Grace's pov.
-Il fatto che sia riuscito a farmi convincere a guardare 'The Notebook' entrerà nella storia.
Mi disse Michael, salendo in macchina dopo circa un quarto d'ora.
-Lo so.
Risposi, poi lui mise in moto e partì. Arrivammo a casa dopo una ventina di minuti e notai la sua borsa.
-Qualcuno ti ha invitato forse qui per la notte? A me pare di no.
Lo presi in giro ed infilai la chiave nella serratura. Lui teneva le buste.
-Vuoi che dorma altrove? Tipo nel letto di qualche altra?
Stette al gioco.
-Se dovessi fare davvero una cosa del genere sta ben sicuro che non rivedrai il mio bel visino mai più.
Lui rise, poi entrammo e sistemai le cose che avevamo comprato.
-Per prima cosa dobbiamo ordinare della pizza.
Saltai sul divano, dove Michael si era già accomodato, e poggiai la testa sulle sue gambe.
-Ci ho già pensato.
Lo avvicinai a me e lo baciai.
-E questo era per..?
Sussurrò, tenendo ancora le labbra attaccate alle mie.
-Perché adoro farlo. È per caso un problema?
-Direi di no.
Mi sorrise e mi baciò di nuovo.
-Mi mancherai la prossima settimana.
Affermò poi tirandomi su e lasciandomi sedere sulle sue gambe.
-Già. Sarà strano. Ed inoltre ho praticamente abbandonato Dave ed Evan questa settimana.
-Non è vero!
-Parzialmente. Ma va bene.
-Si?
-Si. Sto bene e sono sicura che sia quello che vogliano anche loro.
-Stai bene?
-Smettila di fare domande e dimmi che ti mancherò e baciami, perché solo Dio sa quanto mi mancheranno i tuoi baci.
-Tornerò in men che non si dica.
Disse appunto un secondo prima di baciarmi.
-Sarà meglio per te.
-Ah si?
Mi sistemò meglio sulle sue gambe, mettendomi praticamente a cavalcioni su di lui.
-Assolutamente.
Gli incrociai le braccia dietro la nuca.
-E se non dovessi tornare?
-Per prendere quello che davvero vuoi, tornerai sicuramente.
Scherzai, avvicinando le labbra al suo collo.
-Non è quello che davvero voglio.
Capì a cosa mi stessi riferendo. Così io lo guardai ed inarcai le sopracciglia.
-Okay, forse non è l'unica cosa che voglio..
Rise e così anche io.
-E cos'altro vuoi?
-Te e basta. Ed è strano, perché stiamo insieme da solo una settimana. Tutto questo, tutto questo andrebbe comunque più che bene se durasse per almeno ancora un pò.
-È probabilmente la cosa più carina che tu mi abbia mai detto.
Mi strinsi a lui.
-Non è affatto vero.
-Si, hai ragione.
Sorrisi, pensando alle parecchie cose carine che mi aveva effettivamente detto.
-Grace.
Affermò.
-Si?
-Sei assolutamente pazzesca.
-In modo positivo spero.
-Non lascerei chiunque giacere a cavalcioni su di me.
-Stento a crederci.
-Hey!
-Girano parecchie brutte voci sul tuo conto.
Risi, ancora.
-Non devi credere a tutto quello che senti, Grace.
-Lo so. E per questo ti prego, non voglio soffrire ancora. Ho bisogno di pace e serenità. Solo questo.
-È quello che voglio anche io. Non ho intenzione di farti soffrire, farti del male o cosa.
-Michael, molte cose non sono intenzionali..eppure succedono.
-Stai per caso cercando di dirmi qualcosa, Grace?
Non stavamo ridendo più.
-No. È solo che le brutte esperienze nella vita succedono e purtroppo insegnano. Insegnano che non sempre le cose vanno come vuoi tu. Sono esperienze che ti aiutano, ti aiutano a crescere e maturare, ad imparare e non commettere lo stesso errore ancora e ancora e ancora. Non ho voglia di ferirti o essere ferita. Davvero, credo di potermi fidare di te. E quando acquisti la mia fiducia poi è difficile perderla, ma se lo farai allora sarà difficile riacquistarla. Non è nessun tipo di avvertimento o che, non ne sarei capace. Sto solo cercando di dirti che se tutto questo è destinato a durare, bene, altrimenti ti prego di cambiare strada.
Affermai tutto d'un fiato, non muovendo comunque la testa di un centimetro dalla sua spalla.
-Quando sarai pronta probabilmente mi racconterai tutto, ma adesso sono io che voglio dirti una cosa. Di brutte esperienze ne ho vissute anch'io. So cosa si prova e sta pur certa che non voglio che tu soffra più di quanto non abbia già fatto. Adesso andiamo, prendiamo questo film strappalacrime e godiamocelo fino alla fine.
Fece per alzarsi, ma lo fermai.
-Non lasciarmi.
Dissi con un filo di voce, trattenendo le lacrime che minacciavano di scivolarmi giù per il volto. Mi strinsi a lui più di quanto non lo fossi di già.
-Grace, va tutto bene.
Fece la stessa cosa e poi ci mise faccia a faccia, accarezzandomi i capelli.
-Non lo farò.
Affermò poi. Lo sperai con tutta me stessa. C'ero troppo dentro ormai per poter permettergli di andar via.
Gli sfiorai le labbra con le mie e poggiai la mia fronte contro la sua.
-Lo so.
Mi baciò. Ne avevo bisogno. Ne avevamo bisogno.
-Andrà tutto bene.
Le nostre labbra si separarono e lui si strinse ancora a me. Restammo così fin quando il ragazzo delle pizze non ci raggiunse, ce le porse, prese i soldi e andò via.
-Devi proprio darmi un pezzo della tua pizza con i peperoni, Michael.
Affermai sedendomi e stappando due bottiglie di birra.
-Proprio no!
Si sedette anche lui al tavolo della cucina, cominciando a tagliare la sua pizza.
-Devi darmi un pezzo della tua pizza.
Lo raggiunsi e mi sedetti sulle sue gambe. Prima sbuffò divertito e poi me ne cedette una fetta.
-Non ho mai condiviso della pizza con nessuno. E se dico mai è mai.
-Dovrei ritenermi fortunata.
Feci per alzarmi, ma lui mi bloccò.
-Hai voluto la pizza e adesso resti qui.
-Ti stancherai mai di tenermi sulle gambe?
-No. Assolutamente no.
-Bene, perché io non mi stancherò mai di restarci.
-Bene.
Mi baciò la punta del naso.
-Comunque il film è andato. Cioè, non ne ho più voglia.
-E di cosa hai voglia?
-Non lo so.
-Finiamo di mangiare e poi si vede.
Sorrisi e finimmo insieme la pizza e le birre, poi mettemmo a posto e raggiungemmo il salotto.
Si accorse di un cd degli All Time Low che avevo lasciato in giro, invece di sistemare sullo scaffale.
-È tuo?
Lo prese.
-E di chi altri?
-Non lo so. Non avrei mai immaginato potesse piacerti musica del genere.
-Non ostinarti a sottovalutarmi, Michael!
Sorrise, posò l'album dove l'aveva trovato e si accomodò sul divano accanto a me.
-E allora appena torno andremo ad un loro concerto.
-Sarebbe pazzesco.
Risposi trattenendo una reazione.
-Tutto qui?
-No. Infatti sto aspettando che tu raggiunga il bagno o cosa per saltare ovunque.
-Puoi farlo anche adesso.
-Bene.
Mi alzai e spinsi anche lui. Diedi qualche urlo e gli cinsi la vita con le gambe, stringendolo a me. Lui rideva.
-Sono tanto divertente?
-Quanto bella.
Mi diede un bacio.
-E sexy.
Me ne diede un altro.
-E intelligente.
E un altro ancora.
-Se avessi avuto qualche qualità in più magari avrei ottenuto qualche altro bacio.
-Non ce ne è bisogno.
Prese a baciarmi in quel posto, tra il collo e l'orecchio. Mi mandò in estasi. Dio Buono.
-Michael.
La mia voce gemette. Lui si allontanò e mi mise giù, soddisfatto.
-Non puoi fare così.
Gli dissi colpendogli amichevolmente il petto.
-Così come?
Mi attirò a sé e cominciò a solleticarmi il collo con il naso. Sorrisi.
-Basta.
Lo allontanai, ridendo.
-Si, andiamo.
Improvvisamente poi, prese le nostre giacche.
-Ma..e dove andiamo?
-Ovunque.
Sorrisi e mi prese la mano, così uscimmo di casa.
Michael's pov.
Evitai il centro, che sarebbe stato sicuramente affollatissimo, ed optai per la spiaggia, abbastanza fuori città.
-È la tua ossessione.
Tu lo sei, Grace.
-Probabilmente.
Risposi scendendo dall'auto, seguito da lei.
-E fa freddo.
-Lo so.
Mi allontanai e presi dei plaid dal cofano.
-Ah, sei preparato!
Sorrise. Dio, Grace.
-Si.
Le poggiai la piccola coperta sulle spalle e le cinsi la vita.
-Non vorrai restare qui tutta la notte? Moriremo congelati. Cioé, potremmo. Ma dobbiamo tornare a casa o ci daranno per dispersi domattina. Ho anche dimenticato il cellulare a casa.
-Lo so, si, lo so. Ma nessuno può vietarci di restar qui fino a quando vogliamo.
-Hai ragione.
Mi stampò un bacio sulla guancia.
-Credo di meritarmi qualcosa in più.
-Mi sono lasciata trascinare qui in piena serata con un freddo cane che fa e credi di meritarti qualcosa di più?
Io annuii. Grace sorrise, e prese a baciarmi.
-Così va meglio.
-Accontentati, Stallone.
Ci sedemmo. Restammo così per molto. Parlammo, ridemmo. Stavamo bene, eravamo felici. Ed è questo tutto ciò contava, no?
Passammo insieme anche il giorno successivo, la Domenica. Ci raggiunsero anche i ragazzi, e poi Dave ed Evan. Era tutto tranquillo, una tranquillità che, sapevo, non sarebbe destinata a durare. Più che altro si trattava di una quiete prima della tempesta: la mia partenza.