dear sergeant ➳ jb

By -journals-

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«Il sergente Bieber mi odia. So che vuole vedermi piangere ogni tre secondi» Esta historia es una traducción... More

Dear Sergeant
1. push it up
2. punishments
3. rejection
4. wanna bet?
5. not so hidden anymore
6. get your hands off me
7. getting somewhere
9. show time
10. it never goes away
11. so, so good
12. spidergirl
13. table for two
14. fuck it
15. don't speak
16. blurred lines
17. I like him
18. fatty fighting
19. breaking point
20. being nice for once
21. blowing bubbles
22. hairy beast
23. you belong to me
24. good friend
25. the morning after
26. epiphany
27. breaking up

8. little white lie

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By -journals-

«Mamma, sono contento che tu sia venuta ma è tardi»

«Stupidaggini» muove la sua mano in quella maniera che odio tanto. «È la prima volta che ti vedo quest'anno»

«Sei venuta a giugno»

«E non ho neanche salutato Lesley» si avvicina al suo letto, senza nessuna tipo di considerazione, e la muove. Lesley si lamenta in una maniera non del tutto femminile ma che io trovo adorabile.

«Lasciatemi in pace» geme colpendo mia madre sulla mano, probabilmente pensando che sia qualcuno di noi. A me madre non importa, infatti la scuote più velocemente e fa sì che Lesley si alzi grugnendo. Si toglie la mascherina per dormire. «Che merd...Oh, Dio mio...Pattie. Mi dispiace, pensavo fossero i ragazzi»

«Non ti preoccupare, solo alzati e dammi un abbraccio. È l'unica cosa che voglio» la prende per un braccio e l'aiuta a mettersi con le gambe incrociate sul letto, per poi abbracciarla forte.

Mia madre è...Non so neanche come potrei descriverla ad essere sincero. È fastidiosa, parla troppo ma al tempo stesso è gentile, divertente ed amorevole. Non la capisco però la amo ed questo quello che importa. Non l'ho vista molto nella mia adolescenza perchè l'ho passata viaggiando sempre con quel pezzo di merda di mio padre, il quale non fa altro che dirmi continuamente quanto sono inutile. So che ci sono persone che hanno una vita peggiore ma non riesco a non lamentarmi.

«Dove dormirai?» domando sedendomi sul letto, cercando di farle capire che volevo dormire.

«Con tuo padre, tonto. Sennò con chi?» ride come se fosse una ragazzina delle medie. «Anche se non credo che dormiremo molto»

«Mamma, per favore. Astieniti da questi tipo di commenti» la prego, anche se so che continuerà. Per qualche stupida ragione pensa che a noi interessi ascoltare la sua vita sessuale. La sua intensa vita sessuale. Ma non è così anzi, preferisco mangiare la merda piuttosto di sentire la sua posizione preferita.

«Va bene, amore. Voglio solo dirti che i tuoi genitori si amano ancora» accarezza i capelli di Lesley ed abbraccia Hunter un'altra volta.

Non sono sorpreso se non sono amorevole, basta guardare chi mi ha cresciuto...

Mia madre, che si innamora ogni anno di un uomo diverso, sostiene che nessuno è come mio padre e lui, che va a letto con altre donne, va sempre dietro a mia madre quando si vedono. Non li capisco e mai lo farò. Non credo neanche che avrò mai una relazione seria dopo tutti i traumi che mi hanno causato, anche se una volta finita quest'esperienza nell'accampamento me ne andrò. Penso che viaggerò per il mondo e vedere cosa il destino mi riservi.

***

Il giorno seguente mi succede qualcosa che non mi è mai successo prima: dormire tanto. Non ho mai avuto bisogno di un orologio per svegliarmi; il mio corpo lo fa automaticamente al sorgere del sole, per abitudine. Prendo il cellulare ed impreco vedendo che sono le otto e mezza della mattina. Non ho mai dormito così tanto in tutta la mia vita...Credo sia per questo se mi sento così strano e rilassato. Non so perchè non mi hanno svegliato ma alla fine ne sono contento. Mi sono risparmiato quattro ore nel vedere i miei genitori baciarsi da tutte le parti e nel osservarmi in qualsiasi cosa che faccio, come se fossi un bambino alla presa con la sua prima partita di calcio.

«Che succede, sei malato?» mi domanda mia madre non appena metto un piede nella caffetteria. È seduta sulle ginocchia di mio pare, il quale mi guarda con un sopracciglio alzato.

«No, no, ho solo dormito di più. Vado a prendere un frutto e poi devo andare dal mio fantastico gruppo»

«Oh, voglio venire con te»

«Uh...No...Non credo che sia una buona idea» inizio a dire, perchè a dir la verità non potrei sopportarla tra i piedi, osservandomi o fare qualche commento mettendomi in ridicolo davanti a tutti. Lei mi guarda triste e con uno sguardo mio padre mi obbliga a dirle di sì. «Va bene, puoi venire con me ma ti prego, non dire nulla»

Quando arriviamo, Lesley sta facendo fare le flessioni a tutti e da come stanno sudando, sembra stiano per morire da un momento all'altra. Perciò capisco che fanno gli esercizi da questa mattina. Credo l'abbia fatto per farmi dormire. Come faccio a non adorare Lesley se fa queste cose per me?

«Bene, è sufficiente» dico mettendomi davanti a tutti mentre questi sospirano sollevati.

Non riesco a vedere mia madre, ma suppongo sia seduta da qualche parte per non stancarsi. «Ora voglio che vi dividiate in due gruppi. Un uomo e una donna. Rapidi»

Aspetto che tutti si preparino e mi avvicino ad Angelo ed Esteves. Mando il ragazzino da Lesley e io decido di rimanere con Crystal, in quanto non voglio metterla in gruppo con un altro. Sicuramente avrebbe fatto qualcosa di stupido, cosa che mi farà arrabbiare e le farà guadagnare un altro castigo per il quale piangerà tutto il giorno. Sto iniziando a stancarmi di tutto questo ed è passata appena una settimana.

«Ora ricordatevi quello di cui abbiamo parlato ieri» dico mettendomi davanti a Crystal, ignorando le sue proteste. «Lotteremo ma in modo lieve. "Lievemente". È questa la parola chiave. Non voglio che i ragazzi facciano del male alle ragazze, o vi sistemerò io per bene. Non si tratta di chi è più forte, d'accordo? E ragazze, non mi arrabbierò se tirate fuori la vostra grinta anzi, sto aspettando di vedere solo quella. So che alcuni di voi penseranno che non è giusto fare dei combattimenti del genere, ciò nonostante qui abbiamo da sempre cercato di creare una parità nei sessi. Non riusciremo mai a lavorare in armonia se trattiamo le ragazze come se fossero dei bebè ed i maschi, in cambio, devono apprendere a combattere in modo più metodico e meno brusco, come è comune ai ragazzini della vostra età»

Aspetto un secondo per vedere se qualcuno si lamenta ma non lo fa nessuno. Con la coda dell'occhio vedo mia madre mentre porta una sedia ed altre cose, vorrei aiutarla però non voglio che gli altri la notino.

«Regole: nessun colpo alla testa ma sì nella faccia. Nessun colpo nelle parti basse dei maschietti o nelle zone delle signorine. Nessun morso, pizzico o qualcosa dello stesso genere. Voi due andrete per primi» dico ai primi due che noto. Si preparano ma dopo un minuto nessuno ha tirato un colpo. «Per l'amore di Dio, cosa avete? Fate qualcosa. Roscia, colpiscilo»

Lei annuisce ed alza i suoi piccoli pugni, iniziando a colpirlo. Il ragazzino non sa che fare e si copre inutilmente, per poi dare dei segni di vita colpendo a suo modo, senza successo. Dopo di loro vanno il ragazzo più altro ed atletico, Tarot, contro l'amica di Crystal. Eva è bassa ma sa di avere delle buone capacità. Schiva ogni colpo, è rapida e non è mai titubante, portando così il suo avversario in lacrime. Dopo tocca al resto dei gruppo, formato da ragazzi stupidi e ragazzine spaventate. Faccio un segnale a Lesley e lei inizia a battersi contro Xavier. Noto che Xavier si sta contendendo nel colpirla e mentre le chiede scusa per un colpo in faccia che le ha dato, Lesley lo mette K.O con un colpo nella cassa toracica, lasciandolo senz'aria.

Ed eccoci qua. È il nostro turno. Mi giro verso Crystal per la prima volta e la invito a mettersi davanti a me. Mi guarda spaventata con i suoi grandi occhi verdi e le spalle abbassate. Assomiglia ad un cerbiatto e sorrido perchè, se non la conoscessi, direi che sembra tenere. Cosa che assolutamente non è. «Dai Angelo, fammi vedere di cosa sei capace» mi preparo e vedo che alza i pugni a fatica. Aspetto un'eternità ma non fa nulla, se non guardarmi. «Che ti succede?»

«Ho paura»

«Non devi, Crystal. Lo scopo è proprio quello di affrontare e non avere paura di nessuno»

«È che pesi 500 kg più di me, sei muscoloso, mi odi e sono sicura che ne approfitterai per colpirmi»

«Non mi diverto a colpire le donne, Crystal, neanche quelle che non mi piacciono. Non devi avere paura» cerco di rassicurarla ma le mie parole non sembrano cambiare nulla. «Dai, forza. Pensa a me come se fossi il sacco di ieri. Invoca il tuo chakra e i tuoi dei di nuovo»

«I miei astri non sono allineanti ora, sono da tutte le parti...E il mio chakra sta tremando. Va bene, non è difficile. Ieri l'ho fatto bene, si? Facciamolo. Venere mi sta assistendo» fa un profondo respiro e si muove facendo degli strani movimenti, per poi darmi un colpo sulla mandibola non troppo forte. Ritorna a colpirmi, questa volta sul petto. Non sto facendo nulla per proteggermi solo perchè voglio che acquisti sicurezza.

«Bene, ora cerca di fare quello che ha fatto il tuo amico Tarot, ok? Schiva i miei colpi» lei annuisce ed io, lentamente, inizio.

Riesce a schivarne alcuni ma si sente tanto emozionata che inizia ad abbassare la guardia. Pensando che si sarebbe spostata, le do un pugno sull'occhio sinistro. Angelo cade facendo un tonfo a terra, svenendo immediatamente.

«Justin» grida mia madre spaventata, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a noi. «Che ti succede? Come ti è venuto in mente di colpire una donna?»

«Mamma» mormoro vergognandomi, prendendola per un braccio. «È stato senza volerlo. L'aiuterò a svegliarsi, mi dispiace...»

«Non ho cresciuto un ragazzo violento! Spera che la povera creatura stia bene o te la vedrai con me. Non credere di essere abbastanza grande per le sculacciate»

Dio mio. Non ho mai voluto morire tanto come in questo momento. Sento alcune risate alle mie spalle, girandomi per squadrare tutti. Quando mi avvicino, si zittiscono.

«Allontanatevi da Angelo» grido ignorando mia madre e le sue maledette parole. «Andate a mangiare o a fare qualcos'altro»

Maledizione. Sinceramente avrei dovuto sapere che sarebbe successo qualcosa. Chi sviene dopo un colpo? Chiaro, solo Crystal.

Okay...D'accordo...Forse anche altre persone...Sì, forse l'ho colpita troppo forte. Mi sento abbastanza in colpa.

Crystal's POV

Mi fa male tutta la parte sinistra del viso come mai prima in tutta la mia vita. Gemo e grugnisco, allontanando la mano di qualcuno che mi mette dell'alcool sul naso. Mi lamento e mi giro nel letto, sistemandomi meglio. È molto comodo dove sto. Non mi voglio muovere. Non voglio svegliarmi, non ancora almeno.

«Dai Crystal, voglio solo sapere se stai bene» dice Justin con un tono di voce che non ho mai sentito. Suona come...Soave. Non so.

«Sto male. Voglio solo dormire, lasciami dormire. È il minimo che puoi lasciarmi fare dopo avermi colpito in quel modo» gli chiedo, mettendomi la coperta sulla testa.

Justin sospira e si alza. Poco dopo sento una porta e grugnisco ancora.

«...abbassa la voce, per favore» sussurra lui.

«Non mi dire cosa devo fare, sono tua madre!» risponde una voce femminile. La mamma di Justin, wow. Non avrei mai pensato di vedere chi avesse messo alla luce un mostro. «Voglio sapere cosa sta succedendo nella tua vita. Ho il diritto di domandarlo, sei il mio unico figlio»

«Che cazz...Cosa vuoi che ti dica? Non faccio altro che stare qui ed occuparmi di stupidi bambini ricchi e quando non ci sono, viaggio con papà. Per cosa? Neanche io lo so»

«E la tua vita personale? Amici? Fidanzata? Non hai ancora una ragazza? Hai quasi 23 anni, Justin, è ora che ti fidanzati. Non può essere così difficile; sei bellissimo»

«Non ho molti amici se non Hunter e Lesley. E no, non ho una ragazza» il suo tono di voce è alto. «Non conosco nessuno. Da dove tirerei fuori una fidanzata?»

«Non uscirtene così, tuo padre mi ha detto che hai avuto delle opportunità»

«È una bugia!» quasi grida, ma alla fine si calma. «Non credere a tutto quello che dice, mamma. Direbbe qualsiasi cosa per renderti felice»

«Figliolo» pronuncia dolcemente.«Se ti..Se i tuoi gusti sono...Se ti piacciono gli uomini io lo accetto. Puoi fidarti di me, solo dimmelo una volta per tutte affinché possa trovarti qualche ragazzo carino. Ne conosco tanti»

Justin rimane in silenzio. Non lo sento neanche respirare.

«Non sono gay» risponde duramente e sono sicura che si sta contenendo nel non dire altro. «Semplicemente non ho avuto occasioni in cui conoscere delle ragazze. Non ritorniamo più su questo argomento o mi farai arrabbiare ancora di più»

«Perfetto. Allora posso presentarti la figlia di Amanda, una mia amica. Si chiama Ruby ed è mooooolto bella. Ha un lieve problema di anoressia ma bah, tutte le ragazze della sua età lo hanno» la mamma di Justin parla così velocemente che non si rende neanche conto di quante volte il figlio grugnisce.

So come sono le donne come Patsypats. Io sono come lei. Non lasciamo perdere una faccenda fino a quando non la risolviamo del tutto. Devo aiutare in qualche modo Justin...Lo faccio per il suo bene.

«Uhm, scusate. Sono sveglia da un po' e non ho potuto non ascoltare la vostra conversazione» dico, sorprendendo entrambi. Patsypats si gira e mi guarda. È molto giovane e bella, meglio di quanto immaginassi. «So che questo accampamento ha delle rigide regole che devono essere seguite ma so che posso fidarmi di lei e...Io e suo figlio stiamo insieme»

«Eh...No, non lo siamo» nega Justin, facendo una faccia schifata.

Faccio un movimento con la mano, non dandogli importanza. «Amore, ma è tua madre. Lei sa che l'amore va oltre un protocollo militare» sua madre rimane a bocca aperta. «Mi dispiace se Justin le ha mentito, è che cerchiamo di far rimanere la nostra relazione, segreta»

«Io...Voi due...» nega con la testa e dopo mi sorride, avvicinandosi al mio letto per abbracciarmi. Guardo Justin e questo mi rivolge un sguardo assassino. «Non ci credo. Pensavo che il mio bambino sarebbe rimasto solo per sempre. Grazie! Non ti pentirai di esserti innamorata di lui, te lo prometto! E mi dispiace tantissimo per il colpo che ti ha dato, non succederà mai più»

«Mamma, prima di tutto» ci interrompe Justin. «Smettila di darle tante attenzioni. Mi fai sentire un deficiente. Secondo, lei si sarebbe dovuta difendere dal colpo. È quello che le ho ripetuto per quattro ore di seguito ieri. Terzo, noi non siamo...»

«Non siamo dispiaciuti per averglielo detto» finisco la frase per lui, cambiandola. Patsypats grida di nuovo e mi abbraccia più forte.

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