BORDERLINE - Ereri/Riren -

By Ackerbitch

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II COMPLETA II Eren Yeager, studente diciassettenne di quinta liceo, ha davvero toccato il fondo. Dopo anni d... More

INTRODUZIONE
I - 3 Dicembre, Giorno 1
II - 3 Dicembre, Giorno 1
III - 5 Dicembre, Giorno 3
IV - 9 Dicembre, Giorno 7
V - 10 Dicembre, Giorno 8
VI - 11 Dicembre, Giorno 9
VII - 12 Dicembre, Giorno 10
VIII - 15 Dicembre, Giorno 13
IX - 16 Dicembre, Giorno 14
X - 17 Dicembre, Giorno 15
XI - 23 Dicembre, Giorno 21
XII - 24 Dicembre, Giorno 22
XIII - 25 Dicembre, Giorno 23
XIV - 27 Dicembre, Giorno 25
XV - 29 Dicembre, Giorno 27
XVI - 30 Dicembre, Giorno 28
XVII - 31 Dicembre, Giorno 29
XVIII - 1 Gennaio, Giorno 30
XIX - 8 Gennaio, Giorno 37
XX - 13 Gennaio, Giorno 45
XXI - 17 Gennaio, Giorno 49
XXII - 2 Febbraio
XXIII - 14 Febbraio
XXIV - 30 Marzo
XXV - 1 Maggio
XXVI - 27 Giugno
XXVII - 18 Luglio
XXVIII - 21 Luglio
XXIX - 10 Agosto
XXX - 24 Ottobre
XXXII - 31 Dicembre
XXXIII - 20 Febbraio
Ringraziamenti

XXXI - 25 Dicembre

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By Ackerbitch

Childhood Memories

David Bowie - Heroes

LEVI

Giro la chiave nella toppa, e il rumore della serratura che scatta rimbomba per il pianerottolo deserto; sospiro in un blando tentativo di rilassare le membra e i nervi tesi, corpo e mente provati dal turno di notte in reparto. I ragazzi sono stati particolarmente difficili da gestire, e le crisi continue di Falco non hanno aiutato.

Quello che non mi aspetto è di trovare la luce accesa all'interno del mio piccolo bilocale e un invitante profumo di dolci carezzare le mie narici e deliziarmi i sensi. Dannato, adorabile moccioso; gli angoli delle mie labbra si piegano all'insù senza che io possa impedirmelo. Neanche il tempo di chiudermi la porta alle spalle che mi dà il benvenuto con il suo meraviglioso sorriso che mi scalda il cuore, mi getta le braccia al collo e mi attira a sé, la mia testa poggiata sul suo petto, l'orecchio colmo del suo battito leggermente accelerato.

"Tanti auguri, Lee."

Sussurra, affondando il naso nei miei capelli e lasciandovi un bacio leggero. Da quando gli ho dato le chiavi del mio appartamento, non sono mancate le sue incursioni a sorpresa. Di certo però non mi aspettavo di trovarlo ai fornelli alle sette di mattina il giorno di Natale, soprattutto sapendo quanto gli piaccia dormire quando può concedersi qualche ora in più di riposo.

"Anche a te, moccioso."

Gli scompiglio i capelli e sciolgo il nostro abbraccio per alzarmi in punta di piedi e posare un bacio sulle sue labbra morbide e umide, modellandole dolcemente sotto le mie e concedendomi qualche istante per annullare i pensieri, per godermi unicamente l'essenza dolce e intossicante di quel momento. Le sue mani salde sulla mia nuca, le mie dita artigliate delicatamente fra le sue ciocche del colore del cioccolato più pregiato, il suo corpo che pare ardere pressato al mio: e d'un tratto tutta la stanchezza provata mi sembra superflua, insignificante di fronte alla ventata calda si sentimento che è Eren.

I colori assurdi delle sue iridi esplodono di nuovo nel mio campo visivo e lo colmano delle loro mille sfumature luminose. Esala un respiro sulle mie labbra.

"Ti ho fatto una torta, vieni..."

Mi lascio trascinare verso la cucina col sorriso ancora sulla bocca e alzo un sopracciglio alla vista del dolce familiare. Perfetti riccioli di panna sulla cima sono guarniti con ciliegie sciroppate, l'intera torta è ricoperta della stessa crema bianca e soffice su cui sono delicatamente adagiati riccioli di cioccolato. E questo mi riporta indietro all'impacciataggine di Eren di un anno fa, a quando ci eravamo scambiati i regali di Natale con l'imbarazzo sulle gote e di quando mi sembrava la cosa più fragile dell'universo, tanto vulnerabile quanto meravigliosa.

Il suo sguardo, una volta spento e remissivo, ora è acceso e luminoso mentre tiene salde fra le mani le redini della malattia e zittisce i suoi demoni con la sua determinazione; non è mai stato più bello, più coraggioso e più sicuro di sé. Ha il sapore dolce del progresso, questa giornata.

"Schwartzwälder Kirschtorte di nuovo, eh?"

Incrocio le braccia, un sopracciglio alzato in un'espressione interrogativa e divertita. Eren sorride e si stringe nelle spalle, tornando poi ad attirarmi delicatamente a sé poggiando le sue mani grandi sui miei fianchi e facendo combaciare le nostre fronti.

"Pensavo che potremmo farla diventare una tradizione."

Il mio cuore perde un battito al pensiero di Eren accanto a me ad ogni mio compleanno e in ogni singolo giorno della mia vita, colorando la mia esistenza con il verde intenso delle sue iridi che già da tempo è diventato il mio colore preferito. E non c'è altro che io possa desiderare; mi sento l'uomo più fortunato del mondo a poter stringere fra le mie braccia una creatura così unica, speciale e premurosa. Non ha bisogno di parole, so che ha già letto nei miei occhi la mia risposta.

"Mangiamo, ho fatto anche il the. Ti meriti una bella colazione prima di andare a riposare per qualche ora. Nottata pesante, eh?"

Passa un pollice sulle mie occhiaie scure e annuisco in risposta con un cenno del capo e un mugolio sommesso, poi si allontana per versare due tazze di quello che, dall'aroma inconfondibile, sembra essere proprio il mio the nero preferito.

"Diciamo che i nuovi ragazzi sanno come farci dannare. Sono una comitiva piuttosto unita, ma sono terribili. Sono riusciti ad esasperare perfino Petra, e ce ne vuole davvero per farle perdere le staffe."

Eren ridacchia, avvicinandosi poi al tavolo con due tazze colme di profumato nettare ambrato. Da quando stiamo insieme, sono riuscito a convincerlo che mettere qualunque cosa nel the sia un'eresia bella e buona. Il sapore dell'infuso va gustato così com'è, non contaminato con quelle che erano le solite tre cucchiaiate abbondanti di zucchero o miele con cui era solito aromatizzarlo. Prendo una sorsata della bevanda calda, assaporandone fino in fondo il retrogusto amarognolo e dalle note dolciastre; noto che Eren è tornato al bancone della cucina per tagliare due grosse fette di torta e adagiarle su dei piattini. Mi porge la mia porzione e prende posto accanto a me, non perdendo tempo ad affondare con la forchetta nel morbido pan di spagna al cioccolato: anche se ho avuto una certa influenza sul suo vizio per lo zucchero, non riuscirò mai a minare alla sua innata golosità per i dolci.

"Addirittura? Più di noi? Ah, lo sai che una volta in reparto mi sono preso a pugni con faccia da cavallo? Questo credo di non avertelo mai detto, in effetti..."

Sospiro a quella confessione, rivolgendogli un'occhiataccia. Il solo pensiero che Jean possa avergli fatto del male mi irrita, ma a quanto pare riesce a leggere la mia espressione, perché mi fornisce subito una risposta veloce.

"Una cosa da niente, un litigio stupido come lui. Mikasa e Ymir ci hanno separati subito, prima che il cavallo finisse con una mandibola frantumata."

Mi scruta da sotto le sue lunghe ciglia nere con sguardo dolcissimo, e non resisto dal catturare le sue labbra con le mie in un bacio delicato che sa di cioccolato, the e ciliegie allo sciroppo; mi perdo nell'intensità di quegli occhi impossibili.

"A proposito, Erwin vuole organizzare qualcosa di diverso per questo Capodanno oltre al solito cenone. Ha pensato di portare un po'di speranza concreta ai ragazzi ricoverati e di organizzare la serata in compagnia di ex pazienti. Ovviamente ha esteso l'invito a tutto il vostro gruppo, sarebbe davvero bello potervi confrontare con chi sta affrontando i vostri stessi demoni ora che state tutti meglio. Trovo che sia una cosa positiva, perciò se vorrete partecipare, basterà farlo sapere."

Lo sguardo di Eren sembra illuminarsi, e so perfettamente quali siano i suoi pensieri in questo momento. Pensa a come il primo gennaio dell'anno scorso la sua vita abbia preso una svolta, a quanto gli sia servito che io gli abbia mostrato speranza e un modo per reagire, che abbia condiviso la storia della mia vita con lui, senza freni e senza paure. E soprattutto, so quanto lui ci tenga a fare lo stesso, a combattere ancora e a non lasciare che chi affronta ogni giorno la propria battaglia contro i demoni del disturbo mentale lo faccia da solo. Questo gli fa onore.

"Io ci sarò sicuramente, più tardi incontreremo gli altri e ti farò sapere. A proposito, ho una sorpresa per te questo pomeriggio, ma ti ho già detto troppo."

Conclude, rivolgendomi un occhiolino che trovo delizioso. È incredibile quanto sia estremamente premuroso, capace sempre di riempirmi di attenzioni e di farmi sentire voluto in un modo che non avevo mai sperimentato, prima che i suoi occhi verdi prendessero il comando della mia vita. Sono sicuro che quelle iridi di smeraldo mi abbiano stregato e che rimarrò eterna vittima del loro incantesimo d'amore. Si avvicina ancora a me fino a poggiarmi la testa sulla spalla e a solleticarmi il collo con il suo fiato caldo, masticando ancora l'ultimo boccone della torta che ha trangugiato. Appoggio il capo sul suo, continuando a portarmi pigramente alla bocca forchettate di quella delizia e ad assaporarle piano; Eren prende nuovamente parola.

"Non so spiegartelo, Lee, ma mi sembra maledettamente giusto passare in reparto il nostro primo anniversario. È il luogo dove tutto è cominciato, dove ci siamo scambiati pensieri e paure... E soprattutto, tornare fra i ragazzi probabilmente mi farà rendere conto ancora meglio dei miei progressi. Sono cambiate così tante cose da un anno a questa parte, mi sento come se avessi costruito una persona completamente nuova dai cocci e dalle ceneri di chi ero prima, e quasi non mi fa paura confrontarmi col passato. Sono cresciuto sotto tanti punti di vista, e ne sono felice. Mi hai aiutato a cambiare in meglio, Levi..."

Le sue braccia mi cingono il collo e sembra del tutto incurante della posizione contorta che ha assunto sulla sedia, desideroso soltanto di stringermi e di inalare il mio odore direttamente dalla mia pelle chiara. Ricambio quell'abbraccio scomposto e lo bacio, lo bacio ovunque; mi immergo nelle pozze smeraldine dei suoi occhi, naufrago delle emozioni che le scuotono, mi cibo del sapore delle sue labbra come fosse il nettare più prelibato del mondo e mi sazio dei sospiri che lasciano quella bocca perfetta. Passo le mie mani sulla sua schiena fino a portarlo a cavalcioni su di me, e improvvisamente ogni sintomo di rinnovata stanchezza pare svanire di nuovo sotto le attenzioni di Eren. Intreccio le mie dita ai suoi capelli, poi le lascio vagare sui suoi fianchi mentre ci baciamo fino a farci mancare l'aria e ad annebbiare le nostre percezioni. Quando si allontana, quelle iridi assurde hanno assunto una sfumatura maliziosa e famelica, in netto contrasto con quella timida e remissiva che le spegneva durante i nostri primi incontri.

"Hai ancora fame?"

Sussurra sulle mie labbra, la voce spezzata da respiri veloci e ansanti. Da quando esattamente è diventato così seducente e sicuro di sé? Soffoco una risata contro la sua spalla e faccio di nuovo mia quella bocca impertinente, mentre lo prendo in braccio e lo conduco verso la camera da letto. Non stacco mai le labbra dalle sue e gli sussurro piano promesse d'amore mentre lo adagio sulle lenzuola fresche e profumate.

________

Nonostante avrei preferito rimanere ad inebriarmi delle lenzuola impregnate dei nostri odori mischiati dopo essermi concesso uno stranamente lungo sonno ristoratore e meritato, Eren ha insistito per uscire. E non c'è stato verso per fargli cambiare idea mentre mi trascinava nella doccia e mi riempiva i capelli di shampoo, insaponandoli per poi passare al corpo. Era ancora mezzo addormentato e andava blaterando di tanto intanto qualche frase sconnessa con la parola "ritardo" nel mezzo.

Ed è per questo che ora l'aria tagliente di dicembre sferza sulla pelle scoperta del mio viso, il corpo avvolto da un pesante cappotto in lana dal taglio sartoriale, mentre una delle mie mani, fasciata da un guanto in pelle, è unita a quella nuda di Eren. Camminiamo in direzione del centro città, ed il moccioso alza lo sguardo per ammirare le numerose luminarie colorate che proiettano sull'intonaco delle palazzine e sulle strade i loro bagliori intermittenti. Le decorazioni natalizie sono dappertutto, dai balconi delle case alle vetrine stravaganti dei negozi e dei bar, conferendo a Shiganshina un'atmosfera caratteristica e particolare. Il sottile strato di candida e soffice neve che si modella sotto i nostri passi rende il tutto ancora più magico, creando quasi un paesaggio da cartolina.

Mano nella mano con lui, e non c'è altro a questo mondo che potrei desiderare: Eren è diventato irrimediabilmente parte di me, una costante della mia vita alla quale sarebbe impossibile rinunciare. E vederlo stare bene è impagabile, mi carica di un orgoglio e di una felicità indescrivibili; i suoi attacchi di panico sono diminuiti a e si sono fatti meno frequenti e intensi, i cattivi pensieri sembrano averlo quasi del tutto abbandonato e quando tornano a fargli visita, reagisce e li combatte con la forza di un leone. È fantastico il modo in cui in un solo anno sia cambiato così tanto in meglio, abbia finalmente ripreso la consapevolezza del suo valore e della sua vita, inestimabile come le gemme preziose che porta negli occhi.

Sorride mentre mi guarda con il naso e gli zigomi alti arrossati dal freddo, la zazzera castana completamente sparita all'interno di un cappellino in lana bordeaux che protegge la sua fronte dal leggero vento tagliente. Mi sprona ad accelerare il passo, e seguo la sua guida.

Quando arriviamo nella piazza principale e i miei occhi si fissano sulla comitiva di fronte alla pista di pattinaggio, mi si scioglie un po'il cuore. Eren ha invitato tutti i ragazzi e anche qualche infermiere, ad eccezione di quelli di turno in reparto e di Hanji, ancora troppo occupata con i piccoli per potersi concedere un'uscita fra amici.

Tutti mi porgono gli auguri doppi, mentre Eren si becca una bella strigliata da Jean e Ymir.

"Menomale che avevi detto che sareste stati puntuali! Si gela di freddo dannazione e ci hai fatto aspettare per più di mezz'ora, mentre tu te ne stavi con il culo al caldo."

Mormora scuse sconnesse e imbarazzate ai due amici, poi scambia auguri e convenevoli con tutti, e mi compiaccio di constatare che la comitiva sia al completo; lo vedo tendere la mano ad un paio adulti che sono sicuro di non aver mai visto prima. È la donna a presentarsi per prima come la signora Dane, e apprendo subito che i due sono la nuova famiglia adottiva di Gabi; finalmente, anche la piccola del gruppo sembra aver trovato serenità e stabilità, e soprattutto a non sarà costretta a vivere in una casa famiglia ed essere scortata ovunque dagli assistenti sociali. Se lo merita, e la coppia, a detta di Erwin, è proprio quello che fa al caso suo. Amorevoli e comprensivi, li aveva definiti.

"Tutti a pattinare e a scaldare le chiappe!"

È l'invito poco implicito di Nanaba, che strappa un sorriso a Petra e Historia. La bionda ha preso ancora qualche chilo, le sue guance sono più piene e il suo colorito più sano, ed è lo stesso anche per Sasha: i loro volti riflettono fieri i progressi che compiono ogni giorno con sacrificio e dedizione. Marco parla animatamente con Jean, mano nella mano, e lo vedo stampare un timido bacio a stampo sulla bocca del biondo; le mie labbra si curvano impercettibilmente in un sorriso, che si spezza quando un fulmine dai capelli rossi irrompe prepotentemente nella mia visuale.

"Tanti auguri Levi-bro! E scusa il ritardo, ma ero da Hanji! Dovresti vedere Theo e Ray, sono delle vere pesti anche da così piccoli! Ci credi che Theo mi ha vomitato addosso? Lei lo aveva appena allattato e-"

"Tch, che schifo, tieniti per te questi dettagli rivoltanti. Così piccoli, e già mentecatti come la madre. Assurdo, quella donna li crescerà deviati."

In pochi istanti tutte le sue attenzioni si focalizzano su Eren – quei due vanno estremamente d'accordo, anche se spesso ho avuto l'impressione che il castano trovi l'invadenza e l'allegria di Isabel inquietanti e a tratti esagerate- con cui chiacchiera spensieratamente mentre raggiungiamo la pista.

________

"Oh cazzo, merda! Yeager, aiuto!"

"Fottiti, Kirschstein!"

Eren rivolge una linguaccia a Jean alla sua evidente difficoltà sulla pista. Il biondo è impacciato, dotato della stessa coordinazione e grazia di un elefante in una cristalleria. Ha indossato i suoi pattini velocemente e si è precipitato sul ghiaccio nel tentativo fallito di fare il fenomeno e mettersi in mostra, ma ora si trova con le ginocchia piegate e ancorato con entrambe le braccia alla staccionata in legno. Eren è l'unico ad essere già pronto per lasciarsi andare su quella distesa di ghiaccio, e di conseguenza Jean sta implorando aiuto per non cadere, o quantomeno, riuscire a reggersi in equilibrio e mantenere una certa dignità.

Ma il castano ridacchia sotto i baffi allo sguardo implorante di Jean e allo sbuffare divertito di Marco, che si affretta ad assicurare gli ultimi lacci e ganci dei suoi pattini per dirigersi verso quello che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere il suo ragazzo. Il moccioso rivolge un occhiolino al biondo quando il corvino intreccia le mani alle sue, aiutandolo a riconquistare la tanto agognata posizione eretta.

Non passa molto prima che anche io sia pronto a gettarmi in pista, e raggiungo la mano di Eren mentre ci dirigiamo goffamente verso la distesa di bianchissimo ghiaccio, a causa dei pattini che limitano i nostri movimenti e li rendono impacciati. Non appena poggio le sottili lame sulla pista scivolosa, il mio corpo e quello di Eren si muovono in avanti, guidati dal loro stesso peso. Il castano tentenna, ma lo tengo stretto a me intrecciando più saldamente le nostre dita e gli evito la terribile figura di cadere rovinosamente a faccia avanti.

"Rilassati, trova il baricentro e mantieni il busto fermo. Muovi solo le gambe, così."

Lascio andare la sua mano e lui cerca sostegno nella staccionata mentre mi dirigo al centro della pista, prendendo confidenza con la sensazione che mi pervade nel lasciarmi scivolare leggiadro, quasi come se non avessi un peso e il mio corpo fosse composto soltanto di aria. Kenny mi aveva comprato un paio di pattini a rotelle da ragazzino, e fra cadute e pomeriggi passati a consumarli fino a sentire l'aria sferzare con forza contro il mio viso, avevo imparato a pattinare.

E avevo amato l'emozione di libertà che ne derivava, avevo accolto mani e ginocchia ferite con gioia nonostante il dolore, perché mi caricava di un'adrenalina assuefacente la velocità con la quale spingevo mio corpo, facendogli perdere la consistenza quasi ad annullarla. Questo Eren non poteva saperlo, ma la semplice idea di portarmi su una pista di pattinaggio aveva aperto un cassetto del mio passato colmo di dolci e nostalgici ricordi troppo a lungo sopiti.

"Non è giusto! Perché cazzo è capace? Guardaci, sembriamo tutti dei fottuti pinguini spastici, e lui invece è leggiadro come una piuma. Impressionante come riesca bene in tutto quello che fa!"

Si lamenta Ymir, tenendo Historia ben stretta a sé e muovendo i piedi di pochi centimetri alla volta, faticando visibilmente anche a tenersi in equilibrio. Jean e Marco azzardano passi incerti mano nella mano, il biondo ancora ancorato alla staccionata, mentre vedo Isabel finire a terra e trascinarsi dietro una Petra impacciata, nel tentativo di ritrovare equilibrio. Nanaba e Gabi sembrano cavarsela, mentre Sasha aiuta le due infermiere a rialzarsi, le ginocchia leggermente tremanti.

"Vieni, non è difficile. Spingi prima con un piede, poi con l'altro. Ricordati, non sbilanciare il busto se non vuoi finire come quelle due."

Eren lancia uno sguardo alle due rosse preoccupato, per poi puntare i suoi smeraldi nei miei. Non sembra particolarmente propenso ad avventurarsi a centro pista e lasciare il sostegno sicuro della staccionata che gli impedisce di cadere, ma sembra convincersi non appena lo incoraggio ulteriormente con un sorriso sincero. Muove passi incerti e scoordinati, le braccia leggermente allargate alla ricerca dell'equilibrio che sembra mancargli. E rivedo me alle prime armi su quei rollerblade, la mia prima caduta e la prima discesa fatta ad una velocità che mi aveva riempito il sangue di adrenalina, i movimenti simili a quelli di un bambino che sta imparando a camminare e che teme lo scontro con il freddo del pavimento. Scivola in avanti muovendosi come l'ho istruito, il busto rigido e le gambe a dettare il ritmo lento della sua avanzata. Arriva a centro pista scivolando sul ghiaccio con poche falcate imprecise, un sorriso sul volto quando le nostre mani stanno per toccarsi. Gli sguardi di tutti sono puntati su di noi, sulle nostre mani che si congiungono e sulla prima pattinata di Eren, anche quando sembra avercela fatta.

"Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta Lee! Ce l'ho-"

Sbilancia il busto in avanti a pochi centimetri da me, aggrappandosi al mio cappotto e trascinandomi con lui sulla distesa di ghiaccio. La mia schiena impatta con un tonfo sulla superficie fredda e umida della pista, il corpo di Eren schiacciato sul mio a pesarmi sul petto. Ride quando incontra il mio viso contratto in disappunto a causa dell'acqua che bagna i miei vestiti, e quel suono celestiale e cristallino contagia tutti. Ride forte, e la sua voce è così tanto bella e melodiosa che lo faccio anche io, prima di attirarlo a me e di baciarlo.

Non mi importa di essere bagnato e che domani probabilmente mi sveglierò con un mal di ossa di quelli da manuale e con un raffreddore che mi accompagnerà per minimo una settimana, la sua felicità mi scalda abbastanza da non farmi sentire freddo. E non trovo parole se non quelle mute impresse in quel bacio per esprimere di quanto io gli sia grato, di quanto Eren sia una persona così tanto meravigliosa da illuminare le vite di chi tocca.

_______________________________________

SPAZIO AUTRICE

La caduta sul ghiaccio è assolutamente autobiografia, è stata solo più dolorosa e meno romantica, ho praticamente schiacciato il mio ragazzo😂😂

E niente, questo è il penultimo capitolo, piango😭

P.S.: L'altra volta vi avevo detto che sarei andata al Romics, e mi avete inondato di richieste di incontrarci. Purtroppo, la maggior parte di voi andrà di sabato per questioni scolastiche, mentre io sarò in fiera giovedì 3 ottobre. Non posso incontrarvi tutti anche se mi piacerebbe molto, ma posso lasciarvi un account Instagram che ho creato ad hoc per fare cosplay/disegni e robe varie, visto che io ed una mia amica vorremmo seriamente iniziare a fare qualche scatto serio in cosplay.

lilith__ackerman

È ancora vuoto e non so quando posterò qualcosa, (calcolate che io non uso praticamente mai i social e sono piuttosto tecnolesa), ma posso fare delle stories al Romics se vi va. Così stalkeriamo insieme Lavlien e Wolfoty 😏 E posso pure imparare ad essere meno impedita con 'sti benedetti social network.

A martedì! ❤️✨ (ricordatevi che il capitolo esce martedì 24, mentre l' epilogo mercoledì 25)❤️

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