I'm not a fan, maybe //Luke H...

By orbesweetcherrypie

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«Cosa penserebbe Luke se scoprisse che hai scritto 17 fanfiction dov'è un daddy?» Sorrido innocentemente in r... More

Mango smoothie.
Waiter.
Stalking.
Coffee.
Ass.
Number.
Metallica.
Truth.
Band.
Recording.
Sexual desire.
Red wine.
Food for dogs.
Moon & Sun.
Turtle.
Yes.
Bed.
It's a metaphor.
Hotel.
Concert and Love.
My youngblood.
Don't look that ass.
Drunk.
Good morning.
Girlfriend.
**I love you.
Italy is strange.
Even today I haven't sex with Calum.
Fanfiction & Fans.
You aren't famous.
**Table.
Happy Birthday.
The end 1.

The end 2.

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By orbesweetcherrypie

CHIARIAMO UNA COSA PRIMA CHE INIZIATE A LEGGERE.
Molti commenti nel primo finale dicevano che avreste preferito il "lieto fine". Mi è dispiaciuto che non fosse quello che vi aspettavate. Ho pensato di cambiare il secondo finale nonostante ce lo avessi in mente da molto tempo. Ma la storia è la mia dopotutto e vorrei che finisse così. Mi dispiace se non è quello che volevate, spero che possiate apprezzarlo lo stesso. Il lieto fine per me, è banale.

Ditemi se per voi la vera fine è la prima o la seconda. Quale preferite insomma.

Finito il secondo finale fatemi sapere se in un ipotetico futuro ci starebbe un piccolo sequel. Giusto così, per curiosità.

Prendo lo stuzzicadenti immergendolo nel mio cappuccino e con la mano tremante muovo il piccolo strato di schiuma cercando di dargli forma. È da una settimana che provo a non dare le forma di un culo enorme alla Kardashian.

Dopo aver completato l'opera, un sorriso orgoglioso si fa spazio sul mio volto.
«Ci sono riuscita! Dannazione finalmente!» urlo saltellando sul posto.
«Stai urlando di nuovo? Farai scappare via i clienti.» Shawn mi affianca dietro il bancone, roteando gli occhi al cielo. Ormai lo conosco, so che il mio comportamento per quanto possa sembrare strano, lo diverte.
Metto un finto broncio, «E io che volevo regalarti questo cappuccino con un cuore sopra.»
Alza i palmi della mano all'altezza del suo volto «Okay okay, lo apprezzo.»
«Fai bene. Anche perché avrò buttato una decina di cappuccini per fartelo.»
Sempre detto che i gesti carini non fanno per me.

Si lascia sfuggire un lieve sospiro, «Ti pago troppo.» dice a braccia incrociate scuotendo la testa.
«Devo fare la lista del nuovo carico che ci hanno portato. Lascio tutto alle tue mani.»
«Agli ordini capo!» mi porto la mano alla testa facendo il tipico saluto dei soldati. E questa volta non può fare a meno di trattenere un sorriso. Mi lascia un buffetto sulla guancia prima di andare nel retro.
Metto in ordine tutto quello che ho messo in mezzo per i primi clienti in arrivo. Quando scoprii questo bar non era molto frequentato, anzi quasi per niente. Ma in un modo o nell'altro quando ci sono ritornata dopo anni è diventato uno dei bar più "frequentati". Mi sorprendeva il fatto che non fosse ormai chiuso e con il proprietario in mezzo alla strada.
Prendo lo strofinaccio asciugando gli ultimi bicchieri velocemente, tenendomi occupata a canticchiare fra me e me.

«Fate ancora il frullato al mango?»

Evidentemente non avevo sentito la campanella che annunciava l'arrivo di un cliente. La voce dietro alle mie spalle, per quanto non l'ascolti da anni, la riconosco facilmente. Quella frase mi riporta immediatamente alla prima volta che l'ho incontrato. Con tutto il controllo che ho cerco di trattenere le mie stupide lacrime.

«No... non lo facciamo più.» poso il bicchiere continuando a dargli le spalle.
«E perché?»
«Perché ha troppi ricordi.»
Ringrazierò per sempre Shawn che alla mia richiesto l'ha tolto dal menu. Ogni volta che un cliente l'ordinava mi ritrovavo a farlo con latte, ghiaccio, mango e tante lacrime.
«Non fa niente, odio il mango.»
«Lo so.» mi prenderei a schiaffi per averlo detto. Il mio tentativo di far finta di non riconoscerlo è fallito miseramente.
Mi giro verso di lui, trovandolo distante dal bancone. Con le mani nelle tasche come faceva sempre, i capelli ancora lunghi, un accenno di barba, occhiaie ben visibili e viso stanco. Esattamente come lo ricordavo. Perché nonostante tutti i miei tentativi di dimenticarmi di lui, lo ricordo dalla testa ai piedi.

Non ha un bell'aspetto, come se avesse passato le ultimi notte insonni. Come se ormai, fosse stanco delle vita.
«Ti vedo bene.» dice non lasciando trasparire nessuna emozione. Come se non fosse felice nel vedermi bene, ma non gliene faccio una colpa.
«Ci ho messo 8 anni per riuscire a dare questa impressione.» ammetto.
«Vuoi dire che non stai bene?»
«Anch'io ti vedo bene.» svio la domanda. Ma in realtà non lo vedo affatto bene.
«Non so neanche più cosa significhi stare bene.»
Non mi capacito del fatto che lui dopo tutto questo tempo stia in queste condizioni. Non che io sia la persona più felice del mondo, ma vado avanti.
Si avvicina fino a far aderire il suo corpo al bancone bianco e automaticamente abbasso la testa non riuscendo a incrociare i suoi occhi spenti da così vicino.

Vedo la sua mano piena di anelli sfiorarmi tutto l'avambraccio pieno di cicatrici ormai vecchie.
«Sei arrivata fino a questo punto?» chiede riferendosi ad una linea in verticale.
Alzo le spalle timidamente, «Volevo farti felice. Ricordi?»
«Avresti preferito la morte ad un mio capriccio?»
«Dopo tutto il dolore che ti ho provocato, avrei fatto di tutto pur di darti un po' di felicità. Te la meritavi.»
Lui scuote la testa energicamente in disaccordo.
«Era un momento di rabbia.»
«Un momento che è durato 8 anni?»
«Un momento che è durato una notte.»
Alzo la testa di scatto cercando nei suoi occhi la verità di quelle parole.
«Quando mi sono svegliato quel giorno, la prima cosa che ho pensato era a quanto mi mancassi e quanto fossi stato uno stronzo a dire quelle cose. Ti odiavo, ma l'unica cosa che volevo era urlarti in faccia per un'ora e mezza e poi baciarti. Mi hai mentito per mesi, ma io ti ho mentito per 8 anni.»
«No, tu dovevi avercela a morte con me.»
«Hai ragione. Ci ho provato credimi. Poi mi sono arreso. Se ami davvero perdoni tutto. Mi hai ucciso, ma ero un uomo morto innamorato.»
Mi ero preparata un discorso per e se l'avessi rivisto, ma le sue parole mi hanno fatto dimenticare tutto.

«Dove sei stato per tutto questo tempo? Non sento parlare di te da quella sera.»
«Non sai nulla?»
Faccio di no con la testa.
Si siede su uno degli sgabelli, appoggiando i gomiti sul bancone.
«Ho lasciato la band. Ho fatto un contratto per un album da solista e ha vinto molti premi. Come "album peggiore del mondo", "cantante più fallito di sempre", "canzone peggiore nella storia delle canzoni". L'album che hanno fatto i ragazzi invece è finito primo in classifica globale con doppio disco di platino. Sono tornato in Australia e ho speso tutti i miei soldi restanti in alcool e droga cercando di stare meglio. Sono finito in ospedale per overdose tre volte e la terza volta hanno deciso di mandarmi in una clinica per ripulirmi. Ormai sono completamente pulito e astemio. 4 giorni fa ho firmato un contratto come membro dei 5 seconds of summer per il nostro album insieme dopo 8 anni. Sono atterrato a Los Angeles da circa due ore e corso qui nella speranza di trovarti qui»
Non ho mai sentito il suo album che non pensavo neanche esistesse e forse è meglio così.
«Oh wow siete di nuovo insieme, sono contenta per voi.»
«Già, ho dovuto picchiare Ashton diverse volte prima che riuscissero a convincermi. Ma ora sì, siamo di nuovo migliori amici.»
«Sono contenta che siate tornati amici, davvero.»
Ho un senso di colpa in meno ora, grande.

«E tu? Cosa hai fatto in questi 8 anni?»
Ci penso un po'.
«Ho passato tutti i giorni a piangere, mi hanno presa per una pazza, volevo solo morire, ho frequentato più di un 100 psicologi e ora... beh...»

«Grace lo sai che non mi da fastidio se metti l'anello a lavoro.» Shawn che entra mi precede. Solo dopo si accorge di Luke seduto di fronte a me.
«Oh... ho interrotto qualcosa?»
«No tran...»
«Sì.» dice secco.

«Di quale anello parla? E diamine, tu lavori ancora qui?!»
«Sono il proprietario.»
«Sì bene non mi interessa. Di quale anello parla?» mi guarda fisso aspettando una risposta.

Senza dire nulla allungo la mano nella tasca della mia gonna dove ne estraggo un anello con un piccolo diamante sopra. Di certo non come quello che stava per regalarmi Luke, ma lo adoro lo stesso.
Lo metto nel mio indice senza dire niente, non che le parole possano servire a qualcosa. Sposta lo sguardo verso Shawn cercando conferma ma lui non fa nessun cenno.

«Mi dispiace così tanto.» è la volta buona che mi urla in faccia di nuovo.
«Tu sei felice?» mi chiede dopo un silenzio imbarazzante.
«Sì.»
«Sono contento che per te sia stato così facile superarlo.» si alza senza dire niente andando verso l'uscita.
«Luke aspetta!» giro verso il bancone raggiungendolo, il suo nome pronunciato da me lo blocca sul posto.
«Quando vi sposate?» ha difficoltà a pronunciate l'ultima parola.
«Tra 6 mesi.»
Mi supera raggiungendo Shawn, sovrastsndolo con la sua esagerata altezza.

«Ok coso mi stai sul cazzo dal primo momento che ti ho visto. Non c'è bisogno che ti dica che appena farai scendere una lacrima alla ragazza più bella del mondo ti apro il corpo per darlo da mangiare ai miei cani. Non c'è bisogno neanche che ti dica che tu non meriti neanche un dito di Grace. Non sei tu che le hai detto che è bellissima su un bicchiere di questo dannato posto. Non sei tu che l'hai fatta cadere dalla sedia appena le hai rivolto la parola. Non sei tu che l'hai invitata nel tuo studio di registrazione per farle ascoltare il tuo nuovo album prima che uscisse. Non sei tu quello su cui ha versato del vino rosso solo per baciarti. Non sei tu quello che durante il vostro primo bacio il postino di Amazon vi ha interrotto per portare del cibo per cani. Non sei tu che l'hai portata in un ristorante a 5 stelle facendola strozzare con una polpetta fino a farvi cacciare via. Non sei tu che le hai chiesto in spiaggia al chiaro di luna di venire in tour con te. Non sei tu che ad ogni singolo concerto cantavi solo per lei nonostante tutte le persone che urlavano il tuo nome. Non sei tu quello che si è incazzato a morte con lei quando si è ubriacata con i tuoi migliore amici, scrivendoti mille messaggi dove diceva che duravi poco. Non sei tu quello che le ha detto il primo ti amo dopo aver fatto l'amore più bello della tua vita. Non sei tu che l'hai difesa davanti tutte le fan che la odiavano. Non sei tu che litigavi perché uno stewart ci provava con lei. Non sei tu che le hai chiesto di sposarla davanti a più di cento persone al tuo compleanno. Non sei tu quello che ha passato gli anni peggiori della sua vita per lei. Non sei tu quello che, nonostante tutte le bugie, la ama più di se stesso. Non sei tu che appena atterrato a Los Angeles la prima cosa che ha fatto è andarla a cercarla per dirle che la ami ancora. Non sei tu che l'amerai per sempre, per il resto della tua fottuta vita.»

Si allontana di poco da lui con le lacrime agli occhi.
«Non sei tu. Non sei niente di tutto questo. Ma sei quello che la sposerà.»

Si avvia verso la porta, ma prima che esca, i suoi occhi incontrano i miei per quella che sembra essere l'ultima volta.

«Dovevo essere io, quello che doveva aspettarti all'altare.»

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