LUCE P.O.V.
I miei passi risuonavano sul selciato mentre trascinavo i piedi per costringermi ad andare a scuola. Io, che non volevo più avere niente a che fare con la Raimon o con la ex squadra di mio padre, mi ritrovavo a dover studiare nella sua stessa scuola e con molte probabilità anche a giocare nella sua stessa squadra. Ma io non lo farò. Non voglio essere come mio padre: se avrò figli non sacrificherò mai il loro amore per salvare uno stupido sport.
E odio anche questa stupida divisa che si sforza solo di esporre le mie gambe inutilmente, procurandomi occhiate da ragazzi che non conosco che finiranno per idolatrarmi non appena sentiranno il mio cognome. Io odio il mio cognome. Vorrei essere un'altra persona, con un padre che la ama e che farebbe tutto per me, ma invece sono Luce Evans.
E distruggerò il calcio.
Come il calcio e mio padre hanno distrutto la mia vita.
Mi sento così stupida a pensare che fino a poco fa, l'unica cosa che volevo fare era seguire le orme di mio padre e portare alta la bandiera del nome Evans. In questo momento, mentre cammino verso la Raimon Junior High, sono in trappola. Che mi conoscano con il nome Raimon di mia madre o con il cognome Evans di mio padre, non sarò mai solo Luce. Non lo sarò finche non distruggerò questo dannato sport.
All'improvviso, mentre conducevo il mio piccolo monologo interiore, alle mie orecchie giunse un suono che non avevo mai sentito prima. Non con una tale violenza, almeno. Iniziai a correre, temendo che si trattasse di un terremoto. Giungeva dal campo da calcio della scuola, dove ora i giocatori erano riversi al suolo, doloranti, mentre dal fumo scaturito da una palla calciata in rete emerse un ragazzo strano.
Non indossava la divisa della scuola, ma una maglietta rossa e dei pantaloni viola. Il suo ghigno malefico disse tutto quello che c'era da sapere. I suoi capelli blu si drizzavano ritti in testa mentre scherniva i giocatori con tono canzonatorio.
E' stato lui a tirare? Mi chiesi.
Era davvero così potente?
Ben presto, mentre i ragazzi attorno a me si annidavano come api per vedere che cosa stesse succedendo, un ragazzino basso e castano si parò davanti al blu con un'espressione arrabbiata.
Non sapevo chi fosse.
Non volevo neanche saperlo.
Tenevo lo sguardo fisso sul ragazzo blu che non sembrava colpito da qualsiasi cosa gli stesse dicendo il castano, anzi. Ad un certo punto scorsi il piede del ragazzo che si puntava sul pallone mentre lo calciava all'indietro. Fissai l'arco del tiro, e con un colpo secco il pallone andò ad insaccarsi in un bidone. Dove sarebbe dovuto stare sin dal principio.
Rimasi a fissare lo scontro in campo tra i due ragazzi anche se non riuscivo a sentire nessuna parola. Questo non mi impediva di gioire ogni volta che quello stupido ragazzino entusiasta veniva colpito da una pallonata del blu, che non mostrava nessuna pietà. Non volevo che esistessero altre persone fanatiche del calcio come mio padre. Ed a quanto pare neanche il blu lo voleva, visto che si fermò solo ed unicamente quando l'allenatore della squadra gli si presentò di fronte.
Lo cacceranno, pensai.
Invece no. Invece il blu ghignò anche di fronte all'allenatore, e solo allora notai una ragazzina di fianco a me che parlottava con suo fratello.
Ragazza: << Accidenti, dev'essere un Imperiale!>>
Fratello: << Un imperiale?>>
Aggrottai la fronte.
Che cos'era un Imperiale?
Ragazza: << A quanto pare sono giocatori molto forti.>>
Strinsi i pugni. Altri giocatori. Perché mai tutte quelle persone amavano il calcio? Fissai il blu mentre parlava con l'allenatore e provai il desiderio di diventare come lui: di distruggere il calcio usando il calcio stesso come arma. Volevo mostrare a tutti la mia forza mentre distruggevo quello sport che mi aveva strappato via la mia famiglia.
Vidi il ragazzo dai capelli blu seguire il castano e l'allenatore.
Sapevo di doverci parlare, era un istinto più forte di me.
Ed allora lo seguii.
Spazio autrice
Ecco il primo capitolo scritto da inazumania. Io lo trovo spettacolare e voi? ❤️ A presto con il 2° capitolo.
Sakka yarouze ⚽⚡