Echo

By livius_

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||Nuova Generazione|| Hogwarts è cambiata. Cambiata in meglio. Oltre ai promettenti maghi, è in cerca di nuov... More

Gelatine tuttigusti +1
Uno Spiacevole Incontro
Nuova Hogwarts
La Cerimonia di Smistamento
Risveglio verde-argento
Risate e Dubbi
L'errore
Spazio Autrice
Nuovi e vecchi Incontri ||2° anno
Sorprese e Emozioni contrastanti
Lezione di Canto
Quidditch
L'incidente
Dibattito in Sala Grande
Detention
Strani atteggiamenti
Confessioni
La frase misteriosa-svolte
Resina di albero e Barbagianni arroganti
La missione
«Lumos!»
Extractor Mali
Gentilezze
Ripensamenti
Trascurato
AVVISO
Say Something
Professor Paciock
Tristezza e gioia
Lettere, chitarre e civette ||3° anno
Nuove Emozioni
Chocolate Frogs
Un inizio burrascoso
Le tredici rose
Le tredici rose -parte seconda
Scelte
Scelte -parte seconda
Migliori Amici
Perplessità
La Gita
Esplorando Hogsmeade
Melodies
Ecstasy
A lezione con Hagrid
Ricominciamo?
Innocenza
Somiglianze
Resoconto
December
Buone notizie
One and the same
Contenti?
Una mancata grifona
Emotions running free
Teardrop
Buon compleanno!
Un regalo utile
Ruoli
Spazio Autrice
Botta e risposta
Caos
Sorbetto al limone
La lettera
Sconcerto
Bombarda
Oblivion
Lo spettacolo
Spazio Autrice (IMPORTANTE)
AVVISO IMPORTANTE

Nargilli || 1°anno

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By livius_

ROSE'S POV

Il grande giorno era finalmente arrivato e dire che l'avevo aspettato con poca ansia, per nulla nervosa e senza improvvisi attacchi di panico la mattina a colazione- in cui papà si era ripetutamente rovesciato il caffè sul pigiama, costretto infine a rifarsi il guardaroba- era come dire che un qualsiasi essere imparentato con l'homo abilis sarebbe stato facilmente in compagnia dei Draghi Spinosi dell'Ungheria senza battere ciglio.

Impossibile.

In effetti l'idea di iniziare la mia istruzione magica alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts se da un lato era estremamente eccitante, dall'altro era un misto tra paura, nervosismo e altre cinquecentoventinovemila emozioni non ben definite.

La causa maggiore della mia crescente ansia ovviamente, era la cerimonia di smistamento; e il fatto che zio Harry ripetesse di continuo che per un soffio sarebbe potuto appartenere a Serpeverde -provocandomi così, brividi lungo la schiena e facendomi tremare incontrollabilmente le mani- neanche stessi costruendo un igloo senza guanti- non aiutò minimamente la situazione.

Per i sopraccitati motivi e comportamenti, ero vista come la copia esatta di mia madre, tra svariate preoccupazioni e stress; ma fortunatamente la parte Weasley del mio ego spuntava in ogni occasione festaiola e chiassosa che fosse, rivelando una parte di me -a parer mio- sicuramente migliore.

Dunque, in due semplici righe potrei riassumere che, essendo figlia di due dei salvatori del Mondo Magico, ero divisa e combattuta fra i diversi geni Granger e Weasley dentro di me; da un lato estremamente devota allo studio e ai libri, dall'altro determinata, seppur impacciata e con una paura folle dei ragni.

Per completare l'opera, quel primo settembre 2017 sarei andata all'affollatissima stazione di King's Cross, sarei passata attraverso i binari 9 e 10 per poi salire sul famosissimo Hogwarts Express.

Insomma, la mia vita sarebbe cambiata del tutto, ma non sapevo ancora che il destino avrebbe preso alla lettera questo mio pensiero.

***

«Ultima chiamata per Hogwarts! Ultima chiamata!»

A quell'avviso corsi in braccio ai miei genitori, li abbracciai forte, promettendo di scrivergli appena messo piede nel castello.

«Ricorda Rose, se qualcuno ti provoca non esitare a controbattere, devi far vedere a tutti di che pasta sono fatti i Weasley!» disse papà facendomi l'occhiolino che prontamente ricambiai.

«Fai buon viaggio tesoro, goditi questo primo anno, fai amicizia con tutti...» le raccomandazioni di mamma non finivano mai e io pertanto ero impaziente di natura.

«Sì mamma..» roteai gli occhi al cielo mentre lei sorrideva divertita.

«Ciao piccolo furfante! Fai il bravo!» esclamai passando una mano sulla zazzera di capelli rossi- marchio di fabbrica dei Weasley- di mio fratello Hugo.

«Ciao sorellona, ti voglio bene.»

Salii appena in tempo sull'enorme treno nero luccicante e le porte si chiusero. Salutai i miei genitori e Hugo ancora una volta, prima che sparissero definitivamente dalla mia vista.

A quel punto mi feci largo tra i corridoi pieni di studenti euforici con cappelli neri a punta e divise prematuramente indossate, trascinando il mio enorme baule prima di raggiungere uno scompartimento, chiedendomi dove potessi cambiarmi a mia volta.

Esausta entrai in uno scompartimento apparentemente libero e sistemai il mio baule e la borsa negli appositi scomparti.

Mi dovetti ricredere sulla faccenda del "libero" perché appena mi sedetti, trovai di fronte a me una ragazzina dai capelli biondi un poco arruffati che leggeva una rivista chiamata "Il Cavillo".

Abbassò la rivista, e dopo avermi squadrata da capo a piedi, mi rivolse un gran sorriso compiaciuto.

«Niente Nargilli! Sei fortunata, sai? A casa mia ce ne sono ovunque.»

Abbozzai un sorriso leggermente imbarazzata.

«Comunque piacere, io mi chiamo Mary Kent e non sai quanto sono felice di conoscerti» disse abbracciandomi di slancio.

Ricambiai l'abbraccio, stupita per una così improvvisa dimostrazione d'affetto nonostante fossimo praticamente delle sconosciute.

«Sei la figlia di Luna Lovegood, giusto?» domandai, ricordando i momenti in cui mamma l'accennava nei suoi racconti la sera a cena.

«Precisamente! Tu invece devi essere la figlia di Hermione Granger e Ron Weasley.»

Annuii sedendomi accanto al finestrino.

«I nostri genitori erano compagni di scuola e hanno sconfitto Voldemort insieme! E, anni dopo, le loro figlie si incontrano e fanno amicizia sullo stesso treno! Il destino è incredibile» esclamai contenta.

«Hai pienamente ragione! Sono molto felice di averti incontrata e sono sicurissima che diventeremo ottime amiche!» dichiarò Mary.

«Mai quanto lo sono io!»

Ci sorridemmo con la consapevolezza che il nostro legame non si sarebbe mai spezzato, né ora né mai.

«Allora, i Nargilli se ne sono andati a causa mia?» domandai fingendomi rattristita.

Mary scosse la testa per poi confessarmi: «Non che mi dispiaccia, tu sei di gran lunga una compagnia migliore!»

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