Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
24. Nick: Caduti
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

28. Nick: Insegnante

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By WinterSBlack

«Tu non mi insegni proprio niente. Non ho nulla da imparare.» dissi.

Il ritorno di Arianne e Cray aveva interrotto la nostra conversazione, ma non bastò a interrompere completamente le comunicazioni tra me e quella specie di pianta incolta.

«È un favore che mi ha chiesto Jase. Sarà solo finché restate qui.» provò a spiegarsi il Geminus della vegetazione.

«James si sbaglia. Non ho bisogno di te, lui basta e avanza, e qui so cavarmela da solo.» affermai fermamente. Non avevo alcuna intenzione di cedere.

«Io ti posso aiutare a controllare il tuo terzo elemento, cosa che Jase non può fare. Ho aiutato anche Zach e Opal in passato, lascia che ti spieghi come aprire le porte estreme ogni volta che vuoi.» insistette. Notai che aveva iniziato ad essere a disagio il quale mi fece sentire meglio.

«C'è già mio fratello per quello.» replicai cercando di suonare il più categorico possibile.

«Siamo elementi opposti, Nick, non è la stessa cosa.» rispose il diretto interessato.

Lo guardai male.

Stava dalla sua parte ora?
Come poteva averlo perdonato?

«E l'aria non ha nulla a che fare con questa sottospecie di vegetale» aggiunsi senza demordere.

«Che ti ha salvato la vita. Per favore Nick, non essere così scortese.» sospirò Eli.

Eli era stato invitato alla Base dall'autoproclamato Giustiziere della Notte e questo solo fatto mi aveva irritato in modo assurdo.

Eli sarebbe dovuto partire in luna di miele con Courtney, invece non aveva neanche rifiutato la richiesta di quella persona.

«Va tutto bene. Non mi aspettavo certo che gli piacessi» provò ad intervenire la causa di tutto con un certo nervoso imbarazzo.

«Sei troppo generoso con te stesso» gli dissi incrociando le braccia al petto e voltando la testa dall'altra parte.

«Nick...» Eli mormorò il mio nome esasperato.

«Sono qui solo per chiarire la situazione. Ne parlerò io con James, tu puoi tornartene dalla giungla dalla quale sei venuto» affermai senza neanche provare ad essere più cortese.

Non capitava mai che fossi scortese con qualcuno che fosse più grande di me.

Certo, con mio fratello non sentivo il bisogno di mantenere l'immagine di educato ragazzo garbato e cordiale, ma normalmente rispettavo sempre chi avesse vissuto più di me.

Ma quell'uomo era tutta un'altra cosa.

Nox, o Giustiziere della Notte, era stato il simbolo e immagine della libertà per gli Imperium e tutte le persone che vivevano nell'ombra segreta del mondo creato dall'Element.

All'epoca era una leggenda; una speranza per chi soffrisse per colpa delle due organizzazioni.

La sua sola esistenza e il suo solo nome rappresentavano una possibilità, una via di fuga per chi non ce la facesse più.

All'epoca era vietato agli Imperium di avere contatti con i Popolani se non necessario, a maggior ragione per Iniziati e Senior. Ci voleva un'autorizzazione specifica che comportava vari sacrifici per permettere loro di incontrare membri della famiglia non Imperium. Era una questione di sicurezza, una sorta di segreto professionale.

Per questo mio fratello aveva sacrificato molto di sé solo per potermi vedere.

All'epoca non lo capivo, non sapevo che fosse stato venduto da nostro padre ad un'organizzazione segreta.

Non sapevo che fosse stato sottoposto ad un'Operazione quasi mortale e che avesse dovuto sudare sangue per poterla fare senza rischi.

E lavorava il doppio degli altri suoi coetanei perché lui aveva qualcuno da cui tornare.

Non era nemmeno ben visto dai suoi superiori e io, sentendomi solo, lo avevo anche odiato perché non poteva stare con me più spesso.

Non capivo quanto peso avesse addosso e quanto fosse infelice solo per poter rendere felice me.

Non capivo quanto disperato fosse e quanto avesse bisogno di essere aiutato e liberato da tutto.

Era così giovane, non aveva neanche le spalle così forti come le aveva nel presente. Era esile e fragile. Ma non ero mai riuscito a vedere tutto ciò, perché era il mio fratello maggiore. Il mio gentile fratello maggiore che amavo e che mi amava.

Nella sua disperazione aveva trovato speranza e scappatoia in quel nome: Nox.

Aveva trovato modo di contattarlo in qualche modo e aveva intenzione di fuggire dalla B.L.C.

Poteva benissimo andarsene e non voltarsi mai indietro, essere libero di andare lontano, viaggiare, scoprire cose nuove, senza responsabilità e pesi.

Ma tutto ciò non gli era passato nemmeno per la testa e aveva deciso di portarsi un bambino di neanche dieci anni con lui.

Avevamo incontrato Nox.

All'epoca mi era sembrato così misterioso e incredibile.
Aveva quell'aura magistrale che ricordava gli eroi degli anime che guardavo. Quelli silenziosi, ma che facevano più degli altri.

Eli venne colto dai dubbi e la sola idea di dover badare a me da solo probabilmente l'aveva spaventato.

Detestava la B.L.C. ma non poteva non ammettere che garantiva almeno una stabilità.

In quello stato mentale instabile e vacillante stato emotivo, il Giustiziere della Notte, colui che doveva essere simbolo di libertà e speranza, lo costrinse a scegliere.

Se ne era lavato le mani senza offrire un minimo consiglio per una spinta secondo una direzione o l'altra.

Aveva più esperienza di chiunque altro, no? Perché non aveva capito le difficoltà di Eli?
Perché essere simbolo di speranza e aiutare gente se effettivamente non voleva essere coinvolto?

E così che Eli scelse di restare. 

Così, l'avevo accusato e incolpato di tutto, dell'immediata morte di nostra madre e di come fossi stato costretto anche io a seguire le sue orme.

L'avevo odiato così tanto...

Ma lo odiavo perché mi sentivo tradito e deluso.

Tutta quella rabbia e rancore, quel senso di ingiustizia e impotenza.

Ma poi vidi com'era mio fratello cieco, come sorrideva sempre e come mi sembrasse forte ma debole allo stesso tempo.

E mi vergognai per averlo detestato. Mi sentii orribile e in quello stato di quiete della mia rabbia, riuscii a vedere le difficoltà di Eli.

Per questo, iniziai a rimuginare sui "e se...": se la mamma non fosse morta; se papà non avesse abbandonato e deluso Eli per poi morire indegnamente; se Eli non avesse scelto di rimanere.

In quell'ultimo punto rimasi a riflettere molto.

Probabilmente mamma sarebbe morta lo stesso, ma Eli vedrebbe ancora.

Potevamo essere normali. Con una vita più difficile, ma sani, liberi e felici.

La cosa che detestavo di Nox era la sua ipocrisia.

Non lo dispregiavo perché non ci aveva aiutato più di averci permesso di scegliere.

Lo biasimavo per quello che era.

Aveva un titolo che valeva troppo per quello che era veramente.

Illudeva e l'illusione dava speranze e, quando si distruggevano speranze, si soffriva più di una iniziale situazione già orribile.

Non screditavo le persone che aveva effettivamente aiutato. Ma se si erano salvate erano per merito loro. Non suo.

Il Giustiziere dell Notte non era all'altezza dei suoi meriti e reputazioni. Ergo, era un falso, un imbroglio. E la sola idea che molti potevano aver sofferto come Eli, solo perché lui aveva promesso più di quanto potesse dare, mentre tutti lo acclamavano come eroe, mi disgustava.

Potevo suonare ingrato o ingiusto nel mio duro giudizio.

Ma non potevo non pensare che se ci avesse aiutato un po' di più, Eli ci vedrebbe e non l'avrei odiato ingiustamente per tutti quegli anni.

«Jase non mi aveva detto che sarebbe stata così dura... Mi aspetto una ricompensa ben maggiore di quello che mi ha promesso» commentò l'uomo-albero sospirando alla mia cocciutaggine.

«Mi spiace. Di solito non è così. È sempre abbastanza maturo con i suoi coetanei. Forse è perché è il più grande tra di loro...» aggiunse Eli.

Parlavano tra di loro come se non avessi aperto bocca. Anzi, era più un trattamento riservato ad un bambino capriccioso.

Non sembravano nemmeno volere prendere in considerazione il mio rifiuto. Quanto potevano essere oltraggiosi?

Ero consapevole dell'animo pio di mio fratello, ma come era possibile che non avesse alcun risentimento nei suoi confronti? Non mi aspettavo che lo odiasse, ma questa falsa dimostrazione di amicizia era a dir poco ridicola.

Come poteva poi rimproverare me e dare ragione a quello?! Io provo ingiustizia per lui!

Sentivo quasi la rabbia crescere come un termometro a mercurio messo senza preavviso in una casseruola di acqua bollente.

«Eli, non sono un bambino che fa i capricci» dissi cercando di mantenere la calma anche se le vene sulla tempia sembravano sul punto di esplodere.

«Allora, Nick, mi farebbe piacere se non ti comportassi come tale.» replicò Eli sorridendomi. Mi aspettavo arrivare una risposta del genere.

Con tutta la forza di volontà che mi rimaneva, mi voltai verso l'uomo che aveva deciso di essere il mio insegnante.

«Siamo ragionevoli. Sei un'Imperium che domina acqua e terra, non hai nulla a che fare con il mio potere dell'aria. Se mio fratello non mi può aiutare essendo un Geminus dello stesso elemento opposto al mio, non vedo perché possa tu.» riprovai, cercando di dimostrare a mio fratello che ero capace di rifiutare comportandomi in modo maturo.

«Come ti ho detto, non voglio insegnarti nulla sul tuo elemento. Ma su come aprire le porte straordinarie che solo i Geminus possono aprire.» si alzò dal divano e provò a raggiungermi dalla mia postazione in piedi.

Feci un passo indietro e il Giustiziere, notando il mio atto, si arrestò.

«Jase ti ha spiegato le qualità di un Geminus, la nostra insana percezione e capacità di apprendimento, ma quello che ti andrò ad insegnare io è qualcosa di molto più astrale.
Ora come ora, da quello che ho sentito, non riesci a controllare i tuoi poteri quando vuoi e il tuo apprendimento, seppur più rapido degli altri è molto lento.» si scompigliò i ricci neri con una mano e poi tornò a guardarmi con quegli occhi del color dell'oro.

Strinsi la mascella e sostenni il suo sguardo.
Le unghie si conficcarono più profondamente nei miei pugni chiusi e tremarono leggermente quando lo affrontai e gli dissi con tono calmo:«Va bene».

Notai un'aria di sollievo comparire sia sul volto del Geminus della vegetazione che di mio fratello.

«Vedo che non capite.» aggiunsi facendo gelare nuovamente le loro espressioni.

Non così in fretta.

«Accetterò le tue condizioni, qualsiasi esse siano, se vincerai in uno scontro contro di me. Così ti dimostrerò che non ho affatto bisogno del tuo aiuto.» dichiarai.

L'uomo di nome Nox alzò un sopracciglio.

«Non sono così ingenuo da pensare di poterti battere. Non solo sei un Geminus esperto, ma hai anche più esperienza di me nel tuo campo. Si tratterà solo di uno scontro dove ti farò vedere il tuo superfluo contributo.» specificai.

Alzai tre dita.

«Se riesco ad assestarti tre colpi in quindici minuti, ho vinto io. Se invece allo scadere dei quindici minuti non ce l'avrò fatta, avrai vinto tu.» spiegai «Mi sembra equo» aggiunsi notando solo silenzio e sopracciglia sollevate.

«Quindici minuti?» chiese lui ponderando sulle mie parole.

Eli non sembrava voler protestare alla mia richiesta quindi continuai:«Esatto. È il tempo che mi dà sempre James.»

«E fino ad ora quante volte sei riuscito a colpirlo in 15 minuti?» chiese Eli con tono curioso.

«A volte due volte, a volte una. Non male per una persona che considerate incapace, non è così?» dissi piuttosto soddisfatto.

Nox rise come un ragazzino e poi mi disse:«Affare fatto»

***

Diversi minuti dopo ci trovavamo all'aria aperta, in un campo ampio in terra battuta circondata da una rete di filo spinato.

Si vedevano ancora i rimasugli del campo di addestramento che era in procinto al rinnovo: percorsi creati da vecchi pneumatici, reti di filo spinato con il terreno deforme, gabbie arrugginite, muretti di terra, stagni prosciugati...

In mezzo a questo campo, sotto il sole brillante del cielo limpido montanaro, c'era uno spiazzo di terra abbastanza ampio da poter ospitare un combattimento corpo a corpo. Attorno ad esso erano ammucchiate colline di terra, forse utilizzati un tempo come tribune.

Anche lì erano iniziati i lavori e forse avevano intenzione di costruire una pista d'atterraggio che portasse direttamente al bunker, considerando che avevano iniziato a scavare.

«Qui può andare bene.» decisi.

Tirava molto vento gelido in quel punto, considerando che era molto più a valle degli altri punti e vidi anche l'erba parassita e incolta  che infestava i punti non ancora ripuliti. Quelli sarebbero stati invece i punti di supporto per il Giustiziere della Notte.

Anche il mio avversario si guardò attorno, come a ponderare sulla mia scelta del luogo di scontro.

Le Sale di Allenamento non erano avanzate quanto lo erano alle nostre Basi e ovviamente non avevano l'opzione di riprodurre elementi utilizzato da un qualsiasi Geminus.

Quindi non ci restava altro che allenarci all'esterno della struttura.

Iniziai a fare stretching per poter sciogliere i miei muscoli irrigiditi mentre non perdevo d'occhio l'uomo alto dallo sguardo attento.

Tirò un sospiro e si mise in posizione, ginocchia piegate, un piedi davanti all'altro, schiena dritta e palmi aperti davanti a sé.

Non lasciò alcuna apertura, come c'era da aspettarsi.

Eli ci aveva seguito, prendendosi la responsabilità di darci il via e il tempo.

Con la sua presenza alle spalle decisi che non avrei assolutamente fatto una brutta figura.

Al via di mio fratello maggiore scattai velocemente verso di lui.
Solo polvere rimase dal punto in cui ero e in un attimo avevo già diretto un calcio alla sua tempia.

Alzò il sinistro per difendersi, come era naturalmente fare, quindi deviai l'attacco, usando la spinta del calcio per ruotare il corpo, creare un turbine d'aria e indirizzarlo verso il mio avversario.

Una barriera di terra si innalzò per difenderlo.
Il vento tagliente creò un disegno sulla parete e da dietro esso spuntarono delle radici che miravano verso di me.

Roteai in aria, sfruttando le correnti che facevano da appoggio per allontanarmi.

Appoggiai la punta del piede su un piatto d'aria, il quale mi diede di nuovo la spianta per attaccare.

Un secondo lancio, senza un'attimo di respiro per Nox, era diretto verso di lui. Concentrai l'attacco in un unico punto e dal globo d'aria nella mia mano partirono lame di vento che tagliarono le vive radici.

Il più velocemente possibile colpii con tutta forza con il globo il muro di terra, frantumandolo in mille pezzi e lasciando allo scoperto l'avversario.

A questo punto giocai la mia carta gravitazionale.

Lo scopo era attirare il suo corpo a me e colpirlo con un'attacco ravvicinato, considerando che gli attacchi in minima distanza del mio elemento erano molto più potenti, ma fallii.

Altri rampicanti e radici spuntarono dal terreno e dalle spalle, come serpenti viventi che attaccavano la preda.

D'istinto, per evitarli, allargai una esplosione d'aria fra noi, per allontanare sia me che lui.

Venni sbalzato in aria, ma levitando mi bloccai nel cielo e lì mi fermai, mentre Nox non si era mosso dal sua posizione iniziale.

La cupola di radici si sciolse e il mio avversario ritornò visibile.

«Questo tizio è una fortezza» schioccai la lingua infastidito.

Almeno James si muoveva.

«Non hai intenzione di attaccarmi?» dissi camminando nell'aria e guardandolo dall'alto in basso.

«Lo scopo di questa sfida è che tu riesca a colpire me.» commentò Nox sorridendo.

Sentivo il tempo scorrere e non gli avevo ancora fatto un graffio.

L'impazienza iniziava a salire e lanciai uno sguardo verso mio fratello, che ovviamente non stava ricambiando. Però, sapevo per certo che stava seguendo con attenzione lo scontro.

Probabilmente non mi percepiva più, dato che stavo levitando a mezz'aria, e sentii in quel momento l'urgenza di dimostrare qualcosa a lui.

No, Nick. Senza strategia dove vuoi andare? Farai sicuramente solo casini se ti fai prendere dalla fretta.

Mi dissi per calmarmi.

Osservai attentamente il mio avversario che mi restituiva lo sguardo con quei suoi occhi d'oro. Poi inarcò un sopracciglio, come a chiedersi qualcosa.

Non era il momento di sperimentare i miei poteri gravitazionali considerando che funzionavano solo quando volevano loro o quando avevo l'Element. Dovevo solo colpirlo con tutto quello che avevo.

Ispirai profondamente e feci circolare violentemente l'aria nei miei polmoni per poi soffiare un turbine violento contro il mio avversario.

Poi volai nell'occhio del ciclone.

Invece di colpire la sua barriera invalicabile, mirai al terreno a lui circostante.

La zona circostante prese a mutare grazie alla forza del tornado e anche se il suo muro di legno resisteva il suolo non lo fece.

Trivelle d'aria continuarono a colpire il terreno, alzando nello spazio circostante ciottoli di terra e rocce.

Se non ti stacchi dalla terra, solleverò la terra stessa.

Lo scenario si fece sempre più distruttivo, tanto che persino io iniziavo ad avere la vista sfocata.
Però vedevo ancora quella sfera di terra e legno che si stava ormai sollevando grazie al mio potere.

Cambiai il corso dei venti e invece che in potenza li modificai in lame di vento.

Ora che non poteva più toccare il terreno non poteva più evocarlo, così tagliai stato di vegetazione dopo l'altro, legno, terra con il solo scopo di trovare chi stava all'interno.

Quando anche l'ultima barriera si liberò, mi preparai ad attaccare, ma mi bloccai a mezz'aria, letteralmente.

Dentro non c'era nessuno.

Il mio stupore calmò i venti e presto tornò solo a tirare un leggero venticello.

Gli attacchi avevano lasciato la zona in uno stato disastroso, ma anche uno spazio completamente aperto e non c'era alcuna traccia di Nox.

Planai verso il terreno, ma non appena la punta del mio piede toccò il suolo, qualcosa mi trascinò verso il basso e rimasi affondato nel terreno fino al torso con anche le braccia bloccate.

«Tempo scaduto.» commentò Eli che non si era mosso di un centimetro nonostante fosse seduto nella zona coinvolta dal mio attacco.

«Ah, non avrei neanche le forze di continuare comunque.» borbottai fissando l'uomo che, sbucato dal terreno come un fungo, si stava avvicinando verso di me.

Il suo corpo fece ombra su di me quando mi fu davanti.

Con un gesto della mano, fece roteare il polso e io ritornai fuori e libero.

Mi lasciai cadere di schiena e allargai le braccia al terreno, fissando il suo volto che mi guardava dall'alto in basso.

Incredibile come i suoi occhi si notassero anche in controluce.

«Suppongo che ora siamo maestro e allievo.» disse con un sorriso.

Non risposi, stavo pensando ancora allo scontro.

Chissà se avrei vinto se avessi potuto usare i miei poteri da Geminus.

«Sapevi che non avresti vinto.» commentò. Sembrava piuttosto curioso di sapere perché lo avessi sfidato nonostante sapessi che non avrei avuto speranze di vittoria.

Ovvio che sapevo che non avrei vinto.
Dopotutto James stesso non era quasi mai riuscito a colpire il suo migliore amico allo stesso gioco.

Mi aveva detto spesso che anche se lui era più forte di Nox e con più talento, la difesa del Geminus della vegetazione era impenetrabile e la sua resistenza era superiore. Quindi in un gioco a tempo era inevitabile che James perdesse.

«Ah, lo sapevo. Volevo solo legittimare il prenderti a pugni dato che non posso farlo in condizioni normali. Voglio davvero tanto picchiarti» dissi chiudendo gli occhi

Il vento soffiava e mi mosse i capelli dalla fronte, anche se alcuni rimasero appicciati alle tempie per il sudore.

Non mi sentivo più le braccia e le gambe dalla stanchezza. Mi faceva male lo spirito.

«Anche se è la prima cosa che hai provato a fare appena mi hai visto?» disse Nox accovacciandosi accanto a me.

Il sole tornò a colpirmi il volto e sentii il rosso e il calore attraverso le mie palpebre chiuse.

«Mi correggo. Volevo colpirti senza che mio fratello mi sgridasse» sentivo ancora le sue paternali dopo che avevo tentato di colpire quel falso benefattore.

«Vedo che ami molto tuo fratello.» si sedette accanto a me «mi fa piacere.»

«Lo so.» dissi sempre ad occhi chiusi.
«Lo so che non è colpa tua. Parlando in modo ragionevole. Ma non mi piaci, non mi piaci per niente lo stesso.»

«Lo terrò in considerazione.» rispose.

«Ora che si è risolto questo problema penso sia ora di decidere cosa dobbiate fare.» disse Eli raggiungendoci.

Nox si alzò in piedi ed Eli allungò una mano verso di me per aiutarmi a fare lo stesso.

Fissai la mano di mio fratello e mi venne in mente l'immagine di lui, più giovane, che allargava le braccia per accogliermi ogni volta che tornava a casa.
Quando i suoi occhi erano ancora dello stesso colore dei miei, con quelle distinti iridi grigio-azzurre che contrastavano con le nere pupille.

Presi la sua mano e mi tirai in piedi anche io. Mi stupiva ancora ricordare che ero più alto di lui oramai. Ogni volta mi stupivo.

«Andiamo» mi incitò voltandosi, ma prima che si allontanasse troppo lo afferrai per la manica della sua maglia.

Eli si arrestò.

«Mi dispiace.» dissi con tono basso e distogliendo lo sguardo da lui e accarezzandomi nervosamente il collo.

«Non volevo... Causarti problemi. Sono stato infantile, mi dispiace.»
Sentivo le orecchie calde a quella confessione.

Eli si voltò verso e mi scompigliò i capelli, come se fossi stato il piccoletto di una volta e mi sorrise gentilmente.

«Vorrei vedere come sei diventato ora. Ma anche senza vederti so di essere fiero di te, mio caro fratellino.» mi disse con le mani su entrambe le mie spalle, obbligandomi a chinarmi verso di lui.

Ah. Non importa quanto sia diventato più alto di te, eh?

Ricambiai il sorriso anche se non poteva vederlo.

***

Si era fatta quasi ora di cena, ma prima di essa dovevamo fare una riunione sul da farsi dato che Arianne e Cray erano tornati.

A quell'ora probabilmente si erano già rimessi.

Occupato ad ascoltare il loro resoconto, mi ero persino scordato del messaggio ricevuto da James che dichiarava la missione sospesa fino al suo arrivo.

In attesa avremmo dovuto ascoltare le direttive di Nox che sembrava avere un altro compito oltre a quello di farmi da insegnante.

Mandai un messaggio con il Programmatore e mi diressi alla sala Riunioni libera che avevo prenotato in precedenza. Non che ci fosse veramente bisogno di prenotazione dato che quella Base era pressoché deserta.

A seguito di un piccolo segnale acustico di risposta, ricontrollai le notifiche per vedere le riposte di conferma, ma quel che vidi mi fece sgranare gli occhi dall'incredulità.

Rose: Non se ne parla, sono già in mensa.

Eloise: sto facendo una manicure, magari domani

Tiara: sai dov'è tuo fratello?

Nathan: Convalescente

«Ma cosa...? Questi scansafatiche...» borbottai irritato.

Quando alzai la mano per aprire la porta della sala riunioni, essa si aprì in automatico e una figura bassa e snella sbucò velocemente buttandosi addosso a me.

Indietreggiai di qualche passo, mentre Arianne si stingeva alla mia vita e strofinava il suo viso alla mia felpa.

«Ary?» la chiamai stupito.

«Come pensavo. Puoi essere solo tu.» disse lei con un filo di voce prima di staccarsi.

«È successo qualcosa? Che succede?» chiesi preoccupato, ma la ragazza scosse la testa e ritornò a sorridermi ampiamente.

«Dovevo solo confermare una cosa. Dato che nessuno viene alla riunione torno in camera a riposare, ci vediamo.» mi disse alzando la voce allegramente. Poi corse via, ma a pochi passi si arrestò e si voltò di nuovo verso di me.

«Nick... Umh... Cosa pensi di me?» chiese abbassando nervosamente lo sguardo.

«In che senso?» non potevo non chiedere in tono confuso.
Sicuramente era successo qualcosa, come giorni prima quando si era chiusa a riccio per qualche evento che le era capitato ed ero sicuro che questo qualcosa riguardava Nathan Cray.
Ogni cosa che faceva sparire il sorriso sul dolce volto di Arianne riguardava quella persona.

«Sai, cosa? Non è niente.» si affrettò a dire prima di correre via e lasciandomi con una mano alzata nel vano tentativo di fermala.

***

La mattina seguente finalmente potemmo fare quella riunione. Lanciai uno sguardo verso Arianne per controllare il suo stato emotivo, ma sembrava essersi ripresa dal giorno prima.

Lo sguardo seguente lo lanciai a Cray il quale portava un cappello per domare i suoi ricci solitamente curati e una felpa.
Non ero l'unico ad essersi accorto della sua insolita mancanza di perfezionismo riguardo il proprio abbigliamento. 
Non sapevo nemmeno che portasse felpe.

Cray cacciò uno sbadiglio e si strofinò gli occhi:«Mmm, muoviti che la facciamo finita. Non ho dormito per tutta la notte»

«Come ho detto a inizio della riunione, ci hanno chiesto di sospendere la missione al momento. Però ho ricevuto una lista di turni di guardia e ricerche esplorative.
Si pensa che la Resistenza si sia stanziata nei paraggi perché abbia scoperto delle Basi oltreoceano, ovvero questa. E molto probabilmente vuole entrarne in possesso essendo praticamente deserta e non è nemmeno guidata da un Dirigente.» dissi leggendo alcuni dati inviati da James.

«Al momento sono stati richiamati mio fratello e Nox per difendere questa Base. Si nascondono alcuni esperimenti troppo pericolosi perché possano cadere nelle mani nemiche.
Questa Base nello specifico possiede risorse risalenti ai preamboli dell'Operazione e gli strumenti, anche se non avanzati quanto quelli negli Stati Uniti, possono tornare utili alla Resistenza.
Più nello specifico, dopo che li abbiamo informati di questo dubbio e hanno indagato, abbiamo accertate informazioni che la S.S.U.R. stia collaborando a livello di supporto con la Resistenza, almeno, una parte della S.S.U.R.
Secondo fonti certe, qualcuno verrà ad attaccarci.
Il punto è che non possiamo permettere loro di mettere le mani su ulteriore tecnologia avanzata, perché poi la Resistenza diverrebbe un pericolo reale. Domande?» mi sedetti al mio posto attorno a quel lungo tavolo.

«Pensavo che la Resistenza fosse solo un gruppo di fanatici senza organizzazione. Com'è possibile che causino così tanti problemi? E la S.S.U.R. ci ha traditi per davvero, eh?» commentò Rose.

«Non consideriamoli tutti della stessa pasta. È un'Organizzazione grande anche la loro, ci saranno persone che sono in disaccordo.» replicò Tiara con tono pratico.

«Comunque sia, avranno capito che abbiamo intuito un loro eventuale attacco e vorranno provarci prima che arrivino troppi rinforzi, quindi è meglio per noi preparaci. La sicurezza è scarsa qui, per questo le ronde saranno più strette e le squadre di ricerca hanno lo scopo di individuare dove si nasconde la Resistenza, senza però rischiare di farsi catturare.
Se li troviamo, possiamo attaccarli per prima» continuai.

«Scusa Nick, ma non è possibile che... Umh, si aspettino che avremmo provato ad attaccarli prima che lo facciano loro? Insomma, si sono dimostrati più volte di essere abbastanza organizzati da poter fare qualcosa a larga scala come questo» intervenne Tiara.

«Per questo hanno chiesto aiuto a mio fratello» sentivo orgoglio e disaccordo allo stesso modo. Da una parte ero orgoglioso che vedessero mio fratello come qualcuno di così tanto valore. Ma dall'altra pensavo che non fosse giusto strapparlo dalla sua vita felice e tranquilla.

«Inoltre, questa sarà anche solo una missione per noi. Ma molti Imperium che si trovano qui, sono gente che non ha più alcun posto dove andare e questa Base li ha difesi per molto tempo. È praticamente una casa per loro. Se perdiamo la Base alla Resistenza è finita per loro.» aggiunsi.

«Immagino che avere due Geminus con noi sia come avere due eserciti di Imperium» commentò divertita e ottimista Arianne.

«Per non parlare di Nick» affermò Tiara con una nonchalance che mi fece pensare di aver sentito male.

«Cosa c'entra Nick?» chiese puntualmente Ary.

«Tiara...» provai a fermarla, ma fu troppo tardi perché lei replicò allegramente:«Perché anche lui è un Geminus»

Rimasi a bocca aperta a come avesse spiattellato così facilmente un'informazione così imbarazzante che avevo tenuto per tanto tempo riservata.

«Chi? Twain?» chiese Eloise confusa mentre vidi Cray mettersi le mani sulla bocca e con le spalle tremanti.
Il suo tentativo di soffocare la risata era fin troppo palese.

«Ah! Ops, l'ho fatto di nuovo?» chiese Tiara incontrando finalmente il mio sguardo.
La sua espressione colpevole e agitata la faceva muovere a scatti dall'imbarazzo.

Non le chiesi cosa intendesse con il "di nuovo", essendo troppo occupato a pensare ad una spiegazione alla gente che mi stava guardando confusa.

«Creerò un club di nome "vittime di Tiara", sei il benvenuto sai?» commentò Cray divertito alzandosi.
«È per questo che nessuno ti svela mai i suoi segreti Tiara» aggiunse poi rivolto alla ragazza mora.

«Non è che lo volessi tenere nascosto... Solo che non vedevo motivo di dirlo considerando che non è che sia un buon Geminus» detto ad alta voce, le mie parole suonarono come scusa anche alle mie orecchie.

Lanciai un'occhiata ad Arianne che era rimasta insolitamente in silenzio. Temetti che si fosse offesa per averla lasciata all'oscuro ed ero pronto a dare una qualsiasi spiegazione quando esclamò:«Ma è una cosa fighissima!» con occhi luminosi e pieni di entusiasmo.

E vedere quella sua reazione bastò a calmarmi e a capire quanto fosse stato insensato tenere segreta e preoccuparmi per una cosa simile.

Risi.

***

«Una cosa che ho notato durante il nostro scontro è che ti sei stancato.» commentò Nox mentre rimaneva a gambe incrociate su una colonna di legno in mezzo al campo allenamento in ristrutturazione.

Non era la cosa che volevo sentirmi dal presunto Giustiziere della Notte in prima mattina.

Mi sentivo in colpa ad essere l'unico ad essere rimasto ad allenarsi mentre gli altri avevano già iniziato i loro turni di ronda.

«Forse perché stancarsi è umano?» commentai con un filo di sarcasmo. Dopotutto avevo usato veramente molto dei miei poteri.

«Insomma, per chiunque non sia James Sharp stancarsi è naturale.» aggiunsi ricordando che in ogni nostra sessione di allenamento quell'uomo ne uscisse sempre fresco come una rosa.

«Perché Jase è diverso. L'avrai notato anche tu. Tutti gli Imperium si stancano se usano troppo i loro poteri. Usare l'acqua è sfiancante per la mente; usare la terra è sfiancante per il corpo; usare l'aria è sfiancante per lo spirito e usare il fuoco è sfiancante per l'apparato emotivo. Ma normalmente i Geminus tendono a non stancarsi così facilmente.» disse Nox.

«Cioè, non che non si stanchino mai. Ma è difficile che lo facciano a livello standard, diciamo. Tu... sei in una situazione che mi faccia dubitare che tu sia un Geminus.
Hai per caso dei contrasti con i tuoi poteri?» chiese piegando la testa di lato.

Quel giorno, il Giustiziere della notte aveva deciso di vestirsi come un boscaiolo, con tanto di camice a quadri jeans sgualciti e stivali pesanti.

Lungo il palo di legno sulla quale era seduto stavano crescendo rampicanti a vista d'occhio e il terreno polveroso e dorato divenne sempre più verde, mano a mano che fasci d'erba si espandevano alla sua sola presenza.

È ridicolo! Non è mica una fata dei boschi! Fra un po' arrivano anche gli uccellini che si posano sulla sua spalla.

«I Geminus non sono come gli Imperium normali. Sembrano molto meno umani che una semplice persona capace di controllare un semplice elemento.
Non si tratta solo di avere un elemento in più, è essere proprio capaci di capire ed essere la natura stessa.
Tra controllare l'elemento come se fosse un tuo arto ed essere quell'elemento c'è una piccola, ma grande differenza.» saltò giù dal pilastro.

«C'è un motivo se i Geminus erano così temuti da Christopher Barker. Non è possibile controllare qualcuno troppo grande.» alzò una mano e da essa iniziarono a sbocciare dei fiori. Quando flesse le dita, essi si staccarono dalla sua mano e fluttuarono nell'aria.

Sgranai gli occhi.

Che diamine è? Sono spuntati dei fiori dal nulla? Aveva dei semi in mano? È una pianta?

«Ovviamente queste cose si scoprono con il tempo. Anche io alla tua età non ero così inumano e usavo ancora il supporto marziale per usare gli elementi.
Siccome sei un Geminus del tuo stesso elemento ti sarà relativamente più facile giungere ad una fusione totale con l'aria.
Per questo ritornando alla domanda iniziale: hai dei contrasti con i tuoi poteri?» mi chiese di nuovo.

«In che senso?» non potei capire.

«Quando usi i tuoi poteri ti viene naturale come usare la tua mano destra o è come se fossi obbligato a scrivere con la sinistra?» cercò di semplificare la domanda rendendola ancora più incomprensibile.

«Uso i miei poteri come dovrei usarli?» doveva sembrare un'affermazione, ma la risposta risultò piena delle incertezze di una domanda. Ero sempre più confuso da quella presunta lezione.

«Ah, lasciamo perdere. Non c'è modo migliore dell'esperienza, quindi che ne dici se ti lancio contro delle rocce e tu cerchi di difenderti con i campi di forza?» propose con un sorriso che mi fece venire un brivido lungo la schiena.

Angolo Autrice

Piccola immagine dei fratelli Twain sotto e Nick sopra a inizio capitolo 🥰

Ecco, mi spiace aver rimandato, ma come promesso il ritardo non ha superato i 5 giorni!

Prima di tutto volevo dare una piccola spiegazione:
"Rimasta" è scritto con la presenza di elementi presenti solo nella revisione, quindi è possibile che troverete dei nomi, personaggi o oggetti che non conoscete.
Per esempio:
- le PXZ sono il nome di quei fagioli di Balzar che ho citato nella vecchia versione.
- i termini Senior o Élite sono riferiti ai gruppi di giovani Imperium creati dopo aver superato la fase di Iniziati. Gli Élite sono il gruppo composta dai più forti della loro generazione, senza distinzione di poteri.
In Elements erano Jo e gli altri.
- Stephen Martin, il tipo che ha seguito per un breve periodo Nathan e Ian alla Base di Philadelphia, è un personaggio inserito nella revisione del primo libro. Era un Leader di una squadra senior che conosceva bene Aiden e gli altri.
- Persino il padre degli Stark, Hiram, ha un ruolo più importante nella revisione, essendo il Dirigente della Base 2 di New Orleans.
- i Programmatori sono degli orologi da polso che ricordano gli Imperium i loro impegni, funzionano da gps e brevi registrazioni. Contengono anche tutti i dati salutari del portatore perché così quando fanno il loro controllo periodico della loro salute abbiano i dati esatti e risparmiano tempo.

Per chi ha già letto la revisione del primo libro:
- In questo libro cito i Giustizieri. Dato che nella versione attuale dono tutti i crediti delle persone salvate a Nox (e sarà così anche nella revisione dato che nessuno avrà mai chiara l'effetto a esistenza di questa persona, finché non li scoprono ovviamente), ho aggiunto qualcosa di più plausibile: Nox e i Gemelli lavoravano con Max e altre persone. Aggiungerò alcune persone che si sono offerte di fare lo stesso lavoro di Nox e tutti loro, anche se non gruppo compatto, vengono chiamati Giustizieri.
Non hanno fazione, non hanno casa, non hanno identità.
E la tipa con i capelli blu che li ha accompagnati in questa base nascosta è una di loro. Verrà presentata nel secondo libro.

Mi scuso per averci lasciato un capitolo passeggero ed esplicativo, ma tanto ci risentiamo tra 10 giorni il 21/07/20. Anche per questa data devo chiedervi i 5 giorni di dilazione perché è capitato che le scadenze dei capitoli capitassero proprio nel giorno in cui devo dare l'esame 😅. Tranquilli, è l'ultimo quindi dopo questo non dovrei più farvi penare.

P.s. Notato la spaziatura tra paragrafi? Sinceramente volevo finire il libro senza fare le spaziature, perché sono il tipo di persona che inizia in un modo e desidera finire allo stesso modo. Ma dato che molti di voi preferiscono le spaziature, vedrò di cambiare anche i capitoli precedenti. 👍🏻

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