Il risveglio delle Streghe

By _Fedra_

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Cosa succederebbe se i fratelli Pevensie arrivassero a Hogwarts? Quale ruolo avrebbero nella battaglia contro... More

Presentazione
Personaggi - Susan Pevensie
Personaggi - Jane Potter
La nuova scuola
"Una mente brillante fu tosto la cosa più importante"
Senza perdono
Fuoco e ghiaccio
Di nuovo prescelto
Un suggerimento inaspettato
La prova più difficile
Il sotterraneo
La fin troppo preziosa dispensa di Piton
Questioni di famiglia
La donna con i guanti bianchi
L'incubo si ripete
Missione di salvataggio
Solo una parola
Faccia a faccia
Il prigioniero
La nuova vita di Edmund Pevensie
[Il sequel è online!]
The Diary of Jane
~ La Sentinella ~

"Aiutami!"

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By _Fedra_


Cara Lucy,

non ci crederai, ma Peter ha reagito davvero bene alla sua esclusione dal Torneo Tremaghi. Passato il muso lungo dei primi giorni (e ti posso assicurare che era diventato davvero insopportabile), è tornato a essere quello di sempre, anzi, si è messo a fare attivamente il tifo per Harry.

Dal canto suo, Harry non può che essergli grato: a scuola sono quasi tutti convinti che sia stato lui a mettere il suo nome nel Calice di Fuoco e persino Ron, il suo migliore amico, gli ha voltato le spalle. I Serpeverde, poi, hanno superato ogni limite di sopportazione. Draco Malfoy, un ragazzo presuntuoso con i capelli unti di gelatina, ha messo in giro delle spille denigratorie con scritto "POTTER FA SCHIFO" e le ha rifilate praticamente a tutta la scuola. Mi domando perché i professori non le abbiano ancora confiscate.

Ormai, gli unici a restare accanto a Harry siamo io, Peter, Jane e Hermione. Sai, pensavo di starle antipatica, quando me l'hanno presentata. Ora, invece, ho scoperto che abbiamo un sacco di cose in comune e siamo diventate ottime amiche. E poi c'è Nigel, il ragazzo del primo anno che ho ripescato dalle acque del lago. Credo che tu e Nigel diventereste ottimi amici. Non vedo l'ora di fartelo conoscere!

E tu come stai? E la mamma? Cos'è questa storia che Charlie è di nuovo venuto a cena a casa nostra?

Fammi sapere!

Baci,

Susan

***

La luce della candela iniziava a traballare, ma Jane non ci fece caso, intenta com'era a combattere le palpebre che si facevano sempre più pesanti per la stanchezza. Doveva finire assolutamente quel maledetto tema sugli effetti delle Maledizioni Senza Perdono, compito assegnato da Moody di argomento talmente sgradito da essere affrontato per la prima volta solo dopo le nove di quella sera.

Dopo aver riscritto la stessa frase per la ventesima volta, Jane appallottolò il foglio di pergamena e lo gettò nel camino acceso. Restò a fissare con aria assente le fiamme che lo divoravano, poi ricominciò a scrivere. Il filo logico dei suoi pensieri veniva continuamente interrotto dalle sue preoccupazioni.

Innanzitutto Harry. La prima prova si sarebbe tenuta il 24 novembre e i campioni avrebbero saputo in che cosa consisteva solo il giorno stesso della gara. Fantastico. La ragazza cercava di stare vicino al fratello in tutti i modi, tentando di aiutarlo a potenziare la sua abilità negli incantesimi e cercando di tirargli su il morale, ma la cosa risultava ogni giorno più difficile, anche perché i suoi compagni avevano iniziato a prendere di mira anche lei. Senza contare che Jane sapeva fin troppo bene che fuori dal castello c'era ancora gente che desiderava vederli morti tutti e due e che il fatto di far partecipare Harry a una gara così pericolosa sarebbe stato un modo perfetto per eliminarlo. Il problema era riuscire a risalire all'identità di questo nemico e capire come fosse riuscito a penetrare tra le mura di Hogwarts. La faccenda era tutt'altro che rassicurante.

E poi c'era Ron, che, in preda a un insensato attacco di gelosia, aveva smesso di rivolgere la parola a Harry per alimentare ulteriormente le maldicenze contro di lui. Jane non si sarebbe mai aspettata un simile voltafaccia da parte sua. Si sarebbe stupita molto meno se al suo posto ci fosse stato Peter. Il maggiore dei Pevensie, invece, non solo sosteneva fermamente Harry, ma era anche un feroce oppositore di Cedric Diggory, che l'anno prima aveva soffiato a Grifondoro la Coppa di Quiddich, catturando il Boccino proprio mentre il Sopravvissuto stava precipitando dalla scopa.

Il fatto era che, insieme all'ostilità nei confronti di Harry, Ron si fosse messo anche contro Jane. Non la salutava neanche più quando la incontrava e, se lei provava a rivolgergli la parola, lui voltava la testa da un'altra parte. E questo le provocava una sofferenza indicibile.

Già, perché a Jane Ron piaceva e tanto, anche. Aveva trovato il coraggio di dirglielo l'estate precedente, alla Coppa del Mondo di Quiddich. In tutta risposta, Ron le aveva sorriso, l'aveva abbracciata e le aveva detto che per lui sarebbe rimasta un'amica fantastica. Tutto qui. Lì per lì, Jane non aveva versato neanche una lacrima, ma dentro di sé stava malissimo.

Da quel giorno in poi, niente era stato come prima. Con Ron continuava a ridere e scherzare come se non fosse successo nulla, ma tra loro non c'era più la serena atmosfera di una volta. I sentimenti di Jane avevano frenato la fresca spontaneità della loro amicizia e adesso entrambi cercavano di controllare gesti e parole, per evitare di tradire segnali che avrebbero potuto essere fraintesi.

E, ora che Ron sembrava aver tagliato definitivamente i ponti con i Potter, Jane era sprofondata nella disperazione più nera. Non aveva mai confidato a suo fratello e ai suoi amici i suoi sentimenti per via del suo ostinato orgoglio. Odiava mostrarsi debole con gli altri, lei che era stata sempre considerata una leader. Sapeva che, a questa notizia, l'avrebbero subito presa in giro. Dal canto suo, Ron non aveva aperto bocca con nessuno di loro e ciò era un bene.

Jane andò avanti fino a notte fonda, poi, verso le tre, si arrese al sonno e si addormentò lì, sul tavolo della Sala Comune, con la testa appoggiata alla pergamena. Quando si risvegliò, era giorno fatto e una lama di luce bianca le scaldava dolcemente la nuca. Jane raccolse le sue cose e si avviò al piano di sotto, salvo scoprire, una volta scostato il ritratto della Signora Grassa, di non essere più a Hogwarts.

Si trovava in un grande salone buio, al cui centro brillavano i tizzoni ardenti di un focolare sul punto di spegnersi. Davanti al camino c'era un ampio sofà rivestito di porpora. Jane caracollò accanto alla poltrona. Qualcuno vi aveva abbandonato sopra una coperta di lana e un libro di fiabe per bambini. La ragazza lo prese tra le mani e iniziò a leggere distrattamente, quando si accorse di non essere più sola.

Il ragazzo dai capelli scuri che aveva sognato diverse notti prima era emerso dall'oscurità e ora la fissava con un'espressione torva dipinta nei grandi occhi scuri.

–Ciao! – lo salutò lei. – Ѐ tuo questo? – soggiunse indicandogli il libro.

Il ragazzo non rispose. Fissava il vuoto davanti a sé, come se Jane non esistesse.

–Tu vivi qui? – chiese ancora la ragazza, provando ad avvicinarsi. – Ehi, riesci a sentirmi?

L'altro restò in silenzio; poi, improvvisamente, sgranò gli occhi, come se si fosse finalmente accorto di lei, e sussurrò: – Aiutami!

–Jane! JANE!

La ragazza aprì gli occhi lentamente. Aveva ancora la faccia appoggiata sulla pergamena e parte dell'inchiostro che non aveva fatto in tempo ad asciugarsi la sera prima le aveva impregnato sulla guancia frammenti di parole. Jane sbatté le palpebre e si trovò a pochi centimetri dal naso di Hermione.

–Sono già le otto, Jane! – esclamò la ragazza.

–Cosa?

Jane scattò in piedi, facendo per mettere via le sue cose. Le due ragazze scesero le scale a rotta di collo e corsero nell'aula del professor Ruf. Non appena si fu assicurata che il tetro docente fosse completamente immerso nel suo mantra fatto di decreti e rivolte di goblin, Jane estrasse di nuovo il tema per Moody e lo finì in meno di venti minuti; poi si girò verso Harry. – Partita? – gli chiese con un sorriso innocente.

Harry ammiccò e insieme presero a massacrare il testo di Storia della Magia con i loro grafici della battaglia navale, sotto lo sguardo scandalizzato di Hermione.

–Sai che sono un po' di notti che faccio un sogno strano? – sussurrò a un certo punto Jane.

–Davvero? Che cosa? – fece Harry.

–C'è sempre un ragazzo con i capelli scuri, più o meno della nostra età. Ѐ come se volesse chiedermi aiuto, ma non so perché. E poi, anche se non l'ho mai visto prima d'ora, ha un'aria terribilmente familiare.

–Mmmm, un ragazzo dai capelli scuri...che strano! E perché mai dovrebbe chiedere aiuto proprio a te?

–Non lo so. Non so nulla di lui, chi è e cosa lo minaccia. E mi fa anche un po' paura.

–Forse sei un po' troppo agitata, Jane. Ѐ probabile che fosse solo un incubo.

–Sei sicuro, Harry? Insomma, è già qualche volta che mi succede e poi, se non sbaglio, anche a te è accaduta una cosa simile, di recente.

–Oh, ti riferisci a quel sogno che ho fatto su Voldermort e Codaliscia? – Harry abbassò prudentemente il tono di voce. – Sto aspettando una risposta da Sirius, a proposito di questo.

Sirius Black era il padrino di Harry, incarcerato ad Azkaban con la falsa accusa di aver tradito i Potter e di aver ucciso Codaliscia, alias Peter Minus, nonché il vero responsabile di quella vicenda. Fortunatamente, i gemelli erano riusciti ad apprendere la verità all'inizio dell'estate precedente, aiutandolo a evadere in sella a un ippogrifo con l'aiuto di Silente.

–Non sono sicuro che quel sogno fosse vero – continuò Harry. – E spero proprio di essermi fatto semplicemente suggestionare.

All'ora di pranzo, Harry e Jane trovarono un'inferocita Susan seduta tutta sola al tavolo di Corvonero, con una copia della Gazzetta del Profeta mezza accartocciata tra le mani.

–Sue! – la salutò Jane balzando al suo fianco. – Che succede?

La ragazza sbuffò. – Primo, – grugnì inferocita – mia madre ha di nuovo invitato a cena Charlie Winston.

–Chi?

–Sarebbe un tizio che lavora all'ufficio postale vicino casa nostra – precisò Susan. – Sono due anni che lui e la mamma si conoscono, ma ultimamente lei ha preso l'abitudine di farlo venire a cena da noi.

–Oh, be'...in fondo...

–Papà resta papà, va bene? – sbottò Susan. Era paonazza.

Harry e Jane si guardarono negli occhi e sospirarono. Chi meglio di loro, orfani di entrambi i genitori e cresciuti da estranei, poteva capire che cosa provasse la loro amica?

–E la seconda cosa? – si affrettò a domandare Harry.

–Leggete qua! – replicò Susan, sbattendo sotto il loro naso la copia del Profeta.

–Oh, no! – gemette Jane nel leggere il titolo.

TROVATA MORTA LA PICCOLA HILARY LEXINGTON

Non c'è stato nulla da fare per Hilary Lexington, la bambina di dieci anni scomparsa da Liverpool il 31 ottobre scorso, dopo aver fatto uso della magia per difendersi da alcuni teppisti della sua scuola che avevano tentato di derubarla. Il suo corpicino è stato ripescato all'alba di stamani da alcuni allibiti operai del porto cittadino, che hanno avvertito immediatamente le autorità.

Le modalità dell'omicidio si riallacciano immediatamente a quello avvenuto il mese scorso, quando un bambino di dieci anni è stato trovato morto in un bosco nei pressi di Southampton, Yorkshire, con addosso i segni delle Maledizioni Senza Perdono. Gli inquirenti hanno proposto di riaprire immediatamente il fascicolo sulla Signora In Nero, l'assassina di figli di Babbani che ha dato del filo da torcere persino agli Auror più esperti.

–Non si sa ancora con certezza chi ci sia dietro queste sparizioni – ha dichiarato il Ministro della Magia Cornelius Caramell. – Quello che è certo, è che esse sono opera del medesimo individuo e per questo si raccomanda la massima prudenza da parte dei membri dell'intera comunità magica.

Hilary Lexington era indagata dall'Ufficio per l'Uso Improprio della Magia e avrebbe rischiato severe sanzioni per l'aggressione ai suoi compagni. Inizialmente, gli Auror pensavano che la sua fosse una semplice fuga in seguito al suo atto di violenza, ma, a quanto pare, le cose non stavano proprio così. Nessuno l'ha vista in compagnia di estranei e, ancora una volta, i genitori della vittima erano all'oscuro dei poteri della figlia.

Per questo motivo, il Ministero sta avanzando ulteriori precauzioni per proteggere i figli dei Babbani da nuove aggressioni.

–Che storia! – esclamò Jane tristemente.

–Ѐ tornata, capite? Sono ricominciate le sparizioni e sono tutti bambini dell'età di mia sorella – Susan si mise le mani nei capelli. – Che posso fare, ragazzi?

–Per prima cosa, Lucy non deve mai stare da sola o dare confidenza agli sconosciuti – rispose Jane decisa. – Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi, anche se non mi fido dei metodi grossolani del Ministero. Sarebbero capaci di sguinzagliare i Dissennatori per strada, rischiando di prendere la persona sbagliata, pur di non deludere l'opinione pubblica.

–Dissennacosa?

–Demoni succhia anime – precisò Harry.

–Ah, che bello! – esclamò Susan in tono sarcastico.

–Coraggio, c'è qualcosa di peggio dei Dissennatori – intervenne Jane. – Che ne dite di due ore con Moody? 



**** Angolo Autrice ****


Buongiorno a tutti! Com'è andata la vostra Pasqua? La mia abbastanza tranquilla, ovviamente confinata a casa, per questo ne ho approfittato per allestire un mini ufficio sul balcone e scrivere praticamente tutto il pomeriggio ;)

Non potevo mancare all'aggiornamento di oggi, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Allora, che ne pensate della mancata ship tra Jane e Ron? - ammetto che quando avevo l'età della nostra Potter ero anch'io cotta di Rupert Grint, shhhhh! -

E del ragazzo misterioso che continua ad apparire in sogno a Jane? Vi sto dando qualche indizio - l'immagine all'inizio del capitolo dovrebbe essere abbastanza chiara - ma come pensate sia finito fin lì?

Ringrazio come sempre tutti coloro che passeranno a leggere questo capitolo, se vi è piaciuto mi farebbe davvero piacere se lasciaste una stellina o un piccolo commento - vanno bene anche le Strillettere - per aiutare questa vecchia, ma importante storia  a crescere.

Un abbraccio e ancora tanti auguri di buona Pasqua!


F.


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