chapter nine

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Sospira e poggia la testa sulla sua spalla tenendo gli occhi chiusi. Gli mancava sua cugina. Jessica, per gli amici Jess, Mcadry. Jess era la classica ragazza topo da biblioteca. Amava leggere e quasi ogni giorno era buttata lì in biblioteca. Non era capace di fare male a nessuno. Era esile e molto bassa. I suoi capelli biondi ricadevano in modo perfetto sule sue spalle e i suoi occhi erano di un blu intenso. Insomma, la classica ragazza per cui uno ucciderebbe per averla. Era molto preoccupato, circa un mese fa Jess gli aveva inviato un messaggio.

"Ehi Mickey, non ci sarò per un po'. Divertiti e non preoccuparti sto bene."

Il messaggio era così freddo e non era da lei ecco perché era preoccupato. Non l'aveva più sentita dopo quel messaggio e questa cosa lo turbava molto. Era molto affezionato a lei, era come una sorella.

-ehi che hai? - sussurra per poi baciargli la guancia. "È per caso bipolare? Prima è felice e poi è triste? Mah. Questo ragazzo non lo capirò mai."

-nulla, sono solo un po' preoccupato- sospira e la stringe di più a se' con fare protettivo.

-per cosa? - si accoccola a lui. Le sue braccia erano così grandi che riusciva a coprirla tutta.

-per mia cugina. - la guarda mordendosi il labbro. Non aveva parlato a nessuno di questa cosa, nemmeno al suo miglior amico. Non capiva perché lo stava per dire a lei. Forse voleva solo sfogarsi. O forse sentiva di potersi fidare ciecamente di lei.

-sta male? - lo guarda non capendo. Lei era figlia unica e non aveva altri parenti, o almeno lì.

Scuote la testa guardandola e poi esce il telefono. Digita 1967 per sbloccare il telefono e poi apre i messaggi. Va nel contatto di sua cugina, salvato come "Jessy♥", e poi le mostra il telefono. – non la sento da quel giorno. E non è da lei non farsi sentire. –

Lo guarda e poi prende il telefono leggendo il messaggio. – magari sta solo pensando a divertirsi, non credi? - apre il profilo della ragazza e guarda la sua foto. "Wow... che bella. La invidio e non poco."

Scuote la testa riprendendosi il telefono. –no, non è da lei. - sospira alzandosi. – sono le 14:00 forse è meglio che ritorni a casa. – adesso era freddo. Ogni volta che si parlava di sua cugina diventava così. Non lo faceva nemmeno apposta.

Notando il suo tono cala la testa, si alza prendendo la borsa e senza nemmeno guardarlo cammina verso la porta. – ciao- sussurra uscendo poi. Inutile dire che ci era rimasta male. Non capiva perché si comportava così. Cammina verso casa con le mani in tasca e lui in testa.

Si tira piano i capelli turbato -cazzo- mormora salendo poi le scale. Un bel bagno caldo lo avrebbe rilassato. Entra in bagno e chiude la porta a chiave. Si spoglia e poi gira la manovella e aspetta che l'acqua si riscaldi e nel frattempo sospira chiudendo gli occhi.

Dopo un po' arriva a casa e sospira entrando. –sono a casa- mormora chiudendo poi la porta.

Entra in vasca e si rilassa chiudendo gli occhi fino ad addormentarsi. Era davvero stanco, ma più stressato.

Si guarda attorno. Nessuna traccia di suo padre.

-si può sapere dove sei stata?! – urla uscendo dalla cucina e nuovo scoop, era di nuovo ubriaco. Si avvicina pericolosamente a lei e la spinge forte contro il muro.

Geme dal dolore e lo guarda. Sentiva la puzza di alcol fino a lì. Porta le mani avanti come per proteggersi. -a s-scuola – adesso si che erano cazzi. Per stare con Michael si era totalmente dimenticata di dover tornare a casa un po' prima per preparare il cibo a suo padre.

-non prendermi per il culo! - urla e le tira un pugno in pancia e sorride soddisfatto quando la vede piegarsi per il dolore. Amava vederla soffrire, gli dava potere.

Geme dal dolore e trattiene le lacrime. Doveva fare la forte, almeno una volta. -Senti mi d-dispiace. Adesso vado, ma ti prego b-basta. -

-b-basta- fa finta di balbettare per prenderla in giro e poi ride tirandola dai capelli trascinandola in cucina. –cucina schiava- la spinge contro il bancone e la guarda male, come sempre.

Sospira e fa dei respiri profondi. Stava per crollare di nuovo. Lei cercava di fare la forte, ma era debole. In ogni circostanza. Si sistema e poi apre il frigo "niente carne". Prende la confezione di patatine e poi chiude il frigo con un colpo secco di fianco e prende la padella. Accende il fuoco e ci appoggia sopra la padella per poi aprire la busta e versare al suo interno le patatine. Doveva mangiare, ma non voleva. Si stava distruggendo da sola.

-e vedi di muoverti o sai solo fare la stupida?! – urla e batte un pugno sul tavolo. Sapeva di trattare male la sua unica figlia, ma era proprio questo il "bello" per lui. Voleva farle male. Secondo lui era tutta colpa sua della morte di sua moglie. Quel giorno aveva giocato tutto il tempo con lei e la sera era esausto appunto per questo. Si era addormentato sul colpo. Quel giorno non aveva perso solo sua moglie, ma anche suo figlio. Sua moglie aveva scoperto da poco che era incinta di nuovo e adesso non c'era più per colpa di Brooke.

-Si s-scusa- sussurra e poi comincia ad apparecchiare velocemente la tavola. –vuoi il vino o la birra? - tiene lo sguardo basso. Non voleva causare altri danni.

-che cazzo di domande fai?! La birra brutta stupida- le tira uno schiaffo in pieno viso.

Porta la mano sulla guancia e tira su col naso –scusa- sussurra e si gira tornando a cucinare le patatine. Dopo un po' spegne il fuoco e le mette nel piatto che poi mette a tavola. Sospira e poi apre il frigo prendendo la birra. Gliela apre e poi la mette vicino al piatto. –io vado- sussurra ed esce dalla cucina velocemente per andare a sedersi in salotto. Prende il telecomando e accende la tv.

-ecco levati dalle palle. - sbotta e le dà una spallata prima che esce e poi si siede cominciando a mangiare.

Sospira. "Ma che vivo a fare? Mi odia" fa zapping coi canali e poi si ferma al telegiornale.

"Trovata morta un'altra ragazza. Barbara Conwel. Una giovane ragazza di soli 16 anni. Prima stuprata e poi uccisa soffocata con un cuscino. Si cerca ancora l'assassino per questo ennesimo caso di minorenne uccise. Adesso siamo all'occorrente della scomparsa di un'altra ragazza, Jessica Mcadry se si avvista vi prego di informarci. La ragazza ha solo 20 anni e ha origini canadesi.

Guarda la foto e spalancala bocca. Quella era la cugina di Michael. Gira la testa e guarda suo padre. Deglutisce. Sospettava di lui, ma non era certa. –quando vai a lavorare? - si mordicchia il labbro guardandolo

-adesso. - si alza e prende le chiavi e poi la guarda male uscendo dalla cucina- spero nella tua morte troia- esce di casa e sbatte la porta avvicinandosi all'auto.

Aspetta che se ne va per poi alzarsi e correre in cucina. Guarda la porta della cantina e si avvicina piano, sapeva che suo padre nascondeva qualcosa.


The Perfect Boy //In Pausa //Kde žijí příběhy. Začni objevovat