Masque tombé

By FrancescaAbeni

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•Secondo libro della serie masked• ~Sequel di "Amour masqué"~ ---------------------------------------- Sono p... More

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Cap. 1
Cap. 2
Cap. 3
Cap. 4
Cap. 5
Cap. 6
Cap. 7
Cap. 8
Cap. 9
Cap. 10
Cap. 12
Cap. 13
Cap. 14
Cap. 15
Cap. 16
Cap. 17
Cap. 18
Cap. 19
Epilogo

Cap. 11

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By FrancescaAbeni

Papillon era titubante nel dare un'altra opportunità a Volpina, soprattutto ora che, come diceva lei, stava per ottenere i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.

Ma questo era anche il motivo che lo spingeva ad andare fino in fondo ed a dare un po' di fiducia nella ragazza.

Per fortuna, grazie al fatto che era sotto l'influsso di un suo akuma, sapeva dov'era e cosa stava facendo ogni volta che si trasformava in Papillon.

Questa volta, forse, sarebbe riuscito davvero a strappare il potere assoluto dalle mani di due giovani che non sapevano nemmeno della sua esistenza.

«Ci siamo quasi, mia cara.» disse ad alta voce, accarezzando con l'indice la parte superiore del suo bastone. «Presto ti farò tornare da me.»


Marinette inspirò, stirandosi e tastando con la mano il materasso dove, la sera precedente, si era addormentato Adrien, ma non sentì nessun corpo caldo e nessuna battuta.

Aprì gli occhi, mettendosi a sedere e sporgendosi leggermente dal letto per vedere se fosse ancora nella sua stanza, ma nessuna traccia del ragazzo; a quel punto, inspirò una seconda volta, ignorando l'aria afosa d'estate e decidendo di alzarsi per passare la mattinata con i suoi genitori, per poi rimettersi a dormire.

La sera precedente era rimasta sveglia fino alle tre perché non continuava a zittire Adrien: lei voleva dormire, ma il biondo continuava a fare battute pessime o rumori molesti –come pernacchie o altri suoni che, in quel momento, non ricordava– e tentava di stuzzicarla con frasi seducenti.

Solo dopo avergli "gentilmente" detto che se avesse continuato lo avrebbe soffocato con un cuscino era finalmente riuscita ad addormentarsi abbracciata a lui, sognando i suoi abiti che sfilavano sulla passerella della sfilata.

La ragazza assonnata scese dal letto, stando attenta a non cadere dalle scale, sbadigliando: «Buon giorno Tikki.»
«Buon giorno Marinette.» rispose il kwami, volando da lei. «Chat, cioè Adrien se ne andato verso le cinque. Ha mormorato a Plagg che doveva andare perché oggi aveva le prove della sfilata, quella in cui partecipano anche i tuoi vestiti.» spiegò, seguendo la portatrice fino al piano inferiore, accompagnandola a fare colazione; non rischiava di essere vista perché a quell'ora i genitori della ragazza stavano lavorando in pasticceria, quindi poteva mangiare tutti i biscotti che voleva.

La corvina preparò la colazione: succo di frutta e una brioche che suo padre aveva lasciato apposta per lei, dando a Tikki qualche biscotto, per poi parlare con lo spiritello, cercando di rimanere sveglia.

«Povero Adrien... Stanotte ha dormito solo due ore.» ridacchiò Marinette, sedendosi al suo solito posto. «Ma infondo se l'è cercata: imparava a stare zitto.» sbadigliò, stropicciandosi gli occhi che faticavano a rimanere aperti.
«Ieri sera ho sentito le battute di Adrien: certo che sono proprio degne di Chat Noir.» ridacchiò la piccola divinità, rosicchiando un dolce.
«Tu non ne hai idea.» rispose la sua portatrice, sorseggiando un po' di succo. «Dovrei mettergli una restrizione: un euro per tutte le battute pessime che fa. Mi sa che riuscirò a comprare un forno nuovo per la pasticceria in meno di due mesi.» aggiunse, immaginando un possibile conto e pensando che sarebbe realmente possibile.
«Lo credo anch'io.» ridacchiò la coccinella, tornando al biscotto.
«Che avete combinato tu e Plagg sul terrazzo?» domandò di punto in bianco la corvina, facendo quasi soffocare il piccolo kwami, che tossì.
«A-Assolutamente niente. Abbiamo parlato e basta.» squittì, ricevendo dalla ragazza uno sguardo divertito, come a dirle "Ne sei sicura?"
«Giuro che non abbiamo fatto nulla!» esclamò Tikki, librandosi in volo, lasciando metà del suo secondo biscotto poggiato nel piatto.
«Ah certo, perché ora "parlare" significa "sbaciucchiarsi al chiaro di luna".» la punzecchiò Marinette, azzannando il croissant ripieno di marmellata all'albicocca e notando la luce rossa diventare più intensa attorno al corpicino della sua compagna.
«Ma tu te le inventi le cose!» disse offesa, voltandosi per dare le spalle alla ragazza. «Io e Plagg siamo amici e compagni di squadra, come te e Chat Noir.»
Marinette si pulì la bocca dalla marmellata, continuando a punzecchiarla: «Sì, peccato che io e Chat Noir siamo fidanzati da un po' ormai.»
Fu la volta del kwami a sorridere: «Ma non Ladybug e Chat Noir.»
«Touché.» rispose la corvina dopo aver passato qualche secondo a pensarci.


«Bene, ed ora cammini fino alla fine della passerella, si giri verso sinistra e torni indietro.» spiegò la direttrice della sfilata, valutando le tempistiche dei modelli. «Ora tocca a lei signor Agreste.» esclamò, notando il ragazzo sbadigliare.

«Signor Agreste.» lo riprese, facendogli sbattere le palpebre un paio di volte per tornare alla realtà. «Se proprio vuole dormire allora avreste dovuto farlo stanotte.» disse, incrociando le braccia al petto.

Nathalie, che controllava il ragazzo, si pizzicò il ponte del naso, sollevando gli occhiali, non nascondendo l'esasperazione: Adrien si era già addormentato in macchina mentre stavano raggiungendo il locale della sfilata, impedendo alla donna di spiegargli i piani del giorno.

Si era raccomandata che doveva restare sveglio e fare una buona impressione ai presenti, poiché anche le prove erano importanti per nuovi affari, ma il ragazzo stava letteralmente crollando sulla passerella.

«Ma che ha combinato stanotte per essere così stanco?» mormorò tra sé e sé Nathalie, non volendo farsi sentire.

«Mi scusi Madame, ma purtroppo non ci sono riuscito...» rispose il biondo, strofinandosi gli occhi verdi.

Gli altri modelli –perlopiù ragazzi della sua età o poco più grandi di lui– lo fissarono, ridacchiando e commentando il suo comportamento.

«Va bene. Facciamo un quarto d'ora di pausa per tutti. Anch'io ne ho bisogno.» aggiunse, liquidando i presenti con un gesto della mano, per poi recarsi nella zona catering.

Adrien sbadigliò per l'ennesima volta, scendendo dalla passerella su cui, tra tre giorni, avrebbe dovuto sfilare.

Erano le undici passate ed era lì da ormai quattro ore, ed il fatto di non aver dormito durante la notte non aiutava per niente: dopo che Marinette si addormentò, lui era rimasto sveglio per il troppo caldo; nella stanza della sua ragazza si soffocava e restare abbracciato a lei gli faceva sentire ancora di più il senso di essere sott'acqua.

Non che abbracciarla era una cosa negativa, anzi, se avesse potuto l'avrebbe tenuta tra le sue braccia per sempre.

«Non è facile la vita da modello, soprattutto se carino come te.» commentò un ragazzo, mettendosi davanti a lui e notando il sguardo crucciato. «Ad ogni modo, io sono Christian Rizzini.» si presentò, porgendogli la mano, che venne stretta volentieri.
«Adrien Agreste.» rispose lui, trattenendo lo sbadiglio. «Italiano?» domandò, deducendolo dal cognome.
«Solo di origine: mio padre è italiano e mia mamma è francese.» spiegò l'altro, lasciandogli la mano. «E tu sei il figlio di Gabriel Agreste, immagino.»
«Già.» mormorò semplicemente, non volendo entrare nei dettagli della sua famiglia. «Hai detto che sei di origine italiana da parte del padre: sei già stato in Italia?» chiese, curioso di conoscerlo meglio.

Oltre a Nino, Alya, Marinette, i suoi compagni di classe e Chloè –anche se quest'ultima non era al livello degli altri– non aveva molti amici, credendo che potesse dire qualcosa di sbagliato e, così, dare un'immagine totalmente sbagliata di sé, com'era successo durante il suo primo giorno di scuola.

«Certo che sì, sopratutto da piccolo, poi il lavoro da modello mi ha impedito di tornare più spesso di quanto facevo.» rispose il corvino, perdendosi per qualche secondo nei ricordi.
«Ti capisco, ora si viaggia solo per lavoro.» disse Adrien, guardando il cellulare dopo averlo sentito vibrare: era un messaggio di Nino.
«Ci mancano ancora più di dieci minuti di pausa, che ne dici di andare a parlare nel mio camerino? È ancora in ordine visto che non ci ho ancora messo le mani.» propose Christian, facendogli riporre il cellulare nella tasca dei jeans.

Adrien ci pensò un attimo: voleva tornare nel suo camerino per riposarsi e perché doveva dare il Camembert a Plagg, ma dopo avrebbe dovuto sorbirsi le chiacchiere del kwami sul formaggio o su altre cose che non gli interessavano minimamente, mentre se fosse andato con Christian poteva farsi un nuovo amico.

«Volentieri. –rispose– Fammi andare solo un secondo nel mio camerino, devo fare una cosa.»


Papillon non era mai uscito dal suo covo, soprattutto per incontrare uno dei suoi akuma, ma Volpina gli aveva promesso che gli avrebbe portato Ladybug e Chat Noir in persona e che avrebbe strappato loro i Miraculous.

Dopo l'incidente con Jackady non voleva più rischiare in quel modo, ma la promessa di Lila era parecchio allettante e dal potere che possedeva in quel momento, contando anche che aveva già sperimentato la forza dei due eroi, era realmente pronta.

Doveva ammetterlo: ci aveva pensato parecchio prima di giungere a questa conclusione e di accettare l'incontro.

L'uomo entrò nel capannone semi cadente che la ragazza gli aveva indicato: si trovava al centro della zona industriale, ormai abbandonata da quasi quarant'anni, e all'esterno era marcato con quello che una volta era un numero, sostituito da un segno rosso che si confondeva con la ruggine.

Papillon camminò fino a raggiungere il centro di quel luogo polveroso e puzzolente, cercando di non dar segno che l'odore nauseante della muffa gli dava fastidio.

«Volpina, so che sei qui.» esclamò il malvagio, poggiandosi al suo bastone.

Nel luogo riecheggiò una risata e, subito dopo, la ragazza atterrò di fronte al suo padrone, ghignando: «Se devo essere sincera, non mi sarei mai aspettata che tu, Papillon in persona, saresti venuto realmente.»
«Bando alle ciance.» ringhiò lui, picchiando rumorosamente il bastone a terra. «Parlami del tuo piano.»
«Credimi, mio signore, è infallibile: dopo aver assaggiato il dolce sapore della vendetta, prenderai i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.»


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Finalmente aggiorno xD

Scusate il ritardo, ma ero stra impegnata... Beh, lo sono ancora, ma ho trovato dei buchini per scrivere.

MA questo capitolo non è scritto tanto bene perché non ho avuto molta concentrazione... E vi chiedo nuovamente scusa T^T

Infatti non sapevo se pubblicare o scriverne uno nuovo, ma se decidevo la seconda ci avrei messo il triplo del tempo, quindi sono stata costretta da me stessa (?) a pubblicare questa... cosa...

Sorry T^T

Prometto che nei prossimi ci saranno tante cose belle *se la ride sotto i baffi*

Ora vi lascio :3

Alla prossima :D

FrancescaAbeni

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