Elements: Rimasta

By WinterSBlack

135K 7.8K 12.1K

Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

11. Nathan: Partiamo male

2.9K 226 154
By WinterSBlack

Il mio genitore era stato flashzzato e poi rimandato a casa.
Non che me ne importasse qualcosa.
Mi dava sui nervi il fatto che, pur di vendicarsi di quel pugno, aveva mandato qualcuno a farmi fuori e aveva coinvolto pure la mia Ary.
Stupido uomo. Stupito inutile uomo. Questo mondo crudele poteva benissimo fare a meno di lui.
«Sono arrivati i russi» mi disse Rose.
«Sono curiosa di vederli! Magari sono due fighi da paura!» esclamò Eloise.
Alzai gli occhi al cielo. Non sapevo come facessi a sopportare quelle chiacchiere da scolarette ogni volta.
«Fantasticate di meno. Joanne ci ha appena inviato i nostri compiti una volta arrivati in Italia. C'è un po' di roba da digerire.» commentai riportando quelle due Imperium dell'aria a terra.
«Che hai oggi? Sei noioso» commentò Eloise mettendo il broncio.
«Io non ho niente. Sto una favola come sempre.» replicai sorridendo.
Ma l'attenzione delle ragazze ormai non mi apparteneva più.
Attirate da un punto alle mie spalle, mi voltai pure io, senza scompormi dalla comoda posizione che avevo assunto sul divano.
«Cray. Hai un momento? Ti devo parlare.» disse Nick Twain.
«Certo.» affermai tranquillamente, anche se l'idea di parlare da solo con lui non mi entusiasmava.
L'ultima volta non era andata un granché bene.
Mi alzai e seguii il ragazzo che ci condusse fuori dalla Sala Grande.
«Avete già ricevuto le informazioni dal vostro mentore sulla missione?» chiese guardandosi attorno una volta raggiunta l'aula vuota più vicina.
«Sì, a quanto pare la ricerca si è complicata. Non sappiamo nemmeno di quanti della Resistenza stiamo parlando. Forse andare solo noi sei è una brutta idea.» commentai seriamente.
«Esatto. Per questo ci manderanno dei rinforzi non appena riusciranno ad organizzarsi. Però l'informazione... Non è sicura. L'ultimo ricognitore non è più tornato.» replicò lui.
«Però non è questo di cui volevi parlarmi, vero?» affermai appoggiandomi contro il bancone e incrociando le braccia.
«Volevo essere sicuro che fosse tutto a posto. Per la riuscita di questa missione dovremo collaborare.» iniziò.
Sapevo già dove volesse andare a parare.
«Tranquillo. Non ti pugnalerò alle spalle o cose del genere. Che tu ci creda o no, non porto tanto rancore.» affermai sorridendo.
Bugia.
«Per quel che vale... Mi dispiace.» disse sorprendendomi.
«Non scusarti. Iniziai io, ricordi?» replicai.
Twain evitò il mio sguardo e fece una smorfia.
«Ricordo bene. Comunque mi riferivo a quel che è successo oggi. Ti ho pedinato.» ammise.
Credeva davvero che fossi così tonto da non essermene accorto? Inoltre era una sua missione, perché dirmelo?
Quel ragazzo era così onesto da far schifo.
«Sono sotto sorveglianza, non è così.» dissi con calma.
«Dai tuoi ultimi controlli.» rispose lui.
«Il tuo atteggiamento li preoccupa.» aggiunse.
«Pensavo che ora la B.L.C. fosse più libera di vivere, cosa importa loro cosa passa per la mia testa?» chiesi.
«Non vogliono rischiare che tu possa fare del male ad altri e a te stesso.» disse Twain.
«È per questo che ti hanno mandato a pedinarmi.» commentai.
«Non solo. Sapevano che tuo padre era nella cerchia di Smith. Due missioni in uno.» affermò in risposta.
«Grazie per avermelo confermato.» dissi con un sorriso raddrizzandomi e pronto per andarmene.
Uscii dalla stanza e imboccai il corridoio quando notai un affollamento di persone che si dirigeva verso la palestra Multi-Elemento.
Incuriosito seguii la scia e vidi parecchie persone di tutte le età appostate davanti alla vetrata della palestra.
«Che succede?» chiesi a nessuno in particolare.
«Arianne Barker duellerà con la ragazza della S.S.U.! Vedremo in azione gli Imperium russi.» commentò una ragazza random.
Sorrisi.
Era proprio il genere di cose che faceva la mia Ary.
«Fatemi vedere.» dissi divertito facendomi spazio per poter entrare e guardare dagli spalti.
Avevano scelto un terreno roccioso con il perimetro d'acqua come luogo di scontro.
Alcuni pilastri di metallo erano disseminati per tutto il campo e le due sfidanti si stavano già squadrando.
Mi appoggiai alla ringhiera e guardai la mia Ary muoversi come una pantera mentre sondava il terreno e scrutava la sua avversaria.
Diedi un'occhiata anche a lei, una spilungona bionda e magra e dalla pelle chiarissima.
Mi incuriosii ancora di più. Era ben lungi da avere il fisico di un'Imperium, come faceva a controllare il suo elemento?
«Ma è andata fuori di testa?!» esclamò Twain comparso agitato al mio fianco.
Dietro di lui c'era Abby senza fiato. Evidentemente era andata a chiamarlo.
«Ehi! Calmati, capitano. Lasciala fare.» lo bloccai prima che saltasse giu verso il campo.
«Siamo in pace con la S.S.U. dopo decenni di rivalità! Dovremo accogliere i loro membri non attaccarli! Mio Dio! Non siamo nemmeno partiti e ci stiamo per far ammazzare!» esclamò coprendosi il volto con le mani.
«Ha iniziato la straniera questa volta. Arianne ha solo accettato.» commentò Abby.
«Vedi? È tutto a posto. Considera che grazie ad Ary possiamo vedere di che pasta è fatta la S.S.U.» dissi pratico e ragionevole.
Twain non sembrava ancora convinto, considerando che si stava mettendo le mani in testa.
«Intanto vediamo cosa succede. In caso vada male mi prendo la responsabilità di fermare l'incontro.» dissi.
«Tu?» commentò inarcando un sopracciglio.
«Sono un leader come te. Ne ho tutto il diritto, autorità e capacità.»
Non diedi il tempo a Twain di accettare perché l'incontro iniziò.
Ary partì all'attacco, correndo in direzione dell'avversario e immediatamente le sue mani si infiammarono.
Con la potenza del fuoco spiccò un salto e volteggiò in aria per abbattere un calcio in tutta la sua potenza distruttiva sulla ragazza straniera.
La russa sembrava stupita della velocità dei movimenti di Ary, ma ciò non le impedì di evocare un muro di terra che la proteggesse. Ma la forza di Ary era tanto maggiore che infranse la barriera e fece piovere i detriti sull'avversaria.
L'ospite barcollò indietro.
Arianne fece un'agile capriola indietro e si rimise nuovamente in guardia.
Dalle gambe tremanti dell'avversaria di Ary capii immediatamente che non stava minimamente fingendo di essere in svantaggio. Lei era veramente poco agile come sembrava.
Eppure non sembrava preoccupata.
Non capivo come potesse sperare di vincere senza conoscere le arti marziali, i quali sono indispensabili per un controllo maggiore sugli elementi.
Essere Imperium è come essere un atleta, necessitava di allenamento.
Quella ragazza straniera, invece, era come un bambino con una palla di basket in mano. Se avesse fatto canestro sarebbe stata pura fortuna.
Ary si accese di nuovo e questa volta attaccò da lontano. In una danza di fuoco lanciò uno dopo l'altro sfere di fuoco incandescenti.
Poi tutto cambiò.
La terra iniziò a smuovere, ma non si trattava di semplice evocazione di rocce, era un puro terremoto che coinvolgeva tutta la sala.
Come un tappeto elastico, il suolo si fece informe, i pilastri di metallo caddero e costrinse non solo Ary a balzare da un punto all'altro per trovare equilibrio, ma anche ai presenti sugli spalti di cercare appiglio.
Quella potenza era sorprendente. Richiedeva molta energia e forza.
Ma non finì qui.
La russa, sempre lì ferma, allargò le braccia e le rocce presero a volteggiare in aria come i pilastri di metallo. Ma non si trattava solo di terra. Anche il vento si era alzato.
«Com'è possibile? È una Geminus?» sussurrò Twain al mio fianco.
«È come con Susan Blackwood e Sophie Hunter. Questa potenza... Non è raggiungibile da un normale Imperium» sussurrai riportando alla mente quel giorno. Il giorno in cui pensai fosse arrivata la fine del mondo.
Ary era caduta e il terreno la stava inghiottendo come delle sabbie mobili. Dall'alto delle stalattiti e i pilastri vorticavano in cielo pronti puntare su di lei.
Tutti i presenti erano troppo scioccati per capire cosa stesse succedendo.
Balzai sulla ringhiera e mi buttai verso il basso, appoggiando bene i piedi per non perdere l'equilibrio per via del terremoto.
Prima che la gravità e il vento piombassero su Ary, mi frapposi tra loro.
Con tutta la concentrazione e la calma glaciale che possedevo evocai gli ettari d'acqua che ci circondavano, ricavandone anche dall'aria umida.
Un muro d'acqua in tutta la potenza di un oceano, contrastò la violenza della terra e dell'aria.
Cogliendo l'attimo dell'impatto mi concentrai sulla quantità enorme di molecole e le ghiacciai.
Terminata l'opera rilassai le spalle e mi rimisi dritto, con il cuore che ancora batteva forte per l'adrenalina e la stanchezza a pesarmi sul corpo.
Ansimavo dalla fatica appena compiuta e sarei potuto svenire da un momento all'altro.
Ammirai la mia opera di ghiaccio che intrappolava la mostruosità della terra al suo interno, brillando alla luce artificiale.
Dal mio lato le sinuose linee di ghiaccio erano arte, ma visto dal punto di vista della russa era tutt'altro.
Il ghiaccio era appuntito, come zanne di una bestia dal sangue freddo e spietato e sfiorava il volto della ragazza. Le fauci aperte di un animale feroce, pronte a divorarla.
La russa era a terra e fissava spaventata la mia creazione, una reazione che mi creò non poco compiacimento.
«Impressionante.» affermai avanzando verso la ragazza.
«Sapete il fatto vostro, voi della S.S.U.» commentai allungando una mano per aiutarla ad alzarsi.
L'espressione spaventata e stordita svanì immediatamente e invece di accettare la mia offerta galante, schiaffeggiò la schiaffeggiò via e si rimise in piedi autonomamente.
«Hai interrotto il duello!» esclamò con un forte accento russo.
«Perché stavi esagerando.» replicai spegnendo il mio sorriso.
Il fatto che eravamo in pace non le dava il diritto di ferire chi le pareva in casa nostra.
«Ci dispiace. Hai ragione, non avremmo mai dovuto iniziare tutto ciò.» affermò una terza voce.
Un ragazzo dalle guance rotondette affiancò l'amica. Anche lui biondo con gli occhi azzurri e dall'accento forte.
«Bene, ora che è tutto a posto penso che sia giusto che continuiate il vostro giro turistico. Non lasciamo che questo piccolo incidente rovini tutto.» affermai sorridendo di nuovo.
«Io sono Nathan, comunque. Piacere» allungai una mano nella loro direzione, poi ci appoggiai sopra l'altra mano. Feci il gesto di tirare e un piccolo striscione con scritto "benvenuti" mi comparve tra le mani.
«E questo lo puoi tenere.» dissi portando una mano dietro l'orecchio della ragazza per poi darle una rosa.
Detto ciò mi voltai per sorridere ad una FireLizard con il broncio e le braccia incrociate.
Le feci l'occhiolino.

«Ecco come sono i fatti. I russi hanno sviluppato un modo diverso di usare l'Element. Mentre la nostra Operazione consiste nel rendere il nostro potere permanente e usufruibile grazie al nostro equilibrio mentale e fisico, la S.S.U. si basa unicamente sullo sfruttare l'Element come un accessorio magico.» ci disse Arianne quella stessa sera nella Sala Grande.
A quanto pare aveva fatto amicizia con il ragazzo cicciotto che le aveva raccontato tutto.
«Vedete, noi possiamo utilizzare solo un elemento, in quanto la quantità di Elements presente in noi è minima. Una quantità maggiore la nostra mente non riuscirebbe ad assorbirla.» continuò.
«Questo lo sappiamo. Ce lo insegnano a lezione.» commentò Tiara.
«Sì, ma loro non hanno questo problema, quindi possono utilizzare l'Element quanto vogliono.» disse Arianne emozionata.
«Cioè, in realtà hanno dei limiti. Lo stato dell'Element è instabile, per questo ha meno influenza sulla loro mente e il cubo in cui l'hanno rinchiuso è protettivo, in modo che non possa comprometterli.» disse Arianne.
«Quindi hanno tutti i poteri di Susan Blackwood?» chiese Alan con orrore.
«Per niente. La forza dell'attacco è ovviamente maggiore alla nostra, grazie all'Element, però non essendo allo stato naturale e essendo i poteri trattenuti dal "cubo", non sono potenti quanto la Blackwood. Inoltre possono utilizzare tutti due elementi, in base al loro segno e ascendente.»
«Se perdessero la collana con l'Element i poteri svanirebbero?» chiese Tiara.
«Sì. Però non hanno il permesso di tenerlo tutto il tempo, considerando che con il tempo ha degli effetti negativi sulla loro mente. Si fanno chiamare "Portatori", in traduzione americana, appunto portatori di Element.»
«Preferisco essere Imperium. Fa più figo.» commentò Albert.
«La collana a cui era appeso l'Element della Blackwood era stato rubato a loro. Era tecnologia di loro invenzione. Aveva aiutato a farla impazzire più lentamente, dicono.» aggiunse Arianne.
«Sta di fatto che è impazzita ugualmente, che informazione inutile.» commentai.
«Che altro c'è?» si informò Twain.
«Ad una certa età non possono più portarlo. Più crescono più il tempo a disposizione per usare l'Element si riduce.» disse Ary buttandosi sul divano affiancando Twain.
«Doppio dei nostri poteri ma a tempo dimezzato, in pratica.» commentò Tiara.
«Hanno anche il doppio delle seccature. Considerate che noi i Geminus li abbiamo a tempo pieno e non pazzi siamo decisamente migliori.» dissi sorridendo divertito. «Giusto, Twain?»
Il ragazzo non mi guardò nemmeno e si astenne dal commentare.
«Preferisco una precisione chirurgica come la nostra che tutto quella potenza.» affermò Eloise esaminandosi le unghie.
«Oh, come siete noiosi. Considerate che loro non hanno bisogno di allenarsi tutti i giorni» commentò Ian annoiato.
«A me piace allenarmi» disse Tiara.
«Ma anche a me! Siamo proprio fatti l'uno per l'altra, Tiara.» cambiò subito atteggiamento Ian.
I gemelli si guardarono a vicenda e scossero la testa.
«Come hai detto che si chiamano, FireLiz?» chiesi.
«Emh... Lui si chiama Lev...» disse stampandosi un sorrisetto nervoso sul volto.
Non ricordava i loro nomi dopo aver passato tutto quel tempo con loro. Era assurdo.
«Lei si chiama Rozana Vorobyov e lui Liev Pavlov» intervenne Abby che poi sorrise fiera vittoriosa ad Ary, la quale inarcò un sopracciglio confusa.
Stava pensando di fare a gara con Ary per il mio cuore?
«Ma perché li lasciamo entrare e scorrazzare liberi alla Base? Insomma, non mi sembra intelligente. Potrebbero attaccare dall'interno.» affermò Rose mentre finiva di intrecciare i capelli ad Eloise.
«Un po' di fiducia, Rose.» commentò Twain.
Rose storse il naso.
«Difficile farlo dato che la prima cosa che hanno chiesto oggi è stato un duello.» replicò.
La ragazza non aveva tutti i torti.
Se non fossi intervenuto io chissà cosa avrebbe fatto ad Ary.
«Tranquilla Rose. So che non dovremo parlarne ma la missione che hanno assegnato alla mia squadra è proprio quello di tenere sotto controllo qualsiasi loro mossa.» spiegò Ian.
«Ah, vero che voi non partite con noi!» esclamò Tiara.
«Lo so che ti mancherò, mia cara. Ma non essere triste.» disse Ian teatrale riavviandosi i corti capelli castano scuro.
«No, per niente.» replicò la ragazza roteando gli occhi azzurri.
Ian era un ragazzo alto e dalle spalle larghe. Aveva già diciannove anni e anche il fisico era quello di un uomo maturo con grossi bicipiti e spalle parecchio larghe, però si comportava spesso come un dodicenne idiota. Della serie, tutto muscoli e senza cervello.
Però andava detto che aveva una certa carisma che gli permetteva di guidare la sua squadra come un vero leader.
Solo che Tiara vedeva solo la parte idiota di lui. Quasi mi dispiaceva.
«Finiamola qui, è tardi. Domani abbiamo lezione.» commentò Twain alzandosi in piedi e stirandosi.
«Concordo.» affermò Ary.
In un batter d'occhio la Sala Grande venne svuotata e solo io rimasi indietro, seduto dov'era a fissare il camino davanti a me.
«Non vai a dormire?» mi chiese Abby.
Pensavo se ne fosse andata.
«Adesso vado.» dissi mettendomi in piedi ma sempre fissando il fuoco crepitante.

Il mattino seguente, Seth Frost ci caricò tutti quanti, i due russi compresi, su un minibus e guidò fino in centro Philadelphia. Ci aveva scaricati nei pressi di un bosco e caricati di un fucile a vernice ciascuno.
«Dividetevi in due squadre. Voi due della S.S.U. verrete separati. C'è solo una regola in questa partita di paintball. È vietato utilizzare i poteri.» ci disse sbrigativo.
«E ora. Giocate fino alla morte.» affermò serio.
Era quasi comico. Peccato che fossi l'unico a pensarlo, dato che altri sembravano terrorizzati da lui.
Mi misi la visiera arancione e mi voltai per controllare in che squadra fosse Ary.
Però gli altri avevano già deciso.
Si trattava della squadra mia, con l'acquisizione della bionda alta, di Abby e Ian contro la squadra di Twain con l'aggiunta dei gemelli e del russo cicciotto.
Avevano fatto più in fretta di quanto mi aspettassi.
Paintball era un gioco perfetto per le simulazioni di guerra. Così quando tutto ci fummo appostati iniziammo ad elaborare la strategia.
Lo scopo era di eliminare tutti i membri della squadra avversaria, imbrattandogli con la nostra vernice gialla.
«Twain è il capo. È il primo che va eliminato.» dissi immediatamente.
«I gemelli vanno separati. Una volta fatto sarà facile prenderli uno alla volta.» aggiunse Ian.
«Liev è lento.» disse semplicemente la russa.
«A Tiara pensiamo noi.» disse Eloise riferendosi a lei e Rose.
«Bene. Io andrò ad occuparmi di Twain e mi porto dietro Miss Vorobyov. Se nel frattempo troviamo anche il suo amico Liev, lo staniamo.
Rose ed Eloise si occuperanno di Tiara, stessa cosa riguardo Liev.
Ian si occuperà dei gemelli e Abby gli farà da supporto.
Nel frattempo tenete tutti gli occhi ben aperti, soprattutto da Arianne. Però non attaccatela se ve la trovate davanti, focalizzatevi sul vostro obbiettivo. Quando avrete terminato il vostro compito cercatela, la attaccheremo tutti insieme. Se nel frattempo gli altri avranno perso la propria battaglia, i restanti si riuniscano per affrontare l'avversario. Ricordate che è importante non essere in inferiorità numerica, tutto chiaro?» istruii.
Ian alzò la mano.
«Dimmi.»
«Chi ti ha nominato capo?» chiese.
«Voi avete voluto dividervi così. Mi pare ovvio che sia io il capo. Ora sparpagliatevi e cercate il vostro bersaglio.» ordinai senza tanti preamboli.
Era divertente dare ordini.
Dissi a Rozana di tenere il mio passo e stranamente lei non protestò.
La credevo con un temperamento più focoso dopo quello che era successo nel duello contro Ary.
Inoltre, credevo anche che fosse arrabbiata con me per averle interrotte. Eppure non era così.
La ragazza era alta e aveva le gambe lunghe. Ciò le permetteva di tenere il mio passo in poche falcate. Il problema stava nel fatto che aveva un passo pesante e sgraziato. Faceva troppo rumore.
Twain si sarebbe sicuramente accorto della nostra presenza in questo modo.
«Sai arrampicati sugli alberi?» le chiesi fermandola.
«Che dici? Ovvio che no!» esclamò manco le avessi chiesto di baciarmi i piedi.
Appoggiai la mano all'albero accanto e feci comparire una scalinata di ghiaccio fino all'ultimo ramo.
«Salici. E spara a vista.» le ordinai.
Ancora una volta, lei non disse niente ed eseguì senza chiedere alcun perché.
Dopodiché mi voltai e andai alla ricerca di Twain.
Mi diressi al loro punto di partenza.
Sicuramente non erano rimasti lì fermi ad aspettare che ci presentassimo. Però potevo capire dove fossero andati seguendo i loro residui. Una delle cose insegnate da Seth Frost era proprio la caccia.
Così mi misi a sondare il terreno e cercai di capire dove fossero andati, ma qualcosa non tornava.
A me risultava che fossero andati poco lontani.
«Ma loro sono...»
«Qui?» sussurrò una voce melliflua con la canna del fucile puntato alla mia testa.
Alzai le mani in segno di resa.

Angolo Autrice

Inizio sempre gli angoli autrici con le scuse hahaha però davvero, scusatemi per il ritardo. Avevo intenzione di accompagnare il capitolo con un disegno, solo che non sono riuscita a finirlo perché è molto più complesso di quanto mi fossi aspettata.
Ora, il capitolo è dal POV di Nate, non vi aspettate una costanza di capitoli in ordine tutto uguale, sceglierò il POV da chi mi sembra più adatto in quel momento, è più facile così.
Detto questo... Nel prossimo capitolo partiranno e incontrerete una vecchia conoscenza. POV? Nick.

Continue Reading

You'll Also Like

298K 14.9K 52
Tutti sanno che tra vampiri e lupi mannari non è mai corso buon sangue; o almeno, lo sanno perfettamente i diretti interessati, i quali non possono v...
7.9K 1.4K 44
1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se c...
4.8K 395 26
Lucius Samuel Devon è un normale diciassettenne che trascorre la vita come tutti i suoi coetanei. Un giorno, la sua esistenza verrà completamente str...
54.8K 1.8K 75
!!DA REVISIONARE COMPLETAMENTE!! Sybil Patterson è un alpha. La sua famiglia, nello specifico suo padre fu il primo al mondo a mostrare segni gli occ...