chapter one.

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Sì sveglia lentamente e si stiracchia mentre si stropiccia piano l'occhio. Si mette seduta e si guarda allo specchio. "Chi sono? Non lo so più nemmeno io. L'unica cosa che posso dirvi è che mi chiamo Brooke e ho 16 anni. I miei capelli sono castani e i miei occhi sono di un semplice marrone. Non sono alta anzi.. Proprio il contrario. E diciamo che.. Non ho tante tette come le mie compagne di classe ma devo dire che sono molto magra. Ah.. Mia madre è morta sei anni fa in un incidente stradale e d'allora mio padre dà la colpa a me... Lui...Lui beh è complicato."
Si alza e striscia i piedi a terra dirigendosi in bagno
Una volta dentro chiude la porta alle sue spalle e comincia a spogliarsi. Raccoglie i vestiti e li mette nel cestino dei panni sporchi. Si avvicina alla doccia ed entra aprendo poi il rubinetto cominciando a lavarsi. Si svegliava sempre prima così da poter fare la doccia in tutta tranquillità
Dopo circa mezz'ora chiude il rubinetto ed esce dalla doccia. Recupera l'asciugamano e lo avvolge attorno al suo corpo mentre si avvicina al lavandino prendendo poi dal mobiletto sopra esso, la spazzola. Comincia a spazzolarsi i capelli canticchiando leggermente.
"Sembro normale eh? Beh in realtà sono un fottuto disastro, mi dispiace avervi delusi."
Finisce di spazzolarsi i capelli e attacca il phon cominciando ad asciugarli. Dopo averli asciugati per bene, spegne il phon e lo appoggia sul mobiletto mentre esce dalla stanza camminando verso l'armadio. Una volta davanti ad esso lascia cadere l'asciugamano a terra e apre le ante dall'armadio. Dietro di lei, lo specchio mette in mostra il riflesso della sua schiena, adesso ricca di lividi. Alla fine, dopo svariate pensate, indossa un jeans normale e un maglione enorme. Prende il suo zaino e comincia a mettere tutto dentro, era così perfetto in quel momento. Ma come si sa, niente è perfetto. All'improvviso la porta della sua camera si spalanca andando a sbattere contro il muro. A quel rumore sussulta e il suo sguardo si alza velocemente. Sulla soglia della porta c'era suo padre, di nuovo ubriaco. Deglutisce e chiude velocemente lo zaino. Doveva scappare o avrebbe finito il lavoro della sera precedente. Così raccoglie velocemente il suo zaino e con uno scatto corre via uscendo dalla stanza. Scende di corsa le scale sentendo suo padre dietro e prende con uno scatto le scarpe. Spalanca la porta e corre fuori a piedi scalzi

-vieni qui puttana! - urla con la solita bottiglia di birra in mano

Continua a camminare scalza per un bel po' ignorando le varie urla di suo padre. Dopo un po' si ferma e si mette le scarpe, era quasi arrivata a scuola. Una volta messo le scarpe si incammina di nuovo verso la scuola e poi sorpassa l'enorme cancello

-Guardate?! La sfigata- ridono tutti quanti e cominciano ad urlarle vari insulti come "grassa" "balena" "mostro".

Sentendoli si stringe di più su se stessa. Veniva derisa tutti i cazzo di giorni. Varca velocemente l'entrata della scuola sentendo gli occhi inumidirsi e fa vari respiri profondi mentre si ripete più volte "Va tutto bene, calmati". All'improvviso qualcuno le tocca la spalla. Sussulta saltando all'aria e si gira deglutendo mentre tiene lo sguardo basso credendo fosse un bullo

- stai bene?- le sorride dolcemente.

Alza lentamente lo sguardo e i suoi occhi incontrano gli occhi del ragazzo. Erano di un marrone stupendo, non era il classico marrone il suo era...Speciale quasi. I suoi occhi incantavano. Portava un ciuffo all'insù ed era di color marrone. Aveva dei denti così perfetti e bianchi. Era alto, molto alto in confronto a lei ed era anche molto magro. La sua mascella era più che perfetta. Quel ragazzo era la perfezione in corpo.
- S-si sto b-bene - ovviamente da brava scema balbetta. Lo guarda e deglutisce stringendosi nella felpa

ridacchia nel sentirla balbettare e le sorride dolcemente - tranquilla non mordo -

Deglutisce e al suono della campana si dirige in classe con la velocità di flash. Cammina andando a sedersi al suo solito banco, l'ultimo della terza fila. Li era più nascosta.
Aspetta l'arrivo del professore e nel frattempo comincia a sistemare le sue cose. Dopo un po' la classe si riempie del tutto e assieme all'ultimo alunno entra anche il professore. Biologia, odiava quella materia.
Sospira sentendo il professore cominciare ad spiegare le lezione e come sempre si appoggia al banco perdendosi nei suoi pensieri. Dopo due ore di biologia la campanella della ricreazione suona. Si alza strisciando la sedia, causando così un rumore stridulo e cammina uscendo poi dalla classe.
Sì stringe nelle spalle e cammina verso il bagno finché non sente tirarsi i capelli. Geme dal dolore e stringe gli occhi.

The Perfect Boy //In Pausa //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora