Un fidanzato per finta 2

By silvi1096

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Sequel de " Un fidanzato per finta" È passato un anno dalla scoperta della gravidanza. La vita di Sammy è ca... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Epilogo
Ringraziamenti
Sorpresa
Capitolo extra - 1
Capitolo extra - 2
Capitolo extra - 3
Nuova storia parte 2
"Nuova" storia, anche se...

Capitolo 30

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By silvi1096

Fred's pov

Ho l'ansia.
Non saprei definire diversamente il mio stato attuale.
Le gambe mi stanno per cedere e la vista sta per appannarsi.
E tutto per una banale proposta di matrimonio.

"Dai, riprova." mi riscuote la voce di Sammy.

Da mezz'ora siamo in camera sua, isolati dal mondo, intenti a provare il grande momento.
Sammy si è offerta di aiutarmi, ha letto nei miei occhi la preoccupazione.
Per quanto grande e grosso io possa essere, è bastata una banale proposta di matrimonio per mettermi in crisi.

Assurdo. Inconcepibile.

"Sylvie, sei la donna della mia vita. Ti amo, mi vuoi sposare?"

"No Fred, mancano le emozioni. Dove hai messo tutto l'amore che provi per lei?" mi ammonisce.

"Che vuoi dire?" Non capisco, in cosa ho sbagliato adesso?

Sammy alza gli occhi al cielo, esasperata. "Non ci metti emozioni, si vede lontano un miglio che stai recitando."

Ma allora è stupida. "Io sto recitando, Sammy. Cosa cazzo me lo dici a fare?"

Sammy si alza in piedi e finge di sbattersi la testa al muro. "Devi fare finta, idiota. Immagina Sylvie al posto mio ed esprimi i tuoi maledetti sentimenti."

Okay, esprimere i miei maledetti sentimenti...

"Aspetta...ma i miei sentimenti non sono maledetti."

La ragazza di fronte a me decide di sbattersi sul serio la testa al muro. Con lentezza, ovviamente. Il trauma cranico non è previsto.
"Sei incorreggibile. Riprenditi, Baker."

Mi ricompongo, scuoto le spalle ed improvviso un balletto anti ansia. "Okay, sono pronto."

"Bene, ricominciamo." si risiede sul letto.

Mi avvicino a lei, la scatolina tra le mani. Mi inginocchio e la guardo dritta negli occhi.

Immagina la tua amata, coraggio.
Immagino il viso di Sylvie osservarmi con divertimento.

"Sylvie, amore mio, nonostante il poco tempo passato insieme, desidero condividere con te il resto della mia vita. Ti amo, per me sei speciale. Sei unica, inimitabile e..."

"E resta sempre come sei." conclude Sammy al posto mio.

La guardo accigliato.

"Ma quanti anni hai, nove? Mi è sembrato di assistere alla lettura di una dedica di scuola elementare. Da piccola scrivevo le stesse identiche cose nei diari delle altre bambine." sbuffa spazientita.

Oh. In effetti ha ragione, i miei diari sono pieni di dediche simili.

Fai schifo con le parole, coglione.
Ma...Si, hai ragione.

"Non ci riesco." mi alzo. " È tutto inutile, forse dovrei rinunciare a chiederglielo."

"Neanche per sogno." Sammy si alza a sua volta. Il suo viso è ad un centimetro dal mio. " Oggi farai questa benedetta proposta a Sylvie, ci siamo capiti?"

Annuisco, impaurito. I suoi occhi sembrano di fuoco, il verde che li caratterizza si è scurito. D'istinto, abbasso gli occhi sulle sue labbra.
Le stesse labbra che ho bramato per tanto, tantissimo tempo. Le stesse che sono riuscito ad avere, anche se per un breve lasso di tempo.
Le labbra che adesso ho smesso di cercare, di sognare.

Sammy si accorge del mio sguardo, alza una mano verso il mio viso e fa una cosa inaspettata.
Mi accarezza. Le sue dita scorrono sulla mia pelle priva di barba. Delicatamente, lentamente.

"Tu sei Frederick Baker, il ragazzo più dolce e amorevole che io conosca. Quindi cancella le tue insicurezze e fatti avanti. Puoi farcela, credimi." mi sorride.

Ricambio il sorriso, attirandola in un mega abbraccio. Le voglio un bene dell'anima, e questo non cambierà mai.
Lei è la madre di mio figlio, del mio primogenito.

"Dai, andiamo giù. Gli altri ci stanno aspettando." Si scioglie dall'abbraccio e mi fa l'occhiolino.

Le faccio cenno di andare avanti, mentre io mi chiudo in bagno.
Ho bisogno di riflettere un momento, da solo.
Fra qualche ora dovrò chiedere alla mia Sylvie di sposarmi. Non è per niente facile per uno come me.
Sono pieno di insicurezze, che non riguardano lei bensì me.
Mi sento inadeguato, non abbastanza.
Sylvie è una ragazza speciale, priva di cattiveria e malizia.
È il mio esatto opposto. In tutto.
Al liceo non ero un angioletto, combinavo casini e i miei facevano finta di nulla.
Non esistevo per loro, così ho imparato a cavarmela da solo.
Mi sono preso cura di Clarissa come meglio potevo, le ho insegnato cosa significa amare.
Sono fiero della persona che sta diventando. È una bambina dolce e premurosa, ed il merito è anche di Sammy.
Devo riconoscere che la sua vicinanza l'ha aiutata tantissimo, grazie a lei ha superato le sue difficoltà ed è riuscita a farsi degli amici.
Ha ricevuto l'amore che i miei genitori le avevano negato, quell'amore che io non riuscivo a darle del tutto.

Mi guardo allo specchio, il mio riflesso non è poi così male. Il mio corpo è rilassato, a differenza della mia mente e del mio cuore.
Amo Sylvie con tutto il mio cuore, a lei devo tutto. Se sono così adesso, è solo grazie a lei.
Mi ha indirizzato sulla retta vita, ha fatto di me un uomo migliore.

Ma allora perché non riesco a rilassarmi?
Perché la mia mente non elabora una proposta degna di nota?
Sono l'amministratore delegato di una multinazionale, porca miseria.
Parlare è quello che mi riesce meglio. O almeno sul lavoro...

Vai da lei, portala a pranzo. Le parole usciranno da sole dalla tua bocca, stai tranquillo. Mi fido di te e so che riuscirai nell'impresa.

Esco dal bagno con una missione da compiere, pronto a tutto pur di portarla a termine.
Io sono Fred Baker, dannazione. Devo farcela.

Scendo in salotto, dove trovo i miei amici ad aspettarmi.
Sylvie mi sorride non appena incrocia il mio sguardo ed io ricambio.

Quanto è bella.
Sembra una dea.
Non si nota la differenza d'età, la sua pelle è delicata, impeccabile.

"Andiamo? Sto morendo di fame." Sammy richiama l'attenzione di tutti.
Non cambierà mai, la solita piccola Sammy.

Annuisco ridacchiando. Mi avvicino a Sylvie, porgendole il braccio. La ragazza lo avvolge con una mano, per poi lasciarsi trasportare all'esterno.
A Malibu non è difficile trovare un ristorante di lusso con vista sul mare. Voglio dire, il mare è una caratteristica fondamentale del paesaggio circostante.

Ammetto che non è stato facile trovare un ristorante disponibile di lunedì mattina, ma con le conoscenze che ho, sono riuscito a smuovere mari e monti.
Sylvie sogna di ricevere la proposta di matrimonio di lunedì, possibilmente a pranzo.

Come lo so? Semplice... Ne ha parlato con Sammy, la quale ha pensato bene di avvisarmi.
Pur di rendere Sylvie felice, sarei disposto ad andare anche in capo al mondo.

"Bene, dividiamoci." dò ordini. " Io, Sylvie e Clarissa andremo con la mia macchina, mentre voi quattro con quella di Elliot."

I miei amici annuiscono per poi dirigersi verso la macchina parcheggiata poco distante dalla mia.
Io, invece, apro la portiera della mia per permettere a Sylvie di salire.
Clarissa, ovviamente, fa tutto da sola.
Adoro la sua indipendenza, somiglia tanto a me da piccolo.

Dopo aver aiutato la mia futura moglie ad allacciare la cintura, salgo al posto del conducente.
Metto in moto la macchina e parto, immettendomi in strada.

Durante il tragitto, non emetto alcun suono. La mia voce sembra essersi volatilizzata.
L'unica a intrattenere una conversazione con Sylvie è mia sorella.
Per dieci minuti hanno parlato di moda, mentre adesso Clarissa sta raccontando le sue avventure scolastiche.

Mi dispiace farle perdere giorni di scuola, anche se la preside mi ha rilasciato un permesso speciale.
Clarissa ha bisogno dei suoi compagni, delle sue amiche.
Spero di poter ritornare a New York prima possibile.
Mia sorella ha bisogno di ritornare alle sue abitudini, nonostante la sua voglia di passare del tempo con Sammy.

Un quarto d'ora dopo la nostra partenza, il navigatore ci informa di essere arrivati a destinazione.
Entro nel parcheggio del ristorante, facendo attenzione a non perdere di vista la macchina di Elliot.
Il parcheggio è parecchio affollato ma fortunatamente riusciamo a trovare due posti liberi.

Spengo il motore e aspetto un minuto prima di scendere dall'auto.
Mi soffermo ad osservare il viso rilassato della mia amata.
Sta scrutando le varie auto con interesse, mentre si tocca il pancione con la mano.
Nostra figlia sta crescendo in fretta, il pancione con lei.
Non vedo l'ora di vedere la nostra Sophia Samantha.
Spero che prenda i suoi lineamenti, così angelici e delicati.
Del mio aspetto, mi piacciono soltanto gli occhi. Il colore spero lo prenda da me.

Ritorno a concentrarmi sulla realtà quando sento bussare al finestrino.
Sammy, con in braccio Evan, sta aspettando impaziente che io scenda.
Le faccio cenno di aspettare ancora un po', e con la mano le indico Clarissa.
Lei capisce al volo, apre lo sportello della piccola e la aiuta a scendere.
Indipendente quando siamo a casa, fuori preferisco tenerla sotto controllo.

"Amore, non scendiamo?" mi chiede Sylvie.

Annuisco, mi sporgo per slacciarle la cintura e lasciare un tenero bacio sulle sue labbra.
Non è capace da sola?
La pancia le impedisce i movimenti, abbi un po' di pietà coscienza.

Una volta scesi dall'auto, premo il pulsante di sicurezza per poi prendere per mano Sylvie.
Ci incamminiamo verso l'ingresso del ristorante, con i nostri amici al seguito.
Un cameriere ci accoglie con il sorriso sulle labbra.

"Salve, ho una prenotazione sotto il nome Baker." lo informo.

"Oh, benvenuto signor Baker. È un vero piacere averla qui oggi. Prego mi segua."

Il cameriere mi fa strada, ignorando quasi del tutto i miei amici.
Se non ti chiami Frederick Baker difficilmente vieni calcolato e a me da un po' fastidio.
I miei amici sono la mia famiglia, devono essere trattati con rispetto.

"Per favore, la prego di non ignorare la mia fidanzata e i miei amici."

Il cameriere si ferma di scatto, e quando si gira il suo viso è diventato una maschera bianca di terrore. "M-mi scusi, non era mia intenzione ignorare..."

Lo liquido con un cenno della mano. Arrivati al tavolo, ci accomodiamo tranquillamente mentre un altro cameriere sta dividendo i menù.
Scritte con parole poco usate nella lingua parlata e prezzi esorbitanti mi si presentano davanti.
Ma si sa, i ristoranti di lusso raramente presentano un menù abbordabile da chiunque.

"Fred, ma sei sicuro?" mi chiede Sammy. "Voglio dire, un piatto di riso condito costa più di un pantalone firmato."

Rido della sua affermazione. "Adesso non esageriamo, diciamo che i prezzi sono leggermente più elevati rispetto ai normali ristoranti della zona."

"Si, è quello che intendevo." mi lancia un'occhiataccia che non ricambio.

Sylvie, al contrario, sembra essere a suo agio. D'altronde, fin da piccola, il padre l'ha abituata a frequentare i migliori ristoranti del mondo.
Nonostante ciò, Sylvie non è una ragazza con la puzza sotto il naso, o almeno da quando la conosco non lo è mai stata.

"Fred, cosa vuol dire?" mia sorella mi indica una pietanza nel menù.

Con calma, le spiego ciò che mi ha chiesto per poi decidere i piatti da ordinare.
Non amo particolarmente le pietanze sofisticate, perciò mi limito ad ordinare un piatto di ostriche con contorno di insalata per antipasto, tagliolini gamberi e zucchine per primo e involtini di melanzane e pesce spada per secondo.
Il dolce lo sceglierò a tempo debito.

Clarissa, ancora molto confusa, ordina le stesse mie pietanze scartando, però, le ostriche.
Il cameriere, dopo aver preso le ordinazioni, scompare dalla nostra vista.
Cinque minuti dopo ritorna con due bottiglie di vino bianco.

"Grazie." affermo. L'educazione prima di tutto, il cameriere sta svolgendo un lavoro come un altro, senza discriminazioni.

"Allora Fred, a cosa dobbiamo questo pranzo?" inizia il discorso Tyler.

Mi aspettavo una domanda del genere, infatti prima di partire mi sono preparato la risposta.
"Puro ringraziamento per la vostra generosa ospitalità." sorrido, cercando di sembrare il più sincero possibile.

"Oh, bel gesto per ringraziarci." commenta stupito.

Sammy, invece, se ne sta buona buona in silenzio, ma io so che vorrebbe scoppiare a ridere.
La piccola peste sa la verità e non vede l'ora di godersi la scena.
Anche mia sorella ne è al corrente, ieri sera mi ha estorto l'informazione con la forza.
Nonostante sia solo una bambina, mi fido di lei e so che terrà la boccuccia chiusa fino alla fine.
Non rovinerebbe mai il mio sogno.

*****

L'antipasto e il primo si sono rivelati molto di mio gradimento, la pasta era cotta al punto giusto così come gli altri ingredienti presenti all'interno.
Clarissa, accanto a me, ha mangiato con gusto tutto ciò che aveva nel piatto, senza lamentarsi.
Mi meraviglio di lei, sul serio.

La mia amata ha ordinato cibo per tre persone, però è giustificata. Deve mangiare per due, non può patire la fame in un momento così importante della sua vita.

"Fred, Evan ha bisogno di essere cambiato. Non è che potresti venire con me in bagno?" mi chiede Sammy ad un certo punto della serata.

Un uomo nel bagno delle donne?
La guardo senza capire e lei con gli occhi mi indica di seguirlo.
Direi che quella del pannolino sporco sia solo una scusa per potermi parlare.

Mi alzo e insieme raggiungiamo l'ingresso del bagno. Fortunatamente si trova in una zona appartata del locale, lontano da occhi indiscreti.
"Quando hai intenzione di farti avanti? "

"Cosa intendi?" le chiedo pur sapendo già la risposta.

"Lo sai benissimo cosa intendo, hai intenzione di aspettare fino a domani mattina per chiederle di sposarti?" mi rimprovera. "Devi agire prima del dolce, ci siamo capiti?"

Annuisco più volte.
Ha ragione, prima del dolce le farò la fatidica domanda.

"Bene." Entra dentro il bagno, richiudendosi la porta alle spalle.

Mentre aspetto il suo ritorno, mi concentro sul discorso che a breve dovrò pronunciare.
Mi sono reso conto che è inutile programmare prima le parole, dovrò improvvisare sul momento.
Sono sicuro che Sylvie apprezzerà il mio sforzo.

Diedi minuti dopo, siamo di ritorno.
Il cameriere ha già servito il secondo, così mi siede e inizio a mangiare in silenzio.
Il mio cervello, però, continua a rimuginare, senza smettere per un attimo.
Mi sento in balia dell'ansia, non posso più aspettare.

Di scatto mi alzo, poggio il tovagliolo sul tavolo e punto i miei occhi in quelli della mia fidanzata.

"Fred, ti senti bene?" mi chiede la diretta interessata.

"Mai stato meglio." Con la coda dell'occhio vedo Sammy sorridere.

Dalla tasca della giacca estraggo una scatolina di velluto nero. Con un gesto veloce sposto la sedia per poi inginocchiarmi al fianco della mia amata.

"Fred..." sussurra con le mani davanti la bocca.
Il mio gesto l'ha sorpresa...Fantastico!

"Quando ti ho conosciuta, la mia vita stava cadendo a pezzi. Mia sorella era stata data in affidamento e la ragazza che amavo non mi ricambiava.
Mi è bastato un attimo per capire che in te avrei trovato quella felicità che tanto agognavo.
Sylvie, sei la donna più importante della mia vita. La madre di mia figlia e la persona che è riuscita a cambiare il mio carattere, a trasformarmi in un uomo migliore.
Non smetterò mai di ringraziarti per tutto il bene che mi hai fatto, così come non dimenticherò il tuo viso imbarazzato durante il nostro primo appuntamento." scoppio a ridere e lei con me.
È vero, non potrò mai dimenticare il nostro primo appuntamento, i suoi movimenti impacciati e il mio parlare a sproposito.
"Ti amo ed ho intenzione di continuare a farlo per il resto della mia vita, se me lo permetterai."
Apro la scatolina, rivelando l'anello in edizione limitata comprato nella gioielleria Howard. "Sylvie Moreau, mi vuoi sposare?"

*******

Sammy's pov

"Sylvie Moreau, mi vuoi sposare?" le chiede Fred.

Sylvie, con gli occhi sgranati, rimane in silenzio per qualche secondo. Quando si riprende dallo shock, sussurra un lieve : "Si, lo voglio."

Fred, con un sorriso a trentadue denti, la prende per mano e le infila l'anello al dito.
I due si baciano come se non ci fosse un domani, incuranti degli applausi che si sono elevati in sala.
Mi godo quel senso di felicità e amore che i loro corpi abbracciati sprigionano, con la segreta speranza di poter, un giorno, provare le stesse emozioni.

Mentre osservo i due ragazzi continuare a baciarsi, l'occhio mi cade su una figura vestita di nero seduta a qualche tavolo di distanza.
Quando mi rendo conto di chi si tratta, per poco non cado dalla sedia per lo stupore.
Come ho fatto a non accorgermene prima? Eppure eravamo così vicini...

Involontariamente, sorrido al ragazzo dagli occhi verdi, anch'egli intento ad osservarmi attentamente.

È proprio vero, al destino non ci si può opporre.


___________________

Siamo alla fine di questo lungo percorso, solo l'epilogo ci divide dalla chiusura totale.
Preferisco non commentare adesso ma dopo, quando realmente la "storia" potrà essere definita conclusa.

Un bacio, e grazie di tutto ❤

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