𝑪𝒆𝒕 𝒂𝒏𝒈𝒆 𝒃𝒍𝒐𝒏𝒅

490 15 15
                                    

{Maylor. Così accontento un po' tutti...soprattutto tizix :)}

Parigi ore 19.30,
Sorbonne Université

Brian May è piuttosto soddisfatto di sè stesso, mentre esce dall'aula e cammina nei corridoi affolati della Sorbonne.

Deve ammetterlo non si sarebbe aspettato un gran successo per la sua prima conferenza tenutosi in terra francese.

"Sei stato fantastico" la voce squillante di Anita è euforica mentre si avvicina a lui sfoggiando un sorriso soddisfatto "Ma non potevamo aspettarci di meglio!"Brian si trova bene con lei: è la sua coordinatrice durante le conferenze e la ammira per il suo diligente lavoro.

"In realtà ero molto nervoso." afferma incerto da tanta cortesia mentre la donna ridacchia dandogli una pacca rassicurante sulla spalla. "Non essere modesto Brian: sei portato per queste cose." gli sorride rassicurante, e lui arrossisce come uno scolaro per i complimenti ricevuti da una persona che trova brillante.

"Senti io e altri colleghi vorremmo andare a festeggiare in un locale in centro, se ti fa piacere venire sei il benvenuto: dopotutto sei tu la star di questa discussione."

Brian si mordicchia nervoso il labbro; non conoscendo nessuno, a parte Anita, ha sempre paura di sentirsi fuori posto. Osserva dalle vetrate i giardini della prestigiosa università riempiti di studenti e professori, quando inizia piovigginare: la pioggia sottile tipicamente francese che a lui piace.

E' un'atmosfera romantica che rende ancora più speciale Parigi.

"Sei gentile ad invitarmi, veramente ma..."

"Non hai l'ombrello..."conclude per lui Anita. Mettono piede fuori dal college e Brian annusa l'aria che sa di pioggia.

"Anita ti rendi conto: piove, e io sono a Parigi." continua chiudendo gli occhi rilassandosi mentre la donna ridacchia dietro di lui.

"Non sei troppo serio, per essere un astrofisico di fama mondiale!" dice lei, dando un colpetto sulla sua spalla, lui la guarda pensieroso.

"Ti ringrazio per l'invito a cena, ma mi sentirei completamente fuori posto." si ripara dallo scrosciare delicato della pioggia sotto il gran portone dell'università "E poi stasera preferirei passeggiare per Parigi e, insomma, sgomberare la mente. E soprattutto tornare in albergo presto."

"Ma come con la pioggia? Sei sicuro di non voler venire con me, o ti faccio chiamare un taxi?"

Anita è logicamente preoccupata mentre fissa Brian, lui nega ancora con la testa "Veramente, ti ringrazio ma sto bene così." conclude e la donna non può far altro che non alzare le spalle e lasciare che l'uomo più anziano le passi avanti.

Brian preferisce prendersela comoda: sceglie strade secondarie e poco battute dalle persone, come ha letto nella guida prima di partire, anche se con questo tempo Parigi è piuttosto deserta ma i turisti sono un po' ovunque.

Le sue gambe lo portano nel vivace quartiere di Montmartre, frequentato nell'800 da pittori e artisti e famoso per la grande cupola della basilica del sacro cuore: eterea e imponente la basilica domina con il suo sguardo tutta la città.

La scalinata poi rappresenta un vero e proprio teatro urbano dove Brian ammira incantato gli artisti di strada che si esibiscono anche alle ore più tardi della notte.

Mentre sta fissando incantato un giocoliere particolarmente bravo, Brian sente lo stomaco brontolare e si rende conto che è arrivata l'ora di cena; si incammina verso un bistrot dall'aria semplice e casalinga.

Si siede a un tavolino iniziando a ordinare un calice di vino rosso, e dei formaggi che inizia a mangiucchiare, osservando l'andirivieni parigino e svuotando completamente la mente sentendo solo diverse chiacchiere di ragazzi a un tavolo più in là, che discutono forse, di musica.

գυєєи||οиє ѕнοτOn viuen les histories. Descobreix ara