Mend the Broken [Italian Tran...

By pezharls

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La storia dell'incontro tra una ragazza piena di paure e un ragazzo pieno di rabbia. ______________________ ... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
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Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33

Capitolo 29.

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By pezharls

"Lo odio davvero a volte," dissi a Rose mentre la osservavo mettere sottosopra il suo armadio.

"Sì, sì, sì. Il tuo estremamente affascinante ragazzo inglese ti vuole portare in discoteca. Povera te," disse freddamente e prese un vestito prima di mormorare un 'ew' e rimetterlo a posto.

"È ancora difficile considerarlo il mio ragazzo, sai? È Harry." Sospirai e poi assottigliai lo sguardo. "Ha senso?"

"Sei sorpresa che voglia davvero inchiodare il suo culo con te invece che fottere qualsiasi ragazza voglia, perché è Harry? Sì, capisco benissimo."

"Non è affatto quello che intendevo."

"L'ho parafrasato," disse scrollando le spalle e poi gemette. "Peccato che quel bellissimo vestito che avevi comprato poco tempo fa sia stato distrutto dall'incendio. Perché non l'hai salvato?" chiese agitandosi e io sollevai un sopracciglio.

"Mi dispiace. La prossima volta che mi troverò in un incendio, mi assicurerò di salvare tutti i vestiti che ti piacciono."

Mi lanciò un'occhiata irritata. "È il minimo che tu possa fare," disse seriamente e io scoppiai a ridere. Prese un vestito dalla gruccia. "Ok, indosserai questo stasera," disse e mi mostrò un vestito corto, che mi sarebbe arrivato a metà coscia, bianco, con le maniche lunghe di pizzo.

Sollevai le sopracciglia. "Wow, Rose, è ... davvero bellissimo! Quando l'hai comprato?" Mi alzai per prenderglielo dalle mani. Per mia grande fortuna, Rose ed io avevamo la stessa taglia, quindi aveva insistito per farmi scegliere qualcosa da indossare dal suo armadio, e sfortunatamente avevo anche accettato che mi truccasse.

Rose scrollò le spalle. "Non ricordo. Non l'ho mai indossato. Vedi? Ha ancora il cartellino su. Puoi tenerlo se vuoi."

Io sorrisi e mi spogliai dai vestiti che avevo preso con Harry. Indossai il vestito e poi chiamai Rose per aiutarmi con la zip. Quando finì, mi osservai allo specchio.

Lei mi sorrise. "Harry impazzirà quando ti vedrà."

La spinsi giocosamente e sistemai l'orlo del vestito. "È ... è bello, no?" chiesi e lei annuì entusiasta. Sorrisi e mi voltai. Mi stava davvero bene e non vedevo l'ora che Harry mi vedesse. Non penso mi avesse mai visto con altro se non i miei soliti abiti, quindi avrei avuto modo di mostrargli che potevo essere elegante se volevo.

Rose mi afferrò per il braccio e mi tirò lontana dal mio riflesso. "Trucco!" strillò e mi spinse su una sedia di fronte allo specchio del bagno. Io sospirai e lei iniziò a frugare dentro la trousse, tirando fuori ciò che le serviva.

"Non capisco perché non possa farlo da sola."

"Beh, cosa pensavi di fare?"

"Um, mettermi un po' di mascara ... e del burrocacao."

"Ecco perché è meglio se lo faccio io," dice alzando gli occhi al cielo. "Adesso taci e lascia che ti dipinga la faccia."

Avevo paura che lo facesse davvero ma quando urlò "Finito!" e mi lasciò finalmente guardarmi allo specchio, boccheggiai e mi portai le mani alla bocca.

Oltre al fondotinta e il leggero contouring, mi aveva messo un rossetto rosso e un tocco di nero sugli occhi. Era un trucco elegante e non troppo pesante, ma aveva fatto una grande differenza.

"Adesso sì che impazzirà."

"Smettila!" Ridacchiai e la spinsi lontano da me, mentre lei cercava di difendersi. Il mio telefono iniziò a squillare e lei corse ad afferrarlo. Prima che potessi fermarla, lei rispose.

"Buonasera, l'ufficio di Elizabeth Long, qui parla Rose ... oh ciao, Harry! E come stai tu, in questa bellissima serata?" Fece una pausa e ridacchiò. "Okay, okay, te la porto lì tra venti minuti. Ciao!" Riattaccò e poi si voltò verso di me. "Ok, dobbiamo andare. Lo stallone è arrabbiato."

"Perché?" chiesi, alzandomi in piedi e dando un'occhiata all'ora. Non ero in ritardo. Rose scrollò le spalle.

"In realtà, sembrava normale, ma lui è sempre arrabbiato, quindi ..."

Io alzai gli occhi al cielo e indossai le scarpe che Rose mi aveva praticamente tirato addosso e la seguii fino alla macchina.

Fummo davanti all'edificio di Harry quindici minuti dopo e Rose fischiò quando lo vide fuori ad aspettarci.

Era appoggiato al suo suv, con le braccia incrociate mentre ci osservava. Era vestito come suo solito, stivali, jeans e camicia sbottonata, l'unica aggiunta era la giacca immacolata - tutto nero ovviamente. Era bellissimo, e poi quel suo ghigno.

"Cavolo," sussurrò Rose e parcheggiò l'auto accanto a quella di Harry. "Se tra voi e tra me e Adrian non funziona, mi prenoto per Harry."

Io scossi la testa prima di lanciare un'occhiata allo specchietto. Fui sorpresa di vederlo raggiungere il mio lato, quindi mi sistemai il vestito. In pochi secondi, lui aprì la portiera e allungò la mano verso di me. Con un sorriso da ebete, afferrai la sua mano e scesi dall'auto mentre lui mi osservava, con la mascella tesa e gli occhi scuri. Quando mi trovai in piedi di fronte a lui, gli sorrisi.

"Ciao." Lo salutai con imbarazzo e lui ghignò, lasciandomi poi un bacio sulla guancia, indugiando vicino al mio orecchio, "Ciao, Elizabeth."

Per qualche ragione, amavo il modo in cui pronunciava il mio nome, con la sua voce roca e il suo forte accento.

Si allontanò e mi prese la mano. "Grazie per averla riportata qui, Rose," disse e rivolse un cenno con il capo alla ragazza in piedi accanto al lato del guidatore, che ci stava guardando.

Ci salutò con la mano mentre Harry mi aiutava a salire in macchina sua, prima di raggiungere l'altro lato dell'auto. "Divertitevi!" strillò, sembrando una mamma mentre mi guardava. Poi, fingendo di asciugarsi delle lacrime, salì in macchina prima di andarsene.

Quando fummo entrambi seduti in macchina, mi voltai verso Harry, che era bellissimo e che mi stava guardano in modo strano, con un ghigno sulle labbra. "Cosa?" chiesi, ridacchiando, e il suo sorrisetto aumentò. I suoi occhi viaggiarono dalle mie gambe incrociate al mio volto.

"Nulla," e sorrise, io arrossii ricordandomi il significato dietro quella risposta. Mise in moto e lasciammo il parcheggio. La mano che non era appoggiata sul volante finì sulla mia coscia nuda, il suo tocco era come fuoco sulla mia pelle.

"Sei mozzafiato, amore," disse quando fummo in strada. Io arrossii di nuovo e mi voltai verso il finestrino.

"Grazie ... um, anche tu, sei m-molto affascinante," dissi con difficoltà e poi chiusi gli occhi, irritata da me stessa. Avevo balbettato, fantastico.

Harry ridacchiò piano. "Grazie, piccola."

Con il pollice accarezzò la mia coscia, mentre guardava la strada. Ero molto nervosa - e lo ero stata per tutto il giorno - quindi decisi di parlare. "Um, Harry?" dissi piano e lui sollevò le sopracciglia, lanciandomi un'occhiata veloce, per invitarmi a continuare. Mi accigliai e abbassai lo sguardo sul mio grembo. "Non sono mai stata in discoteca ... e sono, beh, sono nervosa."

Lui sorrise. "Sono sicuro che sopravviverai, amore."

Presi un respiro profondo. "Okay, ma per qualcuno come me, che ha una severa sociopatia e una leggera claustrofobia, non è facile mantenere la calma come te ora."

Lui mi sorrise, lanciandomi un'altra occhiata. "Non preoccuparti, piccola. Sarò lì con te."

Non ero sicura avesse un qualche significato quella frase, ma io la presi come tale. Annuii e mi sistemai meglio sul sedile. "Um, ho parlato con l'agente immobiliare oggi," dissi e lui alzò gli occhi al cielo. "Cosa?"

"Non voglio essere maleducato, ma non mi interessa," disse e io mi accigliai. Mi guardò velocemente e sospirò. "Amore, stasera dobbiamo solo divertirci. Divertirci, Elizabeth. Ricordi cosa vuol dire?"

"Sì," sbottai e lui sorrise. "Ho solo un sacco di cose da fare."

"Non stasera. Stasera, sei con me e giuro su Dio che se sento di nuovo 'assicurazione, o 'agente immobiliare' o 'nuova casa', prendo a pugni qualcosa."

"Va bene, va bene," dissi e alzai le mani in aria. "Ma allora sei obbligato a farmi divertire davvero."

"Affare fatto," mormorò, con un ghigno sulle labbra.

Arrivammo nel parcheggio di un locale chiamato The Dark Corner. Era un edificio in mattoni scuri, con una lunga fila all'entrata. Cercai immediatamente di fingere di essere dispiaciuta, per cercare di fargli cambiare idea sui suoi pazzi piani, ma senza successo. Uscì dall'uto e mi raggiunse per aiutarmi a scendere. Quando toccai terra lui mi mise una mano dietro la schiena, guidandomi verso l'entrata del locale.

"Seriamente, non penso riusciremo a entrare con tutta questa fila," dissi a bassa voce, osservando tutte le persone davanti alla discoteca. Harry mi strinse a sé ed entrammo con semplicità, e non rispose quando gli chiesi quanto avesse allungato per farci entrare.

L'interno del locale era buio, a parte delle luci che coloravano a intermittenza la pista da ballo e quelle che illuminavano il bar e i tavoli del piano superiore. Ma ciò che mi spaventò davvero fu l'ammasso di persone.

Ce ne dovevano essere a centinaia lì dentro, erano tutti ammassati l'un l'altro. Presi un respiro profondo, con gli occhi spalancati, e Harry mi afferrò per mano, tirandomi verso le scale, fino a una grande area al piano superiore, dove c'erano diversi tavoli. Ne scelse uno e prendemmo posto, proprio quando una bellissima ragazza ci raggiunse per prendere il nostro ordine. Non li sentii per la musica troppo forte, Harry ordinò anche per me mentre io osservai la massa di gente al piano inferiore, sulla pista da ballo. La ragazza se ne andò e Harry mi osservò, facendosi più vicino.

"Elizabeth?" mi chiamò, avvicinandosi al mio orecchio così che potessi sentirlo. Mi voltai e lui si accigliò. "Stai bene?"

Io mandai giù il groppo che avevo in gola, tornando a osservare la gente. "Ci sono un sacco di persone qui," dissi nervosa, "E un sacco di persone ubriache." La sua mano tornò sulla mia coscia, mentre mi parlava all'orecchio.

"Ma sono qui io, amore. Non permetterò che ti accada nulla." Tornai a guardare lui. Il suo sguardo cercava il mio, il suo cipiglio gli aveva dipinto un sorriso al contrario sul volto. "Te lo giuro."

Annuii, mi fidavo di lui e speravo di non aver preso una pessima decisione quando la ragazza tornò e posò due bicchieri con un liquido marrone sul tavolo, prima di allontanarsi di nuovo.

"Cos'è?" gli chiesi, sollevando la voce per sovrastare la musica. Non avevamo ancora ventun'anni e non ero proprio dell'umore adatto per essere arrestata. Lui tolse la mano dalla mia gamba e sollevò il bicchiere per berne il contenuto.

"Un virgin Cuba Libre."

Lo ossservai e poi scoppiai a ridere, voltandomi verso di lui. "Allora è coca cola."

Lui ghignò e prese un altro soriso, osservandomi da sopra il bicchiere. Scossi la testa e presi il bicchiere, sapendo che il suo sguardo non aveva ancora lasciato il mio corpo. Riappoggiai il bicchiere sul tavolo e accarezzai il bordo distrattamento con il dito. Sentivo i suoi occhi puntati addosso, ma ero più preoccupata dalla gente sulla pista. Cercai di contare le persone che stavano ballando, ma persi il conto.

Harry poggiò il suo bicchiere e si alzò, porgendomi la mano. "Andiamo a ballare."

Io lo guardai scioccata e scossi velocemente il capo, lui sollevò un sopracciglio e mi prese per mano, costringendomi ad alzarmi. Tornai a guardare le persone al piano di sotto. "Non ... non posso andare lì. D-Davvero," dissi senza fiato e lui mi costrinse a voltare il capo, poggiando un dito sulla mia guancia.

"Ti fidi di me?" chiese a bassa voce e io degluttii osservandolo, spaventata. Annuii. "Allora fidati." E poi mi tirò per mano, portandomi giù per le scale, fino alla pista da ballo.

La musica era forte - non capivo che canzone fosse - il basso mi martellava quasi dolorosamente il petto, mentre le persone ballavano una addosso all'altra. Sentii il mio respiro diventare sempre più veloce e cercai le uscite di emergenza della stanza in caso non ce l'avessi più fatta. Harry mi tirò vicino al bordo della massa - penso per rendermi la cosa più facile, ma c'erano comunque ancora troppe persone attorno a noi.

Mi guardai intorno freneticamente, accigliandomi e sobbalzando ogni volta che qualcuno mi veniva addosso. Serrai gli occhi e cercai di controllare il mio respiro. Oh Dio, riuscivo a sentire l'attaco di panico iniziare a invadere il mio corpo.

Harry mi tirò a sè, schiena contro petto, e mi avvolse la vita con un braccio, usando l'altro per spostarmi i capelli di lato. Il mio respiro stava diventando più debole, così strinsi il suo braccio con entrambe la mani, per non perderlo in mezzo a tutte le persone attorno a me. Dubitavo di riuscire a raggiungere la porta in tempo, se ne avessi avuto bisogno.

Sentii la carezza delle sue labbra sul mio orecchio. "Rilassati, piccola," sussurrò e io mandai giù un groppo, gemendo. Avvolse anche l'altro braccio attorno al mio corpo. "Concentrati su di me. Ci sono solo io," mormorò con voce roca. "Nessun altro conta."

Respirai profondamente, cercando di concentrarmi su di lui e sulla sua voce.

"Non c'è nessuno attorno a te. Ci sono solo io qui con te."

Era difficile fingere, quando riuscivo a vedere e sentire altre persone ballare quella musica assordante. Riuscivo a sentirli attorno a me. Strinsi il suo bracio e lui me lo permise, baciandomi il collo dolcemente.

"Solo io," sussurrò. "Chiudi gli occhi, amore." E così feci, e inspirai, concentrandomi sulle sue labbra che mi accarezzavano la pelle dal collo all'orecchio. "Ascolta la mia voce. Concentrati solo su di me."

Annuii e strinsi il suo braccio ancor di più. "Bravissima," disse piano. "Siamo in una stanza vuota. In mezzo alla pista, ci siamo solo noi. Ti guardi attorno e non c'è nessuno, ma di fronte a te ci sono io. Sei tra le mie braccia," sussurrò e la mia presa si addolcì. "Nessuno può toccarti. Nessuno."

Io sospirai e appoggiai la testa sulla sua spalla mentre lui continuava. "Sei al sicuro con me. Ci siamo solo noi nella stanza. Solo io e te."

Mi fece voltare e appoggiai le mani sul suo petto, con gli occhi ancora chiusi e sentii le sue mani sulla vita. "Apri gli occhi." Così feci e lo guardai, mentre un piccolo ghigno si formava sulle sue labbra. "Non c'è nessuno qui se non me, piccola."

Annuii, tenendo lo sguardo su di lui, cercando di credere a quello che mi aveva detto. Lui mi strinse a sè, iniziando a muovere i fianchi contro i miei. Presi un respiro profondo e sollevai le braccia, allacciandole attorno al suo collo, mentre iniziavo anche io a ballare. Mi strinse i fianchi con le mani, con un ghigno sulle labbra mentre io ridacchiavo.

"Cosa?" chiese e io scossi la testa.

"È solo che ... n-non mi sarei mai aspettata di trovarmi in una situazione simile."

Lui sorrise e mi tolse una ciocca di capelli dal viso. "Che buffo. Lo dico sempre anche io quando sono con te." Non ero sicura fosse un complimento ma lui rise alla mia reazione. "Non pensarci troppo. È una cosa positiva."

Riportò la mano sulla mia vita e notai quanto lentamente stessimo ballando rispetto alle persone attorno a noi, e quanto lui fosse gentile con me. Apprezzavo quello che stava facendo ma mi era impossibile non chiedermi se la cosa lo stesso infastidendo, e se volesse qualcuno che ballasse veramente con lui.

Lui si accigliò. "Tutto bene, amore?"

Io alzai lo sguardo sul suo viso e annuii, forzando un sorriso. Il cipiglio non abbandonò il suo volto ma annuì comunque, non mi credeva ma non voleva forzarmi.

Osservai i nostri movimenti e presi un respiro profondo prima di spostare le mani sul colletto della sua camicia. Volevo poter fare più di quella semplice azione.

Voltai la testa di lato e vidi una ragazza addosso un ragazzo, con una mano dietro il collo di lui, mentre strusciava il culo contro il suo bacino, e lui si muoveva insieme a lei. Sembravano entrambi divertirsi. Avrei voluto la sua stessa confidenza.

Guardai Harry e vidi che stava osservando la stessa coppia. Oh.

Quindi voleva quello.

Allontanai le mani da lui e feci un passo indietro. "Um ... vado in bagno," dissi e lui annuì.

"Vengo con-"

"No, tranquillo, sto bene!" dissi velocemente e poi mi voltai, raggiungendo il bagno, spintonando qualcuno nel mentre.

Accanto la porta del bagno c'era una coppia che si stava baciando, la ragazza accarezzava il ragazzo e lui gemeva, e io invece mi accigliai, entrando in fretta nel bagno vuoto.

Avrei voluto non essere così. Essere più come gli altri.

Harry meritava di più. Meritava una ragazza che non se ne stesse zitta quando lui le confessava di amarla, una che lo toccasse e che ballasse con lui con vigore. Conoscevo la sua reputazione e sapevo com'era con le ragazze. Tutte si gettavano ai suoi piedi, e ballavano con lui, lo toccavano senza esitazione, e poi c'ero io, che odiavo me stessa, chiusa in un bagno.

Mi guardai allo specchio con un forte cipiglio.

Sai cosa? Basta. Non stanotte. Sapevo che Harry voleva divertirsi, ma voleva di sicuro che ballassi con lui e lo toccassi come faceva ogni singola persona in quel fottuto locale. Forse non ne ero capace, ma di sicuro ci avrei provato.

Controllai un'ultima volta il trucco e i capelli, e fissai il mio riflesso per un secondo, vedendo una persona completamente diversa da quella che usciva alla luce del sole, prima di raggiungere la porta e aprirla.

Fui sorpresa di vedere Harry fuori dal bagno, poco distante, dove prima c'era la coppia che si sbacciucchiava. Alzò lo sguardo quando sentì aprirsi la porta del bagno e si avvicinò a me.

"Stai bene?" chiese preoccupato. "Te ne sei andata tutto d'un tratto e io-"

"Come tratti le altre ragazze?" chiesi improvvisamente e lui si bloccò, sbattendo le palpebre un paio di volte.

"Cosa?"

"So che sei uscito con altre ragazze, come le trattavi?"

"Cosa?" chiese urlando, con occhi spalancati. "Di che diavolo stai parlando?"

"Non mi stai rispondendo," dissi duramente e lui mi guardò arrabbiato e confuso.

"Non so davvero dove vuoi andare a parare, Elizabeth, ma è smeglio se la smetti subito."

Io sospirai, incrociando le braccia. "Voglio che mi tratti come qualcun altro stasera. Come se fossi un'altra ragazza."

Lui assottigliò lo sguardo. "Mi stai facendo innervosire," ringhiò. "Che cazzo significa che vuoi che ti tratti diversamente? Vuoi che mi comporti come se volessi solo scoparti?"

"Voglio che ti comporti come se non fossi fatta di vetro!" strillai e lui si accigliò. Abbassai lo sguardo con respiro mozzato. "Voglio ... voglio che tu sia con me come sei con le altre ragazze, solo per stanotte. Non trattarmi come se potessi spezzarmi da un momento all'altro."

Lui rimase in silenzio, pensando a ciò che avevo appena detto e poi sbuffò. "C'è un motivo per cui ho detto che non sono un ragazzo gentile. Non volevo loro, volevo solo una cosa da loro."

"A parte questo," sospirai e posai lo sguardo sul suo volto, "trattami come se fossi un'altra persona. Per favore, Harry."

"Non capisco," disse stordito. "Volevi che fossi il tuo ragazzo e ora mi stai chiedendo di trattarti dive-"

"Harry, per favore," lo supplicai.

Lui mi osservò con tanta confusione in volto e anche con un pizzico di tristezza, come se non riuscisse a capirmi, ma sapeva comunque che ci fosse qualcosa che non andava. Che quello fosse qualcosa di importante per me. E lo era. Lo stavo facendo per lui.

Alla fine annuì piano. "Va bene, cioè ... se è quello che vuoi."

"Lo è," annuii.

Chiuse gli occhi per un secondo e sospirò, prima cercare di prendermi la mano. "Va bene, amore," disse piano, ma mi allontanai prima che potesse toccarmi. Si accigliò alla mia azione e velocemente posò lo sguardo sul mio viso.

"L'avresti fatto anche con un'altra?" chiesi e lui corrugò le sopracciglia, fissando i miei occhi con irritazione.

"Okay," disse duramente e mise una mano sulla mia vita, afferrandomi con forza. "Vieni con me, piccola," disse a denti stretti con rabbia e io lo segui in pista.

Una volta lì, non mi disse che mi avrebbe protetta, mi afferrò per i fianchi e mi spinse addosso a sé, con occhi pieni di furia. Io lo guardai confusa. Sapevo che era arrabbiato con me, ma non capivo perché, lo stavo facendo solo per lui.

"Ti sto trattando come avrei trattato una ragazza che vorrei solo scoparmi," disse duramente. "Cosa c'è? Non sono gentile?"

Io sbuffai e voltai la testa di lato, vedendo la ragazza di prima. Stava baciando il ragazzo con passione, così decisi di fare lo stesso. Misi le mani dietro il collo di Harry e lo costrinsi a chinarsi, prima di attaccare le mie labbra alle sue e muovere i fianchi contro i suoi. Lui si irrigidì, colto di sorpresa, ma poi iniziò a ricambiare il bacio, spingendomi addosso a lui. Mi staccai e notai il cipiglio sul suo volto, stava ancora cercando di capire quello che stavo facendo.

Strinsi tra le mani la sua camicia e lo spinsi contro di me, guardandolo duramente. "Avevi detto che avremmo ballato," dissi con tono sorprendentemente sicuro e lui alzò un sopracciglio, stringendo la presa sui miei fianchi e spingendo il suo bacino contro il mio.

"Lo stiamo facendo," disse con tono roco, guardandomi con la mia stessa ferocia.

La ragazza vicino a noi si voltò di spalle, così io feci lo stesso e strusciai il mio sedere contro Harry, mentre mi abbassavo sensualmente contro il suo corpo.

"Porca miseria, Elizabeth," lo sentii mormorare dietro di me. Non riuscivo a capire cosa stessi provando in quel momento. Potevo ammetere che in un certo senso mi stava piacendo, ma allo stesso tempo no. Non erano quelli Harry e Elizabeth. Non mi piaceva come ci stessimo comportando. Non eravamo noi.

Ma riuscivo a sentire, almeno dai suoi jeans, che la cosa gli stesse piacendo e il mio cuore perse un battito. Cercai di allontanare il pensiero che non fossi io quella che lo stava eccitando; era la ragazza che stavo fingendo di essere.

"Aspetta, piccola, no, smettila," disse improvvisamente e io mi allontanai, sollevando le sue mani in aria. Mi fissò con occhi spalancati sotto le sopracciglia corrugate. "Davvero, che cazzo stai facendo?" chiese sopra la musica e io non risposi. Scosse la testa e si passò una mano fra i capelli.

Mi attaccai a lui, strinsi la presa sui suoi bicipiti e lo baciai di nuovo. Lui fece una smorfia durante il bacio e cercò di rallentarlo, ma io mi imbronciai e mi staccai. Lui aprì la bocca, invece io mi voltai verso la ragazza che stava accarezzando il petto del ragazzo. Mi rivoltai per accarezzare le sue clavicole, poi il petto e tornai su, fino al suo collo, dove cominciai a baciare la pelle, mentre guardavo di sottecchi la ragazza, per vedere se stessi facendo tutto giusto.

"Cosa stai guardando?" chiese Harry e si voltò. Vide la ragazza che stava facendo praticamente quello che stavo facendo io e spalancò la bocca, riposando lo sguardo, ora scioccato, su di me. "Incredibile," sussurrò prima di staccarsi da me e lasciarmi lì sola in pista.

Io mi pietrificai, spostando lo sguardo dalla ragazza alla sua figura che stava scomparendo in mezzo alla folla. "Ugh, no, aspetta, Harry!" gridai e sospirai, prima di corrergli dietro, su per le scale. Era tornato al nostro tavolo e faceva avanti e dietro furioso. Io mi fermai di fronte a lui, senza fiato, e lui si voltò di scatto verso di me.

"Che cazzo stavi facendo?" urlò furioso e io sussultai, riprendendomi subito dopo. "Perché ti stavi comportando così? Come quella ragazza? E perché volevi che ti trattassi in modo diverso?"

Io scossi la testa. "Io volevo solo ... so-solo ..." Ugh, stupida balbuzie.

Lui assottigliò lo sguardo. "Ed eccola qua la ragazza che conosco. Chi cazzo era quella che si stava strusciando su di me poco fa?" Disse indicando la pista sotto di noi.

"Ti è piaciuto," dissi e lui strinse i muscoli della mascella.

"Dimmi perché stai facendo così, ora."

Rimasì lì ferma, senza parole.

Lui scosse la testa con un ringhio. "Ce ne andiamo," disse furioso e mi passò affianco, prima di scendere le scale. Io cercai di stargli dietro, ma con le luci accecanti, non ci riuscii. In più le persone continuavano a venirmi addosso ed ebbi paura di perderlo di vista e avere un attacco di panico.

"Harry!" gridai sovrastando la musica e lui si voltò, con un cipiglio in faccia. Sbuffò e tornò da me, mi afferrò per una mano e mi trascinò fino all'uscita.

"Adesso vuoi che ti tratti normalmente, non è vero?" chiese brutalmente e io abbassai lo sguardo imbarazzata. Era stato insensibile da parte mia chiedergli di trattarmi diversamente, ma allo stesso tempo, doveva infastidirmi il fatto che non mi trattasse come le altre?

Avevo cercato di essere una ragazza normale per lui. Avevo cercato di spingermi oltre i miei limiti per renderlo felice.

E come sempre, avevo rovinato tutto.

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