Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore

31. Nathan: Lacrime di coccodrillo

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By WinterSBlack

Finalmente è finita.

Strinsi Ary tra le mie braccia e appoggiai il naso sulla sua cute, ispirando il suo profumo misto al fumo.

«Cosa ti è successo da spegnere in questo modo le tue fiamme?» mormorai tra i suoi capelli.

Ma ovviamente non poteva rispondermi. Il suo respiro era regolare e debole mentre dormiva profondamente dopo aver perso i sensi per la stanchezza.

Vidi i membri della B.L.C. catturare i membri della Resistenza e portarli in massa verso la Base.

Mi accigliai. Non sapevo se fosse una buona soluzione portarli nella Base. Le prigioni di questa sede estera non erano un granché.

Avevo fatto notare questa cosa a Nox, ma mi aveva detto che sarebbe stato solo temporaneo finché non fosse arrivata più gente dalle Basi principali.

Non sembrava neanche preoccupato e sorrideva amabilmente, assicurandomi che sarebbe andato tutto bene.

Che tipo strano.

Il solo pensarlo lo evocò al mio fianco.

«È sorprendente come abbia controllato bene le fiamme. Non ha bruciato niente.» commentò.

«Dopotutto è Jase il suo mentore, non mi dovrei sorprendere.» disse Nox accanto a me.

Nonostante tutti nell'area nord erano esausti per aver tenuto testa a così tanti nemici, Nox che era stato da solo alla zona est era più fresco che mai. Quale mostro poteva uscire illeso da una battaglia di questo calibro?
I Gemini erano proprio di tutt'altra pasta.

«Ary è stata brava perché ha talento. Geni non si diventa» replicai mentre mi rialzavo e prendevo Arianne in braccio a principessa.

Era una ragazza sorprendentemente leggera e non mi comportò alcuna fatica nonostante fossi stanco pure io.

C'era molta gente nelle infermerie tenute occupate dalle persone gravemente ferite.

In assenza di personale, era caldamente suggerito ai feriti lievemente di curarsi da soli nelle proprie stanze, così portai Ary nelle sue stanze.

Non era ferita se non per qualche graffio. Era solo esausta.

La lasciai sul suo letto e mi voltai per andarmene per poi esitare sulla soglia della porta.

Mi voltai di nuovo e le tolsi gli stivali sporchi e li appoggiai ai piedi del letto parallelamente.

Poi finalmente uscii dalle stanze.

Quando la porta si chiuse alle mie spalle mi appoggiai di schiena alla parete e scivolai a terra.

«Non ti ho perdonata per avermi spezzato il cuore» borbottai coprendomi la faccia con entrambe le mani.

Passai diversi minuti seduto lì con la mente in subbuglio.

Poi mi alzai e corsi verso le stanze dei Dirigenti dove trovai facilmente Nox, Eli e Courtney.

Non bussai nemmeno quando entrai, non ero quel tipo di persona. Lo facevo solo se necessitavo di accalappiare i favori di qualcuno.

«Se state parlando della Resistenza, fatemi partecipare. Non so se lo avete notato, ma erano preparati alle trappole di grande portata. Erano preparati a voi. E considerando che abbiamo passato in rassegna diverse volte tutti i membri di questa base... Credo la conclusione ovvia sia che abbiano un grande stratega dalla loro parte.» affermai prima che potessero fare qualche stupida domanda come cosa ci facessi lì.

«Che cos'è questo ragazzo? Ci legge nella mente?» commentò ironicamente Courtney Young mentre era stravaccata e a gambe incrociate sulla sedia girevole dietro la scrivania.

«Ho sentito dire che è un genio del calibro di Max.» commentò Nox con nonchalance mentre era seduto su un angolo della scrivania nel suo maglione verde con una renna.

Dove trova roba del genere? Le fa fare apposta?

«Questo spiega la lettura della mente?» chiese Eli.

«Sì, amore. I geni sanno leggere nella mente» replicò Courtney sorridendo e facendogli l'occhiolino.

«Mi state complimentando, ma non sento risposte alla mia constatazione sulla situazione» intervenni.

«Beh, è vero. Hanno un buon stratega, ma nonostante ciò abbiamo vinto noi questa prima ondata» mi fece notare Nox con tono tranquillo e così ottimista da essere fuori luogo.

Ma era normale che rimanesse così sereno in quella situazione? E non solo lui, ma anche Courtney ed Eli avevano l'aria rilassata, quasi annoiata.

Non avevano alcuna strategia a lungo termine e passavano la maggior parte del tempo a chiacchierare e a parlare di amministrazione futile in questa Base abbandonata.

Era perché erano mostruosamente forti rispetto alla norma ed erano sicuri di loro? Mi sembrava poco credibile considerando che erano persone che avevano partecipato alla guerra contro i Ribelli.

Per quanto una persona aveva potere poteva cadere, c'era sempre un modo e io lo sapevo bene.

Inoltre, trovavo inutile proteggere la Base. Sarebbe stato molto più semplice smantellarla totalmente così che la Resistenza non avesse in mano niente. Ma qui erano tutti buonisti perché c'era gente che aveva un forte attaccamento con questa struttura, un luogo sicuro per gente che non aveva posto dove andare.

Idiozie. Con le risorse della B.L.C. dubitavo che non potessero trovare un altro posto per i quattro gatti che usavano questa Base.

Mi stava venendo il dubbio che tutto ciò fosse una farsa, ma anche se lo fosse, per quale scopo?

«Non credo che capiate cosa voglia dire. Se studiamo lo stratega possiamo capire la Resistenza e capire loro significa capire intenzioni e luoghi dove sono nascosti! Ergo, possiamo contrattaccare» spiegai dando un pugno sul palmo della mano.

Quelle tre leggende si guardarono tra loro - per quanto potesse fingere di guardare Eli Twain - per poi voltarsi nuovamente verso di me.

«È bello sapere che i giovani di oggi siamo così attivi, ma... Noi non facciamo il lavoro sporco della B.L.C. Siamo qui per difendere questa Base solo perché ci vivono dei conoscenti. È un favore personale» spiegò Nox scrollando le spalle.

«Devi essere molto deluso» aggiunse Eli sorridendo.

Sì. Lo ero. Ero veramente deluso dalla loro inattività.

Eloise aveva detto che era normale che non volessero essere coinvolti. Avevano voltato pagina, mi spiegava. La B.L.C., anche se cambiata, rimaneva un ricordo doloroso.

Ma come potevano essere così... Menefreghisti?

Quando mi accorsi di come mi sentivo frustrato per quella situazione pensai che non fosse da me sentirmi in quel modo. Ero solitamente una persona molto fredda e razionale che capiva che la gente preferiva sempre essere egoista.

Sorrisi loro.

«Per niente. Vi capisco. Non posso chiedere ad un elefante di fare attenzione alle formiche che calpesta» dissi invece.

Voltai loro le spalle e mi allontanai.

E poi Joanne mi biasima perché voglio sempre fare di testa mia.

Cosa importa cosa sei stato in passato se nel presente non sei all'altezza delle tue imprese andate?

Cosa importa che tu sia forte e potente se non usi questa forza?

Cosa significa? Avete già dato e quindi potete riposare ed essere felici? Che cosa ridicola.

«Cray!» mi sentii richiamare mentre camminavo lungo il corridoio per gli ascensori a passo spedito.

Non avevo voglia di fermarmi, quindi finsi di non sentirlo.

«Cray aspetta!»

Purtroppo Nick Twain era veloce e mi raggiunse in fretta.

«Come ti posso aiutare?» gli chiesi sorridendogli come se non avessi appena provato ad ignorarlo.

«Sei appena stato da mio fratello?» chiese con un'ansia non ben identificabile.

«Hai notato anche tu che non ci stanno rendendo partecipi di tutte le informazioni?» andò diritto al punto.

Aveva forse notato che la mia conversazione non era andata bene? Com'era possibile? Sicuramente la mia faccia non diceva nulla.

«E per favore, non cercare di depistarmi. Facciamo i seri» mi precedette prima che potessi fare una delle mie battute.

Ah, quanto era fastidioso.

«Non ne avevo assolutamente intenzione. Per chi mi hai preso?» chiesi candidamente.

«Certo, come ti pare. Preferisci parlarne mentre beviamo qualcosa? The? Coca Cola?»

Che ha in mente da invitarmi a bere qualcosa? Si è bevuto il cervello? Tutte quelle botte in testa lo hanno finalmente rincitrullito?

«Solo caffè» dissi.

***

Era sceso un silenzio imbarazzante dopo che ci eravamo scambiati le informazioni.

La cosa strana era che quando parlavamo di lavoro, io e Twain andavamo piuttosto d'accordo. Buoni colleghi si presume.

Per il resto del tempo, Twain si era fatto un'idea distorta di me. Aveva la costante impressione che desiderassi torcergli il collo ogni volta che lo vedessi. Era buffo come le sue spalle si irrigidissero e la sua espressione si faceva tesa appena si accorgeva di me.

Ero io quello che ne era uscito peggio da quella volta, ma era lui quello che scattava sempre sull'attenti. Non potevo non trovare questa cosa divertente.

«Quindi... Hai un tuo piano?» chiese alla fine.

Appoggiai il mento su una mano e lo guardai con un sorriso.

«Oh? Stai cercando soluzione da me? I superiori non condividono informazioni e non si prendono responsabilità e ti stai spaventando? È divertente che sia la prima persona da cui sei corso in cerca di soluzione» commentai divertito.

«Eli non lavora più per la B.L.C. Tutto questo non doveva essere più un suo problema a prescindere. Se James e gli altri non rispondono, ho bisogno di avere certezze a modo mio.» replicò il moro.

Storsi il naso a come proteggesse suo fratello.

«Pensavo ti fidassi ciecamente di James» dissi.

Vidi Twain esitare.

«Oggi Arianne ha rischiato la vita.» disse come se solo quello spiegasse tutto. E in effetti poteva.

Se solo ci fossimo organizzati meglio...

«Tu... Le vuoi ancora bene, non è così?» aggiunse dopo una pausa. Non mi stava guardando, ma teneva tra le mani il bicchiere di vetro con Coca Cola e ghiaccio ormai sciolto.

Non gli risposi immediatamente e questo sembrò preoccupare Twain che alzò lo sguardo per guardarmi.

Allungai l'indice e toccai il vetro coperto di gocce d'acqua del bicchiere di Twain.
Il liquido scuro tremò e immediatamente dei cubetti di ghiaccio si formarono.

«No» risposi.

Le dita di Twain ebbero un fremito, ma non disse niente.

«La amo.»

Ci fu un'altra pausa tra di noi e poi aggiunsi:«Ma so che lei ama te»

***

In qualche modo ero tornato nella stanza di Ary. Se fosse stata sveglia non mi avrebbe mai fatto entrare, ma avevo preso il pass e quindi potevo farlo.

Mi sentii uno stalker.

Ma non avevo intenzione di guardarla dormire o cose simili. Volevo svegliarla e parlare con lei di come fosse stata intrappolata nelle fiamme di Courtney.

Era strano.

Per quanto il poco personale impedisse una buona organizzazione a livello strutturale, un incidente simile era stupido.

Quando arrivai accanto al suo letto, la vidi. Era accucciata e dormiva sonoramente con la bocca  semi aperta e sembrava così indifesa che mi sentii contorcere lo stomaco.

Mi dispiaceva svegliarla.

Poi mi ricordai di come mi avesse svegliato quella notte alla casa di Eli Twain e l'incredibile voglia di farle uno scherzo mi assalì. Magari il classico dei baffi.

Mi chinai su di lei e mi allungai verso di lei per strizzarle il naso, ma a pochi centimetri dal suo volto, mi afferrò la mano.

Mi saltò un battito del cuore per la sorpresa, ma la ragazza non sembrò essersi svegliata.

Al contrario, avvicinò la mano al suo volto, finché le mie dita non sentirono solletico al tiepido fiato della ragazza.

«Stupida ragazza» borbottai sentendo caldo alle orecchie.

Provai a tirare via la mano ma sorprendentemente non ci riuscii. Almeno, non potevo riuscirci senza che se ne accorgesse e si svegliasse di soprassalto.

Ero quasi certo che se fosse accaduto mi avrebbe tirato uno schiaffo di nuovo.

Nonostante fosse addormentata la sua presa era fin troppo salda.

Sospirai e intrecciai meglio le dita alle sue per mettermi comodo. Poi mi sedetti con la schiena appoggiata ai piedi del letto, sempre tenendole la mano.

Passarono i minuti e probabilmente mi addormentai in un momento impreciso nell'attesa.

Ad un tratto mi svegliai di soprassalto per un motivo ignoto. Forse avevo sognato qualcosa, ma l'unica cosa che mi rimaneva era un senso di caduta verso l'oblio.

Il mio cuore batteva forte e ci misi qualche secondo a riprendermi da quella sensazione. Inoltre, era peggiore di quello che avevo provato quando avevo effettivamente fatto una caduta libera per salvare Ary.

«Sei sveglio» mi disse la sua voce.

Alzai lo sguardo per vedere Arianne sul letto accucciata e con le braccia che abbracciavano le gambe. Mi guardava senza assumere una particolare espressione. Non un sorriso. Non il solito disgusto.

Tornai a volgere la testa verso la porta e appoggiai il capo al letto senza risponderle.

Non serviva un genio per capire cosa era accaduto a lei.

In qualche modo Ary aveva confessato i suoi sentimenti a Twain. Era stata rifiutata. Il rifiuto aveva incasinato le sue emozione impedendole di evocare le fiamme.

Ero rimasto sorpreso per come la guerriera Arianne Barker non fosse riuscita ad evocare le fiamme quando glielo avevo chiesto.
Ma se era stata ferita... Tutto acquisiva un senso.

Provavo dei sentimenti contrastanti. Piacere perché era stata rifiutata e dolore perché i suoi sentimenti per Twain erano abbastanza forti da venire influenzati e sconvolti così violentemente da impedirle di usare le sue fiamme.

«Grazie per avermi aiutata» mi disse ad un tratto.

Rimasi comunque zitto alle sue parole. Non volevo perdonarla per avermi rifiutato e sarebbe stato patetico sentirmi contento per quel misero grazie. Ma non potevo non sentirmi smuovere dentro.

Quello che le avevo detto era vero. Non mi sarei arreso solo perché amava qualcun altro e perché non mi vedeva nemmeno come una scelta opinabile. Volevo starle vicino ed essere l'unica cosa per lei come lei lo era per me.
Volevo rinchiuderla e proteggerla da tutto e tutti, in modo che non perdesse mai la sua luce e le sue fiamme.

Ma allo stesso modo volevo che soffrisse. Che soffrisse abbastanza da capire cosa aveva fatto passare me.
Volevo vederla così disperata in modo che capisse che aveva solo me e nessun altro.

Mente deviata.

«Riesci ad evocare le fiamme ora?» chiesi.

Ary sembrò rifletterci per poi controllare le sue mani.

Sul palmo si accesero piccole fiammelle che si estinsero subito.

«Il mio flusso emotivo non si è ancora stabilizzato» ammise accigliandosi. Sembrava calma, ma sapevo che era spaventata. Le sue fiamme erano tutto per lei.

«In realtà infondo me lo aspettavo» disse ad un tratto.
«Che le mie fiamme si spegnessero un giorno. Hai notato anche tu che sono diventate più deboli rispetto ad anni fa» aggiunse sorprendendomi.

«L'ho notato» dissi.

«Ma mi hai aspettata.»

«Ti ho aspettata» affermai.

Seguì un altro lungo silenzio. Il sole era quasi calato e solo una luce arancione filtrava tra le tende della sua camera.
Le luci non erano accese e rimanemmo così finché l'ultimo raggio solare non svanì all'orizzonte, facendoci rimanere al buio.

I fari all'esterno dell'edificio si accesero dando una penombra alla stanza.

«Hai mai pensato che la gioia potrebbe non essere il sentimento giusto da seguire?» le chiesi rompendo il silenzio.

«Cavolo dici?» sbuffò lei colta alla sprovvista dalle mie parole. Il suo tono era parecchio sulla difensiva.

«Ary, per chiunque ti conosca, sei una persona che sprizza gioia da tutti i pori. Ma perché dai gioia a loro. Tu ricevi lo stesso? Hai davvero la gioia di vivere che pensi di avere?» chiesi con lo sguardo puntato davanti a me.

Lei rimase in silenzio, quindi continuai.

«Sei certa di non aver preso la gioia solo perché era l'unica cosa di cui pensavi fosse positiva dentro di te?» sussurrai.

Ary si alzò in piedi di scatto.
Sicuramente si era arrabbiata per quel che le avevo detto. Non avrebbe accettato le mie parole.

«Nathan.» mi chiamò costringendomi a guardarla. Appena i miei occhi incrociarono i suoi ne rimasi sorpreso.

Non era arrabbiata.

I suoi occhi brillavano di una sicurezza e determinazione che ero certo di non aver mai avuto.

«Sai cosa mi ha sempre dato fastidio di te?» mi chiese.

«Il fatto che hai sempre ingannato tutti e non parlo della falsa da prestigiatore.
Non sei mai come sei veramente e non sei mai sincero. Nascondevi qualcosa di cui avevo paura e preferisco di gran lunga affrontare le cose a viso aperto invece che temere l'oscurità sempre in agguato.
Non volevo averti vicino. Eri l'opposto di tutto quello in cui credevo.
Ma adesso che sei cresciuto sei anche peggiorato.
Almeno prima ero l'unica che affrontavi con quello che eri veramente ma ora...
Lo so che tu ti conosci a fondo. Lo so che credi di essere un mostro che non ha nulla di positivo, per questo porti la maschera per farti piacere dagli altri. Ma il fatto che tu voglia questa maschera non significa che ami questo mondo?»

Non risposi. Non sapevo dove volesse arrivare con quella dichiarazione. Voleva forse ferirmi per come avevo insultato il suo carburante?
Non le era bastato rifiutarmi per farmi sentire misero?

Ma invece di arrabbiarmi rimasi calmo e continuai a guardarla.

«Forse tu pensi di provare dei sentimenti per me perché credi che sia come te, ma non è affatto così.
Siamo opposti.
Io amo veramente vivere, Nathan.
Il solo essere in vita mi dà gioia. Sono certa che il sentimento che io seguo sia quello che mi dia più forza perché il dolore che provo non è nulla in confronto.
Tu vedi il mio dolore, ma perché non lo nego. Non lo nascondo perché i miei sentimenti sentono il bisogno di essere esposti e sfogati, in modo che possa avere un rapporto migliore con loro.» disse.

Perché? Perché mi continuava a fraintendere?

«Non parlare come se sapessi tutto di me» mi ritrovai a dire.

Le sue parole mi sembravano solo contraddizioni senza senso. Non sapevo nemmeno se pensasse tutto veramente o lo dicesse solo per sfogare la sua rabbia su di me.

«Io non ti capisco, Ary. Davvero non riesco a comprenderti.» scossi la testa.

«Ma voglio farlo. Voglio capire, no, non basta, voglio conoscere tutto di te. Sapere qualsiasi cosa ti riguardi. È così sbagliato?» le dissi.

Lei sembrò volta alla sprovvista.

«Smettila di negare quello che provo per te e accettalo e basta.» affermai serio.

«Perché? Continuo a ferirti quindi perché non te ne vai? Perché non mi detesti e basta?» mi chiese con un filo di voce. Sembrava cercasse una risposta diversa da quello che stava chiedendo.

«Stai paragonando te a me come al solito» le dissi pensando di capire.

Eravamo nemesi da quando eravamo piccoli ai suoi occhi e, fin da bambina, si paragonava sempre a me.
E adesso stava paragonando a come avevo preso io il rifiuto al suo.

«Ma con questa cosa non puoi farlo» le dissi.

Vidi gli angoli della sua bocca piegarsi verso il basso e il suo corpo irrigidirsi.
E piano piano i suoi occhi castani si fecero lucidi e presto lacrime rigarono le sue guance.

Aveva iniziato a piangere ed ero certo che non se ne fosse affatto accorta.

Piangeva, ma non aveva smesso di guardarmi. Non emetteva alcun suono e non sembrava neanche respirasse.

Mi avvicinai a lei.

La vidi sgranare gli occhi stupita, ma senza ritirarsi.

Avrei potuto baciarla, avrei potuto approfittare di quel momento. Sarebbe stato facilissimo approfittarsi del suo momento instabile.
Ma non lo feci.

Forse poteva aver ragione. Forse avevo sopravvalutato quel che ero. Ma su una cosa si sbagliava. Io non amavo il suo dolore. Non la amavo perché credevo che fosse come me. Io la amavo per lo stesso motivo per cui l'amavano tutti. Per quella luce che solo lei riusciva a donare. Per quella luce che regalava nonostante quel dolore.

Avevo le labbra a pochi centimetri dalle sue, ma invece di farle entrare in contatto, deviai verso la sua guancia e leccai via la lacrima.

Lei si ritirò di scatto guardandomi sconvolta.

«Sono salate.» affermai leccandomi le labbra.

Lei rimase senza parole, ma almeno sembrava che fossi riuscito a farla smettere di piangere.

«Diventa la mia ragazza» le dissi.

«Cos... Cosa stai farneticando?!» balbettò cercando di sembrare oltraggiata. Poi, mentre la fissavo negli occhi senza cedere, arrossì e distolse lo sguardo.

«Pensavo che avessi detto di forzare i tuoi sentimenti su di me. Non pensavo me l'avresti chiesto... Immaginavo qualcosa di più rude ed invasivo o peri...» si interruppe quando realizzò quello che aveva detto.

«Non te l'ho chiesto» affermai.

La guardai con occhi socchiusi mentre si voltava a guardarmi sconvolta. Adoravo quella sua espressione e non potei non ricambiarla con un sorriso.

«Questo sì che è forzare» rispose con un borbottio.

«Fammi provare. Fammi provare a togliere dalla tua testa quel cretino autocommiserativo di un Geminus» insistetti.

«Cos...»

«Se mi odiassi veramente con tutto il tuo cuore non avresti permesso che mi avvicinassi tanto da fare questo» la interruppi e in un attimo dopo le mie labbra erano sulle sue.

Angolo Autrice

Alla fine se n'è approfittato.

Le persone sono contraddizioni viventi e adolescenti a maggior ragione. Quindi ho provato a mostrare come quello che dicono, pensano e vogliono siano tre cose completamente diverse hahaha

Comunque ho appena fatto in tempo per oggi 🙈

La faccio corta e dichiaro che il prossimo capitolo è il 25 agosto.

Ah sentitevi liberi di dirmi come state prendendo l'evoluzione della storia, le relazioni personali dei personaggi e cose così 🙈

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