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By RogerinaTaylor-May

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By RogerinaTaylor-May

{Pt2 della poly}

I giorni seguenti la discussione sono ricchi di tensione sessuale e inquietudine da parte dei quattro ragazzi.

Come se John avesse aperto il vaso di Pandora, pare essersi scatenato un silenzioso ma tangibile caos tra di loro;l'aria in quell'appartamento diventa carica di parole non dette e gesti allusivi.

Ogni singola cosa, dal semplice raccogliere una forchetta finita a terra in cucina, con annessi sguardi eloquenti sul suo fondo schiena o al semplice scostargli i capelli dal viso mentre è impegnato a correggere un pezzo nuovo da suonare in studio.

John nota quanto i tre siano sul punto di esplodere: ad ogni suo movimento diventano simili a cacciatori che accerchiano la preda decidendo quando effettivamente scattare e se pensano che lui possa star fermo e indifeso, si sbagliano di grosso.

I baci sono elettrizzanti, anche quelli più semplici. Un delicato sfiorarsi di labbra provoca in chi ha di fronte un brivido incontrollato e una serie di piccoli sospiri che non fanno altro che caricarlo come fosse un giocattolo a molla.

Brian specialmente, lo scruta in maniera diversa. Vorrebbe dirgli a volte di smetterla di fissarlo come se fosse un pezzo di carne sul bancone del
macellaio, ma sotto sotto, gli fa piacere suscitare queste emozioni in lui.

Ringrazia che di lì a breve avrebbero suonato ancora al Rainbow, un pensiero che gli occupa la testa e lo distrae dal desiderare anche solo una sana sessione di petting, per cui il giorno successivo all'effettiva chiacchierata, si chiudono in studio preparandosi per la serata, ma soprattutto sfogandosi quel che possono con un ottimo sound check.

Freddie ha la voce carica e vibrante come non mai, Brian pare amoreggiare con la Red Special, per non parlare di come Roger si sfoghi sulla propria batteria e di quanto John si impegni nel suonare al meglio il giro di basso di "Liar" fino a farsi formare dei nuovi calli sulle dita.

A prove terminate si osservano:i volti paonazzi, la pelle leggermente lucida da una delicata patina di sudore e le bocche socchiuse a ricercare l'aria persa. Come se avessero appena finito di ruzzolare in quattro al centro del loro letto, assomigliando ad animali ferini e pronti ad azzannarsi tra di loro.

Non manca molto al suo compleanno e non ha mai sperato che arrivasse così in fretta.

Si sente abbastanza triviale e indecente nel pensare principalmente alla notte del diciannove agosto, si vergogna per questo ma non può farne a meno di pensare principalmente a lui nudo, nel mezzo del loro letto e sotto le cure attente e premurose dei suoi ragazzi.

Arrossisce in modo imbarazzante avvampando improvvisamente a tutte le fantasie a sfondo sessuale che gli si formano in testa, a tutte le posizioni in cui lo avrebbero messo, a tutti i pompini che gli avrebbero permesso di fargli, alle seghe, ai baci, i succhiotti che vuole che campeggino sul suo collo. Uno per ognuno, li vuole lì, da sfoggiare come una collana elegante e preziosa.

Sa di star costruendo enormi castelli immaginari, che forse non sarà tutto questo splendore che si immagina che sia, potrebbe essere un'accozzaglia di corpi e potrebbe far mal-ma che cazzo sta dicendo, certo che sarà meraviglioso. E se anche si ritrovassero in posizioni assurde o ci fossero intoppi, beh, si metterebbero a ridere finendo per giocare come fossero cuccioli di lupo.

Sarà stupendo.

Incredibile.

Immagina di abbandonarsi alla loro mercé, di lasciarsi fare qualsiasi cosa e poter provare ogni topologia di piacere fisico. Si morde il labbro inferiore ad ammettere che la sua più grande fantasia sia quella di essere in ginocchi di fronte a loro e avere mani e bocca occupate...e immagina i loro occhi febbrili, affamati e famelici tutti per lui.

Ma indubbiamente non è solo la parte fisica che lo emoziona nel pensare di fare finalmente sesso a quattro; il sapere di poter condividere qualcosa di così intimo e speciale gli fa battere il cuore come una furia nel petto. Il lasciarsi stringere, toccare, sussurragli quanto li ami e quanto lui si senta al sicuro con loro.

Solo con loro.

***

I ragazzi non hanno mai riempito così tanto il Rainbow come quella sera, da sapere che molte persone non sono neanche riuscite ad entrare dalla porta del locale, restando sul marciapiede tale è la calca.

L'aria è pesante, opprimente, carica di adrenalina e calore umano ma John non si è mai sentito così bene in tutta la sua vita.

Nei camerini loro quattro sono più che mai su di giri, sfoggiando i loro look migliori e più aggressivi.

C'è confusione, un via vai di persone che salutano, parlano e creano altro trambusto nei corridoi stretti del retro del locale ma per John sono quasi invisibili.

Ha occhi solo per i suoi fidanzati.
Freddie ha la bellezza disarmante di un enorme felino, una pantera dal pelo lucido e le iridi selvagge: si trucca con una spessa linea di kajal, rendendo il taglio degli occhi esotico, accentuando lo sguardo penetrante e la tutina che sfoggia quella sera è praticamente oscena, non lasciando nulla all'immaginazione. Lo scollo profondo sul petto villoso è un'unica distrazione per John, il quale desidera soltanto il potersi spalmare su di lui e accarezzarlo, giocare con quel pelo folto e scuro, avventandosi in un bacio sfrenato sul divanetto del camerino.

Brian si lascia truccare dall'amico, una linea sottile nera nella parte inferiore degli occhi e un leggero velo di cipria che accentua la sua carnagione così chiara in tinta con quella casacca bianca aderente al torace e dal collo alto, facendolo sembrare un quadro rinascimentale. Così elegante e bucolico.

Tutto il contrario di Roger; John si morde l'interno della guancia, stringendo il manico del basso come fosse l'unico appiglio che lo freni dal lasciarsi sopraffare dai suoi impulsi sessuali fin troppo stimolati, di fronte all'outfit scelto dal biondo, dove le trasparenze giocano sul rivelare o meno il petto di questo e sente la bocca seccarsi nel gustarsi quel piccolo accenno di fianco morbido strizzato da dei pantaloni neri fascianti sulle cosce tornite.
Roger si spettina i capelli ad arte, lasciandosi sistemare da Freddie e parlotta con Brian, mentre lui li osserva in disparte, accorgendosi solo dopo di star sorridendo. Il cantante lo nota, assottigliando lo sguardo, lasciandosi guardare.

A John non serve sentirsi dire di avvicinarsi a loro, abbandonando il porto sicuro per avvicinarsi a tre sirene tentatrici. Perché lo sono, sono qualcosa di indescrivibile, ha quasi male al petto per quanto lui voglia essere toccato da quelle mani.

John sente un fuoco dentro, il desiderio di spaccare qualcosa, di ribaltare il mondo, di lasciarsi andare alle più sfrenate follie.

Tutto con loro, solo con loro.

Quando finalmente è di fronte al cantante, questo gli prende il mento tra le dita, piegando la testa di lato come se ammirasse ogni singola sfaccettatura del suo viso.

-Non è meraviglioso?- dice riferendosi agli altri due, con un tono di voce così ammagliante da farlo arrossire leggermente per il fatto di dover restare di fronte a loro a farsi ammirare. Sotto sotto gli piace però sapere di avere la loro attenzione, sentendosi un piccolo narciso nel volere sempre quelle cure.

Roger gli regala un ghigno sfrontato, uno di quelli che lo fanno impazzire, incrociando le braccia sul petto mentre si stravacca sulla sedia allargando le gambe, come se fosse un silenzioso invito ad inginocchiarsi tra di esse, lasciando che la casacca corta si apra, scoprendo la pelle liscia e morbida.

John vorrebbe accarezzarlo, scivolare lungo la sua piccola e deliziosa pancia, pizzicarla per arrivare al bottone dei suoi pantaloni.

Brian dal canto resta costantemente in quella zona di sicurezza in cui non si vuole sbilanciare, limitandosi a mangiarselo piano con lo sguardo, scivolando lentamente lungo la profonda scollatura della camicia bianca e semi trasparnete di John, che scopre il suo torace asciutto e quel delizioso accenno di pettorale. Gli sorride, i suoi piccoli e appuntiti canini sbordano dal labbro superiore e John non vede l'ora di sentirli morderlo su tutto il corpo.

John si distrae quando le mani del cantante afferrano a coppa il suo viso, avvicinandosi all'improvviso, rubandogli un bacio breve ma carico di ogni desiderio non detto; in un primo istante si domanda se le persone attorno a loro abbiano notato quel loro attimo di effusioni ma non gli importa un cazzo, sinceramente. Il basso li divide, vorrebbe buttarlo a terra e gettarsi con le braccia dietro al suo collo ma Freddie non gli dà il tempo neppure di aprire la bocca e far uscire la lingua, perché si allontana con uno schiocco umido delle loro labbra, sorridendogli in una maniera così bella che sente le ginocchia farsi gelatina.

-Voglio sfoggiarti come se fossi il più bel diamante sulla faccia della terra, darling.- sussurra con tono libertino, sfiorandogli il viso con i pollici e scostando appena una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.

Gli fa l'occhiolino sghignazzando divertito per l'espressione poco furba che sicuramente ha John.

-Che cosa ne dici, Deaky?- domanda facendo quasi le fusa, mentre le sue mani abbandonando il suo viso ma non il suo corpo, dato che con la punta dell'indice destro segue distratto il bavero della camicia, precipitando lungo il suo petto per qualche centimetro.

Deglutisce, la bocca piena di saliva, il sapore delle labbra di Freddie sulle sue. Annuisce mordendosi appena quello inferiore, guadagnandosi una risata giocosa da parte del cantante, pronto ad entrare in scena nel momento in cui li avvisano che possono salire finalmente sul palco.

John ha la testa piena del vociare concitato del loro pubblico, alcune ragazze nelle prime file gridano invasate quando Freddie le degna di uno sguardo, ammiccando, flirtando con loro, facendole scalpitare e cantare ogni loro canzone.

Si gira un istante ad osservare Roger, questo suona con tutta l'energia che può avere in corpo e ghigna in maniera sfacciata quando Brian gli si piazza di fronte, uno scambio di occhiate complici, quasi al limite dell'osceno.

Il biondo lancia un bacio al più vecchio, questo gli regala un sorriso malizioso.

John è un fuoco che vibra, che brucia furioso mentre suona, facendo ondeggiare piano, molto lentamente i suoi capelli lunghi, quasi a volersi nascondervi dietro, se pur sia animato da quel costante desiderio di attenzioni che non gli vengono a mancare durante il ritornello di "Liar".

In meno di un secondo lo sa che Freddie si sarebbe piombato da lui per quel momento che aspetta ad ogni concerto; sorride piano, quasi torna a respirare quando finalmente la schiena bollente e calda del cantante si preme contro il suo petto e John gli lascia quasi appoggiare la nuca sulla sua spalla, mentre condividono il microfono.

John arrossisce, chiudendno gli occhi, gridando con gli altri "all day long" ma è come se lo avesse detto soltanto a lui. Il basso li divide ancora, ma ringrazia sinceramente il pronto intervento del suo strumento per coprire quella leggera ma ben sveglia erezione che gli preme nel cavallo dei pantaloni.

I capelli corvini di Freddie sono gonfi come fosse la criniera di un leone, gli sfiorano il viso, annusa il suo profumo d'incenso. Ha ancora gli occhi chiusi ma non si allontana dal viso di questo, per tutta la durata del suo duetto, rimpiangendo la sua presenza quando questo se ne torna al centro del palco.

Terminato il pezzo John è pronto al prossimo, ma Freddie sembra voler intrattenere il pubblico con qualche sua chiacchierata civettuola.

Una delle sue cose preferite da fare tra un intermezzo e l'altro.
-Tra qualche giorno compie gli anni, il nostro piccolino.- dice indicando con un cenno della testa il diretto interessato della battuta, ricevendo dal pubblico femminile un leggero urlare acuto; il cantante assottiglia lo sguardo, facendo l'occhiolino ad una ragazzina di fronte a lui, questa sembra trattenere il fiato per l'emozione che Freddie Mercury la stia fissando dritta negli occhi.

-Chi di voi sgallettate vuole dare un bacio al nostro John come regalo?- domanda facendo sghignazzare complici Brian e Roger, mentre John sente salire una vampata d'imbarazzo che gli tinge le guance di un rosso vivo.

Dio, lo avrebbe soffocato con un cuscino appena tornati a casa.

E il pubblico per un istante è in delirio, specialmente la parte femminile di questo, con mani alzate e "io, io, lo voglio io!" che si mischiano ad altri complimenti diretti al più piccolo del gruppo; ma Freddie nega con la testa, i capelli gli accarezzano le spalle in maniera deliziosa.

-Mi dispiace, dolcezze.- afferma per poi rivolgere un fugace sguardo oltre la spalla diretto a John, il quale sorride piano, il volto ormai paonazzo sulle gote. Freddie sorride, in maniera sfacciata e divina.
-E' già nostro.- termina rivolto al pubblico, ed è il momento della prossima canzone.

***

Gli viene a mancare il fiato in gola quando Roger lo sbatte senza molti preamboli contro il muro del corridoio del Rainbow.

Il concerto è terminato, il pubblico è ancora in delirio, John ha in testa le loro urla, i loro applausi che filtrano ancora attraverso le porte antincendio; l'adrenalina corre pericolosamente veloce nel suo corpo confluendo con violenza tra le sue gambe.

Allaccia istantaneamente le braccia dietro al collo del biondo quando entrambi si avventano furiosi e famelici sulle loro bocche, divorandosele con foga, riempiendosi di lingue e denti che mordono e tirano.

Si sente effettivamente un animale, con la testa ovattata e il corpo quasi ustionante tanto è il calore che emana.

Vorrebbe solo che Roger gli togliesse quei vestiti, strappandoglieli anche, rigirandoselo contro quel muro e mettendoglielo dentro una volta per tutte.

Il biondo ringhia contro la pelle del suo collo, premendo i bacini tra di loro; le mani di John scivolano velocemente tra i capelli del batterista, afferrandone in due pugni serrati dei ciuffi, ascoltandolo quasi ululare contro la giugulare.

-Dio, avrei voluto sbatterti per tutta la serata su quel palco.- afferma con voce roca, senza fiato, alternando morsi e baci umidi a schiocco.

John è un unico fascio di nervi -Eri così bello, cazzo, Johnny.- gli morde il lobo, andando ad afferrare con arroganza il suo culo tondo, affondandovi le unghie per saggiarne la consistenza.

John getta la testa all'indietro, scoprendo il collo, lasciando che gli occhi roteino al contrario quando i loro bacini cozzano ancora, come se stessero facendo sesso attraverso quello strato sottile dei loro vestiti.

John sa che potrebbe venire nelle mutande se Roger continuasse a stimolarlo in quella maniera.

Ma una voce lontana, un eco remoto nella sua testa gli dice che stanno correndo troppo, che non è lì che effettivamente vorrebbe festeggiare la riuscita di un concerto così bello.

E allora riprende lentamente conoscenza da quel furioso attimo di confusione, cercando di frenare le mani del biondo che corrono pericolosamente vicine ai suoi pantaloni.

-Rog. Rog aspetta, non qui.- balbetta senza fiato, sentendo il volto avvampare per una improvvisa sensazione di imbarazzo; afferra finalmente i polsi di questo quando ormai è riuscito ad aprire la zip e a strappargli un piccolo singulto nel momento in cui tocca la sua erezione attraverso i boxer.

Roger torna a guardarlo con occhi azzurri e languidi, lucidi di una patina di lussuria da far tremare tutto il corpo del bassista, dalla punta dei capelli ai piedi, e lo osserva mettere una sorta di broncio adorabile, mentre i capelli gli sfiorano in maniera deliziosa le guance paonazze.

-Lo so, lo so, dolcezza, non ti scopo qui in questo posto del cazzo.- la mano nei pantaloni di John si chiude a coppa attorno al bozzolo caldo della sua erezione -Fatti fare un pompino, Deaky, veloce, veloce, non posso farcela a- ma la voce gli muore in gola con un suono simile ad un singulto strozzato e acuto quando dal nulla compare Brian che prontamente interrompe ogni tipologia di proseguimento tra i due, lasciando interdetto e leggermente infastidito il più giovane, il quale si limita a rimanere paralizzato contro il muro mentre Roger viene afferrato quasi per la collottola come fosse un cucciolo di gatto.

Sbuffa dal naso, le narici dilatate come un toro infuriato.

-Ah, cristo Brian!- abbaia con voce improvvisamente acuta, mentre il chitarrista lo afferra tra le braccia cercando di contenere il suo scalciare.

-L'avevo detto che bisognava tenerti d'occhio.- afferma con fare canzonatorio Brian, continuando a tenere stretto contro di sé un recalcitrante biondino; alla fine questo cede, alzando le mani in segno di resa.

Allora viene liberato e non potrebbe risultare più bello di così completamente sconvolto, i capelli scompigliati e i vestiti stropicciati.

-Sei una spina nel culo. Va bene, va bene, me ne vado. Stronzo.- borbotta rifilando un dito medio al diretto interessato che preferisce ridere senza darvi peso a quegli insulti, osservandolo aprire di scatto la porta che da verso i loro camerini per sbatterla con forza dietro di lui.

Allora improvvisamente piomba il silenzio in quel corridoio, rotto solo dal respiro affannoso di John il quale si rende conto di essere ancora bloccato contro la parete e con i pantaloni aperti. Roger era riuscito quasi a spogliarlo per cui la giacca come la camicia, scivolano leggermente dalla sua spalla destra lasciando così scoperto così tanta pelle da sentirla pizzicare sotto lo sguardo attento del più vecchio ancora fermo di fronte a lui.

Brian si è cambiato, togliendosi quella bellissima casacca per una felpa più comoda, dandogli un aspetto più dolce se pur il modo in cui continua a fissarlo non presagisca nulla di calmo.

John deglutisce nervoso quando questo si avvicina di un passo.

-Tutto bene?- domanda, John deve alzare appena lo sguardo per ricambiare quello dell'altro; annuisce piano -C-credo di sì.- balbetta titubante, non molto sicuro di potersi muovere da quella parete senza rischiare di crollare a terra.

Brian si avvicina, ormai è ad un soffio dal suo viso, potrebbe così facilmente attendere che John si sporga a premere la sua bocca contro la propria.

Ma questo sobbalza trattenendo il fiato quando il più vecchio gli mette una mano nei pantaloni aperti.

La sua mano enorme tocca per un istante la sua erezione, provocando una cascata di brividi elettrizzanti che lo fanno tremare vergognosamente.

John si morde il labbro inferiore, specchiandosi in iridi scure inghiottite dalle pupille dilatate.

Ha lo sguardo così scuro, penetrante e primitivo, ma non vuole fargli nient'altro se non sistemargli la patta per poi chiudere la zip.

John sbatte velocemente le palpebre come se improvvisamente si fosse svegliato da un sogno ad occhi aperti. Si sente confuso, la testa pesante e Brian gli sorride ancora, in modo dolce.

-Sei stato magnifico stasera.- gli dà un bacio nell'angolo della bocca, un tocco leggero quasi impalpabile. -Vieni di là, beviamo qualcosa.- sussurra piano.

John annuisce come in trance mentre Brian gli prende la mano e lui si lascia guidare fino al camerino dove sente lo schioccare di un tappo di champagne che viene stappato e il consueto cicalecciare frivolo di Freddie.

***

Prima di andare via, il proprietario del locale come di consuetudine, arriva a portare il compenso per la serata, ringraziandoli per aver riempito il locale e facendo intendere di aver messo un extra per il lavoro; Freddie e Roger ridacchiano eccitati per questo, cominciando a parlottare come se fossero due giovani squillo a cui hanno regalato una pelliccia nuova, annunciando che ne avrebbero dovute fare altre sicuramente.

Come al solito, John è pronto per ritirare il denaro, spetta a lui la parte burocratica e la gestione dei soldi della band, è sempre stato così.

Ma Brian lo precede ritirandoli lui al posto suo, dicendo che quella sera non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla se non a bere e festeggiare con tutti i loro amici.

John vorrebbe replicare ma viene ben presto interrotto da un Roger ancora abbastanza su di giri per gettargli le braccia al collo, facendoli così sbilanciare sulla pila dei loro vestiti di scena, in un mare di risate infervorate e giocose.

***

Manca solo un giorno al suo compleanno e fin dal mattino i quattro ragazzi sembrano essere ormai arrivati al capolinea, quasi tornassero a respirare.

John si sente particolarmente euforico, svegliandosi prima degli altri per preparare la colazione per tutti; è ancora carico per il concerto di due sere prima, anche gli altri sembrano animati da una sorta di allegria e complicità, ritornando ad una routine "famigliare" più sopportabile. Non che la tensione sessuale tra di loro sia scomparsa -anzi, John crede di poter esplodere ormai arrivato a così poco dal traguardo- ma di certo non c'è più quell'inquietudine che li aveva fatti deambulare tra di loro in quei giorni.

Freddie lo sorprende alle spalle, dandogli piccoli baci sulla guancia, facendolo sghignazzare mentre prepara le uova per tutti e quattro e anche Roger sembra incline alle coccole, rispetto all'ultima loro volta in cui praticamente lo stava supplicando di fargli un pompino nel mezzo del corridoio del Rainbow.

Brian ha una luce diversa negli occhi e un sorriso malandrino, ma lo stesso riesce a dargli un casto bacio sulla tempia di una dolcezza infinita da far sfarfallare il cuore del più piccolo.

I ragazzi accennano al fatto che quella sera sarebbero usciti e sarebbero restati fuori quella notte.
-Tesoro, ti vogliamo più bello che mai stasera, intesi?- gli dice Freddie scambiando uno sguardo complice con gli altri tre, come se John non se ne fosse accorto che stanno tramando qualcosa.

Gli dicono anche di prepararsi un piccolo cambio, che avrebbero preparato una borsa per tutti e tre e John non può essere più eccitato come in quel momento. C'è una sorpresa, sicuramente i ragazzi gli han fatto un regalo che non avrebbero dovuto fare, sapendo perfettamente che gli sarebbe bastato e avanzato quello che avrebbero fatto alla mezza notte del suo ventesimo compleanno.

Ma molto probabilmente c'è lo zampino di Roger di mezzo,fomentato da Freddie; ci tengono particolarmente alle ricorrenze, alle festività e ai compleanni per cui non si stupisce più di tanto. Il biondo cerca sempre di mascherare quella sua vena di dolcezza e cura per questi particolari, volendo passare per il gradasso che non è. Non ha avuto un'infanzia che si può definire tale e ci tiene davvero tanto a festeggiare al meglio questi momenti, in una nuova famiglia che lo ha accettato e che lo ama alla follia.

In quell'istante avrebbe soltanto voluto abbracciarli tutti e sommergerli di baci fino a che non si sarebbero stufati e lo avrebbero dovuto cacciare via a forza, perché sente il cuore impazzire di gioia di fronte a queste esternazioni d'affetto e di certo il sorriso che gli tira la bocca non accenna a diminuire, neanche di fronte ad una improvvisa discussione tra il biondo e Brian.

John si sente sfiorare piano la coscia nuda dai pantaloncini corti, la mano di Freddie gli accarezza piano il ginocchio, questo gli rivolge un sorriso dolce.

-Stai bene, darling?- sussurra delicato ricevendo come risposta un bacio a stampo sulla guancia, e la presa attorno al suo ginocchio si fa leggermente più decisa.

È nel momento in cui apre il cassetto dell'armadio che si accorge di non avere più dei boxer puliti. Impreca mentalmente, dando la colpa alle ultime loro sessioni di petting, dove letteralmente gli altri tre avevano cominciato a trovare eccitante il farlo venire vergognosamente nel proprio intimo, anche solo facendogli strusciare una gamba tra le sue.

Sarebbe voluto ritornare in salotto, additandoli di essere degli imbecilli se adesso si ritrova nella situazione di doversi cambiare e andare a fare una corsa al negozietto sotto casa per prendersene un paio nuovi sperando di trovare quelli della sua taglia.

Non ha gusti particolarmente strani, preferendo sempre dei semplici boxer ma per quella sera avrebbe voluto mettere qualcosa di più carino; Freddie gli ha regalato un paio di culotte di raso nero i primi tempi della loro relazione, molto comode e leggermente a pantaloncino, ma anche quelle sono state vittime dei loro giochini e quindi giacciono macchiate sul fondo del cestone dei vestiti sporchi.

Logicamente non avrebbe fatto in tempo a fare una lavatrice e sperare che si asciughino giusto per quella sera...quindi sbuffando decide di uscire velocemente, infilandosi una tuta decente e le scarpe.

Freddie gli urla dalle scale anche di comprare della frutta alludendo alle banane, le sue preferite.

Ottimo.

Intimo e banane. Non dovrebbe sentirsi in imbarazzo ma è la combinazione delle due cose e associandola a quello che già ha per la testa si ritrova a sentire improvvisamente più caldo del dovuto.

Sbuffa annoiato quando si ritrova davanti al reparto di biancheria intima del negozio, letteralmente saccheggiato come se improvvisamente tutti gli uomini del loro quartiere si fossero ritrovati nella sua stessa situazione.

Ma rimangono un paio di boxer bianchi.

Gli conviene prenderli prima che venga a tutti e tre la malsana idea di suggerirgli di andare in giro senza intimo o a Roger di prestargli i suoi...

Pronto a dirigersi alla cassa, si ricorda di prendere un casco di banane per Freddie ed è quando passa di fronte allo scaffale con le schiume da barba e i rasoi che si ferma per un istante, improvvisamente nella sua testa sembra tornare con prepotenza un'idea avuta qualche tempo prima.

Fissa i vari modelli di lamette e delle marche di schiume e creme per la depilazione.
John non ha avuto molte esperienze sessuali prima di avere questa relazione a tre, l'unica ragazza con cui fece qualcosa di sessuale era stata Veronica, una sua compagna del college ma con cui sciaguratamente non era neppure riuscito ad arrivare in seconda base, venendo fin troppo velocemente non appena incominciato i giochi.

Ma una cosa se la ricorda: quanto le gambe di Veronica fossero lisce, fresche di depilazione e crema per il corpo. Gli era piaciuto baciarle dalle caviglie fino all'interno coscia. Aveva anche rasato le ascelle, gliele aveva accarezzate e anche gli avanbracci; tutto per lasciarsi baciare e toccare da lui.

E quel pensiero di quanto gli fosse piaciuto toccare un corpo quasi del tutto glabro lo aveva portato molte volte a pensare di fare una sorpresa del genere ai suoi ragazzi.

Corruga le sopracciglia, sorride tra sé come se stesse pianificando un perfetto piano malefico. O questa volta o mai più, perché lui si conosce, se non avesse preso la palla al balzo non lo avrebbe mai fatto.

Guarda l'orologio al polso sinistro, facendo un rapido calco del tempo che gli rimane prima di dover uscire per la serata e corre alla cassa, mettendo sul nastro trasportatore due paia di boxer bianchi, un casco di banane e rasoio e schiuma da barba.

•'¨'°÷•..××,.•'¨'°÷•..§

Zaooo.

Io non dovrei essere qui ma shhh.

Finisco di pubblicare tutte le parti e poi mi levo uwu.

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