Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|

Por ghiacciobollente

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Infondo la vita, Vivienne, non l'ha mai saputa gestire NA: Prequel della mia storia 'Fil rouge'. Más

Mirrors
Let her go
Wake me up when september ends
Beautiful
Try
Wings
Poison
Elastic heart
All about you
Breakeven
21 Guns
Never say never
Give me love
Madness
I miss you
Cosmic love
Creep
It Will Rain
Skinny love
Hold Me While You Wait
Unconditionally
Torn
Take Me To Church
Natural
I Hate Everything About You
Paralyzed
Love The Way You Lie (Part II)
Blue Jeans
Cinnamon Girl/Flashforward
Million Reasons
Let's Hurt Tonight
Naked
The Reason/Missing-moment
Us
Sign Of The Times/Epilogo
Trailer✨
Extra I
Extra II
Extra III

Human

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Por ghiacciobollente

Posso trattenere il fiato
Posso mordermi la lingua
Posso stare sveglia per giorni
Se è questo quello che vuoi
Essere la tua numero uno
Posso fingere un sorriso
Posso forzare una rosata
Posso ballare e interpretare la parte
Se è questo quello che chiedi
Darti tutto quello che sono

Posso farlo
Posso farlo
Posso farlo

Ma sono solo umana
E sanguino quando cado
Sono solo umana
E crollo e mi abbatto
Le tue parole nella mia testa, coltelli nel mio cuore
Mi hai portato in alto ed ora cado a pezzi
Sono solo umana

Posso attivarlo
Essere una buona macchina
Posso sopportare il peso dei mondi
Se è questo quello di cui hai bisogno
Sarò il tuo tutto

Posso farlo
Posso farlo
Ce la farò

Ma sono solo umana
E sanguino quando cado
Sono solo umana
E crollo e mi abbatto
Le tue parole nella mia testa, coltelli nel mio cuore
Mi hai portato in alto ed ora cado a pezzi
Sono solo umana

Sono solo umana
Sono solo umana
Una piccola umana

Posso sopportare molto
Fino a quando ne avrò abbastanza

Perchè sono solo umana
E sanguino quando cado
Sono solo umana
E crollo e mi abbatto
Le tue parole nella mia testa, coltelli nel mio cuore
Mi hai portato in alto ed ora cado a pezzit
Perchè sono solo umana
Human- Christina Perri
----------------------------------
I pick-up erano parcheggiati in modo circolare con la parte posteriore verso l'interno, la musica proveniva dall'autoradio di Finn e i fanali azionati rischiaravano la zona boscosa insieme a qualche lanterna portata dai ragazzi. Un po' era inquietante che ce ne stessimo dall'altra parte del lago e nel buio più fitto ma a Blacksburg c'era poco da fare nel fine settimana.
Poggiai la testa sulla spalla di Nate mentre rabbrividivo per una folata dì vento troppo fredda. Mio fratello mi circondò le spalle con un braccio mentre con la mano teneva una lattina di birra. Nathan aveva capito che c'era qualcosa che non andava e aveva iniziato a coccolarmi.
Fissai Scott sbriciolare l'erba sul palmo della mano insieme al tabacco e per la prima volta la curiosità venne a galla. I pensieri mi soffocavano ogni giorno e persino la notte. Volevo che smettessero di assillarmi, un po' di pace. Che male avrebbe fatto togliermi di dosso Harry per un po'?
《Nat-Nat?》
《Che c'è?》
《Voglio fumare con voi.》
Si scostò e mi guardò come fossi una sconosciuta. 《Perché?》
《Per provare.》
Non parve convinto ma di certo non me l'avrebbe vietato. Non era come papà e Gabriel. Ci spalleggiavamo sempre, anche quando eravamo nel torto più marcio.
《Scott, passa qua!》
《No, tocca a me.》
《Il giro parte da mia sorella.》
In un attimo tutti mi fissarono, ero la più piccola ma d'ora in poi non sarei stata la più giudiziosa.
Kate rimase a bocca aperta e Sid le diede una gomitata.
《Merda!》 Sbottò Ben, saltando giù dal pianale. Il pacco di patatine volò letteralmente dalle sue mani, facendomi ridere. 《Abbiamo un'iniziazione!》
Sid gli diede uno schiaffetto sulla nuca. Erano strani quei due, si somigliavano tanto da poter sembrare fratelli ed erano rimasti amici nonostante avessero passato un anno insieme. Probabilmente io non ci sarei mai riuscita ma da quanto avevo capito nessuno dei due voleva cambiare giro di amici e si erano adeguati.
《A patto che ti togli quel rossetto rosso》, mi risvegliò Vinny. Gli feci la linguaccia e lo accontentai.
Mi sentii a disagio quando misi la canna tra indice e medio, mi sembrava di fare un torto a papà. Chissà cosa avrebbe pensato se mi avesse visto...
Finn mi tirò l'accendino e lo presi al volo. Mi sentii a disagio dato che i miei amici mi osservavano come se stesse per accadere qualcosa di raro.
《Se muoio soffocata》, mormorai a mio fratello, 《non dire a papà che è stato perché ho fumato erba!》
Nate ridacchiò, anche se era un po' teso. Aspirai una piccola boccata e la trattenni mentre la gola iniziava a pizzicare, arrivò ai polmoni e a quel punto tossii convulsamente mentre tutti ridevano. Mi asciugai le lacrime che mi rigarono le guance mentre Nathan mi dava dei colpi sulla schiena.
《Riprova...》
Ero un po' stordita e il cuore aveva iniziato a battere forte. Il secondo tiro andò meglio nonostante ci fosse ugualmente il fastidio; al terzo il corpo si rilassò e il quarto mi piacque.
《Adesso basta》, disse. Annuii, passandogli la canna e mi sdraiai sul pianale.
Nulla. Non c'era niente che mi ronzava nella testa ed era meraviglioso.
《Com'è stato?》 Chiese qualcuno. Ero così intontita che non capii che avesse parlato. Avevo gli occhi pesanti e bocca e labbra secche, eppure era bellissimo.
Harry non c'era. Io ero perfetta. Felice. Questa notte avrei dormito bene.

La domenica era riservata alla famiglia, Karen e Gabe preparavano da mangiare per ritrovarci attorno al tavolo a raccontare delle novità. Bé, non volevo più fare questa pagliacciata. Eppure ero qui, tra Nate e papà a capotavola, Harry di fronte a me e accanto a Gabriel mentre Karen era all'altro capo. E parlavano, Dio quanto parlavano! Invece me ne stavo con gli occhi fissi sul mio piatto pieno di qualsiasi cosa; e solitamente lo avrei ripulito in poco tempo e raccontato della scuola o di qualcos'altro ma non oggi né mai più.
Tutti avevano notato i miei cambiamenti: il rossetto rosso, i silenzi frequenti ma credevano fosse qualcosa legato alla mia età. Li avevo sentiti parlare e Karen aveva rassicurato papà.
Una gomitata alle costole mi fece trasalire, fulminai Nate. Stronzo, mimai. In tutta risposta col mento indicò la tavolata. In qualche modo avevo attirato l'attenzione.
《Mi hai sentito?》
《No, scusa, papà.》
《Ti ho chiesto come va con la scuola.》
Male, malissimo!
Senza volere intercettai gli occhi di Harry e sentii una fitta allo stomaco quando sorrise. Distolsi lo sguardo, sfregando i palmi sulle cosce coperte da un paio di skinny jeans. 《Bene.》
《E il calcio?》 Continuò Gabe. Sospirai, riprendendo la forchetta. Stavamo mangiando spaghetti con polpette, bruschette, patate arrosto e verdure saltate. A Gabriel piaceva esagerare.
《Ho... Ho una partita venerdì.》
Evitai di dire che forse la Williams mi avrebbe lasciato in panchina perché secondo lei avevo "perso lo slancio".
Lo slancio posso riprenderlo se le do un colpo in testa.
《Ci saremo》, mi rassicurò papà. Loro venivano sempre, si sedevano sugli spalti e si gasavano per me. Facevamo la stessa cosa quando Nate aveva una partita di basket. Scrollai le spalle, come se non me ne importasse in realtà non era così. Quando si sedevano sugli spalti era chiassosi, divertenti, tifavano come matti e se inizialmente li avevo considerati imbarazzanti poi mi piacque.
Karen cominciò a parlare delle sue peonie e chiusi gli occhi mentre le dita mi tremavano. Volevo scappare da qui, mi sarei accontentata anche di trascorrere il pomeriggio a completare il saggio di Storia. Stavo soffocando.
Un calcio sotto il tavolo mi fece saltare sul mio posto e trattenni il respiro, accorgendomi che era stato Harry.
《Cos' hai?》 Mormorò. Deglutii a vuoto, bagnandomi le labbra. Scossi il capo, ignorandolo. Un secondo dopo il cellulare vibrò nella tasca dei miei pantaloni. Mi scappò un sorriso, notando che era sempre lui.

Messaggio ricevuto: ore 13:45
Da: Lui
Rispondi!

Messaggio inviato: ore 13:45
A: Lui
Che importa?

Messaggio ricevuto: ore 13:46
Da: Lui
Sei diversa...

Messaggio inviato: ore 13:47
A: Lui
Diversa come?

Messaggio ricevuto: ore 13:47
Da: Lui
Prima riuscivo a capire cosa pensavi attraverso gli occhi. Ora non più... Sei cambiata, Rossa.

Il piede iniziò a battere sul pavimento. Doveva smettere. Se faceva così non mi sarei più liberata di lui.

Messaggio inviato: ore 13:52
A: Dillon
Non volevi uscire con me?

Messaggio ricevuto: ore 13:55
Da: Dillon
Non riesci a fare a meno di me, eh?

Messaggio inviato: ore 13:56
A: Dillon
Placati cretino!

Messaggio ricevuto: ore 13:56
Da: Dillon
Adorabile quanto una pallottola in culo. Un gelato questo pomeriggio?

Risi, tappandomi la bocca con una mano. Nonostante fosse fissato con le ragazze era divertente. Feci vedere gli SMS a Nate e quando fece una smorfia, risi più forte.
《Viv?》
《Cosa c'è, papà?》
《Cosa succede?》
Diglielo, mimò mio fratello. Alzai gli occhi al cielo, sentendomi nervosa. Non avevo mai chiesto il permesso di uscire con un ragazzo; non avevo neppure mai avuto un appuntamento.
《Mmm... Posso dirtelo quando siamo soli?》
Nate sogghignò, probabilmente immaginava la loro reazione. Papà si irrigidì.
《Qualcosa di grave?》
Sbuffai. 《Un... Un ragazzo mi ha chiesto di uscire.》
《Che?》 Urlò Gabriel. 《Se lo scorda!》
Come non detto.
《Chi è il ragazzino?》 Borbottò Harry. Finsi di non sentire mentre Karen aveva un sorriso smagliante. Forse lei avrebbe potuto capirmi se avessi spiegato ma mi vergognavo come una ladra ad ammettere che avevo una cotta per Harry.
Allungai il braccio per stringere la mano di papà; mi considerava sua e lo infastidiva sapere che piacevo ai ragazzi dato che Nate quando voleva non teneva la bocca chiusa.
《E tu vuoi uscire con lui?》 Domandò. Era una domanda difficile. Come amico mi piaceva e non mi pesava baciarlo, era molto carino e le sue battute erano divertenti.
《Sì.》 Ed era vero. Quando mi baciava il pensiero di Harry diveniva meno presente.
《È carino?》 Risi alla domanda di Karen mentre mio fratello maggiore grugniva. Annuii.
《Chi è?》 Continuò Gabe. Per la prima volta provai disagio a essere al centro dell'attenzione. Nathan lo comprese e mise la mano sulla mia, sotto il tavolo. Ecco perché era il mio migliore amico, capiva senza parole e non pretendeva spiegazioni.
《Dillon McCarthy. È il quaterback della squadra di football.》
A differenza del calcio e del basket, le partite del liceo di football erano apprezzate e seguite da tutti a Blacksburg.
Gabe inarcò un sopracciglio e un attimo dopo digitò qualcosa sul cellulare per poi portarlo all'orecchio.
《Che fai?》 Sbottai nel panico. Fece segno di tacere. 《Gabe!》 Strillai. Non mi calcolò.
《James, sì... Che intenzioni ha quell'idiota di tuo fratello?》
《Gabriel!》 Scattai in piedi, rossa come un peperone. Nate se la rideva mentre gli altri erano divertiti.
《Vuole uscire con mia sorella... Vivienne, cretino... Che c'è di male se è carina, sei serio?》
Volevo sparire! Quando provai ad aggirare il tavolo, papà mi trattenne per i fianchi perché mi sedessi sulle sue gambe.
《Lascialo fare il fratello maggiore》, sussurrò, allegro. 《Tanto non ha potere decisionale》, continuò, ammiccando.
《È mia sorella, se le entra nei pantaloni glielo stacco!》
《Papà!》 Mi lagnai, affondando il viso sulla sua spalla. Mi accarezzò la testa e mi baciò tra i capelli.
《Se mi dici che è un bravo ragazzo non ci sono problemi, Pulce.》
《Davvero?》
Divenne un po' rosso. 《E... Assicurami che se ti metterà le mani addosso, verrai a dirmelo.》
Lo abbracciai, con papà era facile e mi faceva sentire al sicuro.
Gabe chiuse la chiamata, sembrando rassegnato.
《Ho il consenso di James. Se ti sfiora lo pesto》, ci avvisò, come se fosse normale. Scoppiammo a ridere.

Okay, per quanto cercassi di fingermi diversa, la verità era che mi sentivo un po' agitata. Mentre i Green Day cantavano, infilai la testa nell'armadio. Presi un paio di jeans neri pressoché stracciati dappertutto, a Kate e Sid non piaceva il mio modo di vestire e spesso mi ero accorta degli sguardi scocciati di qualcuno per strada ma non mi importava. Da queste parti per essere una ragazza per bene dovevi andare in chiesa, non dire parolacce e vestiti essere ben stirati. Invece a me piacevano i pantaloni strappati e attillati e non mi importava delle magliette stropicciate. Gabe per scherzare mi diceva che sembravo una barbona.
Ultimamente mi ero messa in testa di comprare un paio di scarpe col tacco.
Recuperai una maglia canotta bianca e buttai tutto sul letto. Avrei dovuto finire i compiti ma li avrei fatti questa notte.
Poco dopo raggiunsi i vestiti sul materasso e rimasi a fissare il soffitto. Sospirai.
Devo smettere di pensare

Messaggio inviato: ore 15:20
A: Nat-Nat
Fumiamo?

Un'ora dopo ero ancora sballata ma per fortuna Nate mi lasciò il suo collirio dato che avevo gli occhi rossi. Mi disse che sarebbe andato a mangiare e andò via.
Feci una doccia veloce per paura che qualcuno sentisse la puzza d'erba. Mi vestii lentamente; asciugai i capelli col phon mentre li pettinavo con le dita. Ero leggera come una piuma, niente poteva arrivare a me. Ero invicibile. Sorrisi un po' sfacciata, specchiandomi. Fumare erba non faceva sparire i difetti che avevo ma, in qualche modo, alleggeriva anche loro. Non avevo nessun problema col mio corpo - ero bella - ma certe volte lo specchio mi giocava brutti scherzi.
Misi il mascara pensando che avevo voglia di baciare qualcuno e nonostante tutto passai uno spesso strato di rossetto rosso.
Dillon sarebbe arrivato di lì a poco.
Appena scesi al piano di sotto diventai di pietra, notando papà, Gabe e Harry mentre Nathan mangiava un panino.
《Che ci fate qua?》 Avrebbero dovuto essere alla locanda, Santo Dio! Mi costrinsi a tenere gli occhi più aperti possibili e me la feci addosso alla possibilità che potessero scoprire il mio nuovo passatempo. Gabe sapeva che Nathan fumava ma gli aveva fatto promettere che non avrebbe permesso che anch'io lo facessi.
Papà sorrise e compresi. Volevano conoscere Dillon. Stavo per vomitare.
《Sarete imbarazzanti?》
Sentii Harry ridere. Gli lanciai un'occhiataccia. Non c'entrava niente, avrebbe dovuto andarsene.
Non sono tua sorella!
Papà mi sistemò una ciocca di capelli. 《Sono tuo padre, Pulce, è il mio compito.》
《Essere imbarazzante?》
Ridacchiò. 《No. Incontrare questo ragazzo.》
《Non vuoi mai conoscere le ragazze di Gabe, gli ricordi di usare il preservativo e basta.》
Nate scoppio a ridere. 《Se non l'avesse fatto, saremmo zii da un pezzo!》
Papà trattenne un sorriso a differenza mia mentre il diretto interessato faceva smorfie.
Il rumore di un pick-up che parcheggiava nel vialetto fece cadere la stanza nel silenzio. Un minuto dopo il campanello trillò.
Sparatemi!
《Lo avviso》, borbottai, correndo all'ingresso. Aprii la porta e quasi sbuffai per la sua mania di apparire perfetto. Sorrise smagliante e mi baciò la guancia.
Okay, è figo!
《Avrei preferito un vestito ma mi accontentò.》
Gli diedi uno schiaffo sulla spalla.
《Dillon c'è... Mio papà e Gabe vogliono conoscerti.》
Scrollò le spalle. 《Piaccio ai padri.》
《Sei sempre così modesto?》
《Solo quando sei acida》, ribattè, prendendomi la mano ma la sfilai immediatamente.
《Non toccarmi là dentro.》
《Credi sia un suicida?》
Risi, spingendolo oltre la soglia. Ci aspettavano in salotto.
《Sono grossi da vicino》, bisbigliò, esibendosi in un altro sorriso. Che attore!
《Buonasera Signore》, salutò, allungando la mano.
《Leccaculo!》 Esclamò Nathan, superandoci per salire le scale. Non lo disse a bassa voce e divertì sia Gabriel che Harry. Dillon fece finta di nulla mentre papà lo squadrava. Sorprendentemente fu meno catastrofico di quel che credevo. E Dillon si comportò alla perfezione. Papà non l'avrebbe ammesso ma gli piaceva.

Messaggio ricevuto: ore 16:57
Da: Lui
Davvero? Uno come lui?

Strinsi i denti, e gli feci il dito medio senza che nessuno se ne accorgesse se non lui. Gabe saluto Dillon con una pacca troppo forte sulla spalla. Appena fummo in macchina, tirai un sospiro di sollievo.
《Mi uccideranno se ti faccio qualcosa, eh?》 Domandò, mettendo in moto. Sorrisi, concordando mentalmente.
《Devi decidere se tieni più alla tua vita o al divertirti con me》, ammiccai. Mi fissò, distogliendo per un secondo lo sguardo dalla strada.
《Decisamente la seconda.》
I maschi sono esagerati.
《Ho capito perché tuo padre e Gabe volevano conoscermi ma Harry?》
Distolsi lo sguardo, sorridendo con forza. 《Siamo... Siamo come fratelli.》
Ripeterlo, prima o poi, mi avrebbe ucciso.
Comprammo due gelati nel chiosco vicino al parco e ci sedemmo sul prato a gambe incrociate. E compresi finalmente il difetto di Dillon: parlava fin troppo di sé. Davvero, davvero, tanto. Raccontò del football nonostante gli avessi detto che ne sapevo abbastanza; della sua famiglia, anche se li conoscevo di vista, e di tanto altro. A un certo punto divenne solo rumore e l'unica cosa positiva fu il gelato al caffè e cioccolato. Sospettavo che mi piacesse più del solito per via della canna.
Infilai l'ultima parte di cono in bocca e mi pulii le mani. Guardai le labbra di Dillon muoversi ancora, non ci pensai molto e gli infilai le dita tra i suoi capelli per appiccicare le labbra sulle sue. Non mi curai di chi potesse vederci.
Sì, rendeva meglio quando era distratto.
Baciava bene e non mi faceva sentire niente, neppure me stessa. Era piacevole.
Probabilmente credeva che ero pazza di lui.
《Sei la prima...》 Mormorò, contro di me.
《Mmm?》
《A prendere l'iniziativa.》
Gli mordicchiai il labbro per poi passarvi la lingua. Mi attraeva.
《Cretine le altre》, risposi. Sorrise e respirò affannato mentre mi allontavo. Dillon, oltre le apparenze era dolce. Lo intuii dal modo in cui passò il pollice sulla linea della mandibola.
Mi resi conto che in qualche modo contorto mi ero assicurata la sua totale concentrazione almeno per qualche mese, finché non avesse raggiunto il suo obiettivo. Ero cresciuta con tre maschi, potevo tenerlo a bada.
Sarà un gigantesco casino...

Posteggiò sul ciglio della strada, ormai era buio e papà gli aveva chiesto di portarmi a casa per l'ora di cena. Anche se era alla locanda e a casa c'era solo Nate, si fidava ciecamente.
《Lo faccio!》
《Non te lo permetterei》, ridacchiai. Ancora mi chiedevo perché ne parlassimo. Dieci minuti prima gli avevo detto che mi facevano male i piedi perché il pomeriggio del giorno prima avevo lavorato tanto.
Scesi dal pick-up con un saltello e me lo ritrovai accanto. Inarcai le sopracciglia.
《Che vuoi?》
Mi guardò divertito. Non compresi il modo ma mi ritrovai sulla sua spalla. Lanciai un urlo allucinante e scoppiai a ridere. Percorse il vialetto come nulla fosse.
《Sei un coglione!》
《Dovresti ringraziarmi.》
《Sogna!》
Mi pizzicò il retro della coscia e mi scappò un altro grido.
《Mi piace quando urli, immagina quando-》
Gli piantai una gomitata al centro della schiena, gli feci male dato che imprecò.
《Picchi come un maschio!》
《Evita cazzate e non lo farò.》
Sul portico mi mise giù, sorrideva ancora. Ogni espressione di Dillon nascondeva un po' di furbizia. In questo periodo il morale era così a terra che compresi che averlo tra i piedi - nonostante le implicazioni - non mi avrebbe fatto male.
《Buonanotte...》
《Domani passo a prenderti?》
《Il prossimo passo sarà darmi il giubbotto della tua squadra?》 Lo presi in giro. Si grattò la nuca in imbarazzo. Lo tirai per la maglietta per baciargli la guancia. Avevo imparato a sciogliermi.
《Vado a scuola con mio fratello o in bici, però al ritorno potrei farci un pensierino...》
Chi diamine sono diventata?
Mi circondò la vita con un braccio, costringendomi in punta di piedi. Quel gesto mi ricordo Harry, anche se non ne sapevo la ragione. Avevo nostalgia di qualcosa che non avevo mai avuto. Avrei preferito innamorarmi di Dillon, sarebbe stato più facile.
Avvicinò la faccia alla mia e un secondo prima che mi baciasse la porta si aprì. In fretta e furia allontanai Dillon e la mascella mi cadde per terra, vedendo Harry.
《Entra.》
Questo mi imbarazzò molto più di questo pomeriggio. Strinsi i denti.
《Scrivimi》, mormorai a Dillon. Prima che potesse anche solo pensare di sfiorarmi, Harry mi afferrò il braccio e gli sbattè la porta in faccia. Ero totalmente spiazzata, senza parole e umiliata.
《Che cavolo è stato!》 Sbottai, seguendolo in salotto. Ancora non mi spiegavo perché fosse in casa mia.

《Era tardi.》

In un'altra situazione avrei trovato divertente il suo tono offeso, come se avesse ragione.
Che faccia tosta!
《Sono le otto e trenta!》
《Era tardi》, ripetè. Sgranai gli occhi e gli mollai uno spintone. Ero così arrabbiata che tutto il resto passava in secondo piano.
《Sei stato imbarazzante.》
《Sai cos' è imbarazzante? Che ti piaccia un tipo come lui perché, lasciamelo dire, appena otterrà quello che vuole ti mollerà.》
E fu in quel momento che mi accorsi di quanto il suo giudizio facesse male. Harry era in grado di ammazzare con le parole.
Abbassai il capo, ero così delusa. Io ero lì che lo amavo nonostante tutto mentre lui...
《Quindi scoparmi è l'unica ragione per cui qualcuno uscirebbe con me》, ansimai. Fece male.
《Vi-》
《Okay.》 Non c'era niente che andasse bene, era doloroso perfino respirare. Avrei voluto gridare, piangere e ucciderlo. Invece non piansi neanche.
Ero vuota.
Indietreggiai prima che potesse toccarmi. 《Sei un lupo travestito da agnellino, Dillon non nasconde quel che è. Lui ha sedici anni mentre tu ventidue. Chi è il bastardo?》
E me ne andai. Piena di crepe e gli occhi gonfi.
------------------
Uscite disastrose? Fatto.
Avere tra i piedi maschi egocentrici? Fatto.
Picchiare un ragazzo? Fatto.
Farsi una canna? Non ho intenzione di rispondere!
Ahhahah... Potrei continuare e scrivere il decalogo della sfigata.
Avete mai fatto (?) una di queste tre cose?
Che canzone avreste messo al capitolo al mio posto? È una domanda che farò sempre d'ora in poi, un po' per conoscere i vostri gusti musicali e un po' per scoprire nuove canzoni in caso.
Commentate e votate. Alla prossima.

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