The Perfect Boy //In Pausa //

By txgogh

8.6K 884 340

Nella storia sono presente scene di sesso, abusi e altro. Leggi prendendo le tue responsabilità. Una semplice... More

chapter two
chapter three.
chapter four.
chapter five.
chapter six
Chapter Seven
chapter eight
chapter nine
chapter ten
chapter eleven
UNA COSA IMPORTANTE
chapter twelve
AVVISO
Chapter thirteen
AVVISO IMPORTANTE .
Avviso
chapter fourteen.

chapter one.

1.3K 106 46
By txgogh

Sì sveglia lentamente e si stiracchia mentre si stropiccia piano l'occhio. Si mette seduta e si guarda allo specchio. "Chi sono? Non lo so più nemmeno io. L'unica cosa che posso dirvi è che mi chiamo Brooke e ho 16 anni. I miei capelli sono castani e i miei occhi sono di un semplice marrone. Non sono alta anzi.. Proprio il contrario. E diciamo che.. Non ho tante tette come le mie compagne di classe ma devo dire che sono molto magra. Ah.. Mia madre è morta sei anni fa in un incidente stradale e d'allora mio padre dà la colpa a me... Lui...Lui beh è complicato."
Si alza e striscia i piedi a terra dirigendosi in bagno
Una volta dentro chiude la porta alle sue spalle e comincia a spogliarsi. Raccoglie i vestiti e li mette nel cestino dei panni sporchi. Si avvicina alla doccia ed entra aprendo poi il rubinetto cominciando a lavarsi. Si svegliava sempre prima così da poter fare la doccia in tutta tranquillità
Dopo circa mezz'ora chiude il rubinetto ed esce dalla doccia. Recupera l'asciugamano e lo avvolge attorno al suo corpo mentre si avvicina al lavandino prendendo poi dal mobiletto sopra esso, la spazzola. Comincia a spazzolarsi i capelli canticchiando leggermente.
"Sembro normale eh? Beh in realtà sono un fottuto disastro, mi dispiace avervi delusi."
Finisce di spazzolarsi i capelli e attacca il phon cominciando ad asciugarli. Dopo averli asciugati per bene, spegne il phon e lo appoggia sul mobiletto mentre esce dalla stanza camminando verso l'armadio. Una volta davanti ad esso lascia cadere l'asciugamano a terra e apre le ante dall'armadio. Dietro di lei, lo specchio mette in mostra il riflesso della sua schiena, adesso ricca di lividi. Alla fine, dopo svariate pensate, indossa un jeans normale e un maglione enorme. Prende il suo zaino e comincia a mettere tutto dentro, era così perfetto in quel momento. Ma come si sa, niente è perfetto. All'improvviso la porta della sua camera si spalanca andando a sbattere contro il muro. A quel rumore sussulta e il suo sguardo si alza velocemente. Sulla soglia della porta c'era suo padre, di nuovo ubriaco. Deglutisce e chiude velocemente lo zaino. Doveva scappare o avrebbe finito il lavoro della sera precedente. Così raccoglie velocemente il suo zaino e con uno scatto corre via uscendo dalla stanza. Scende di corsa le scale sentendo suo padre dietro e prende con uno scatto le scarpe. Spalanca la porta e corre fuori a piedi scalzi

-vieni qui puttana! - urla con la solita bottiglia di birra in mano

Continua a camminare scalza per un bel po' ignorando le varie urla di suo padre. Dopo un po' si ferma e si mette le scarpe, era quasi arrivata a scuola. Una volta messo le scarpe si incammina di nuovo verso la scuola e poi sorpassa l'enorme cancello

-Guardate?! La sfigata- ridono tutti quanti e cominciano ad urlarle vari insulti come "grassa" "balena" "mostro".

Sentendoli si stringe di più su se stessa. Veniva derisa tutti i cazzo di giorni. Varca velocemente l'entrata della scuola sentendo gli occhi inumidirsi e fa vari respiri profondi mentre si ripete più volte "Va tutto bene, calmati". All'improvviso qualcuno le tocca la spalla. Sussulta saltando all'aria e si gira deglutendo mentre tiene lo sguardo basso credendo fosse un bullo

- stai bene?- le sorride dolcemente.

Alza lentamente lo sguardo e i suoi occhi incontrano gli occhi del ragazzo. Erano di un marrone stupendo, non era il classico marrone il suo era...Speciale quasi. I suoi occhi incantavano. Portava un ciuffo all'insù ed era di color marrone. Aveva dei denti così perfetti e bianchi. Era alto, molto alto in confronto a lei ed era anche molto magro. La sua mascella era più che perfetta. Quel ragazzo era la perfezione in corpo.
- S-si sto b-bene - ovviamente da brava scema balbetta. Lo guarda e deglutisce stringendosi nella felpa

ridacchia nel sentirla balbettare e le sorride dolcemente - tranquilla non mordo -

Deglutisce e al suono della campana si dirige in classe con la velocità di flash. Cammina andando a sedersi al suo solito banco, l'ultimo della terza fila. Li era più nascosta.
Aspetta l'arrivo del professore e nel frattempo comincia a sistemare le sue cose. Dopo un po' la classe si riempie del tutto e assieme all'ultimo alunno entra anche il professore. Biologia, odiava quella materia.
Sospira sentendo il professore cominciare ad spiegare le lezione e come sempre si appoggia al banco perdendosi nei suoi pensieri. Dopo due ore di biologia la campanella della ricreazione suona. Si alza strisciando la sedia, causando così un rumore stridulo e cammina uscendo poi dalla classe.
Sì stringe nelle spalle e cammina verso il bagno finché non sente tirarsi i capelli. Geme dal dolore e stringe gli occhi.

ride mentre la butta a terra. Amava picchiarla. Lui era Josh Devine. 18 anni. Aveva i capelli all'insù ed erano biondi. I suoi occhi erano così scuri che sembravano quasi neri. Era alto, fin troppo. Ed era robusto. Bocciato più volte. Insomma era il classico bullo. Lei, era la sua vittima preferita. Amava vederla soffrire. Le tira un calcio forte in pancia e poi poggia il piede sopra la sua faccia e comincia a schiacciarla. Attorno a loro c'era una cerchia di persone che urlavano "picchiala, picchiala".

Geme dal dolore piangendo e si dimena mentre respira a fatica
-ti prego basta- singhiozza e smette di dimenarsi quando non sente più il peso del suo piede sopra la faccia.

era stato scagliato a terra da un ragazzo, a lui sconosciuto. -ma che cazzo vuoi?! - sbotta guardando male quel ragazzo - chi cazzo sei?!-

- sono Michael Mcadry e voglio che la lasci stare- lo guarda male e comincia a tirargli tanti pugni in viso.
Nel frattempo la cerchia che c'era prima comincia a dileguarsi.

geme dal dolore. Stava prendendo davvero tanti pugni e quel ragazzo sembrava davvero furioso. -okay okay ti prego basta- quando sente il ragazzo alzarsi da lui, si alza e corre velocemente via.

Singhiozza rimanendo rannicchiata su se stessa e sussulta quando sente il ragazzo prenderla in braccio. "Va tutto bene" le sussurrava all'orecchio. Poi il buio più totale. Era svenuta tra le sue braccia.

sospira guardandola e scuote la testa portandola in infermeria. La poggia delicatamente sul lettino e le bacia la fronte per poi coprirla. Dopo di che, si siede sulla sedia e comincia a fissarla
-sei così bella come possono trattarti così? - sussurra guardandola.

Dopo due ore circa comincia a riprendere i sensi e mugola leggermente mentre muove le palpebre svegliandosi

sorride guardandola e poi le accarezza la mano
-ehi - le sussurra dolcemente

Apre piano gli occhi e sbatte più volte le palpebre per mettere in chiaro la vista. -chi sei? - guarda Michael in modo curioso. Sapeva che era stato lui a salvarla, ma ancora non si fidava.

-non ha importanza- mormora alzandosi. -tu stai bene? - la guarda visibilmente preoccupato

Annuisce guardandolo e si mette piano seduta.
-devo tornare a casa- sussurra calando poi lo sguardo. Non aveva mai parlato per così tanto con una persona.

-ti accompagno- la guarda sorridendo leggermente. Sentiva di doverla proteggere. Sentiva di dover essere il suo Angelo custode.

-N-no- lo guarda balbettando come al suo solito. - preferisco andare da sola. -sussurra calando lo sguardo.

- ma... Non sono cattivo tranquilla-

-Non voglio- sussurra tenendo lo
sguardo basso.

sentendosi offeso, si alza ed esce dalla stanza mormorando prima "come vuoi"

Sospira guardandolo andare via. Non si fidava. Scende piano dal lettino e recupera la sua borsa e lentamente esce dalla stanza. Cammina impaurita guardandosi attorno. Esce dalla scuola dal secondo ingresso e cammina uscendo poi anche dal cancello. Mette lo zaino sulle spalle e tira su il cappuccio della felpa mentre cammina verso casa.
Non guardava nessuno teneva sempre lo sguardo basso. Dopo circa mezz'oretta arriva a casa e fa un respiro profondo guardando la porta -ce la posso fare- continuava a ripetersi in testa. Così, prende la chiave da sotto lo zerbino e sblocca la porta. La spinge aprendola e poi la richiude lentamente alle sue spalle. Sembrava tutto così tranquillo. C'era silenzio e stranamente niente di rotto a terra. Sorride leggermente pensando
-magari è uscito-
ma le sue false speranze muoiono del tutto quando sente sbattersi al muro.

-mi sei mancata bambina- ride tirandole una pacca sul sedere

Stringe gli occhi sentendo le sue mani. Si. Anche oggi suo padre avrebbe abusato di lei.

La butta a terra con forza e le sputa addosso - non servi a niente cazzo. Sei un fottuto disastro- le urla contro mentre le tira un calcio forte in pancia

Geme dal dolore e porta le mani in grembo. -ti prego no- sussurra guardandolo con occhi tristi. Suo padre un tempo era davvero bello. Aveva i capelli sbarazzini e marroni. I suoi occhi marroni brillavano di felicità. Era alto, giusto nella norma. E aveva un bel fisico. Adesso sembra più un orco. Occhi tristi e capelli rovinati. È ingrassato a causa di tutta la birra. Non capiva perché ce l'aveva così tanto con lei. Sua madre era morta perché LUI aveva avuto un colpo di sonno.

- brutta troia- la guarda male mentre continua a tirarle tanti calci in pancia.

Chiude gli occhi cercando di non sentire il dolore ma era impossibile. -basta ti prego- sussurra ancora una volta

-lurida puttana- la tira dai capelli e le fa sbattere tante volte la testa contro il muro.

Non potendo più riuscire a resistere, si lascia andare svenendo.

La lascia cadere a terra e le tira un ultimo calcio. Cammina riprendendo la lattina sopra il tavolo e sale le scale. Entra nella sua camera e chiude la porta spegnendo la luce.

Continue Reading

You'll Also Like

21.8K 1.2K 51
Nina,19 anni,dall'argentina all'italia per seguire il suo sogno. Torino,la sua nuova città,cosa succederà in questa sua nuova esperienza di vita?
8.9K 290 34
Ti chiami Serena Cambiaso hai 17 anni e per fuggire da una situazione orribile accaduta nella tua città natale, cioè Genova ti trasferici a Torino da...
24.4K 906 37
Ashley è sempre stata una persona decisa e sicura di sé, ha sempre scelto di seguire il proprio istinto anziché le regole. Ma la sua vita viene strav...
38.7K 1.1K 58
La storia di una ragazzina italiana, Allison, che all'età di 4anni è stata adottata dalla famiglia Yamal, una famiglia spagnola di Esplugues de Llo...