Elements: Rimasta

Autorstwa WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... Więcej

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

42. Nick: Confronto

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Autorstwa WinterSBlack

Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa...

Nathan Cray rimase in detenzione per diversi giorni.

Non ci era chiaro cosa avesse fatto, sapevamo solo che aveva combinato qualcosa e Sophie Hunter era rimasta coinvolta.

Sophie era stata mandata alla Base 1 ed era stata accompagnata da Joanne poiché James aveva altro lavoro da fare.

Ovviamente avevo visto il mio mentore protestare con Meng Xu mentre parlavano attraverso il video comunicatore.

Non era tipo da obbedire tranquillamente e questa volta non potevo dargli torto.

Ed era per questo che ero stato invitato anche io mentre comunicavano. Mr. Xu mi aveva direttamente chiesto il favore di assicurarmi che James facesse il suo lavoro.

Come se avessi qualche possibilità di contenere James Andrew Sharp.

Una volta terminata la chiamata avevo chiesto a James cosa fosse successo esattamente, ma l'espressione dell'uomo si incupì ancora di più.

Però, la cambiò immediatamente, facendomi quasi pensare di essermela immaginata. Poi mi sorrise dicendo:«Non ti preoccupare».

Non gli feci più alcuna domanda.

***

Diversi giorni dopo mi imbattei in Arianne che aveva un'espressione agitata, ansiosa e preoccupata. Non potevo non notarla mentre veniva fuori dal bosco correndo e si guardava intorno come se stesse cercando qualcuno o qualcosa.

«Ary!» la chiamai alzando una mano per attirare la sua attenzione.

Il secondo dopo me ne stavo già pentendo.
Con tutte le cose che erano successe negli ultimi giorni mi era passato di mente che fossimo ancora ai ferri corti.

Ma lei sembrava aver superato qualsiasi cosa perché si precipitò verso di me e mi afferrò per le braccia.

Con occhi sgranati e agitazione papabile mi chiese:«Hai visto Nate?!»

«Eh? È già fuori?» chiesi colto di sorpresa.

«Chiamami se lo vedi. Per favore, è importante» mi disse preoccupata.

Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro e la vista mi fece stringere il cuore.

«Che è successo?» le chiesi con cautela.

«Nate... È che volevo... È colpa mia, lo so che è colpa mia, ma pensavo fosse la scelta più giusta! Non volevo ferirlo così...» disse incespicando le parole e senza dare un senso compiuto alle sue frasi.

«Non l'avevo mai visto così arrabbiato» disse mordendosi il labbro inferiore.

«Cray... Arrabbiato?» chiesi stupito.
Nathan Cray non era persona da mostrare le sue emozioni.

Francamente, ero certo che non ne possedesse.

«Okay, ti avverto se...»
«Grazie!» esclamò senza lasciarmi finire di parlare. E se ne andò di corsa.

Perché?

Non sapevo perché sentissi l'amaro in bocca.
Era una sensazione sconfortante che mi faceva sentire strano.
Più ci pensavo, meno riuscivo ad individuarne il motivo.

La prima cosa che feci fu di scendere negli piani segreti della B.L.C., filai dritto nella sala Operativa dei nostri responsabili tecnici e chiesi accesso alla localizzazione del Programmatore di Cray.

Solitamente non mi era permesso questo genere di accesso, ma dato che Cray era uscito di recente dalla detenzione, era importante che più membri possibili lo tenessero d'occhio.

Non era necessario o obbligatorio, semplicemente una precauzione.

Ebbi immediatamente le coordinate e corsi fuori dalla sala accennando un ringraziamento agli operatori.

Accelerai il passo usando i miei poteri e fui agli ascensori in un battito di ciglia.

Era vietato usare i poteri fuori dalle aree di allenamento o palestre, ma di solito non mi sanzionavano se stavo attento.

Percorsi tutto il viale fino all'uscita al cancello di corsa e saltai l'inferriata con un balzo.

Ovviamente feci attenzione alle telecamere di sorveglianza nascoste tra i rami degli alberi vicino al cancello.

Mano a mano che le coordinate si avvicinavano sempre di più il mio cuore mi batteva sempre più forte finché non giusti a destinazione.

Percorrere le strade a dislivelli di San Francisco a piedi poteva risultare stancante per qualsiasi persona comune, ma fattibile per me.

Una persona normale avrebbe preso il tram a quelle distanze.

Quando giunsi a destinazione fissai ripetutamente le coordinate e il negozio davanti a me per essere certo se ci avessi visto giusto.

Cosa diavolo ci fa in un negozio di biancheria intima femminile?!

Arrossii quando una signora di mezza età uscì dalla porta principale e mi lanciò un occhiataccia.

Un adolescente con la camicia scompigliata per la corsa, la cravatta della divisa scolastica snodata, la giacca sotto braccio e con la fronte coperta di sudore in piedi davanti ad un negozio di intimo per donne era probabilmente sospetto.

Ma non dovrebbe essere più sospetto Cray che si trova dentro?!

Indeciso se mettere piede dentro o meno sentii per caso una ragazza commentare alla sua amica:«Pensi che sia qui per comprare un regalo alla sua fidanzata?»
«Beh, sicuramente! Per chi altri dovrebbe comprare intimo femminile? Sua madre? La nonna? Non fare domande stupide!»
«Gli uomini che regalano intimo alle proprie fidanzate sono dei porci! Lo fanno solo perché vogliono portarle a letto!»
«Non ci sarebbe nulla di male se è un ragazzo carino come lui...»

E così mi venne l'orripilante idea che Cray stesse comprando intimo per Arianne perché voleva...

Marciai a grandi passi all'interno.
Non mi era passata per la testa l'idea che stessero parlando di me e non di un ragazzo all'interno con un'effettiva ragazza.

Quindi entrai con tutta l'intenzione di cercare il ragazzo dai ricci biondi, ma di persone familiari c'erano solo Rose Closs e la sua migliore amica Eloise Parker alla cassa.

Loro mi notarono... In realtà non solo loro, più o meno tutte le donne in quel reparto al piano terra si voltarono verso di me.

«È Twain quello?» chiese Rose ad Eloise.
«Sì, sembra proprio Twain.»

Argh, dovevo immaginarmelo!

Mi avvicinai imbarazzato alle due ragazze fingendo naturalezza. Cercai, nel mentre, di ignorare le occhiate che le altre clienti mi lanciavano.

«Avete visto Cray?» chiesi con tono più fermo possibile.

«Sei venuto in un negozio di biancheria intima femminile per cercare un ragazzo?» esclamò Rose facendo squillare la sua voce.

La cassiera diede un colpo di tosse.

«Non c'è bisogno di urlarlo, sai?» cercai di sussurrare e facendo dei cenni con gli occhi per invitarle ad uscire.

«Hai un tic? Povero cucciolo, sembri traumatizzato per qualcosa. Che dici? Pago i miei tanga e siamo subito da te» esclamò Eloise agitando la sua biancheria davanti a me.

Scappai.

Gesù, che imbarazzo!

Erano crudeli. Non avevo mai incontrato persone più crudeli di loro due!
Le prese in giro di Tiara a confronto sembravano persino simpatici!

Fortunatamente non mi fecero aspettare molto e risposero immediatamente alla mia domanda senza fare storie e senza nemmeno giri di parole.

«Nathan ha detto che andava verso Hayes Valley.» mi disse Rose sorridendo e passandomi il Programmatore di Cray.

Il fatto che me l'avesse detto non appena uscita dal negozio e con tutta questa facilità mi fecero venire i dubbi sulla veridicità delle sue parole.

Evidentemente, lo scetticismo mi era dipinto in faccia perché Rose fece un sorriso sornione e aggiunse:«Non mi credi? Eppure sei venuto fin qui a chiedercelo»

«Per caso sapeva che lo avrei cercato io?» chiesi aggrottando la fronte.

«Diciamo che ti aspettava? Strano vero?» intervenne Eloise scrollando le spalle.

Poi si presero a braccetto e si allontanarono verso la piazza.

***

Come sarebbe a dire che mi aspettava?
È Arianne che lo stava cercando come può prevedere che lo cercassi pure io?
Che avrà in mente 'sta volta?
È appena uscito dalla detenzione questo imbecille e già vuole combinarne un'altra delle sue?!

Non trovai Cray nemmeno cercando di localizzare il suo telefono. Ero pronto a rinunciare e tornare alla Base 5.
Forse ha detto a Rose ed Eloise che mi stava aspettando solo per farmi girare a vuoto. Sarebbe stato da lui prendermi in giro così.

Controllai l'ora sul telefono e mi accorsi di aver ricevuto un messaggio da parte di Cray.

Rimasi sorpreso.

Non ricevevo un suo messaggio da più di tre anni.

E mi sorpresi ancora di più quando vidi che mi aveva inviato delle coordinate.

A che gioco sta giocando?!
Mi chiesi.

Non ci misi molto a raggiungere il luogo indicato e sperai veramente di trovarlo questa volta.

Di pessimo umore entrai dalla piccola porta di una taverna e mi diressi verso il barman barbuto che stava asciugando i bicchieri.

Prima che potessi fargli qualche domanda notai che stava fissando qualcuno con un'espressione preoccupata e quando seguii il suo sguardo non potei credere ai miei occhi.

«Cray?» dissi con sorpresa.

Cray aveva la guancia premuta su un tavolo poco lontano dal bancone e teneva in mano una bottiglia di birra.

Altre vuote erano sparpagliate per il tavolo.

«Lo conosci?» mi chiese il barman animandosi al mio commento.

«Uh? Sì?» balbettai stupito.

«Grazie al cielo! Mi stavo preoccupando! È tutto il pomeriggio che sta piangendo e bevendo! Mi si spezzava il cuore a dirgli di no...»

«Piangeva? Allora forse non è la persona che conosco...» replicai cercando di uscire dal locale.

Lo sguardo che mi lanciò il barman era di così puro orrore che sembrava mi avesse visto prendere a calci un cucciolo ferito.

Sospirai e mi avvicinai al tavolo.

Era ovviamente Cray.

Anche con il viso semi coperto lo avevo riconosciuto dai capelli e la divisa scolastica.

Era semi svenuto e completamente ubriaco fradicio e chiaramente non aveva alcuna capacità mentale in quel momento.

«Allora anche i mostri si ubriacano, eh?» commentai incrociando le braccia al petto.

Più lo fissavo, più mi irritava. Mi faceva rabbia solo l'idea che fosse diventato il ragazzo di Arianne.

Ma come si permetteva?
Perché Arianne lo aveva accettato?
Uno come lui?!
Poteva essere chiunque, no?

Se sapevo che sarebbe andata a finire così avrei... No, non potevo pensarla così. Avrei ferito Arianne se avessi accettato la sua dichiarazione.

Quando ne avevo parlato con lei mi ero pentito subito dopo averglielo proposto.

Avevo visto la sua espressione affranta.

Ma ciò non autorizzava questo mostro.
Si era approfittato del momento di debolezza di un'innocente ragazza. Era deplorevole.

Avevo davvero intenzione di lasciarlo lì, a crogiolare nella sua ubriachezza, ma poi lo sentii mormorare:«Ary... Ti prego...»

Era un flebile lamento, ma lo udii chiaramente.

Rimasi così spiazzato che non notai la persona che mi urtò mentre passava.

Perché ti sei ridotto così? Non è l'immagine del mostro che conosco.
Il mostro che conosco è freddo e crudele.
Il mostro che conosco è subdolo e calcolatore.
Il mostro che conosco non soffre, non è felice, non si arrabbia e non si stupisce.
Il mostro che conosco finge e inganna tutti quanti con una maschera affabile.
Ma allora perché sei così ora?
Perché ora mi sembri umano?
Se non fai più il mostro, io...

E mentre pensavo a tutto quanto, sospirai e mi avvicinai al tavolo.

«Andiamo. Ti porto a casa» dissi tirandolo su e mettendo il suo braccio sulle spalle. Con la mano libera lo aiutai a camminare.
Sembrava ancora abbastanza sveglio per farlo.

«Tecnicamente sei minorenne, Cray» commentai. Da lui non venne alcuna risposta, rimase solo a testa china lasciandosi aiutare da me.

Mentre lo trascinavo fuori mi buttò entrambe le braccia al collo facendomi barcollare.

«Ehi, aspett...»

«Non lasciarmi! Non lasciarmi! Farò meglio di così!» esclamò.

Tutte le persone presenti nel locale lo sentirono e nemmeno una fece finta di non sentirlo.

«Non è quello che pensate» dissi ridendo nervosamente.

E mi affrettai a trascinarlo fuori prima che gridasse qualcos'altro di imbarazzante.

***

Cadde ripetutamente anche mentre tentavo di sostenerlo. In qualche modo sembrava capace di inciampare anche sopra la sua stessa ombra.

Seccato, lo presi in braccio per muoverci più in fretta, ignorando la gente che ci stava guardando.

Cray rise scioccamente.

«È la seconda volta che mi prendi in braccio, Twain» ridacchiò ancora.

«Sei innamorato di me, eh?» piegò la testa mentre mi fissava con sguardo offuscato.
«Mmm, no. Nessuno mi ama» disse con un tono infantile.

Non l'avrei creduto possibile, ma stetti male per lui perché sembrava veramente ferito.

L'idea era destabilizzante poiché avevo sempre creduto che quel ragazzo non avesse emozioni. Almeno, non quelli umani.

Dovrei riconoscerlo come umano? È il mio istinto che si sbaglia?
Non si può soffrire così tanto senza essere capaci di amare dopotutto.

Soffriva perché ci teneva.

Scossi la testa e appoggiai il corpo moscio di Cray al muro per poter chiamare un taxi.

Dato che Cray sembrava tranquillo feci una chiamata veloce.

Ci avrei messo meno di un minuto e poi sarei tornato da lui.

«Il taxi arriverà tra cin-» ma mi bloccai notando la sparizione di Cray.

Andiamo! Mi prendi per il culo?!

Mi voltai in fretta e furia finché non lo notai accucciato davanti ad una vetrina di oggetti d'antiquariato.

«Ehi, andiamo.» mi avvicinai.

Sentendo la mia presenza, Cray scattò in piedi e iniziò a correre.

«Ma che caz... Ma se prima non si reggeva nemmeno in piedi!» sbuffai prendendo ad inseguirlo.

Normalmente l'avrei raggiunto con facilità, ma, per non destare i sospetti dei Popolani, decisi di non usare i miei poteri.

Per questo riuscii a prenderlo per il colletto solo una volta giunti sul lungomare.

Pensai di trascinarlo via, ma Cray sgusciò via dalla sua camicia come un'anguilla e continuò a correre verso la spiaggia a torso nudo.

Scioccato, mi ritrovai con i suoi vestiti tra le mani e il tempo per riprendermi che Cray si era già gettato nell'acqua.

«Ma che cazz... Cray!» gridai inseguendolo.

Sentii Cray ululare per poi svanire nel nulla.

Solo il suono delle onde mi accoglieva.

E a mano a mano che i secondi passavano la mia ansia non faceva che salire.

«Perché non esci? Non è divertente, Cray!» gridai.

Imprecai e pestai i piedi prima di tuffarmi anche io.

Ma ti sembra normale salvare un Imperium dell'acqua dall'oceano?!
Mi lamentai mentre creavo una barriera di vento e affondavo sempre di più.

Accesi la torcia del telefono per godermi la mia personale esperienza subacquea alla ricerca di Cray.

E lo trovai immediata a fluttuare tra i pesci.

Il problema era che appena mi avvicinavo sgusciava via assieme alle altre creature marine.

Maledetto Cray, non è facile nuotare con una barriera d'aria e il telefono in mano!

Quando finalmente lo acciuffai e lo trascinai a forza sulla spiaggia mi resi conto che aveva perso coscienza.

L'impulso di lasciarlo lì mi assalì violentemente.

Ma mi avvicinai ugualmente per poi realizzare con orrore che non respirava.

Ricontrollai più volte e gli feci il massaggio cardiaco, ma nulla sembrava funzionare.

«No, no, no, no! Merda, Cray! Non mi dire che un Imperium dell'acqua può davvero affogare!» esclamai prima di chinarmi verso di lui.

Un violento spintone mi colse di sorpresa prima che potessi anche solo tentare di avvicinarmi a lui.
Cascai sulla sabbia morbida di fondoschiena.

«Tieni lontano quella tua boccaccia disgustosa.» sbuffò.

«Ma cos... Non respiravi!» esclamai ancora sotto shock.

«Sono un Imperium dell'acqua, genio. Non importa quanto sia ubriaco, non affogherò mai. Sarebbe da rincoglioniti» commentò passandosi una mano tra i capelli bagnati.

«Dato che lo sei, è lecito preoccuparmi» scaricai la frustrazione accumulata durante le ultime ore passate a fare da babysitter.

Invece di arrabbiarsi lo vidi tastarsi i pantaloni.

Assorbì tutto il bagnato in un nano secondo e poi finalmente riuscì ad infilarsi le mani nelle tasche.

Non era difficile controllare le molecole d'acqua per gli Imperium che usano volontà e controllo come loro? Soprattuto non serve la mente livida e fredda? Come fa se è ubriaco?

Le mie domande rimasero senza risposta.

Qualche secondo dopo, lo vidi maneggiare due ciondoli.

Ci misi diversi attimi per realizzare che si trattava delle due collane con l'Element che ci avevano affidato per l'ultima missione.

«Cray, dove le hai prese?» chiesi con cautela, improvvisamente teso.

Intuii la pericolosità della situazione.

Sentivo tutti i nervi del mio corpo sensibili.

Avevo la pelle d'oca e la mente sembrava essersi improvvisamente svuotata.

Avevo il cuore in gola e trovai difficile a continuare a parlare.

Era come vedere un bambino giocare con una granata.

«Ehi, Twain. Ti sei mai chiesto perché abbiano smesso di studiare effettivamente l'Element? Però si ostinano ancora ad utilizzarlo... Non è curioso? Cioè, hanno smesso di studiarlo per i terribili effetti negativi, però lo usano comunque perché ci sono dei benefici in ciò. Come le sigarette e come le guerre.
Sanno che fa male, però non si può non usare.
Non è curioso, Twain?» commentò giocando con le catene delle due collane.

«Gli studi sull'Element mettono a rischio anche gli studiosi e... Meng Xu ha vietato le sperimentazioni...» provai a dire mentre tenevo lo sguardo fisso sugli Elements.

Riesco ad essere abbastanza veloce da strapparglieli dalle mani prima che attivi qualche suo potere?
Mi chiesi.

Ma propio mentre presi una decisione lui si alzò e barcollò sulla sabbia.

Lo seguii a ruota, ma in qualche modo Cray sembrava scivolare via come una foglia al vento.

Si allontanò da me, zigzagando sulla sabbia.

Ogni tanto correva nell'acqua controllando l'elemento a piacimento e creando forme spettacolari.

Sembrava stesse danzando.

«Twain, so perché sei così spaventato.» disse ad un tratto guardandomi.

Però il suo sguardo non era lucido.

«Cray, sei ancora ubriaco. Ti porto a casa...»

Ma lui rise.

«Casa?»

Rise ancora.

«So perché hai paura di me, Twain» riprese.

Le onde di faceto più veloci e alte, anche se il vento non era cambiato.

«Hai due Elements in mano, Cray. Inoltre, non sei lucido. Un po' di paura la avresti anche tu se fossi al mio posto» commentai tenendolo d'occhio.

Rise ancora.
Piroettò tra archi d'acqua ed esclamò:«Twain, sei un Geminus dell'aria. È così ovvio! I Geminus non sono Imperium prodigio! I Geminus sono vittime dei loro elementi!»

«Non so tu di cosa stia parlando...»

«I Geminus imparano più in fretta perché sono sottomessi al loro elemento. L'Elemento li plagia. Prendi tuo fratello per esempio. Se non fosse stato un Imperium della terra non sarebbe così tenace e capace nonostante sia cieco. Sembra essere nato per essere il miglior Imperium della terra mai esistito. Ma sarebbe stato così se non fosse nato sotto l'elemento della terra?
Così come un Geminus dell'acqua tenderà per forza ad essere ragionevole e con tutto sotto controllo, ma non perché è nella sua personalità, è perché il suo elemento lo plagia così.
E se parliamo di un Geminus del fuoco? Meno male che non esistono perché sarebbero solo esistenze esplosive di emozioni incontrollabili.
Il fuoco li consumerebbe un giorno.
Mmm, un po' come quello che è successo a Opal Day, immagino»

«Opal Day è morta in un incidente con i suoi poteri... È stata torturata da Sus...»

«Già, è stata torturata e i suoi poteri sono andati fuori controllo. Cosa pensi che faccia il fulmine, che si ciba di istinto ed emozioni, se il proprietario inizia ad avere paura del fulmine stesso e volesse scappare? È logico» commentò con tono annoiato.

Sono abbastanza vicino per strapparglieli via. Devo solo distrarlo ancora un po'.

«Però secondo la tua logica un giorno il fulmine l'avrebbe consumata comunque» dissi.

«No, lo stile di vita che conduceva era piuttosto salutare per lei. Con quello stile di vita sia lei che il fulmine erano contenti.»

«Ne parli come se la conoscessi»

Lui sembrò rifletterci.

«Se conosco la storia... Posso conoscere qualsiasi persona» affermò.

«E abbiamo i Geminus come Nox, con volontà, tenacia e coraggio. Coloro a cui non puoi mentire e vivono di onestà.
Geminus che per cibare sabbia e metallo devono condurre vite di legami stretti, unici e sinceri.
Geminus con elementi opposti equilibrati, bilanciati, in armonia tra l'emozione e la ragione o tra la libertà e la stabilità.
E tu, mio Twain, sei un Geminus comandato a bacchetta dal tuo istinto.» mi puntò il dito contro e rise.

«Hai paura di me perché lo senti istintivamente, Twain.
Il tuo istinto ti dice che sono pericoloso.
Il tuo istinto ha paura del nero accumulato dentro di me.
Sai, gli esseri umani sono amanti della violenza, distruzione, sofferenza, miseria per natura.
Oh, non mi guardare in quel modo, è davvero nella natura umana.
C'è questo amore, come c'è anche il desiderio di pace, tranquillità, felicità...
Questi due desideri si equivalgono, Twain. Vale per tutti, nessuno escluso.
È per questo che in tempi di guerra si trova solidarietà, la bellezza dell'animo umano capace di aiutare il prossimo, amore, voglia di vivere, capacità di condividere il poco che si ha e cose così.
Ma è altrettanto vero che in tempi di pace si cerca la guerra. E se non c'è veramente versamento di sangue si sparge odio, disprezzo, razzismo, giudizio dispregiativo.
L'essere umano è incredibilmente equilibrato, Twain.
E tu hai paura di me, Twain perché il tuo istinto percepisce la mia rabbia, il mio odio, il mio rancore. Tutto ciò che continuo a trattenere da secoli senza poterli scaricare. E ci sono, ci sono in grande quantità e ho cercato di nasconderli come potevo. Dico davvero, Twain.» si coprì la faccia.

«Cray...» dissi avvicinandomi a lui.

«Non ho paura di te perché mi detesti.» allungai una mano.

Ma prima che potessi afferrare le due collante, la mano di Cray mi fermò per il polso.

Lo vidi sorridermi.

«Perché pensi che abbia torto? Non è ovvio?» ghignò.

«Lo sai che ti odio, vero? Da sempre. Da quando ruzzolavi in giro nel tuo rancore, accusando stupidamente tuo fratello e il mondo intero per cose stupide.
Ero così schifosamente libero di spargere il tuo odio senza fregarti di niente e nessuno. E non ti giudicavano per questo! Anzi! Ti capivano!
Ti odio da quando ho visto come ignoravi i sentimenti palesi di Ary per te.
Egoista come sei eri comunque ipocritamente gentile e dolce con lei.
Ti odio da come ti sei sempre atteggiato a vittima obbligando tutti a starti attorno, a preoccuparsi per un sensibile te.
Da quando nonostante il tuo talento, rimani bloccato nella tua inettitudine e nei tuoi sciocchi blocchi mentali.
Eppure, nonostante il tuo finto atteggiamento da innocente umile e modesto, mi guardi sempre dall'alto in basso.
Mi hai sempre escluso dalla tua definizione di umano.
Mi hai sempre tenuto d'occhio, come se fossi un criminale.» disse in un sussurro.

«Pensi davvero che ti abbia giudicato senza basi?» chiesi sentendomi montare la rabbia.

«Cray, non lasci scorrazzare un lupo tra le pecore. Nemmeno se è nato e cresciuto tra loro.» affermai.

«Per via del tuo stupido istinto non mi hai mai nemmeno considerato un essere umano a prescindere» disse.
Poi mi spinse via.

Mi resi conto che ero circondato dal bianco solo allora.

«Twain, sai qual è il mio terzo elemento?» chiese.

Terzo? Non ha nemmeno il secondo...

Un fitto strato di nebbia aveva già ricoperto tutta la spiaggia i pochi punti visibili sembravano esser stati cristallizzati da essa.

La sabbia era sparita sotto uno strato di ghiaccio.

Mi inalzai in volo per evitare di toccare il suolo.

«Cray, smettila... Non fai altro che confermare che avevo ragione!» dissi ad alta voce.

Il mio fiato creò una nuvoletta bianca.

«Sono nato in estate, eppure i miei poteri sono freddi come l'inverno... Non è curioso?» commentò ignorando le mie parole.

«Cray, sei appena uscito dalla detenzione... Non fare qualcosa di cui poi dovrai pentirti.» lo avvertii.

Però vidi che il suo sguardo era assente e poco focalizzato.

Ebbi paura.

L'alcol e gli Elements non erano esattamente una combinazione salutare per la mente. Nemmeno uno come Nathan Cray sarebbe riuscito a mantenere controllo.

«Cray, perché non mi dai gli Elements? Arianne ti stava cercando oggi pomeriggio, sai?» cercai di nominare Arianne per calmarlo, ma sembrò ottenere un effetto contrario.

Il suo sguardo si fece più minaccioso. Dall'oceano emersero tornadi d'acqua che sembravano draghi nate dalle spume del mare, emersi per solcare i cieli.

Il vento tirava e tirava, ma la nebbia persisteva.
Non sapevo nemmeno come il vento non potesse spazzarla via.

«Ti odio» sussurrò.

Lo vidi afferrarsi il petto e piegarsi in due.

«Cray!» lo chiamai.

Oddio, non è una crisi dell'Element, vero? Non è che finisce come con la Blackwood... Non è nemmeno Element allo stato naturale!
Andrà tutto bene.
Cercai di auto convincermi il più possibile.

«Ti odio! Ti odio! Ti odio così tanto! Così tanto! Così tanto...» ripeté più volte mentre una mano arrivava alla testa.

Si tirò i capelli, stringendo i denti, graffiandosi il petto, il collo, le braccia.

La situazione stava degenerando velocemente.

Cercai di avvertire velocemente la Base, ma dei proiettili di ghiaccio fecero sbalzare via il telefono dalle mie mani.

Non sapevo quando, ma anche il mio Programmatore era andato perso.

Devo scappare.
Pensai.

Tento di strappargli via gli Elements e scappo?

Il mio corpo si mosse più veloce del mio pensiero. Mi fiondai su di lui il più velocemente che potevo, ma poco prima che potessi raggiungerlo un tentacolo d'acqua mi colpì in pieno.

Caddi e scivolai su uno strato di ghiaccio.

Mi spostai velocemente quando la punta del tentacolo si ghiacciò e si schiantò esattamente nel punto in cui ero poco prima.

«Ti odio così tanto! E ti odio ancora di più perché non è nemmeno reciproco! Mi fai sentire uno stupido ad essere l'unico ad odiarti!» gridò.

Un'altro tentacolo.

Lo schivai.

Evocai un turbine d'aria ai miei piedi per scappare in aria.

Qualcosa di freddo mi afferrò per la caviglia e mi trascinò verso il basso.

Colpii duramente il ghiaccio.

Si crepò e un'enorme ragnatela si formò.

«Perché non mi detesti allo stesso modo?! Perché non fai come tutte le persone normali che trasformano la paura in odio?! Non hai detto di non considerarmi umano?! Allora dovresti odiarmi!» gridò allargando le braccia.

Degli anelli d'acqua si formarono alle sue spalle e sembravano possedere luce propria.

Dal centro di ciascun cerchio, turbini d'acqua eruttavano, caricando su di me con la forza dei cannoni.

Schiavai i colpi mentre la potenza distruttiva faceva alzare il ghiaccio rotto e sabbia umida e fredda.

«Sei troppo concentrato su te stesso per vedere me al tuo stesso livello! Ti senti troppo superiore, non è così Twain?!» ringhiò.

«Questo non c'entra niente. Non è una questione personale! Dammi gli Elements e basta!» esclamai cercando di mantenere la calma.

Cray era infuriato.
Era infuriato e aveva l'Elements.

Più ci pensavo e più la situazione mi sembrava terribilmente spaventosa.

Mi venne in mente l'incidente di tre anni prima. Quel nostro duello sanguinoso.

Già all'epoca me l'ero vista brutta contro lui e io avevo il vantaggio di essere Geminus.

Non sapevo veramente come sarebbe andata a finire se avessimo veramente ingaggiato una lotta.

Però non vedevo altra soluzione.

Non potevo certo scappare all'infinito.

«Tu non capisci proprio che tutto c'entra con noi due? Perché credi mi trovi qua in questo stato? È tutta colpa tua Twain!» gridò prendendosi la testa tra le mani, frustrato.

Sembrava stesse contrastando l'Element.
Anzi, in realtà non ne ero certo, lo speravo.

«Tu e il tuo essere Geminus. Sei un Geminus ed è per questo che tutti ti ronzano intorno! E non fai altro che sbattermelo in faccia il tuo essere speciale! Tu hai sempre avuto tutto ciò che volevo! Avevi l'affetto di tutti, eri amico di tutti nonostante li escludessi! Tutti ti cercavano!» disse passandosi le mani tra i capelli.

«Ma di che diavolo stai parlando?! Abbiamo gli stessi amici, imbecille!» sbottai arrabbiato e confuso.

Prestavo attenzione alle sue parole solo a metà, considerando che ero perlopiù occupato a salvaguardare la mia vita.

Però, quel poco che recapitavo...
Davvero mi odia così tanto?

«Io ho faticato per farmi piacere alla gente mentre tu piacevi a prescindere da come ti comportavi!»

«Cosa diavolo te l'ha fatto credere?» esclamai sconvolto. Ero onestamente incapace di comprenderlo.

Sentivo dolore, frustrazione, rabbia, odio, un turbine di sentimenti freddi e taglienti come i turbini d'acqua e ghiaccio che aveva creato.

Ma non davo loro una forma.

«Che cosa?! Dimmelo, Cray!» gridai.

«JAMES HA SCELTO TE!» urlò.

Sgranai gli occhi stupito.

«James ha scelto te! Ha scelto te per stare nell'Élite! Ha scelto te come leader!
Ha scelto te da allenare nonostante fossi io quello con il suo stesso elemento!
Ti ha reputato migliore di me!
Ha scelto te per stare al suo fianco!» esclamò.

«James ha scelto me perché sono un Geminus. Se non fosse stato per questo non sarei rimasto di certo io. Ero più compatibile con la squadra diretta da Joanne. Sono un'Imperium dell'aria, dopotutto. Non c'entra nulla la questione dell'essere migliori o peggiori.» mi ritrovai a spiegargli.

«Il tuo semplicemente essere Geminus ha creato tutta questa differenza» affermò lui.

«Perché? Perché nonostante fossimo entrambi diversi, oltre quella linea tu vieni sempre scelto?» non sembrava che stesse veramente chiedendo a me.

L'acqua scura si accumulava attorno a lui come se lo stesse racchiudendo in un bozzolo.
Ma poi due paia di ali liquide di diradarono alle sue spalle.

L'oceano sembrava chinarsi al suo cospetto.

Le luci di San Francisco alle sue spalle non mi facevano distinguere bene i suoi lineamenti e tantomeno la sua espressione.

Ma quando mi focalizzai sul suo volto notai un sorriso. Un sorriso che mi fece rabbrividire.

Avevo la pelle d'oca solo ad incontrare il suo sguardo quasi folle.

L'immagine infernale di un demone alato mi paralizzò lì.
Non importava quanto cercassi di muovermi, i miei piedi non davano cenno di animarsi.

Il demone che stringeva ancora le catene in una mano, piegò la testa di lato e l'oceano si mosse con lui.
L'acqua sembrava viva, animata, completamente obbediente e devota a quell'unica persona che sembrava svuotata di qualsiasi tipo di pietà.

Aprì bocca di nuovo ed ero terrorizzato da quello che avrebbe potuto dire.

«Ma voglio dimostrare a tutti che è inutile.» affermò socchiudendo gli occhi.
«Voglio dimostrare che posso essere superiore a te. Posso essere superiore a qualsiasi Geminus. James compreso.» disse alzando i due ciondoli di Elements e lasciandoli cadere a terra.

La nebbia si diradò e i tornadi ricaddero provocando alte onde che abbracciarono la sabbia.

Tutto si calmò così all'improvviso che rimasi spiazzato.

Nathan Cray si mise in posizione di combattimento con espressione seria.

E capii.

Guardandolo, non potei non accettare la sua richiesta per un duello e così mi misi anche io in guardia.

La paura che provavo fino a qualche secondo fa lasciò il mio corpo.

Liberai qualsiasi pensiero di troppo dalla mia mente e rilassai i muscoli tesi.

E con un tacito inizio i nostri pugni si incrociarono.

Ci colpimmo a vicenda in faccia, ma nessuno dei due esitò e continuammo a combattere.

E dalla spiaggia ci spostammo sulla superficie dell'oceano.

Le onde d'urto causavano boati e onde colossali. Non sembrava esagerato dire che stavamo causando una tempesta.

Non sapevo quando e non sapevo come, ma avevo iniziato a sorridere ad un certo punto.
Era inutile chiedermi il perché, considerando che non ne avevo il tempo.

Bastava una minima esitazione per ritrovarmi Cray al collo.

Ma alla fine non vinse nessuno.

Con gli arti doloranti e il respiro affannato ci ritrovammo entrambi distesi sulla spiaggia a braccia e gambe aperte.

Il cielo era curiosamente trapunto di stelle, ma la luna non sembrava trovarsi da nessuna parte.

«Perché non sono amato? Perché tutti si allontanano? Perché mi abbandonano? Perché non posso essere una persona importante per qualcuno?» chiese ad un tratto.

Non era la voce disperata di prima, ma piuttosto sembrava sincera curiosità.
Una serie di domande fatte da un bambino potevano suonare simili.

«Che stai dicendo? Alle tue compagne squadra si spezzerebbe il cuore se ti sentissero, Joanne, Mrs Gordon, Ian, i gemelli Stark, Abigail... Arianne.» dissi. Non ero nemmeno sicuro che mi capisse.

«Nessuno di loro mi ama come li amo io... Per questo non posso, non voglio che sappiano che abbia dei sentimenti per loro. Nessuno ama come me... Ah, no, Arianne ti ama, ti ama così tanto... Ti ama, ti ama, ama solo te...» sembrava una cantilena.

Oh, quindi si sono davvero lasciati...

«Lei non mi ama quanto tu la ami.» commentai. «Ne sono certo. Nessuno amerebbe sul punto di distruggersi»
Lo fissai mentre lo vedevo addormentarsi.
«Tu sei l'unico».

Angolo Autrice

Sono ritornata dopo due mesi non giustificati!!! E sono così dispiaciuta 😭
Spero mi perdoniate 😭

Ho fatto il capitolo un po' più lunghetto, però 🥺

Comunque sia, credo che sia uno dei capitoli più intensi che abbia mai scritto. Francamente, sono contenta che non sia stato scritta dal POV di Nathan, sarebbe stato troppo complesso 🤔.

È un capitolo "svolta", quindi dai prossimi capitoli le cose cambieranno un po'.

Se dividessi "Rimasta" in libri qui sarebbe il penultimo capitolo?

Qui sotto ho provato a disegnare come Nathan era visto da Nick 😂.

Ma, cosa ne pensate di questo confronto?

Devo ammettere che Nick non è che capisca veramente Nathan, anzi, si potrebbe dire che è la persona che lo capisca di meno 🤔 quindi magari non vi sono arrivate le emozioni di Nathan.

P.s. se non si era capito, quando Nathan usa gli Elements risveglia fino a 3 elementi in tutto (o due, dato che il secondo elemento è sempre acqua. Yeah, sarebbe un Geminus dell'Acqua se fosse nato tale) di cui il terzo è l'aria.

Se avete altre domande, chiedete.
Se avete opinioni, condividete.

Prossimo capitolo? Spero molto presto. Lunedì prossimo magari?

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