Nightfall Whisper //Drarry

By whatliesintheend

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Draco si fermò ad un certo punto. S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di que... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50

Capitolo 22

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By whatliesintheend

Harry si sentiva fregato.
Si era fatto ammaliare dall'eleganza di Draco Malfoy, lasciando che con quelle sue lunghe dita affusolate, tessesse attorno a lui una sottile ragnatela e che, con ogni sguardo, la stringesse un po' di più attorno alla sua gola.

E ora scopriva che il Serpeverde era talmente innamorato di un altro ragazzo da non aver mai nemmeno preso in considerazione lui?
Non aveva tutti i torti in ogni caso, non lo conosceva, cosa poteva pretendere?
Se si fosse rivelato probabilmente, anzi sicuramente, sarebbe andata come al sesto anno e il biondo si sarebbe limitato a rifiutarlo lì su due piedi.

Per questo era fregato, perchè poteva solo restare a guardare Draco cadere tra le braccia di quest'altro imbecille.

Nonostante ciò gli aveva promesso di passare da lui anche la notte di Halloween e si era così guadagnato un gran sorriso che nemmeno aveva potuto vedere con i suoi occhi, solo intuire nel buio.

Comunque gli era sembrato che Draco ci tenesse particolarmente a quella festività, non si sarebbe mai sognato di rifiutare solo per star dietro alla solita cena in Sala Grande e al successivo e consueto disordine della torre dei Grifondoro.

Ciò che non avrebbe potuto prevedere invece era che arrivare a quella sera sarebbe stato più faticoso di quanto avesse previsto.

Non ci fu un evento in particolare che scatenò la sua crisi, ma si accorse che quella trepidazione che durante il giorno provava in attesa della notte non era positiva, lo distraeva e riusciva a renderlo vulnerabile, nevrotico e intrattabile.

Comportamenti che lentamente stava imparando a lasciarsi scivolare addosso, come il costante chiacchiericcio e gli sguardi che lo seguivano per i corridoi, l'angosciante impossibilità di avere un attimo di pace e l'infinità di sconosciuti che, troppo pigri per aprire un giornale lo riempivano di domande su fatti di dominio pubblico, fatti di cui a quanto pare nessuno sembrava averne abbastanza, fatti che voleva solo cancellare e dormire sonni tranquilli, erano tornati ad essere insostenibili.

Perfino Ron ed Hermione, sebbene non avessero più accennato all'argomento "Draco", continuavano a studiarlo come un animale di specie rara chiuso in una gabbia.
La mattina di Halloween, a colazione, Harry decise di buttare giù le sbarre.

"Che diamine volete?"

Sbottò sbattendo il coltello sporco di burro sul piatto e facendo sussultare i due di fronte a lui.

"Harry, controllati..."

Lo redarguì Hermione, facendo guizzare gli occhi tutt'intorno a disagio, come faceva sempre quando di mezzo c'era un segreto.
Ma Harry era stufo pure dei segreti, ne aveva avuti sempre fin troppi e ora ne odiava solo il sentirne parlare.
Perchè tutto non poteva essere facile come quando era con Draco?
Perchè tutto doveva dargli così  sui nervi?

"No, Hermione. Non ne ho voglia"

Incrociò le braccia al petto e sollevò entrambe le sopracciglia come se la stesse invitando apertamente a giudicarlo per quella crisi di nervi.
Lei non si azzardò, ma Ron si inserì nella conversazione.

"Sei insopportabile Harry."

"RON!"

"Qualcuno doveva dirglielo, Hermione"

Asserì lui e di nuovo lei non proferì parola, limitandosi a una smorfia e a un sorso di succo di zucca.

"Grazie Ron, sei un amico"

"Oh finiscila Harry, ora ti metti a fare il permaloso solo perchè non ti rendi conto di come sia diventato impossibile anche solo instaurare una conversazione!"

"Beh hai pensato che magari non voglia parlarvi?"

Il Weasley iniziava a scaldarsi, inclinò la testa di lato appoggiando gli avambracci sul tavolo.

"Certo che no! Parli solo con Malfoy giusto? Il tuo Dracuccio tesoruccio."

"ZITTO"

Harry, che aveva zittito il rosso per evitare che la conversazione potesse incastrarlo, era piuttosto riuscito attirare su di sè l'attenzione di buona parte della tavolata dei Grifoni, alzandosi in piedi e sbattendoci le mani sopra, procurando un rumoroso tintinnio di posate.
Ron taceva, con gli occhi che mandavano lampi, Hermione aveva il viso arrossato per la tensione e non trovava un modo per calmare quei bollenti spiriti, arrabbiata con Harry tanto quanto Ron.

Potter strinse i pugni sul tavolo passando lo sguardo dall'uno all'altro, innervosito dal loro silenzio e ancora di più perchè era stato lui a pretenderlo.
Lasciò la Sala Grande a passo di marcia con le tempie che ancora pulsavano di rabbia, ma senza riuscire a comprendere uno solo dei pensieri che gli affollavano la testa.

Aveva bisogno di darsi una rinfrescata, andò in bagno a sciacquarsi il viso, perse qualche istante appoggiato al bordo del lavandino a fissare la propria immagine riflessa nello specchio.

Forse Ron ed Hermione avevano ragione... nessuno faceva niente di male, era lui che non riusciva più a relazionarsi con nessuno.
Perchè, che gli stava succedendo?
Non gli fu concesso di rifletterci oltre, un movimento alle sue spalle lo fece voltare di scatto.

"Potter"

Draco era in piedi davanti alla porta del bagno, a testa alta, con i soliti occhi freddi e indecifrabili, una mano elegantemente infilata nella tasca e l'altra, quella con l'anello di famiglia, cadeva lungo il suo fianco.

"Ho un dejavù"

Sul viso pallido del biondo si dipinse una curvatura divertita.
Solo in quel momento Harry si rese conto di aver vissuto una scena molto simile, ma con i ruoli invertiti, si ricordava di come non fosse finita particolarmente bene.

Rimase in silenzio mentre si dimenticava di essere arrabbiato con Ron ed Hermione e si preoccupava piuttosto di cosa avrebbe fatto innervosire Malfoy.

"Io non sto piangendo"

Lo stuzzicò, dopotutto le abitudini sono dure a morire.
Di fronte all'esitazione del Serpeverde però Harry si sentì in colpa, detestandosi per come non fosse stato in grado di dire l'unica cosa che avesse veramente pensato: mi dispiace.

"E io non sto provando a dissanguarti, non ancora"

Replicò a tono il biondo, facendo un passo avanti mentre il suo interlocutore abbassava lo sguardo.

"Che c'è Potter, te ne eri dimenticato? Io no"

Insistette Draco, continuando ad avanzare, sembrando non accorgersi di come il Grifondoro tremasse e si stesse aggrappando con tutte le sue forze al bordo del lavandino alle sue spalle.

Invece lo aveva notato, ma non aveva rivangato il passato per farlo soffrire, ma per delle spiegazioni che avevano rimandato per troppo tempo.

"Ma continuo a chiedermi, Sfregiato... non sarebbe stato più facile darsela a gambe e scampare la punizione?"

Nemmeno per un momento il Serpeverde aveva creduto che quell'incantesimo fosse stato intenzionale.
Una persona normale non lancerebbe un incantesimo del genere con tanta leggerezza e comunque non Harry Potter, famoso per aver sconfitto il Signore Oscuro cercando di disarmarlo.
Inoltre ricordava come si fosse precipitato al suo capezzale, preso dal panico gli avesse fatto appoggiare la testa sulle proprie ginocchia, cercando di tranquillizzarlo, mentre affilate lame invisibili squarciavano il suo corpo e allagavano il pavimento di sangue.

L'ultima cosa che Draco ricordava di aver notato prima che la vista gli si oscurasse erano gli occhi verdi di Harry come specchio del panico e del rimorso più sinceri.
L'ultima cosa che ricordava di aver udito prima di perdere i sensi era la sua voce lanciare un grido in cerca di aiuto.

Adesso guardava quegli stessi occhi sorpresi, lo vedeva boccheggiare insicuro come non mai e abbassò lo sguardo.
Harry ricordava tutto, ma era quel tipo di ricordo che avrebbe voluto non avere: già faticava a perdonarsi per l'accaduto quando Draco era solo il suo nemico, ora come avrebbe mai potuto?

"Non mi va di parlare di queste cose prima di colazione..."

Harry vide il suo interlocutore rialzare lo sguardo, seccato e divertito, lo sentì emettere un verso a metà tra lo scioccato e il permaloso.

"Colazione? Se tu mangiassi Potter la colazione dovresti averla appena finita!"

"So- eh?!"

Il Grifondoro frenò bruscamente e adesso era lui a fissare sbigottito il biondo, in piedi lì davanti e rosso come un peperone.

"Malfoy tu... mi spii?"

"NO! Io... mi guardo intorno"

Il biondo mise in tasca anche l'altra mano e si strinse nelle spalle imbarazzato come un bambino colto in flagrante con le dita nel barattolo della marmellata.

Harry aveva sollevato un sopracciglio e si rifiutò di ammettere di essere arrossito a sua volta, ma quel "no" gli aveva ricordato tanto quello che lui stesso aveva propinato a Draco la notte in cui gli aveva chiesto se si fosse innamorato di lui.

"Hai... sentito la discussione con Ron ed Hermione?"

Il biondo rialzò lo sguardo, confuso, era questo che lo preoccupava? Di cosa stavano parlando di tanto segreto?

"Potter ma sei stupido? Siamo ai lati opposti della Sala come avre-"

"Hai ragione, non so perchè l'ho chiesto."

Lo interruppe Harry, sollevando una mano a mezzaria e scuotendola nel tentativo di accantonare la conversazione, ma il biondo non sembrava della stessa idea.

"Mi riguarda forse? Per questo non vuoi che lo sappia? Per Salazar, Sfregiato... mi lascerai in pace solo quando sarò ad Azkaban?"

Sentendo risuonare quella frase Draco si accorse di come stesse lentamente perdendo il controllo, fece di tutto per ricomporsi, ma Harry intanto gli rispose, facendolo deglutire a fatica per lo sforzo di inghiottire quelle parole così amare.

"Pensi che se lo volessi mi ci vorrebbe molto? Malfoy, se non fosse stato per me sia tu che tua madre già ci sareste ad Azkaban."

Il Grifondoro avrebbe tanto voluto picchiarsi per quella risposta da demente.
Davvero? Stava minacciando Draco? E chi si credeva di essere per fare una cosa del genere? Di sicuro non era mai stato migliore di lui e ora faceva tanto il gradasso e tutto per proteggere uno di quei segreti che odiava tanto.

La smorfia che si dipinse sul volto del biondo gli diede la riconferma di essersi comportato come un cretino.

"Non era quello che volevo dire..."

"Io credo proprio che lo fosse, San Potter"

Sibilò il ragazzo stringendo i pugni lungo i fianchi, ma Harry si affrettò a smentire.

"No Malfoy, non lo era. Io devo tutto a te e a tua madre, non meritate niente che non mi meriti anch'io."

"È quello che ti ripeti tutte le sere prima di andare a dormire? Potter smettila, non siamo amici, non lo siamo mai stati."

La sua mano bianca e affusolata tagliò l'aria che li separava con un gesto netto e Draco diede a Harry le spalle, sentendo il cuore pesargli nel petto un po' più di prima.

Stare lì avrebbe solo peggiorato le cose, sarebbe stato meglio andarsene e, ancora meglio, se non avesse mai scelto di seguire Harry.
Nemmeno ricordava perchè l'avesse fatto.

"Non serve essere amici per dirsi la verità una volta tanto"

Il moro soffiò quella frase e la sentì disperdersi nell'aria, congelando il tempo per un istante, facendo sì che Draco esitasse e si fermasse un attimo prima di compiere il primo passo verso la porta.

Harry gli si mise davanti e cercò il suo sguardo, lo trovò tormentato e privo di difese e gli sorrise dolcemente senza nemmeno accorgersene.

"E noi non ci diciamo mai la verità..."

Dove voleva arrivare quel dannato Grifondoro?
Malfoy chiuse gli occhi, concentrandosi su tutto ciò che non fosse Potter per cercare di sciogliere il groppo che gli si era annodato in gola e gli impediva di respirare.

Io ci ho provato una volta...

Ricordò allora il biondo e riaprì gli occhi, ritrovandosi Harry troppo vicino.

A dividerli era poco meno di un metro in realtà, ma era sufficiente per fargli credere per un attimo che anche lui avesse pensato alla stessa cosa, ma, con tutto quello che aveva avuto da considerare in quegli anni, era impossibile che se ne ricordasse.

Eppure Draco ci aveva visto giusto, il Grifondoro non aveva potuto fare a meno che alla mente gli tornasse quello che non gli era mai sembrato altro che il ricordo di un sogno, ma in quel frangente sembrava quasi potersi realizzare.

"La verità dunque è che, per quello che ti ho detto e per quello che ti ho fatto, mi dispiace, Draco."

N/A

È un po' filler questo capitolo.
Non sapevo cosa scrivere, ho scritto e basta... lol

Ary❄

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