Mend the Broken [Italian Tran...

By pezharls

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La storia dell'incontro tra una ragazza piena di paure e un ragazzo pieno di rabbia. ______________________ ... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
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Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33

Capitolo 10.

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By pezharls

Il mattino successivo aprii gli occhi confusa, cercando di capire perché sentissi così caldo e perché il materasso fosse così rigido e duro.

Poi mi resi conto dei lievi respiri e ricordai che mi ero addormentata tra le braccia di Harry. Abbassai lo sguardo e vidi che ero finita soprendentemente ad accoccolarmi al suo fianco e lui aveva avvolto il mio corpo con le sue braccia.

Non se ne era davvero andato.

Sbattei le palpebre un paio di volte prima di sollevare il capo per vedere se fosse sveglio o meno.

Al posto della solita espressione irritata sembrava quasi ... sereno. Aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta, alcune ciocche dei suoi capelli erano sparse sul suo volto e sul cuscino sotto la sua testa. Era scioccante vederlo così rilassato. Non aveva il solito cipiglio in faccia, la sua espressione era morbida, libera dalla rabbia, facendolo sembrava quasi più giovane.

Tornai alla posizione di prima poggiando la mia testa sul suo petto esitante, visto che non avevo altro posto. Il suo respiro si bloccò per un secondo e io mi irrigidii, spaventata che si fosse svegliato, ma sospirò e strinse leggermente le braccia attorno a me prima di tornare a dormire.

Pensai alla notte precedente, quando ebbi quell'incubo. Mi dispiaceva averlo svegliato, che fosse corso da me e che avesse cercato di riportarmi alla realtà. Era stato svelto nell'abbracciarmi e calmarmi, ripetendo solo che gli dispiaceva. Mi aveva tenuta stretta per tutta la notte, senza dire una parola, promettendo di proteggermi dal cattivo del mio subconscio. Forse è per quello che non avevo avuto altri incubi.

Non riuscivo a capirlo. O a capire le mie emozioni nei suoi confronti. Avevo paura di lui? ... si. Onestamente, non penso ci fosse qualcuno nel mondo che non fosse spaventato almeno un minimo da lui, dal suo carattere irascibile e dal suo imprevedibile temperamento.

Ma gli ero grata? Oh mio dio, si. Senza di lui, sarei probabilmente impazzita ormai. Era entrato nella mia vita e mi era rimasto accanto, cercando di aiutarmi a raccogliere i pezzi della mia mente.

Adrian aveva detto che era uno che andava a letto con molte ragazze. Non avevo mai notato qualcosa che affermasse ciò, ma rimanevo confusa riguardo a chi fosse Harry veramente, non sapevo cosa pensare di lui. Dopo Mark, non ero riuscita più ad accettare nessuno.

Il calore del suo copro mi avvolgeva, il ritmo del suo lieve respiro era l'unico rumore nella stanza.

Mi morsi il labbro e pensai. Nonostante la mia confusione, mi aveva aiutato la notte precedente. E volevo ripagarlo.

Cercai il più lentamente possibile di sfuggire dalla sua presa ferrea, ma non voleva lasciarmi andare. Sospirai e soffiai per spostare una ciocca di capelli che mi era finita in volto e mi allontanai da lui. Grugnì nel sonno, un lieve ansimo e io trattenni il respiro, cercai il più possibile di non fare alcun rumore, finché il cipiglio non sparì dal suo volto e si rilassò di nuovo. Mi morsi il labbro nervosamente e spostai la mia mano sulla sua per allontanarla dall'altra. Le sue mani erano pesanti ma riuscì nella mia impresa. Le allontanai da me, riuscendo a scappare.

Trattenni il respiro e scesi dal letto silenziosamente uscendo poi dalla stanza, dirigendomi in bagno per sistemarmi e lavarmi i denti.

I miei capelli erano un groviglio disordinato e avevo dei segni scuri sotto gli occhi, ma probabilmente avevo un aspetto migliore rispetto ai passati giorni.

Feci del mio meglio per rendermi presentabile e poi raggiunsi la cucina e tirai fuori gli ingredienti e le pentole necessarie per preparare la colazione. Fu difficile fare silenzio, visto che Harry stava dormendo nella stanza affianco. Non sapevo cosa fare, non mi ero mai trovata in una situazione simile. (E' divertente il fatto che lo dica costantemente quando è coinvolto Harry). Così decisi che il cibo era l'opzione migliore. Poi, Harry mi avrebbe rotto le palle se non avessi mangiato.

Mescolai l'impasto per i pancake con dell'acqua e riscaldai la padella, per versarci poi il mix. Mentre aspettavo che si cuocessero, tirai fuori lo sciroppo e i piatti e li misi sul tavolo.

Stavo cucinando da circa cinque minuti quando sentii dei rumori provenienti dalla mia camera e poi solo dei passi. Alzai lo sguardo dai fornelli vedendo Harry avvicinarsi a me, mentre si stropicciava gli occhi. I capelli erano un disastro, la maglietta era tutta sgualcita e aveva il solito cipiglio in volto.

Già appena alzato era arrabbiato.

"Um, g-giorno," dissi e lui abbassò la mano per guardarmi.

Annuì e si schiarì la voce. "Buongiorno," disse con una voce roca e non volli mentire a me stessa, mi erano tremate le ginocchia al suono della sua voce mattutina. Si fermò quando notò quello che stavo facendo. "Stai ... facendo i pancakes?" chiese confuso, la fronte corrugata mentre mi osservava.

Io guardai la padella prima di spostare lo sguardo su di lui. "Uh, si..." mormorai. "Era il mi-minimo che potessi fa-fare. S-se non ti piacciono i pancakes po-posso preparare qu-qualcos' altro o-" lui mi fermò.

"No, no, no! Mi piacciono. Sono solo sorpreso, tutto qua," spiegò e io annuii prima di tornare a concentrarmi sui fornelli. Lo sentii avvicinarsi al tavolo e sedersi. "Hai dormito bene?"

"Si." Annuii e spostai il pancake sul piatto. Spensi la fiamma e presi il piatto poggiandolo sul tavolo prendendo posto, sapevo che lo sguardo di Harry aveva seguito ogni mio singolo movimento. "Gra-grazie," sussurrai e lui annuì soltanto grattandosi il collo. "E mi di-dispiace."

Si irrigidì e alzò le sopracciglia. "Per?"

"Per averti sve-svegliato. E mi hai do-dovuto abbracciare p-per tutta la no-notte. Deve essere st-stato scomodo. Mi dispiace essere un tale di-disturbo," dissi velocemente.

"Whoa, cosa?" chiese, il suo volto si riempì di irritazione.

"E mi dispiace se ho pi-pianto addosso a t-te. Ho sca-scaricato le emozioni su di t-te e non deve essere pia-piacevole e-" le mie guance si tinsero di rosso.

"Elizabeth.."

"Non ci co-conosciamo ne-ne-nemmeno così bene e sinceramente non vo-voglio che accada e io-"

"Fermati." Sollevò una mano. Io chiusi di scatto la bocca e fissai il tavolo mentre lui osservava me, con la bocca aperta e un profondo cipiglio in volto. "Non capisco perché ti stia dando tutte queste colpe."

"Scusami," sussurrai e lui sollevò un sopracciglio.

"Perché insisti nel scusarti per qualsiasi cosa?" disse duramente e io non risposi. "Non scusarti, ok? Va tutto bene. Non ho fatto nulla che non volevo fare."

Lo guardai confusa. Che voleva dire? Aveva voluto fare tutte quelle cose? O sentiva solo pena per me?

Gli angoli della sua bocca si sollevarono leggermente. "Posso praticamente vederti analizzare ciò che ho appena detto." Ridacchiò e scosse la testa. "Smettila di scusarti con me quando non è necessario. Non mi è affatto dispiaciuto ciò che ho fatto la scorsa notte, quindi smettila di essere così nervosa. Ok?" chiese e io annuii con riluttanza. "Perfetto."

Iniziammo a mangiare i pancakes. Mi fece i complimenti e io sorrisi ringraziandolo, ma oltre a ciò non parlammo molto.

"Hai avuto altri incubi?" chiese quando avevamo quasi finito e io scossi la testa.

"Nessuno. Gr-grazie," dissi e lui fece un cenno con la testa e prese un altro boccone. "Sul serio Ha-Harry. Ho apprezzato ciò che hai fatto." Guardai il mio piatto rifiutandomi di avere un contatto visivo con lui.

Mandò giù il boccone e sollevò il capo. "Non c'è di che, amore," disse. "Ti avevo detto che potevi fidarti di me." Io annuii e mi misi in bocca l'ultimo pezzetto masticandolo lentamente.

"I-Ieri era venerdì. Di solito ci so-sono feste il venerdì se-sera, giusto?" chiesi e lui annuì lentamente, cercando di capire dove stessi andando a parare. "Hai perso u-una festa. Per sta-stare con me," elaborai e continuai a mantenere lo sguardo fisso sul tavolo. Si schiarì la voce e posò la sua forchetta.

"Non è che fosse l'ultima in assoluto. E poi, questo era molto più importante," disse con tono basso.

Sorrisi un po'. "Aw."

"Non aspettarti che sia sempre così piacevole," disse e scosse la testa alzandosi in piedi con il suo piatto in mano.

"Oh, fa-faccio io." Cercai di prenderglielo dalle mani ma lui scosse nuovamente la testa afferrando anche il mio piatto, poggiandoli poi entrambi nel lavandino. "Ok, allora.."

Harry si voltò. "Ho lezione tra circa un'ora, quindi devo andare. Grazie per la colazione." Sorrise velocemente prima di raggiungere il salotto e afferrare le chiavi, dirigendosi poi verso la porta d'ingresso.

"Oh, u-uh, o-ok," balbettai di fronte alla sua fretta e lo seguii alla porta. "Grazie an-ancora."

Aveva la mano appoggiata sulla maniglia prima di fermarsi, sollevò la testa e fissò la porta. "Starai bene oggi?" chiese improvvisamente.

"Che in-intendi dire?"

Si voltò. "Voglio dire, farai qualcosa oltre al rimanere seduta qui e darti colpe che non hai?"

"Oh. Um. Si?" risposi e lui sollevò un sopracciglio. MI schiarii la voce e cercai di rafforzare il mio tono. "Si."

"E stasera? Pensi che riuscirai a dormire?"

Abbassai lo sguardo cercando di nascondere il mio volto. Quasi sicuramente non ci sarei riuscita, perché avrei avuto molto tempo per pensare e gli incubi sarebbero tornati. Ma non poteva chiedergli altro.

"S-s-si," sussurrai.

Corrugò la fronte e la sua mascella si irrigidì. "Non mentirmi."

"Ma n-non lo sto fa-facendo."

"Elizabeth," mi avvisò e mi lanciò un'occhiataccia. Il mio sguardo tornò velocemente a posarsi sul pavimento. Sospirò e si passò una mano fra i capelli. "Non riuscirai a dormire stanotte."

"Starò b-bene," mormorai e lui sbuffò.

"Col cazzo che starai bene."

"D-Davvero. Starò bene. Gr-grazie per essere ri-rimasto e per tutto, ma che tu c-ci creda o meno, mi posso gestire da sola," cercai di sembrare convincente.

Rimase in silenzio per una manciata di secondi, mi osservò, cercando di trapelare qualcosa. Poi sbuffò arrabbiato. "Bene. Ma se succede qualcosa, chiamami. Hai capito?" chiese, con tono deciso. Io annuii e lui strinse i denti. "Usa la bocca."

"S-Si."

"Non sto scherzando cazzo Elizabeth. Se scopro che quella merda è successa di nuovo, darò di matto. Se non riesci a dormire o hai paura, chiamami. Sono stato chiaro?"

"Chiarissimo," mormorai. 

"Fantastico," sbottò e si voltò verso la porta, aprendola. Corrugai la fronte mentre un pensiero improvviso faceva irruzione nella mia testa.

"Perché st-stai facendo tutto qu-questo?" mormorai, costringendolo ad arrestarsi sul posto. "Perché lo st-stai facendo per me?" Sembrava essere una domanda alla quale non riuscivo ad ottenere mai risposta.

Si voltò nuovamente verso di me e il cipiglio che aveva in volto aumentò, il suo sguardo analizzò la mia faccia, come se la risposta ci fosse stampata sopra. "Io ... non lo so, onestamente," mormorò. "Non sono il tipo che fa certe cose. Non sono mai stato un ragazzo gentile."

Presi un respiro profondo e puntai lo sguardo su quei bellissimi occhi verdi che sembravano sempre accorgersi di ogni mia minima ansia e paura. Il suo sguardo folgorante incontrò il mio e mantenne il contatto.

"Che intendi di-dire?" sussurrai e lui si avvicinò.

"Penso che tu abbia capito esattamente cosa intendo. Non sono un bravo ragazzo e penso tu l'abbia già capito."

Deglutii rumorosamente e raccolsi un minimo di coraggio per esprimere un altro mio pensiero. "B-beh, a parte il fatto che incuti pa-paura, penso tu sia un ra-ragazzo gentile. Circa." Sorrisi all'ultima parte e gli angoli delle sue labbra si sollevarono. "Da-davvero Harry, grazie."

Sogghignò e osservò il pavimento prima di tossire e rimettersi ben diritto, cercando di tornare alle sue solite maniere. Annuì e poi si accigliò. "Sono serio. Chiamami, va bene?" chiese e io annuii, alzando gli occhi al cielo. Sorrise prima di voltarsi ed uscire.

Chiusi la porta alle sue spalle e lasciai che la mia testa ci si appoggiasse contro, mentre un lungo sospiro lasciava le mie labbra.

Se ne era andato, cosa che avevo desiderato ogni secondo le prime due volte che ci eravamo incontrati, ma adesso non ero sollevata. Senza di lui, avevo troppo tempo da dedicare ai miei pensieri e la paura aveva la libertà di tornare ad assillarmi. Quella notte sarebbe stata un inferno, senza dubbi, ma era davvero ingiusto da parte mia chiedergli altro. Aveva i suoi amici (anche se erano degli idioti) e la sua vita. Non ero proprio la persona adatta al suo stile di vita. Era ovvio che si stesse forzando per stare con me, ma non capivo il perché. E a quanto pare, nemmeno lui lo sapeva.

Chiusi gli occhi e pensai di attenermi alla richiesta di Harry. Doveva fare qualcosa, ma cosa?

Tornai in camera e mi buttai sul letto afferrando il telefono appoggiato sul mio comodino. Le mie dita composero il numero di Rose e mi portai il cellulare all'orecchio, aspettando che suonasse, sentendo poi la sua voce allegra.

"Oh mio dio. E' la mia Ellie?" squittì e io sorrisi, giocando con il lenzuolo.

"L'unica e sola." Sorrisi e lei squittì più forte.

"Aaah! Come stai?Non ci parliamo da un sacco di tempo!"

"Sto ... meglio in verità, grazie."

"Beh, cosa è successo? Sei praticamente sparita dalla faccia della Terra per un bel po'. Mi sei mancata."

"Beh, è per questo che ti ho chiamata. Volevo parlarti e chiederti se volevi venire a pranzo con me o magari fare altro. Se mi perdonerai."

"Certo! Si, mi vesto e sarò lì da te tra quaranta minuti, possiamo andare a fare shopping e pranzare fuori. Che ne dici?"

"Mi sembra perfetto." Sorrisi e lei esultò prima di salutarmi e chiudere la chiamata.

Invece di prepararmi subito, rimasi distesa sul letto e sospirai. Era stato ingiusto da parte mia non parlare con nessuno la settimana precedente. Rose sembrava avermi perdonata ed era contenta del mio ritorno. Ma poi mi ricordai di un'altra persona: Austin.

Sorrisi lievemente al pensiero del timido ragazzo. Era carino con la sua timidezza e la sua voce calma. Mi ricordai che mi aveva lasciato il suo numero ma che non gli avevo mai scritto, così presi il telefono di nuovo per risolvere subito la situazione.

Da: Me
Ciao, sono Ellie. Scusa se non ti ho scritto prima.

Non mi aspettavo che mi rispondesse subito, così nel frattempo mi feci un doccia e mi preparai. Misi una felpa larga, dei leggings e le scarpe, non troppo appariscente. Non ero una di quelle che amava mettersi in mostra e che indossava molte cose corte o aderenti. Non volevo che le persone mi guardassero più del dovuto. Mi truccai leggermente e lasciai i capelli sciolti, ed ero pronta.

Da: Austin Miller.
Ciao! Sono contento di sentirti. Mi stavo preoccupando

Aw.

Da: Me
No, sto bene. Mi dispiace per averti fatto preoccupare.

Da: Austin Miller
Ehy, tranquilla. :) Magari possiamo vederci per un caffè lunedì mattina prima delle lezioni, che dici?

Da: Austin Miller
Sempre se vuoi

Da: Austin Miller
Non dobbiamo farlo

Da: Austin Miller
Anche se mi piacerebbe molto ma sta a te decidere

Da:Austin Miller
Ha senso quello che sto dicendo?

Sorrisi mentre arrivavano più messaggi. Era ovvio che fosse nervoso ed era così carino.

Non ero tipa che usciva con gente per prendere un caffè o altro, ma forse sarebbe stata una cosa carina e ad Harry sarebbe piaciuto. Dovevo essere socievole e coraggiosa.

Da: Me
Haha, mi piacerebbe molto. :)

Da: Austin Miller
Perfetto :D Non vedo l'ora! 8:30 alla caffetteria del campus?

Da: Me
E' deciso allora. :)

Misi giù il telefono quando sentii un colpa alla porta. Mi alzai per andare ad aprire e fui sorpresa quando Rose corse dentro e mi placcò con un abbraccio.

"Ellie! Mi sei mancata!" strillò e io cercai di ridere mentre lei quasi mi strozzava.

"Uh ... 'Rose' giusto?" scherzai e lei mi colpì il braccio e mi trascinò fuori dall'appartamento.

In macchina e durante lo shopping, raccontai a Rose come mi ero sentita durante l'ultima settimana e disse esattamente ciò che aveva detto Harry: che ero traumatizzata e isolandomi, ero entrata in depressione. Si scusò diverse volte per non essermi stata affianco e ad un certo punto quasi scoppiò in lacrime, cosa che fece piangere anche me. Disse che era stata molto in pena per me e che quando aveva visto Harry al bar, aveva immaginato che potesse sapere qualcosa su di me. Io presi a parlare da quel punto.

Le raccontai di come Harry era entrato con la forza a casa mia e mi aveva costretto a mangiare di fronte a lui. Mi ascoltò con attenzione mentre le dicevo ciò che lui aveva detto e come aveva accettato di rimanere con me dopo l'incubo, aiutandomi. A quel punto gli occhi di Rose erano spalancati e la mascella sembrava toccasse terra. Rimase in silenzio finché non finii di raccontare le vicende di quella mattina.

"Ellie, questo ragazzo è un santo," sussurrò mentre io giocavo con una patatina. "Lui ... ha fatto tutto questo? E' fantastico. Ci tiene davvero a te."

"Non sono sicura. Ha detto che è confuso dalle sue azione e che non è normale per lui comportarsi così."

"E' tutto così adorabile!" disse ad alta voce e sollevò le braccia per appoggiare la testa sulle sue mani mentre io scuotevo la testa. "Ma aspetta, sono confusa. Perché gli hai permesso di toccarti? Lo conosci da quanto? Un mese o poco più?"

Scrollai le spalle e mi accigliai. "Io ... non lo so se devo essere sincera. Non penso di averglielo permesso, l'ha fatto e basta. All'inizio ho dato di matto ma mi ha obbligato e non ha mai permesso che mi allontanassi," dissi, pensando a quando mi aveva detto di non pensarci troppo tenendomi una mano in cucina. "Poi la scorsa notte, mi ha abbracciata e io ... non so. L'ho semplicemente accettato. Mi sentivo protetta, al sicuro."

Rose mi ascoltò e annuì con il capo. "Nessuno l'ha mai fatto prima," commentò e io scossi la testa. "Ti senti al sicuro con lui no?"

"Si e no, se ha senso la cosa." Piegai la testa di lato e lei fece un cenno con il capo.

"Capisco. E stai iniziando a sentirsi più a tuo agio con lui vero? Balbetti ancora?"

Spostai lo sguardo sulla vetrata al nostro fianco. "Mi sento un po' a mio agio. Ma si, continuo a balbettare. Non posso farne a meno."

Lei annuì e prese un sorso della sua bibita. "Penso che sia adatto a te," commentò e io spostai lo sguardo su di lei confusa, osservandola poggiare la bibita sul tavolo. "E' il tuo completo opposto. E ti sta aiutando ad uscire dal tuo guscio, che ti piaccia o meno, infatti gli permetti di toccarti. E tiene a te. Quando ha pensato che ci fosse qualcosa che non andava, è subito venuto a cercarti e ti ha aiutato a stare meglio. Forse è prepotente come Mark, ma in modo diverso. In un modo buono," spiegò e io mi morsi il labbro.

"Ma la sua rabbia ..."

"Tutti si arrabbiano, Ellie. Perde le staffe più facilmente. Non ti sto dicendo di sposarlo, solo ... non so. Sii sua amica e vedi come va. E poi," si fermò e prese un altro sorso, "Vi shippo proprio."

"Oh taci."

----------------------

Dopo il pranzo e lo shopping, Rose ed io ci guardammo due film e andammo in libreria, quindi era praticamente sera quando arrivammo a casa e ci salutammo.

Quando entrai nel mio appartamento, il buio e il silenzio riempivano lo spazio e io sospirai accendendo le luci.

Era strano non sentire il suo forte sguardo su di me, che osservava ogni mio singolo movimento. Era strano non sentire la sua voce roca risuonare nel mio appartamento. Ed era strano che avessi così freddo, non avendolo lì a tenermi tra le sue braccia e riscaldarmi durante la notte.

Mi cambiai e mi lavai il viso e i denti, prima di infilarmi sotto le coperte e cercare di dormire. Il silenzio era assordante e alcuni flashback della festa tentarono di farsi spazio nella mia coscienza.

Il tempo passava ed erano ormai le undici, ero distesa sul mio letto con un cuscino in faccia mentre cercavo di soffocare il suono della voce dell'uomo che mi urlava "Dove pensi di andare?" e cercai di allontanare la sensazione delle sue mani sulla mia pelle.

Le lacrime erano sull'orlo di uscire e gettai lontano il cuscino mettendomi a sedere, affogando il viso tra le mie mani.

Quando finirà? Riuscirò mai a dormire in pace?

Sussultai al suono di un robotico campanello che risuonò per tutta la stanza, afferrai il mio cellulare e lo sbloccai, guardando il messaggio che per una qualche strana ragione era arrivato a mezzanotte e mezzo.

Era di Harry.

Da: Harry Styles
Se non stai dormendo, mi arrabbio.

Alzai gli occhi al cielo e cercai di combattere un sorriso davanti alla sua 'premura'.

Da: Me
E se stavo dormendo e tu mi hai appena svegliata?

Da:Harry Styles

Non stavi dormendo perché stai facendo l'insolente.

Da: Me
Sono sempre insolente. Solo che non lo noti. E poi non ha senso.

Da: Harry Styles
Vai a dormire, Elizabeth.

Da: Harry Styles
Sono serio.

Da: Me
Ci sto provando. Cosa pensi che faccia la notte?

Da: Harry Styles
Occhio a come parli.

Da: Harry Styles 
E cosa diavolo vuol dire 'ci sto provando'? Da quanto tempo 'ci stai provando'?

Da: Me
Un po'.

Da: Harry Styles

Elizabeth.

Da: Me
Un bel po'.

Da: Harry Styles
Mi stai facendo girare i coglioni.

Riuscivo a immaginarlo con la fronte corrugata e la mascella tesa, mentre scriveva furiosamente sul suo cellulare.

Da: Me
Da tre ore.

Da: Harry Styles
E' strano che tu vada a letto alle 8. Ma non sei riuscita ad addormentarti?

Da: Me
No. Sto perdendo tempo con te. In verità ho sonno ora.

Da: Harry Styles
Prova a parlarmi così di nuovo. Non osare.

Da: Harry Styles
Non so se mi piace un'Elizabeth impertinente che non è nervosa attorno a me.

Da: Harry Styles
Devo venire lì?

Si.

Da: Me
No. Sto bene.

Da: Harry Styles
Bugiarda.

Da: Me
Non venire. Non voglio disturbarti.

Da: Harry Styles
Non mi disturbi mai.

Da: Me
Sto bene. Cercherò di addormentarmi.

Da: Harry Styles
Se davvero non vuoi che venga, va bene. Ma prova a immaginare che io sia lì con te.

Da: Harry Styles
Sono proprio affianco a te e ti sto tenendo tra le mie braccia. L'uomo non si può avvicinare a te.

Chiusi gli occhi e cercai di immaginarlo. Accanto a me con le sue braccia che mi tenevano stretta al suo petto, il suo respiro contro il mio collo e i suoi capelli che mi solleticavano la guancia mentre lui mi sussurrava qualcosa.

Da: Harry Styles
Sono lì con te.

Mi avrebbe tranquillizzata se avessi borbottato qualcosa e avrebbe stretto la presa attorno a me, come se avesse paura che fossi scivolata dalle sue braccia. Queste larghe e piene di tatuaggi che mi tenevano ferma, e il suo sguardo che mi osservava con un cipiglio su quel bellissimo volto. Il suono della sua voce profonda quando mi parlava.

Era quasi come sentirlo davvero. Mi distesi e presi un cuscino, quello che aveva usato lui la notte precedente, sentivo il suo profumo, che mi calmò all'istante. Sorrisi lievemente e afferrai il telefono velocemente, sentendomi già più assonnata.

Da: Me
Sta funzionando. Grazie, Harry.

Da: Harry Styles
Quando vuoi. Buona notte, amore.

E mi addormentai, immaginandomi le sue braccia attorno a me mentre io stringevo il cuscino. Ebbi comunque un incubo, ma solo quello. Sarebbe stato meglio se ci fosse stato lui lì con me, ma il solo pensiero della sua presenza aveva funzionato comunque.

Quasi.


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Vi piace la nuova copertina? Fatta da me, si beh, è semplice ma la trovo carina.

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