma aveva fatto credere loro che avessero ricevuto qualcosa.
Aveva risolto tutto cosicché io non mi sarei sentita ingiustamente maltrattata e loro avrebbero continuato felicemente ad essere sue fan.

«Sai, a me non piacciono le persone. Detesto la gente. Però mi piace essere piaciuto da loro.
Mi piace vederli stupiti, ma non provo niente nel vederli felici ai miei giochi, perché li detesto.» commentò con noncuranza.

Inarcai un sopracciglio e cercai di dire qualcosa, ma lui mi fermò facendo un cenno verso un edificio:«Sembra che sia arrivato il momento di cambiarci d'abito»

***

«Come puoi essere certo che non ci arriveranno? Dopotutto sanno che sei intelligente e tutto sommato non è un piano così complesso.» gli dissi mentre ci arrampicavamo su delle scale del magazzino di vestiti. Sembrava uno di quei magazzini dimenticati dove accumulavano merci ormai passate di moda da minimo cinque anni.

I piani superiori al centro commerciale erano perlopiù vuoti uffici con cartelloni "in affitto" presenti da decenni.

Intrufolarsi era stato più facile di quanti pensassi. Avevamo semplicemente camminato tranquillamente e nessuno, nemmeno qualche guardia, ci aveva seguito.

«Poco romantico per un appuntamento» commentai mentre mi facevo largo tra vari vestiti impolverati. Spostai con una mano i tessuti ingombranti, mentre sentivo Nathan stringermi l'altra.

«Gli appuntamento non sono belli per dove stai, ma per cosa fai e con chi stai. Si cerca un bel posto solo per fare atmosfera, ma questo funziona solo con le persone prive di personalità interessanti» commentò.

«Mi stai dicendo che tu hai una personalità interessante?» risi.

«Non sono solo interessante, sono sorprendente»

E ad un tratto, dopo esserci liberati da tutti gli ingombranti vestiti con i loro sacchi di plastica, una vetrata tutta trasparente si parò davanti a noi.

L'alto edificio dava su una folla di persone al piano terra, un'enorme visuale di tutto l'interno del centro commerciale. In alto si vedeva una cupola di vetro a mosaico che faceva filtrare la calda luce solare.

Dalla parte opposta all'enorme vetrata ci restituiva l'orizzonte dell'oceano e le cime di altri edifici e palazzi.
Il sole sembrava picchiare esattamente il punto in cui stavamo in piedi, ovvero su un enorme morbido tappeto peloso.

Mi avvicinai alla vetrata per guardare verso in basso la gente che salive e scendeva dalle scale mobili, quelle che riposavano sulle panchine e chi entrava nei luminosi negozi. Un chiacchiericcio di sottofondo mista a canzoni pop del momento, facevano sembrare quella stanza silenziosa, dimenticata e polverosa un angolo di un altro mondo.

Ad un tratto sentimmo l'alto parlante del centro commerciale attivarsi. Evidentemente si trovava lì da qualche parte poiché il suono era talmente forte da far tremare le ossa e vibrare i vetri.

Informavano della presenza di un ladro armato e che era scappato dopo aver obbligato una cassiera di un negozio di scarpe a dargli tutto ciò che c'era in cassa.

Il messaggio si ripeté più volte e vidi più movimento ai piani inferiori. Con la musica interrotta sembrava esserci del panico.

Vidi alcune guardie bloccare le uscite mentre alcune persone protestavano spaventate.

«Oh, sembrano nei guai» commentai voltandosi verso di lui.

«Dobbiamo andare da qualche altra parte? O li aiutiamo a cercare il ladro? Non è che sia così difficile per te» commentai.

«Lascia stare. È meglio così per noi, non devo nemmeno causare qualche casino per depistare gli Sharp. Vediamo come va a finire» commentò noncurante piombando a terra.

Si appoggiò di schiena alla colonna portante mentre si sistemava seduto sul tappeto peloso.

Poi mi guardò, in attesa.

La situazione dabbasso sembrava degenerare. Gente che si rifiutava di essere perquisita, bambini che piangevano e guardie che perdevano la pazienza.

Vennero coinvolti anche dei poliziotti.

«Che avrà rubato da causare tutto questo tumulto?» chiesi avvicinandomi a lui con lo sguardo verso sotto.

Mi sentii afferrare per il polso e mi tirò abbastanza forte da farmi cadere tra le sue braccia.

Mi stringeva contro di lui, abbracciandomi da dietro e avvolgendo completamente il mio corpo più minuto.
Sentivo attraverso la mia schiena il suo solido petto e il peso della sua testa sulla mia spalla.

«Ehi...»
Mi stavo ancora abituando alle sue manifestazioni di affetto e il suo esagerato contatto fisico per questo le voci di protesta non potevano non scapparmi ancora ogni tanto.

«Un attimo. Possiamo stare così un attimo?» mi sussurrò stringendomi ancora di più.
La sua voce sembrava tremare flebilmente e anche le sue braccia, anche se non gli impedivano di stringermi saldamente.

Mi bloccai sentendo il tono della voce. C'era qualcosa diverso dal solito.

«C'è... C'è qualcosa che non va?» esitai leggermente non comprendendo.

Non sentii arrivare una risposta da lui, solo un i suoi muscoli irrigidirsi alla mia domanda, come se non se l'aspettasse.

«Ti avevo detto che ti avrei aspettato» iniziò ad un tratto.

«Pensavo che siccome ero riuscito ad accettare rifiuti fino ad adesso avrei potuto aspettarti all'infinito.» la sua voce era un po' ovattata dato che parlava contro la mia spalla e mi provocava un solletico che provava brividi in tutto il mio corpo. Mi sentivo inspiegabilmente sensibile.
«Ma averti così tra le mie braccia mi fa sentire avido di avere di più e al più presto, Ary.»

Arrossii.

«Ary, Ary, Ary... Sei l'unica persona al mondo a farmi provare sentimenti umani, ma sei anche la persona che mi farebbe diventare il mostro più orribile mai esistito...» si allontanò da me e mi accarezzò il volto con il pollice.

«Quindi... Non mi lasciare mai solo» disse.

Qui c'è qualcosa che non va... Perché all'improvviso dire qualcosa del genere?

«Nathan... Se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene, sai? Non sono stupida come credi. Cioè, è difficile capire quello che dici e i tuoi processi mentali certe volte... Ma se...»

Esitai.

«Ma se?» mi incitò a continuare la sua voce roca.
«Ma se mi parli forse ti sentirai meglio. Non è bello tenersi tutto dentro» dissi.

«Abbiamo i terapisti per quello» replicò.
«Ma un terapista è diverso dalla tua ragazza, no?» insistetti.

Ci fu una pausa da parte sua.

«Ary... Ti piace il mondo in cui vivi?»

Mi accigliai a questa domanda sbucata dal nulla, ma decisi di rispondergli onestamente.

«Beh, non è tutto bello, ma è confortevole generalmente parlando» replicai.

«E questo nonostante tutto quello che hai passato? Nonostante tu ti sia impegnata tanto per una persona idealistica ed egoista che non ti ha guardata nemmeno una volta; nonostante quei ragazzini ti depistassero senza motivazioni significative; nonostante io stesso ti abbia tormentata fino all'esasperazione; nonostante aver perso ogni singolo membro della tua famiglia, la stessa famiglia che ti ha pure creato in provetta per averti e nonostante la persona a cui avevi dato il tuo cuore ti abbia respinta senza alcuna pietà?»

Ogni singola parola era come il sale su una ferita ancora aperta, ma non mi arrabbiai. Forse perché sapevo che non aveva fatto quella domanda per ferirmi.

«Come ho detto, non tutto è bello» dissi.
«È un eufemismo»

Risi.

«E a te piace?» chiesi.

«No, ma non credo esista un mondo in cui mi piacerebbe vivere. Se guardi nella storia, ogni società ha i pro e i contro in base alle loro situazioni, governo, persone, mentalità, evoluzione. Ma l'essere umano medio è capace di adattarsi in qualunque tipo di ambiente ed è per questo che se fai questo genere di domande alle persone, o ti risponde che non gli piace e preferirebbe altro quando in realtà è la persona che più si approfitta della società in cui vive o è qualcuno come te, che accetta essendo consapevole dei difetti.
Per persone come me, non troveranno mai un mondo in cui adattarsi, ergo, non c'è un mondo in cui mi piacerebbe vivere. Anzi, finché c'è un mondo, non mi piacerebbe viverci.» disse.

«Perché dici così? E poi non esistono persone che sono felici del mondo in cui vivono?» chiesi sotto shock.

«Beh, le persone come me tendono a vedere tutti i difetti e i pregi o la maggior parte dei dati che hanno raccolto e solitamente i difetti eccedono sempre i pregi. È una consapevolezza piuttosto deprimente, sai?

Sono certo che tuo nonno la pensasse così ed è per questo che esiste la B.L.C., un'organizzazione creata per equilibrare questa disuguaglianza e ne era così ossessionato che ha finito per rinunciare alla maggior parte dei pregi della suo io morale.

Però è ammirabile che abbia voluto portare il peso di "migliorare il mondo", non capisco perché tutti lo calunnino così tanto. È come se per un atto atroce avessero tutti dimenticato le cose buone che ha fatto.
Non è ridicolo? Ci sarà stato un motivo se tutti gli Imperium e dottori abbiano seguito la sua leadership, no?

Non sto minimizzando le sue colpe, solo che rinnegare tutto di un genio solo per alcune cose di lui e non tutto di lui è una cosa da stupidi.
Che il suo nome sia praticamente tabù nella B.L.C. è ignorante.

La gente sa che non esiste il bianco o il nero, ma continua lo stesso a categorizzarli in questi due gruppi, perché non possono accettare più di una cosa o qualcosa di non schematizzabile .
Ah! Ma sto divagando, di cosa stavamo parlando? Volevi sapere perché non esistono persone felici di vivere in questo mondo?»

«Davvero pensi questo di mio nonno?» gli chiesi mentre mi veniva voglia di scoppiare a piangere.

Mi sentivo sempre male quando le persone parlavano di nonno Chris. Ero consapevole della sua personalità orribile e degli atti atroci, ma non significava che non lo avessi amato.

Era mio nonno e lo amavo come la mia unica famiglia. Non mi importava se mi aveva ingannato e non mi importava nemmeno che amasse più Sophie di me. Mi bastavano le sue poche attenzioni che mi rendevano così felice... E anche una volta che se n'era andato egoisticamente, non potevo odiarlo.

E avevo avuto così paura di dire alle persone attorno a me che mi faceva star male sentire le persone parlare male di lui e non avevo nemmeno il coraggio di dire a qualcuno quanto fosse ancora importante per me.

Potevo sembrare stupida poiché non era stato un bravo nonno, ma non ci potevo fare niente.

Se fosse stato vivo, sarebbe stato in prigione e sarei andata a trovarlo ugualmente e mi sarei preoccupata della sua salute.

Ma Nathan e la sua opinione su di lui mi avevano tolta di un peso enorme e probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto. Non sapeva quanto il sostegno di una sola persona in più mi facesse sentire meglio.

«Non ho motivo di mentire su questo» disse.

Mi misi il volto tra le mani cercando di trattenere quell'ondata di emozioni che mi aereavano la gola.

«Grazie, Nate.» dissi.
«È un vero peccato che non ti piaccia vivere in questo mondo» risi per alleggerire il momento e prendere del tempo per riprendermi e ricollocarmi.

«Già e potrà sembrarti che mi stia contraddicendo, ma mi piace essere vivo, però»

«Come fa piacerti essere vivo se non c'è un mondo in cui ti piacerebbe vivere?»

«Perché sono curioso» replicò.

«Wow, la curiosità è così potente da battere il tuo odio verso i mondi?» commentai con leggero schermo.

Lui mise il mento sopra la mia testa prima di parlare.

«È nella natura dell'essere umano esplorare e cercare quello che non si conosce. È un dono la curiosità ed è grazie ad essa che una persona può evolversi, un gruppo di persone, una società.

Un bambino non nasce con le conoscenze ed è portato automaticamente a imparare, a conoscere, a capire e ragionare poi delle cose che ha appreso, in modo che possa crearsi il suo mondo.

C'è un motivo se i bambini sono più facili da sorprendere. Sanno di meno e vogliono imparare di più. Sono curiosi.

Ma vedi, in una società sovrappopolata dove si pensa di aver raggiunto già il massimo del benessere, la gente pone dei limiti alla propria curiosità, dei freni immaginari che impedisce alle persone di progredire.
Hanno paura di scoprire altro. Forse nel profondo sanno che ci troviamo in un mondo marcio e se scopriamo qualcosa di nuovo non può essere altro che altra spazzatura non degradabile dell'infinità discarica di artefatti umani.

Quali nuove scoperte importanti hanno veramente avuto buona finalità?
I mass media sono una forma di controllo mentale; i social hanno portato al cyber bullismo ed ad un incremento nel suicidio; le industrie all'inquinamento; l'Elements alla perdita dell'umanità.
I vantaggi valgono le perdite?
Però, porre freni alla curiosità non può essere altro che male. Non si può fermare la natura e lo stesso vale per la natura dell'uomo.

L'essere umano, anche se non nelle ricerche esplorative di una volta, sarà sempre sempre alla ricerca di qualcosa, siamo troppo avidi per fermarci. Quindi cercando le cose che conoscono già: potere, carriera, denaro. Tutto perché possano solidificare i confini che si sono posti. Solidificati essi non permetteranno niente di entrare, non impareranno più niente di nuovo.

Sto dicendo che il mondo in cui viviamo ora, un mondo che frena le curiosità è un mondo che diffonde ignoranza. Tutti si sentono al sicuro tra le poche cose che hanno imparato, rinforzando quei muri e impedendo le conoscenze di entrare e loro di uscire. Rimangono ignoranti e nonostante ci sia più gente che nei tempi antichi, rimangono soli.
Ed è in un mondo putrido come questo, fatta di gente chiusa nei loro bozzoli che mi piace spaccare quelle crisalidi e sorprendere la persona dentro.

Sorprendere persone che pensano di non poter più essere sorprese e renderli più belli di quanto non possano essere. Dopotutto non sono più capaci di diventare farfalle loro stesse.
Sono curioso di vedere fin dove si può spingere la capacità di essere curiosi. Ed è per questo che dico che anche se il mondo è orribile sono curioso di mondi ancora non noti. Ergo, devo continuare ad essere vivo per soddisfare la mia curiosità»

«Quello che dici è difficile» ammisi.
Aggrottai la fronte.

Lui rise a voce bassa, così bassa che sembrava il ringhio di un predatore.

Mi fece venire i brividi.

Ah, potrei iniziare ad avere un fetish per la sua voce.

Sfiorò delicatamente il naso contro la mia spalla e sentii il suo respiro soffiarmi sotto i vestiti.

Mi spostò la treccia di lato.

Inclinò il mio mento di lato delicatamente e tirò i miei vestiti per spogliare completamente l'area del collo e poi appoggiò con un tocco leggero le labbra sulla nuca.

Un brivido mi percosse tutta la colonna vertebrale e istintivamente mi irrigidii.

Le sue labbra baciarono ogni centimetro di pelle nuda disponibile finché non si fermò tra il collo e la spalla.

Sentii una pressione più forte, un pizzicore e le sue labbra calde.

Le sue mani scovolarono sui miei fianchi e le mie sopra le sue.

«Oh, è venuto bene» sussurrò direttamente al mio orecchio.

Chiusi gli occhi per il solletico e strinsi le labbra.

«C-cosa è venuto bene?» balbettai sottovoce. Sembravo intimidita alle mie stesse orecchie.

«Lo vedrai» commentò con una bassa e roca risata.

Le sue mani scivolarono sotto i vestiti entrando a contatto con la pelle del ventre e lentamente e delicatamente mi accarezzava in leggeri movimenti circolari.

Aveva mani grandi e si spostava sempre più in alto, anche se lentamente. Avevo come la sensazione che mi stesse dando il tempo di fermarlo.

I vestiti aggrovigliati sembravano voler essere tolti e così vennero accontentati. La maglia vennero separati dal mio corpo assieme alla camicia.

Mi coprii il petto istintivamente dopo essere rimasta solo in intimo.

Abbassai lo sguardo senza guardarlo, rivolgendo la mia schiena nuda a lui.

Un bacio sulla nuca.

Poi uno appena sotto.

Proseguì seguendo la colonna vertebrale costringendomi a raddrizzarmi.

Sentivo come se una corrente elettriche mi attraversasse il colpo. Ogni punto toccato da lui formicolava di piacevole dolore.

«Che c'è?» mi chiese quando sentì il mio corpo tremare e la mia mano fermare le sue.

«È... Credo di avere paura?» mormorai imbarazzata e incerta sentendo tutto il corpo caldo.

«Paura?»

Il mio corpo tremava ancora, incontrollabile, e non riuscivo a pensare lucidamente con quella sua voce così sexy all'orecchio e il suo petto largo e le braccia che mi avvolgevano da dietro e il fiato caldo non aiutavano affatto.

Poi le sue mani... I suoi tocchi mi facevano sentire strana, più debole e fragile, come se mi stessi sciogliendo.

«Mi sento vulnerabile, credo? Non capisco, è strano... Mi dispiace» mormorai.

Non volevo sembrare una bambina inesperta impaurita da atti intimi e contatto fisico, ma il mio cuore stava battendo troppo forte e sentivo di star perdendo il controllo di me stessa.

Mi sentivo impazzire e mi stava a malapena toccando.

«Paura e vulnerabilità?» ridacchiò Nathan affondando il volto nel mio collo e stringendomi più vicino a lui.

Oh?

Il mio cuore sembrava essere impazzito.

«Non è paura quel che senti. È eccitazione.» mi disse mentre scopriva di più la mia gamba spostando la gonna della divisa.

La mia gamba sembrava tremare, mentre la sua mano avvolgeva la mia coscia interamente.

Mi faceva sembrare così piccola in suo confronto.

«Ti devo insegnare proprio tutto, eh? Anche il tuo corpo?» mi sorrise prima di usare la mano libera per mettermi una mano sulla guancia e baciarmi.

E la mia mente si liquefaceva ogni volta che sentivo le sue labbra posarsi sulle mie.

Non sapevo se era una cosa che valesse per tutti i baci o fosse qualcosa che solo lui era capace di fare, dopotutto non avevo avuto molte esperienze...

Ma il modo in cui muoveva la bocca e come faceva muovere la mia e come le sue mani sembravano così grandi e confortanti mentre mi abbracciava e toccava.

Il mio petto, no tutte le viscere nel mio corpo bruciavano ogni volta che non riuscivo più a prendere fiato, ma non lo volevo.

Quando si staccò da me lo spinsi facendolo cadere di schiena a terra.

Lo vidi confuso per un attimo prima che lo raggiungessi, sopra di lui e avvicinandomi il più possibile per baciarlo.

E volevo anche toccarlo. Volevo toccare i suoi muscoli che avevo sbirciato in passato, volevo sentire il suo corpo in un modo diverso da quello di cercare i punti deboli. Mentre le mie mani tremavano sui suoi bottoni sentii le sue accarezzarmi la schiena nuda, quel solco sensibile lungo la colonna vertebrale.

Ed eravamo così vicini che più di così ci saremmo fusi.

«Sto impazzendo» sospirò come un avvertimento.
Premette la fronte contro la mia mentre i nostri respiri si fondevano.

Aveva un'espressione agitata e le pupille degli occhi dilatati mentre mi guardava da sotto il ventaglio di ciglia dorate.   

Lo sapevo dove voleva andare a parare e non gliel'avrei permesso questa volta.

«Lo voglio, Nate. Non trattarmi con i guanti, non mi spaventerò. Non è che non sappia niente e non sono innocente. Sono solo inesperta e sei tu l'insegnante, no?» affermai il suo volto tra le mie mani e lo guardai negli occhi.

«Voglio farlo, Nate» sussurrai ancora.

Vidi il suo volto arrossire visibilmente e le sue iridi verdi tremare.

«Te ne pentiresti» disse.
Forse, ma non voglio pensarci.
«No, non lo farò» risposi.
«Mi odierai»
Può essere.
«No, non ti odierò. Sto dando il mio consenso»
«Odierai anche te stessa»
Sì, è probabile.
«No, perché lo voglio veramente»

Mi appoggiò le labbra sul collo e sussurrò mentre mi accarezzava delicatamente la schiena.

«Come puoi essere così crudele con me, Ary?» mi sussurrò baciandomi di nuovo.

«Come è possibile che ti voglia ancora nonostante tu voglia distruggerci entrambi?» mi fece sdraiare di schiena con le gambe ai lati dei miei fianchi e si tolse il resto della camicia.

I raggi del sole puntavano esattamente sul suo corpo e sembravano farlo risplendere come una divinità greca o qualche serafino disceso circondato da fiamme celesti.

Aveva un corpo scolpito da una mano benedetta, ogni singolo muscolo sembrava curato e messo in evidenza; un viso da angelo della morte, con duri lineamenti armoniosi; uno sguardo da diavolo tentatore e un sorriso da dannato eterno, ma nessuna creatura celeste o demoniaca avrebbe potuto eguagliare la sua bellezza.

E mi sentii inerme a guardarlo a bocca aperta, incapace di processare alcun pensiero. Lo potevo solo guardare avidamente, mentre la mia mente si svuotava e il mio cuore batteva sempre più forte, così forte che sentivo solo il mio battito.

Non provai a fermarlo nemmeno una volta. Non ebbi esitazioni e nemmeno insicurezze.
Non detestai i suoi tocchi e non odiai niente.

Al contrario, mi sembrava di essermi liberata di un peso enorme che mi portavo dietro da tempo e l'idea di lasciare che il mio corpo reagisse naturalmente mi estasiava.

Non sapevo più niente.
Non sapevo più chi ero e non era più importante.
Non mi sentii nemmeno più una persona.
Era come se fossi stata obliterata.

«Stai piangendo.» disse con gli occhi sgranati e con il respiro affannoso.

«Fa male?»

Scossi la testa e lo strinsi a me ancora di più.

«Non fermarti» gli sussurrai, poi mi morsi il labbro inferiore per trattenere un sospiro profondo.

Fa in modo che non mi senta più di esistere.
Io che non sarei mai dovuta esistere.

***

Sbattei più volte le ciglia per riprendermi dal frastornamento.

«Sei sveglia?» mi chiese.

Alzai lo sguardo e lo vidi sdraiato accanto a me con la testa appoggiata sul gomito.
La luce del tramonto rosso alle sue spalle creavano una corona scarlatta tra i suoi capelli biondi.

Non vedevo bene il suo viso e non distinsi la sua espressione.

«Mi sono addormentata? Piuttosto imbarazzante» dissi richiudendo gli occhi.

Le sue dita stavano giocando con i miei capelli delicatamente.

Lui rimase in silenzio.

«Qualcosa non va?» chiesi con tono di premura.

Non mi rispose immediatamente, ma quando lo fece aveva il mio stesso tono delicato.

«No, va tutto bene. Tutto a meraviglia»

Sorrisi, sempre tenendo gli occhi chiusi e avvicinandomi a lui.

«Uh, sei freddissimo» ridacchiai sentendo il tocco delle sue dita sulla guancia.

«È una tua impressione. Sei tu che sei troppo accaldata» replicò.

«Mi sento un po' sottosopra» dissi allungando una mano e passando l'indice lentamente sul suo petto e seguendo quei solchi del suo torace e addome.
«Sai, ho i segni dei tuoi denti su una spalla e graffi che bruciano da morire sulla schiena che rimarranno per un po'. Il tuo dolore svanirà presto. Devi solo abituare quei muscoli.»
«È un modo per invitarmi ad allenarmi con te?» commentai facendo sfuggire una scioccata risata.
«È un modo per allenarti solo con me, senza finché» sussurrò.

Risi.

«Non è che tu non sia mai andato a letto con altre ragazze» dissi.

«Oh? Vuoi mettermi già le corna dopo poche settimane che stiamo insieme e dopo essere venuta a letto con me? Mi sento come un giocattolo usa e getta, ahimè»

Alzai lo sguardo su di lui.

«Con quante sei stato?» chiesi.
«Non credo sia il genere di domande che vorresti fare in momenti come questi» replicò distogliendo lo sguardo.

«È il genere di domanda senza risposta giusta e sono le peggiori.» si sciolse dal mio abbraccio e si mise seduto mentre i cappotti che avevamo preso per usarli come coperte scivolarono giù dal suo corpo.

Abbassai inavvertitamente lo sguardo mentre lui si passava una mano sui capelli.

Mi piacevano i suoi ricchi quando non erano pettinati, gli davano un'aria da angelo innocente. E mi piaceva il contrasto che aveva la sua figura con il suo sguardo.

Poi guardai anche il mio di corpo e flash di momenti precedenti mi passarono per la testa.

Mi coprii il volto con le mani sentendolo in fiamme.

Ah! La mia prima volta!
Non pensavo che sarebbe stato così! Ma su internet dicevano che la prima volta è sempre dolorosa e orribile persino se il partner è qualcuno che ami!
Allora perché mi è piaciuto così tanto? È tramontato persino il sole! Siamo stati qui così tanto che...

«Oddio, James!» esclamai sedendomi di scatto.

«Non il nome che mi aspettavo di sentire» commentò Nathan accigliandosi.
«E soprattuto non mentre siamo ancora nudi»

«No, ma, ti sta ancora cercando? Non dovevamo tornare indietro? Oddio! Sono nei guai anche io? Beh, mi hai praticamente rapita quindi non dovrei essere così nei guai!» esclamai.

Nathan si alzò e mi coprii gli occhi di nuovo, inconsciamente.

Ma le dita della mano destra si aprirono a forbice costringendomi a sbirciarci attraverso.

Ah! I graffi erano veri! Pensai avvampando.

«Hai fame? Hanno risolto le cose la sotto» mi chiese, come se niente fosse e ignorando i miei commenti isterici.

Si rivestì lentamente come se sapesse che lo stavo ammirando.

Arrossii quando mi offrì una mano e invece di accettarla abbassai lo sguardo e dissi tremendamente imbarazzata:«Ho le gambe intorpidite... Non riesco a camminare»

Avrei voluto fare una foto all'espressione che fece.

Angolo Autrice

Fase uno: scusarsi per essere sparita senza preavviso.

Fase due: dare breve spiegazione del perché sono sparita (sì, insomma, prima gli esami e poi varie cose pre feste da quarantenati, sapete, il solito) e promettere che cose simili non accadranno più (hahaha ma chi ci crede)

Fase tre: vi è piaciuto il capitolo?
Francamente questa scena è uno dei motivi per cui mi sono dilungata nell'attesa. Non so mai quanto approfondire durante le descrizioni di rapporti 🤔 né quanto possa essere esplicita dato che in caso di esagerazione dovrei mettere un tag sui contenuti maturi?
Quindi ci sono circa tre versioni che ho provato a scrivere, ma alla fine è uscita questa 😅

Commenti?

Ah, se il discorso di Nathan sulla società la trovate strana, prendendola come vaneggiamenti personali, altrimenti potete ricordarla e ricordare il modo di pensare di Nathan. È utile sapere cosa pensa Nathan per capire il personaggio.
Comunque sia è basato su alcune conoscenze ricavate dai vari esami di psicologia e filosofia che ho fatto, quindi non dovrei aver scritto idiozie. Ovviamente è un miscuglio anche di mie opinioni e di opinioni che penso che Nathan pensi e... Non complichiamoci la vita. Nathan dovrebbe essere un genio e la cosa mi dà problemi 😂

Il prossimo capitolo dovrebbe avvenire 08/01/2021!!!

Buon Natale (passato) e felice anno nuovo (incrociamo tutte le dita incrociabili)!!!

2021 credo in te.

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