Malec || Stay

Da cdcbook

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TRATTO DALLA STORIA: "Mia madre diceva sempre che, nei momenti più bui, certe persone brillano.... Ma non è... Altro

FIORELLINO?
LA BOTTIGLIA
UN CAFFÈ?
VOGLIO VOLARE
QUANDO VUOI FIORELLINO
IN PISCINA
ZOCCOLA
PANDACORNO
BALLO DI FINE ANNO #1
SHOPPING
BALLO DI FINE ANNO #2
MARE?
RRRRIIIOOOO
FALAFFIA
FALAFFIA #2
TU SEI PAZZA...
UN AVVERTIMENTO
NEL CERVELLO DI MAGNUS
NEL CERVELLO DI MAGNUS #2
AKU CINTA KAMU
IL MATRIMONIO PIU STRANO
AVVISO

UNA VERITÀ CHE NON VOLEVO SAPERE

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Da cdcbook

Alec
Gliel'ho davvero detto?
Non posso crederci...
È lui ha risposto anche io...
È tutto così nuovo!

Mi giro nel letto in cerca del suo viso da guardare, da accarezzare, da baciare...
È così bello quando dorme...
Ha il respiro lento e regolare e il suo alito sa di dentifricio alla menta...
Mi stringo di più a lui e quell'odore così familiare mi assale come una folata di vento.

Oggi sarebbe dovuto essere il compleanno di mia madre...
I miei genitori non hanno neanche avuto il tempo di conoscermi davvero, non hanno avuto il tempo di conoscere Magnus, non hanno avuto tempo e basta.
Hanno vissuto troppo poco...

Mi alzo dal letto e prendo il cellulare, vado su un'applicazione che mi consente di trovare gli iPhone...
Generalmente la usavo per vedere dove fossero i miei genitori, ma, mi rendo conto solo ora, non avrebbe alcun senso usarla ora.
I loro cellulari ci sono stati riportati da un loro collega dopo la loro morte e, ora, sono chiusi in un cassetto a casa...

Cerco 'iPhone di mamma' (lo avevo salvato così la prima volta) e ingrandisco la città per vedere dove si trova.

Non è possibile...
Il suo cellulare dovrebbe essere a 13 ora di volo da qui e invece...
Non può essere...

Esco dalla stanza dell'albergo velocemente, senza preoccuparmi di essere in pigiama, e inizio a correre nella direzione del puntino rosso del cellulare di mia madre...
Se ho ben capito man mano che mi sposto anche il puntino del mio telefono sullo schermo si sposta.
Secondo la "mappa" mi manca ancora 1 kilometro.

-Alec!- Magnus mi sta rincorrendo lungo la strada afosa. -Alec che ti prende? Dove stai andando?-
-da mia madre- rispondo riprendendo a corre con il cellulare in mano.
-Ehi Alec Alec!-

Magnus, superandomi, mi si piazza davanti bloccandomi il passaggio.

-Alec tua madre è morta.-
-no, o meglio si... Cioè non lo so... Il suo cellulare è qui lei.... Devo trovarlo.-

Riprendo a correre, ma,subito, Magnus mi afferra per il polso costringendomi a fermarmi.

-Alec...io non credo che lei....-
-guarda- gli dico mostrandogli il cellulare -non ha senso, il suo telefono dovrebbe essere a casa mia, chiuso in un cassetto... Ci sono due possibilità: o è stato rubato oppure non è mai stato a casa mia.-

Magnus mi guarda un po' incredulo. -andiamo- dice poi sorprendendomi.
Intreccia le sue dita alle mie e inizia a camminare verso quello che potrebbe essere semplicemente un errore.

Arriviamo davanti ad un condominio e il pallino del mio cellulare è proprio su quello di mia madre.

E ora?

-lasciamo stare... Torniamo all'hotel-
-Alec...-
-senti, sarebbe imposs...-

L'ultima parola rimane sospesa appena poso gli occhi su una donna, dai lunghi capelli neri, girata verso le cassette della posta.

-Alec...- dice Magnus, ma in questo momento la sua voce è praticamente solo di sottofondo.

Entro nell'edificio, cercando di non farmi vedere, e inizio a seguire quella donna che, per quanto ne so, potrebbe essere una normalissima donna brasiliana che assomiglia tremendamente a mia mamma.

-Alec... Cosa stai facendo- sussurra Magnus camminando al mio fianco.
-pedino quella tizia, mi sembra ovvio...- rispondo

La donna sale 3 rampe di scale e apre una porta sulla destra.
Sono bravo a seguire le persone senza farmi sentire, è una delle poche cose che mi hanno insegnato i miei genitori.

Mi fermo a guardare la porta... Nessuno cartellino con il nome o roba del genere... Solo una porta di legno scuro...

-sei sicuro di volerlo fare?-
-sarà solo uno sbaglio... Mia madre è morta....-

Già, mia madre è morta, ma il desiderio di rivederla è così forte che potrei scambiare chiunque per lei, eppure, quella donna, era così identica a lei....
Gli stessi capelli, lo stesso modo di camminare o di vestire...

Faccio un respiro profondo e poi busso.
Una.
Due.
Tre volte.
Dopo pochi secondi si sente la porta cigolare e la donna che avevo seguito compare sulla soglia della porta...
Un sospiro di delusione riecheggia nella mia testa.
Non è mia madre.
Le assomiglia tremendamente: gli stessi capelli, gli stessi occhi, ma non è lei.
È troppo giovane per essere mia mamma, avrà su per giù la mia età...

La ragazza profuma di biscotti e cioccolato fuso come l'odore che esce dalla sua casa...
Rimane lì ferma a fissarmi con uno sguardo un po' interrogativo e un po' stupito...

Mi assomiglia in un certo senso....
Ha gli stessi capelli corvini, gli stessi occhi blu..
Lo avrà notato anche lei?

-Emma? Emma avanti vieni a mangiare-

Una donna più anziana inizia a camminare verso la ragazza che presumo si chiami Emma.

-mamma- la parola mi si strozza in gola appena la vedo.

Si è fermata vicina a Emma e ora mi sta fissando con uno sguardo misto a terrore e sorpresa...

Non è vero, non può essere vero...
Lei dovrebbe essere morta...

-mamma chi sono?- chiede la ragazza guardando me e poi Magnus.

Mamma?
Perché l'ha chiamata mamma?

-chi sei tu!- dico con un tono più brusco di quanto volessi
-lei è Emma..-

Fisso il mio sguardo in quello di mia madre.

-beh, entrate- dice scostandosi dalla porta con gli occhi come congelati.

Seguo la giovane ragazza che si dirige in un salotto ben arredato.

-Alexander- dice mio padre alzandosi velocemente dalla poltrona.

Cosa?
È vivo anche lui?
Perché?!
Perché mi hanno mentito?
Come hanno potuto abbandonare me, Izzy e Max?

-siediti- dice mia madre indicandomi il divano.

Io rimango lì a fissare mio padre senza riuscire a pensare a niente.

-Alexander, siediti- mi giro verso mia madre e la fisso senza preoccuparmi di ascoltarla.
-figliolo..-
-non chiamarmi così!- mi giro bruscamente verso mio padre urlando.
-Alexander...- si corregge allora lui cercando di sembrare calmo.

Mi passo una mano sulla faccia esasperato.

-allora... Spiegatemi, perché siete vivi? Chi è quella ragazza? E sopratutto... Perché ci avete abbandonato?-
-Alec..-
-no mamma! Questa volta non te ne uscirai con un "è complicato" chiaro!? Voglio sapere ogni cosa!- sto urlando e lo sento, anche se nella mia testa sento solo il rimbombo del mio cuore.
-lui chi è?- chiede mia madre guardando Magnus, che fino ad ora era rimasto in disparte.
-Magnus, piacere- risponde lui stringendo la mano a mia madre.
-Maryse- dice lei gelida.
-chi è quella?- chiedo a quel punto indicando la ragazza dai lunghi capelli neri.
-lei è Emma... Tua sorella- dice mio padre
-mia cosa?-
-Alec, calmo- mi sussurra Magnus
-okay, non capisco più niente.-
-Emma è nata circa 10 anni prima di te, a quel tempo vivevamo qui a Rio perché per noi era pericoloso stare a New York. Decidemmo di farle vivere una vita semplice tenendola fuori dal nostro mondo, ma, quando lei aveva ora mai 9 anni ci fu assegnata una missione a Brooklyn e dovemmo spiegarle tutto-

Ma perché non se la sono portata dietro?
Perché non ci hanno mai parlato di lei?

-così siamo partiti, dovevamo diciamo "recitare" la parte di una famiglia di 5 persone così siete nati tu, Izzy e Max.-

Gli occhi iniziano a bruciarmi e le lacrime mi salgono agli occhi.

-quindi eravamo solo una copertura...-

Mia madre abbassa lo sguardo come se si vergognasse e a quel punto inizia a parlare mio padre.

-si, ma noi vi volevamo bene, a voi come a Emma... Ogni mese tornavamo qui a trovarla e..-
-allora è per questo che partivate sempre.. Non erano missioni o cose del genere... Era per venire qui...-
-non sempre- disse mia madre sulla difensiva
-okay, ma perché avete finto di essere morti?
-i capi della CIA sostenevano che fosse ormai insensato portare a termine quella missione, così  decisero di farci sparire.-
-non potevate dircelo?-
-è complicato..-
-no! Non è complicato... Niente è mai stato complicato, siete voi che siete complicati.
-Alec...-
-sapete, ho immaginato per mesi questo momento. Pensavo a cosa avrei potuto dirvi, a cosa avrei potuto fare... Voi ci avete mentito! Avete fatto una cosa terribile! Ci avete messo al mondo per usarci come scudo! Siete dei mostri!-
-Alec ascolta..-
-no adesso mi ascoltate voi! Per anni ho pensato che foste delle brave persone, che trascuravano i loro figli, ma solo per tenere l'America al sicuro... Mi rendo conto che non era così.. Non è mai stato così..Voi non dovete più avvicinarvi a noi sono stato chiaro? È stata la cosa più dolorosa del mondo perdervi e non potremmo mai sopportarlo per una seconda volta.-

Mi alzo dal divano, con Magnus che mi segue a ruota, e mi dirigo verso l'uscita.
Oltrepasso Emma senza degnarla di uno sguardo ed esco.
Inizio a correre.
Corro, corro, corro sempre più veloce.
Sempre più lontano.

Mi fermo sulla spiaggia in riva al mare e mi siedo sulla sabbia umida.
Il mio pigiama (sì perché sono uscito in pigiama, che genio) è abbastanza leggero da non farmi sentire troppo caldo.
Magnus mi raggiunge con il fiatone e si siede accanto a me.

-certo che corri è... Stai bene?-

Scuoto leggermente la teste e le lacrime iniziano a scendermi come cascate.
Mi appoggio a Magnus e lui mi abbraccia tenendomi stretto, come se avesse paura che mi potessero portare via.

-perché?- sussurro poi -perché lo hanno fatto? Io li credevo delle belle persone e invece salta fuori che ci hanno abbandonato, che ci hanno usato... Insomma, non gli è mai fregato nulla di noi!-
-ascoltami Alexander-

Il mio nome intero pronunciato da lui mi fa sempre venire un brivido.

-tu sei una persona fantastica e anche tua sorella (il tuo fratellino non lo conosco, ma pensò che sia su per giù come te) se hanno fatto quello che hanno fatto è perché non si sono fermati abbastanza a pensare al dolore che vi avrebbero inflitto.. Non farti portare via il sorriso da loro... Io amo il tuo sorriso e non permetterò che se ne vada per una cavolata commessa dai tuoi genitori.-

Un onda ci bagna i piedi e mi fa rabbrividire, ma quelle parole mi hanno fatto sorridere.
È un sorriso triste, ma è sempre un sorriso...

Mi giro leggermente appoggiandomi completamente a Magnus che, intanto, mi accarezza dolcemente i capelli.
Guardo le strade affollate e scorgo una ragazza camminare verso di noi sulla sabbia.
Emma.

*angolo autrice*
Ciao a tutte!!!!!
Okay, lo ammetto ora sto davvero incasinando un po' tanto le cose 😅
Giuro che la smetterò di incasinare tutti i personaggi (prima o poi).
Volva dirvi che per un po' non aggiornerò perché parto per la Sardegna non avendo internet non potrò postare...
Magari qualche volta proverò a farlo attraverso il cellulare ma, diciamocelo, funziona davvero di merda.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio!
F: AlecMatt03

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Fanfiction holdarah