𝑪𝒐𝒐𝒍 𝒄𝒂𝒕𝒔

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{Deacury. Ha vinto il sondaggio queendi ecco a voi uwu}

Roger bussa alla porta.

Una volta.

Una seconda e anche una terza.

Sbuffa, non gli piace aspettare.

Sbadiglia, si da una grattata alla tempia, si guarda le punte delle scarpe.

Storce il naso e alza ancora il pugno pronto per farlo ancora, ma la serratura scatta e si apre uno spiraglio da cui ne esce Freddie.

Ha i capelli totalmente scomposti, arruffati come il pelo di un gatto che si è appena azzuffato per strada, gli occhi sono fessure e gli regala pure uno sbadiglio annoiato.

-Alla buon'ora-

Freddie sghignazza, quei denti bianchi e prominenti saltano fuori dalle sue labbra grandi e appoggia la tempia contro lo stipite della porta quando Roger, butta un occhio oltre la sua spalla magra, con fare troppo curioso.

-Sai che ore sono?-

-Non mi piace svegliarmi presto-

-Si, ma è ora di andare-

Roger vorrebbe tenere il tono di voce più stizzito e perentorio ma non gli riesce mai quando ha Freddie davanti.

Possono discutere, prendersi a parole anche forse spintonarsi se sono in sala d'incisione, ma sono amici, non ci riesce ad essere troppo aggressivo nei suoi confronti. Non se gli si presenta con gli occhi ancora impestati di sonno e forse quel sorriso malizioso che lo addolcisce.

-Dammi cinque minuti- alla fine gli ubbidisce.

-Va bene, va bene- alza le mani e sghignazza pure lui, girandosi appena pronto per tornare da dove era arrivato.

-Questa mattina devo fare da baby sitter a tutti. E' scomparso anche John- fa per andare, poi si gira appena o lo guarda oltre la spalla -tu l'hai visto?-

Freddie scuote piano la testa, i capelli lunghi e cotonati si muovono in modo delizioso.

-No, ma se lo vedo gli darò un bacio anche da parte tua- e dopo avergli regalato una strizzata d'occhio richiude piano la porta.

***

Quando Freddie rientra in stanza si passa una mano sul viso, se lo stropiccia, stringendosi meglio poi l'asciugamano stretto in vita.

Si gira piano verso il letto, un mucchio di coperte sfatte al centro. E lui sorride dolce nel vederlo nascosto li sotto come un animale che non vuole farsi trovare.

-Via libera, dolcezza- dice piano mentre si avvicina ma quel grumo di lenzuola non accenna a muoversi.

Allora Freddie poggia il ginocchio sul materasso, che si abbassa appena quando si sporge in avanti.

Allunga la mano destra, afferra un lembo di coperta e tira piano verso di se scoprendo quel bozzolo di braccia magre e capelli lunghi e scompigliati che era John.

Adorabile.

E' girato con la pancia verso il materasso, il viso nascosto sotto le braccia piegate e i capelli che gli scivolano fino a metà schiena. Sono morbidi, sembrano quelli di una principessa, mossi in onde che Freddie distrattamente, molte volte arrotolava tra le dita lunghe.

Gli scosta una ciocca dalla spalla, gliela punzecchia e John mugugna.

-Deacy?- lo chiama ancora, piano, quasi avesse timore a svegliarlo perché gli piaceva troppo vederlo così. Allora ecco che lentamente, oltre la piega del gomito, John si palesa, socchiude gli occhioni e storce il naso.

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