Nightfall Whisper //Drarry

By whatliesintheend

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Draco si fermò ad un certo punto. S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di que... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50

Capitolo 20

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By whatliesintheend

Col passare delle settimane, le giornate divenivano sempre più fredde e monotone, Draco era circondato solo da sguardi indiscreti e bisbigli velenosi alle proprie spalle.
Se glielo avessero detto prima, Draco non avrebbe mai creduto che parlare con Pansy gli sarebbe mancato così tanto.
Anzi, che parlare con qualcuno in generale gli sarebbe mancato così tanto.

Era arrivato al punto di borbottare tra sè e sè parole sconnesse o discorsi improvvisati solo per ricordarsi che suono avesse la propria voce.
Non lo avrebbe sorpreso, arrivato a quel punto, che Halloween sarebbe passato senza che lui avesse qualcuno con cui festeggiarlo.

Di questo gli dispiaceva da morire, non solo perchè la solitudine e l'odio che gli aveva procurato la reputazione di Mangiamorte che aveva cucita addosso e ancora incisa nella carne contro la propria volontà, lo stavano mettendo alla prova più del previsto, quanto perchè lui adorava Halloween.
E per una volta questo non aveva a che fare con Potter.

Eppure al Grifondoro in questione non sfuggiva il modo in cui Draco fosse isolato.
Certo, non era mai stato un tipo particolarmente socievole, eppure in qualche modo tutti i Serpeverde fino a quel momento avevano visto in lui una sorta di esempio e non era raro che cercassero di parlargli.
Invece ora era solo del tutto, nemmeno la Parkinson gli rivolgeva più la parola e questo portò Harry ad avere di lei un'opinione ancora più negativa di prima.

Comunque quella situazione non gli piaceva, starsene con le mani in mano a guardare quel ragazzo logorarsi e basta, peraltro facendo finta che non stesse davvero succedendo, lo mandava in bestia.
Insomma, di tempo ne era passato e con esso tanta acqua sotto i ponti, ma era come se Draco non avesse ancora imparato ad apprezzarsi per quello che era e a scendere da quel maledettissimo piedistallo.

Molto bene dunque.

Si disse Harry una sera, al dormitorio di Grifondoro, chiudendo di scatto la Mappa del Malandrino, che ormai si ritrovava ad aprire solo per tenere d'occhio Malfoy.

Se non intendi tirarti fuori da questo strazio, Malfoy, lo farò io per te.

Si alzò dal letto e si mise a cercare una felpa: nei sotterranei faceva sempre un freddo tremendo.
Fece per uscire dalla propria stanza, ma sulla soglia si bloccò e si girò a guardare il baule ai piedi del letto in cui teneva il Mantello dell'Invisibilità.

D'impulso fece per ignorare la propria coscienza che sottolineava come sarebbe stato più sgradevole che altro per Malfoy interagire, tra tutti, proprio con lui, Harry Potter.

Insomma aveva già sbagliato una volta nascondendosi e le sue azioni avevano ferito il suo orgoglio e i suoi sentimenti, senza contare che l'avevano fatto sentire in colpa per il modo in cui aveva mentito.
Tuttavia, sapere che il proprio piano contemplasse una percentuale, anche minima, di fallimento e che ciò avrebbe portato Draco a un isolamento forzato per ancora lunghi mesi, beh, questo lo convinse a commettere lo stesso errore per la seconda volta.

Prese il Mantello e tornò nei panni di James, uscendo dalla torre di Grifondoro e scivolando per i corridoi del castello, illuminati solo da sottili raggi di luna che filtravano dai mosaici delle vetrate, fino a raggiungere i sotterranei, dove dormivano i Serpeverde.

Si sorprese di ricordare perfettamente quale fosse la stanza di Draco perfino senza la Mappa del Malandrino.
In ogni caso quella gli era stata utile in precedenza, si era accorto come quell'anno Draco nemmeno avesse un compagno di stanza data la carenza di iscritti di Serpeverde dell'ottavo anno.

Harry capiva quelli come Zabini e Nott... dover scegliere se sottoporsi a un calvario costante o stasersene a casa in santa pace non doveva essere poi così difficile, ma allora non poteva fare a meno di chiedersi come mai Draco invece fosse tornato.

Beh, se non fosse stato cacciato su due piedi, Harry avrebbe soddisfatto tutte le sue curiosità.

Spinse la porta e uno spiraglio di luce illuminò il pulviscolo nella stanza che fu scosso dal movimento con cui Harry, ancora invisibile, entrò nella stanza e si mosse freneticamente per un attimo prima di stabilizzarsi e prima che la porta si chiudesse alle spalle del ragazzo con un suono secco, ma moderato.

"Ehy"

Mormorò Harry nel totale silenzio, titubante mentre si toglieva il Mantello e fissava il punto in cui poteva solo intuire Draco si trovasse, mentre i suoi occhi si abituavano gradualmente al buio di quella stanza.
Lo sentì irrigidirsi, suppose si fosse seduto, immaginò lo stesse guardando, ma per un po' non lo sentì parlare.

"Ma come, mi hai già dimenticato?"

Scherzò debolmente, senza trovare il coraggio di fare un passo avanti.
Non era così improbabile che Draco potesse esplodere e cacciarlo a calci.
Ma non lo fece, seppur questo non cancellò il rancore nascosto nel suo tono di voce.

"Che ci fai qui? Mi pare di ricordare che Blaise ti avesse messo una gran fifa l'ultima volta."

"Non è così che è andata"

Si affrettò a difendersi Harry, ferito nell'orgoglio.

"No, e come allora?"

Ribattè prontamente Malfoy, incrociando le braccia al petto, per quanto quasi sicuro che il gesto sarebbe passato inosservato.

"Beh lui aveva ragione. Venire qui e aspettarmi che tu ti fidassi di me senza fidarmi di te è stato meschino. Mi hai permesso di conoscerti e io non ti ho permesso di fare lo stesso. È stato sbagliato."

Tutto ciò che seguì quelle parole fu la risata sarcastica di Draco, che si alzò dal letto, scuotendo la testa nell'ombra rassegnato.

"Ma davvero... allora perchè sei di nuovo qui?"

Facile, la risposta a quella domanda era decisamente più facile da esprimere.

"Perchè sapere di poterti aiutare e non farlo sarebbe ancora più sbagliato."

Il biondo sollevò un sopracciglio, riscoprendo con piacere quanto fosse facile estorcere la verità da quel ragazzo così schietto.
Tuttavia non intendeva mollare la presa, non ancora.

"Dici? Allora immagino non sia un problema se accendo la bacchetta..."

Harry strinse la presa sul Mantello che teneva ancora piegato in mano e deglutì nervosamente, realizzando di sentirsi vulnerabile in quel momento.

"No, non lo è."

Disse, cercando di fare in modo che il suo mormorio non sembrasse spaventato.
Tuttavia qualcosa doveva essere stato abbastanza evidente nel suo tono di voce da portare Draco ad avanzare nella sua direzione senza fare nulla.

"Ma?"

Lo esortò il Serpeverde, curioso di scoprire cosa passasse per la testa di quel ragazzo.
Insomma era sparito senza dire nulla, non aveva fatto niente per contattarlo o attirare la sua attenzione e ora tornava, vomitandogli addosso il suo virtuosismo e le sue buone intenzioni.

Nascose un sorriso divertito nel momento in cui non potè fare a meno di pensare quanto quel comportamento fosse "da Potter".
Forse era proprio questo che gli era sempre piaciuto di lui... un pochino somigliava a Harry nei modi che aveva, nel suo sfidarlo apertamente.

"Ma penso che se lo facessi non vorresti più il mio aiuto. Rimarresti solo e ti convinceresti di poterlo gestire, perchè l'hai scelto tu e, probabilmente, peggioreresti e basta."

La tensione di quel botta e risposta stava sfiancando Harry.
Il moro iniziava a chiedersi quando gli sarebbe stato concesso di respirare in modo regolare di nuovo, ma più Draco si avvicinava, più quel momento sembrava lontano.

"Hai finito con la psicanalisi Corvonero dei miei calderoni? E cos'è questa, una minaccia velata? Lo sai con chi stai parlando?"

Mentre lo diceva, però, Draco aveva sorriso divertito e il moro se n'era accorto, interpretando la cosa come un buon segno, si permise di sorridere a sua volta.

"No, più una semplice constatazione."

"Ah, una constatazione... va bene, per oggi passi, ma questa volta non rinuncerò a scoprire chi sei così in fretta. Ti permetto di non svelare la tua identità, ma, se vuoi restare, dovrai promettermi che sarai sincero se mai ti facessi una domanda su di te."

Draco era serio di nuovo, ed era nel giusto per quanto in realtà nessuno dei due fosse esattamente nella posizione di avanzare pretese.
La verità era che le parole di James avevano colpito il biondo a fondo e in modo molto più preciso di tutti i mormorii che lo seguivano nei corridoi dandogli dell'assassino.

"Lo prometto"

Sospirò Harry e si grattò la nuca distrattamente mentre cercava di prevedere ogni situazione scomoda in cui avrebbe potuto trovarsi per via di questa sua decisione avventata.

Eppure, più ci pensava, più l'idea di essere smascherato non gli sembrava malvagia... avrebbe potuto parlare ad alta voce almeno, o guardare Draco dritto in faccia senza dover intuire o indovinare ogni sua espressione.

Ovviamente scacciò il pensiero di quella possibilità per il bene dello stesso ragazzo, non perdendo nemmeno tempo a darsi dello sciocco per averla considerata sul serio.

"Bene"

Draco sorrise vittorioso e diede le spalle a James, tornando a buttarsi sul letto, ma lasciandogli spazio a sufficienza perchè il ragazzo lo imitasse.

In quel momento anche il Serpeverde aveva avuto un pensiero azzardato: aveva creduto che ci fosse una piccola possibilità di non trascorrere Halloween da solo e che quell'anno scolastico avrebbe perfino potuto non essere così male.

N/A

Scusate i capitoli corti, cerco di contenere il numero di parole e non so nemmeno io per quale inutile procedimento mentale.

Ary❄

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