Il risveglio delle Streghe

By _Fedra_

10.2K 497 451

Cosa succederebbe se i fratelli Pevensie arrivassero a Hogwarts? Quale ruolo avrebbero nella battaglia contro... More

Presentazione
Personaggi - Susan Pevensie
Personaggi - Jane Potter
La nuova scuola
"Una mente brillante fu tosto la cosa più importante"
Senza perdono
Fuoco e ghiaccio
Di nuovo prescelto
"Aiutami!"
Un suggerimento inaspettato
La prova più difficile
La fin troppo preziosa dispensa di Piton
Questioni di famiglia
La donna con i guanti bianchi
L'incubo si ripete
Missione di salvataggio
Solo una parola
Faccia a faccia
Il prigioniero
La nuova vita di Edmund Pevensie
[Il sequel è online!]
The Diary of Jane
~ La Sentinella ~

Il sotterraneo

256 20 12
By _Fedra_


Jane discese la collina lentamente, gli occhi stretti a due fessure nel tentativo di sondare la nebbia violacea che si alzava minacciosa tutto attorno a lei, trasformando gli altissimi alberi centenari che la circondavano in colossali sagome scure e spettrali. Avvertiva le foglie scricchiolare sotto le sue scarpe da tennis, il cui rumore assomigliava terribilmente a uno sparo, rimbombando nel silenzio assoluto della foresta. Il fascio di luce pallida della bacchetta illuminava un fazzoletto di terra alla volta, man mano che la ragazza avanzava a passi incerti nella boscaglia. Se solo ci fosse stato un nemico nascosto lì attorno, sarebbe stata completamente vulnerabile a un suo possibile attacco.

Poi, improvvisamente, qualcosa emerse dalla nebbia. Era un enorme cancello di ferro battuto, dietro i cui battenti si estendeva quello che sembrava un viale ghiaioso apparentemente senza fine, costeggiato da alte siepi potate al millimetro. Un labirinto. Una trappola mortale. Ma Jane sapeva che, se voleva conoscere la risposta alle sue domande, doveva andare avanti.

Alohomora! – sussurrò levando la bacchetta.

Ci fu un sonoro cigolio, poi il cancello girò lentamente sui cardini, liberando il passaggio.

Dopo aver fatto appello a tutto il suo coraggio, Jane si incamminò lungo il viale, la bacchetta pronta a lanciare incantesimi di difesa. Il luogo dove si trovava assomigliava moltissimo al parco di una villa, proprio come quelle che aveva visitato qualche volta con la sua classe quando frequentava ancora la scuola babbana. Allora era rimasta rapita dalla bellezza e dalla sontuosità dei giardini, adornati con statue marmoree e fontane che raffiguravano scene mitologiche e antiche divinità. Si era chiesta come sarebbe stato vivere lì, come una vera principessa, trascorrendo le sue giornate a passeggiare tra quei viali silenziosi, magari in compagnia di qualche amico. Ma, in quel momento, quel posto così familiare per lei aveva solo un aspetto minaccioso e inquietante, da cui voleva allontanarsi il prima possibile.

A un certo punto, la villa vera e propria emerse dalle siepi. Sembrava quasi una fortezza, circondata da quattro basse torri circolari che terminavano con dei tozzi pinnacoli scuri. Rabbrividendo, la ragazza si inerpicò su per un imponente scalone monumentale e aprì la porta d'ingresso. L'interno della casa era buio e silenzioso. La luce della bacchetta illuminò mobili antichi, arazzi e tappeti che ricoprivano ogni centimetro dei pavimenti di marmo. Alle pareti erano appese numerose opere d'arte di inestimabile valore. Sembrava non esserci nessuno in giro, ma Jane sapeva che non doveva abbassare la guardia per nessun motivo.

Con un profondo respiro, la ragazza si infilò nel primo corridoio che trovò, ne imboccò un altro e poi un altro ancora, fino a trovare ciò che cercava: una porticina nascosta nel rivestimento di cuoio verde delle pareti che conduceva di sotto attraverso una stretta scala di pietra.

Con il cuore che le batteva all'impazzata, Jane scese i gradini furtivamente, la bacchetta che aveva preso a tremare per l'emozione e la paura tra le dita sottili, fino ad arrivare in un ambiente completamente diverso da quello in cui si era trovata fino a un attimo prima. Era un sotterraneo scavato nelle viscere della terra, senza alcuna apertura che si affacciasse verso l'esterno. Un lungo e stretto corridoio lo attraversava per tutta la sua lunghezza, costeggiato da ambo i lati da piccole porticine di legno e sbarre di ferro. Era una prigione, una di quelle da cui era impossibile scappare.

Jane rabbrividì. Era arrivata nel posto che aveva così tanto cercato. Doveva solo controllare che cosa ci fosse in quelle celle, una a una. Iniziò dalla più vicina, una camera così bassa e angusta che un uomo adulto non sarebbe mai riuscito a starci dentro in piedi. Vuota. Lo stesso trovò in tutte le altre celle, fino ad arrivare all'ultima, sigillata da una pesante porta di ferro. Senza dubbio, al suo interno si nascondeva qualcosa di terribilmente prezioso. O di pericoloso.

Alohomora! – esclamò Jane.

Ci fu un sonoro clangore, poi la porta si aprì. Dentro era completamente buio. Jane avanzò di qualche passo, quando improvvisamente la luce della sua bacchetta colpì qualcosa di grosso rannicchiato sul pavimento. La ragazza si chinò, trovandosi di fronte all'ultima cosa che si sarebbe mai aspettata: un ragazzo, un semplice ragazzo che dormiva profondamente sulla pietra fredda. Poi, improvvisamente, sussultò per la sorpresa: non era un ragazzo qualunque, ma proprio quello che da qualche tempo tormentava i suoi sogni, chiedendole disperatamente aiuto.

Jane restò interdetta, incapace di prendere una decisione. Avrebbe tanto voluto svegliarlo e chiedergli chi fosse e perché stava cercando proprio lei, ma qualcosa da qualche parte nel suo cervello la implorava di lasciar perdere, che era troppo pericoloso. Confusa, la ragazza restò a fissare il prigioniero. La luce della bacchetta illuminava il suo volto pallido puntellato di efelidi, i cui tratti affilati, con gli zigomi alti, le labbra appena carnose e il lungo naso a punta, gli davano un aspetto fuori dall'ordinario, quasi aristocratico.

Jane si sentì di colpo più inquieta che mai. Ebbe come l'impulso irrazionale di allungare una mano e accarezzare il mare di capelli scuri sul capo del ragazzo, ma qualcosa dentro di sé la fermò con violenza. In quel momento, il prigioniero aveva preso ad agitarsi nel sonno, mugugnando parole che la ragazza non riuscì a comprendere. Si stringeva spasmodicamente il ventre, come se fosse assalito da dei dolori atroci. Improvvisamente, un rivolo di sangue scuro prese a colargli all'angolo della bocca, macchiando il pavimento attorno a lui.

Jane fece per scattare in avanti, decisa ad aiutarlo, quando improvvisamente si fermò, gli occhi sgranati dall'orrore. Un enorme serpente era emerso dall'oscurità, circondando il ragazzo con le sue spire. Eppure non sembrava volesse attaccare. Si stava limitando ad acciambellarsi attorno alla parte di pavimento occupata dal prigioniero, simile all'imitazione grottesca di un gatto da salotto, quasi come se volesse...proteggerlo?!

Ma Jane non seppe mai che cosa significasse tutto ciò. Improvvisamente, la presa ferrea di cinque dita dalle unghie affilate come artigli si conficcò nella sua spalla, costringendola a voltare il capo. Il volto della Strega Suprema era a pochi centimetri dal suo naso e la stava fissando furibondo, simile a una maschera demoniaca, con gli enormi occhi iniettati di sangue sgranati dalla rabbia.

Jane provò a urlare, divincolandosi disperatamente, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.

Poi un dolore atroce la percorse da capo a piedi, nel momento esatto in cui si rese conto di trovarsi distesa sul pavimento del dormitorio delle ragazze, imprigionata nelle sue stesse lenzuola e con cinque paia di occhi che la fissavano preoccupati dall'alto.

***

–Cerca di calmarti, Jane – la incoraggiò Hermione. – Del resto era solo un sogno, no?

–Non era solo un sogno, Hermione! – sbottò Jane. – Sono settimane, dico settimane, che questo ragazzo mi appare e mi chiede aiuto.

–Be', veramente, te l'ha chiesto solo una volta, da quello che mi hai raccontato – intervenne Harry.

–Non importa quante volte me l'ha chiesto! – abbaiò la sorella. – Il punto è che questo ragazzo è prigioniero della Strega Suprema e ha bisogno di noi.

–Ma come fai a esserne così sicura? – chiese Susan incerta. – Insomma, non sai neanche chi sia! Non l'hai mai visto prima d'ora. Ascolta, Jane, è molto probabile che ti sei fatta solo suggestionare da quello che sta accadendo. Se non sbaglio, proprio ieri abbiamo letto insieme l'articolo di quell'altro bambino scomparso, ricordi? A me pare che questi sogni siano cominciati dalla prima sparizione...

Jane si mise le mani nei capelli, serrando gli occhi. – Io non capisco più nulla – disse piano. – Lo so che vi sembro pazza o qualcosa del genere, ma quel sogno è sempre stato così reale...e poi, ogni volta mi fa un effetto stranissimo! Quel ragazzo...mi ha colpita, davvero, mi ha sconvolta! Non riesco a levarmelo dalla testa, sta diventando un'ossessione. Mi fa quasi paura...ma allo stesso tempo vorrei aiutarlo, capite?

Harry le circondò le spalle con un braccio. – Per me ne sei innamorata, sorella – osservò in tono scherzoso.

–Ah, sta' zitto! – si schermì lei divincolandosi con violenza dalla sua stretta.

–Jane, so che il rapimento da parte della Strega Suprema è stato un trauma da cui è difficile riprendersi – disse Hermione. – Tuttavia, cerca di vedere i fatti come stanno. Questa strega, ammesso che ci sia lei dietro questa nuova ondata di sparizioni, appartiene al tuo passato, solo al passato, capisci? Qui non può succederti nulla di male. E quel ragazzo...non so che dirti. Quasi sicuramente esiste solo nella tua testa. Insomma, quanti mesi sono che lo sogni? Nessuno è rimasto prigioniero di quella donna così a lungo. Lo sai.

–Mi fate cadere le braccia! – sbottò Jane con rabbia, alzandosi di scatto, afferrando la borsa e uscendo dalla biblioteca senza neanche salutare.

Solo a metà del corridoio si rese conto di essere seguita. Susan era a meno di un metro da lei, fissandola con l'espressione più seria che avesse mai letto sul suo viso costellato di efelidi.

–Io ti credo – disse piano.

Jane la fissò con aria di sfida. – Mi meraviglio che sia proprio tu a dirlo – osservò. – Di solito sei la più scettica del gruppo, in campo di paranormale.

–Sai che questa faccenda della Strega Suprema interessa anche me, che io lo voglia o no – rispose l'amica con fermezza. – A differenza di quei bambini, mio fratello non è mai stato ritrovato.

Jane si sentì montare la pelle d'oca. In quel momento, aveva capito cosa voleva Susan da lei. Qualcosa di atroce e disperato. – Sai che me lo sono chiesto più volte anch'io, se quel ragazzo fosse proprio David? – chiese con la voce che le tremava.

L'amica le rivolse un impercettibile cenno di assenso. – Sai dirmi com'era fatto? – chiese a voce bassissima, trepidante di speranza.

–Capelli neri, appena mossi. Pelle quasi diafana, con qualche lentiggine. Zigomi alti, lungo naso a punta e occhi castani.

A quelle parole, gli occhi celesti di Susan presero a luccicare di delusione. Una smorfia le contrasse il volto, a metà strada tra un sorriso rassegnato e un gemito di dolore. Aprì lentamente la borsa, prese un piccolo portamonete di velluto e vi estrasse una vecchia foto stropicciata, porgendola a Jane. L'immagine ritraeva un sorridente bambino sui dieci anni con i corti capelli di un biondo scuro spettinati e un paio di luminosi occhi celesti, gli stessi di Peter e Susan.

–Ecco, lui è David – disse la ragazza piano, la voce incrinata in modo innaturale.

–Mi dispiace, Sue, davvero! – esclamò Jane a disagio. – Anch'io avrei voluto che fosse lui, fino alla fine.

–Per un attimo, ho sperato che ci fosse ancora una speranza, ma... – si asciugò con rabbia una lacrima che le era sfuggita in un angolo del viso. – Ѐ stata tutta colpa mia!

–No, Sue! Non voglio che dici questo! – intervenne l'amica con decisione, prendendole entrambe le mani fra le sue.

–Ma che ne sai? Che ne sapete tutti voi? – singhiozzò Susan.

–Quello che è stato non si può cancellare, d'accordo. Però ora dobbiamo andare avanti, capisci? Sia io che te. E vadano all'inferno tutti questi sogni allucinanti! Forse Hermione ha davvero ragione. Anch'io ho un terribile trauma che mi ha segnata tanti anni fa e da cui non riesco più a liberarmi.

–La Strega Suprema. Come ti è venuto in mente un nomignolo simile?

Jane estrasse dalla borsa un libro che aveva tutta l'aria di essere stato letto più e più volte.

Susan lo prese in mano titubante. – Le Streghe di Roald Dahl? Ma è un libro per Babbani! Ce n'era una copia nella mia biblioteca di classe, anche se io non l'ho mai letto. In effetti, non mi sembrava parlasse di cose tanto adatte a dei ragazzini delle elementari...

–Per forza, anche se io lo farei leggere comunque a mio figlio, per salvarsi la pelle! – replicò Jane. – Lo lessi proprio qualche giorno prima di essere rapita. Parla di una congrega internazionale di streghe che passano il tempo a rapire bambini. E il loro capo è proprio lei, la Strega Suprema. Ma non è finita. Il modo con cui agiscono è molto simile a quello usato da quella psicopatica all'epoca delle prime sparizioni. Anche lei, come succede nel libro, amava trasformare le sue vittime in animali rivoltanti come topi o insetti e li rispediva nel mondo babbano, per farli massacrare magari dagli stessi genitori! Poi, una volta compiuto il delitto, li ritrasformava e aspettava che li ripescassero la polizia o gli Auror. E anche lei usava delle pozioni nascoste in dolci avvelenati. Con Harry fu così. A quanto pareva, era a conoscenza del fatto che i nostri zii non lo facessero mangiare e quella volta mio fratello non ha proprio saputo resistere ai morsi della fame...

–Ma aspetta, Jane! Questo libro è stato scritto molti anni prima che cominciassero le sparizioni!

–Non importa! Ѐ troppo realistico, Sue, dovresti leggerlo! Io stessa non me ne separo più, da quando sono sopravvissuta alla Strega Suprema. Ascolta, io non so chi diavolo sia questa donna, ma le descrizioni si avvicinano così tanto alla realtà! Da quello che so, non agiva da sola. Aveva delle seguaci di Voldemort che l'aiutavano nei rapimenti. Insomma, questa solfa del sangue puro non è una novità fra i maghi, ne abbiamo parlato tante volte a Storia della Magia. E poi, ti rendi conto di quante leggende sulle streghe esistono fra i Babbani? Persino i più scettici si ritrovano a leggere Hansel e Gretel ai loro figli prima di andare a dormire. Non pensi sia legato a una paura reale radicata nella nostra società? C'è qualcosa che ci sfugge, Susan. E, secondo me, Roald Dahl ha conosciuto davvero queste persone. Se non era un Auror, perlomeno dava la caccia alle streghe. Forse era nell'FBI, non lo so.

–Certo che un tipo del genere ora ci farebbe veramente comodo – commentò Susan amareggiata.

–Leggi il libro. Te lo presto volentieri. A me è stato utile.

–Grazie!

Le due amiche si abbracciarono solidali. Quando erano insieme, persino le loro ferite più profonde sembravano smettere per un attimo di bruciare.

–Ehm, Jane? – chiese a un certo punto Susan. – Posso chiederti una cosa? Come hai fatto a fuggire dalla Strega Suprema?

La ragazza scoppiò in un risata. – Fortuna – rispose scrollando le spalle con noncuranza. – Semplice fortuna.

Continue Reading

You'll Also Like

79.9K 3.1K 12
Nell'oscurità, due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s'incontrano e la luce si riversa inondando ogni...
22.7K 1.1K 35
Arianna Hagreeves, noto membro nonché leader dell'Umbrella Academy, si ritroverà in un mondo molto diverso da come lei lo conosce. Tornerà a casa dal...
79.4K 3.9K 40
Julia viene catapultata in un luogo a lei sconosciuto, chiamato Radura, di cui non ha memoria se non un vago ricordo che riporta alla sua infanzia. Q...
5.6K 223 16
Vanessa, sorella di Allison , vive la sua " normalissima " giornata da creatura sovrannaturale. A scuola è una delle popolari insieme alle sue miglio...