Masque tombé

By FrancescaAbeni

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•Secondo libro della serie masked• ~Sequel di "Amour masqué"~ ---------------------------------------- Sono p... More

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Cap. 1
Cap. 2
Cap. 3
Cap. 4
Cap. 5
Cap. 6
Cap. 7
Cap. 8
Cap. 10
Cap. 11
Cap. 12
Cap. 13
Cap. 14
Cap. 15
Cap. 16
Cap. 17
Cap. 18
Cap. 19
Epilogo

Cap. 9

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By FrancescaAbeni

«Alya!» esclamò Marinette appena la sua migliore amica rispose al cellulare. «Meno quattro giorni alla sfilata!» urlò eccitata, non vedendo l'ora del grande giorno.
«Il vestito?» domandò l'altra. «L'hai concluso?»
«Sì, l'ho finito.» canticchiò in risposta, entusiasta del suo lavoro.
«Foto. Ora!» esclamò la ragazza dall'altra parte dell'apparecchio, non vedendo l'ora di dare un'occhiata all'abito fatto dalla sua amica.
«Appena lo indosso ti mando una foto, ora devo riordinare un po' camera mia perché è il disordine assoluto.» la rassicurò, per poi salutarla e riagganciare, siccome l'amica doveva fare da babysitter ai suoi fratelli.

Marinette, in meno di venti muniti, sistemò camera sua ed ebbe l'occasione di provare il vestito per la prima volta: per fortuna non aveva sbagliato con le misure e le calzava al pennello; i fiori di pizzo, che al centro avevano un punto luce, erano incollati a dovere e non sembravano staccarsi; la gonna semitrasparente rossa arrivava a terra, ma, siccome avrebbe indossato i tacchi, l'altezza era perfetta. Tutto era perfetto. Persino la scollatura che le lasciava scoperta la schiena.

La corvina si fece una foto allo specchio, inviandola ad Alya che, in meno di un secondo dalla comparsa delle spunte blu, le scrisse che stava divinamente, con tanto di emoji con gli occhi a cuore; dopo averla ringraziata, si tolse il vestito, riponendolo nell'armadio, e rimettendosi il pigiama, con l'intento di tornare a dormire: la sera precedente era stata in piedi fino alle due del mattino per incollare i punti luce sui fiori al posto del pistillo.

Era stato un lavoraccio, ma n'era valsa la pena visto il risultato ottenuto.

La ragazza si abbandonò sul letto, dando la buona notte a Tikki, che ridacchiò e rispose che erano le undici del mattino, per poi tornare a sgranocchiare i suoi biscotti, lasciando riposare la sua custode.

Pochi minuti dopo che Marinette si addormentò, si sentì la voce di Sabine che la chiamava dal piano inferiore; fu il suo kwami a svegliarla e a dirle di scendere.

La corvina, svogliata e spettinata, scese da camera sua, irrigidendosi quando, in salotto, vide seduta Lila.

«Marinette, una tua amica è venuta a farti visita.» le fece notare la madre, quando vide la reazione del figlia.
«Già... Mamma, perché non vai a prenderci dei biscotti?» domandò, volendo rimanere da sola con la mora.

Non sapeva ciò che voleva, visto il loro rapporto, ma una cosa era certa: guai in vista.

Dopo che la donna chiuse la porta, la corvina poté parlare: «Che cosa vuoi?»
«Non posso venire a trovare una mia amica?» ridacchiò l'italiana, passandosi una mano tra i capelli.
«So che non è vero. Che cosa vuoi?» ripeté acida, battendo il piede sul pavimento.
«Ok, sarò diretta allora. –rispose, alzandosi in piedi e sistemandosi i vestiti stropicciati.– Io so qualcosa che nessuno sa, nemmeno il tuo dolce Adrien: sei Ladybug.»
Marinette s'irrigidì, iniziando a sudare freddo: «N-Non dire cavolate. Io sono una ragazza come tutte le altre, non sono Ladybug.»

Lila le si avvicinò, con un luccichio negli occhi, come un leone che aveva messo in trappola la sua preda: «Sappiamo entrambe che ho ragione, eroina.» ridacchiò, ammiccando.
«Non hai prove per dire questo.»
«Ne sei sicura?» domandò, con un ghigno di divertimento.

Lila si diresse verso la porta dell'appartamento, aprendola. «Un'ultima cosa: ti consiglio di chiudere le finestre di camera tua, un gatto nero ha la strana abitudine di entrare.»

Marinette non poté ribattere: restò immobile ad osservare l'adolescente uscire da casa sua con un sorriso divertito.

«Come ha fatto a scoprire la mia identità?» domandò la ragazza appena Tikki uscì dal nascondiglio tra i suoi capelli, con aria preoccupata.
«Forse era lei la causa di quando ti sentivi osservata: lei ti seguiva!» sbottò la kwami, fluttuando davanti alla sua portatrice.
«Ora lo scopriremo. Tikki, trasformami.»


Ladybug aveva seguito Lila fino al suo appartamento: un trilocale arredato in stile moderno.

L'eroina attese che la mora entrasse in bagno e accese l'acqua della doccia, per poi entrare da una finestra aperta e cercare indizi su come aveva fatto a scoprire la sua identità.

Percorse un corridoio che conduceva a due stanze: una era chiusa a chiave, mentre l'altra si apriva sulla camera da letto dell'italiana; iniziò a frugare in giro, spostando vari oggetti, evitando di fare troppo rumore, trovando sotto il cuscino del letto un'agenda nera chiusa con un elastico rosso.

La corvina sfogliò il diario, rimanendo pietrificata quando vide una foto di casa sua vista dall'esterno; continuando  a girare le pagine, trovò anche degli scatti in cui si vedevano, di sfuggita, Ladybug e Chat Noir che atterravano sull'attico di camera sua; ancora, due sue foto, una in versione Ladybug e l'altra in versione Marinette, con il suo nome cerchiato in rosso.

La ragazza deglutì rumorosamente. Aveva realmente scoperto chi era.

Notando che non era ancora finito, riprese a sfogliare l'agenda, scoprendo che non era l'unica ad essere stata spiata: il resto del diario era dedicato ad Adrien.

Scatti del modello mentre era con i suoi amici, era fuori da solo o mentre stava facendo dei servizi fotografici, con dei cuori disegnati accanto.

Questa sua ossessione per Adrien faceva quasi paura.

Continuò a girare le pagine, vedendo che, accanto a delle foto di Adrien, c'erano delle foto di Chat mentre saltava sui tetti o combatteva contro un akuma; ma Villa Agreste fu ciò che attirò maggiormente la sua attenzione.

Dalla finestra che dava sulla camera di Adrien si vedeva Chat uscire, con uno dei suoi soliti sorrisi beffardi sul volto.

Subito sotto quell'immagine, il nome di Adrien cerchiato in rosso, con l'ennesima foto del modello accanto.

«Non può essere...» sussurrò la corvina, con il sangue che gli si gelava nelle vene.
«Invece sì, cara Ladybug.» rispose una voce femminile sulla porta, facendo cadere l'agenda dalle mani della ragazza. «E pensare che te l'avevo persino detto meno di quindici minuti fa.»
«Lila, che cosa significa?» domandò a denti stretti.
«È da giorni che ti sto seguendo per scoprire chi sei, ed ora, dopo aver confermato il mio sospetto, ne ho la piena certezza.»
Ladybug s'irrigidì, iniziando a pensare ad una scusa: «Marinette mi ha chiamata e...»
«Non mentire!» abbaiò l'italiana, interrompendola. «Ti ho vista saltare dalla finestra del tuo salotto e, a meno che tu non ti trovavi già lì, non vedo come tu possa essere stata in grado di uscire senza mai entrare.»

L'eroina digrignò i denti. L'aveva scoperta.

«Ora, però, mi sorge un dubbio.» continuò Lila. «Il tuo dolce Adrien non sa della tua doppia vita.» ridacchiò, portandoci l'indice alle labbra.
«Lascia stare Adrien!» sbottò Ladybug, stringendo i pugni.
«Da come hai dedotto dalle foto, ho scoperto che lui è Chat Noir, ma per te non è una sorpresa scoprire la sua vera identità.» ghignò di nuovo, provocandola.
«Se tu gli hai fatto qualcosa giuro che...»
«Che cosa? Il tuo potere non funziona su chi non è comandato da Papillon, quindi non puoi farmi niente.» ribatté Lila, incrociando le braccia.
«È vero, il mio potere non ha effetto, ma posso denunciarti per violazione della privacy.» sentenziò l'eroina, tenendosi a debita distanza dalla sua nemica.
«E sentiamo: ora chi è entrata illegalmente a casa mia? Credo che alla tua reputazione non farebbe bene se mostrassi il video di quando violi la mia di privacy.» esclamò, facendo cenno con il mento in alto a sinistra.

L'adolescente guardò in direzione del segno, notando una videocamera di sorveglianza accesa; la ragazza tornò a fissare Lila, che sorrideva divertita.

«Ti ripeto la domanda: che cos'hai fatto ad Adrien?» ripeté con tutta la calma possibile, camminando all'indietro verso la finestra.
«Posso dirti solo che Villa Agreste è parecchio grande come posto, mi ci sono quasi persa dentro.» ridacchiò.

Ladybug sgranò gli occhi, preoccupata, uscendo dalla finestra e saltando tra i tetti in direzione della casa di Adrien.

Lila, ancora nella stanza, ridacchiò malignamente, per poi sparire in una nuvola di fumo arancio dopo essere stata toccata dalla punta di un flauto, retto da una mano guantata; la ragazza aveva, anche lei, un ghigno, ed il volto, coperto da una maschera arancio dai contorni neri, lasciava vedere gli occhi verdi accesi di rabbia e desiderio di vendetta.


Lila osservò le ultimo foto scattate con il suo cellulare: Ladybug che entrava dalla finestra della camera di Marinette, una luce rosa e, subito dopo, la ragazza che si affacciava alla finestra, per poi salutare Chat con un bacio.

L'aveva seguita per giorni, passando ore delle sue giornate a compilare la sua agenda e formulare ipotesi, finché non si erano rivelate esatte: Marinette era Ladybug. La stessa ragazza che l'aveva messa in ridicolo di fronte al ragazzo che amava era la stessa che gliel'aveva rubato.

La rabbia che provava in quel momento era troppa e, dopo aver gettato il diario a terra, strinse la collana a forma di coda di volpe, che ormai era solita portare, serrando i denti.

Una voce minacciosa, e familiare, la distrasse: «Volpina. La tua rabbia si è ripresentata più forte di prima. Io ti restituisco i poteri che ti avevo dato per vendicarti su chi ti ha ferita, e tu sai già cosa voglio in cambio.»
«Sì, Papillon.»

Una nuvola viola avvolse il corpo della ragazza, trasformandola nel suo alter ego malvagio; la mora, uscì in volo dalla finestra del suo appartamento, stringendo nella mano destra il flauto che le permetteva di creare le illusioni, volendo portare a termine il compito che si era prefissata.

Volò fino alla pasticceria dei coniugi Dupain-Cheng, nascondendosi dietro ad un tetto quando vide Chat Noir saltare dall'attico ad un tetto, dirigendosi, a quanto pareva, alla sua dimora.

Volpina lo seguì, librandosi in aria, stando attenta a non farsi vedere, finché non vide il felino entrare a Villa Agreste e trasformarsi in Adrien.

La ragazza rimase a bocca aperta, sgranando gli occhi lucidi per la sorpresa.

Adrien era Chat Noir. Il ragazzo di cui era innamorata era il suo nemico.

Volpina tornò al suo appartamento, sconvolta, segnando sull'agenda nera ciò che aveva visto; ora tutto combaciava: ecco perché Chat Noir andava quasi tutti i giorni a casa di Marinette e, sicuramente, lui non sapeva che lei era Ladybug, siccome l'eroina si affrettava a rientrare.

Volpina chiuse l'agenda, riponendola sotto il cuscino.

Era giunta l'ora della sua vendetta: suonando una melodia col flauto, fece apparire una sua copia nelle sue vesti civili.

«Mi era mancato fare questo.» ghignò, passando le dita sullo strumento, sapendo già come agire.

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E per la vostra gioia (?), riecco Volpina in tutto il suo splendore (?)

Ammettetelo: vi è mancata😏

A me si xD

Lila è partita all'attacco! Comunque, la parte in corsivo è un flashback. Non mi andava di rovinarvi l'effetto dell'illusione ricattatrice *le sbuca un'aureola sulla testa*

Spero vi sia piaciuto; alla prossima :3

FrancescaAbeni

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