CAPITOLO 8

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Non mi accorsi che, durante il breve viaggio, per la paura della velocità con la quale correvamo al fianco degli altri veicoli, avevo stretto la vita di Harry, incrociando le braccia davanti a lui, fino ad arrivare a toccare con la mano sinistra, il gomito del braccio destro, come se avesse potuto evitare di farmi volare all’indietro. Tenni chiusi gli occhi tutto il tempo, mentre l’aria fredda mi tagliava il viso.

Una bellissima sensazione di sollievo mi invase, nell’avvertire che la nostra velocità si ridusse, fino a che il ruggito del motore non si spense del tutto.

<<D’accordo scimmietta. Siamo arrivati, lasciami respirare adesso.>> Disse Harry, incrociando le braccia e poggiando dolcemente le sue grandi mani sulle mie e staccandole dalla loro presa ferrea.

Rossa dall’imbarazzo scesi dalla grande moto, rischiando di cadere col sedere per terra.

<<Hai un equilibrio pari a quello di un elefante su un filo.>> Rise di me. Sospirai, mentre aspettavo che lui togliesse il giubbotto scuro e  mi dicesse cosa fare.

<<Avremmo dovuto utilizzare dei caschi. Se fossimo caduti ci saremmo fatti molto male.>> Lo rimproverai.

<<Beh, mi sembra che stiamo entrambi bene.>> Sorrise.

Quanto lo odio.

Ci voltammo e davanti a noi l’insegna blu di un ristorante illuminava un piccolo pezzo di strada.

<<Andiamo in un ristorante?>> Chiesi, non riuscendo ad evitare di chiedermi se vi avesse mai portato altre ragazze. Non era un tipo da cene romantiche, perlomeno non all’apparenza.

Lui annuii, distogliendo lo sguardo dai miei occhi. Sembrava leggermente imbarazzato, ma era scientificamente provato che Harry non era mai a disagio nelle situazioni.

All’interno dell’edificio c’erano poche persone, la maggior parte delle quali erano famiglie composte dai genitori e i figli piccoli.

La cameriera salutò Harry sorridendogli, e, notando i loro sguardi, non potei fare a meno di pensare che avessero una sorta di storia segreta.

Non mi degnò nemmeno di uno sguardo, ero come insignificante per lei.

<<Vieni.>>  Si rivolse a Harry, prendendolo per un polso e trascinandoselo dietro, mentre lui mi faceva segno col capo di seguirli. <<Ti porto al tuo tavolo.>>

Ci condusse ad un tavolo, posto in un angolo dell’intero ristorante, il che mi fece pensare che Harry avesse fatto quella richiesta, in modo da non essere spiati.

Il nervosismo si impossessò di me. Cosa mai avrebbe voluto fare di così strano, tanto da dover chiedere un posto appartato.

<<Vi porto il menu.>> Annunciò la cameriera, rivolgendo per la prima volta uno sguardo verso di me.

Si allontanò dal tavolo, lasciando me e il mio nervosismo da soli con il ragazzo seduto di fronte a me.

Teneva i suoi occhi verdi fissi su di me, mettendomi in soggezione e costringendomi a distogliere lo sguardo.

Come poteva mettere così tanto a disagio le persone?

<<A cosa pensi?>> Chiese, improvvisamente.

La sua domanda mi colse alla sprovvista. Deglutii a fatica.

<<Niente.>> Dissi, posando lo sguardo sulla cameriera che ci stava portando i due libricini.

<<Grazie Elizabeht.>> La ringraziò Harry, senza degnarla di uno sguardo, continuando a tenere gli occhi fissi sui miei movimenti. Lei sembrò infastidita dal suo comportamento, così si voltò stizzita. <<Quindi?>>

YOU DESTROYED ME {Haylor Italian FF}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora