Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

23. Ary: Aiuto!

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By WinterSBlack

Davanti l'ospedale più vicino, l'infermiera che stava fumando ai cancelli fece cadere la sigaretta e rimase a guardarci sconvolta.
«Aiuto!» sbottai furiosa sorreggendo Michela.
«Che è successo?» mi chiese uno dei paramedici che si è avvicinato a portare via Michela.
«Incidente d'auto. C'è anche un uomo...» dissi con il mio miglior italiano.
Li condussi dove Nick aveva disteso Gianluca e poi, prima che si voltassero per farmi altre domande, sparii dalla circolazione.

Nick stava bendando la testa di Tiara.
La vecchia carretta era troppo distrutta per poterla riutilizzare come mezzo di trasporto quindi l'avevamo lasciata in un parcheggio sperduto di un vicolo buio. Nessuno avrebbe sospettato troppo. Era la natura Popolana evitare tutto ciò che fosse troppo inquietante.
E, anche se si fossero avvicinati, non avrebbero mai indovinato come, perché e chi avesse utilizzato quella carretta da ridurla in quel modo.
In quel momento quei due si erano appartati su una delle panchine attorno ad una piazzola con al centro una fontanella senza acqua, proprio sotto quello senza lampione. La piazza era circondata da alberi con ancora resistenti figlie dorate attacchiate.
Sotto le fronde e con la luce dei lampioni era talmente buio che a malapena le loro sagome.
Avvicinandosi potevano essere scambiati per una coppia di innamorati che desiderava privacy.
Intimità, un'altra cosa che allontanava gente comune e li intimava a non avvicinarsi.
«Fa ancora male?» chiese Nick alla nostra compagna di squadra.
Lei si tastò la fronte e poi scosse la testa.
«Li ho lasciati in ospedale.» dissi annunciandomi.
Sentivo un fastidio nel petto che bruciava dolorosamente ed era tutta la notte che avevo una certa nausea.
Non erano passate neanche ventiquattro ore da quando avevo baciato Nick e non ne avevamo neanche parlato, ma sembrava che se ne fosse già dimenticato.
Scossi la testa. Non era il momento di pensare a quello. Era normale che si preoccupasse per Tiara.
Prima che potessimo solo riflettere sul da farsi, ricevetti una chiamata al telefono.
Lo presi e feci partire l'ologramma in modo che anche Tiara e Nick fossero partecipi.
«Ary dove siete? State bene?» l'immagine di Nathan era stranamente indistinta ma riconoscibile.
Aveva scannerizzato solo la testa quindi solo quella comparve. Era comico, per questo mi sfuggì una risata che tentai di soffocare con la mano libera.
«Suppongo che la seconda domanda sia bene.» disse la testa di Nathan.
«Ti invio le coordinate. Abbiamo recuperato Nick e Gianluca e c'era anche Michela, lunga storia, non chiedere. La Resistenza ci ha inseguito e Tiara è rimasta ferita, ma hanno desistito presto. Forse non si volevano allontanar troppo, non saprei. Tu?» riepilogai.
«Be', anche io ho un po' di cose da raccontare. Rose ed Eloise stanno bene anche perché ho pescato il Twain grande quando ho trovato Eloise. Con loro abbiamo recuperato anche Courtney e ho incontrato due tipi della Resistenza dalla quale ho ottenuto informazioni piuttosto interessanti. E abbiamo scoperto anche altre cose qui e lì... Vi racconterò tutto quando ci incontriamo e comunque, avete avuto notizie da parte dei rinforzi?» chiese.
«Sì, siamo stati contattati da Joanne e ci hanno detto che arriveranno presto. Quindi adesso dove andiamo?» chiesi.
«Courtney ed Eli hanno detto che fra qualche ora si sposano e poi tornano a casa. Dato che avete detto che Gianluca sta bene non dovrebbero esserci particolari problemi... Ah, giusto. Non abbiamo il Flash ce l'hanno rubato, dopotutto. Non che avessimo potuto usarlo subito... Quindi resta da capire come dovremmo gestire questi Popolani.» commentò come se parlasse fra sé e sé.
«Cosa?! Courtney ed Eli si sposano adesso?!» esclamò Tiara sconvolta proprio mentre Nick diceva:«Tornano in quella casa?!» e io che, francamente, rimasi stupita di quanto la mia questione fosse quella più logica quando esclamai:«Chi cazzo hai detto che ha il Flash?!»
«ARY!» esclamarono sia Nick che Tiara per il mio linguaggio scurrile mentre ovviamente Nathan rideva.
«Cosa?!» sbottai offesa.
Cosa pretendevano che dicessi "perdindirindina! l'arma più pericolosa per una mente umana è stata rubata dai nostri nemici di cui non sappiamo ancora nulla?!"
«Il resto ve lo spiego di persona.
Vi invio la posizione di dove staremo per le prossime ore in ricognizione. È un Hotel niente male che ha accolto Courtney a braccia aperte. Sapevate che è piuttosto famosa nel campo dei musicisti classici? Quindi vi basta dire che siete con lei. Oppure in caso faccio aspettare Eloise nella Hall»
«Eh?! Perché io?» sentimmo protestare la voce della ragazza.
«Perché me lo devi» tagliò corto il ragazzo.
«Okay, allora ci vediamo dopo» e attaccò.
«Che salta in mente a mio fratello? Tornare in quella casa! Non si preoccupa delle persone che faranno domande dato che c'è stata una sparatoria e un rapimento? E poi i Serafino sono i loro vicini e sono in ospedale! E non abbiamo il Flash! Dio santo che fine ha fatto il Flash?! Perché è stato rubato?! Ah, no, non dovrebbe essere sorprendente questo. La domanda è come!» Nick andò avanti a lamentarsi per un altro quarto d'ora, in modo quasi isterico, ma io e Tiara eravamo troppo stanche per prestargli attenzione. Insomma, tanto si sapeva che faceva sempre domande senza risposta.
Piuttosto rimuginai sull'unica delle sue domande che tormentava anche me: il Flash.
I miei amici vedevano l'importanza del Flash in modo un po' distorto. Sapevano che era importante, ma per loro era come il Sacro Graal, qualcosa di importante e sacro ma che non li riguardava. Perché noi non avremmo mai avuto modo di usarlo.
Eravamo solo Senior e l'autorizzazione era data solo a poche persone oltre ai capi Dirigenti. E anche allora, dovevano avere il via dal Capo in carica, Meng Xu.
Per me era diverso. Avevo visto il vero Flash in azione e fin da piccola, con l'influenza del nonno, avevo avuto racconti di esperienze dirette con quell'aggeggio infernale.
Sì. Era infernale per me. Era solo un oggetto inanimato eppure aveva cambiato, anzi, stravolto la vita di così tante persone dopo un semplice battito di ciglia. Mi cugina era un buon esempio.
E poi i cattivi volevano sempre il Flash.
Eppure sapevo che in certi casi, come quelli di Michela, era necessario più che mai per tenere segreta l'esistenza degli Imperium ai Popolani.
Nick e Tiara erano relativamente calmi perché pensavano che James e la B.L.C. si sarebbero occupati del problema del Flash.
Anche io ero d'accordo, ma l'idea che quell'ordigno fosse nelle mani sbagliate anche in quel preciso istante mi metteva ansia.
«Joanne non ha detto quando sarebbero arrivati i rinforzi, vero?» chiesi.
«Non ti preoccupare. Non ci abbandoneranno a noi stessi. Però ricordiamoci che la nostra missione non cambia: Bit è la nostra priorità.» mi disse Nick mettendomi una mano in testa e scompigliandomi i capelli.
Disse quello isterico fino a due secondi fa.
«Intanto andiamo da Cray e gli altri».

***

Contrariamente a quello che ci aveva detto, Nathan stesso ci stava aspettando alla hall e stava sorseggiando una tazza di tè.
Forse era una peculiarità degli hotel a cinque stelle ma c'erano diversi membri dello staff ancora in giro nonostante la notte fonda. Oppure avevano appena ripreso a lavorare.
«Oh, sembrate usciti da una nuotata in una discarica» commentò appena ci notò.
Appoggiò la tazza sul piattino e si alzò per dirigersi verso di noi.
Aveva addosso solo un'accappatoio e le ciabatte con sopra il logo dell'hotel e dava l'aria di essere un divo in vacanza.
Mi fissai i vestiti. Non erano ridotti così male. Erano solo un po' stropicciati e forse avevo un vago odore di sudore ma sicuramente non sembravo una che era appena uscita da una discarica.
«Il badge.» disse consegnandomi una tessera con il numero della stanza.
«Gli altri sono già andati a letto quindi presumo dovremo rimandare la conversazione a domani» disse cacciando uno sbadiglio.
«Stiamo in stanza assieme?» chiese Nick a Nathan fissando il mio badge e stringendo la presa sul manico del borsone.
Nathan lo fissò. Non capivo se stesse per scoppiare a ridere o per esprimere qualche tipo di disgusto, non aveva un'espressione comprensibile. Sembrava vagamente scocciato e divertito. Un controsenso.
«Be', non è che abbia una voglia matta di stare da solo con te in uno spazio chiuso. Quindi potrei stare in stanza con Ary, che ne pensi?» chiese Nathan con un sorriso che sembrava quello di un bambino innocente.
«Scordatelo.» dicemmo io e Nick in contemporanea.
Il sorriso sul volto di Nathan non scomparve e sempre mantenendolo disse:«Allora evita di fare assunzioni inutili»
Si diresse poi tranquillamente verso l'ascensore.
Io e Nick ci guardammo.
In qualche modo Nathan sembrava nervoso ed ero sicura che non fossero gli Elements che in quel momento erano entrambi nelle mani di Nick.
Forse era la mancanza di sonno.
Nick sospirò e disse:«Ci vediamo domani nella vostra stanza. In caso non mi vediate più... È stato sicuramente lui ad uccidermi nel sonno.» poi ci passò una delle due collane da lasciarci custodire.
In stanza, non ebbi tempo di fare alcunché, perché appena vidi il letto ci crollai sopra e mi addormentai.

Stavamo tutti correndo e io ero davanti a tutti.
Li distanziavo sempre di più ed ero certa che il mio cuore non battesse solo per la corsa ma anche per l'orgoglio che sentivo per me stessa.
Quando il nonno avesse visitato, gli avrei detto che ero sempre la prima tra i bambini Iniziati.
Mi ero trasferita da poco alla Base 8, ma da brava bambina provai a non lamentarmi, anche se sentivo la mancanza della fredda Alaska. La mancanza del nonno e dei gentili dottori e scienziati di quella Base.
Dopotutto mi avevano trasferita perché potessi allenarmi meglio tra i miei compagni coetanei e diventare Imperium il prima possibile.
Ad un certo punto, il mio piede scivolò su qualcosa e caddi a terra di faccia.
Sentii il mio naso rompersi e riempirsi in fretta di sangue e anche gli occhi vennero offuscati immediatamente dalle lacrime.
Soffocavo nel mio stesso sangue ancor prima di alzarmi e faticai a respirare dalla bocca.
Gli incisivi superiori caddero entrambi e rimasi parecchio scioccata. Erano denti da latte e dondolavano già da alcuni giorni, quindi non sarebbe dovuto essere così sconvolgente.
Gli altri Iniziati mi superarono senza darmi nemmeno uno sguardo e continuarono a correre.
Solo un'ombra si fermò e mi riparò dalla luce del sole.
Una mano si allungò nella mia direzione e la voce di un giovane ragazzo disse con un sorriso che si illuminava anche controluce:«Le piccole FireLizard come te dovrebbero rimanere con le zampe per terra e non pensare solo alle nuvole.»
Scansai la sua mano tesa con uno schiaffo e mi rialzai da sola.
Il suolo venne macchiato dall'impronta di una mano di sangue.
Non riuscivo a parlare per via del fluido rosso, quindi non potei replicare con qualcosa di acido. Avevo anche la divisa completamente imbrattata.
«Che ragazzina arrogante. Nathan si è offerto gentilmente di aiutarla e lei lo ha rifiutato così»
«Ma lo sai, si crede sempre chissà chi solo perché fa di cognome Barker.»
«Ma sta sanguinando davvero tanto, pensate che starà bene?»
«Di che ti preoccupi? Essendo una Barker sarà abituata a vedere sangue»
Li ignorai tutti e ritornai alla Base.
Il sogno cambiò.
Eravamo in mensa e mi avevano curato il naso.
I denti sarebbero ricresciuti.
Il pasto della mensa però mi fece corrugare la fronte. Senza i denti davanti non sarei riuscita a mangiare quella mela all'angolo del vassoio.
«Psss, ehi, pensi che se analizzassimo i suoi denti caduti e uno dei nostri scopriremmo che i suoi sono finti?» disse uno degli Iniziati.
Capii che si riferiva dal fatto che fossi una "finta" persona.
Doveva sembrare un sussurro ma la sua voce risuonò abbastanza forte da giungere alle mie orecchie.
Mi toccai le labbra e la punta della lingua sfiorò le gengive fredde.
Poi mi diressi al tavolo all'angolo della mensa a passo spedito.
Sono solo gelosi di me.
Pensai con rabbia.
«Ehi, Fireliz, ho lasciato un regalo per te nella tua stanza. Potresti farci una collana.» disse Nathan Cray passandomi accanto e rubandomi la mela. Poi andò a sedersi al tavolo del ragazzino che mi aveva sparlato dietro.
Ero ritornata nella mia stanza e sopra il cuscino vedevo due oggetti bianchi e piccoli. Erano i miei denti.
Li lanciai dall'altro lato della stanza con rabbia.
Nathan Cray... Lo odiavo.

Aprii gli occhi lentamente e mi appoggiai immediatamente le mani sugli incisivi. C'erano ancora.
Tirai un sospiro di sollievo.
Mi sentivo un po' intontita.
Mi capitava spesso di sognare avvenimenti passati e non ne capivo il motivo.
Forse il mio cervello non aveva abbastanza fantasia da darmi messaggi metaforici come tutti gli altri.
Mi girava un po' la testa e sentivo un sapore disgustoso in bocca.
Realizzai di indossare ancora i vestiti del girono prima e avevo i capelli tutti stropicciati da una parte.
Mi strofinai gli occhi.
Cercai di capire che ore fossero ma non trovando né il mio telefono né il mio orologio decisi di ignorare tutto e andarmi a fare una doccia per svegliarmi.
Mi ero quasi scordata quando fosse miserevole la mia vita quando mi ero appena trasferita alla Base di Boston.
Ero la nipote di Barker ed ero l'ultima arrivata.
Non era che avessi detto qualcosa di arrogante, ero semplicemente più brava di tutti loro e si erano fatti gelosi.
Nessuno mi difendeva.
Tutti quelli che conoscevo li avevo lasciati al Centro e quindi dovetti cavarmela da sola con la prepotenza di tutti quei ragazzini.
Lì per lì, li odiavo tutti.
Nathan era l'unico che invece di sparlarmi dietro mi insultava e provocava direttamente. Non che fosse meglio, ma se lo faceva così apertamente potevo reagire e rispondergli allo stesso modo.
Mentre non sapevo come gestire coloro che spettegolavano e mi tormentavano con giochetti infantili.
Se Nathan mi importunava, nessuno diceva o faceva niente. Ma se io rispondevo per le rime, mi criticavano subito.
Nathan aveva questa capacità di conquistare tutti quanti. Non è che lo venerassero, ma tutti lo ascoltavano quando parlava e non dicevano mai che fosse subdolo o crudele.
Tra gli Iniziati era così e tra gli adulti era solamente un ragazzino vivace con una parlantina capace di convincere tutti.
Pretendeva sempre di essere un bravo ragazzo che amava stupire tutti quanti. Lui adorava essere al centro dell'attenzione.
Quindi quando iniziò a fare i giochi di prestigio pensai che fosse veramente adatto ad una persona falsa come lui.
Ingannare per lavoro e venire apprezzati era proprio lo stile della sua vita.
Le cose andavano male e il fatto che Nathan migliorasse e mi si affiancasse sempre di più mi irritava.
Si era autoproclamato un giorno il mio rivale e da quel titolo non si volle più staccare.
Il fatto che lui fosse migliorato e fosse bravo quanto me aveva placato l'invidia e l'astio degli altri Iniziati nei miei confronti.
Forse perché pensavano che se ce l'aveva fatta Nathan, che era normale, potevano farcela anche loro.
Iniziarono a vedermi più come persone che come essere artificiale. Non mi fecero più pesare il mio cognome e da un giorno all'altro iniziammo tutti ad andare d'accordo.
Ma non che fossimo amici. Non dopo quello che avevo subito.
Anche i rapporti con Nathan migliorarono. I suoi tormenti si fecero più leggeri e da dolorosi e crudeli divennero solo fastidiosi.
Ma non potevo dimenticare tutto quello che avevo sopportato e il precursore di tutto era sempre stato Nathan.
Tutta quell'esperienza mi aveva fatto odiare i miei coetanei.
Per tanto tempo non riuscii a fidarmi delle persone della mia stessa età, figurarsi farseli amici, e preferivo di gran lunga stare con gli adulti.
Per questo mi sentivo sola e trovai conforto nell'idea del risveglio di mia cugina.
Per questo fuggii per cercarla.
Almeno finché non conobbi meglio Nick nel periodo in cui iniziarono a selezionare Iniziati candidati per l'Élite.
Nick era dolce, gentile e onesto. Non aveva nulla di vizioso.
Era più maturo di quegli stupidi coetanei invidiosi e non era così lontano e distante come gli adulti.
Però anche ormai adolescente avevo difficoltà ad inserirmi tra la gente della mia età. Da notare il casino al centro commerciale.
Nonostante avessi Tiara, conoscessi bene i gemelli Stark e ci fosse anche Nick, tutti gli altri non li comprendevo.
Le persone attorno a me pensavano che il fatto che non mi fossi fatta amici alla Marcey Academy fosse perché non mi piacessero i Popolani e non perché avessi paura dei miei compagni di scuola.
Li evitavo e allontanavo prima che potessero avere il potere di farmi del male.
Andare d'accordo con tutte le persone era una cosa. Fare quello che mi pareva era un'altra. E farsi degli amici ed inserirsi in una comunità più intima un'altra ancora.
Mentre l'acqua mi scorreva tra i capelli e sul corpo pensai alla gente che mi conosceva.
Avevo sempre tenuto un atteggiamento solare, da quando avevo scoperto che era la gioia di vivere ad alimentare il mio fuoco, e ad un certo punto era diventato un peso rimanere sempre sorridente e allegra.
E per essere felice e stare bene con me stessa avevo allontanato le persone che potevano più farmi male. Quei potenziali amici.
Non ero mai stata legata veramente con nessuno, né Nick, né Tiara a dire il vero. Con loro era più un rapporto in cui mi trattavano come la sorella minore, non come amica intima.
Sapevo che quando si era amici ci si confidava e ci si esponeva. Si faceva vedere i lati brutti che venivano accettati. Ma io sorridevo sempre davanti a loro. Volevo sempre dimostrarmi forte e sicura di me, in modo che potessero affidare le loro vite nelle mie mani come compagni di squadra.
Non volevo deluderli e non avrei mai mostrato la mia debolezza in loro presenza.
Presi la saponetta che sotto il getto dell'acqua iniziava a farsi schiumosa.
Mi bruciavano gli occhi per l'acqua ma ormai ci ero abituata.
Mi venne in mente la conversazione con Nathan al centro commerciale, dopo che avevo incasinato tutto e quello della notte.
Risi al pensiero. Era ironico.
Se ci pensavo, gli unici momenti in cui ero veramente di umore nero, Nathan era sempre stato lì.
«Stupido Rubinetto» mormorai spegnendo il suo omonimo.
Mi insaponai i capelli con lo shampoo in dotazione dell'hotel e chiusi gli occhi mentre mi rilassavo massaggiandomi la cute.
Il giorno prima era stato lunghissimo e non sapevo se le ore che avevo dormito fossero abbastanza per recuperare tutta quell'energia utilizzata.
Quando uscii dalla cabina mi avvolsi nell'asciugamano in dotazione e fissai la vasca.
Forse era meglio fare un bel bagno.
Pensai mentre mi asciugava i capelli con una bella vampata di calore proveniente dal mio potere.
Dopo una bella doccia calda mi sentivo rinata.
Uscii dal bagno canticchiando con sotto braccio i miei panni sporchi e facendo una piroetta.
Era bello avere i capelli che profumavano di pulito e la pelle ancora bollente.
Mi piaceva essere felice con poco.
Smisi di canticchiare di botto non appena notai una presenza in camera.
I nostri occhi si incrociarono e la merendina che stava masticando gli cadde dalle mani finendo a terra.
Ci fu un silenzio prolungato mentre io avevo ancora una posa strana con le braccia aperte e in equilibrio su una sola gamba avvolta solamente in un asciugamano bianco. E Nathan, vestito di tutto punto, in piedi davanti alla porta come se fosse entrato da poco e il braccio ancora sospeso con la mano vuota della merendina, ormai ai suoi piedi. 
Poi cacciai un urlo che otturò anche i miei stessi timpani stringendo la presa sull'asciugamano.
Infiammai i cuscini e li sollevai in aria mente bruciavano e li feci volare contro il rubinetto.
«Ehi! Aspetta! Aspetta!» gridò Nathan alzando le mani e abbassandosi in fretta per evitare una palla di fuoco che sbatté contro la porta.
«No, aspetta! Non ho fatto niente!» continuava invano mentre evitava i miei attacchi con agilità.
Avevo il volto completamente in fiamme e non potevo starlo ad ascoltare, anzi, non volevo proprio!
Dovevo eliminare quello scarafaggio dalla faccia della terra!
Prima che gli irrigatori si attivassero un'ondata d'acqua fredda mi infradiciò completamente. Non l'avevo neanche visto arrivare il colpo.
In quel momento di distrazione e confusione Nathan mi bloccò le braccia sopra la testa e mi spinse contro il muro.
Anche lui era fradicio.
Mi fissò negli occhi senza mollare la presa salda.
Non potevo muovermi di mezzo millimetro.
«Datti una calmata.» disse.
Il suo sguardo era fermo e la faccia seria ma aveva le orecchie completamente rosse.
«Ho recuperato dei vestiti di ricambio e...» Courtney scelse un pessimo momento per entrare.
Ci fissò con il sorriso ancora sulle labbra che da contento si trasformò in uno imbarazzato.
Lo shock passò dal volto di Nathan che si staccò da me e alzò le mani.
«Giuro su Dio che non è quello che sembra» disse allontanandosi da me.
«Guardate, non sono una che giudica. Solo che se anche volevate darci dentro potevate non distruggere la stanza. Ne va della mia reputazione con il direttore.» commentò Courtney ripresasi anche lei.
«NON STAVAMO FACENDO NIENTE!» esclamai con il sangue che mi affluiva sempre di più in faccia.
L'asciugamano scelse un brutto momento per cadere.
Quel che accadde dopo fu molto confuso per me.
Strillai e una colonna di fuoco mi avvolse.
Mezz'ora dopo mi ritrovai vestita accucciata su un divano della hall con le mani in faccia dall'imbarazzo.
Non sapevo cosa avesse detto Courtney per spiegare quello che era successo in quella stanza, ma sembrò che la situazione si risolse abbastanza facilmente.
Mi aveva detto che erano appena tornati dopo essersi sposati, lei ed Eli con Nick e Tiara come testimoni. Non aveva detto nulla agli altri e nessuno mi fece domande sul perché fossi in quelle condizioni.
Sapevano che era successo qualcosa tra me e Nathan ma non si impicciarono.
Fortunatamente erano tutti troppo presi dalla storia dei neo sposini.
Ero così imbarazzata che non ero nemmeno riuscita a congratularmi e non potevi far altro che pensare a me stessa.
Qualcuno si sedette nella poltrona accanto alla mia. Non ci badai.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto buono finché lui non parlò: «Ti giuro che non ho visto niente».
Alzai finalmente la testa e lo fissai con occhio truce.
«Non so quanto serva ma... Mi dispiace» disse nervosamente.
Mi stupì. Ero certa che avrebbe fatto qualche battuta in merito e non mi aspettavo che potesse essere anche lui tanto imbarazzato.
«Dubito che Courtney lo andrebbe dire in giro e, in quanto a me, ti prometto che non ne parlerò ad anima viva.» disse.
«Davvero non hai visto niente?» chiesi con un broncio di chiaro scetticismo.
«Be', se ti dispiace possiamo sempre rimediare» commentò fingendo un sorriso angelico.
Lo colpii al braccio.
Però dovevo ammettere che mi sentivo meglio e non mi sembrava stesse mentendo.
«Stai meglio?» chiese Nick avvicinandosi incerto.
Scoccò un'occhiata a Nathan e poi mi passò una tazza fumante di cioccolata calda.
«Non hai fatto colazione, vero?» sembrava dubbioso.
In qualche modo sapeva che non doveva chiedermi niente di specifico e sapeva che tanto non gli avrei detto niente.
Avrei solo sorriso dicendo che stavo benissimo come il mio solito.
«Grazie» gli feci il mio miglior sorriso.
«Dato che la camera di Arianne e Tiara non è più disponibile, andiamo in quella di Eloise e Rose. Così vi dico cosa ho scoperto e viceversa... In caso abbiate scoperto qualcosa, ci si intende» disse Nathan sollevandosi dalla poltrona.

Era mezzogiorno passato e Courtney ed Eli erano tornati a casa.
La nostra intenzione era di dirigerci verso le Alpi, come da programma, per cercare Bit.
Secondo Nathan era la cosa più probabile che potesse fare quell'insetto se il quartiere generale della Resistenza si trovasse veramente da quelle parti.
Avremmo iniziato a cercare dal luogo dove era sparito l'ultimo ricognitore.
Però, l'hotel era veramente troppo confortevole per lasciarlo di già.
«Inizio io.» annunciò Nick appoggiando la schiena contro il muro e incrociando le braccia.
«Quando sono stato catturato ho sentito parlare di un certo Prometeo. Credo fossero il loro capo o qualcosa del genere.
Da quello che ho capito funge molto da figura divina e salvatrice piuttosto che un leader.
Ho avuto la sensazione che, chi lo sostenesse, fosse gente abbastanza disperata.
Delle due persone che ho incontrato uno era un ex Ribelle e l'altra era un'ex Guardia di Philadelphia.
E sembra che collaborino con la S.S.U.R. considerando che hanno nominato i Russi e che la droga sembra fornitagli da loro.» disse.
«Lo sapevo! Mi puzzavano troppo» commentò Rose. Eloise annuì a riguardo.
«E un certo Diaz mi cercava ma poi ha cambiato idea e non si è più presentato» affermò Nick.
Nathan alzò lo sguardo su Nick all'ultima informazione.
«Chissà perché» commentò.
«Per quanto riguarda me abbiamo scoperto che hanno probabilmente il Flash, ma non dovremmo preoccuparcene troppo. È sicuramente la missione affidata a James e Joanne quella di recuperalo.
Secondo, quando siamo arrivati al castello per recuperare Courtney ho interrogato quel tizio della Resistenza che abbiamo incontrato lì.
Ho scoperto in linea generale cosa li unisce e li fa andare avanti. In parole povere, non credono nella B.L.C., neanche quella sotto l'influenza del Dr. Xu. Vorrebbero l'anarchia degli Imperium soppressi, libertà di usare i propri poteri, smascherare l'organizzazione, cose così. Insomma, fanatici frustrati.
A quel punto è comparso un suo collega, forse si nascondeva lì e se l'è portato via.
Non ho potuto seguirli perché a quel punto ho sentito l'esplosione.
Dopo aver ritrovato gli altri ho scoperto che avevano perso i poteri.»
«Aspetta, perso i poteri?» intervenni io stupita.
«Già, non riuscivo nemmeno ad evocare in filo di vento» commentò Rose annuendo. «Non vorrei mai più rivivere quell'esperienza.» aggiunse rabbrividendo.
«Sì, dopo aver recuperato Courtney, anche lei a secco, siamo andati ad indagare nella stanza dell'esplosione, causa più probabile della loro mancanza momentanea.» continuò Nathan intrecciando le dita davanti a sé.
«Ho notato che il luogo non era stato danneggiato in alcun modo, nonostante l'esplosione avesse fatto tremare le mura. E inoltre aveva un odore strano. Ho pensato, quindi, fosse qualcosa nell'aria che avevano respirato... Però io avevo ancora i miei poteri nonostante abbia respirato l'aria in quello spazio chiuso.
Lo stesso odore persisteva nel luogo dove tenevano Courtney.»
«Ma noi non abbiamo sentito alcun odore quando siamo stati colti in mezzo all'esplosione. C'era solo tanto fumo» intervenne Eloise.
«Già, qualunque cosa avessero fatto esplodere sembra che funzioni per vie aeree nell'immediato e non rimanga in circolazione a lungo. Anche la perdita dei poteri dura qualche ora e poi svanisce.
Con molta probabilità è qualcosa di mano russa.» continuò Nathan.
«Sì, insomma, sappiamo già che alcuni scienziati russi sono in combutta con loro e la tecnologia che contiene il potere dell'Element è loro.» rifletté tra sé e sé Nick.
«Alcuni?» chiesi.
«Non condannerei tutta la S.S.U.R. nell'immediato. Forse si tratta solo di una porzione discordante che sono stati coinvolti dalla Resistenza. Noi abbiamo i nostri problemi e anche loro, di sicuro.
I contatti con Meng Xu sono persone di fiducia a parere dei piani alti» mi spiegò Nick.
«Quindi... Significa che la Resistenza ha qualcosa per annullare i nostri poteri? Anche se momentaneamente? E se riuscissero a perfezionare qualcosa di permanente?» chiese Tiara.
Ci guardammo tutti in faccia.
Perdere i poteri, per me, sarebbe stato orribile, soprattutto dopo tutto quello che avevo passato per ottenerli. Ma ero consapevole che esistevano Imperium che non volessero esserlo.
«Sta di fatto che è abbastanza chiaro che questa tecnologia esista soprattutto per eliminare gli Imperium. I Russi Portatori in sé non sono una minaccia, considerando che senza la loro collanina sono solo Popolani.
Non sono dipendenti e un tutt'uno come noi.» le parole di Nathan dicevano quello che probabilmente pensavamo tutti.
Il silenzio calò di nuovo finché Tiara non parlò e disse:«Allora? Chi fa rapporto di tutto questo si nostri mentori?»
«Sai cosa? Mi sono appena ricordata che devo mettere a posto alcune cose da portare sulle Alpi.» dissi immediatamente balzando in piedi.
«Sì? Anche io! Andiamo, ti accompagno!» disse subito anche Rose.
«Quelle due non sanno fare nulla da sole, le seguo» si aggiunse anche Eloise arricciandosi nervosamente i capelli rossi attorno all'indice e forzando un sorriso.
Tutte e tre ci avvicinammo alla porta.
«Io non ho dormito molto bene. Credo che andrò a riposarmi prima della partenza.» commentò Nick accarezzandosi il collo senza guardare Tiara neanche per sbaglio.
L'Imperium di terra lo trucidò con lo sguardo e poi si voltò verso Nathan.
«Basta solo uno di noi a fare rapporto giusto?» chiese la ragazza fissando il Leader dell'altra squadra.
«Sono felice che tu ti sia offerta volontaria. Avevo giusto qualcosa da fare anche io.» rispose Nathan aprendosi in un sorriso smagliante.
E con questo Tiara venne abbandonata al lavoro delle scartoffie.

***

«Mi sembra di camminare da un secolo! Tiara non hai ancora trovato niente?» si lamentò Eloise.
«Tuo fratello sarebbe stato utile» disse Nathan a Nick saltando giù agilmente da un albero.
Stavamo già ispezionando quella foresta di alberi dopo aver abbandonato il sentiero che ci avrebbe portato ad un faro.
Vedevo solo alberi attorno a me. Alberi ovunque. Anche la cosa più in orizzonte era sempre un albero.
Era una bella visione all'inizio. L'autunno regalava colori meravigliosi alle foglie: gialle, arancioni, alcuni erano ancora verdi e tocchi di rosso. I colori del fuoco erano tutti lì.
Ma dopo aver camminato per sette ore e cercato alla cieca senza trovare niente, quei colori mi davano solo la nausea.
Il terreno era sconnesso e schifosamente morbido. Affondavo in foglie senza vedere effettivamente la terra e fortunatamente non aveva piovuto il giorno prima, perché altrimenti avrei avuto gli anfibi immersi nel fango.
E poi non facevamo altro che salire. Essendo Inperium, eravamo allenati con resistenza maggiore rispetto ai Popolani, ma era assurdo andare avanti di quel passo in continua ascesa senza riposare.
Inoltre c'erano così tanti dislivelli... Se solo fossimo rimasti sul sentiero sarebbe stato tutto più semplice e non avrei rischiato di scivolare sulle foglie e rotolare giù per tutta quella ripida discesa.
«Mi spiace, vorrei che la mia percezione fosse migliore ma non riesco a "vedere" troppo lontano...» si scusò Tiara.
«Non ti preoccupare. Siamo noi che non siamo di tanto aiuto» rispose immediatamente Nick da bravo ragazzo buono come il pane.
«Fermiamoci un'attimo. Lasciamo Tiara riposare.» dissi. Poi salii agilmente con una rincorsa su un'albero senza usare nemmeno entrambe le mani.
«Faccio da vedetta.» dissi.
Probabilmente scelsi il momento peggiore o semplicemente la Resistenza non aspettava altro rimanendo fuori dalla portata del sensore di Tiara, perché fummo circondati in un attimo.

Angolo Autrice

Ho mantenuto la promessa!!
Fatemi i complimenti grazie grazie 😊.

Detto questo, era un po' un capitolo di passaggio quindi relativamente noioso, ma Ary era mancata a tutti spero!
Per tutti quelli che volevano il POV di Nick arriverà al prossimo capitolo!
Fra 10 giorni. Sì, ho deciso che pubblicherò ogni 10 giorni!
Ogni tanto mi prenderò una pausa dai 10 giorni e diventeranno 20, ma non penso, non voglio e né intenzione di farvi aspettare più di 20 giorni.
Dopo un po' di costanza voglio fare di nuovo le interviste ai personaggi come in Elements 🥰.
Spero avrete tante domande!
Saluti ☺️

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