22. Nathan: La fenice in gabbia

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Capitolo abbastanza lunghetto

Negli episodi precedenti

La nuova generazione è in Italia con una missione: catturare Bit (l'immortale) vivo. Perché? Perché secondo i loro superiori è l'unico membro della Resistenza conosciuto abbastanza vile da tradire i suoi compagni.
Restano in casa di Courtney ed Eli in questo periodo e si preparano a partire per un viaggio nelle meravigliose Alpi italiane dove, l'ultimo ricognitore sparito ha detto si trova la Resistenza. Ma tutto cambia quando nella storica città di Milano incontrano Bit! Vengono attaccati e qui i due Leader, Nick e Nathan, ammettono che la missione numero 2 è fare da esche alla Resistenza che vuole gli Elements donatagli loro dalla S.S.U.R., la controparte russa della B.L.C..
Nathan improvvisa un piano per catturare non solo Bit, ma scovare persino i vertici della Resistenza, se ne hanno, e tutti sembrano d'accordo anche se riluttanti.
Durante lo svolgimento del piano, la Resistenza fa irruzione in casa Twain e rapiscono Rose, Eloise, Nick e Courtney grazie all'ostaggio Giancarlo, il vicino di casa.
Nathan e Arianne si ricongiungono con Tiara, scappata con i due ciondoli di Elements e qui si scopre quanti quei dannati cosetti influenzino differentemente le persone nonostante il loro potere affievolito dalle mini teche.
Nick è stato rapito dalla Resistenza e sente un paio di cosette da una coppia stramba tra cui l'esistenza di un certo Prometeo. (Chissà, magari è un Imperium del fuoco)
Durante la fuga, però, si imbatte nella Popolana vicina di casa di Eli e Court, Michela. Questa è partita alla ricerca di suo padre Giancarlo, innocente ostaggio di circostanza. È giunta fin lì seguendo il segnale GPS dal telefono di suo padre.
Però, nell'edificio in cui era stato messo Nick non c'era traccia delle ragazze e tanto meno dell'italiano.
In un fuggi fuggi arriva in cima all'edificio in costruzione e messo alle strette scatena il suo potere Geminus. Con il dominio della gravità piega tutti sotto una forza insormontabile.
Intanto, Arianne e Tiara, dopo essersi separate da Nathan, sono giunte nei dintorni e arrivarono giusto in tempo per salvare Michela da una caduta mortale.
Si riuniscono a Nicky e finalmente la squadra torna al completo! Peccato però che siano messi male e che stiano fuggendo verso l'ignoto inseguiti da una banda di Imperium della Resistenza.
Ora vediamo che sta facendo Nathan nel suo viaggio solitario.

Avevo sonno e la mancanza di sonno mi stava innervosendo.
Mi ritrovai a crollare sul marciapiede per pietà dei miei piedi e le mie spalle.
Stupido zaino.
Tirai fuori dalla tasca la sfera trasmittente per capire se ero almeno vicino alle mie ragazze.
Non volevo nasconderlo a Tiara e Arianne ma avevo bisogno di avere più occhi possibili nei punti che mi interessavano. Per questo non avevo detto loro che sapevo dove si trovavano Eloise e Rose.
Nel momento in cui mi ero liberato degli Elements la sfera trasmittente si era attivata, rivelando le posizioni delle ragazze.
In qualche modo erano riuscite ad attivarli per chiedermi aiuto.
Se avessi detto a Arianne e Tiara di loro sarebbero volute venire con me e non sarebbe stato... Utile.
Stando al segnale dovevo essere a due isolati dal luogo in questione.
Mi trovavo in una zona piuttosto periferica fatto prettamente di boschi lasciati a se stessi, non curati e composti perlopiù da ramificazioni secche.
Le strade erano strette, piene di buche e lasciavano veramente poco spazio per i pedoni, senza contare il fatto che la pista ciclabile era sovrapposta a quello pedonale.
Se proseguivo verso nord sarei giunto in un paesino dimenticato dal mondo, ne ero praticamente certo.
Bevvi un sorso d'acqua e ripresi il cammino.
Finalmente giunsi nei pressi di una fabbrica enorme circondato da reti e cancelli.
Individuai la guardia notturna nella sua cabina e le telecamere a trecentosessanta gradi posti in punti strategici.
Dall'edificio uscivano volute di fumo.
Ricontrollai il segnale che confermò l'esattezza della locazione.
Sembrava un luogo silenzioso e i palazzi con gli appartamenti troppo lontani.
Dall'altra parte della strada c'era una concessionaria che vendeva auto nuove e usate.
Buttai lo zaino a terra e mi scrocchia il collo, poi mi strofinai le mani.
Recuperai lo zaino e strinsi le spalline, poi indietreggiai e presi una rincorsa.
Mi arrampicai agilmente sulla rete e scavalcai il filo spinato, poi mi lasciai cadere in un ginocchio.
Mi allontanai velocemente dalle telecamere, inserendomi furtivamente nella zona aperta.
Mi fermai di botto, nel punto cieco, in attesa e, nei giusti secondi, camminai tranquillamente fino alla porta d'ingresso.
Appoggiai una mano nella fessura tra i due battenti e richiamai il mio elemento dall'umidità attorno a me.
L'acqua, nella sua forma più malleabile, si inserì nelle serrature, scorrendoci come solo i liquidi possono fare. Una volta toccati tutti i punti, con un movimento brusco del polso sbloccai tutte le chiusure e aprii la porta.
Diedi un'occhiata alle spalle e notai con piacere che la guardia nella sua cabina non si era accorto di me, così scivolai silenzioso all'interno dell'edificio, lasciando che le porte tornassero a chiudersi alle mie spalle. 
Camminai nel totale buio con la torcia del telefono accesa e il sensore nella mano libera. Mi stavo avvicinando.
C'erano un sacco di cose che potevano andare storte in quel momento e io avevo un sacco di aperture. In altre parole, avrebbero potuto sopraffarmi facilmente.
Però continuai ad avanzare.
Mi ritrovai ad aprire dei battenti di un'archivio a diversi piani inferiori e scandagliai sezione per sezione, alla ricerca delle mie compagne di squadra.
Qualcosa non quadrava. C'era troppo silenzio.
Il segnale mi portò davanti ad un'altra porta, quella che sembrava portare in un magazzino.
Da sotto la porta si intravedeva della luce fuoriuscire.
Arrivato a quel punto ero certo che fosse una trappola. Però, nonostante ciò, aprii la porta.
Eloise era legata e imbavagliata e si trovava a due metri da me.
Feci un solo passo per raggiungerla. Lei sgranò gli occhi, per avvertirmi. Lo sapevo. Lo sapevo. Lo sapevo! Eppure venni colpito di sorpresa alla nuca.
Mentre cadevo e svenivo vidi delle sneakers bianche.

Elements: RimastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora