Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

37. Ary: L'ho conciato per le feste

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By WinterSBlack

«Ary!» esclamò Nathan illuminandosi all'improvviso appena sentì la mia presenza.

Iniziò ad accelerare finché non mi raggiunse e con un sorriso sulle labbra mi chiese:«Ti sei divertita?»

Sembrava un Labrador che sentiva il bisogno di essere complimentato facendomi le feste.

Risposi con entusiasmo automaticamente senza riuscire a trattenermi:«L'ho conciato per le feste!»

Il ricordo di aver sorpreso alle spalle quel serpente bianco mi faceva ancora formicolare le mani.

«È stato super super mega eccitante!» esclamai tirando i pugni all'aria davanti a me come se il mio avversario fosse ancora lì.

Era stato proprio un incontro soddisfacente che pendeva interamente dalla mia parte grazie all'effetto a sorpresa.

L'espressione sconvolta del nemico era un'immagine impagabile che non mi avrebbe mai saziata del tutto. Ma ero contenta.

Avevo avuto il terreno spianato e avevo costretto il tipo dai capelli bianchi alla fuga.

Ovviamente l'avevo lasciato andare poiché in uno scontro prolungato la mia resistenza non avrebbe tenuto passo.

«Ora andiamocene prima che si riuniscano» disse Nathan.

«Ehi, manca Tiara all'appello» fece notare Nick. Sussultai alla sua voce improvvisa.

Rendendomene conto, sbirciai nella direzione di Nathan, ma non sembrava essersene accorto.

«Non ti preoccupare, l'ho già mandata avanti dato che era la più lontana. La incontreremo mentre torneremo indietro» minimizzò il ragazzo passandomi affianco e chiamando le moto.

Per qualche motivo il viaggio di ritorno sembrò più breve dell'andata, anche se avevamo dovuto usare un percorso più lungo e differente per ciascuno in modo da impedire che la Resistenza ci seguisse.

Ci stavamo intrufolando di nascosto nel jet per rimettere apposto le moto, rimanendo al buio.

Eravamo esperiti nell'essere furtivi e confidavamo nelle nostre capacità.

Ma sembrava ci fossimo sopravvalutati.  

O semplicemente l'altra persona era più in gamba di noi.

Le luci si accesero all'improvviso e strinsi gli occhi per quell'improvvisa ondata.

Mi dolevano gli occhi.

Quando mi abituai alla luminosità, mi voltai verso la presenza che si era fatta sentire.

Seduto vicino alla cabina di guida c'era un uomo stravaccato con aria rilassata e un'espressione calma e tranquilla.

Il suo bel volto era adornato di un sorriso che non faceva presagire nulla di buono.

«Ehi, sorpresa ragazzi» ci disse James Sharp con un cenno divertito.

«James!» esclamai contenta e sorpresa di vederlo.

Corsi verso di lui mentre si alzava e gli saltai in braccio.

Quando il mio mentore mi mise giù cercai di assumere la mia espressione più innocente possibile, ma notando il sorriso intimidatorio di James capii che abbracciarlo e sembrare innocente non aveva funzionando.

«È stata una mia idea» intervenne immediatamente Nick che era giunto alla stessa conclusione.

Sussultai alle sue parole.

Stupido.

«Sì, è stata una sua idea, totalmente» disse anche Nathan sorridendo angelicamente.

Lo sguardo oltraggiato di Nick scattò immediatamente verso il biondo.

«Brutto bast...» iniziò il moro.

«Ehi, ho solo contribuito a rafforzare la tua affermazione.» disse innocentemente Nathan.

«Ingrato! Ti ho salvato la vita questa sera!»
«E io ti ho detto che era il tuo unico compito. Non potevi fare male quello»

Nick afferrò Nathan per il colletto della divisa, facendomi correre verso di loro, ma Tiara fu più veloce.

La ragazza aveva abbastanza forza bruta da riuscire a tenerli a bada entrambi e si mise in mezzo a loro separandoli bruscamente.

«Smettetela voi due!» esclamò.

I due si guardarono male per poi distogliere lo guardo e fissare pareti opposte.

«Ingrato» borbottò Nick.
«Incompetente» replicò l'altro.
«Ignobile bastardo»
«Inutile babbeo»
«I...»

«Irresponsabili bambocci, chiudete il becco» intervenne la voce perforante del Mentore che aveva gli occhi chiusi dall'irritazione.

Aveva le braccia incrociate e a guardarlo più attentamente si notavano segni di stanchezza sul suo bel volto.

Fece un respiro profondo prima di tornarci a guardare.

Il suo sguardo si posò su ciascuno di noi per poi fermarsi su Nathan più a lungo.

Ahia, ho come la sensazione che l'abbia scoperto.

«Farò rapporto a Joanne» disse immediatamente Nathan con espressione più seria mentre raddrizzava la schiena.

«Agire senza essere autorizzati dei vostri superiori è contro le regole della B.L.C.» disse James superandoli e avvicinandosi a Nathan a passi lenti.

Il ragazzo non cedette nemmeno di un millimetro.

Ero certa che io stessa avrei fatto almeno un passo indietro e distolto lo sguardo da James data l'incredibile pressione che esercitava la sua presenza.

«Questo lo sai, eppure hai agito di tua spontanea volontà, trascinando pure i tuoi compagni.» continuò il nostro Mentore.

«Un momento, James. Ero d'accordo anche io, cioè nessuno di noi è stato obbligato, siamo tutti colpevoli!» intervenni avvicinandomi a loro.

Ma James non mi guardò nemmeno e continuò a fissare Nathan.

«James, quello che dice Ary è vero! Non puoi prendertela solo con Nathan!» intervenne anche Tiara preoccupata.

«Nick! Diglielo anche tu» sibilò Tiara al Leader della nostra squadra.

Nick sospirò, ma prima che potesse parlare James lo precedette.

«Immagino che non ci siano problemi se dico che sia stato un'ordine da parte mia»

Eh?

Fissiamo tutti James a bocca aperta, totalmente allibiti.

Un ghigno comparve sul volto dell'uomo moro mentre si godeva le nostre espressioni stupite.

«Sapete che ho un'influenza piuttosto alta tra gli alti ranghi. Inoltre, nessuno di voi si è fatto male e questo basta» continuò.

«Non l'avrei permesso» gli disse Nathan riprendendosi dalla sorpresa a tempo record.

A quelle parole distolse lo sguardo da James.

Uh? Perché sembra compiaciuto e imbarazzato?
Ma non è questo il punto! Ci lascia andare così?!

James passò accanto a Nathan e gli appoggiò una mano sulla spalla.

«Nathan, possiamo parlare?» chiese, anche se dal tono sembrava avere una certa urgenza.

Nathan ebbe un sussulto quasi impercettibile, ma decise di seguire James all'esterno.

Li vidi inoltrarsi nella foresta ed ebbi la tentazione di seguirli, ma riuscii a trattenermi.

«Chissà perché cercano sempre lui» commentò Tiara.

Guardai la mia compagna di squadra senza capire cosa intendesse.

«Mmm? Non te ne sei accorta? Anche quando eravamo in squadra insieme lo richiamavano spesso per avere chiacchierate. Ha restrizioni più ferree di tutti quanti. Cioè, non è l'unico Imperium con il QI più alto della media o con tendenze da boss finale... Lo trovò particolarmente ingiusto» commentò Tiara con tono pratico.

La guardai con occhi sgranati e poi riflettei sul passato, sul passato di Nathan, e mi resi conto che era effettivamente così. Non ci avevo mai fatto caso.

«È sorprendente che tu te ne sia accorta» commentai sentendomi inspiegabilmente abbattuta.

«A me sembrava privilegiato...» dissi ricordando quanto mi desse fastidio che solo lui avesse lezioni separate.

Lo chiamavano anche negli orari di pausa per eseguire qualche test speciale o per vari motivi che non mi aveva mai rivelato.

Avevo sempre pensato che fosse perché aveva risultati migliori dei miei, ma, ripensandoci, Nathan spesso falliva appositamente alcuni test. Non ne avevo mai capito il motivo.

«Non sei curiosa?» chiese Tiara.

Mi voltai a guardarla confusa, senza capire a cosa si riferisse di preciso.

«Del perché. È il tuo ragazzo ora, avresti il diritto di scoprire qualcosa in più su di lui, no?» mi disse Tiara con uno strano sorriso sulle labbra.

«Tiara, non metterle in testa strane idee. È una conversazione privata!» esclamò Nick.

«Le idee strane le hai tu. Non ho mai suggerito quello che stai intendendo»

La voce della ragazza era tranquilla, ma percepii chiaramente un cenno di malizia.

«Come se non le stessi suggerendo di origliare» fece Nick contrariato.

Mentre i due battibeccavano, io ero già scesa dal jet silenziosamente.

Non avevo veramente intenzione di origliare la conversazione tra Nathan e James. Rispettavo abbastanza il mio Mentore da sapere quando dovevo evitare di impicciarmi.

Ero curiosa di Nathan, ovviamente, c'erano così tante cose di lui che pensavo di sapere e stavo realizzando piano piano che non conoscevo veramente nulla di lui.

L'immagine dell'odioso ragazzino che portava la sua faccia da angioletto dal cuore di demone sembrava solo un'illusione creata dalla debole me bambina.

Mi ero allontanata verso i detriti dell'edificio per pura distrazione, non sapevo che James e Nathan si fossero messi là dentro a discutere.

Ed era per puro caso che tra tutti i punti buoni e non rischio crollo, scegliessi quello dove si erano sistemati loro.

Mi fermai dopo aver riconosciuto le voci.

Mi trovavo sopra un muro crollato e i due si trovavano ironicamente seduti l'uno di fronte all'altro davanti ad un tavolo impolverato, come se non avessero attorno pareti crollate, crepe, detriti e soffitti cadenti.

Sul tavolo c'era un tablet aperto su un documento che Nathan stava leggendo.

Ad occhio e croce si trovavano in una delle sale riunioni ed era stranamente poco distrutta, nonostante il crollo.

Il pavimento era un po' pendente, ma non sembrava dare problemi ai due.

Una volta una sala riunioni, sempre una sala riunioni. Risi tra me e me.

Non mi mossi da dov'ero, per paura che si accorgessero della mia presenza.

«Che ne pensi?» chiese James.

«Penso che sia una gran stronzata» rispose in modo fin troppo rude Nathan. Però mantenne il finto sorriso angelico sulle labbra.

James rise senza gioia.

«Già è una stronzata. Tutto quello che c'è scritto lì sembra deridere la morale in cui ho sempre creduto fin da piccolo... E mi fa capire che non siamo meglio di Barker» disse James.

«E nonostante ciò... Pensate che io non sia umano?» chiese Nathan con freddezza.

Aveva le braccia incrociate mollemente sul tavolo e dondolava le gambe accavallate, ma vedevo le sue spalle rigide.

La fiamma fluttuante accanto a James ebbe un fremito che fece ombreggiare una parte del suo volto.

«Sei umano. È per questo...»

«Cazzate» lo interruppe Nathan senza nemmeno lasciarlo finire di parlare.

James inarcò le sopracciglia però rispose:«qualsisia cosa dica ora sembrerà una cazzata. Ed è deprimente perché sarebbe vero.»

«Dovresti pregarmi in ginocchio, tutti voi dovreste farlo» sibilò Nathan alzandosi in piedi.

Sentivo una rabbia glaciale provenire da lui.

Non sapevo cosa fosse. Non sembrava arrabbiato dal suo volto e nemmeno dalla postura e dai gesti. Si era alzato con calma e disinvoltura e aveva parlato con lo stesso tono neutro anche se le parole dette erano velenose e piene di rancore.

Ma era come se tutta quella calma fosse prima della tempesta.

Sentivo che Nathan era freddo, le emozioni dentro di lui non avrebbero acceso alcuna fiamma se fosse stato un'Imperium del fuoco.

Il ragazzo si allontanò nel buio e James rimase solo.

Volevo attendere che se ne andasse prima di muovermi.

Non avevo capito niente dalla loro conversazione, ma l'unica cosa che sapevo era che non avevo mai visto Nathan arrabbiarsi in quel modo prima d'ora.

Che gli avrà detto James?

Una mano si fermò sulla mia spalla e sussultai. Quando mi voltai vidi una donna dai capelli castani e occhi del medesimo colore che mi fece l'occhiolino.

«Joanne...» sussurrai.

«In carne ed ossa» affermò regolarmente.

«Joy» commentò James senza neanche alzare la testa immersa tra le mani.

«Non è andata bene, eh? Immaginavo» replicò la sorella con noncuranza.

«Non posso dire di non capirlo.» aggiunse.

«Ehi, marmocchia, origliare conversazioni private non dovrebbe essere genetico, quindi puoi impegnarti a smettere di farlo» commentò il mio Mentore con noncuranza ignorando il commento di sua sorella.

«È stato un'incidente» dissi corrugando la fronte.

«Stavo esplorando» affermai.

«A notte fonda?» rise James scettico.
«Sì»
«Dopo che ho richiamato Nathan»
«Esatto»
«Nel punto esatto dove mi sono fermato a parlare con lui tra tutti i punti sicuri dell'edificio crollato?»
«Può capitare. Super coincidenza» annuii convinta.

James sospirò.

Anche Joanne ci guardava con aria divertita, ma non capivo perché. Era la verità.

«Suppongo lo stesso valga per quei due» affermò James e immediatamente le sue sfere di fuoco saettarono oltre le mie spalle.

Mi voltai e vidi due figure uscire allo scoperto da punti differenti ora illuminati dalle sfere: Tiara e Nick.

I due si guardarono sconvolti come se non si aspettassero di ritrovarsi entrambi lì.

James si limitò a sospirare di nuovo.

«Dormite ragazzi, voi che potete» e con questa frase, che suonava come un lamento, se ne andò, senza lasciarci nemmeno il tempo di fargli domande.

***

Il giorno seguente vedemmo James intento a dialogare con Nox e la coppia Eliney, impedendoci l'approccio.

Con loro c'era anche una donna dai capelli corti colorati di blu che mi sembrava di aver visto da qualche parte nella Base.

Presto venimmo tutti trasferiti sui jet e senza attendere momenti in più partimmo.

Ero un po' delusa e spaesata. Non ci avevano detto dove stavamo andando, dopotutto.

Avevamo lasciato molte cose in sospeso e alcune persone, gli abitanti originali della Base Italiana, indietro.

Tra le missioni iniziate e mai terminate o fallite c'erano Bit; il nostro allenamento con l'Element; la protezione della Base oltreoceano... Tutto ciò mi faceva sentire un fallimento.

E James non ci aveva nemmeno detto nulla riguardo a tutto ciò.

«Va davvero bene così?» borbottai sottovoce.

«Certo che non va bene così» sentii dire la voce di Nathan accanto a me. Era ad occhi chiusi e braccia incrociate. Pensavo stesse dormendo.

Non avevo fatto domande sulla sua chiacchierata con James, dopotutto il ragazzo sembrava tornato quello di sempre. Ero restia a vederlo come la notte prima.

«Credi davvero che James mi avrebbe lasciato andare se non sapesse che ho ottenuto qualcosa dalle mie azioni?» commentò sorridendo.

Socchiuse gli occhi e si voltò verso di me.

«Non mi chiedi cos'ho scoperto?» mi chiese con tono gongolante.

«Cos'hai scoperto?» chiesi.

«Che ne dici se te lo dico solo se mi dai un bacio?»

Gli diedi un calcio alla gamba.

«Non lo voglio più sapere» sbottai facendolo ridere.

La conversazione morì lì. Lo immaginavo che Nathan non aveva mai avuto l'intenzione di condividere l'informazione.

Non era tipo da farlo.

Ed era anche per questo che stava nascondendo la sua rabbia.

Atterrammo presto in un bunker e in quel momento James annunciò:«Benvenuti in Russia!»

«Non era esattamente il luogo dove volevo passare la luna di miele...» sentimmo dire Courtney.

«La Russia è bellissima» replicò Eli.

«Ma fa troppo freddo, mi si secca la pelle» brontolò la Fenice stringendo la mano del marito.

«Dovevano proprio venire anche loro?» chiese Nick a James.

«Sembri infastidito, ma so che sei semplicemente preoccupato. Non ti preoccupare non lavoreranno sodo, considerale vacanze pagate» replicò il nostro mentore.

A quelle parole mi raddrizzai.

«Abbiamo una nuova missione?» chiesi improvvisamente motivata.

«Ah no, scusate. Siamo qui di passaggio dove scenderanno solo Nox, Eli e Courtney. Noi torniamo a casa» si corresse James rivolgendosi a noi.

«Ma perché!» esclamai alzandomi in piedi.

Sentii qualcuno fermarmi per un polso e quando mi voltai incontrai lo sguardo chiaro di Nick.

Lo guardai male, ma mi zittii.

Come se si fosse appena ricordato che il nostro rapporto non fosse come prima si affrettò a lasciare la presa.

«Ary, c'è da fare anche a casa.» disse James una volta che mi vide tranquillizzata.

***

Eravamo tornati da qualche giorno alla Marcey e ovviamente non avevamo niente da fare se non comportarci come dei normali studenti.

«Esci con me?» chiese Nathan comparendo davanti al mio banco all'improvviso.

Lena, la mia vicina di banco, trattenne il fiato per la sorpresa.

«Da dove sei spuntato?» chiesi posando lo sguardo su di lui.

«Non mi piace seguire le lezioni, non c'è mai nulla di nuovo da imparare» sbuffò.

«Cosa? Ma siamo alla Marcey Academy! Solo studenti dotati possono accedervi e abbiamo professori che sono gli Élite delle Élite...» la ragazza si interruppe non appena notò i nostri sguardi.

«Lui è il tipo di persona che troverebbe noiosa anche la tesi di un professore universitario della Harvard. E non perché non capisce» commentai con nonchalance.

«Trovo semplicemente le lezioni di Analisi obsolete e...»

«Eccoti qua. Hai finito di scappare?» chiese la voce di James Sharp alle porte della nostra aula.

Vidi Nathan roteare gli occhi e tirare un sospiro.

Lena sospirò estasiata mormorando il nome del consulente scolastico non appena si avvicinò a noi. Probabilmente aveva una segreta cotta per lui come tutte le adolescenti dell'Accademia.

«Nathan, possiamo parlare?» chiese chiamando il biondino.

Nathan sembrava nervoso, ma sorrise comunque a James dicendo con finto tono tranquillo:«Certo»

James vedendo che Nathan aveva obbedito docilmente si voltò poi verso di me.

«Non sei ancora andata a trovare Sophie da quando sei tornata» mi disse.

Gli sorrisi.

«La andrò a trovare oggi»

«Sarebb... Uh?»

Una farfalla spuntata dal nulla si posò sul naso di James.

Ad un tratto quella farfalla esplose e centinaia di migliaia di farfalle verniciarono la visuale di tutti di variopinti colori.

Tra strilli e urla, ma anche esclamazioni di meraviglia e anche tra i fruscii dovuti alle ali degli insetti, sentii qualcuno afferrarmi per un polso.

Nathan mi trascinò verso la finestra, per nulla disturbato dalle farfalle e spalancò la finestra con forza.

L'arcobaleno vivente si rivoltò verso l'esterno e catturando l'attenzione e le esclamazioni di meraviglia degli studenti, insegnanti e inservienti all'esterno. Diverse teste sbucarono dalle finestre per assistere alla scena.

Nathan mi riprese per mano e lo vidi agitare le dita.

Vidi le farfalle lasciare dietro loro luccicanti polverine dando un'immagine fatata all'ambiente.

Ma non si trattava di polvere fatata, solo di goccioline d'acqua riflessa con la luce del sole.

Il bagliore di un arcobaleno comparve quando le farfalle si diradarono, ma presto la gente ebbe altro per cui esclamare di stupore.

Nathan mi prese in braccio e saltò dalla finestra, i suoi piedi sembravano saltellare nel cielo, quando sapevo che stava utilizzando l'acqua come trampolino.

Lo vidi piroettare in aria assieme a me, ma non stava fissando me, piuttosto l'uomo dagli occhi sgranati alla finestra.

James stringeva i bordi della finestra e sembrava volesse gridare qualcosa prima di notare che tutti gli esseri viventi nei d'intorni ci stessero fissando.

Nathan fece l'occhiolino a James e poi si lasciò cadere con me tra le sue braccia.

Precipitammo velocemente costringendomi a stringermi istintivamente al suo collo.

Urli e grida vennero inghiottiti dal vento della caduta.

Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai sul tetto dell'edificio e nel punto in cui dovevo cadere era scoppiata un'altra bomba di farfalle.

La gente urlava e applaudiva meravigliata dallo show causato da Nathan.

Il ragazzo mi mise giù, in tempo per voltarsi e accogliere una persona inaspettata con le braccia conserte.

«Credevi veramente che saresti riuscito ad ingannare anche me? Non ho passato anni a farti da Mentore per niente» commentò Joanne con tono di superiorità.

«Quale onore avere i fratelli Sharp a darmi la caccia» replicò Nathan sorridendole.

Alzò entrambe le mani, come se si stesse arrendendo alle forze dell'ordine.

«Però dovresti sapere che mettermi all'angolo è solo peggio.» sorrise più intensamente il biondo.

La cisterna sul tetto esplose e una colonna d'acqua venne sparata verso il cielo.

Ma la gravità riportò l'elemento verso il basso, facendo piovere lance di ghiaccio puntate verso le persone a terra.

«Nathan!» esclamò Joanne ad occhi sgranati mentre anche io mi misi a gridare.

Una folata di vento fece deviare le lance e salvare alcuni studenti, ma una volta che si furono calmate le acque, Joanne notò che le lance che non era riuscita a individuare avevano mirato e centrato esattamente a mezzo metro di distanza dagli obbiettivi, lasciando le vittime con le braghe bagnate.

Quando si voltò a cercare il colpevole non c'era più.

Vidi tutto dall'interno della cisterna ormai vuota e vidi pure Joanne imprecare e allontanantesi infastidita.

«Avresti potuto ucciderli» sibilai spingendo Nathan via e togliendo la sua mano dalla mia bocca.

«Nah, avevo calcolato le distanze e sapevo chi Joanne avrebbe individuato con maggiori probabilità.» replicò il ragazzo come se nulla fosse facendomi cascare la mascella.

Ma mi ripresi quasi subito. Di che mi stupivo ancora?

«Andiamo al nostro appuntamento ora?» mi sorrise innocentemente il ragazzo come se non avesse appena causato il finimondo.

«Scherzi? Avrai James e Jo alle calcagna ed è impossibile che non ti prendano!» sbuffai.

«Beh, c'è un sacco di tempo, saranno troppo occupati a cancellare la memoria della gente che mi ha visto tentare di ucciderli. E non scordiamoci dei poteri sovrannaturali che abbiamo usato io e Joanne. Cancellare la memoria è sempre un lavoro lungo e noioso» ammiccò scrollando le spalle.

«Tu-tu avevi pensato a tutto! Sapevi anche che Joanne ti stava aspettando qui?! Ma cos...»
«Ssssh, vedilo come il mio sincero impegno e desiderio di uscire con te.» sussurrò posandomi una mano sulle labbra.

«Che ne dici FireLiz? Ti va di essere rapita da me?» chiese alzandosi e offrendomi una mano.

Lo fissai basita per diversi secondi, ma presto mi ripresi.

Scrollai le spalle.

«Perché no, Rubinetto?»

Angolo Autrice

Sono sparita.
Sono sparita perché ho passato un periodo un po' deprimente.
Non so cosa mi sia successo o forse lo so ed era tutto troppo da gestire, sta di fatto che avevo impilato un sacco di cose e mi sono sentita veramente giù di morale.

Per questo non sono riuscita a scrivere.

Ma non sono importanti i miei stati mentali ed è inutile deprimersi troppo a lungo perché deprimersi non risolve niente.

Sta di fatto che sono riuscita a scrivere questo capitolo e anche quello successivo a dirla tutta hahahaha quello successivo ha un lato deprimente se posso dirlo 😂, ma anche uno super sweet!!! Basta anticipazioni, sarà dal POV di Ary nuovamente e spero di riuscire a pubblicare il 29/11/20 🙈

Se non avrò nessuna caduta mentale, ci si intende 😂

Il COVID dà alla testa anche i migliori 😜
Persino io sono stufa di stare in casaaaa!

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