L'amore non mi basta

By jessyca_97

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Tutto e cambiato. Una nuova ma vecchia vita, nuova ma vecchia città, nuovo ma vecchio lavoro, nuove ma vecchi... More

Prologo
Because I love you
Jealousy
Primo appuntamento
Normalità
Innaugurazione
Memories
Home Sweet Home
Addio al nubilato parte 1
Addio al nubilato parte 2
Bacio velenoso
Pensavi di essere felice?
I fattori di un problema
ATTENZIONE!
Vedere è difficile ma ascoltare lo è molto di piú
Le parole sono solo buone scuse o almeno dovrebbero esserlo
E fu la vigilia di Natale
In un'altra vita, forse
All'alba di un nuovo giorno
In questa o in un'altra vita
Sulle montagne russe
Negativo o positivo?
Passi
Mi fai sciogliere
Due
Amore leale
Drammi di famiglia
Strong emotions
Annuncio
X o Y?
Ispira. Espira
Breath
Giochiamo?
Aaliyah e Mikhail
Evans
Welcome home
Chi ha bisogno di un dottore?
If You Believe

Papà

963 48 4
By jessyca_97

Sospiro posando lo sguardo sullo schermo del portatile acceso per poi strizzare gli occhi doloranti. Sono ore che lavoro non distogliendo mai lo sguardo. Sento gli occhi gonfi e doloranti, dovrei continuare a scrivere numeri ed inviare e-mail ma non riesco a tenere gli occhi aperti. Vorrei soltanto dormire per le prossime cinque ore senza nessuno che mi disturbi, senza sognare, senza suoni o rumori. Sto davvero pensando di non potercela fare.
I ragazzi sono andati via il giorno dopo l'inaugurazione e adesso le mie giornate si susseguono tutte uguali e stancanti.
Mi alzo preparo la colazione, porto Lexie a scuola, passo in galleria così da controllare che tutto vada nel verso giusto e per far compagnia a Charlie, riprendo la bambina, torno a casa e poi passo la serata a cercare di lavorare e fare conversazione con Nathan. Mia madre continua a dirmi che dovrei farmi aiutare se non c'è la faccio a gestire tutto ma ho la testa dura. Non capisco le cose finché non mi ritrovo stremata. Reclino la testa contro la testiera del divano chiudendo gli occhi ascoltando il respiro di Nathan che si è addormentato accanto a me qualche ora fa con la testa appoggiata alle mie gambe. È così bello quando dorme. Gli passo una mano tra i capelli corti cercando di non svegliarlo. Alcune volte mi mancano i suoi folti capelli neri, ci passano in mezzo le dita beandomi della morbida consistenza, era una cosa che adoravo.
Inspiro a fondo cercando di non muovermi troppo chiudendo gli occhi, voglio davvero cedere al sonno. Non mi farei tutti questi scrupoli ma se restiamo a dormire su questo stupido divano domani avremo dolori ovunque. Chiudo il PC posandolo accanto a me, appoggio le labbra sulla fronte del ragazzo lasciandogli alcuni baci «Tesoro» lo chiamo dolcemente lasciandogli altri baci «Dobbiamo alzarci» arriccia il naso strusciandolo contro le mie gambe «Nathan» lo richiamo ancora lasciandogli ancora un bacio «È ora di alzarci»
«Non voglio!» si lamenta «Stiamo qui!» continua prendendo la mia mano nella sua stringendola forte «Shh, ho sonno»
«Su, andiamo a letto» apre i suoi occhioni azzurri oscurati dal sonno battendo le palpebre un paio di volte, mi fissa negli occhi, credo stia cercando di capire cosa ho detto «Angie ma io ho sonno» si lamenta stringendosi ancora di più a me «Nel mio letto dormiremmo meglio» gli sussurro ad un orecchio massaggiandogli le tempie con gesti circolari. Il ragazzo sbuffa alzandosi per poi passare entrambe le mani tra i capelli porgendomi la mano «Andiamo» dice sorridendo facendomi vibrare ogni organo, afferro la mano attaccandomi al suo petto alzando lo sguardo nel suo, si sta mordendo io labbro inferiore fissandomi intensamente «Cosa c'è?» piega la testa leggermente di lato passando le mani sulla schiena «Sei bellissima» sorride poggiando le labbra sulle mie sfiorandole appena «Appena sveglio sei sempre più dolce del solito» alza un sopracciglio piegando le labbra in un dolce sorriso «Sei tu che mi ispiri dolcezza» il suo volto è così vicino al mio che i nasi si sfiorano «Sei sempre e solo tu» la voce è roca, bassa, sensuale, ipnotica.
Da quando siamo tornati insieme la tensione sessuale è diventata così forte, più di una volta abbiamo sfiorato il limite è alcune volte lo abbiamo anche attraversato ma lui si è sempre fermato.
Gli accarezzo una guancia con gesti delicati «Cosa c'è?» gli chiedo «Ti amo» risponde semplicemente «Ti amo anch'io» piego la testa di lato tenendolo stretto a me osservando la sua reazione. Sbarra gli occhi poggiando la fronte contro la mia per poi sorridere trionfante «Lo hai detto»
«Cosa?» domando alzando le spalle, sono parole importanti e non so se questo era il momento adatto per dirle ma le sentivo sulla punta della lingua pretenziose «Ripeti» scuoto la testa staccandomi da lui ma con una mossa repentina mi afferra il polso riportandomi accanto a lui «Ripeti. Solo un'altra»
«Io ti amo» posa le labbra sulle mie.
All'inizio è un bacio casto, un semplice tocco di labbra ma si fa piu audace, la sua lingua cerca la mia con avidità esplorando la mia bocca con tocchi esperti e veloci. Quando ci stacchiamo afferro il suo labbro inferiore tra i denti tirandolo leggermente per poi succhiarlo leggermente e le lingue s'intrecciano nuovamente l'una all'altra. Era tutto cosi intenso che la terra avrebbe potuto iniziare a tremarci sotto i piedi e non c'è ne saremmo accorti per quanto questo bacio sia lungo, morbido, caldo, umido e sensuale. Ci stacchiamo con il fiatone, gli occhi lucidi per l'eccitazione cresciuta in davvero in pochi secondi «Non puoi fare cosi» dico appoggiando la fronte sul suo petto cercando di calmare i battiti del cuore.
Quest'uomo riesce a non farmi capire niente.
«Questo dovrei dirlo io a te. Ogni volta che mi guardi nella mia mente vorticano immagini davvero poco caste ed è davvero dura trattenermi. Dovresti saperlo» cerco di non guardarlo negli occhi o potrei davvero perdere la testa e soprattutto il controllo del mio corpo e non posso, non adesso, non con i bambini in casa.
«Adesso andiamo a dormire» dico staccandomi da lui con le mani che tremano, l'intero corpo sta vibrando «Stai scappando da me?» domanda seguendomi su per le scale «Non direi. Sono solo molto stanca» e ne è la prova lo sbadiglio che segue le mie parole.
L'adrenalina è scemata via velocemente.
«Anch'io» continua l'altro aprendo la porta della camera di Lexie per controllarla. La bambina sta dormendo pacificamente stringendo a se il suo coniglietto. Lo adora.
Entro nella camera di fronte osservando il piccolino nel suo lettino che dorme pacificamente. Sta sera non ci saranno problemi, credo. Tutto è possibile in fondo ma preferirei dormire per le prossime cinque ore.
Sospiro stiracchiando le braccia sopra la testa entrando nella cabina armadio togliendomi di dosso la canottiera e i pantaloncini che ho usato per stare in casa dopo essere tornata afferrando il baby dolls bianco appeso alla stampella che ho usato ieri sera indossandolo in fretta. La stoffa è fresca e aderisce al mio corpo in un modo quasi unico sembrando una seconda pelle. Adoro il modo in cui la seta fa diventare le curve del mio corpo morbide e delicate.
Torno in camera trovandola vuota ma dal bagno arriva lo scrosciare dell'acqua. Nathan se ne sta appoggiato al lavandino con un fianco passando con movimenti circolari lo spazzolino, categoricamente rosso, sui denti. I suoi occhi sono quasi del tutto chiusi ma è una scena comunque adorabile, mi affianco a lui facendo la medesima cosa ma al suo contrario io amo guardarmi allo specchio, vedere cosa c'è che non va nel mio viso e in questo momento oserei dire tutto.
«Sono orribile» dico biascicando le parole per poi sputare il dentifricio nel lavandino per pulirmi le labbra con l'asciugamano di cotone «Non essere melodrammatica» si lamenta il ragazzo stampandomi un bacio sulla tempia per poi tornare in camera. Con la coda dell'occhio lo vedo togliersi la maglietta blu per poi passare ai jeans strettissimi che gli fasciano il culo in maniera perfetta ma preferisco decisamente i boxer neri. Impazzirò di sicuro.
Sto stringendo il labbro inferiore tra i canini con cosi tanta forza da sentire il sapore metallico del sangue. Devo decisamente tornare a lavarmi i denti o sta sera non rispondo piú di me. Ci siamo già andati abbastanza vicino sta sera.
«Su, vieni a letto» si lamenta il ragazzo mettendosi sotto le lenzuola dando un'occhiata al telefono che poco prima aveva lasciato sul comodino dalla 'sua' parte del letto «Arrivo, arrivo» spengo la luce del bagno correndo sotto il lenzuolo appoggiando la testa sul suo petto segnando con il dito il tatuaggio un pò scolorito. Sbadiglio per l'ennesima volta pronta a crollare «Buonanotte» dico con fatica cercando ti tenere gli occhi aperti ancora per un pò, il ragazzo mi lascia un bacio sulla testa «Dormi tesoro».

Questa sensazione di pace è cosi piacevole, continuerei a dormire per ore ma la sveglia del mio telefono sta continuando a suonare e non vuole saperne di smettere. Volevo dormire ancora, non sono per niente pronta ad alzarmi. Sbuffo aprendo gli occhi venendo accecata dalla luce del sole che entra da uno spiraglio lasciato aperto la notte scorsa, dovevo chiudere tutto con molta attenzione, chiudo nuovamente gli occhi cercando il telefono a tentoni che continua a suonare. Il ragazzo che ho accanto non si è neanche svegliato ma se è Tommy a piangere nel cuore della notte corre senza neanche pensarci un secondo e poi la mattina, quando resta a dormire qui, non si alza finchè non gli lascio un bacio leggero sulle labbra ma ormai ho capito il trucco.
Spengo la sveglia sbadigliando per l'ennesima volta poggiando la guancia sul suo petto inspirando a pieno il suo profumo, due minuti e mi alzo «Mi fai il solletico con i capelli» si lamenta il ragazzo che ho sotto spostando i lunghi capelli dal suo collo per poi accarezzarmi la nuca con leggerezza «Dobbiamo alzarci» borbotto «Lo so dammi soltanto due minuti» gli lascio un bacio all'altezza del cuore trascinandomi fuori dal letto stiracchiando i muscoli intorpiditi dal sonno, il ragazzo si sorregge sui gomiti osservandomi con la fronte aggrottata «Non capisco perchè lo fai ogni mattina» mi allungo cosi da toccare i piedi con le mani «Allungo i muscoli e mi rilasso» alzo il volto cosi da poterlo guardare «O t'innervosisci»
«Con Meredith funziona» mi lamento cercando di prendere la posizione yoga dell'albero che la rossa mi ha consigliato per rilassare i nervi ad inizio giornata, o almeno lo dice lei, ho sempre odiato lo yoga.
«Meredith è una pazza. Può anche permettersi le sue stramberie» sbuffo dandogli ragione, queste posizioni idiote mi fanno innervosire​ solamente. Sposta il lenzuolo blu cobalto che adoro sopra il suo corpo d'ebano avvicinandosi come una pantera, sono in astinenza da davvero troppo tempo, inizio ad immaginare le cose piú strane, cingendomi i fianchi per poi darmi un bacio all'angolo della bocca «Tu hai me come anti-stress. Non hai bisogno di tutti questi mezzucci» alzo gli occhi al cielo lasciandolo solo in mezzo alla stanza con solo un paio di boxer entrando nella cabina armadio afferrando la vestaglia rosa pallido ed uscire dalla camera velocemente entrando nella camera di Lexie. La bambina dorme rannicchiata al centro del letto con la testa nascosta sotto il leggero lenzuolo, il suo respiro è un suono leggero che si espande per l'intera camera. Prendo posto accanto a lei spostandole i capelli scuri dal viso strofinando il naso contro la sua guancia, la cosa le da fastidio e aggrotta la fronte cercando di scacciarmi via con la mano «È ora di alzarsi» le sussurro ad un orecchio lasciandole un bacio che le fa aprire gli occhi per alcuni secondi prima che li richiuda rannicchiandosi contro il mio petto. Con la punta delle dita le accarezzo la testa e si rilassa sotto il mio tocco avvicinandosi alla mia mano richiedendo maggior contatto, con la coda dell'occhio vedo un movimento davanti alla porta e mi giro a fissarla, Nathan se ne sta in piedi con Tommy tra le sue braccia che si sporge verso di noi allungandosi aprendo e chiudendo le mani ripetendo «Xie».
Non riesce ancora a dire il nome della sorella ma è così adorabile quando tenta.
Lexie apre gli occhi sbuffando per poi sorridermi «Su vieni qui piccola peste» scosta le coperte legandosi i capelli in un coda bassa avvicinandosi al fratello che si butta praticamente tra le sue braccia stampandogli quelli che lui definisce basi su tutta la guancia facendola ridere «Tommy». 

I tre di sopra stanno distruggendo l'intera abitazione. Credo che i vicini da un momento all'altro possano chiamare il 911 per rumori molesti nell'abitazione accanto alle sei e mezza del mattino ma sono anche contenta. Nathan in queste tre settimane si è fermato a dormire cinque o sei volte e le mattine sono sempre state movimentate. Lexie è felice quando lo ha intorno, non lo lascia stare un solo secondo. Una notte si è alzata in piena notte chiedendoci se poteva dormire con noi con le lacrime agli occhi. Ha riposato attaccata al petto del padre stringendolo forte. Anche se sembra forte alla fine è pur sempre una bambina che ha pur sempre perso il padre e adesso si ritrova a vivere in una nuova città, ha dovuto cambiare ogni cosa per la mia decisione e si, forse, me ne pento leggermente quando vedo i suoi occhi rattristarsi ma il trasferimento ha giovato ha tutti. 
La cosa importante era sopravvivere ad ogni costo.
Basta pensieri tristi di prima mattina ho invece di friggere i waffle friggerà il mio cervello prima di iniziare la lunga giornata che mi aspetta.
«Mamma è pronto?» domanda Lexie raggiungendomi in cucina già perfettamente vestita seguita dal militare in tuta mimetica e Tommy in una carinissima salopette che viene sistemato nel suo seggiolone «Certo, io sono una super mamma e adesso do da mangiare a Tommy» ma Nathan mi precede afferrando il biberon caldo «Fai colazione ci penso io a lui. Io invece sono un super papà»
«Ho già preso la mia tazza di caffè quindi visto che qui ci pensi tu io vado a farmi una doccia rilassante».

Entro in camera da letto chiudendomi la porta dietro quando viene riaperta qualche secondo dopo da un Lexie titubante che non riesce a guardarmi in faccia «Che c'è tesoro?» le domando accovacciandomi di fronte a lei «Mamma secondo te papà ci guarda da lassù?» ed ecco che la mia idea di mattinata tranquilla è scomparsa «Certo tesoro. Anche se lui se ne è dovuto andare ci guarda e protegge da lassù. Perchè mi fai questa domanda?»
 «Ho paura che si arrabbi con me e non mi voglia più bene» 
«Tesoro perchè papà non dovrebbe volerti più bene?» si butta tra le mie braccia nascondendo il volto nell'incavo del mio collo «Io stavo per chiamare Nathan papà l'altro giorno e poi ho pensato che lui si sarebbe arrabbiato ma io lo voglio così tanto. Cosa devo fare mamma?» le accarezzo la schiena così da farla calmare. Non ho davvero mai pensato che una cosa del genere potesse accadere. 
«Amore mio papà non smetterà mai di volerti bene e non si arrabbierà. Lui sa quanto tu vuoi bene a Nathan ed è felice che tu possa chiamare 'papà' una persona che sa si prende cura di te» annuisce tirando su con il naso «Tu sei sicura? Io non voglio si arrabbi» .
Ad ogni parola sento il cuore diventare sempre più piccolo e le lacrime pungere agli angoli degli occhi, alla fine è una cosa anche stupida ne sono consapevole ma farà male lo so già da adesso.
«Non si arrabbierà tesoro. Fai quello che senti giusto» annuisce energicamente sorridendo «Avrò due papà uno che mi protegge da lassù e l'altro che mi protegge qui. Sono una bambina fortunata io vero mamma?» le accarezzo piano la testa «Si. tu e tuo fratello siete due bambini molto fortunati».

Sono sicura che Charlie stia parlando di qualcosa di importante ma non riesco davvero a seguire il filo del discorso. Da quando Lexie mi ha parlato la mia mente fa di tutto per scollegarsi da quello che è il mondo reale. Mi sento spaesata e so che accanto ho un uomo che mi ama, che mi supporta anche se sa che il mio cuore non sarà mai interamente suo ed è per questo motivo, perchè il dolore è ancora li, pronto a spuntare da un momento ad un'altro da una delle ferite aperte che non riesco ad accettare con il cuore questa nuova cosa. Razionalmente so quanto mia figlia sia legata al suo padre biologico e che l'amore che prova per lui sarà sempre diverso da quello che provava per Mike ma se il tutto viene contaminato dalle emozioni il tutto si offusca e riesco a sentire solo un pungente dolore all'altezza del cuore che non vuole andare via.
Ho paura a parlarne anche con i miei amici per timore che tutto diventi reale e non si possa più tornare indietro ma la prima volta che Lexie pronuncerà quel nome sono sicura che la realtà arriverà tanto prepotentemente da mandare in subbuglio ogni cosa.
«Angie» alzo lo sguardo sulla bionda che sospira sedendosi su una dell poltrone del mio ufficio osservando un attimo Tommy che gioca con i suoi giocattoli per poi riportare lo sguardo su di me «Qualcosa non va? Sei persa nei tuoi pensieri da quando sei entrata in galleria sta mattina e so che hai una famiglia da gestire ma questa è la prima volta che organizzo una mostra ed ho davvero bisogno del tuo aiuto»
«Scusami» abbasso lo sguardo sulle mani intrecciate sul tavolo giocando con l'anello di fidanzamento e la fede nuziale ispirando a pieni polmoni, c'è bisogno di me qui il resto si vedrà «Adesso sono a tua completa disposizione»
«Sicura di non volerne parlare prima? Potrebbe farti sentire meglio» sorrido afferrando il tablet osservando le cose che rimangono da fare per l'esposizione dei nuovi quadri di Ashton Light «Dopo se avremo tempo, se inizio a parlare dei miei problemi potremmo metterci una vita e sono certa che Ash voglia il meglio. Odia la mediocrità ma credo che tu lo sappia» il suo volto assume una tonalità simile al porpora prima che lo abbassi fissando il tablet poggiato sopra le sue gambe. Dopo l'inaugurazione il pittore è rimasto ad L.A. per diversi giorni e so con certezza che sono usciti insieme quasi tutte le sere.
L'amore quando arriva non puoi fare altro che accoglierlo o almeno qualche coglione lo ha detto tipo un miliardo di anni fa e ancora oggi tutti credono alle sue parole ma è meglio per me non restare a puntualizzare l'ovvietà.
«Forse dovremmo parlare anche di questo quando avremmo finito. Che ne dici?» domanda, il rossore è completamente sparito dal suo volto e sembra molto più decisa «Perfetto. Allora cosa stavi dicendo prima?»
«So che mancano davvero pochi giorni ma non ho ancora deciso il tema e senza di quello non posso spedire gli inviti. La cosa peggiore e che ho detto ad Ash che mi stavo occupando io di tutto e non voglio far fare una brutta figura a lui e alla galleria. Ha aperto da poco quindi ho davvero bisogno del tuo aiuto» dice tutto d'un fiato, sembra essersi calmata  «Va bene» do un'occhiata agli appunti che ho davanti per poi guardare le fotografie dei quadri che arriveranno domani per essere appesi in una delle sale programmate per le nuove esposizioni «Allora questa volta ha lasciato stare i paesaggi e si è concentrato sulle persone. Ha lasciato la pittura per la fotografia. Ha voluto rappresentare le donne al naturale quindi il tema di questa mostra sarà la bellezza al naturale. La semplicità cosa sempre più rara da trovare nelle giovani di adesso». Gli occhi della ragazza sono spalancati e non si spostano da me. Non credo di aver detto qualcosa di così strano. ho solo espresso a parole quello che Ash ha rappresentato nella tela.
«Ci hai messo neanche due minuti e io ci ho pensato per giorni. Sei fantastica» 
«Alcune volte»  prende appunti velocemente «Come devo essere gli inviti allora? Qualcosa di semplice cosi che il tema della mostra venga rispecchiato o qualcosa che stravolga?»
 «Diamo sfogo alla semplicità» dico alzandomi dalla sedia e prendendo in braccio Tommy che stava gattonando verso la porta «Non inquiniamo la purezza dell'arte che sta per essere mostrata al mondo» si alza anche lei «Perfetto avevo già dei modelli pronti. Devo fare solo qualche modifica ed entro oggi tutta la comunità artistica sarà informata» 
«Per il resto?» domando lasciando un bacio al piccolo che di certo non disdegna «Tutto sotto controllo. Ho richiamato il catering che ci ha consigliato Amelia l'ultima volta ed hanno accettato senza problemi ed ho avvisato anche il servizio di sicurezza che abbiamo usato la scorsa volta. Hanno fatto un ottimo lavoro e nessuno si è accorto della loro presenza »  
«In fondo te la saresti cavata anche da sola» piego la testa leggermente di lato «E forse avresti tirato fuori un'idea migliore dalla mia»  
«Si, ma la tua è decisamente la migliore e poi sei qui per insegnarmi» scuoto la testa lasciando nuovamente il bambino con i suoi giochi «Vuoi parlare?» domandiamo insieme «Prima tu le tue saranno cose molto più importanti delle mie» dice risoluta sistemandosi meglio sulla sedia «Quindi cosa è successo?»  
«Mia figlia vuole chiamare suo padre 'papà' e so che è una cosa che tutti considerano normale e se devo ammetterlo anche io lo faccio ma nella mia testa questa parola è apparsa come un segnale di allarme e non riesco a scacciare via il pensiero» tamburella leggermente con le dita sul piano di vetro «Lo sapevo che il tuo problema era peggiore del mio» si passa le mani tra i lunghi capelli sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso«So quello che è successo prima che tornassi qui. Sai Terry me lo ha detto a grandi linee per farmi capire meglio e non posso capire esattamente quello che provi ma posso dirti con certezza. Lexie non dimenticherà Mike solo perchè chiamerà Nathan 'papà'. Vuole solamente tornare al momento in cui era felice con la sua mamma e il suo papà ma questo non vuol dire che avrebbe chiamato quel nome a chiunque. Ho parlato con tua figlia ed è sveglia. Vuole davvero bene a Nathan o avrebbe aspettato il momento in cui i suoi sentimenti sarebbero diventati più forti» questa è decisamente una piacevole novità «Hai studiato psicologia e non me lo hai detto?».
Non volevo di certo essere invadente. Il suo volto si rabbuia ed è quasi difficile riconoscerla«No ma sono stata cresciuta da due ottimi psicologi. La materia mi si è impressa in mente e alcune volte come adesso le parole escono fuori senza controllo»
«Sei stata decisamente di aiuto anche se forse il problema principale sono io ma pensiamo a te adesso. Qual'è il problema con Ash?» si gratta la cute distogliendo per un secondo lo sguardo «Siamo usciti insieme le sere che lui è in città e ci sentiamo ogni giorno anche solo per raccontarci le nostre giornate e conoscerci ma ho paura che per lui io sia solo un bel visino come tutti gli altri. Ho questa sensazione non vuole andare proprio via»
 «Molte volte il suo atteggiamento viene frainteso. So che può sembrare un Don Giovanni ma in realtà quando prova qualcosa per una donna i suoi sentimenti sono davvero puri soltanto che non riesce ad esternarli come fa quando dipinge o fotografa. Noi artisti siamo cosi. Esprimiamo i nostri sentimenti attraverso quello che ci viene meglio. Che sia la pittura, la fotografia, la scrittura, il ballo o il semplice atto del cantare ma in quello che facciamo imprimiamo tutti noi stessi per farlo al meglio e far emozionare chi ci sta intorno facendogli capire le emozioni che proviamo in quel momento e so perfettamente che capisci perchè quando guardi un quadro capisci cosa esprime e te ne innamori. Ti do un consiglio quando parli con Ash non prendere tutte le sue parole alla lettera ma cerca di estrapolare i sentimenti che lui ti sta mandando e vedrai che andrà sicuramente meglio» 
«Adesso sei tu la psicologa»
«No, soltanto un'artista che ha scoperto come fosse magico il mondo visto da un obbiettivo». 

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