Elements: Rimasta

By WinterSBlack

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Sono passati ormai sei anni da quando James restituì la bici a Sophie. La B.L.C. è rinata, non più corrotta... More

1. Ary: Cosa!
2. Ary: Questo non è
3. Nick: Cotta
4. Nathan: Due di picche
5. Ary: Perché il gelo mi aspetta?
6. Ary: Devo davvero?
7. Nick: Febbricitante
8. Nathan: Cicatrici dell'anima
9. Ary: Ha per caso fatto una battuta?
10. Ary: Non è un granché
11. Nathan: Partiamo male
12. Nathan: Partiamo con il piede giusto
13. Nick: Italia
14. Ary: Ma cosa dici?!
15. Ary: Tuo ragazzo?
16. Ary: Davvero, è tutto a posto
17. Nick: Inaspettato
18. Nathan: Parole sante
19. Ary: Ci stiamo allontanando troppo
20. Nick: Ostaggio
21. Ary: È il nostro ostaggio
22. Nathan: La fenice in gabbia
23. Ary: Aiuto!
25. Nathan: Freddo pungente
26. Ary: Sei un pervertito
27. Ary: Stai meglio?
28. Nick: Insegnante
29. Nick: Confessione
30. Ary: senza il supporto di qualcuno
31. Nathan: Lacrime di coccodrillo
32. Ary: Non mi stai lasciando altra scelta
Avviso prossimo aggiornamento
33. Ary: Ehilà
34. Nathan: Topi in trappola
35. Ary: Ti prego, allontaniamoci
36. Nick: Nemico
37. Ary: L'ho conciato per le feste
38. Ary: Vorrei chiederti dove stiamo andando, ma so che non mi risponderesti
39. Nathan: Essere rimproverato
40. Nick: Noia
41. Ary: Ah, Stupido
42. Nick: Confronto
43. Ary: Non stai meglio
44. Nathan: Famiglia di criminali
45. Nathan: Vi presento
46. Nathan: Niente è passato
47. Ary: Ma scherziamo?
48. Nick: Lezioni
49. Nathan: Un colpo al cuore
50. Ary: È lui
51. Nick: Timore
52. Nick: Terrore

24. Nick: Caduti

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By WinterSBlack

Agii in fretta.
La prima cosa da fare era evitare quell'accerchiamento e farsi spazio.
Creai un vortice d'aria e lo puntai verso l'alto. La salita era più difficile da scalare ma stare dabbasso era significava venire individuati più facilmente.
«Correte! Vi copro la retrovia!» esclamò Arianne da sopra l'albero.
«Scordatelo! Con tutte queste foglie incendieresti tutti gli alberi! Farò io da retrovia!» esclamò Tiara. Poi tirò un poderoso pugno al terreno che tremò violentemente. Tutte le foglie si alzarono disturbando la visuale dei nostri assalitori. 
Mi alzai da terra e mi fiondai verso l'apertura da me creata con l'assistenza di Tiara. Agguantai la ragazza che era pronta a lanciare un altro dei suoi attacchi.
Eloise e Rose avevano recuperato gli altri due e tutti, con la forza del vento, fuggimmo il più veloce che potevamo.
«Sembrano abbastanza considerevoli da non usare il fuoco» mi disse la voce di Tiara all'orecchio.
Essendo trasportata a principessa aveva le braccia allacciate al mio collo e una completa visuale sulle retrovie. Ottimo per tenere d'occhio che stava succedendo, se non fosse per il solletico che quasi mi fece perdere la presa su di lei.
«Qualcosa di buono» commentai.
Ogni volta che il mio piede calava a terra per poter riprendere la spinta in avanti quello si sfracellava ad opera degli avversari.
Nonostante la difficoltà maggiore cominciai a creare cuscinetti d'aria su cui appoggiarmi in modo che mi facessero da trampolino.
Inoltre, con tutti gli alberi davanti, era assurdamente difficile avanzare.
«Eloise sta perdendo terreno. Deve avere difficoltà a mantenere Nathan in aria... Ma tu continua a correre. Nathan sta prosciugando gli alberi per aiutarla» disse ancora Tiara nell'orecchio.
«È fuori di testa?! Ha uno degli Element!» esclamai appoggiando i piedi sul ramo di un albero per voltarmi a guardare.
«Anche tu! Ora muoviti! Non è il momento per lamentarsi! Fidati per una volta di lui!» sbottò la ragazza prendendomi la faccia tra le mani e obbligandomi a voltarmi verso l'ascesa.
«Seminali!» mi ordinò ancora l'Imperium della terra.
«Devo stare attento a non-» un proiettile d'acqua mirò alla mia testa e riuscii a schivarlo di striscio «usare l'Element. Più veloce di così e potrei perdere il controllo dei miei poteri.» terminai come se niente fosse.
«Stupido ottuso Leader! Più li soffochi più i tuoi poteri si indeboliscono! Di questo passo morirò insieme a te! E non voglio!» sbottò Tiara agitandosi tra le mie braccia.
«Credo che questo sia il caso in cui dovrei offendermi» borbottai.
Continuai ad avanzare correndo.
«Il punto di incontro lo conoscete tutti?» gridai a Rose ed Eloise che annuirono nella trafila.
«Allora per ora separiamoci e cerchiamo di seminarli!» ordinai continuando ad avanzare.
Le due ragazze non si fecero ripetere l'ordine nonostante non fossi il loro Leader e si allontanarono in direzioni diverse portandosi Arianne e Cray con loro.
La buona notizia era che il gruppo della Resistenza che ci inseguiva si divise.
La cattiva era che cinque di loro, la maggior parte, avevano deciso di seguire me e Tiara.
«Ma porco cane! Non è che voglia che seguano gli altri ma è talmente fastidioso essere sempre quelli seguiti!» esclamò la mia compagna di squadra agitandosi.
Sciolse un braccio dalla stretta e poi e per non perdere equilibrio, l'altra si appigliò strettamente ai miei vestiti.
«È davvero difficile controllare il terreno senza toccare direttamente terra... Avrei dovuto padroneggiare questo elemento prima di partire.»
Non sapevo se se ne rendeva conto, ma il suo continuo inveire iniziava a mettere a serio rischio il mio timpano destro.
Ma non dissi niente. Ero troppo occupato a cercare una via per seminarli.
Inoltre, continuare a correre senza una precisa meta mi stava facendo perdere l'orientamento in mezzo a quei alberi. E a quel punto sarebbe stato difficile arrivare al punto di incontro.
Tiara evocò una collina di terra appena saltai una pendenza ripida.
La Resistenza fu veloce e passarono l'ostacolo dividendo il muro di terra in due parti.
Mi voltai in quella frazione di secondo in cui erano distratti e con la mano sulla schiena di Tiara evocai un potente vortice che li spazzò via facendoli rotolare giù dal pendio. La potenza era tale che non solo colpì la fazione nemica, ma creò una strada fra gli alberi sradicandoli e catapultò i nostri corpi contro altre piante alle nostre spalle, spezzando diversi tronchi.
«Ahia, questa faceva male» mormorai.
Ero disteso scompostamente tra i rami di un albero con Tiara addosso.
L'albero, forse in bilico dall'essere franto, decise di cadere aumentando i danni.
Uno stormo di uccelli autunnali presero il volo.
«Sì, fa malissimo» concordò Tiara alzando il busto.
I suoi capelli prima raccolti si sciolsero ricoprendo il suo volto.
Staccai immediatamente l'Element dal collo e l'allungai alla mia amica.
«Tocca a te.» dissi.
«Adesso?» sbuffò saltando giù dal disastro che avevo causato.
Probabilmente controllava se ci stavano ancora inseguendo.
«A meno che tu non voglia che evochi un ciclone.
Non sarebbe facile da scusare ai Popolani, considerando che questa non è una zona da ciclone. Non è la Florida.» replicai sorreggendomi con un braccio. Stranamente quello perse forza e mi fece perdere l'equilibrio.
Tiara mia prese al volo e poi sgranò gli occhi sconvolta osservandosi la mano.
«Oh, mio Dio!» esclamò vedendola ricoperta di sangue.
Mi resi conto solo in quel momento del dolore alla schiena e, come un demente che non si era ancora capacitato della situazione, provai a toccarmi la ferita alzando un braccio. Sentii solo una punta di legno prima di cedere al dolore.
«Okay, niente panico!» esclamò Tiara mentre sembrava essere lei quella mortalmente ferita.
La mia vista iniziava a sfocarsi.
No, non va bene.
«Prima allontaniamoci. Ce la posso ancora fare ad allontanarmi non è insopportabile» anche solo dire quelle parole mi costava una fatica immane, ma cercai di sorridere a favore di Tiara.
Piegai una gamba per vedere se tutto il resto funzionasse.
Era consuetudine dei Imperium ferirsi e sopportare il dolore. Bisognava prepararsi a qualsiasi tipo di missione, dopotutto.
«Okay, da uno a dieci direi che è un buon settantasette, ma posso ancora muovermi quindi andiamo» affermai muovendomi con cautela.
Fortunatamente avevamo pensato di cercare Bit in divisa e quindi arrivai facilmente alle PXZ in tasca e le ficcai in bocca.
Sapevo che non era saggio ingoiarle prima di aver esaminato e pulito la ferita ma almeno potevo placare il dolore. Al resto avrei pensato dopo.
Io e Tiara cominciammo ad allontanarci e lasciai alla mia amica il compito di far sparire le nostre tracce.
Quando fummo abbastanza lontani decidemmo di nasconderci in un dislivello che aveva una buona copertura da parte degli alberi. C'erano foglie a terra ovunque e anche se fossero state macchiate di sangue sarebbero stati facile sbarazzarsene in qualche modo.
Tiara fece muovere gli alberi sposando il terreno nella quale avevano messo radici per farmi passare meglio.
Usai i miei poteri per mantenermi in equilibrio perché non sentivo abbastanza forza nelle mie gambe.
Quando Tiara ritornò accanto a me, mi concessi di cadere in ginocchio e a respirare affannosamente.
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi.
«Siamo lontani dal punto di incontro?» chiesi a Tiara.
«No. Ma ora non è il momento di pensare a quello. La tua ferita.» mi disse la ragazza guardandomi con le sopracciglia inarcate. Sembrava parecchio arrabbiata e non ne capivo il motivo.
Non era mica colpa mia se mi ero ferito!
Provai a tastarmi di nuovo la zona ferita perché in assenza di dolore non capivo molto se ero sul punto di morire.
Sentii i pezzi di legno conficcati nella mia carne e con uno scatto del polso lo tirai fuori.
«AH!»
L'esclamazione non venne neanche da me ma da Tiara che mi guardò con orrore e le mani sulla bocca aperta.
Perdevo così tanto sangue che mi iniziava già a girare la testa. Le mie mani erano viscide e non sapevo nemmeno se le stavo tenendo premute sulla ferita.
Tiara accorse e mi guardò ad occhi spalancati.
«Tu sei assolutamente fuori di testa! Imbecille so tutto io, ti sembra il modo?! Ma ti vuoi uccidere?! Sei deficiente?! Vuoi morire così tanto?!» agitava le mani all'impazzata.
Poi si tolse lo zaino e anche la giacca della divisa.
«Non siamo alla B.L.C. dove ti mettono tutto a nuovo in un nano secondo! Abbiamo fatto sì e no due lezioni di primo soccorso! Non so riportare in vita i morti!» continuava a gridare.
Volevo dirle di abbassare la voce in caso la sentisse qualcuno della Resistenza ma ero troppo stupito e spaventato da lei.
Iniziò a cercare qualcosa nello zaino.
«Okay, il lato positivo è che ho le medicine, quello negativo è che non c'è Ary per cauterizzare la tua ferita. Quindi userò questo.» e tirò fuori dallo zaino quello che sembrava uno di quegli accendini a pistola da cucina.
«È un accendino?» chiesi.
«No.» replicò. Ma non mi disse cosa fosse.
Ricordavo vagamente di averlo visto in mano ad alcuni ingegneri mentre lavoravano metalli per i loro nuovi ordigni e sapevo per certo che non sparavano piccole fiammelle.
Tiara mi strappò praticamente i vestiti di dosso. Non che potessero essere salvati. Un buco sulla schiena era difficile e brutto da rattoppare, soprattutto per una divisa come quella della B.L.C., ma provai ugualmente pena per i miei vestiti per come li sbrindellò lei. Ed ebbi anche più paura di quella ragazza perché aveva stracciato a mani nude un tessuto resistente come quello della divisa. E sapevo fosse parecchio robusto perché una volta ci avevo provato senza ottenere risultati desiderati.
«Stai fermo» mi ordinò.
Mi versò qualcosa sopra la ferita ma non sentii alcun dolore.
Il laser si che faceva male.
In qualche modo riuscii a mantenere la mia dignità senza piangere e a non attirare l'attenzione della Resistenza gridando. Quest'ultimo era probabilmente merito della divisa tra i miei denti.
Nonostante l'aria fredda anche senza vestiti addosso mi sentivo ricoperto dal sudore.
Tiara stracciò ancora di più la mia maglietta e la imbevve nel disinfettante, premendola poi contro la ferita.
Poi si levò la sua con un unico gesto e strappò anche quella.
«Oh, wow» balbettai.
Poi il mio sguardo si abbassò automaticamente fissandosi sulla pelle bianca retta dal pizzo scarlatto e audace del suo intimo.
«Oh» dissi di nuovo prima di distogliere lo sguardo imbarazzato.
«Okay, questa non me l'aspettavo» commentai mentre lei distruggeva la sua maglia.
«Sono tette Nick, sono certa che non siano le prime che tu abbia visto» disse lei inarcando le sopracciglia senza un minimo di pudore.
Distolsi nuovamente lo sguardo per non imbarazzarmi ancora di più.
Stavo facendo la figura dell'idiota.
«Sì, ma, insomma, non pensavo fossero così grosse» dissi. Probabilmente la perdita di sangue mi aveva dato alla testa perché in condizioni normali non avrei mai detto una cosa del genere.
Tiara non disse niente ma si allungò per fasciarmi la ferita.
All'odore ferreo del mio stesso sangue si sovrappose il suo buon profumo.
Era troppo vicina.
E mi girava la testa.
«Sul serio Nick?» chiese lei.
In un primo momento non capii. Pensai si fosse offesa per quello che avevo detto ma il suo sguardo sembrava più divertito.
«Sei arrossito» mi spiegò «hai la faccia completamente rossa, se solo potessi darti uno specchio!» rise divertita.
«Come ti può restare del sangue da affluire in faccia?» continuò a ridere di me.
«Be', almeno non è affluito in altre parti perché spogliarsi in quel modo risveglierebbe anche un morto.» dissi.
Tiara abbassò lo sguardo corrugando le sopracciglia e poi ritornò a sostenere il mio sguardo.
Si avvicinò così tanto che trattenni d'istinto il respiro.
Sentivo il mio cuore iniziare a battere più velocemente e sembrava che tutti i pensieri costanti che avevano abitato rumorosamente la mia mente avessero deciso di silenziarsi tutti quanti.
Ma Tiara mi strappò solo dalle mani la collana con Element.
Fino a qualche secondo prima mi sembrava di avere la testa più leggera di una piuma. Mi sentivo senza problemi e senza ansie inutili e tutto ad un tratto il peso di tutte le mie azioni e momenti mi ricadde addosso.
Eh?
Eh?!
Eeeeeeeh?!
Sotterratemi, altro che risvegliare i morti.
Avevo ancora una mano alzata, come se avessi avuto l'intenzione di toccarle la guancia.
Mi sentii subito il volto il accaldato e mi coprii la faccia con le mani distogliendo lo sguardo dalla mia amica.
«Però, non hai neanche chiuso gli occhi quando mi sono avvicinata. Quanta audacia» commentò Tiara rimettendosi la sua giacca della divisa.
«Ti prego...» mormorai in imbarazzo.
«Allora anche tu hai un lato del genere, chi l'avrebbe mai detto! Dopotutto sei davvero un ragazzo» continuò senza lasciarmi pietà.
«Dimmi la verità. Ci hai mai voluto provare con me?» mi chiese.
Si accucciò accanto a me e appoggiando il suo volto sui pugni chiusi ad incorniciare il suo volto delicato.
Tiara mi sorrise.
«Lo sai che è stato l'Element» le dissi scompigliandomi nervosamente i capelli.
Ah! Vi prego! Datemi un tombino!
«Sai ci stavo pensando... Siccome non ha molto potere questo Element sembra che il massimo che faccia sia toglierci i nostri freni inibitori o qualcosa del genere.» disse giocando con il ciondolo.
Sentivo di sapere dove sarebbe andato a parare quel discorso. Non volevo ascoltarla.
«Insomma, pensaci. Io che cedo alla paura e non riesco a fare niente paralizzata da essa. Cedere è l'ultima cosa che dovrebbe fare un Imperium della terra come me e io sono cresciuta sui principi degli Imperium della terra.
E quando provo questa paura e ho l'Element addosso ho questa visione di creare muri, fortezze, muraglie di terra attorno a me.
Ary che perde il controllo delle sue emozioni. Sono sempre confusi e disturbati, quando ha l'Element. Una cosa mortale per Imperium del fuoco come lei. Non riesce nemmeno a concertarsi e le sue fiamme divampano tanto da poterla consumare.
Lei che nutre le sue fiamme di emozioni positive, tormentata da quelli negative?
Nathan che diventa super mega stronzo perdendo quella maschera di controllo, quella sua superficie tranquilla che aveva sempre avuto. Da pioggia di trasforma in burrasca.
Lui che è un marionettista manda all'aria lo spettacolo?
E tu. Tu che non agisci mai d'istinto, che ti trattieni sempre e ti soffochi... Sembra che a te l'Element faccia bene in un certo senso.»
Appena Tiara terminò di parlare anche il ciondolo smise di girare tra le sue dita e si chiuse nel pugno della ragazza.
«Andiamo al punto di incontro» tagliai corto.
Non ne volevo parlare.
L'avevo notato anche io come i miei poteri funzionassero bene quando avevo l'Element addosso. Non solo bene. Avevo sempre la sensazione di avere il mondo nelle mie mani, come se potessi fare tutto, anche l'impossibile.
Ma era proprio quello il problema.

L'effetto della PXZ era sempre sorprendente. Riuscivo a camminare senza provare alcun dolore e quindi procedemmo a passo piuttosto spedito.
«Speriamo che siano già lì» dissi guardandomi attorno.
Tirai fuori la bussola e cercai di orientarmi.
Il suono del vento che frusciava tra le foglie e i rami erano l'unica cosa che percepivano le mie orecchie finché non udii anche un secondo suono: acqua.
Sorrisi. Doveva esserci una fonte molto vicina ed era probabilmente il nostro punto di incontro con i rinforzi mandatici da James.
Con il morale molto migliorato iniziammo ad accelerare il passo salendo sempre di più la montagna finché il terreno non si fece più piano.
In quello spiazzo gli alberi sembravano più fitti e l'erbaccia invadente così alta da arrivarmi fino a sopra il ginocchio.
Lo scrosciare del fiume iniziava a sentirsi sempre di più e la luce in lontananza sempre più luminosa. E quando gli alberi non poterono più riparaci vidi finalmente il paesaggio che apparì dinanzi a me.
Ci trovavamo sopra un dirupo perpendicolare da un'altezza schiacciante. Infondo ad esso vidi il fiume scorrere ripido e violento. L'acqua della cascata produceva il rumore che ci aveva condotto lì e gli schizzi d'acqua limpida e fredda arrivavano anche a quella distanza.
Dall'altro lato vidi un'altro dirupo sulla soglia opposta del fiume e sapevo per certo che era lì il nostro punto di incontro. Ma non c'era ancora nessuno.
«Mmm, dalle immagini sembrava molto meno profondo. Se cadessi di qui penso che nemmeno i miei poteri mi salverebbero» commentò Tiara allungando il collo.
«E se non ci uccide la caduta lo farebbero le correnti» concordai. Anche se tecnicamente io potevo fluttuare, quindi probabilmente non sarei morto.
«Fa freschino però...» disse la ragazza rabbrividendo.
Le lanciai un'occhiata e ricordai che indossava solo il reggiseno sotto la giacca della divisa.
Scossi la testa per togliermi l'immagine dalla testa.
Allungai una mano e sentii il vento freddo cambiare corrente al mio comando.
Era differente.
Era davvero molto differente da come mi sentivo quando controllavo i miei poteri con l'Element addosso.
Il vento si muoveva controvoglia al mio comando, nonostante cercassi di assecondarlo. Era come un bambino capriccioso che non aveva alcuna intenzione di ascoltare la mia debole autorità, ma che si sentisse in obbligo di obbedirmi.
Soffiai e i miei capelli scompigliati mi calarono sugli occhi dimezzandomi la visuale.
E in equilibrio precario al dirupo mi lasciai cadere a precipizio.
La perdita improvvisa del terreno sotto i miei piedi mi fece venire le vertigini e la bocca dello stomaco si chiuse all'istante.
Prima che la gravità avesse la meglio mi creai dei cuscinetti d'aria che fermarono la caduta all'istante.
Fluttuai verso l'alto e ritornai da Tiara che mi guardava con occhi sgranati e le offrii una mano.
«Dobbiamo andare dall'altra parte e volare mi sembrava la via più veloce» mi giustificai.
Guardando Tiara così sconcertata mi resi conto che non avevo mai volato con Tiara. Non da altezze di quel genere.
Di solito era sempre Arianne che insisteva che la portassi in cielo. Non c'erano particolari motivi per volare dopotutto.
E, anche mentre stavamo fuggendo dalla Resistenza, non stavo esattamente levitando, ma stavo facendo salti lunghi, se proprio dovevo essere pignolo.
Quindi l'esitazione di Tiara mi parve del tutto comprensibile.
«Non ti preoccupare, mi sono allenato veramente un sacco per poter levitare in questo modo.» cercai di rassicurala facendole vedere mentre facevo dei passi nel vuoto.
A parvenza esterna sembrava che ci fosse uno strato di vetro dove appoggiavo i piedi.
«Non stai neanche controllando i venti» mi disse lei. «e non stai neanche portando l'Element»
La guardai sorpreso, capendo finalmente quale fosse il motivo del suo sconvolgimento.
Non era volare in sé.
Mi ero scordato che la levitazione non era il genere di tecnica che normali Imperium dell'aria potessero imparare.
Normalmente, gli Imperium dell'aria dominavano i venti per rimanere sospesi e quindi si percepiva sempre una brezza mentre si stava nei loro d'intorni. Ma la levitazione non necessitava di alcun dominio, era diventare un tutt'uno con l'atmosfera stessa, fare pace con la gravità e invertire l'ordine della natura.
A livello di difficoltà risulterebbe come la capacità di mio fratello di cambiare formazioni geologiche o quella di far diventare carbone in diamante. Ma quello era un segreto. Non ero tenuto a dirlo a nessuno.
Considerando il casino in cui li avevamo messi, mio fratello, nel momento del matrimonio, era stato costretto a creare un anello di diamanti con le sue stesse mani, perché non aveva avuto modo di comprarne uno, dieci minuti prima di firmare il certificato.
Scoprirlo in quel momento era stato scioccante anche per me.
Tiara mi stava ancora fissando stupita e aveva la stessa faccia che avevo io quando avevo scoperto del diamante.
Il mio status da Geminus non era un segreto. Nessuno mi aveva chiesto mai niente dei miei poteri e io non volevo sbandierare in giro quel titolo.
Arianne ogni tanto si complimentava delle mie capacità ma quei complimenti non facevano altro che imbarazzarmi, poiché, se paragonato a livello di un Geminus standard, ero piuttosto scarso.
Quindi non ostentando il mio status sembravo solo un Imperium dell'aria più bravo degli altri.
Nessuno dei miei amici aveva mai sospettato così tanto da chiedermelo e Nathan Cray... Era la persona che li aveva scoperti assieme a me.
La cosa si era tirata per le lunghe e quindi annunciarlo pubblicamente divenne sempre più difficile.
Non potevo certo dire: "Ehi, ragazzi, comunque sapete che sono un Geminus?" di punto in bianco.
Per questo motivo imbarazzante anche James iniziò a pensare che lo volessi tenere segreto alle mie compagne di squadra e io semplicemente non avevo avuto la faccia di correggerlo.
Siccome Arianne e Tiara non se ne erano mai accorte apertamente, forse anche inconsciamente avevo sempre evitato di usare poteri strani di fronte a loro per evitare che mi scoprissero.
Se non fosse stato l'Element, che negli ultimi giorni mi aveva messo più a mio agio con i miei poteri, forse non avrei mai mostrato la levitazione davanti a Tiara.
E anche con Arianne avevo sempre controllato i venti anche davanti a lei.
Chissà per quale misterioso motivo quel giorno continuavo a mettermi in imbarazzato davanti a Tiara.
«Oh, beh, sembra che io sia un Geminus, niente di strano» dissi cercando di suonare come se nulla fosse.
«Geminus? Tu? Cosa? Da quando?» chiese a raffica la ragazza stupita e scuotendo la testa.
«No, aspetta, ha senso... No! No che non ha senso!
È l'Element? No! L'Element ce l'ho io e...
È per questo che ti alleni con James?
Oddio! Se è così vuol dire che sei Geminus da un sacco di tempo! E perché non ce l'hai mai detto?!»
Tiara aveva preso a camminare avanti ed indieto e io stavo cercando di trovare una scusa plausibile quando un'onda gelata ci travolse e la forza dell'acqua ci fece cadere entrambi a precipizio.
Afferrai Tiara per il polso e recuperai immediatamente l'equilibrio.
Non mi guardai neanche indietro mentre planavo verso l'altra sponda.
Una roccia venne sparata nella nostra direzione e la schivai per un pelo.
Guardai verso Tiara, sperano in un po' d'aiuto ma la ragazza stava stringendo gli occhi dalla paura dell'altezza.
Guardai verso la lingua di terra sulla quale eravamo poco fa e vidi tutti e quattro i nostri compagni mancanti.
Com'è che non erano riusciti a seminare i nemici?
Roteai il braccio libero e ordinai il vento di spingere il nemico che stava assalendo Arianne.
Cray diede il meglio di sé sfruttando gli schizzi della cascata a suo favore. In una situazione con le spalle al vuoto si permetteva il lusso non solo di difendersi ma anche attaccare.
Decisi di portare prima Tiara dall'altra sponda.
«Torno subito.» le dissi appena atterrato.
Ma, appena lasciai la presa sulla ragazza, mi iniziò a girare la testa.
«Nick... La ferita...» disse Tiara guardandosi le mani nuovamente sporche del mio sangue fresco.
«Ero certa di averla cauterizzata bene...» la ragazza mi trattenne per i vestiti.
Non sentivo alcun dolore oltre al capogiro, quindi non volevo farmi troppi problemi.
«Non posso riposare adesso. Vado a prendere gli altri e torno. Non so se Rose ed Eloise riescano a controllare i venti per arrivare fin qui è piuttosto pericoloso.
Fortunatamente quelli della Resistenza sembrano tutti Imperium piuttosto scarsi quindi-» ma un grido dall'altra parte mi interruppe.
Mi voltai di scatto e vidi Eloise a terra, immobile, mentre una figura snella dal viso coperto la stava per assalire.
Partii in volo, levitando con facilità, ma Rose era già intervenuta sull'amica.
«Non posso portare più di una persona! Non a questa distanza!» gridò Rose a Nathan con un'inerme Eloise tra le braccia.
Evocai un turbine d'aria che spazzò via altri avversari.
La Resistenza, formata da tante persone in mimetici e dal viso coperto da maschere anti inquinamento, bianche e con disegni ridicoli, continuava a rialzarsi come inarrestabili macchine. Non sembravano provare dolore una volta colpiti anche se i loro attacchi non sembravano potenti.
Ma presto mi pentii di quella constatazione.
Arrivavano sempre più persone, non sapevo nemmeno da dove sbucassero ed erano veramente tanti. E alcuni nuovi arrivati sembravano davvero pericolosi.
Certi erano Imperium dell'aria che mi presero immediatamente di mira.
Non sembravano capaci di volare ma tentavano in tutti i modi di farmi precipitare.
Se non fosse stato per la mia capacità di levitazione avrei perso facilmente il controllo con tutte le loro intromissioni.
Arrivarono anche Imperium del fuoco e mi ritrovai sospeso senza poter far nulla se non evitare i loro attacchi.
Non sembrava neanche che stessero mirando a me, ma erano colpi a raffica che non mi lasciavano tregua. Lo scopo pareva solo quello di esaurirmi.
«Tenetelo occupato mentre ne prendiamo uno!» gridò uno dei nemici.
«Usate il ponte! Presto! Non resisterò a lungo!» gridò Tiara dall'altra parte.
Un sottile ponte dall'aria pericolante aveva collegato le due sponde. La vicinanza con la cascate rendeva solamente il tutto più pericoloso.
«Muovetevi! Se cadete vi prendo io! Cercherò di coprirvi anche le spalle!» dissi mentre creavo un turbine d'aria che mi facesse da scudo.
Arianne creò un muro di fuoco per allontanare i nemici mentre Cray colpiva i nemici che passavano nel corridoio appositamente aperto dall'Imperium del fuoco.
Nonostante il buon gioco di squadra i ragazzi si stavano avvicinando troppo al precipizio e avevano sempre meno spazio di manovra.
Rose prese l'Eloise svenuta e se la caricò in spalla per poi correre velocemente quel sottile strato di terra. Al suo passaggio l'instabile suolo crollava e si sbriciolava nel vuoto.
Lanciai un'occhiata a Tiara preoccupato.
Poi ad un tratto il terreno si rafforzò nuovamente e dei serpenti di legno e liane sbucarono dal lato opposto attorcigliandosi al fragile ponte stabilizzandolo.
Tiara si raddrizzò stupita mentre Rose raggiungeva quella sponda sana e salva con Eloise.
L'evento stupefacente mi sconvolse tanto che venni colpito di striscio da un proiettile di fuoco alla tempia.
Destabilizzato dall'attacco, persi il dominio sul mio corpo e l'armonia con l'aria, finendo per precipitare.
Una liana si legò alla mia caviglia e rimasi a penzolare a testa in giù.
Il capogiro si fece più grave e iniziai a vederci doppio oltre che esser stato messo sotto sopra.
La pianta crebbe attorno a me fino a circondarmi anche la vita e poi venni strattonato verso l'alto.
Caddi con un tonfo sul terreno e provai un dolore lancinante alla schiena.
Ma non avevo tempo per crogiolarmi dal dolore o cercare di capire cosa fosse successo.
Sull'altro dirupo vidi sia Nathan che Arianne indietreggiare.
Nathan aveva già messo piede sul ponte di liane e Arianne cercava di mantenere il muro di fuoco il più alto e largo possibile.
Quello sforzo le impediva di muoversi dal suo posto.
Arianne era proprio sul bordo.
Il mio cuore batteva forte per l'agitazione.
Come avevano fatto a coglierci di sorpresa in quel modo?
Non avrebbero dovuto esistere Imperium della terra tanto capaci da riuscire a percepirci e sorpassare i disguidi di Tiara.
E lei era un Élite nel dominio della terra. Era difficile trovare anche tra le Guardie Imperium qualcuno più bravo di lei.
Tra tutti gli ex Ribelli e quelli che avevano abbandonato la B.L.C. non poteva esistere nessuno così forte.
Avevamo ricontrollato i registri delle persone che erano state sottoposte all'Operazione sia alla B.L.C. che quelli illegali dei Ribelli, dalla prima generazione all'ultima, per trovare le persone mancanti di cui non si sapeva l'ubicazione. Ovvero i possibili membri della Resistenza. E da quelle analisi avevamo studiato i profili di persone potenzialmente pericolose e nessuno tra loro era un Imperium della terra sufficientemente pericoloso da sorpassare i disguidi di Tiara.
Però nonostante le precauzioni e le informazioni dateci in anticipo eravamo stati scoperti. 
Non eravamo stati abbastanza pronti.
Ormai sentivo tutto il corpo dolorante ma mi rialzai ugualmente e concentrai la potenza di un tifone in una sfera.
Dovevo permettere ad Arianne di fuggire.
La ragazza aveva appena lasciato cadere le fiamme e, anche se bruciavano ancora, si erano abbassate abbastanza da permettere gli avversari di avvicinarsi.
«Lascia stare e corri!» gridò Cray.
Tre globi d'acqua concentrata iniziarono a sparare getti potenti che colpivano i petti degli avversari e li allontanavano dalla ragazza.
Arianne seguì Cray sul ponte.
Un membro della Resistenza usò il dominio della terra per spezzare quel sottile strato di terra che univa le due sponde. Senza il sostegno del terreno né il legno né le liane riuscirono a rimanere sospesi.
Cray scivolò assieme al ponte cadente e si appigliò a fatica per non precipitare nel vuoto.
«NATHAN!» gridò Rose.
«Fermati! Non farlo! Qui le correnti sono pericolose e nemmeno voi dell'Élite sopravvivereste. Tanto meno ridotti in questo stato.»
Mi voltai al suono della voce e vidi un uomo alto che tratteneva Rose per il braccio.
La sua presenza era così nulla che non l'avevo nemmeno percepito arrivare.
Con il cappello da cacciatore e il foulard che gli copriva mezzo volto mi misi immediatamente in guardia davanti a quell'uomo sospetto.
Egli allungò le mani e la pianta incominciò a ritirarsi. Cray, faticosamente appigliato, a risalì con le radici.
Arianne nel frattempo venne circondata da Imperium nemici che la stavano facendo arretrare.
Avevo puntato la mia sfera d'aria compressa contro il nuovo arrivato ma ritornai sui nemici e sparai il colpo, per allontanare più gente possibile da Arianne.
Ero già sul punto di volare verso di lei ma mi resi conto di avere la vista sfocata e faticavo a reggermi in piedi.
Arianne non riusciva chiaramente a respingerli da sola. Era indebolita dopo l'enorme muro di fuoco ed era sola contro tutta quella gente. Nemmeno tutta la sua combattività poteva fare molto contro quella ventina di Imperium.
Non la stavano più attaccando ma continuavano a metterla alle strette.
Dovevo fare qualcosa per salvarla!
Mi voltai verso Tiara e le presi la collana con l'Element.
Notai appena in tempo un movimento di uno degli avversari.
«Ary!» gridai.
Il terreno sotto i suoi piedi cedette e Arianne perse l'equilibrio, mentre mani avversarie tentarono di afferrarla invano.
«ARIANNE!» ma non fui io ad urlare così disperatamente quella seconda volta.
Cray si lanciò verso il vuoto lasciando la presa sulla pianta che lo stava portando in salvo, senza un minimo di esitazione.
Metà dei membri della Resistenza si lanciarono anche loro verso i due ragazzi.
«No!» stavo correndo anche io incontro. Correndo incontro a quella moltitudine di nemici, rischiando di farmi ammazzare, ma il terreno sotto di me mi trascinò indietro e un muro di terra mi impedì di avanzare.
«Sono in troppi. Dobbiamo andarcene» disse l'uomo in vesti da cacciatore con tono deciso.
«Ma...»
«Non protestare! Nessuno di voi è nelle condizioni di affrontarli» mi bloccò le braccia e le gambe e mi costrinse a fuggire.

***

Non mi chiesi cosa ci facesse un jet privato della B.L.C. in quel luogo.
Inconsciamente sapevo che erano i rinforzi che ci avevano promesso.
Eravamo in volo e stavamo lasciando indietro i nostri compagni.
Avevo la testa tra le mani anche quando scendemmo dal jet e fummo accompagnati dentro un palazzo enorme circondato da foreste.
Eravamo ancora in montagna e in quel punto desolato si ergeva un'edificio estraneo al paesaggio. Come la maggior parte delle costruzioni della B.L.C.
Sapevo che fuori da una barriera mimetica l'edificio sarebbe risultato invisibile ad occhi Popolani.
«È una delle Basi oltreoceano di Barker. Non è esattamente attiva, ma neanche dimenticata.» ci spiegò l'agente della B.L.C. in divisa.
Non la riconobbi.
Era una signora over trentenne dall'aria giovanile e i capelli corti blu. Non era certo una persona che passasse inosservata.
Ma non mi interessavano quelle spiegazioni.
Bloccai il polso alla donna prima che potesse premere il pulsante dell'ascensore.
«Come avete potuto abbandonare Arianne» dissi stingendo la presa.
«Non li abbiamo abbandonati. C'è già qualcuno che li sta cercando.» affermò liberandosi della mia presa delicatamente.
Si aggiustò il colletto e si ravviò i capelli blu.
Poi continuò a farci strada.
Aperte le porte dell'ascensore venimmo accolti da un team di dottori in camice bianco che si affrettarono ad esaminarci. Soprattuto Eloise che era ancora svenuta.
«Non è grave.» dissi al dottore che stava controllando la mia schiena.
«Con tutto il rispetto, giovane, penso che sia compito mio giudicarlo.» affermò dietro la maschera.
«Mi meraviglio che tu sia ancora cosciente» sospirò.
Mi guardai attorno. La stanza dell'infermeria era identica a quella di tutte le altre Basi. Se non fosse stato per il paesaggio esterno alla finestra avrei potuto credere di essere tornato negli Stati Uniti.
Non sapevo che ci fossero delle Basi oltreoceano.
Appena finiti i trattamenti il dottore mi suggerì di riposare, ma appena se ne andò mi alzai ed uscii anche io.
Quella Base era spaziosa come tutte quelle che avevo già visitato in passato, ma a differenza delle altre in madre patria, questa era completamente vuota.
C'erano veramente poche persone che circolavano ma essendo strutturalmente simile alla Base 5 di San Francisco era piuttosto facile orientarmi.
Mi diressi verso l'ufficio del Dirigente, sperando anche quello fosse simmetrico alla nostra Base. Volevo cercare chiunque fosse responsabile in quel luogo.
La porta di quella stanza era aperta quindi mi avvicinai silenziosamente e guardai dentro.
Poi lo vidi, in piedi a parlare tranquillamente davanti mio fratello, sorridendo beatamente.
Aveva ancora i vestiti da cacciatore addosso, ma si era tolto il cappello e il foulard.
Così lo riconobbi immediatamente.
Quei capelli ricci e scuri.
Quel volto spigoloso.
E quegli occhi. Quegli occhi d'oro inconfondibili.
Lui che ci aveva abbandonato al nostro destino. Lui che si era dato un titolo che non meritava affatto.
Lui che aveva permesso mio fratello di abbandonarmi.
Corsi verso di lui e feci scattare il gomito indietro. Poi con lo slancio e con l'aiuto del mio potere tirai il pugno, puntando sul suo volto. Ma lui mi fermò facilmente con una mano.
«Nicholas Twain. Penso che non ci abbiano mai presentato a dovere. Io sono Nox.» affermò. «E ti insegnerò ad essere un Geminus».

Angolo Autrice

Waaah come promesso sono di nuovo qui dopo 10 giorni!
Fiera di me!
Allora gente! Anche questo capitolo è piuttosto lungo, spero non vi dispiaccia, ma Nick è un segreto chiacchierone e la tira sempre per le lunghe, sorry.

Mmm, credo che i due punti fondamentali siano Ary che è precipitata dal dirupo con Nathan appresso, più una moltitudine di Resistenti alle calcagna, e Nox?! Che Diavolo ci fa qui Nox di punto in bianco?
Beh, probabilmente sospettavate che fosse lui quando sono spuntati quei rampicanti quindi tanto sorpresi forse non siete.
In secondo piano abbiamo:
Basi oltreoceano della B.L.C. che spuntano come funghi e Ribelli che sembrano moltiplicarsi più in fretta dei roditori da una parte... Uno sfoggio di poteri di Nick, sempre più dipendente dall'Element, e altre cose? Ah! Le tette di Tiara presumo.

Quindi c'è qualcosa che vi ha stupito in questo capitolo?

Il prossimo POV, mi sembra scontato dirlo, sarà quello di Nathan.
Quindi prima di rivedere veramente Nox ci vorranno ancora due o tre capitoli, probabilmente.
Il titolo del prossimo capitolo è "Freddo pungente".

Sono in piena sessione estiva e studio come una matta, ma stranamente scrivo più ora che in passato. Si vede che mi è passato il blocco dello scrittore 🤔.

Allora, appuntamento al 12/06/20 che dite? 10 giorni esatti come sempre 😇.

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