Nightfall Whisper //Drarry

By whatliesintheend

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Draco si fermò ad un certo punto. S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di que... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50

Capitolo 5

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By whatliesintheend

Quella notte Draco Malfoy non chiuse più occhio.
Nonostante non avrebbe comunque potuto fare molto a riguardo, non si sentiva confortato dalla consapevolezza di aver messo nelle mani di qualcuno che non fosse Blaise uno dei suoi pensieri sinceri.

Apprezzava che quel ragazzo non avesse cercato di saperne di più... dopotutto se n'era andato sapendo fondalmente solo due cose del vero Draco Malfoy: la prima era che lui e Blaise Zabini avevano davvero un bel rapporto.
Non che fosse un gran segreto, metà dei Serpeverde era convinta che presto Blaise avrebbe lasciato Theo per stare ufficialmente con Draco, l'altra metà aveva un cervello e degli occhi e sapeva fare caso al modo in cui si guardavano tutto il tempo Nott e Zabini.

La seconda informazione in possesso dello sconosciuto era che aveva parlato con Harry Potter e che aveva da dire a riguardo, ma soprattutto che il Grifondoro era gay.
Se la notizia si fosse diffusa e si fosse scoperto che era colpa sua forse Harry sarebbe arrivato ad odiarlo ancora di più.
Non che questo cambiasse qualcosa, nel modo più assoluto.

A questo punto Draco poteva solo sperare nella riservatezza del ragazzo, tuttavia non era facile per lui fidarsi... figuriamoci di uno che nemmeno conosceva.
O forse sì... dopotutto o era così oppure lo sconosciuto era stato tanto brillante da saper trovare le parole adatte a persuaderlo dal fare letteralmente luce sulla questione dell'intrusione.
Strise forte il cuscino tra le braccia mentre ormai il Sole fuori dalla finestra alle sue spalle riempiva la stanza con la luce del giorno.
Fu in quel momento che si aprì la porta e Draco fu certo di riconoscere il passo stanco di Blaise e un tonfo secco gli suggerì che il ragazzo si era appena gettato sul letto.

"Blaise... pensavo avresti dormito da Theodore stanotte."

Ripetè la domanda per la seconda volta quella notte e si girò verso il letto dell'amico, sollevato di trovarlo a pancia in giù sul suo letto col volto affondato nel cuscino.
Mugugnò qualcosa poi si girò a guardarlo.

"In realtà quei cretini dei Grifondoro ci hanno portato in Sala Comune tutta la scuola e hanno improvvisato una festa niente male... quindi no, non ho dormito con Theo, ma penso di avergli vomitato addosso a un certo punto."

Draco normalmente avrebbe riso delicatamente nell'immaginarsi quella scena, ma rimase zitto e perso nei suoi pensieri, guardando Blaise oppure l'aria che lo separava da lui.

"Tutto bene, Draco?"

Chiese il mulatto sollevando un sopracciglio e l'altro Serpeverde si riscosse: pensava che almeno per quanto ne sapesse ora, il ragazzo di poche ore prima era un tipo sincero.

"Sì, scusa... mi ero soffermato a pensare"

"Già, ho notato..."

Con una forza sovrumana che lui stesso non aveva idea di possedere, Zabini si mise a sedere sul letto.

"Mi vuoi parlare vero? Ha forse a che fare con la tua assenza alla festa di ieri?"

Il biondo scosse la testa divertito e rassicurato dal modo in cui l'amico riusciva a leggergli come nel pensiero.

"No, in realtà sono tornato abbastanza tardi in dormitorio ed ero molto stanco. Quello di cui ti volevo parlare beh, tanto per cominciare non c'entra molto e non è nemmeno poi così importante ora che ci penso..."

Sembrava che stesse giustificando la sua assenza come si fosse trattato di un delitto... Zabini comprese subito cosa stesse facendo il suo amico la sera prima.
La silenziosa ed eloquente attesa di Blaise che seguì quelle parole costrinse il biondino a non fermarsi lì e a mettersi seduto sul letto a sua volta prima di sputare il rospo.

"Ho solo... scoperto che San Potter ora è San Gay Potter. È stata una bella sorpresa in realtà, non l'avrei mai detto guardandolo anche se... effettivamente è possibile che al quarto anno lui e Diggory... beh, hai capito."

Sul serio ora Zabini non sapeva se ridere o piangere.
Nel dubbio gemette di divertita rassegnazione e raggiunse Draco, sedendosi sul suo letto e circondandogli le spalle con un braccio.

"Draco... sei un caso disperato, veramente. Non starci a pensare su troppo, alla fine questo non cambia niente e lo sai bene..."

Malfoy abbassò lo sguardo affranto come se l'amico avesse appena dato voce alla verità che avrebbe voluto sentire meno in quel momento.

"Sai come la vedo... devi andare oltre. Insomma sono più di cinque anni che riesci a pensare solo a lui in quel modo, non puoi lasciare che ti rovini l'esistenza fino al giorno in cui morirai: concentra altrove le tue attenzioni o soffrirai e basta."

Di nuovo Draco tacque, ma appoggiò la testa sulla spalla di Zabini ed ebbe un piccolo sussulto, poi un singhiozzo e un attimo dopo lasciava che lacrime pesanti e liberatorie gli solcassero le guance.
Era da quel pomeriggio che aspettava di lasciarsi andare...

Aveva concepito l'inutile rivelazione del giorno prima come se avesse potuto avvicinarlo a Harry di un passo, eppure era ovvio che la distanza non era cambiata.
Il mulatto strinse di più a sè l'amico, accarezzandogli un braccio delicatamente e sospirò sconsolato perchè sapevano bene entrambi che era come parlare a un muro: neanche volendo Draco Malfoy sarebbe riuscito a distogliere le sue attenzioni da Harry Potter.

Per questo il biondo era così irraggiungibile: chiunque conoscesse, chiunque si scopasse, non avrebbe mai raggiunto nel suo cuore quel posto preciso che Potter si teneva ben stretto con ogni suo stupidissimo respiro, gesto, sorriso.

Il celebre Grifondoro, dal canto suo, non aveva, stipati in testa come in un armadio troppo disordinato, meno pensieri del Serpeverde...

Tanto per cominciare la sua parte razionale aveva fatto tornare a galla la consapevolezza della grande scoperta che aveva involontariamente fatto poche ore prima: Draco Malfoy era un Mangiamorte, ufficialmente.
Solo in questo modo si poteva spiegare la forte fitta alla cicatrice che aveva sentito quando il biondo lo aveva abbracciato.

Harry riteneva di non stare dando alla notizia l'importanza giusta.
Per qualche assurdo motivo la sua mente continuava a virare sul fatto che effettivamente il Serpeverde l'aveva abbracciato nonostante fosse chiaro che non era stato intenzionale.
Qualcosa continuava a sfuggirgli e si rifugiava continuamente col pensiero nel ricordo di quella stretta delicata, della voce tranquilla di Draco Malfoy che, nascosto nel buio gli sussurrava i suoi pensieri.

Ora Harry era sdraiato sul letto con le mani sotto la nuca e fissava i drappeggi scarlatti del baldacchino sopra di lui.
Era sempre stato convinto che fossero davvero pacchiani, ma non aveva mai dato voce a quel pensiero.
Non aveva motivo di farlo e in egual modo intendeva comportarsi a riguardo degli accadimenti di quella notte.

Erano già facilmente insabbiabili dopotutto: ho bevuto, non ricordo nulla, dormivo, sboccavo.
Girò la testa e lanciò una veloce occhiata a Ron che sonnecchiava beatamente.
Harry era curioso di sapere che faccia avrebbe fatto quando gli avrebbe invece elencato tutte le cavolate in cui si era esibito la sera prima, dall'ardita prova di equilibrismo sul manico di scopa a, ovviamente, il fatto di essere andato a letto con Lavanda Brown.

No, forse avrebbe lasciato a Hermione il compito di fargli una ramanzina che alla fine non si meritava neanche.
Inoltre non aveva motivo di svegliarlo... non avevano intenzione di andare a lezione comunque, come più di metà degli studenti del resto.
Chiaramente, però, Hermione era parte dell'altra fazione, della minoranza in opposizione e trovò metodi spaventosamente efficaci per costringere i due scansafatiche ad alzare dal letto il loro grazioso fondoschiena e trascinarlo a colazione.

Tutti i presenti in Sala Grande non facevano che parlare della bravata della notte appena trascorsa, chi con toni entusiastici, chi di rimprovero, ma ognuno era convinto che non sarebbe stata dimenticata in fretta.
Tuttavia la testa del Prescelto era ben lontana da quell'accesissimo brusio che lo circondava.

Così per tutto il giorno non fece che pensare a Malfoy, era diventata un'ossessione e il tempo in dormitorio lo trascorreva con gli occhi incollati sul cartellino con il suo nome sulla Mappa del Malandrino.
Forse fu l'insieme di tutto questo ad agire sulla sua mente in modo violento, facendo quadrare ogni cosa in modo che "non gli sembrasse una cattiva idea" andare a trovare Malfoy anche quella notte.

Ormai aveva deciso in ogni caso e tentare di fermarsi e sopprimere la curiosità sarebbe stato solo controproducente, quindi indossò il Mantello dell'Invisibilità e scivolò per i corridoi nuovamente bui con tanta adrenalina in corpo quanta ne aveva avuta la notte precedente.
Infiltrarsi nel dormitorio non fu poi tanto difficile, aveva fatto ben di peggio negli ultimi sei anni della sua vita.
Misurò ogni passo fino alla stanza che ricordava essere quella in cui si era infiltrato la notte prima, aprì la porta di un soffio e si creò uno spiraglio attraverso il quale non passava alcuna luce.

Ottimo

Pensò mentre scivolava all'interno attento a non impigliarsi da nessuna parte e non fare rumore.
Ora poteva solo sperare che Zabini non fosse stato lì nemmeno quella notte...
Per questo motivo si sporse verso il primo letto della stanza e lo tastò delicatamente, sollevato di notare che nessuno ci si era coricato.

Un fruscio nella stanza fece girare Draco Malfoy verso la porta, che si stupì di trovare semi-aperta.
Sollevò un sopracciglio e si alzò per chiuderla, misurando cauto i movimenti, quando si girò per tornare a letto faticò a trattenere un grido perchè la sagoma di un ragazzo avvolto dal buio stava piegando una specie di coperta e dava le spalle alla luce flebile della luna fuori dalla finestra, rendendo visibili solo i movimenti del suo corpo in controluce.
Per un attimo Draco pensò che fosse famigliare quel modo di muoversi, ma fu un pensiero veloce a cui diede poco peso mentre raggiungeva il ragazzo ancora sconvolto.

"Che diamine ci fai qui? Sei quello di ieri vero? Ma che ti è saltato in mente, per Salazar se sei inquietante. Cosa diamine vuoi da me? Ricattarmi forse? Stai giocando con la persona sbagliata, ragazzino."

N/A

Scusate se taglio il capitolo in questo modo orribile, però rischiava di diventare troppo lungo e sono un po' autistica quindi voglio che tutti i capitoli abbiano più o meno la stessa lunghezza e la cifra delle parole di ognuno deve finire con il 9.
Sì, ho esagerato con le droghe quando ho iniziato a scrivere su Wattpad.

Ary❄

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