YOU DESTROYED ME {Haylor Ital...

By amemipiaceilcocco

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"Quando ero una bambina leggevo le favole. Nelle favole incontri il principe azzurro e lui è tutto quello che... More

PROLOGO
CAPITOLO 1
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
AVVISONE

CAPITOLO 2

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By amemipiaceilcocco

Venni svegliata durante la notte, quando sentii delle chiavi girare nella serratura. Il mio cuore iniziò a martellare.

Qualcuno stava entrando in camera. Chi poteva essere?

La mia mente inizió a vagare: magari era un ladro, venuto per derubare qualcosa; oppure un assassino; o magari...

Scossi la testa, impercettibilmente, per impedire alla mia testa di continuare a elaborare mini filmati di rapine o omicidi.

Tirai su le coperte, fino a lasciarmi scoperti solo gli occhi. Misi una mano sulla bocca, per evitare un eventuale urlo. Il mio respiro si fece irregolare. Diedi una rapida occhiata alla sveglia-orologio, che segnava le 2.47 di notte.

Socchiusi gli occhi in modo da poter osservare chi stesse entrando, e allo stesso tempo fingere di dormire.

<<Taylor, ci sei?>> Mi chiese una voce famigliare.

Kristen.

Balzai giù dal letto e corsi ad abbracciarla di slancio, indifferente dello scricchiolio del parquet vecchio e consumato.

<<Ehi, ma che hai?>> Mi chiese, non aspettandosi quella mia reazione.

Sorrisi in risposta. <<Finalmente sei tornata.>>

Lo spavento iniziale si era dissolto in batter d'occhi. Sorrise.

<<Ero uscita con...>> Aveva la voce strozzata. Sciolsi l'abbraccio per guardarla in faccia. Gli occhi erano lucidi e si stava mordendo il labbro inferiore, per trattenere le lacrime.

<<Stew... cos'è successo?>> Le domandai, accarezzandole amorevolmente una guancia, sulla quale era appena scesa una lacrima trasparente.

Ripensò a cos'era successo durante il suo appuntamento e iniziò a singhiozzare.

<<Avanti, vieni.>> La presi per mano e la condussi verso il mio letto, dove entrambe ci sedemmo a gambe incrociate, proprio come quando eravamo piccole. <<Raccontami, su.>>

Dopo un ultimo singhiozzo e un gran respiro, si asciugò col dorso delle mani le lacrime.

<<Vedi, oggi dovevo uscire con Zayn Malik. Quel ragazzo pakistano, con i capelli mori e le braccia ricoperte di tatuaggi. Lo sai, che mi era sempre piaciuto. Beh ci siamo incontrati casualmente questa mattina a scuola. Io come una stupida ero cascata in mezzo ai corridoi e, mentre gli altri ridevano di me, lui si è avvicinato e mi ha aiutato ad alzarmi e a raccogliere i libri caduti.>> Raccontò. Sapevo già la fine di quella storia, ma la lasciai continuare, per farla sfogare. Conoscevo Zayn, abbastanza da dire che era un vero bastardo. Probabilmente era il suo secondo nome.

<<Insomma, per farla breve, dopo avermi accompagnata nella mia classe mi ha chiesto se potevamo uscire e io da brava cretina ho accettato. Oh, Tay... è stato orribile.>> Disse, ricominciando a singhiozzare rumorosamente.

<<Cos'ha fatto, Stew? Se ti ha fatto del male, dimmelo subito che gli faccio pentire anche solo di averti guardata!>> Dissi, lasciando trasparire più rabbia del dovuto. Kristen scosse la testa.

<<No, Tay. Non mi ha fatto niente.>> Continuò, facendo un sorriso tirato. <<Per lo meno non ci è riuscito.>>

Il mondo per un attimo si bloccò. A fatica ricominciai a respirare.

<<Continua.>>

<<Stavamo girando a vuoto per Londra, così ha deciso di entrare in un pub. Lo vedevo bere un drink dopo l'altro, senza preoccuparsi che stava iniziando a dire cose senza senso. All'improvviso mi ha preso per un braccio e mi ha portato in bagno. Aveva iniziato a togliermii vestiti. Oh, cavolo... Scusami.>> Disse, faccendo uscire dai suoi occhi verdi, altre lacrime.

La abbracciai, stringendola forte. Delicatamente appoggiò le sue mani dietro la mia schiena a mo' di abbraccio.

<<Non ci pensare.>> Le sussurrai.

La feci stendere nel mio letto, non appena si fu calmata. Le rimboccai le coperte e lsciai che si addormentasse.

L'orologio segnava le sette, quando la sveglià suonò. Ero rimasta sveglia tutta la notte a preoccuparmi per la mia amica. Dovevo trovare un modo per farla pagare a quello stronzo. Avevo deciso di andargli a parlare il giorno seguente. Se si fosse pentito del suo comportamento, forse, lo avrei lasciato stare. In caso contrario, beh, avrei rivendicato la mia amica in un qualsiasi modo.

Velocemente mi vestii con la mia uniforme scolastica: abbottonai i bottoncini della camicia bianca, infilandola dentro la gonna scozzese a mezza coscia, annodai la cravatta dagli stessi motivi intorno al collo. Tirai le calze nere fino sotto il ginocchio e infine allaccia le converse bianche.

<<Hai intenzione di andare a scuola?>> Chiesi sconcertata, notando la mia amica in bagno, intenta a spolverare un po' di fard sulle gote. Indossava già la divisa e aveva raccolto i capelli in una normalissima coda di cavallo.

Era sempre stata una ragazza bellissima. Non aveva mai avuto bisogno di un filo di trucco per conquistare tutti i ragazzi che incontrava.

L'ho sempre invidiata per questo.

Annuì, sorridendo.

<<Non sarebbe meglio che restassi in camera? Per un giorno, non penso possa fare molto la differenza.>> La incoraggiai. Avevo paura che incontrasse Zayn, e se mai questo fosse accaduto nessuno poteva sapere cosa sarebbe potuto accadere.

<<Preferisco venire.>>

Insieme uscimmo dai dormitori femminili e, passando dal cortile interno, entrammo nell'edificio scolastico, già popolato da ragazzi in uniforme.

Ci salutammo, prima di entrare ognuna nella rispettiva classe.

Entrando nel laboratorio d'arte trovai Jamie ad aspettarmi. Jamie era il mio migliore amico.

Lo saluitai, sedendomi di fianco a lui. Aveva una strana passione per i murales e dovevo amettere che era molto bravo. Erano affascinanti i suoi disegni e aveva sempre preso il massimo dei voti, in ogni suo compito.

<<Dopo la scuola, andiamo a fare un giro. Ti va?>> Chiese, dandomi un leggero bacio sulla guancia. Nello stesso momento entrò il professore e vedendoci ci fulminò con lo sguardo.

<<Ragazzi, è cominciata la lezione. Vi prego di continuare le vostre esibizioni amorose in orari più consoni.>> Disse, tenendo lo sguardo fisso su noi due. Dietro di noi un gruppo di ragazzi iniziarono a sgihgnazzare.

Sprofondai nella sedia, rossa dall'imbarazzo.

Con la coda dell'occhio, notai che Jamie, con grandissima indifferenza, aveva tirato fuori il quaderno degli appunti e aveva iniziato a scrivere ciò che il prof spiegava. Io, a differenza sua, sono rimasta immobile durante tutta la lezione, senza nemmeno ascoltare i commenti e così facendo mi beccai la ramanzina a fine lezione.

<<Swift!>> Mi richiamò mentre gli altri studenti uscivano dalla porta. Lanciai a Jamie uno sguardo supplichevole, come per chiedergli di non abbandonarmi nelle grinfie di un professore.

<<Mi dica.>>

<<Ho notato che durante la lezione non hai preso appunti, ne tanto meno, hai seguito i discorsi, le spiegazioni e le discussioni avvenute in classe. Vorrei saperne il motivo.>> Disse, mentre sistemava sul tavolo i libri per la classe successiva.

<<Ma io ero attenta, professore.>> Mentii.

<<Ah si?>> Domandò. <<Allora, non ti dispiacerà ripetermi ciò di cui abbiamo trattato durante l'ora, non è così?>> Sbiancai.

<<Ehm... Certo. Come no!>> Dissi, deglutendo a fatica. <<A-Abbiamo parlato di... di... ecco... ah, si. Abbiamo parlato...>>

<<La prossima volta vedi di stare più attenta.>> Mi sgridò, alzando di un tono la voce. <<Oppure sarò costretto a darti una nota o scrivere un 2 sul tuo registro.>>

<<Si, certo.>> Risposi, tenendo gli occhi fissi sulle mie Converse bianche. <<Mi scusi.>>

<<Adesso vai! Non vorrai tardare per la prossima lezione, non è così?>> Disse, indicando con un cenno del mento la porta bianca. Annuii.

Non appena ebbi chiuso la porta alle mie spalle, sussultai.

<<E così non stai attenta durante le lezioni. Brava la piccola Swift!>> Disse un voce femminile.

<<Ci stupisci ogni giorno di più.>> Riecheggiarono nel lungo corridoio quattro risate fragorose.

Le SVMD.

<<C-Cosa volete, adesso? Lasciatemi in pace.>> Si scambiarono uno sguardo d'intesa. Mi spinsero dentro il bagno delle ragazze, facendomi sbattere la testa contro un lavandino.

<<Sappiamo che non sei molto abituata ad entrare nel bagno femminile.>> Disse una.

<<Di solito preferisci la compagnia di un ragazzo nel loro bagno, eh.>> Si accodò un' altra.

<<Non possiamo esaudire il tuo desiderio, ci dispiace. Come puoi vedere siamo tutte ragazze, come te.>> Echeggiò la voce di Selena.

Una fitta di dolore lancinante arrivò al mio stomaco. Mi accasciai al suolo, stringendomi l'addome tra l mani. Sentivo la testa scoppiare.

<<Lasciatemi stare!>> Dissi con un filo di voce. Vanessa, il "capo" del gruppo, rise di me.

<<Avete sentito, ragazze?>> Cinguettò. <<Ha detto di lasciarla stare.>> Disse fingendo una faccia dispiaciuta, che le altre seguirono a ruota. Mi sentii tirare su dai capelli. Portai le mani alla testa stringendola, come per affievolire il dolore, inutilmente.

Mi tirò leggermente indietro, per poi tirarmi in avanti e lasciarmi andare bruscamente. Caddi ai piedi delle altre tre.

Selena, con la scarpa, mi girò in modo che potessi guardarla in faccia. Sorrideva.

<<Ehi, Taylor. Come stai?>> Mi chiese, maliziosa. Subito dopo mi tirò un calcio, colpendomi il fianco destro. Provai ad urlare, ma tutto ciò che uscì dalla mia bocca non fu altro che uno strascicare di lettere confuse.

<<Puttana!>> Urlò, assestando un altro calcio. Si sedette sopra di me e iniziò a prendermi a pugni la faccia.

Ero rimasta senza forze e non riuscivo nemmeno più a reagire. Subivo solo i loro colpi continui.

<<Basta così, Sel.>> La rimproverò Vanessa, che durante il resto del tempo era rimasta appoggiata con la schiena contro la parete, a braccia conserte. <<Credo che questa troia abbia capito che non deve pensare ad Harry, eh.>>

Harry? Chi era questo qui? Non conoscevo nessun Harry.

<<Zoccola di merda!>> Urlò rabbiosa Selena, alzandosi e pulendosi le mani sporche di sangue. <<Non provare nemmeno a pensare al mio ragazza. Non gliene fregherà mai niente di te.>>

Detto questo, mi lasciarono stesa sul pavimento freddo del bagno, sanguinante. Rimasi sdraiata per circa dieci minuti, sperando che nessuna ragazza decidesse di entrare.

Mi alzai, barcollando, e mi osservai allo specchio. Dal naso c'era una colata di sangue orma secco. Il viso era completamente rosso e il labbro superiore era leggermente gonfio. Sotto l'occhio destro vi era un alone violaceo. Respirando a fatica mi sciacquai il viso con dell'acqua fredda.

Mi dovetti appoggiare più volte al lavandino, per evitare di cadere. Non riuscivo a tenermi in piedi.

Osservai l'orario sul mio telefonino. Erano le 10.50. Mancavano dieci minuti all'inizio della terza ora. Forse era il caso che tornassi nei dormitori e mi riposassi un po'.

Mentre uscivo dal bagno una voce roca mi chiamò. A fatica mi voltai, per capire di chi si trattasse.

Era il ragazzo che la sera precedente aveva evitato una catastrofe, avvenuta poi il mattino seguente.

<<Taylor!>> Mi chiamò di nuovo. Era serio e sembrava preoccupato.<<Cosa ti è successo?>>

Alzai le spalle.

<<Niente. Sono caduta dalla bici.>> Mentii. Alzò un sopracciglio, non credendo alla palese bugia.

<<E mi potresti spiegare quando saresti andata in bici?>>

Non avevo pensato che la sera, poco prima di andare a dormire, era stato in camera mia, ed era improbabile che io avessi potuto farmi un giretto in bici la mattina. Oppure no...

<<Beh, ho questa strana passione. Mi sveglio la mattina molto presto e vado a fare un giro... tutto qua. Oggi, purtroppo non è finita molto bene.>> Continuai a mentire.

<<Ah, ma non mi dire!>> Disse, incrociando le braccia al petto. <<E mi puoi spiegare perchè questa mattina, poco prima di entrare in classe, il tuo bel visino era perfetto?>>

Arrossii per ciò che aveva detto e perchè sapeva che stavo raccontando una balla. Abbassai lo sguardo, incapace di sorreggere il suo inquisitore.

<<Sono state di nuovo loro.>> Affermò. <<Avevo detto che non dovevano più farti niente! Dopo mi sentiranno!>>

<<NO!>> Urlai, tappandomi subito la bocca con le mani. <<Per favore, non dire niente. Ti prego.>>

<<Ma...>>

Scossi la testa.

<<E' meglio così, davvero.>>

Il suo sguardo era sconcertato, e sembrava preoccupato per me. Ma non fidandomi di lui, tradussi la sua preoccupazione come pietà per me.

<<So già cosa fare.>> Affermai.

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