Alive || The 100

By iamintothestorms

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La sto revisionando, perciò se notate un modo "diverso" o migliore/peggiore di scrivere da un capitolo all'al... More

The beginning of everything
Hands
A new start
Waterfall
Mistery
Rain Purification
Hurt
Love triangle
Ultimatum
Charlotte
Atom
You make me crazy
Unbiological Family
You didn't know
Kidnapping
Lincoln
Trip
Can I trust you?
Murphy
Illness
The Calm
The Final Battle
SURVIVORS

Rules

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By iamintothestorms

«Portala fuori, Bellamy!» la voce di Murphy, al di fuori della tenda, risuonava come un'assordante trapano nella mente di Alexis, che s'irritava ogni secondo di più, camminando nervosamente avanti e indietro.

Quando era agitata, prendeva sempre a camminare in quel modo o a torturarsi le labbra insistentemente o anche solo a picchiettare le dita su una superficie.

«Perché l'hai fatto Charlotte?» chiese Bellamy alla bambina, stando in ginocchio di fronte a lei e tenendole le mani sulle spalle.

«Stavo cercando di uccidere i miei demoni, come mi hai detto tu..» piagnucolò lei, trattenendosi dal piangere a dirotto.

«Di che diavolo sta parlando?» chiese Clarke, con tono furioso.

Alexis la fulminò con lo sguardo: d'altronde era stata lei a creare tutto quel casino, non poteva di certo fare la parte di chi rimproverava. Chi aveva iniziato tutto questo era stata Clarke, chi si era precipitata frettolosamente fuori dalla tenda e accusato Murphy era stata Clarke, nessun altro. Di conseguenza, doveva solo che starsene zitta. Era lei la causa di tutto quello che stava accadendo.

«Charlotte ha solo frainteso le parole di Bellamy. Cerca di non arrabbiarti così tanto. Perché se siamo in questa situazione, è soprattutto colpa tua.» esordì Alexis, parlando al posto di Bellamy, che le rivolse uno sguardo riconoscente.

«Portatela fuori!»  Quelle urla stavano imbestialendo fin troppo Alexis, che aveva una furia omicida negli occhi.

«Giuro che lo ammazzo io adesso!» esclamò, ma Bellamy la trattenne per un polso.  La guardò taciturno per qualche istante e Alexis riuscì a calmarsi pian piano. Nella mente si ripeté di non cedere alla sua impulsività, poiché altrimenti avrebbe fatto solo che danni.

Bellamy guardò l'entrata della tenda, come se si aspettasse che Murphy piombasse al suo interno da un momento all'altro. E in effetti, era quello che sicuramente avrebbe fatto di lì a poco, d'altronde loro non erano rinchiusi in nessuna fortezza e nemmeno segregati in qualche stanza o abitazione.

«Se qualcuno di voi ha qualche buona idea, la dica ora.» disse Bellamy. Nessuno rispose: sembrava non esserci via di scampo. «Fantastico. Ora che dovete parlare, state zitti.»

«Sono i tuoi uomini quelli là fuori.» dichiarò d'un tratto Clarke, sotto lo sguardo innervosito di Bellamy. Alexis e Finn si lanciarono un'occhiata: entrambi sapevano che sarebbe scattato un litigio tra i due di lì a poco ma non avevano idea di come fermarlo. Clarke e Bellamy erano troppo infuriati l'uno contro l'altro, per essere tranquillizzati solo da Alexis e Finn. Perciò i due decisero che forse il miglior modo per farli calmare era farli litigare, farli diciamo "sbollire".

«Non è colpa mia! Se mi avessi ascoltato, quegli idioti starebbero ancora costruendo il muro!» ringhiò Bellamy.

«Vuoi costruire una società principessa? Costruiamola! Porta fuori Charlotte!» nuovamente Murphy si fece sentire.

L'ira ribollì in Alexis, mentre il suo istinto omicida si faceva strada dentro di lei. Tuttavia, si ricordò di doversene stare calma o avrebbe solo che peggiorato la situazione.

Charlotte invece era terrorizzata, tanto che si precipitò addosso ad Alexis, cingendole la vita con le braccia. «No! ti prego! Alexis!»

La ragazza scambiò, di scatto, uno sguardo con Bellamy, che le indicò l'entrata della tenda: Bellamy voleva far scappare Charlotte con Clarke e Finn, nel frattempo lui e Alexis avrebbero intrattenuto Murphy, così da far riuscire ad allontanare il più possibile gli altri.

In quel momento, Alexis e Bellamy cercarono quindi di mettere da parte l'astio che provavano l'uno verso l'altro, per riuscire a collaborare efficacemente. Entrambi volevano bene a Charlotte e non avrebbero lasciato che le loro incomprensioni interferissero con la riuscita del piano per salvarla.

Alexis si abbassò quindi all'altezza della bambina e prese ad accarezzarle i capelli dolcemente, esattamente come aveva fatto nella grotta. «Non preoccuparti. Andrà tutto bene, Charlotte.. te lo prometto. Non lascerò che ti accada nulla. Ora vai con loro, io e Bellamy torneremo presto.» detto ciò, spinse quindi leggermente la bambina verso gli altri due ragazzi e si scambiò uno sguardo d'intesa con Finn.

Subito dopo Alexis e Bellamy uscirono al di fuori della tenda, con passo cauto ma al contempo confidente: dovevano mostrarsi forti, senza nessun segno di debolezza, altrimenti il loro piano avrebbe fallito miseramente.

«Bene, bene, bene.. guardate un po' chi ha deciso di graziarci con la propria presenza.. Alexis e Bellamy... Re e regina.» ghignò Murphy, avvicinandosi a loro.

I due furono infastiditi dall'ultimo commento di Murphy, sopratutto vista la situazione in cui si trovavano, ma non dovevano cedere alle sue provocazioni. Lo stava facendo apposta per farli crollare.

«Stai indietro, lurida carogna.» ringhiò Alexis.

«La solita aggressiva.» dichiarò, roteando gli occhi e non dando minimamente peso alla violenza delle parole dell'altra ma volgendo piuttosto lo sguardo verso Bellamy.

«Non ti conviene avvicinarti.» ammise Bellamy, confermando quindi le parole della ragazza.

«Altrimenti? Cosa farete? Mi appenderete?» dopo quelle parole, il silenzio calò tra di loro. Bellamy fece un passo avanti e, suo malgrado, Murphy ne fece uno indietro.

«Il lupo perde il pelo ma non il vizio.» sussurrò Alexis, ammiccando ad un leggero sorriso malizioso. Murphy la sentì, tuttavia decise di ignorarla.

«Stavo semplicemente dando alla gente ciò che voleva.» rispose intanto Bellamy.

«Ah davvero? Si, è una buona idea.» Murphy rise, nervosamente. «Allora perché non lo facciamo anche ora? Chi è che vuole vedere il vero assassino.. impiccato?» sottolineò quell'ultima parola con un tono così disprezzante che Alexis stava per accanirsi su di lui, ma Bellamy la trattenne nuovamente. Le lanciò uno sguardo di rimprovero, come per farle capire che doveva darsi una calmata.

«È solo una bambina, lurido bastardo!» ringhiò Alexis, nel mentre che Murphy si stava voltando verso la folla riunita dietro di lui.

«Tutti a favore, no?» ma solo in pochi alzarono le mani. Fu lì che la rabbia ribollì in Murphy come mai prima d'ora.

«Ah.. ora capisco. Va bene appendere me, senza che io abbia fatto nulla. Ma quando quella stronzetta confessa, la lasciate libera?! Codardi! Siete tutti codardi!» urlò infuriato, cominciando a muovere pericolosamente il coltello.

«Senti chi parla! Tu sei il primo codardo qua in mezzo!» urlò Alexis, più che innervosita dal comportamento dell'altro.

«Ah, davvero, Alex?» Lei lo guardò con astio, mentre lui si avvicinava pericolosamente. Ancora giocherellava con il coltello, come se volesse attaccare la ragazza da un momento all'altro.

Bellamy si spostò istintivamente di lato, mettendosi tra Alexis e Murphy. «Murphy, è finita.» Ma a quel punto Murphy era ormai impazzito: si accanì su Bellamy e, con un colpo alla tempia, lo mise fuori gioco.

«Tutto quello che vuoi capo.. figlio di puttana!»

Murphy diede poi uno sguardo ad Alexis, ma rinunciò nel provare ad abbattere anche lei. In uno scontro uno ad uno non ne sarebbe uscito vincente tanto facilmente, lo sapeva benissimo. Doveva riuscire a coglierla di sorpresa, ma in quel momento Alexis era troppo attenta ad ogni suo movimento.

Murphy gridò quindi agli altri di andare a prendere Charlotte e, in quel preciso istante, Alexis approfittò della confusione per accorrere da Bellamy.

Non trovando nessuno, Murphy e i suoi uscirono subito da dietro alla tenda. «Charlotte.. Charlotte! Lo so che mi senti! Sappi che ti troverò.. e quando lo farò, la pagherai!» urlò, inoltrandosi nel bosco con i pochi che ancora erano disposti a seguirlo.

***

«Mio Dio, Bellamy!» Alexis stava alzando il capo di Bellamy — così da riuscire a controllare se la lesione che Murphy gli aveva provocato fosse grave o meno —, nel mentre che Octavia accorreva da loro.

Alexis constatò che non era così grave come sembrasse, ma avevano comunque bisogno di qualcosa con cui svegliarlo. D'altronde, non era così esperta con ferite interne come queste.

Tuttavia, nonostante la sua poca conoscenza nel campo, non doveva essere nulla di grave, d'altronde non l'aveva colpito molto forte.

«Portami dell'acqua, veloce! E che sia fredda!» ordinò Alexis, intanto che Octavia già si precipitava a fare ciò che le era stato chiesto.

In meno di un minuto Octavia era già tornata con una borraccia piena d'acqua e Alexis gettò subito il liquido in faccia al ragazzo, non appena ebbe il suo contenitore tra le mani.

«Ma sei impazzita?!» urlò Bellamy, svegliandosi improvvisamente e tirandosi su a sedere.

Octavia l'abbracciò di scatto: era rimasta così sconvolta dal vedere suo fratello a terra, privo di sensi, che aveva pensato che non si sarebbe mai più ripreso.

Alexis si alzò, pulendosi i pantaloni dalla terra. Nonostante si fosse appena svegliato da un leggero trauma, Bellamy si stava già per alzare, tuttavia Alexis lo fermò di scatto.

«Hai preso una bella botta, non dovresti fare movimenti avventati.» ammise lei.

Lui scosse la testa. «Devo seguirli.» Ma non appena il ragazzo provò a stare in piedi, barcollò leggermente. D'istinto Alexis gli avvolse un braccio attorno alla vita, facendo passare un braccio del ragazzo sopra alle sue spalle.

«Idiota. Non ascoltarmi mai!» urlò lei, sospirando. Bellamy ammiccò ad un sorriso, mentre cercava di stabilizzarsi autonomamente. Non appena ci riuscì, si liberò dalla stretta della ragazza e prese a correre verso il limitare del bosco.

«Infatti non ti ascolterò nemmeno ora!» rispose entusiasta.

«Stavolta le prendi!» ringhiò Alexis, prendendo ad inseguirlo furiosa.

«Quei due litigano come dei bambini, ma si guardano come due amanti.» Octavia rideva, osservando Alexis correre dietro a Bellamy, che lo insultava ad ogni passo che facevano.

***

«Sei un idiota! Cretino! Imbecille!» lei continuava ad offenderlo, ma lui sembrava che fosse diventato improvvisamente sordo. Lei lo inseguiva, mentre lui cercava di allontanarsi il più possibile dal campo.

Tuttavia non appena Alexis riuscì a raggiungerlo, lo fermò per il polso.

«Lasciami Alexis!» Ma Bellamy sembrava nascondere un sorrisetto sotto alle labbra.

Lei scosse la testa. «No! finiresti solo col farti ancora più male!»

«Ormai siamo lontani dall'accampamento! Non ci rimane che cercare Charlotte e gli altri!» ammise lui, volendo fin dall'inizio arrivare a quello.

Molto probabilmente, se fossero stati lontani dall'accampamento, Alexis avrebbe acconsentito a cercare gli altri. Alexis diede quindi un'occhiata dietro di sé e notò che, effettivamente, non gli conveniva tornare indietro, vista la situazione.

Sospirò sonoramente, lasciando il polso di Bellamy. Quest'ultimo sorrise soddisfatto: il suo piano aveva perfettamente funzionato.

«Guido io però. Se seguissimo te, non li troveremmo nemmeno tra un anno.» Bellamy annuì, mentre prendeva a seguire la ragazza. Bellamy Blake colpisce ancora. Pensò lui, ridacchiando.

In poco tempo Alexis riuscì a distinguere le impronte di Murphy e i suoi da quelle di Charlotte, Finn e Clarke. Ma per quanto i due potessero andare veloci, non potevano di certo raggiungere tanto facilmente gli altri e soprattutto in poco tempo: se loro avevano impiegato un'ora per percorrere un certo tratto del bosco, Bellamy e Alexis ci avrebbero messo lo stesso tempo.

Durante il tragitto nessuno dei due proferiva parola, cercando di stare attenti ad ogni minimo rumore che avvertivano: era sera inoltrata e potevano essere facilmente attaccati dai terrestri, dovevano mantenere prudenza e cautela.

La notte sarebbe arrivata di lì a poco ed entrambi avvertirono il suo freddo, che riusciva a raggelare perfino le ossa. Bellamy non lo avvertiva così tanto, ma Alexis prendeva a tremare leggermente: aveva lasciato la giacca nella tenda, l'unica cosa che indossava era la sua solita canottiera e quella non le era sicuramente d'aiuto per riscaldarsi la parte superiore del corpo, con tutto quel gelo.

«Tieni..» Bellamy le porse la sua giacca, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

«Non ne ho bisogno.» rispose fredda.

Sempre la solita.
Bellamy non badò alla gelida risposta della ragazza, andando a posare la propria giacca sulle spalle di Alexis. Lei gli rivolse uno sguardo agghiacciante.

«Ho detto che...» Ma le sue parole furono bloccate sul nascere da quelle di Bellamy.

«Anche i più forti, a volte, hanno bisogno d'aiuto.» Ogni muscolo di Alexis si fermò d'istinto, come congelato da quelle parole.

Anche Bellamy si fermò di conseguenza e i due, anche se solo per un attimo, si fissarono negli occhi. Tuttavia quell'attimo sembrò eterno ad entrambi.

Fu Alexis la prima a spostare istintivamente lo sguardo, per poi infilare le braccia nelle maniche della giacca: aveva talmente freddo che cedette in poco alla tentazione di indossare quella calda e morbida giubba.

Le andava un po' larga, ma non importava, almeno ora non gelava più dal freddo. Bellamy accennò ad un sorriso e ripresero a camminare. Ma, sfortunatamente, una decina di minuti dopo persero completamente le tracce.

Alexis si fermò di colpo. «Diamine.» strinse i pugni, sentendosi afflitta dall'aver perso la pista. Come avrebbero potuto ora ricongiungersi con gli altri?

Bellamy le mise una mano sulla schiena, come per rassicurarla. I due si scambiarono uno sguardo, poi Alexis ricominciò a camminare. Era come se, quei pochi secondi in cui si guardavano, bastavano a darle forza per rimettersi in marcia e ritrovare le tracce.

Passò una mezz'oretta e finalmente Alexis riuscì a trovare una nuova pista. Solo che queste tracce erano molto diverse dalle altre: innanzitutto appartenevano sicuramente ad una sola persona, erano troppo leggere per essere di Finn e la cosa che preoccupava maggiormente era che, chiunque le avesse lasciate, stava correndo.

Ti prego fa che non siano di Charlotte. In quel momento il viso di Alexis parve allarmato, più di quanto lei pensasse. Bellamy lo notò, ma preferì tacere. Sperava solamente che l'altra non avesse trovato brutti indizi.

***

Camminarono per un'altra mezz'oretta e ad un certo punto Bellamy si fermò, passando davanti ad Alexis. Lei lo guardò confusa, ma lui si posò un dito sulle labbra, come in segno di stare zitta ed ascoltare. Sentirono come dei rumori di passi, perciò qualcuno si stava sicuramente avvicinando.

Bellamy prese la ragazza per il polso, conducendola dietro ad un albero e stringedola a sé: non si sarebbero fatti vedere, fino a che non avrebbero constatato chi fosse.

I passi si fecero più vicini, sempre di più e in lontananza si poteva già scorgere una figura che correva. Ma, la cosa strana era che, oltre ai rumori della corsa, si percepivano anche dei singhiozzi; come se la persona che si stava avvicinando stesse piangendo.

Dai cespugli sbucò fuori Charlotte, con gli occhi chiusi, senza badare a dove stesse andando. Bellamy l'afferrò al volo non appena gli passò in parte, tirandola dietro all'albero insieme a lui ed Alexis, tappandole subito la bocca.

«Lasciami andare!» urlò la bambina, scalciando.

«Sono Bellamy, Charlotte! Calmati!» Lei si liberò dalla sua presa, ma Bellamy riuscì comunque a tenerla ben salda per un braccio.

«Lasciami! Io non sono tua sorella!» urlò Charlotte, ancora in lacrime.

«Charlotte! Vogliamo solo aiutarti!» esclamò Alexis, guardando la bambina.

«Smettetela di farlo allora!» supplicò l'altra, mentre le lacrime le rigavano completamente il volto.

«SONO QUI!» gridò, avendo sentito in lontananza le voci di Murphy e i suoi.

«Stai cercando di farci uccidere tutti e tre?!» sbraitò Alexis.

Tuttavia Charlotte aveva il viso completamente inondato dalle lacrime, sempre più afflitta da ciò che stava accadendo per colpa sua. Provava a fare la dura, cercando di mandare via i due ragazzi, ma in realtà avrebbe solo voluto il conforto delle loro calde braccia in quel momento. Però non avrebbe mai voluto mettere a rischio le loro vite.

«Andatevene, okay?» Alexis provò a stringerle la mano, ma non appena Charlotte avvertì il contatto con la ragazza la scansò, come se del fuoco l'avesse appena scottata.

«Sono io quella che vogliono, non voi! Andatevene!»

«Noi non andiamo da nessuna parte.» ammise seria Alexis. Bellamy prese Charlotte per le spalle, guardandola negli occhi.

«Okay Charlotte, ascoltami. Io non ti lascio. Alexis non ti lascia. Noi non ti lasciamo.»

«Per favore... Bellamy...» cercò nuovamente di divincolarsi dalla presa ferrea del ragazzo, ma stavolta non ci riuscì.

«Murphy! Sono qui!» Bellamy le lanciò uno sguardo severo, per poi montarsela in spalle, mentre lei cercava di liberarsi e urlava di metterla giù.

«Dove vuoi andare?» chiese Alexis.

«Lontano. Muoviamoci.» esclamò, mentre prendeva a correre.  Alexis lo seguì, sperando in cuor suo che andasse tutto per il verso giusto.

***

«Charlotte!» Murphy e i suoi scagnozzi avevano ormai raggiunto gli altri tre, non appena questi furono costretti a fermarsi a causa di un dirupo.

«Merda..» sussurrò Alexis, osservando la spaventosa altezza del burrone: erano in trappola.

«Charlotte! Accidenti, Bellamy! Non puoi vincere contro tutti noi! Lasciala!» urlò Murphy.

«Forse no.» il ragazzo si mise di fronte a Charlotte. «Ma posso assicurarvi, che ne porterò un paio con me.» sorrise beffardamente, mentre Alexis lo fulminava con lo sguardo. Non era di certo il momento di fare l'eroe. Qua rischiavano grosso.

«Fermi!» Clarke sbucò fuori dal bosco, in compagnia di Finn. «Questa cosa è andata fin troppo avanti! Adesso cerchiamo di calmarci. Ne possiamo parlare.»

«Sono stanco di ascoltarvi parlare!» urlò Murphy, prendendo istintivamente Alexis e puntandole un coltello alla gola. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a contrastarla in uno scontro diretto, ma cogliendola di sorpresa forse ce l'avrebbe fatta. E in quel momento gli si era presentata l'occasione perfetta: Alexis stava sussurrando qualcosa a Charlotte ed era quindi completamente distratta.

Bellamy provò a fare un passo verso Alexis e Murphy, ma quest'ultimo, non appena notò che Bellamy voleva avvicinarsi, strinse la presa sui capelli della ragazza e le fece piegare maggiormente la testa.

«Bastardo.» sussurrò Alexis, mentre tentava di spostare il braccio del ragazzo, anche se invano. D'altronde Murphy sarà stato anche più debole rispetto ad Alexis in molte cose, ma come forza lui era sicuramente più forte.

«Cos'hai detto?» sussurrò Murphy, sorridendo beffardamente.

«Ho detto che sei uno sporco bastardo.» rispose lei, mentre Murphy spinse leggermente il pugnale nella carne nuda di Alexis, facendole uscire un leggero rivolo di sangue.

«Lasciala andare bastardo!» urlarono sia Bellamy che Finn, allarmati dal pericoloso coltello che stava posto sulla giugulare della ragazza.

Murphy scosse la testa, sorridendo nervosamente. «Le taglierò la gola.»

Alexis cercava un qualsiasi punto debole all'interno della presa di Murphy, ma non ne trovava nemmeno uno. Qualunque tentativo di liberazione sarebbe fallito, stavolta Murphy l'aveva battuta sul tempo.
Grande pezzo di merda. Facile attaccarmi mentre sono distratta eh? Codardo! Ma non appena riesco a liberarmi, ti ammazzo, lo giuro!

«No! Per favore!» Charlotte riprese a piangere. Non voleva che fosse fatto del male ad Alexis per colpa sua. «Per favore, non farle del male!»

«Non farle male? Okay.. facciamo un patto allora. Tu vieni con me adesso e io la lascio andare.»

«Non farlo, Charlotte! Non farlo!» urlò Alexis, mentre gli occhi prendevano a diventarle lucidi.

«Non farlo Charlotte..! Ti prego, no!» anche Bellamy tentò di fermarla, ma tutto fu vano.

«No! devo farlo! Non posso lasciare che qualcuno di voi si faccia ancora male. Non per causa mia. Non dopo quello che ho fatto.» le lacrime le rigavano completamente il viso e, pochi secondi dopo, stava già precipitando nel vuoto.
Si era buttata.

«Charlotte...» Alexis cercò di trattenere le lacrime, senza nemmeno accorgersi che Bellamy aveva preso Murphy per il colletto della maglietta e aveva iniziato a tempestarlo di pugni. Nemmeno badò al taglio provocatole prima da Murphy e si avvicinò alla sporgenza del dirupo, senza proferire parola o ascoltare i discorsi degli altri. Era come persa nel suo mondo, il suo mondo di dolore e di morte.

«Bellamy basta! Così morirà!» urlò Clarke, inorridita dalla scena che si trovava davanti, con le lacrime che le rigavano il viso. Finn quindi intervenne a separare i due e portò via Bellamy.

«Lui merita di morire.» sussurrò Bellamy a Clarke, lasciando quest'ultima senza parole.

***

«Vieni, Alex..» Finn prese la ragazza per un braccio, intimandola a seguirlo.  Ma lei era come pietrificata, di fronte al burrone: aveva fallito con Jasper, con Wells e ora anche con Charlotte. Aveva visto anche sua madre morire, ormai la sua vita era oppressa da un circolo vizioso di morte e disperazione. Avrebbe dovuto essere più forte, ma come avrebbe potuto farlo?

«Alex.. andiamo..» la incitò nuovamente Finn. Lei si riscosse dai suoi pensieri, prendendo a seguire il ragazzo.

Nel frattempo Clarke aveva ammesso che avevano bisogno di regole nel campo e che avrebbero deciso insieme — lei e Bellamy — quali regole applicare.  In quel caso, bandirono Murphy per ciò che era appena successo.

***

Arrivarono in poco al campo, ma il viaggio di ritorno fu il più difficile di sempre: nessuno osava proferire parola e tutti avevano lo sguardo perso nel vuoto. I giovani delinquenti si riunirono attorno a Bellamy e Clarke, che spiegarono ciò che era accaduto e anche del fatto delle regole.

Alexis si allontanò, non avendo la minima voglia di ascoltare i discorsi dei, a quanto pareva, nuovi leader. Finn la raggiunse, preoccupato.

«Tutto bene, Alex?»

Lei annuì con un semplice cenno del capo. «Mai stata meglio.» e detto questo, si congedò.

Lui sospirò, guardandola andarsene. «Tu menti, sempre.» disse.

Lei si voltò, guardandolo con gli occhi lucidi. «Tutti mentono, Finn.»

Scusate se pubblico solo ora ma la scuola mi distrugge🤦🏻‍♀️
Tra Trinity e verifiche/interrogazioni varie sto morendo ahahaha
Comunque spero vi sia piaciuto!

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