chapter eleven

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Camminando verso casa sente il telefono squillare. Ancora preso dal nervosismo lo prende velocemente dalla tasca e senza neanche vedere chi fosse e lo spegne. Non voleva proprio parlare con nessuno, voleva solo scomparire dalla faccia della terra.

-e dai- singhiozza leggermente e chiude gli occhi stanca di tutto. -come posso essere così stupida?- scuote la testa salendo lentamente le scale e si dirige verso la sua camera ed entra mentre sospira aspettando una risposta da Michael e nel frattempo si sdraia sul letto non avendo voglia di fare niente.

Entra in casa e sale le scale senza fare rumore. Ormai era abbastanza tardi e non voleva svegliare nessuno. Una macabra idea girovagava nella sua mente. Ovvero, prendere il primo treno e andare in una città a random. Rimane a fissare l'armadio e all'improvviso con uno scatto feroce prende uno zaino e prende le prime quattro cose infilandole poi dentro esso.

Sospira sentendo una brutta sensazione e si rigira più volte nel letto non riuscendo a prendere sonno.

Chiude lo zaino e getta il telefono, spento, sul letto. Esce dalla camera e velocemente scende le scale, ma sempre senza causare troppo rumore. Apre la porta di casa ed esce richiudendola poi senza fare rumore e si avvia mettendo le mani in tasca verso la stazione ferroviaria. Arriva dopo una buona mezz'ora e scuote la testa "sto facendo la cosa giusta?"
-Sì.- annuisce velocemente e accelera il passo. All'improvviso corre vedendo le porte di un treno che stanno per chiudersi e corre entrando per un pelo. Getta un sospiro di sollievo e si guarda attorno sedendosi poi su un sedile a caso. Gira lo sguardo e guarda per tutto il tempo fuori cercando di non pensare.

Scuote la testa controllando per un'ultima volta il telefono e non vedendo nessun messaggio sospira e si gira mettendosi su un fianco chiudendo poi gli occhi. Canticchia una vecchia ninna nanna che le cantava la propria madre e lentamente si addormenta.

Scuote la testa sospirando e pensa a tutto il tempo a sua cugina. Non aveva ancora visto il telegiornale e quindi nemmeno l'annuncio della scomparsa.

Dorme fino al giorno seguente e non avendo messo voglia di alzarsi rimane a letto tutta la mattina. Quel giorno lei compiva 17 anni e così erano 11 anni dalla morte di sua madre. Ovviamente non le importava nulla del compleanno, in quegli anni ormai aveva pure dimenticato il significato di festeggiare. Apre piano gli occhi e sbadiglia leggermente. Sospira stiracchiandosi e guarda fuori dalla finestra.

Signori prossima fermata Ilnacullin

Si morde il labbro e annuisce leggermente alzandosi. Era arrivato a Cork. Cork è la contea più meridionale e più grande dopo Dublino dell'intera Irlanda, anch'essa situata nella provincia di Munster. La zona è conosciuta anche come "La Contea Ribelle" dopo che Cork svolse un ruolo fondamentale nella guerra d'indipendenza irlandese. Al suo interno troviamo Ilnacullin, che è una meta turistica molto popolare nota per le sue bellezze naturali e i suoi paesaggi mozzafiato. Quando si aprono le porte si catapulta fuori e si guarda attorno. Più volte era stato lì.

Si decide ad alzarsi e fa un respiro profondo camminando verso la porta. Prima di uscire prende la giacca e la indossa camminando per tutto il corridoio. Scende le scale e quasi meccanicamente si dirige verso la tv. Si inginocchia e apre un cassetto ed esce una cassetta di quando era piccola. Si alza inserendola alla tv e si butta sul divano accoccolandosi. Sorride notando alla tv sua madre. Aveva messo un vecchio filmato di quando era piccola, assieme a sua madre. -Happy birthday to you..Happy birthday to you..- all'improvviso singhiozza e stringe il cuscino a sé -Happy birthday dear Brook, Happy birthday to you- sussurra guardando sua madre e singhiozza sentendosi sola.

Spazio autrice

Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma sono stata e sono tutt'ora molto impegnata. Cercherò di aggiornare più presto

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