Io e te. Primo capitolo

By FedericaValentino7

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Federica è una psicoterapeuta con una vita sentimentale tremenda che l'ha resa fredda e incapace di lasciarsi... More

PREMESSA
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RICCARDO

FEBBRAIO

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By FedericaValentino7

Sono le 18.30 e sono ancora in ospedale, è stata una giornata lunga, ho avuto 6 nuove coppie di genitori e ho dovuto incontrarle tutte. Mi tolgo le scarpe e mi maledico per essermi messa i tacchi, come ogni volta, non prevedendo che alla fine della giornata sarei stata così. I miei piedi sembrano dei tomini alla piastra e mi fanno un male assurdo. Suona il telefono fisso e vedo che è l'interno di una sala operatoria, allungo un braccio stile ispettore gadget e afferro la cornetta, già stanca per quello sforzo
《pronto?》 chiedo
《piccola sono io, sono in sala operatoria》 me lo chiarisce sempre come se non avessi ancora imparato quell'interno visto che mi chiama solo 800 volte al giorno da quel numero, non rispondo e lui prosegue《 ho quasi finito. Ti va una cena fuori insieme?》. Non mi propone quasi mai di cenare fuori, anche perché finisce sempre tardi e io, di solito sono già a casa, ho già mangiato e sono sdraiata sul divano come una stella marina, ma ho voglia di uscire con lui, nel mondo esterno 《certo Ric, mi farebbe molto piacere》 lo sento sorridere《 aspettami per un'ora, vengo a prenderti in studio》 dice e prima che possa rispondere attacca.
Mi alzo e vado a sdraiarmi sul divano, togliendomi il camice che oramai è diventato una seconda pelle, e accendo la musica per rilassarmi e aspettare il mio fantastico uomo che sta per venire a prendermi. Questo doppio senso non era assolutamente voluto, ma quando si tratta di lui mi vengono spontanei. Dopo un'ora entra nel mio studio vestito come stamattina quando siamo arrivati. È molto elegante, come sempre, con uno dei suoi abiti tre pezzi di alta sartoria, e la sua bellezza mi toglie il fiato 《andiamo?》 dice guardandomi e tenendo la porta aperta. Mi alzo dal divano, gli giro intorno, chiudo la porta e giro la chiave e mi volto verso di lui che mi sta guardando pensieroso e solleticato dalla mia iniziativa 《prima...》 bisbiglio afferrandogli la cintura dei pantaloni e slacciandogliela. Mi guarda e vedo le sue labbra che formano un ghigno soddisfatto, così gli tiro giù la zip e gli abbasso i pantaloni. Cerca di toccarmi, ma mi ritraggo facendo "no" con l'indice, so che lo eccito se mi comporto così sfacciatamente. Gli tiro giù i boxer e scorgo il mio amico che mi fissa contento di vedermi, lo prendo tra le mani stringendolo leggermente e facendo scivolare una mano dalla base alla punta già bagnata, poi mi chino e lo infilo in bocca, gustandolo, leccandolo, baciandolo e muovendo la mia lingua per tutto il suo membro. Lo sento gemere 《 piccola, ci sono quasi》 , così mi stacco, mi sistemo il vestito e dico 《ottimo!ora possiamo andare a cena》. Vedo i suoi occhi che vorrebbero fulminarmi per averlo lasciato eccitato e non soddisfatto, ma mi sto divertendo un sacco a punirlo senza ragioni, e lo sento ringhiare a denti stretti《cosa??》, prendo la borsa e il cappotto mentre lui è ancora con le braghe calate e dico《così penserai per tutta la cena a questo e a quello che ti farò poi》, sbotta e si riveste velocemente con gli occhi ancora scuri 《che stronza che sei piccola, me la pagherai!》 rido e mi avvicino prendendolo per la cravatta e guardandolo fisso negli occhi 《è una promessa?》. Mi sbatte contro la porta mettendomi una mano sotto il vestito e dice ansimando al mio orecchio《non me ne vado se prima non ti ottengo》, lo bacio all'angolo della bocca e lo allontano sorridendo ammiccante. È furente, impaziente, desideroso di possedermi e la cosa non può far altro che farmi eccitare ancora di più. Apro la porta e mi giro per fargli cenno di andare, e lo trovo in piedi, con le mani in tasca e la postura dura e potente, da capo del mondo che ora è nelle mie mani. Scuote la testa, si avvicina, mi prende per mano e ci dirigiamo verso l'ascensore a passo veloce, quando siamo dentro mi accarezza la schiena e cita una frase bellissima che farebbe invidia a  Schopenhauer  《d'altronde un uomo si innamora di una donna quando sente di aver incontrato un degno avversario》.
La cena è stata deliziosa e mentre torniamo a casa lui sta guidando la mia jeep e decido di prepararlo per quello che ho in mente, che ovviamente so cambierà con qualcosa di ancor più piccante.  Gli metto una mano sul suo pene che è rimasto duro per tutto il tempo, Il suo sguardo mi brucia e capisco che non ce  la fa più, così accelera e parcheggia in fretta davanti a casa mia. Scende come una furia e urla 《muoviti!》; mi piace sentirlo così rude, maschio, virile che mi dà ordini. Entrati in casa mi spoglia velocemente facendomi rimanere nuda di fronte a lui che mi osserva con cupidigia 《dimmi un tuo sogno erotico piccola》 bisbiglia con voce roca e sexy; non so cosa dire, ma mi viene un'idea 《legami, bendami e prenditi tutto》 dico ansimando all'idea. Il solito ghigno con le fossette gli compare sul suo volto estasiante, si leva la cintura, mi sbatte sul letto e mi lega le mani alla spalliera di ferro battuto, poi prende la cravatta e me la stringe dietro la testa. Il mio respiro accelera e il mio cuore sembra uscirmi dal petto, sono completamente in suo potere e la cosa non mi dispiace per niente, anzi, sono bollente, penso che verrò non appena mi sfiorerà. Sono sempre stata la classica che teneva le redini di tutto e decideva ogni cosa anche in ambito sessuale, avevo bisogno del controllo, dopo ciò che mi era successo, ma trovarmi qui ora legata come un salame e bendata mi fa crescere la voglia oltre il normale, perché mi fido di lui e gli affiderei ogni parte di me. Può prendersi tutto ciò che vuole, può fare tutto ciò che vuole col mio corpo. Bah quasi tutto
Posso sentire ogni rumore: i bottoni della camicia che si aprono, i pantaloni che cadono in terra e poi, finalmente, il peso del suo corpo sul materasso.
Sento il suo respiro sul mio corpo, le sue labbra cominciano a sfiorare le mie gambe, le cosce, l'inguine, e sono sul mio sesso che baciano e leccano facendomi dimenticare il mio nome. Le sue dita le raggiungono e entrano in me muovendosi lentamente, il mio respiro aumenta sempre di più, vorrei toccarlo, vederlo, stringerlo, ma non posso, devo accontentarmi di sentire la nostra pelle a contatto, il suo profumo che mi inebria e accende tutti i sensi. La sua lingua lascia la mia vagina e sale sul mio ventre e mi abbraccia il piercing, poi continua verso il mio seno già turgido e comincia a succhiarmi e mordermi i capezzoli ardentemente. Lentamente passa ad occuparsi del mio collo e sento la mia pelle rabbrividire per il piacere, poi si muove dietro le orecchie e una scarica mi attraversa come un fulmine in una notte d'estate.
Finalmente, giunge alle mie labbra e la mia lingua si incrocia alla sua in una danza davvero eccitante. Sento l'elastico dei suoi boxer e poi il suo membro sulla mia pancia, duro, caldo, grosso che mi fa raggiungere il culmine solo al pensiero di ciò che potrebbe farmi; con una mano lo sposta tra le mie gambe e ho un sussulto, sono bagnata e pronta, lo voglio ora, e alla fine entra in me. Un urlo esce dalla mia bocca mentre continua a baciarmi sul collo, sulle spalle, sul viso e sento che i colpi diventano più forti e lui mi sussurra《piccola sentirti urlare per ciò che ti faccio è una cosa che mi fa impazzire》. Chiaramente le sue parole mi fanno gemere più forte e chiamare il suo nome mentre l'orgasmo mi colpisce come un treno, scuotendomi. Mi sento sconvolta, invasa dal piacere e più ne provo, più ne vorrei. Quando viene anche lui mi toglie la cravatta e la cintura e cade sul letto di fianco a me respirando forte 《ti è piaciuto principessa?》 dice ancora ansimante. Cerco di calmare il mio respiro, invano e rispondo《non so più come mi chiamo》 e lo sento ridere orgoglioso, così continuo 《sei un tornado, come mi prendi tu, nessuno》 sono stremata, penso di non aver mai goduto così tanto, tutte quelle sensazioni sono state pazzesche 《come sei romantica piccola!》 dice prendendomi in giro come al solito. Ci addormentiamo abbracciati e nudi, stretti l'uno all'altra con il suo profumo che mi rende felice.
Il 7 di febbraio sono al centro, e non in ospedale, e come sempre vado nello studio di Lisa a chiacchierare prima di iniziare a vedere i nostri pazienti, portando in dono un caffè 《come procede con Max?nessuna nuova?》 esordisco passandole il caffè e sedendomi sulla solita poltrona che avrà la forma del mio sedere. Fa un sorso di caffè tirando poi fuori la lingua perché si è ustionata e dopo aver imprecato dice 《nessuna nuova, buona nuova. Comunque si è calmato da Miami, però per me, oramai, qualcosa si è rotto!è brutto da dire però quando parte sono quasi felice》 immaginavo, vista la sua reazione all'epoca, però lui mi piace e non voglio vederlo con un cappio al collo che tira un calcio alla sedia per impiccarsi 《non è un buon sintomo!》 esclamo e lei scuote la testa dicendo 《no direi di no》. Voglio indagare più a fondo ma "feels like home" mi tuona nelle orecchie, così estraggo la macchina infernale e rispondo 《Ric》, come al solito sospiro come se mi stesse disturbando e lui ride 《dottoressa la stavo per caso disturbando?》, sorrido anche io 《come sempre dottore. Cosa posso fare per Lei?》. Ha la capacità di chiamare nei momenti meno opportuni, probabilmente ha un sensore che lo avverte 《tante cose può fare》 dice in tono sexy, che come sempre mi fa scuotere la testa perché i pensieri cominciano a vagare《interessante》 bofonchio mentre Lisa mi osserva divertita capendo la nostra conversazione. Sto cercando di trattenere le risate, anche perché so che a Ric dà fastidio se rido al telefono quando non è lui l'artefice delle mie risate 《la chiamo per dirLe che domani parto per LA per una settimana!》. Sento lo schianto di una navicella sulla mia testa e sono certa, quasi più del mio nome, che ci sia lo zampino della sua adorata madre, me lo sento nelle ossa, così mi chiedo: perché cazzo non ho organizzato quella cosa con i tizi con il cricket? Oramai è tardi per pensarci quindi mi rabbuio e dico 《quindi non ci sei a San Valentino?》. È la mia maledizione quella giornata, mi sono sempre ritrovata sola come un cane, ma speravo che almeno quest'anno avrei fatto qualcosa, non è che volessi molto, ma almeno svegliarmi accanto a qualcuno sapendo che per la prima volta non avrei avuto voglia di sparare con la cerbottana a tutte le coppie in amore. Capisce la mia tristezza così dice 《farò di tutto per esserci principessa!》, non me ne frega niente se farà di tutto, 99 su 100 non ci sarà e sarò sola, sul mio divano, ad abbuffarmi di gelato e a piangere di fronte a qualche puntata di grey's anatomy. Non so cosa rispondere quindi bisbiglio 《ok》, ma le cattive notizie non sono finite, anche perché si sa che le sfighe sono come fogli di carta igienica:"ne prendi uno ne vengono dieci", così sto zitta e aspetto e sento la sua voce, che è poco più di un bisbiglio《e poi..》 sgrano gli occhi come se potesse vedere la mia delusione e sbotto 《e c'è anche un "poi", Ric?》, percepisco la sua paura nel rispondermi 《non riusciamo a vederci prima che parta perché opero fino alle 23 e alla 1 ho l'aereo!》 sono furibonda, così come sempre sospiro il suo nome e attacco spiaccicandomi contro lo schienale della poltrona. Mi arriva un whatsapp "piccola mi dispiace! Mi farò perdonare", sbatto il cellulare sulla scrivania senza rispondere. Lisa mi chiede cosa mi renda così nervosa e le dico che Ric ha deciso di partire per una settimana, ma lei stranamente non afferra il punto perché mi chiede se mi mancherà, cosa ovvia, ma non è quello il problema, solo che mi sento stupida per essere arrabbiata perché non ci sarà a San valentino.
《cosa mi ha fatto quel maledetto?》 chiedo all'oracolo Lis
《ti ha fatto innamorare》 risponde lei e come al solito dà prova della sua saggezza, annuisco e lei continua 《è un bene gioia bella, poi da quando sa del tuo passato è migliorato o sbaglio? Corre di meno, no?
Passo la solita mano tra i capelli e rispondo 《si adesso è tutto ciò di cui ho bisogno, ma odio aver così tanto bisogno di lui》 lei sorride della mia deficienza e non capisco come possa avere così tanta pazienza con me e non insultarmi mai《sei abituata a cavartela da sola, ma dopo un po' diventa bello aver bisogno di qualcuno》 suona ancora il cellulare e leggo un suo whatsapp"piccola rispondimi. Non posso vivere senza di te" mi fa sorridere perché sa che a questa frase non posso far altro che rispondere con una delle mie frasi terribili "fai un piacere all'umanità e datti fuoco, allora!". Ora sa che tra noi va tutto bene, che lo perdonerò, anche se in realtà non ha fatto nulla di male. Comunque guardo Lisa e dico 《per ora mi sento un leone affamato in gabbia》, lei scoppia a ridere  e decido di chiederle se le va di trasferirsi da me per la settimana, visto che Max e Ric sono in giro per il mondo, e lei risponde《ti prego. Casa sua mi mette ansia!》 siccome vive a casa di Max cosa che le ha sempre dato fastidio, visto che quando è andata a stare da lui la casa era già arredata e lei non ha potuto fare niente, se non accettare i suoi mobili e farsi spazio nell'armadio, sono contenta di farla staccare per un po'.
Appena tornate a casa trovo Nico sulla porta che ci aspetta e urla 《ragazze paranoia totale》 noi sorridiamo e la raggiungiamo. Appena in casa aprono una bottiglia di vino mentre io cucino e Nico comincia a parlare 《Teo è in crisi, come sempre e io non ho chiuso occhio e ho continuato a piangere ininterrottamente. Perché voi fate così?》 e mi indica, siccome sono più uomo che donna. So bene che anche le mie amiche, seppur super comprensive, mi condannano per essere così fredda, almeno apparentemente, e nonostante conoscano i miei più oscuri segreti continuano a non capire i miei perché, ed è fiato sprecato cercare di inculcarglielo nei loro meravigliosi cervelli che a volte vorrei friggere《sai noi siamo così》 rispondo ridendo, ma vedo il suo volto diventare più cupo e gli occhi lucidi 《glie l'hai detto finalmente?》 so che intende il "ti amo" e so anche che non prenderà bene la mia risposta, soprattutto perché le ricordo il suo fidanzato 《non ancora teso!》 rispondo. Beve un sorso di vino e mi guarda come se volesse sbattermi contro il muro e farmi rinsavire《e cosa aspetti? Che se ne vada? E poi che farai piangerai quando sarà troppo tardi?》. Sospiro perché so che ha ragione, ma sono fatta male, e probabilmente è vero che se ne andrà e io piangerò, ma è difficile, maledettamente difficile, potrei mandarla a quel paese e dirle di farsi gli affari suoi, ma ho la capacità di rimanere sempre calma. Beh questa è una cazzata, diciamo quasi sempre. Comunque decido di appiccicarmi un bel sorriso, anche se so che non la prendo in giro e dire 《 sì teso decido di aspettare che volerà via da me. Ma siamo serie e dimmi che è successo》, mi sorride da Crudelia Demon e sono certa voglia usare la mia pelle per fare un gilet e risponde 《non sono io ad avere un problema, beh un po' sì, ma mi preoccupo per te. Ti farai spezzare, lasciati andare una buona volta!》. Vedo Lisa che sta per aprire la bocca e so che potrebbe uscirle qualche cattiveria tagliente per farla zittire, ma non voglio perché Nico ha qualcosa che non va, così le faccio un cenno con la mano per farla stare tranquilla e la vedo che sbuffa accendendosi una sigaretta. Verso altro vino a Nico così da farla rilassare, le prendo la mano che è sul bancone e le dico 《teso cosa è successo davvero?》 lei scoppia a piangere singhiozzando e mi avvicino ad abbracciarla e lei bofonchia 《sono le persone come te che fanno più male》, le accarezzo i capelli e sussurro 《lo so teso, lo so, ma le persone come me stanno male a loro volta.》 lei tira su col naso e risponde 《ma io devo sempre capire e chi capisce me?》, sorrido per la risposta che mi viene in mente e dico 《l'orrenda persona che ti sta abbracciando, per esempio, o la sguattera che sta fumando di fianco a te come una tossica, scegli tu》 lei ride tra le lacrime, beve e comincia a spiegare 《va in crisi per niente, a volte, sembra che ci sia nella storia, che mi ami davvero, ma poi si distacca e mi dice cose e altre non me le dice》 Lisa la guarda 《sei criptica bella gioia》 e Nico continua《a volte va a mille all'ora e a volte dice che dobbiamo rallentare e io come faccio a capire che mi ama davvero?》 mi guarda come se dovessi avere la risposta a tutto, così trangugio un bicchiere e comincio a pensare alla risposta adatta《 secondo me non vuole bruciare tutto, vuole andare a piccoli passi, ma poi quando ti vede vorrebbe tutto e subito, mentre quando sta lontano da te la sua parte razionale viene a galla e decide che vuole andarci piano. Continuo a stupirmi per la stupidità maschile. comunque capisci che ti ama semplicemente osservandolo fare progetti e ritrattarli, perché anche se hai paura se non ami non fai progetti, e poi le parole sono sopravvalutate. Guarda il quadro d'insieme: vive con te, sta con te, ama te, sceglie te. Cosa non ti basta?》 vedo che sta un po' meglio e infatti mi risponde 《sono pazza, una pazza imparanoiata. Scusami se ti ho attaccato, ma a volte me lo ricordi!》 scuoto la testa e esclamo 《oh tesoro non ti preoccupare. Comunque se riesco io a uccidere i miei demoni, più o meno, allora ci riuscirà anche lui!》
Ci mettiamo a mangiare e sento "feels like home" che come al solito mi interrompe. Sono certa ci siano delle microspie, prenderò uno di quegli aggeggi che sentono le frequenze nascoste, quelli che ci sono nei telefilm. 《piccola che fai?ti disturbo?》 scoppio a ridere mentre mangio una patatina 《Ric, hai un talento naturale in questo. Comunque sto mangiando. Tu?》 ride anche lui《 lo so piccola, mi piace disturbarti! volevo salutarti perché sto entrando in sala,che fai dopo?》 è sempre curioso come una bertuccia e voglio farlo preoccupare il più possibile 《follie con le amiche, del tipo rubare una macchina e fuggire lontano e poi lanciarci con il paracadute,  organizzare un combattimento tra galli, farci uomini sconosciuti, cose così insomma》 si schiarisce la voce 《 via il gatto e i topi ballano. Piccola ricordati che tu sei solo mia》 e io rispondo《 si si io solo tua, tu solo mio e bla bla bla》 lui ride 《il tuo solito romanticismo principessa》.
Dopo cena andiamo in un pub a raggiungere Priscilla, Elena e Sofia. Appena entrate ci sediamo sui divanetti e cominciamo a chiacchierare, bere e divertirci. Lisa ci racconta di aver comprato una gonna, che vuole rifilarci, perché troppo lunga e quando le chiedo perché semplicemente non la accorcia mi guarda come se non la conoscessi, e già scoppio a ridere《ti sembro una sarta per caso?》 sbotta indicandosi, cerco di trattenere le risate, con scarsi risultati e le dico 《beh non si sa mai, potresti provarci》 ma vedo sul suo volto dipingersi un'ombra di disgusto e risponde《 ne verrebbe fuori una cosa tipo "serva scappata dalle risaie"》 siamo piegate in due, sembriamo scosse da crisi epilettiche, le persone ci guardano come fossimo marziane appena sbarcate, o povere disgraziate. Improvvisamente le vedo tacere e guardare in direzione della porta, le osservo stupita e mi indicano la direzione dei loro sguardi e quando mi volto vedo Ric all'ingresso. Blackout totale, non sono padrona di me stessa né delle mie azioni, so solo che mi sto alzando, comincio a correre verso di lui e mi butto tra le sue braccia come un orsetto lavatore. Mi abbraccia sorridendo e facendomi roteare in aria 《principessa》 sussurra mentre mi bacia, e quando mi posiziona di nuovo sui miei piedi, che hanno vita propria, lo guardo nei suoi occhi azzurri e dico《pensavo dovessi operare e partire》 lui mi accarezza il viso e risponde 《dovevo piccola》, mi alzo sulle punte, visto che senza di lui non ho indossato i tacchi siccome non sento la necessità di essere più alta, lo bacio dolcemente 《e come mai sei qui?non parti più? Sono felice che tu sia qui, quindi non cominciare con le tue solite frasi del tipo "non sei felice di vedermi,ecc?"》 lui scuote la testa mi appoggia le mani sui fianchi e bisbiglia, come per non farsi ascoltare da nessuno, non che le persone siano tutte lì a guardare noi, ma vuole intimità 《piccola purtroppo devo partire, però ho fatto terminare l'intervento a un altro e sono venuto qui a salutarti, ho deciso di non darmi fuoco come avevi suggerito, ma di venire a baciare la mia splendida principessa》 scuoto la testa e dico 《adularmi non ti servirà a nulla》 e vedo che imita le mie parole con le labbra prendendomi in giro, gli tiro un buffetto sul braccio e lo bacio appassionatamente per lasciargli il ricordo delle mie labbra, e di ciò che si perderà decidendo di partire. Dopo il bacio mi guarda e sussurra 《ti amo piccola!》 e io muovo la mano e dico 《se se intanto te ne vai, quindi il tuo "ti amo piccola" te lo puoi infilare da un'altra parte!》 sorride scuote la testa e se ne va.
Torno al tavolo dalle mie amiche e sono frastornata per l'ennesima sorpresa di Ric, in più ce l'ho con me stessa perché avrei voluto dirgli quelle tre parole, che però mi sono morte in gola, anche se mi sforzo, anche se lo sento, non riesco a dirlo e non capisco il mio  problema. Forse dovrebbero picchiare me i tizi con il cricket mentre urlo "in faccia no, vi prego"! L'odio verso me stessa non conosce limiti. Bevo un bicchiere e mi accascio come una matrona romana sul divano 《sei odiosa con quegli occhi a cuoricino》 urla Priscilla disgustata
《grazie love, ti voglio bene anche io》 rispondo sarcastica e sinceramente felice
《hai trovato l'uomo più meraviglioso che esista. Te lo meriti love!》 dice alzando il calice e facendolo tintinnare con il mio. Annuisco e 《lo so lo so. Sono fottutamente fortunata》 Lisa mi osserva e sussurra 《e anche fottutamente volgare》 e torniamo a ridere tutte insieme. Torno seria e dico 《se volete vi posso regalare il mio passato. Comunque non vorrei essere così a pezzi, vorrei essere in grado di dirglielo》 dopo avermi detto che il mio passato me lo posso tenere stretta, mi ripetono che ce l'avrei fatta prima o poi a dirglielo, facendomi, così, sentire meglio. Almeno per stasera. D'altronde "domani è un altro giorno, si vedrà!"
Ciò che so è che odio i problemi, che li evito quando posso e odio ancora di più le persone che me li sbattono sotto il muso. Vorrei tanto essere uno struzzo che si nasconde sotto la sabbia, anche se in realtà non lo fa per nascondersi, ma per assomigliare a un sasso, quindi alla fine vorrei assomigliare ad un sasso, così almeno non dovrei più pensare. Sto delirando come sempre, quindi dopo essercene andate in un altro pub decidiamo di dirigerci a casa.
Tornate a casa, io e Lisa ci sdraiamo sul letto a guardare il soffitto mentre fumiamo, e lei comincia a parlare 《cos'è che ti fa tanta paura Sister?》 ecco che il problema mi esplode in faccia, vorrei farla tacere ma so che non mi porterebbe da nessuna parte così rispondo《 che sia una favola....》 fa un tiro di sigaretta e mentre espelle il fumo dice 《e che male ci sarebbe?》 sembriamo due filosofe che parlano di chissà quale questione di vitale importanza, quando invece stiamo parlando di "questioni di lana caprina"《non esistono le favole. Io non sono una principessa, non mi ci avvicino neanche, e lui di certo non è un principe. Per coronare il tutto, la nostra storia non avrà il lieto fine》 parlo velocemente, come se avessi un tempo limitato e fossi inseguita dagli orchi, e lei risponde 《e chi te l'ha detto?》
Ma che domanda è? La fisso ed esclamo con voce seria 《la vita》 lei ride e risponde《come sei saggia》 il nostro botta e risposta è sempre veloce 《lo sono sempre》
《ti stavo prendendo in giro》 sottolinea Lisa, come se non lo sapessi
《lo so》 rispondo
《l'importante non è dire cazzate, ma rendersi conto di averle dette. E tu, mia cara, sei maestra solo nel primo punto》 fa la voce da maestrina che mi diverte tanto
《quindi tu davvero pensi che sia una favola?》 la guardo perché mi fido del suo giudizio e sto letteralmente pendendo dalle sue labbra
《in un certo senso sì. Credo anche che sia reale perché state costruendo qualcosa e non vi abbandonate al vento sperando vi porti a riva. Le principesse erano stupide e tu non lo sei, sei un rottame intelligente, che, per di più, non metterebbe mai quei vestiti assurdi, e lui anche se sembra un principe non lo è di sicuro e poi non me lo vedo con le maniche larghe e i pantaloni a sbuffo e scommetto, anche, che non sa andare a cavallo!》 rido nell'immaginarmi Ric vestito come un principe, probabilmente gli donerebbero anche quegli abiti e lei continua senza freni《lui ti ama Sister e cosa c'è di più vero di quello?》. Un sorriso amaro compare sul mio volto《il dolore》 sussurro come per paura che il dolore mi senta e decida di tornare da me sotto mentite spoglie 《per cosa?per quello che ti hanno fatto?》 chiede Lisa e annuisco così prosegue《proprio tu dici sempre che "il passato è passato e lì deve rimanere e che noi tutti dobbiamo imparare a sotterrarlo"!》 la maledetta mi sta citando alla lettera, imitandomi pure 《sono brava a parlare, eh? So di essere una stronza che dice tante cose ma che nulla stringe!》 sorride ma non mi dà tregua, vuole tirarmi la mazzata finale, me lo sento 《i fatti, Sister, i fatti. Non vuoi vivertela come una favola? E allora non farlo. Vuoi rovinare tutto? Mandalo all'aria, ma non dare la colpa al passato! Non farti rovinare ancora qualcosa da quel cazzo di passato!》 mi guarda per vedere se ho capito, e ho capito ma è difficile comunque. Quando ha ragione, e ce l'ha sempre, mi ostino comunque a farla parlare, quando dovrei imbavagliarla. Mi mette sempre davanti alla realtà nuda e cruda e a volte non mi aiuta, perché a volte non voglio vedere, voglio vivere nel mio oblio, ma ahimè con lei al mio fianco mi è impossibile 《ho capito Sister, davvero!》 e annuisco come per dare più incisività alle mie parole, lei si alza dal letto ed esclama《ora sono sveglia, partita a scala?》 rido e andiamo in veranda a giocare a carte. A Padova giocavamo sempre, e ci siamo inventate le nostre regole, tipo scambiarci le carte se non ci piacciono, usare un mazzo con sei jolly, giusto per renderla più facile, e assegnarci punti a caso.
Il giorno dopo lo passiamo sul divano a poltrire e a guardare film e nel pomeriggio decidiamo di andare in campagna con i cani a fare una passeggiata salutare, cosa rara per noi, ma siamo in vena di fare movimento. Ric mi scrive facendomi ridere" piccola ho bisogno di una lista di persone che hanno ucciso i genitori e l'hanno fatta franca. Ho bisogno di eroi!" Lo faccio leggere a Lisa che ride a sua volta e decido di rispondere "cosa ti ha fatto tua madre? La ricerca non sta dando risultati, ma ti giuro che troverò qualcuno." Lui ribatte "è mia madre, non basta? Mi ha già rotto i coglioni e sono arrivato da dieci minuti, e mi ha chiesto perché tu non ci fossi, ricordandomi che le fidanzate dovrebbero sempre accompagnare i propri fidanzati e siccome tu non hai un vero lavoro, a suo parere, non capiva perché non fossi venuta. È stato inutile spiegarle i motivi, così alla fine ho gettato la spugna e le ho detto che sei malata, ma anche quella spiegazione non l'ha fatta tacere. Piccola ti prego aiutami. Dove sei comunque?". Non ci credo, sua madre raggiunge dei livelli di odiosità che mi sembravano impossibili prima, e continuo a stupirmi, cosa che mi fa stupire ancora di più. È un circolo vizioso, mi rimarrà l'aria stupita finché starò con lui "sto cercando una via di fuga o un luogo dove scaricare il corpo di tua madre nel caso riuscissimo a farla fuori, cosa che dubito, perché sono certa ci ucciderà prima lei. Bando alle ciance sono in campagna con la Sister, angel e seeley a fare una passeggiata!" La sua risposta mi fa capire che ha davvero bisogno di me" piccola le bugie hanno le gambe corte...tu lisa e passeggiata nella stessa frase stonano!comunque hai ragione ci seppellirà tutti!" Rido e metto via il cellulare. Mi fa ridere, ma nel frattempo è terribilmente possessivo e geloso e a volte mi fa piacere, mi fa sentire importante, lui è importante.
Durante la settimana in sua assenza vado in ospedale con Lisa che mi aiuta con i pazienti, passiamo la pausa pranzo insieme e mi fa compagnia in quel posto pieno di gente che mi guarda in modo strano: mi sento un pesce pagliaccio in una vasca di squali, sono certa vogliano la mia dipartita!
Sento Ric molto spesso, per quanto il fuso ce lo permetta, e a tutte le ore mi arriva il suo messaggio "mi manchi" seguito dalla mia risposta "ti penso". Penso che il "mi manchi" sia una delle frasi più romantiche, perché è come se quella persona ti dicesse che senza di te, gli manca una parte e che solo tu puoi completarla. Significa che hai lasciato un vuoto in quella persona e che solo tu puoi riempirlo.
Duranti questi giorni mi capita di essere assente, pensierosa e, spesso, non ascolto ciò che mi viene detto e me lo devono ripetere. Mi hanno chiesto più volte dove avessi la testa e io vorrei rispondere che è dove vorrebbe stare anche il resto di me, con lui, ovviamente. Odio che sua madre abbia ragione a dire che avrei dovuto mollare tutto, ma avrei voluto farlo, vorrei essere là con lui e, invece, sono in ospedale senza di lui, a casa da sola, nel letto senza lui, e mi manca da morire. Lo amo, lo amo, davvero tanto che penso mi manchi un braccio o una gamba quando non sono con lui e non mi piace ammetterlo, mi sento debole e fragile
Giovedì Lisa mi dice che Max le ha regalato un viaggio a Parigi per 5 giorni e che partirà venerdì mattina, il giorno di San valentino.
Quella sera vado a cena dai miei genitori e poi torno a casa e scrivo a Ric "come stai?". Alle 23 non mi ha ancora risposto e penso che stia operando o lavorando o facendo altre cose da padrone del mondo. Mi guardo qualche puntata, leggo qualche capitolo di uno dei miei libri erotici e alle 1.30 vado a letto, ancora senza averlo sentito così provo a chiamarlo 《 segreteria telefonica del dottor Wyatt, lasciate un messaggio》: ha il cellulare spento e sono già in paranoia totale
Mi giro e rigiro nel letto pensando alle cose peggiori che gli possano essere successe e alla fine mi addormento preoccupata, con la tachicardia ed esausta. Mi sveglio in preda al panico, per un brutto incubo e sento una presenza accanto a me e prima di terrorizzarmi del tutto, pensando sia una psicopatico che ha un feticcio tipo dormire con le sue vittime prima di sgozzarle con un taglierino, sento il suo profumo, mi giro e lo vedo disteso accanto a me, con una t-shirt gialla aderente e dei pantaloni della tuta neri. Adoro guardarlo mentre dorme, sentire il suo respiro tranquillo che mi rilassa e il suo profumo fresco di pulito. Mi riaddormento avvicinando il mio corpo in astinenza al suo e lo sento mugugnare e abbracciarmi.
Quando apro gli occhi lo vedo seduto accanto a me con gli occhi luccicanti, come al solito perché sta tramando qualcosa,e  un vassoio in mano 《buon san valentino Principessa》 mi stropiccio gli occhi 《Ric ero così preoccupata. Ti ho scritto e non mi hai risposto e ti ho chiamato ma il cellulare era spento e poi ho fatto un incubo》 appoggia il vassoio sul letto e mi tira seduta baciandomi sulle labbra e mi dice guardandomi con quegli occhi che mi sono tanto mancati 《piccola ero in aereo per tornare da te!》 lo bacio a mia volta e dico 《ora lo so, ma ieri ho anche guardato quella stupida app che mi hai scaricato per vedere dov'eri e mi dava "bersaglio introvabile"》. Mi accarezza i capelli e sogghigna fiero di sé《ero in aereo e volevo farti una sorpresa!》 non imparerà mai a dirmi le cose prima, vero? Ci vuole tanto a dirmi che stava per tornare? Almeno così avrei evitato di morire per un infarto o stare male per ore! 《comunque è di cattivo gusto quella cosa del bersaglio, che sei un cecchino?》 chiedo perché è davvero terribile quella app 《si piccola è orrendo, quando ti vedo c'è scritto "bersaglio in movimento"》 scoppio a ridere e penso alla persona che l'ha inventata e sono certa abbia dei seri problemi《che incubo hai fatto?》 chiede scrutandomi gli occhi alla ricerca di un suggerimento 《prima sgancia il vassoio》 dico allungando le mani, scuote la testa e immagino stia insultando il mio solito "non romanticismo", mi mette il vassoio sopra le gambe e vedo una tazza di caffè, un dolce alla crema, spremuta d'arancia, un mini vaso con una margherita e una scatoletta nera con bordo dorato. 《e questo Ric?》 chiedo prendendo in mano la scatola 《aprila》 esclama frettoloso. La apro e trovo un orologio di platino, con quadrante rettangolare, numeri romani e la scritta "ti amerò per sempre" incisa al centro. Rimango a bocca aperta e sento che mi esorta a girarlo, lo faccio e vedo un'altra incisione "San valentino 2016, tuo Ric", la mia bocca è rimasta immobile e sono certa potrebbero entrarci un bel po' di mosche da quanto è aperta, mi pizzicano gli occhi per la commozione, alzo il viso e vedo i suoi luccicare e la sua faccia interrogativa e insicura, perché non ho ancora detto nulla. Cerco di ritrovare le parole, faccenda ardua dato il regalo che ho tra le mani e finalmente dico 《amore è bellissimo! Grazie》 e lo bacio rischiando di rovesciare tutto sul letto 《vedo che per farmi chiamare "amore" devo farti delle sorprese》 lo continuo a baciare e sono a koala su di lui senza neanche rendermene conto 《hai capito tutto dalla vita》 esclamo e torno a sedermi di fianco a lui. Mi mette l'orologio al polso e mi passa la tazza di caffè 《dimmi del tuo incubo piccola》 chiede mentre continuo ad osservare il mio bellissimo regalo 《ho sognato che te ne eri andato》 dico rabbuiandomi, ancora spaventata per l'incubo 《ero morto?》 chiede curioso 《no, te ne eri proprio andato via da me!》, mi sfiora una guancia e si avvicina alzandomi il mento così che possa guardarlo 《ascoltami bene. Io non me ne andrò mai, a meno che io non sia morto, ma anche in quel caso sono certo riuscirei a trovare un modo per tornare da te, non ti lascerò mai! Mettitelo dentro quella tua testolina bellissima o sarò costretto a marchiartelo a fuoco!》 sorrido, e gli bacio teneramente le labbra 《mi prometti una cosa?》 domando e lui annuisce dicendo 《tutto quello che vuoi》, mi faccio coraggio 《che non mi crederai mai anche se dovessi dirti che ti ho dimenticato, o che non ti voglio più 》 mi sembra spaventato quando mi chiede 《perché dovresti dirmelo? Cosa succede piccola?》 gli accarezzo il viso che non è più sorridente a causa mia e decido di dire tutto ciò che mi preoccupa 《niente Ric, non c'è niente, ma non si sa mai. Ah devi anche promettermi di non lasciarmi mai andare via, sai che tendo a fuggire 》 mi sorride 《piccola te lo dissi la prima volta che ho dormito qui che con me ti sarebbe passata la voglia di scappare, e poi ti troverò sempre, non dimenticarti che sei il mio "bersaglio perennemente in movimento" e che io ho una buona mira!》
Vado di nuovo a cavalcioni su di lui e lo abbraccio forte baciando il suo collo muscoloso e annusando il suo odore rassicurante. Sa di casa, sa di mio, e non so come farei se non dovessi più averlo tra le mie braccia. Scaccio quei pensieri negativi, sembra che la mia mente sia infestata da spiritelli maligni e mi lascio andare. È la prima volta che faccio l'amore il giorno di San valentino e non so come mai ma questa volta è meravigliosa, non che le altre non lo siano, ma sarà per le parole che ci siamo detti, perché si è fatto migliaia di chilometri pur di star con me o solo perché lo amo da morire, ma è travolgente, come fossimo una persona sola.
Nonostante raccontassi a tutti la storiella che quando vuoi bene a qualcuno la lasci andare,ora non ci credo più, perché se tieni a qualcuno col cazzo che lo lasci andare. Tu resti, insisti, resisti. Devi lottare perché è così che dimostri di tenerci. Qualunque cosa accada devi lottare contro tutto e tutti con le armi e con i denti. Lotta. Lotta e alla fine vincerai. Non a caso amo la canzone "salute" di whitney Houston, mi sono sempre sentita anche io una Soldier Girl e ora lo capisco ancora di più, ma soprattutto comprendo che non gli dedicherei mai "i will always love you", sia perché la nostra canzone ci descrive meglio (feels like home) sia perché non ce la farei a lasciarlo andare, ad augurargli gioia e felicità, a pensarlo innamorato di un'altra. Senza di me vorrei fosse infelice. Mi conosco troppo bene e so che scapperò prima o poi, ma chiedendogli di insistere, mi sento più tranquilla, perché qualunque cosa accada, qualunque sbaglio commetterò, e sono certa ne combinerò uno prima o poi, lui lotterà ed è ciò che più conta per me e la mia mente bacata.
La sera mi porta a cena in un bellissimo ristorante, e mentre facciamo un brindisi con lo champagne lui dice 《ti amo tanto piccola》 e come sempre rido come una scema, senza riuscire a spiccicare parola, ma ad un certo punto il mio filtro anti- dolore decide si incepparsi così dalla mia bocca cominciano ad uscire strani suoni, che non riconosco essere miei 《tu mi hai sconvolto, non ti ho scelto e tu non hai scelto me, sei semplicemente capitato. Sei arrivato come un treno, e di certo non in orario visto che aspettavo uno come te da anni, ma mi sono resa conto che non posso fare a meno di te, non posso fermare il sentimento che continua a crescere, ho cercato di combatterlo, con scarsi risultati, ho cercato di non provarlo. Ho cercato anche di mettergli i bastoni tra le ruote, ma evidentemente ha rotto anche quelli. Ho provato ad allontanarmi, ma tu sei qui che mi guardi come fossi l'unica, mi capisci, a parte ora che vedo mi stai osservando come fossi una creatura di un mondo lontano》 ride e sussurra 《piccola tu e il romanticismo non siete così amici, quindi sono solo stupito, però continua》 annuisco, rido a mia volta e proseguo《con te è come se non ci fosse il tempo, mi sembra di conoscerti da sempre e nel frattempo di averti appena conosciuto visto che tutto quello che fai mi lascia senza respiro e con la faccia da ebete. Quando te ne vai mi manca l'aria, il mio corpo ha bisogno di te, la mia mente, tutto e mi sento una drogata, proprio come una drogata ti penso sempre, sei sempre in me》 respiro perché il mio sangue è andato in ebollizione per la tensione e gli passo una scatola, lui la apre e trova un anello: il claddagh. 《Ric c'è un'iscrizione dentro》 lui osserva l'anello,ancora senza avere la più pallida idea di cosa voglia dire e legge 《io e te e tutto il mondo fuori》 vedo i suoi occhi illuminarsi 《piccola, tra tutte le cose che mi sarei aspettato, mai e poi mai avrei pensato a qualcosa di così romantico. Se io stupisco te immagina come mi sento ora io!》 butto giù un flûte e continuo a parlare, evidentemente sono in vena oggi, ma non mi sento me stessa, sarà una delle mie personalità 《Ric c'è una storia dietro l'anello, in realtà più di una. La leggenda irlandese narra di un re innamorato di una giovane contadina, ma da lei non corrisposto. Il povero re non riuscì a sopportare il dolore e si uccise chiedendo che sulla sua lapide fossero rappresentate due mani intorno ad un cuore incoronato, come simbolo del suo eterno amore per la contadina. Il cuore simboleggia l'amore, le mani l'amicizia e la corona la lealtà. C'è anche un modo per indossarlo, ma dovrai metterlo sulla mano destra con la punta del cuore verso l'interno, ciò significa che hai qualcuno》 si mette l'anello come gli ho spiegato e lo vedo visibilmente commosso. Facciamo tintinnare i nostri calici e i nostri occhi si scontrano l'uno nell'altro diventando una cosa sola. Faccio schifo da quanto sono romantica stasera, preferirei usare la cerbottana contro le coppiette.
Tornati a casa, dopo esserci messi a letto, cominciamo a baciarci e sento la sua mano con l'anello che mi sfiora la schiena, facendomi eccitare ancora di più, perché è come se per la prima volta mi fossi resa conto che lui è mio, sul serio.
Il lunedì andiamo al lavoro insieme in ospedale, con la mia jeep perché dopo devo andare anche al centro, e sono felice e spensierata per il weekend di puro amore e sesso selvaggio passato insieme. Mi sento come se stessi camminando sopra le nuvole, nulla potrebbe buttarmi giù, ma si sa che come sempre mi sto portando sfiga da sola. Ho uno strano presentimento, non è come quello che mi viene quando vedo o sento sua madre, è qualcosa di addirittura più profondo, meno malvagio, ma più triste. Dannata la mia mente che sa già tutto, ancora prima che succeda, ancor prima che il mondo mi crolli addosso e che i miei sogni vengano spezzati come legnetti secchi. Spero solo di sbagliarmi.
Verso le 11 scrivo a Ric " vado in caffetteria. Necessito caffè. Mente non funziona. Vieni?" La sua risposta è immediata "ti raggiungo piccola e comunque non funziona mai la tua mente. Ti amo"
Vado in caffetteria, prendo un caffè americano più grande di me e mi siedo ad un tavolo a sistemare la mia agenda sull'ipad. Guardo fissa lo schermo quindi non mi accorgo della tempesta finché non mi arriva dritta in faccia, ma oramai è troppo tardi per scappare.
《Federica giusto?》 "se lo sai cosa me lo chiedi a fare?" Vorrei rispondere ma quando alzo lo sguardo vedo Gio, la ragazza della festa, quella che sembrava provarci con Ric, così decido di essere educata 《sì. Gio giusto?》 mi tende una mano, mentre con l'altra regge un cappuccino 《posso sedermi qui con te?》 chiede sedendosi. Cosa vuoi che ti dica, di no? Ti sei già seduta, non posso mica mandarti via a calci. Sposto l'iPad e le sorrido falsamente e siccome, evidentemente, ispiro simpatia comincia a parlare, ma so bene, guardandola, che le sue parole saranno tutto fuorché simpatiche 《tu sai di me e Ric?》 chiede cercando di mettermi del tutto a disagio. Mi sentivo che c'era stato qualcosa anche se lui aveva negato e non capivo il perché, ma sono certa lo scoprirò a breve, però non voglio sembrare come una che cade dal pero, così fingo e rispondo《sì certo so, non tutti i dettagli, ma so》. Mi appoggio allo schienale, cercando di darmi sicurezza o almeno farmi apparire come una che ne ha, ma ben presto sento di non avere proprio nulla 《siamo stati insieme sei mesi, come saprai!》 dire che sono scioccata non renderebbe l'idea di ciò che sento al momento, un turbinio di emozioni, pensieri che non hanno senso. Sono stupita, stranita e non posso fare la mia solita faccia da ebete che mi sta spuntando, così scuoto la testa e mugugno 《sì》. Lei continua imperterrita, penso che voglia farmi sapere i dettagli a tutti i costi e io devo stare al gioco, la curiosità prende il sopravvento 《certo che lo so》 rispondo più sicura e lei dice 《poi mi ha lasciata per te, lo sapevi?》. Un lampo di ira passa nella mia mente: mi ha mentito sul fatto di non avere avuto qualcosa con lei e ora scopro che non solo avevo ragione a dubitare, ma che lui stava con un'altra quando mi ha conosciuta e la situazione non fa che peggiorare visto che vedo Gio soddisfatta per avermi lanciato quella bomba.  Il presentimento, a volte vorrei non sapere, non avere ragione e invece....sono irrimediabilmente fottuta. 《no questo non lo sapevo》 dico rigida e il suo sorriso soddisfatto aumenta 《la sera che ti ha quasi investita è venuto a casa mia e mi ha detto di aver incontrato qualcuno e poi abbiamo fatto sesso. Ah abbiamo anche vissuto un mese insieme appena si è trasferito a Milano》 mi sta esplodendo la testa《 avete vissuto insieme un mese qui? Ma da quanto era in Italia?》 lo so sto sbagliando a chiedere, ma voglio sapere fino a che punto mi ha mentito 《quando ti ha incontrata viveva qui da due mesi!》 dice. Due mesi?oddio, due mesi? Ma chi diavolo è l'uomo con cui sto? Di certo è un attore migliore di me visto che la mia faccia ora è cupa, grigia, incazzata nera. Vorrei prendere a pugni il muro o ribaltare il tavolino e darmela a gambe, e, invece, rimango qui, ferma ad ascoltarla infierire 《 ci siamo conosciuti a Roma, siamo andati in Africa per medici senza frontiere e a distanza di anni ci siamo rivisti a LA e ha cominciato a corteggiarmi, senza provarci per un mese, neanche un bacio, era il suo metodo, per farmi innamorare e glielo dissi dopo un mese e allora mi ha baciata. Poi ho scoperto delle altre, ne vedeva altre, anche qui in ospedale》 sono senza parole, furiosa, farei qualunque cosa pur di non rimanere qui, ma non riesco a sentire il mio corpo, come se avessi il sedere incollato alla sedia. Non sento più nulla, il vuoto colmato solo dalla rabbia più irrazionale che abbia mai provato. Meno male che mi aveva detto che non era il tipo che frequentava più di una donna contemporaneamente. Mi ha rifilato una marea di stronzate in questi mesi e io ci sono cascata pur sapendo dentro di me che stava mentendo. La gentile signorina decide di continuare a flagellarmi e distruggermi pezzo dopo pezzo 《dopo le prime sere in cui dormiva da te, veniva poi da me a fare sesso. La sera che se ne è andato, lasciandoti mezza nuda, ha fatto sesso con me. La sera della vostra prima volta è venuto in ospedale e l'abbiamo fatto nel suo studio. L'ultima volta è stata al convegno a Londra e poi mi ha mollata》
Le aveva raccontato tutto? Di quelle sera in cui mi aveva mollata nuda, fragile, vulnerabile. Le ha raccontato della nostra prima volta e poi è tornato da lei ripetutamente. Non posso credere di essere stata così cieca, ingenua, mi ha tradita e poi osava farmi le scenate di gelosia. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e la testa pesante, dolorante. Infine sento un crack nel petto. Il mio cuore si è spezzato ed è stata colpa mia, gliel'ho permesso, gli ho permesso di entrare nella mia vita. È entrato in me e mi ha distrutta, riempiendomi di bugie e belle parole. Falso bastardo!
《perché mi hai raccontato tutto questo? Per ferirmi?Ti ho fatto forse qualcosa?》 chiedo e sento che mi risponde《nono tu mi piaci. Volevo sapessi chi era colui che hai al tuo fianco. Non è tutto oro quello che luccica. È uno stronzo e lo dovevi sapere prima che fosse troppo tardi》 credo poco alla magnanimità di questa donna, ma purtroppo tutte le cose che sa di noi mi fanno capire che non mi sta mentendo. Avrei voglia di picchiarlo, urlargli contro. Sto impazzendo, devo scappare, devo andarmene. Sospiro 《è già troppo tardi》 e alzo lo sguardo. Vedo Ric entrare nella caffetteria, quando mi vede sbianca e si appoggia al bancone. I suoi occhi assumono una strana espressione, ma non me ne potrebbe fregar di meno di ciò che prova lui visto lo stato in cui mi trovo. Mi alzo e cammino veloce verso la porta, mi afferra un polso e lo fulmino dicendo 《non ti azzardare a toccarmi!》 e mi lascia. Cammino più spedita che posso fuori e lo sento urlare 《che cazzo le hai detto?》 e lei risponde 《la verità》 e lui grida più forte 《la verità?chi  sei per permetterti di dire qualcosa? Sei solo una stronza!》. Non sento più nulla, comincio a correre, prendo l'ascensore e vado al quinto piano, entro nel mio studio, butto il camice in terra, prendo borsa e cappotto e esco. So che mi aspetterà davanti all'ascensore al piano terra, così esco dalla porta antincendio e scendo una rampa di scale, entro al quarto piano, e prendo l'ascensore adulti arrivando al piano terra. Corro per il pronto soccorso adulti e esco dalla porta sul retro e lo vedo con Paolo davanti alla mia macchina, mi nascondo dietro un pilone e sento 《Paolo l'hai vista?》 e l'altro scuote la testa 《non so dove sia, qui c'è la sua macchina quindi prima o poi verrà! Ora però mi stanno chiamando, ma appena arriva fammelo sapere!》 e Paolo risponde 《certo signore!》 e Ric rientra in ospedale. Corro verso la macchina e ci salto su, mi accendo una sigaretta e parto velocemente. Nella mia mente c'è solo un pensiero "non ci credo, non è vero, non può essere". Arrivo a casa di corsa, entro e butto tutto per terra, cammino nervosamente, arrabbiata, senza parole, senza spiegazioni. Sento la chiave che gira e lo vedo entrare, ancora con la divisa blu e una giacca con il logo dell'ospedale 《dobbiamo parlare》 esclama e scoppio a ridere come una pazza 《parlare? Vuoi parlare?》 lui si avvicina cercando di prendermi una mano ma riesco ad allontanarmi appena in tempo così dice 《sì parliamo, parlami. Quella lì è solo una stronza gelosa!》
《almeno è stata sincera, cosa che non si può dire di te!》sbotto
《cosa ti ha detto?》 sussurra impaurito. Faccio finta di pensarci e comincio《mmmm vediamo》 ho la voce fredda, distaccata e se ne rende conto. Il suo viso è distrutto e sento la sua sofferenza che cerca di inondare anche me, ma mi rimbalza addosso, perché ho già la mia da gestire 《parliamo di te che stavi con una quando mi hai incontrato, nonostante avessi detto che non frequentavi più donne contemporaneamente, oppure di te che dopo avermi vista scopavi lei? O di quando mi hai lasciata qui mezza nuda e sei scappato da lei? O di quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta e poi l'hai fatto anche con lei? O del fatto che hai convissuto per un mese con lei? O del convegno a Londra quando l'hai scopata e poi mollata e mi scrivevi tutte quelle stronzate? Ah e poi c'è il fatto che mi hai detto che eri appena arrivato a Milano e invece ci vivevi già da due mesi. Quel che è peggio è che le hai raccontato tutto di me, di noi. Allora di cosa vuoi parlare?》
Sto urlando, la mia voce sta raggiungendo una frequenza preoccupante e sento che sta per parlare, probabilmente vuole cercare di arrabattarsi in qualche modo 《ho sbagliato tutto.》 scoppio a ridere e bofonchio 《questo è fuor di dubbio》 e lui prosegue 《Quando ti ho incontrata pensavo di aver trovato una come le altre, che mi amasse e basta, ma tu mi hai travolto e ho cercato di non pensarti, andando con lei, ma non ce la facevo. Pensavo solo a te, volevo solo te. Ho mentito sul fatto delle altre donne perché non volevo che pensassi che avrei potuto fare così anche con te, ma da quando ci sei tu non voglio nessun altro, non guardo neanche un'altra donna. Non ti ho mai tradito, mai》 ma è deficiente? Comincio di nuovo a urlare 《sei un bastardo! Mi fai schifo. Come fai ad essere così falso? Come? Mi hai ferita, volontariamente. Sei andato a letto con un'altra con cui mi avevi detto non era mai successo nulla e mi hai mentito》 lui si avvicina ancora ma la rabbia mi rende rapida 《ma non significa nulla per me》. Come fa ad essere così un coglione? 《per te forse, ma non per me. Cristo dio Ric mi hai trattata da schifo, non so più chi sei. Te ne devi andare, ora!
Lui insiste 《no non me ne vado. Dobbiamo parlare 》 a me gira la testa e vorrei schiacciarlo con un trattore 《ma di che cosa vuoi parlare? Non riesco più a parlarti, non capisci che mi sta facendo male? Che stare qui ora mi sta facendo male? Volevi che fossi gelosa, bene ora lo sono, da morire. L'idea che tu sia stato con un'altra mi fa impazzire. Volevi sapere cosa provo per te, bene te lo dico :TI AMO tanto da stare male. Ti amo tanto quanto ti odio. Non posso stare qui davanti a te. Mi hai spezzato, mi hai distrutta e mi avevi promesso che non l'avresti mai fatto e,invece, guarda come mi hai ridotto!》 lui abbassa lo sguardo e io dico 《guardami! Guarda cosa mi hai fatto!》. Mi fissa con gli occhi lucidi; gli ho detto che lo amo e ora lo sto cacciando via 《ridammi le chiavi e sparisci!》. Tace, estrae il portachiavi che gli ho regalato e lo posa sul bancone della cucina 《ti prego non mandarmi via, ti prego. Risolviamo questa cosa. Noi possiamo》 tengo la porta di casa aperta e lui è sull'uscio 《no. Io non posso》 e sbatto la porta contro la sua faccia. Esco in giardino a piedi nudi e cado per terra. Comincia a uscire dalle casse "perdere l'amore" e vorrei prendere a sassate lui e non i sogni, e spezzare le gambe a lui e non al destino che me l'ha fatto incontrare anche se gli farei un bel discorsetto se dovessi mai incontrarlo. Urlo con voce isterica e le lacrime cominciano a uscire copiose, e più piango, più urlo. È finita. Ora me ne sto rendendo conto. Tutto finito. Un solo nome mi viene in mente in quell'istante :Elisabeth Kübler Ross, colei che mise a punto il "modello a cinque fasi", le fasi del l'elaborazione del lutto( negazione o rifiuto, rabbia, contrattazione o patteggiamento, depressione, accettazione). Queste fasi possono alternarsi, presentarsi più volte nel tempo, con diversa intensità, senza un ordine, miste, sovrapposte. Io sono entrata in quelle fasi e sono fottuta, fregata, senza via d'uscita. Sto per annegare, mi sento soffocare, svenire, l'aria mi manca, il cuore batte forte, una mano invisibile mi stringe la trachea e io boccheggio. Sento le estremità che mi formicolano. Sono nel bel mezzo di un attacco di panico, non pensavo si potesse provare una tale tristezza, non pensavo di esserne capace, eppure vedendomi ora sul prato, distrutta da un uomo, capisco che oramai la tristezza mi ha invasa totalmente, completamente. Ogni cellula del mio corpo è triste e io non so che fare.

FASE 1 rabbia mista a negazione
Mi tiro in piedi e come una furia entro in casa, prendo dei sacchi neri dell'immondizia e li riempio con tutte le sue cose, vado in camera e prendo i suoi vestiti buttandoli in un sacco. Mi tolgo l'orologio e lo lancio in un cassetto. Apro la porta di casa e vedo il suo SUV parcheggiato fuori e lui appoggiato alla macchina con le mani sul volto. Cammino a piedi scalzi e gli lancio i sacchi 《prendi tutta la tua roba》 urlo 《fede, ti prego, parliamo》 supplica lui e questo non fa altro che farmi arrabbiare ancora di più 《ma di cosa? Per l'amore di Dio di cosa vuoi parlare? Mi hai tradita, è questo quello che conta e mi hai mentito. Hai distrutto ciò che avevamo
《io non ti ho tradito, è stato un incidente. Non volevo provare niente per te, ma poi non ci sono riuscito. Ti amo. Cazzo non lo vedi?》 sta scherzando vero?《un incidente Ric? Il tradimento non è un incidente. Andare a sbattere contro un muro con la macchina è un incidente. Non puoi inciampare e cadere in una vagina per sbaglio.Sparisci dalla mia vita, vattene e ricordati una cosa》 sgrana gli occhi e sussurra 《cosa?》 mi avvicino e scandisco 《ti andare a fare in culo》 e poi scappo in casa. Sono furibonda e nego, nego, nego di stare male. La rabbia ha il predominio su di me e l'adrenalina scorre veloce. Entro in stanza e ovunque c'è lui, il suo profumo, lui. Prendo le lenzuola e le butto per terra, lancio oggetti per la casa. La mia oasi non è più solo mia, mi ha invaso e portato via l'unica cosa solo mia e sono furiosa, incazzata nera, perché mi ha rubato la mia indipendenza. Tutto in quella casa mi ricorda lui e sono in trappola. Ad un certo punto vedo una sua felpa, la mia preferita, quella che spesso indossavo per dormire, ed è qui per terra, non gliel'ho ridata. Una nausea invincibile mi prende e corro in bagno a vomitare. Abbracciata al water che vomito, la lacrime cominciano a fluirmi.

FASE 2 depressione
Singhiozzo così forte che non riesco a respirare. Mi butto sotto la doccia vestita a piangere. Mi sento vuota, come se qualcuno mi avesse strappato gli organi interni uno ad uno e avesse riempito il vuoto con il cemento. È tutto così pesante. Mi spoglio, esco dalla doccia, indosso una tuta e mi metto la sua felpa. Ha ancora il suo profumo afrodisiaco e sento ancora il calore dei suoi occhi su di me, la sua pelle attaccata alla mia, la sua lingua morbida su di me. Sto male e non so se mi riprenderò mai. Non voglio stare in questa stanza. Vado in sala e metto il cellulare in modalità aerea, salgo le scale, i miei cani mi seguono e vado in mansarda. È tutta di legno con piccole finestre e una grande che dà su un balconcino. Ho messo un letto in ferro battuto contro una parete sotto una piccola finestrella. Il letto ha un materasso molto alto ed estremamente comodo e vicino al letto c'è il bagno. Dall'altro lato della mansarda ci sono due divani letto e un televisore grande. Mi butto sul letto, sotto le coperte con i cani vicino: sentono il mio dolore e non mi vogliono lasciare. Comincio a piangere stringendomi nella sua felpa come per sentire ancora una volta il suo abbraccio. Il telefono di casa continua a suonare e vedo sullo schermo il suo numero. Registro un messaggio in segreteria "non ci sono, sono andata fuori città. Controllerò solo le email" e lo inserisco. Chiamo lo studio per avvertire che non sarei andata al lavoro per tutta la settimana e mi ributto sul letto. Mi accendo una sigaretta e ricomincio a piangere copiosamente e poi, ad un certo punto mi addormento. "Che non si muore per amore è una gran bella verità, perciò dolcissimo mio amore ecco quello che da domani mi accadrà" Battisti risuona nelle mie orecchie mentre le lacrime scendono senza fine. Continuo a svegliarmi e riaddormentarmi, fortunatamente i miei genitori sono all'estero altrimenti si preoccuperebbero non sentendomi. In questo momento non voglio vedere nessuno, né parlare, né tantomeno dare spiegazioni di ciò che è accaduto. In questo preciso istante sono così disperata perché sento che non riuscirò mai a perdonarlo, mi rendo conto che i miei paziente hanno ragione su una cosa, ovvero che "l'amore a volte non basta"
La canzone cambia e la voce di Celine Dion mi ruba l'anima, le sue parole mi toccano il cuore in frantumi "i can't live if living is without you". Come farò a sopravvivere domani o i giorni seguenti? Come farò a vivere senza di lui?ho ammesso di amarlo proprio quando lo stavo lasciando. Non ho mai amato nessuno così tanto e ora l'ho perso. Cosa posso farci con quest'amore?dove lo nasconderò?
Spesso si pensa che ci sarà sempre un domani, che abbiamo tempo per dire quello che vogliamo gli altri sappiano, per fare ciò che desideriamo, ma, invece, alcuni se ne vanno in un attimo. E allora si pensa alle cose non dette per paura, ai baci non dati per rancore, alle incomprensioni che durano più di un istante, alle carezze non date. E cosa te ne fai di tutte quelle cose? Oh te lo dico io...quelle cose ti uccideranno lentamente e tu non potrai farci una beata mazza in proposito.
Non siamo in grado di conoscere il valore di ciò che possediamo finché non c'è più. Siamo fatti così: egoisti, persone che vogliono sempre di più e si lamentano di ciò che hanno. Perché non siamo mai felici? Perché? Perché ci vuole la tristezza per capire la felicità, il rumore per apprezzare il silenzio e l'assenza per capire il valore della presenza di qualcuno? Mi riaddormento in preda ai tormenti che mi affliggono.
Mi sveglio di nuovo, ma non so se sia giorno o notte, o quante ore sono passate, nulla. Il tempo non ha più importanza, oramai. Mi alzo solo per andare in bagno, bere, fumare, dare cibo e acqua ai cani e farli uscire in giardino. Il tutto sempre rigorosamente in un diluvio di lacrime. La testa mi fa un male del diavolo, gli occhi sono gonfi e il letto è sommerso di fazzoletti. Un'altra canzone mi dà l'ennesimo calcio in faccia e mi fa venire voglia di morire di una morte orrenda: "benedetta passione" di Laura Pausini, quelle parole mi fanno male, sono così vere, così giuste, così per me, per lui, per noi.
Dopo quello che per me sembra un mese, sento dei rumori provenire dalla sala al piano di sotto. La casa è totalmente al buio, si sente solo la musica. Vedo Angel scendere le scale, ma sinceramente anche fosse un ladro non me ne fregherebbe  nulla e probabilmente se mi vedesse in questo stato se ne andrebbe anche lui mosso da pietà. Sento una voce, non meglio identificata, dire 《Angel, dov'è la mamma?》 e sento Angel salire le scale e saltare sul mio letto. Tra le lacrime vedo una sagoma che si avvicina a me, chiudo gli occhi perché i singhiozzi stanno ricominciando e sento una mano che mi accarezza la guancia. Apro gli occhi e vedo Lisa con ancora il cappotto addosso sdraiata nel letto che mi guarda 《oh Sister mi dispiace tanto》 dice con voce triste e ricomincio a piangere 《mi ha chiamata Ric perché era tanto preoccupato e sono tornata appena ho potuto》. Era partita con Max: nooooo le ho rovinato il viaggio. Fanculo a me e alle mie crisi《 mi dispiace Sister di averti rovinato il viaggio》 dico tra i singhiozzi e lei risponde 《non mi hai rovinato nulla. Sono tornata comunque quando dovevo. Certo che il coglione di Ric mi ha chiamata solo oggi, poteva dirmelo lunedì》 e io bofonchio 《cosa ti ha detto?》 e lei risponde 《sembrava gli fosse morto il gatto. Aveva una voce tremenda e mi ha detto che non sapevo dove tu fossi e come stessi, e quando gli ho chiesto cosa fosse successo, non è riuscito a dirmelo e mi ha risposto solo "io la amo" e io gli ho risposto che del suo "io la amo" non me ne facevo una minchia e lui ha detto che me l'avresti raccontato tu. Allora cos'è successo?》 respiro e dico 《oh sister》, lei mi ferma《hai mangiato qualcosa?》 scuoto la testa, 《da quanto?》 chiede con tono da maestrina che sta per mettermi in punizione《boh, che giorno è oggi?》 《mercoledì》 risponde 《allora da domenica sera!》 mi guarda sconvolta ed esclama《vado a farti qualcosa, ma siccome non sono in grado di fare una mazza, ti porterò un cappuccino!》 sorrido debolmente e lei si alza dal letto e prima che scenda le scale sento che parla al telefono《l'ho trovata era in mansarda..... No, no che non sta bene, sta di merda e so che è colpa tua......cos'hai fatto?maledetto stronzo.....come hai potuto?.....ah sì capisco....e come l'ha saputo?.....cosaaaa?adesso rispondimi: o sei un ingenuo a pensare che non sarebbe mai successo o sei un vigliacco e ci speravi. Allora cosa sei? Cerebroleso o vigliacco?..... Non raccontarmi palle, non sai stare al mondo. Ripigliati....oh smettila di piangere. È tutta colpa tua, cerca di risolvere!》 e attacca.
Torna da me con una tazza di cappuccino tra le mani 《siediti Sister. Ora parliamo》 mi intima. Mi siedo, soffiandomi il naso e prendendo la tazza, lei si toglie il cappotto buttandolo sul divano, prende un poltrona di pelle e si siede di fronte al mio letto 《mi ha tradito sister》 dico sorseggiando 《lo so》 sospira lei 《e mi ha mentito su tutto 》blatero io 《su cosa?》 chiede curiosa 《sul fatto di essersi trasferito qui da poco prima di conoscermi, sul fatto che volesse aspettare con me come con tutte le altre. Gio mi ha detto che per un mese non c'ha provato finché lei gli ha detto che lo amava》 a pensare a quella conversazione mi viene di nuovo la nausea《con te c'ha provato prima》 aggiunge Lisa 《sì, ma mi ha mollata mezza nuda ed è andato a scoparsi l'altra, e anche dopo che l'abbiamo fatto, e al convegno di Londra. E sì io non gli ho detto Ti amo, ma sempre da stronzo si è comportato》 lei sorride e dice 《su questo non ci piove, però anche tu eri fredda, sei sempre stata fredda,quindi forse...》 la blocco 《ma "forse" nulla!!!io ero e sono fredda, ma non l'ho tradito, non gli ho mentito》 lei cerca in tutti i modi di farmi stare meglio dicendo《 ma era l'inizio, poi è stato tutto tuo》. Mi vengono di nuovo le lacrime agli occhi 《mi manca così tanto Sister, mi sento morire dentro》 si avvicina a me《lo so gioia,mi dispiace così tanto》. Mi ributto sul letto, addormentandomi disperata. Mi sveglio sentendo il televisore, vedo Lisa seduta sul divano a guardarsi chissà che programma 《Sister non devi andare da Max?》 chiedo stropicciandomi gli occhi, lei si alza e si butta sul letto vicino a me 《sto bene dove sto. Mi rispondi a una domanda?》 annuisco e prosegue 《perché sei qui su?》 sospiro《non riesco a stare in quella stanza》 la vedo confusa così continuo《 tutto si cancella in fretta ma qualcosa la metti a fuoco oltre ogni previsione possibile e per quanto io ci provi, non posso negarlo. D'altronde più ti manca qualcuno e più è ovunque la sua presenza e lui è ovunque in me, in questa casa. C'è un posto dove non è mai andato, qui sopra, quindi sono qui perché qui lui c'è un po' di meno》 mi guarda e dice sarcastica《capisco! Però hai la sua felpa》 mi giro sul fianco per vederla e dico《altrimenti non ci sarebbe stato nulla di lui!》 scuote la testa《un po' una contraddizione. Tipo lo voglio, non lo voglio》 annuisco e dico《 Sister vorrei non provare più sentimenti, più niente, mai più!》 mi accarezza il viso asciugandomi una lacrima sfuggita《va bene provare sentimenti, non importa quanto facciano male. Sono i sentimenti a renderci umani, buoni o cattivi》. Un'altra lacrima scende《non riesco più a sentire questo dolore》 e lei risponde《non perdere la speranza, mai》 sorrido amaramente 《la speranza si è fottuta insieme a lui!》.
Dopo qualche ora arrivano Nicoletta e Priscilla e si sdraiano sul letto anche loro.
《passerà tesoro, col tempo passerà e farà meno male》 dice Nico. Lo so che quelle sono le parole standard e che, probabilmente, sono vere, ma sentirle mi fanno solo arrabbiare, non voglio che passi, non voglio stare meglio, perché ciò significherebbe andare oltre. So bene che guarirò, perché si guarisce da tutto: dalle assenze, dai ricordi, dalle dipendenze. Col tempo, non si eliminano, si accantonano, si mettono in una scatola da qualche parte. Ti accorgi che quello da cui non sapevi staccarti, quello per cui avresti creduto di morire senza, non è più insormontabile, insostituibile, indispensabile. Perché si sa, tutto passa, anche se niente si dimentica, ma ciò significherebbe che mi rimarranno solo i ricordi e che io e lui non saremmo più esistiti, noi non ci saremmo più stati e che il nostro amore sarebbe morto, alla fine. "Infatti tutto passa. Dipende, però, come: se ti passa, ti sorpassa o ti trapassa"
《 andrà meglio love, forse dopo che l'avrò investito, ma andrà meglio》 dice Priscilla
《mi dispiace ammetterlo, ma hai fatto bene a non fidarti completamente di lui e a non dirgli che lo amavi》 interviene Nico
《alla fine gliel'ho detto. Mentre lo cacciavo via》 dico. Nico mi abbraccia 《oh tesoro》 e io ricomincio a piangere. Tutte e tre mi abbracciano e restiamo così per un po'. Voglio così tanto bene a loro tre, sono tutto per me
《Sister ho una bella notizia per te》 mi dice Lisa, la guardo con faccia curiosa e continua《ci siamo prese le ferie fino a lunedì, quindi staremo qua con te!》 sorrido《grazie ragazze》 e Lisa aggiunge《non voglio più vederti sola al buio in un letto!》.
Il giovedì mattina apro gli occhi e vedo le mie amiche in mansarda insieme a me. Dopo aver bevuto un caffè nel letto insieme, ci sdraiamo e metto un braccio sulla fronte
《come stai oggi?》 chiede Nico
《mah...come ieri direi》 rispondo
《come domani》 dice Priscilla
《speriamo di no》 interviene Lisa
《ahhhh la speranza è uno schifo》 sbotto facendole ridere.

FASE 3. Depressione e rabbia.
《sapete qual'è il problema?》 dico sospirando mentre guardo il soffitto.
《illuminaci》 esclamano tutte e tre all'unisono.
《il problema sono tutte quelle stupide favole. Un'imbecille che tocca un ago e si addormenta e il cretino di turno la bacia e lei si sveglia, o quell'altra che decide deliberatamente di mangiarsi una mela data da una vecchia mostruosa, io che sono scema non ho mai accettato nulla dalla madre di Ric per esempio, ma quella invece la prende, la mangia e muore e quando il primo che passa la bacia, si sveglia. Per non parlare poi di quella che bacia un rospo: ma chi, sano di mente, lo farebbe mai? Eppure il rospo diventa un principe》 loro ridono a crepapelle, mentre io continuo 《per non parlare di quella che perde una scarpa e continua a correre come una maratoneta, ed è umanamente impossibile correre con una sola scarpa col tacco, sfido io chiunque a riuscirci, e un coglione va di casa in casa per tutto il regno a cercarla. Fossi stata io nei suoi panni sarei stata alla larga da una che scappa come una furia e, invece, no, lui si innamora di una povera disgraziata che va in giro con scarpe di cristallo. Di cristallo ragazze》 non si trattengono più dalla risate
《in una puntata di grey's anatomy meredith diceva che il problema sono tutte quelle storie che iniziano con "c'era una volta" e finiscono con "e vissero felici e contenti". Perché se non ti capita una cose del genere e 99 su 100 non capita, allora ti senti inferiore, una nullità, che non sei degna di essere amata. Dovrebbero dire che le favole non diventano realtà e non farci credere che se vuoi davvero qualcosa tutto è possibile, perché io vi giuro che le persone che dicono queste stronzate li lancerei da una rupe dicendo "dai, adesso vola stronzo"》
《ci fai morire》 dice Nico
《anche quando sei triste》 aggiunge Lisa
《vi giuro che sto male dal ridere》 sogghigna Priscilla
Io continuo《 meredith diceva che dovrebbero raccontare le altre storie, quelle che iniziano con "era una notte buia e tempestosa" e finiscono tragicamente. Le favole sono sogni, queste sono gli incubi e questi diventano realtà. I maledetti che hanno scritto "e vissero felici e contenti" andrebbero presi a calci nel culo da qui all'eternità
《hai ragione》 dice Lisa
《mi inchino a lei, oh maestra》 aggiunge Priscilla facendo finta di farmi un inchino
《beh...ma a volte, magari》 interviene la romantica Nico
io sbotto《no no, mai. Anche quando tutto ti sembra andare bene la fortuna è in agguato e ti accoltella alla schiena. Prima lo capisci, meglio stai》
《e se ti capita qualcosa di brutto non bisogna leccarsi le ferite, ma festeggiarle, perché le cicatrici sono il segno che hai vissuto, che hai combattuto e se non hai vinto non significa che tu sia un perdente》 dice la filosofa Lisa
Rido e rispondo 《dove l'hai trovata questa? Nel biscotto della fortuna?》 tutte scoppiano di nuovo a ridere
《d'altronde si sa che piove sempre sul bagnato》 dice Lisa. Come sempre per sdrammatizzare se ne esce con uno dei nostri detti giusto per farmi tornare il sorriso.
《ora sei pronta a riaccendere il cellulare?》 mi chiedono e io annuisco mentre Priscilla me lo passa
Lo accendo e cominciano ad arrivarmi messaggi su messaggi e tra questi ce ne sono almeno una ventina di Ric dove si scusa, dice che gli manco, che mi ama, che sta male e altri. Li cancello tutti e riappoggio il cellulare sul comodino. Dopo poco sento "feels like Home"
《pronto》 dico arrabbiata
《ciao》 risponde lui triste
《cosa vuoi?》 domando gelida
《come stai?》 mi chiede. Come pensa che stia? Ma è scemo?
《secondo te?》 sbotto nervosa. Vorrei riempirlo di botte e fargli provare quello che sento
《come sto io》 mugugna. Ci crede davvero? Pensa davvero che stia come me?
《no mio caro. Non sto come stai tu. Io non ti ho tradito, mentito e distrutto la tua dignità, tu sì. Quindi no, non sto come stai tu, e ti dirò di più: non me ne frega niente di come stai!》 urlo
《ti prego non dire così piccola》 la sua voce malinconica mi dà sui nervi.
《non chiamarmi "piccola". Che cosa vuoi sentirti dire? Che andrà tutto bene? Che vivremo felici e contenti? Ti facevo più intelligente》
《non sono intelligente infatti. Voglio che tu esca con me. Non può finire così tra di noi》 insiste
《avevamo qualcosa di meraviglioso e tu l'hai mandato in pezzi. Quindi è finita ric》
《mi hai detto di non fidarmi di te se mi avessi detto che mi avevi dimenticato e di non lasciarti andare!》 risponde citandomi. Sono certa di essere su "wikiquote".
《non ti ho dimenticato, come potrei visto che sei la causa del mio star male? Quando non starò più male allora ti avrò dimenticato. So cosa ti ho chiesto, ma era prima di sapere cosa hai fatto, prima che mi facessi così male. Perciò lasciami stare》 ringhio cattiva
《non posso. Non posso vivere senza di te》 dice aspettandosi una delle mie frasi che di solito gli fanno capire che lo perdonerò, ma non ho voglia di dirglielo 《non te lo dirò Ric》 bisbiglio e sento un groppo alla gola 《ti prego piccola! Ho bisogno che tu mi dica uno dei tuoi insulti》 e attacco, sbattendo il cellulare sul letto. Le mie amiche hanno ascoltato tutta la conversazione visto che ho messo il viva voce ed esclamano 《gliel'hai cantate piccola!》 sospiro e dico《 ci voleva, mi sento meglio ora. Insomma è l'amore della mia vita e senza credo che starò malissimo,ma non credo di potermi fidare ancora di lui》.
Il venerdì mattina sono malinconica e triste e sento la rabbia lasciare lentamente il mio corpo, ma non voglio perché è proprio la rabbia a farmi andare avanti. Il dolore è così forte che preferirei strapparmi il cuore dal petto piuttosto che sentirlo di nuovo, quindi devo ritrovare la mia rabbia 《Sister sento la rabbia andare via. Dimmi qualcosa ti prego》 dico mentre ci fumiamo una sigaretta.
《non devi perdonare, per lo meno non subito. Non devi lasciar correre, come fai di solito. Ti devi incazzare, tirare fuori le palle, sbattergli la verità in faccia, urlare. Urlare molto, sfogarti. Digli tutto quello che pensi, non tenertelo per te, perché in te ristagna e fa la muffa e la muffa ti fa male, soprattutto se sei allergica come me》 rido e lei continua 《non ridere, ma incazzati, così tanto da far paura. Se qualcosa non va, se sei gelosa, ferita, presa in giro: incazzati. Lui non ha il diritto di farti stare così, tu sei migliore di lui, deve prostrarsi ai tuoi piedi e tu gliele devi cantare. Insultalo, fai quello che ti pare,ma una cosa devi tenere bene a mente: incazzati e quando l'avrai fatto incazzati ancora e  solo così potrai andare avanti》. Quelle parole mi fanno bene, perché di solito sono la classica persona che tace quando è felice, per non disturbare la tristezza altrui. Tace quando è triste per non rovinare la felicità altrui. Tace quando è arrabbiata e tendo a non dire mai nulla, perché non voglio litigare. Quando in rarissime occasioni, ho deciso di tirare fuori tutto allora mi sono sentita dire cose assurde. Se dico di essere felice, gli altri si lamentano delle loro vite, se dico di essere triste sento le frasi più banali del mondo. Quando mi arrabbio, mi ribello, cosa rara, mi intimano di stare calma e che sono una stronza. Tutti tranne le persone qui al mio fianco. Ho sempre odiato sentirmi cattiva, sono sempre corrosa dai sensi di colpa, ma a volte vorrei uccidere qualcuno. Sono colei che abbraccia, rigidamente ma viene apprezzato lo sforzo, senza voler essere abbracciata a mia volta, che ride quando qualcun altro ride anche se sono triste e non ho voglia. Penso sempre agli altri prima che a me stessa, ma oggi mi sono rotta i coglioni.
《stasera usciamo?》 chiedo improvvisamente gettandole nella sorpresa 《certo》 dice Nico ,《dove vuoi andare?》 domanda Priscilla 《ti sei svegliata!》 esclama Lisa 《fatemi divertire e dimenticare. Voglio essere bella e ubriaca》 rispondo io
《un abbinamento per niente semplice. Di solito quando si è ubriache si è sciatte》 ribadisce Lisa facendomi ridere.

FASE 4. Rabbia e negazione.
Si dice che dopo la caduta, dopo la tempesta una donna ritorna più forte e più bella di prima. Forse, con qualche cicatrice in più nel cuore e sotto la pelle, ma con la voglia di spaccare il mondo solo con un sorriso. In realtà avessi una mazza da baseball, la userei volentieri. Tutto ciò che ho è il mio corpo più asciutto per via del digiuno, gli occhi più brillanti per le lacrime e un armadio pieno zeppo di vestiti.

FASE 5. Breve fase di accettazione( seconda bottiglia di vino).
Stiamo bevendo e sento la mia risata fresca e vera e capisco che è per questo che è importante che le cose vadano come devono andare, che si allontanino, che si strappino come un cerotto: veloce, rapido e svelto. Non bisogna aspettarsi nulla dagli altri, figuriamoci dagli uomini. Non riconosceranno mai gli sforzi, l'amore che gli dai, quindi bisogna chiudere baracca e burattini, ma non mosse dall'orgoglio, altrimenti non sarà definitivo, né per incapacità o superbia, perché rischieremmo di farlo anche quando non dovremmo. Solo e soltanto perché quella cosa, quella storia esula dalla nostra vita e non abbiamo più la forza, il potere o la voglia di farla andare. Certo, sembra un po' un discorso del tipo "lasciati trasportare dalla corrente o lascia che sia il destino a decidere, o peggio fai come se non fossi padrone della tua vita, ma solo uno che l'ha preso a noleggio". Sì, potrebbe sembrare, ma non è così. Si tratta di accettare, di arrendersi davanti a qualcosa che non possiamo combattere neanche se fossimo dio. Quindi quando sarai in quella situazione: cambia musica, chiudi la porta e rimuovi la polvere e i rami vecchi. Smetti di essere chi eri e trasformati nel tuo futuro. Detto questo forse è il caso che continui a bere, perché la prossima fase sarà solo più divertente.

FASE 6. Patteggiamento ( terza bottiglia di vino).
《forse non dovrei bere più》biascico
《e non finisci la boccia?》 chiede Lisa retoricamente
《dai sì ma solo un altro》 rispondo
《un altro bicchiere o un'altra boccia?》 domanda Nico
《sicuramente un'altra boccia》 si intromette Priscilla
《vada per la quarta》 mi arrendo.
Dopo una discussione accesa su cosa farmi indossare, con me che contratto forse per l'unica e ultima volta, decidiamo per un vestito cortissimo nero e Lisa suggerisce un trucco leggero visto che propende sempre per il trucco leggero, perché è erroneamente convinta che sulla sua pelle leggermente scura qualunque cosa le dia il cosiddetto "effetto zoccola". Ha un umorismo simile per quanto concerne i vestiti: tutto ciò che è diverso dal nero/ colori scuri per lei, o meglio indosso a lei, danno l'impressione della "mignotta a spasso" ed è molto più sottile come cosa rispetto al trucco e altrettanto sbagliato. Solo lei potrebbe permettersi qualunque abito apparendo comunque bellissima. Per quanto riguarda il trucco io sono bianca, la classica pelle da bionda e ho gli occhi grandi e verdi, quindi un filo di trucco in più mi farebbe sembrare solo un po' più umana e non uno spettro, ma siccome sono in vena di accettare consigli mi trucco leggermente, anche se in realtà ho dieci chili addosso.
Finiamo anche la quarta bottiglia e chiamiamo un taxi. Lo so che è sbagliato bersi l'anima per dimenticare una delusione e che me ne sarei pentita amaramente, ma è l'unica cosa che sono in grado di fare. Non voglio pensare, il mio motto per quella sera è:" negare, negare, negare e quando non riesci più a farlo bevi, bevi, bevi fino a che non ti ricorderai più cosa dovevi negare".

FASE 7. Rabbia e negazione( modalità on).
Arrivate in discoteca cominciamo a bere ancora e a brindare ridendo. Cominciamo a ballare scatenate e quando parte la canzone "sugar water" dei Cibo Matto mi sento sexy da morire. Quella canzone mi accende la sensualità e comincio a muovermi bene, molto bene. Un ragazzo molto bello si avvicina e mi mette le mani intorno ai fianchi e mi struscio contro di lui, ancheggiando. Mi sto divertendo, non penso a nulla se non a muovermi. Le mani del ragazzo mi stringono sempre di più e a me va bene. Lo sento eccitarsi per come il mio corpo si muove, per come il mio sedere aderisce a lui. Poi, proprio mentre la mia mente è vuota, sento qualcuno che strappa le mani del ragazzo da me, mi giro e vedo Ric. È arrabbiato, geloso, tremendamente bello, sesso allo stato puro e io sono sudata e meravigliosa. Ric spinge via il ragazzo che però vuole tornare da me e mi prende per la mano. Ric gliela strappa via e lo spinge 《lasciala stare. Vattene》 urla con gli occhi infuocati di ira. Mi allontano e Ric viene verso di me 《fermati 》 mi urla 《cosa vuoi?》 ribatto 《fermati ti ho detto》 e mi afferra un braccio tirandomi a sé. Lo guardo e i suoi occhi entrano nei miei, mangiandomi. 《smettila di guardarmi》 gli urlo cercando di divincolarmi 《non posso. Più ti guardo, più ti voglio, meno ti guardo, più ti voglio. Ti voglio e basta》 mi sussurra avvicinandosi sempre di più 《basta》 urlo e lo spingo via. Si avvicina di nuovo, le sue labbra sono molto vicine alle mie 《ti amo》 gli dico 《 anche io ti amo piccola》 e allunga una mano per accarezzarmi ma mi allontano 《no. Ti amo quanto ti odio. Non posso stare qui davanti a te senza pensare a quello che mi hai fatto. Ti amo da morire e ti odio tanto da resuscitare. Odio me per averti fatto entrare nel mio cuore e ti amo per averlo fatto. Ti odio per quello che mi hai fatto e ti amo per quello che mi hai dato. No posso e basta. Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato e ti amo e ti odio per questo. Ti ho raccontato tutto di me, mi fidavo di te e tu mi hai spezzato il cuore. Avresti potuto non farlo, pensarci prima e invece no. Pensavo di aver toccato il fondo tre anni fa o ancora prima e invece è stato con te: ti ho permesso tutto, ti ho dato tutto, molto più che a chiunque altro e ti amo perché mi hai sciolta e ti odio perché è tutta colpa tua il mio dolore. Ora capisci il casino che ho in testa?》 ha gli occhi tristi, le labbra chiuse e mi guarda come fossi una pazza scatenata e forse lo sono visto il mio discorso strampalato 《piccola, non ti lascerò andare via, ti troverò sempre. Ti amo e continuerò ad amarti finché non torneremo ad essere noi》 fa un passo indietro e io corro ad abbracciare le mie amiche che mi osservano preoccupate.

FASE 8. Depressione/ Accettazione.
Scoppio a piangere tra le braccia delle mie amiche, che ci sono sempre per me, non mi giudicano mai, mi vorranno sempre bene a prescindere. Di quante persone puoi dire lo stesso? Guarda nella tua vita e pensa a chi ci sarà sempre, e quando trovi quei nomi non dimenticarli mai. Dai tutto per loro, combatti per loro, perché quando le storie d'amore finiranno, quando tutto diventerà buio, quando la vita andrà male, solo loro ci saranno. L'amicizia è la cosa più importante che abbiamo: non trascuratela, non abusatene, non dimenticatelo, non mettetela in un angolo, perché solo quelle persone vi salveranno sempre. E se pensate ai momenti di felicità, chi c'era con voi
Sono davvero depressa, se sto pensando a queste cose, e mi disgusto, io non sono così, io sono forte, non mi arrendo. Vorrei bere un litro di candeggina e tagliarmi le vene.
Mi portano a casa mentre singhiozzo, 《che stronzo che è》 dice Priscilla, 《come ha fatto a trovarla?》 chiedi Nico, 《ha un'app sul cellulare e può rintracciarla ovunque se il cellulare è acceso》 risponde Lisa, 《pensi che si presenterà ancora?》 domanda Priscilla, 《no. Non credo. Sta male da morire senza di lei, ma penso abbia capito che deve lasciarla in pace》 sussurra Lisa. Mi sento lontana, in un altro mondo, ho la testa appoggiata sulla spalla di Lisa, Nico mi tiene una mano e Priscilla mi accarezza i capelli. Sapevo già all'inizio della serata che bevendo così tanto avrei avuto questa reazione così esagerata:o ti prende la sbronza allegra o triste e dato il mio umore di partenza, la serata sarebbe finita solo così. Vomito per la tensione e mi butto a letto 《fatelo smettere, vi prego》 urlo delirante 《cosa Sister, cosa c'è?》 chiede Lisa preoccupata 《basta, basta, fa male. Ric》 continuo a sbattermi come un'anguilla senza aprire gli occhi
《oddio sta male!》 sento Nico
《cos'ha?》 chiede preoccupata Priscilla
《non lo so》 risponde Lisa mentre io continuo a blaterare e a chiamare Ric. Lisa mi tocca la fronte e sta bruciando 《ha la febbre, vai a prendere una tachipirina Nico, sono in cucina o in bagno》dice e Nico obbedisce. Mi svegliano, mi tirano su la testa per farmi ingoiare una tachipirina e poi torno nel mio coma. Ad un certo punto sento il suo profumo, le sue braccia che mi stringono, sto delirando, ho anche le allucinazioni 《ric》 sospiro 《shhhh piccola, ci sono io. Ci sarò sempre》 mi sembra di sentire quelle parole, ma sono più che certa di star sognando, però l'idea di averlo qui con me che mi abbraccia mi fa tranquillizzare e scivolare nel sonno. Sto malissimo, è come se un tir mi fosse passato addosso più volte, ho i brividi, i muscoli contratti e un male al cuore indicibile, ma il suo odore non mi fa pensare più a nulla.
La mattina dopo mi sveglio con Lisa che parla guardandosi allo specchio 《sembro un panda..... Altroché panda sembro Moira Orfei, cazzo buffo》, il trucco le è colato e quindi ha gli occhi cerchiati. Mi fa ridere mentre la osservo struccarsi. Priscilla mi porta una tazza di cappuccino 《ti senti meglio?》 chiede 《sono stata meglio direi》 e mi tiro seduta, lamentandomi per i dolori. 《avevi la febbre alta ieri e deliravi.》 dice Nico 《ho anche avuto una strana allucinazione. Che c'era Ric qui》 rispondo ancora intontita e vedo loro tre che si guardano così le fisso e continuo《 era qui? Davvero? Ma come?》 Lisa si avvicina 《stavi male Sister, e continuavi a dire il suo nome, l'ho chiamato e chiaramente era appostato fuori casa tua come un maniaco, è venuto qui e quando ti ha abbracciata ti sei addormentata. Sembravi la bambina dell'esorcista, ma quando c'era lui eri tranquilla!》 scoppio ancora a piangere perché l'idea di poter dormire solo con lui mi fa male, come farò senza?
Giochiamo a carte e chiacchieriamo. Ho la febbre e mi sento uno straccio, sia fisicamente che emotivamente.
《di cosa avete parlato te e Ric?》 chiede Priscilla
《gli ho detto che lo amo quanto lo odio》 rispondo
《beh chiaro》 sorride Nico
《cristallino oserei dire. Ti ha capita?ti sei spiegata bene?》 domanda Lisa
《penso mi abbia capito. Certo che mi sono spiegata. Beh ovvio poi è venuto qui quindi il mio discorso è servito a ben poco》 dico dando la colpa a loro
《tanto eri morta quando è venuto qui quindi. Comunque non è che ti spieghi sempre bene. Sei criptica se non ti si conosce》 risponde Lisa
《grazie. Insomma mi stai dicendo che le mie abilità comunicative fanno pena!》 dico sarcastica
《non sempre》 risponde Lisa
《vuoi infierire ancora un po'?qualcos'altro?》 e lei scuote la testa
《posso dirti una cosa?》 domanda Nico 《già che ci siamo. Vai spara!》 rispondo
《perché non lo perdoni? Voglio dire che non è così irrimediabile quello che ha fatto!》 mi incupisco 《lo so che non è così grave, ma lo è per me. Io scappo di solito e lui mi ha dato un motivo per restare ma ora non riesco a... Non ci riesco》
《ok ok però solo lui è riuscito a calmarti ieri. Tu lo ami?》 continua lei e io annuisco e Nico prosegue con il terzo grado 《quando hai capito che era quello giusto?》 e io rispondo 《dal primo istante. Lo so che lo dicono tutti, ma secondo me il vero amore è quando qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi》
《ohhh come sei romantica》 mi dicono tutte e tre guardandomi con gli occhi luccicanti
《è la tristezza a rendermi così, ma finirà presto!non vi ci abituate!》 rispondo e loro ridono prima che Priscilla dica 《non facciamoci scappare l'attimo, quindi vai racconta!》
《non so se l'avete mai provato, ma proverò a dirvi come la penso》 mi accendo una sigaretta e proseguo 《quando incroci gli occhi con qualcuno e sembra che sia i tuoi sia i suoi abbiano la stessa luce, allora potrebbe essere la tua persona. Poi penso al primo bacio, le sue labbra, la passione, i suoi occhioni azzurri avevano una magia particolare. Dopo, invece, ho capito che era quello giusto quando ogni mattina mi svegliavo e il primo pensiero era lui e l'ultimo della giornata era ancora lui. Pensare di stare con lui mi dà una fitta al cuore per il desiderio》
In realtà penso anche che la persona giusta è quella che quando  ti chiede perdono, ti abbraccia e ti accarezza, ma questo pensiero mi fa capire che io non sono la sua persona, perché non sono in grado di perdonarlo. La mia bocca continua a muoversi 《e quando ho pianto, lui senza dire nulla mi asciugava le lacrime, soffriva il mio dolore. Ah e poi il suo odore, potrei riconoscerlo tra mille e se non c'è, lo sento, come fosse sempre accanto. Poi mi trovava bella sempre anche in leggins e con la maschera verde in faccia. Voglio dire chi è che può trovarmi bella conciata così?》
《per me anche quando devo vederlo, non penso ad altro durante il giorno, sono sempre emozionata》 interviene Nico
《io quando penso che non potrei vivere senza e che lo amerò anche quando saremo vecchi e cadenti》 esclama Lisa
《io quando preferirei morire piuttosto che pensarmi senza, o quando so che posso contare sempre su di lui》 dice Priscilla
《è finita. Non ci posso credere di aver perso l'amore della mia vita》 mi accascio sul letto piangendo

FASE 9. Depressione e un po' di rabbia.
La domenica mi sveglio con la voglia di morire. Oh che bello, la situazione va di bene in meglio, o di male in peggio. Come farò senza di lui? Suona il citofono e Priscilla va ad aprire. Scendono anche Nico e Lisa e sento delle voci 《vorrei vedere federica》 e non so perché ma sento dei brividi di terrore lungo il mio corpo 《è malata》 risponde fredda Lisa 《solo cinque minuti》 dice quella persona. Arriva Nico e mi dice 《c'è la madre di Ric di sotto》 nooooooooo ! Ma come? Pensavo di essermi scampata la cena visto che io e suo figlio ci siamo mollati, cosa vuole ancora da me? Farmi fuori? Insultarmi? Prendermi in giro?la giornata non potrebbe andare peggio 《guarda come sono conciata! Sono certa che mi dirà qualcosa perché "non si ricevono gli ospiti vestita così" e chissene se sto male》 lei ride 《sono certa che non dirà nulla》 《oh ma tu non la conosci!》 rispondo alzandomi. Mi trascino giù per le scale, febbricitante, in uno stato fisico pietoso e vedo subito il suo sguardo critico
《quale assurda catastrofe naturale ti ha portata fin qui Camilla?》 chiedo avvicinandomi
《buongiorno anche a te! Vedo che il tuo sarcasmo non ti abbandona mai!》 risponde stizzita
《il giorno non era già buono e ora non fa altro che peggiorare. Comunque tendo ad adeguarmi a chi ho di fronte. Allora dimmi: sei venuta per cercare di evitare una catastrofe mediatica?》 dico acida
《con te mi sono abituata a non seguire più le regole di buona condotta e di decenza visto come sei conciata! Mi fai accomodare?》 domanda guardandomi e vedo la nausea sul suo volto
《ho forse scelta?》 chiedo
《no. Direi di no. Se vuoi sentire cosa ho da dirti》 dice andando in veranda, come se l'avessi davvero invitata.
Ci manca poco che estrae un fazzoletto per pulire la sedia dove si sta sedendo 《posso offrirti qualcosa?》 chiedo sarcastica, ma sto perdendo il mio tocco
《un caffè, senza veleno se puoi》 risponde sedendosi
《farò tutto il possibile!》 dico andando in cucina. Torno con due caffè e mi siedo di fronte a lei. 《carine queste tazzine》 dice orripilata per le mie tazze muccate 《 il servizio buono lo tengo sottochiave, di certo non lo uso per te!》 rispondo sempre più acida. Questo scambio di battute mi sta facendo sentire meglio 《la tua gentilezza mi commuove》 sospira lei.
《bando alle ciance. Dimmi perché sei qui》 non voglio passare il resto della giornata insieme a lei
《sempre dritta al punto》 sospira bevendo il caffè
《non vedo perché girarci intorno. Vuoi per caso parlare del tempo? So bene di non piacerti quindi vorrei sapere qual buon vento ti porta qui!》 sbotto
《non è vero che non mi piaci》 mente, vedo che l'essere bugiardo Ric l'ha ereditato da lei
《 non insultare la mia intelligenza! Non ero abbastanza per tuo figlio, o ti sei dimenticata che volevi buttarlo tra le braccia di tutte quelle donne alla festa di Natale?》
《certo per lui vorrei una principessa e mi sono arresa al fatto che mio figlio è un testardo e che vuole te! Poteva andarmi peggio》 sogghigna
《tutti questi complimenti mi faranno arrossire》
《almeno avresti un colorito più sano》 ribatte la stronza
《oh grazie! Comunque per suo figlio sono sempre stata una principessa, cornuta, ma pur sempre una principessa》 rispondo sorridendo amaramente
《quindi perdona mio figlio e torna da lui!》 non avrei mai pensato di sentirglielo dire ma mi irrita da morire
《sei seria? Quindi solo perché me lo dici dovrei passare sopra a tutto ciò che ha fatto?》 sono davvero stupita
《lui ti ama, cos'altro ti serve?》 domanda come se fossi una deficiente
《è un bugiardo! Mi ha tradita ripetutamente. Come fai a non capire? Ah beh forse nel vostro mondo funziona così!》 comincio ad alzare la voce
《quindi non lo perdonerai?》 vedo che non capisce o non mi ascolta, propendo per la seconda
《non lo so e penso che comunque non siano affari tuoi》 magari capisce così
《ma lui sta male e quindi mi riguarda!》 ribatte odiosa
《e io secondo te sto bene?》 domando muovendo le mani come una tarantolata
《mi preoccupo per mio figlio!》 risponde sbattendosene di me e non che la cosa mi stupisca più di tanto
《grazie per avermi esposto i tuoi pensieri. Ora se vuoi scusarmi torno a deprimermi》 dico alzandomi dalla sedi
《ti ama fede! Ha fatto la sua scelta, ha scelto te e noi l'abbiamo accettato》 risponde seguendomi
《quanta magnanimità vostra altezza》 rispondo facendole un inchino
《non ho finito di parlare signorina!》 urla mentre mi dirigo verso le scale
《io sì e siccome questa è casa mia me ne posso andare e a meno che tu non voglia rimanere in questa bettola, dove sono certa appena uscirai ti farai fare test per  qualche malattia tropicale, ti consiglio di andartene!》 sono già sulle scale
《no sono venuta fino a qui e dobbiamo sistemare questa faccenda spinosa!》 ho il fumo che mi sta uscendo dalle orecchie, mi giro e torno verso di lei sbraitando 《stai scherzando vero? Faccenda spinosa? Ma come ti permetti? Era una relazione, non una farsa e di certo non una faccenda spinosa, quindi finché non comincerai a portare rispetto a me e ai miei sentimenti ti prego di salire sulla tua scopa e volertene via!》 sbuffa infastidita dalle mie parole e se ne va sbattendo la porta. Non mi sono mai sentita meglio, sto respirando di nuovo dopo giorni di oscurità. Grazie strega Camilla! Vado dalle mie amiche a raccontare tutto ciò che la maledetta mi ha detto e poi mi accascio sul dondolo a fumare e dico 《mi chiedo se la mattina quando si sveglia digiti il suo solito messaggio e poi lo cancelli e se la sera prima di dormire pensi a me, o se quando beve un caffè sorrida pensandomi. Se gli manco tanto quanto lui manca a me. Se quando sente una delle nostre canzoni alla radio cambia stazione o rimane ad ascoltare. Se cerca di chiamarmi e poi riattacca.》 le amiche mi abbracciano e insieme, sembrando sempre in un musical dicono 《due persone che stanno così male lontano significa che non dovrebbero stare lontano》 sorrido e mi accascio in maniera poco aggraziata.
Prendo il cellulare e gli scrivo "tieni al guinzaglio tua madre" e lui risponde "che ha fatto?", io digito "è venuta a parlarmi di noi. Non sono cazzi suoi e se dovessi sentirmi dire ancora che non sono alla tua altezza non risponderò delle mie azioni", la sua risposta non tarda ad arrivare "mi dispiace! Tu sei molto meglio di me, lo so io, lo sai tu e tutti quelli che ci circondano" non posso non scrivergli "adularmi non ti servirà a nulla!". So che lo faccio sorridere così ma sono in vena di buone azioni "mi mancava questa frase! Mi manchi tu" e io " abituatici! Comunque grazie per stanotte!", il suo messaggio che arriva " stringerti ancora è stato bellissimo! Piccola non vivo senza te" sorrido e rispondo" bravo, prova a risolvere la situazione infilando due dita nella corrente!", " ti amo! Grazie per questa frase!". Metto via il cellulare e torno a sprofondare nella mia disperazione.

FASE 9. Accettazione/Patteggiamento/Depressione.
Il lunedì mattina apro gli occhi. Le mie amiche se ne sono andate ieri sera e quindi sono tutta sola in quella casa che mi sembra gigantesca ora. "Se mi alzassi forse starei meglio" mi dico alzandomi "se bevessi un caffè forse potrei riprendermi" e butti giù un caffè. " se mi vestissi potrei andare al lavoro" e vado a vestirmi. Ho un tubino nero al ginocchio, tacchi alti e cappotto a scacchi bianco e nero. Arrivo al lavoro e cerco di sorridere il più possibile: " la più grande sofferenza è piangere dentro e ridere fuori". È davvero molto complicati non mostrare le lacrime quando si sta male. Non vado in ospedale, non riesco a stare in quel posto, così dò appuntamenti nel mio studio ai genitori dell'ospedale. Accendo il computer e trovi una mail di Ric.

"ciao piccola. Ho visto che non sei in ospedale, ma so che sei viva. È difficile starti lontano, non poterti chiamare perché mi hai chiesto tempo e spazio. Vorrei tornare indietro e dirti tutto, vorrei essermi fermato prima e averti raccontato tutto a tempo debito, quando era il momento giusto. Sto male, è come se qualcuno mi stesse prendendo a pugni da dentro. I miei amici mi hanno detto che sto così male e che ti amo così tanto solo perché non posso averti. Dubito che abbiano ragione e avrei voluto insultarli e mandarli via. Sei così fantastica e vorrei ammazzarmi per quello che ti ho fatto. Avevo giurato di non farti male e invece proprio io ti ho tolto il sorriso. Sono qui. Sempre. Tuo Ric".

Decido di non rispondere, ma sono felice, perché lui è ancora qui per me. Non che non lo senta da molto, visto lo scambio di ieri ma mi manca. Bussano alla porta e prima di rispondere l'occhio mi cade sulla cornice che ho sulla scrivania, contenente la foto mia e di Ric. La prendo e la metto in un cassetto《avanti》 dico. Ed eccola lì, di fronte a me, Giorgia. Che diavolo ci fa qui? Mi alzo 《ciao》 dico tendendole una mano che mi stringe. Si siede di fronte a me, bellissima, elegante, con un'aria falsa e di sfida che mi muove la rabbia contenuta in me, ma soffocata dalla tristezza.
《come stai?》 chiede come se le faccio pena. Tiro fuori la mia maschera e rispondo 《bene grazie》, in realtà mi sento ferita, sconfitta, come se non fossi nulla, rifiutata, schiacciata, col cuore spezzato, patetica, distante, annoiata, abbattuta, ma pronta a rialzarmi, depressa, ansiosa, tradita, sul punto di piangere, confusa, sola.
《sono contenta tu stia bene》 mi dice
《perché sei qui?》 domando
《dritta al punto, eh?》 ma tutti che vogliono parlare del tempo? Ma io dico perché dovrei stare qui a chiacchierare come nulla fosse quando possiamo solo parlare delle cose per cui è venuta?《non sei la prima a dirmelo!》 rispondo schietta e annoiata.
《mi dispiace di essere la causa della vostra rottura》 com'è falsa..
《non è vero! Tu ci godi!》 dico
《no, non è vero e mi offende che pensi questo di me》 vorrei sputarle in un occhio
《senti tesoro. Non sono scema e riconosco una bugiarda a chilometri di distanza e tu mi stai mentendo, ma non mi è chiaro il motivo》 fa un risata da psicopatica 《difficile imbrogliare una psicologa. Beh però lui ce l'ha fatta alla grande anche e tu non l'hai capito》 rigira il dito nella piaga la bastarda. 《sono d'accordo con te》 rispondo respirando 《lo riavrò con me》 esclama 《l'importante è crederci》borbotto 《hai messo subito al patibolo lui credendo a me.》 sottolinea, 《cosa ci vuoi fare?tutti possono sbagliare》 e lei 《ti farò fuori》 e annuisco senza dire più nulla. Si alza sbattendo le mani sul tavolo 《vedrai》 urla, con tono tranquillo dico 《accetto la sfida》 e lei si allontana 《immagino che domani non avrai il coraggio di venire alla riunione in ospedale dove verrò promossa a primario》 e esclamo 《ahhhh non me la perderei per nulla al mondo》 e chiude la porta andandosene.
L'idea di una sfida mi infonde forza e potere. Deve uscire dalla nostre vite prima che possa perdonarlo. Sono dolce, ma posso farmi odiare da chiunque io voglia, sono irritante e lancio sfide solo per vedere quanto facilmente corruttibile sia l'animo umano. Sono fredda, glaciale ma se sai prendermi mi sciolgo come neve al sole e divento un cucciolo amorevole, più o meno. Sono strana e molto confusa, su tutto. Certo, sono anche stronza, ma a chi se lo merita darei il mondo. Secondo me si è forti quando si riesce a perdonare qualcuno anche se non se lo merita, se amici qualcuno ma stai zitto. Se riesci a dare felicità anche quando sei triste da morire, quando sorridi mentre invece vorresti urlare, piangere e strapparti i capelli. Sono forte. Accetto il fatto che ci siamo lasciati, ma ciò che non riesco ad accettare è che non lo possa più avere. Lo voglio, lo amo, è mio. Decido di rispondergli alla email.

" ciao. Gio è venuta a trovarmi per dirmi che ti vuole, e che domani verrà nominata primario. Spero non sia così. Per me. Per noi. Voglio un amore senza dover piangere o nascondermi, voglio un amore che anche se dovessi correre dall'altra parte lui sarà lì. Voglio un amore che mi faccia morire dalla voglia di averlo. Cerco un amore che mi dia una vita semplice, notti di passione, che mi faccia ridere, che mi telefoni per il puro gusto di sentire la mia voce. Pensavo fossi tu e una parte di me lo crede ancora. Ti prego fa che sia così".
Mi sento rigenerata e pronta a vederlo.

FASE 10. Accettazione/Rabbia.
Mentre arrivo in ospedale così bella, con una gonna al ginocchio a vita alta rossa, una camicetta di seta nera, una giacca Rossa è un cappotto nero. Ho conosciuto la sofferenza, ma la indosso magnificamente. Cammino a testa alta con i boccoli biondi che mi toccano la schiena, gli occhi con un po' di ombretto nero, le guance rosa e un lucida labbra da "baciami ora". Sono convinta che prima o poi la felicità arriverà e sarò felice da morire e felice di vivere, così tutti il dolore che ho provato scomparirà, solo un ricordo rimarrà. E per questo dolore ne sarò comunque felice perché mi trasformerà in una persona migliore, una persona sorridente. Prendo l'ascensore ed entro nella sala riunione, dove ci sono già tutti i medici. Mi siedo ad un capo del tavolo, lui apre la porta ed entra, vestito di blu scuro, con la nostra cravatta rossa, e gli occhi mi bucano il cuore, da parte a parte, è una scossa di piacere si irradia dentro di me. Vorrei fare sesso qui sul tavolo, lo bacerei tutto. Ho così tanto bisogno di sentirlo che sto male. Entra gio e si siede accanto a lui, fissandomi sorridente e ricambio il sorriso, ma vorrei prendere la sua testa e frantumarla contro il tavolo. Io e Ric siamo una di fronte all'altro, ai capi del lungo tavolo di legno 《buongiorno a tutti e benvenuti》 dice senza mai distogliere gli occhi dai miei. Mi fa arrossire e lo nota sorridendo leggermente 《 siamo qui per nominare i direttori dei vari reparti》 comincia a elencare una lista di nomi e poi 《dottoressa Giorgia Trameti, primario del reparto di chirurgia adulti》. Un velo di odio e incassatura mi passa sul viso, i miei occhi si incupiscono e la bocca assume una linea dura. Mi fissa e vede la mia rabbia,lei lo ringrazia in maniera viscida. Non capisco perché tutta l'importanza che le persone di solito hanno per me si è trasformata in un'irrefrenabile voglia di mandarli tutti a fanculo. Mi alzo al termine della riunione e vorrei tanto avere un lanciafiamme tra le mani da usare contro quelle persone odiose, snob e saccenti.
Mi raggiunge e sale in ascensore con me, prima di poter scappare le porte si chiudono e preme un pulsante nero per fermare l'abitacolo 《che cosa vuoi ora?》 urlo 《calmati》 dice prendendomi i polsi che vorrebbero roteare e colpirlo. Dirmi di calmarmi mentre sono furiosa è come cercare di spegnere un fuoco con la benzina 《non te ne frega niente? Le mie parole non sono abbastanza importanti per te? Conto così poco? Cristo santo come fai a dire di amarmi se non mi ascolti neanche》 dico con la rabbia che mi inebria, lui in tono tranquillo risponde 《 capirai con il tempo. Fidati di me》 scoppio a ridere nervosamente 《fidarmi di te? Questa è la battuta dell'anno. Che coraggio che hai!》. Mi fissa intensamente e nonostante sia arrabbiata vorrei farmi scopare su quest'ascensore in maniera selvaggia, rude, primitiva. L'ha capito e sussurra 《dimmi dove piccola》 ma non rispondo, così mi inchioda le mani dietro la schiena tenendole con una mano, mentre con l'altra mi accarezza i capelli e si avvicina pericolosamente 《che profumo che hai》 sussurra e mi annusa i capelli. Le mie gambe tremano e sono eccitata, tremendamente. Un gemito mi sfugge dalle labbra e comincia a baciarmi il collo e mi sto sciogliendo, sempre di più. Sono debole, non riesco a dirgli di no, finché una luce in me si accende 《no non è giusto》 dico con poca convinzione 《perché piccola?》 dice continuando a baciarmi il collo con voce sensuale. 《perché non abbiamo risolto nulla e tu non mi hai dato retta!》 lo spingo via e faccio aprire le porte dell'ascensore scappando fuori e lasciandolo solo a fissarmi. Ci sono quasi cascata, tutto per colpa della passione. Tornando a casa mi viene in mente un discorso della serie TV Buffy :" la passione alberga in tutti noi, sopita, in agguato. E sebbene indesiderata e inaspettata di ecciterà, spalancherà le fauci e griderà. Detta legge a tutti noi, ci guida. La passione ci governa e noi obbediamo. Che altro ci resta? La passione è la fonte dei momenti migliori, la gioia dell'amore, la lucidità dell'odio e l'estasi del dolore. La passione può ferire profondamente. Se potessimo vivere senza, conosceremmo certamente la pace, ma saremmo esseri vuoti, stanze vuote, buie e inutili...senza passione saremmo come morti". Quanto sono vere queste parole, però non posso affidarmi solo alla passione, o sarei un animale in balia dei suoi istinti, senza razionalità alcuna. Ohhhh quanto vorrei essere un animale.
Nella cassetta delle lettere trovo un invito per una festa dell'ospedale fissata per domani, "più uno" obbligatorio. Devo fargliela pagare in qualche modo. Chiamo Andrea, il mio ex 《ciao bello come stai?》 chiedo appena risponde 《ora bene. Come stai tu?》 sospiro 《mah, abbastanza bene. Ti devo chiedere un piacere》 e lui 《tutto ciò che vuoi》 mi faccio coraggio e chiedo 《mi accompagneresti a una festa dell'ospedale dove lavoro?》 《ah dell'ospedale del tuo fidanzato. È inutile che mi chiedi come faccio a saperlo, te lo dico subito, un mio amico mi ha mandato una vostra foto che c'era in internet》 sorrido perché mi conosce 《ah ok. Però non è più il mio fidanzato》 mi viene da piangere ma cerco di resistere 《è uno sfigato. Che cazzo ti ha fatto?》 mi ha sempre voluto proteggere, anche da se stesso 《mi ha tradita》 e lui risponde 《e tu vuoi fargliela pagare con me? Mi capisce davvero sempre, sarebbe stato la mia anima gemella se non fosse stato allergico alle relazioni 《esatto. Ti scoccia?》 so già la risposta ma devo comunque chiederglielo 《mi lusinga. Passo domani alle 19,ok? Mettiti qualcosa di corto e sexy!》 rido 《ok a domani,baci tesoro mio!》 e attacco.
Sono combattiva, sono una "Soldier Girl" come dice la mia canzone di Whitney  Houston "salute".

FASE 11. Accettazione
Fingiamo fin da piccoli di essere buoni: prima per i nostri genitori e poi per coloro che ci circondano. Poi fingiamo di essere forti e che tutto vada bene. Finché non ci ritroviamo da soli, a letto, la sera, con la luce spenta e gli occhi chiusi. Alla fine di una giornata, magari lunga e faticosa, fatta di sorrisi falsi forzati o sinceri, non importa, di parole sputate o ingoiate, di frasi ascoltate. Di minuti eterni, ore senza tempo. Non possiamo fuggire da una giornata, ma la sera possiamo, e forse non scappiamo dai nostri pensieri, ma dagli altri possiamo e dobbiamo. La sera abbiamo i nostri sogni da realizzare, le nostre paure da scacciare. La notte ci culla e ci porta ai nostri desideri che sembrano così veri, tanto da riuscire a toccarli. Ci addormentiamo, infine, stanchi, con la voglia di riposare e di staccare il cervello. Al risveglio ricominciamo a vivere nella realtà, forse con un sorriso, perché in fondo è un nuovo giorno, e forse andrà bene, forse accadrà ciò che è nei nostri sogni. Ciò che è importante è aprire il nostro cuore e stare a vedere.

FASE 12. Rabbia.
Alle 19 Andrea è davanti a casa mia sulla sua Z4 a due posti. È bello, alto, biondo con gli occhi chiari, vestito di nero e sorridente. È una persona semplice, che dice sempre ciò che pensa. Mi tiene testa e mi risponde senza mai darmi ragione e questo mi piace, perché mi sprona ad essere di più. Indosso un vestito nero scollato, a maniche corte, sopra ho un cappotto giallo, sciarpa nera, decoltè nere e gialle e borsa nera, capelli con i boccoli e trucco leggero ma che illumina il mio volto delicato. 《sei una figa pazzesca》 esclama Andre. I suoi complimenti sono rozzi, ma sinceri e li apprezzo molto 《grazie, anche tu sei un figo da paura!》. Arriviamo davanti all'edificio di fianco all'ospedale. È pieno di gente elegante che si fa fotografare dalla stampa all'ingresso. Andre mi porge il braccio che afferro subito《pronta per farlo morire di gelosia?》 domanda facendomi sciogliere un po' 《grazie per essere con me e fare questo!》 mi guarda 《è il minimo. Non ho mai fatto nulla per te e almeno questo te lo devo!》. Gli sorrido e camminiamo verso l'ingresso. Dentro ci sono tanti medici che conosco e che mi salutano calorosamente. Andre sta sempre accanto a me a darmi forza e sicurezza, mi fa sentire bella, bella per davvero. Il mio mondo crolla miseramente quando vedo Ric che sussurra all'orecchio di Gio, mentre ha una mano appoggiata alla sua schiena. Mi sento svenire
《Andre, è lì con quella》 dico indicando con la testa la direzione
《non ti preoccupare. Vinci tu, vincerai sempre contro chiunque》 mi sussurra.
Ric mi vede e si avvicina con Gio al suo fianco 《Fede》 dice lui 《non pensavo saresti venuta》 insiste come se fosse dispiaciuto che sono qui, forse pensava che non avrei mai scoperto che lui e Gio sarebbero stati qui insieme. 《beh ho ricevuto l'invito》 rispondo. Andre tende la mano verso di lui 《Andrea, piacere》 e una vena di gelosia gli passa sul volto a Ric 《Andrea?》 risponde con incredulità e prima che possa rispondere Andre dice 《sì, l'uomo della sua vita. Tu invece chi sei?》 Ric si irrigidisce 《il suo capo》 risponde e Gio mi sorride, si avvicina e mi sussurra 《ho vinto io》, la guardo 《congratulazioni》 rispondo e mi stringo ad Andre. Prima che Ric possa dire qualcosa d'altro Andre mi chiede《andiamo a ballare? Questa è la nostra canzone!》, mi prende per mano e mi porta in pista tra le note di "someone like you" di Adele. 《grazie. Mi hai salvata》 dico stringendomi a lui 《non devi ringraziarmi, sono qui per te e farò tutto ciò che vuoi》 sorrido e lo fisso《tu ai miei ordini? Wow》 distoglie lo sguardo e dice 《l'occasione di una vita. Coglila al volo》. Balliamo stretti l'uno all'altra, tra le sue braccia mi sento al sicuro, ho la testa appoggiata al suo petto e non ho paura. Nonostante mi abbia fatto soffrire per non amarmi, sono abituata a quella sofferenza e alle sue assenze e so come superarle. Lui però nei momenti più difficili per me c'è sempre stato.
Vedo Ric che mi fissa, ballando con Gio, così intensamente da farmi male. Ad un certo punto, non potendo più sostenere il suo sguardo scappo fuori con la scusa di una sigaretta, in realtà è per prendere aria, per respirare, perché quando c'è lui è come se mi rubasse l'aria. Una mano si poggia sulla mia schiena, mi giro e lo vedo 《sei uno stronzo. Con che coraggio sei venuto qui con lei?》 mi viene da piangere, ma non voglio dargli questa soddisfazione 《pensavo non ci fossi》 risponde tranquillamente 《ah questo è molto meglio allora!sei incredibile!》 si avvicina a me e lo sto odiando《 e tu perché sei venuta con lui?》 che coraggio che ha! Ma cosa vuole? 《sarei dovuta venire da sola?non lo capisci vero?》 ribatto 《cosa?》 e sbotto 《volevo farti ingelosire, per farti capire ciò che stavi lasciando andare 》 ma vedo che non capisce nulla come sempre《io sono sempre geloso, e non voglio lasciarti andare. Mai》 《ma sei qui con lei e ora sono gelosa e non voglio esserlo. Tra tutte le persone sei proprio con lei. Non ne posso più di questi giochetti, di lei, di tutto questo, non ne posso più. Ne ho piene le palle. Basta. Ho finito》 mi ferma un polso mentre cerco di andarmene《no ti prego. Non dire così. Piccola ti prego》

FASE 13. Depressione/ Accettazione.
Respiro profondamente 《non posso più farlo Ric》 mi guarda non capendo così continuo 《non posso più amarti così!》 vedo la paura nei suoi occhi ghiaccio 《non dirlo. Mi uccidi così. Piccola mia ti prego》 gli prendo la mano, stringendola tra le mie e portandola al petto. Sono di fronte a lui e capisco che devo lasciarlo andare per stare meglio, devo davvero metterci un punto e la parola fine tra noi 《ti penserò sempre》 sussurro e inizia a scuotere la testa e a blaterare 《no ti prego no》 ma continuo 《sarai un ricordo bellissimo, dolce e amaro, e preferisco ricordarti così piuttosto che continuare questo teatrino e farci più male. Sarai un sogno che non si è avverato, la famosa favola senza lieto fine. Sarai una vecchia canzone, di quelle che amo tanto, che mi fanno diventare nostalgica, ma serena. Quando ascolterò "feels like Home" o" never saw a blue like that", mi commuoverò sempre, perché mi ricorderò di quando eravamo felici. Sarai solo un ricordo. Avevo sempre il ricordo delle tue mani su di me, ma non potrò più sentirle. Non ci sarai più nelle mie giornate e la mia vita senza te sarà piatta e vuota, ma dopo un po' farà meno male. Sarai una speranza che diventerà un rimpianto, perché non sono stata in grado di darti tutto ciò che avevo in me》 i suoi occhi diventano lucidi e il suo sguardo è triste 《sarai l'unico vero amore che abbia mai avuto e che avrò mai, lo sei stato dal primo sguardo. Lo eri già prima nei miei sogni, prima che ti conoscessi. La tua mancanza sarà come un incubo che mi farà svegliare di notte con una sensazione di vuoto incolmabile. Nel mio cuore ci sarai sempre, ma devo lasciarti andare. Per stare meglio devo mandarti via. Sarò incompleta, ma soffrirò di meno》 non credo ad una parola di quelle che ho detto, ma dovevo farlo, dovevo parlargli in questo modo, perché se gli avessi urlato arrabbiata avrebbe pensato che ci fosse stata ancora una possibilità per noi, ma non voglio dargliela, vederlo con Gio mi ha ammazzata. Un'altra bugia, un'altra menzogna e non riesco più a tollerarne 《no piccola, non farlo, non capisci ciò che sto facendo, ma ti prego fidati di me, lo capirai!》 cerca di trattenermi, ma scuoto la testa 《non posso più farlo. Scusami》 e me ne vado. Sono vuota e voglio piangere. Voglio morire qui per terra e dimenticare tutto.

FASE 14. Rabbia e cazzate.
Vado da Andre 《mi porti via?》 chiedo, lui mi prende per mano e andiamo verso la macchina. Vedo Ric sulla porta dell'ingresso che ci osserva salire in macchina e andare via 《dove vuoi andare?》 domanda 《a bere. Portami a bere》 rispondo appoggiando la testa allo schienale 《ogni tuo desiderio è un ordine》. Accelera e la macchina vola veloce, via da quella situazione dolorosa, via da tutto. Seduti in un pub a bere mi suona il cellulare, lo tiro fuori dalla borsa e vedo un messaggio di un numero sconosciuto, lo apro e trovo una foto. Tutto diventa buio, sgrano gli occhi e vedo più nitidamente l'immagine di Ric che bacia in bocca Gio, e sotto c'è una scritta "ho decisamente vinto io". È quella puttana maledetta. La rabbia più furente mi prende allo stomaco e la gelosia mi stringe il cuore. Ripongo il cellulare e bevo a goccia il vino che ho davanti, fermo un cameriere e ordino 《due jeger e due rum》, guardo Andre che annuisce e mi sorride 《mi piaci avventurosa》 e io sussurro 《ohhh non hai idea di quanto lo sia in questo momento》
Continuiamo a bere, finché lo guardo con gli occhi languidi 《portami a casa》 lui risponde 《vuoi andare a casa?》 mi avvicino e bisbiglio 《 sì da te》. Non se lo fa ripetere due volte, paga e mi prende per mano facendomi uscire dal locale velocemente. Quando ero triste in passato per qualcuno, lui ha sempre avuto la capacità di farmi cancellare tutto, farmi dimenticare e in questo momento ne ho bisogno.

FASE 15. Negazione e Cazzate.
Voglio dimenticare,negare l'esistenza di Ric, di Gio, di quella foto impressa nella mia mente, delle parole bellissime e falsissime che gli ho detto e del fatto che sia riuscito a farmi ancora più male, a rompere quel sottile equilibrio che mi ha fatto rimanere in piedi a stento. Arriviamo a casa di Andre 《baciami》 dico e si avvicina, sbattendomi contro il muro e infilandomi la lingua in bocca. Non voglio sentire nulla. Mi spoglia velocemente. Mente mi bacia, prendendomi il seno tra le mani, schiacciandomi contro il muro sempre di più. Non sento niente. Nessun trasporto, nessuna eccitazione, nessun dolore, né gioia alcuna. Niente. Sono vuota, desolata, un corpo disabitato e ciò che mi spaventa di più è che mi va bene così, ma domani me ne pentirò amaramente. Facciamo sesso, senza che provi nulla e poi si addormenta. Guardo il soffitto e mi sento sporca, degradata, in colpa e....

FASE 16. Depressione profonda post cazzata.
...e le lacrime cominciano a sgorgarmi silenziose. Mi rivesto, prendo le scarpe in mano e scarabocchio un post it "scusami" scrivo e esco. Scappo di corsa, come facevo prima, come avevo sempre fatto prima di Ric. "Ohhh Ric perché mi hai fatto così male?" Penso. Sembro regredita a quel periodo buio della mia vita, al dopo Francesco e Ric è la causa: proprio colui che avrebbe dovuto essere la mia luce, la mia salvezza, è la causa del mio male e del mio sprofondare in un inferno di sensazioni orrende. Salgo in ascensore e Infilo le scarpe, estraggo il cellulare e chiamo un taxi. Esco dal portone e accendo una sigaretta mentre aspetto; il cellulare suona, è Ric "sei a casa sua?" Non rispondo e continuo a piangere. I sensi di colpa mi attanagliano le viscere: quello che è successo questa sera sembra essere un punto di non ritorno. Il punto della fine. Arrivo a casa e mi butto a letto piangendo e cantando da sola "i learned from the best " di Whitney Houston, cercando di dargli la colpa di ciò che ho fatto, scrivo a Lisa
Io:"Con poco se campa con niente se more"
Lisa:" cos'hai combinato gioia?"
Io:" sesso con Andre"
Lisa:"Ma quante volte te l'ho detto di non dare le perle ai porci? Che poi chi è quel deficiente che dà una perla a un porco? Cosa se ne fa il porco di una perla? La mangia? Che tanto poi ti mangi il porco e ti ritorna la perla"
Io:"D'altronde tutto è utile ma nulla è necessario"
Lisa:" ben detto. Le cose importante sono poche: per esempio chi trova un amico trova un tesoro"
Io:"Certo anche perché so bene che chi troppo vuole nulla stringe"
Lisa:"Stai attenta a quello che desideri perché potrebbe avverarsi"
Io:"Tranquilla. Starò con i piedi per terra"
Lisa:"Ti ricordi che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, quindi datti una regolata"
Io:"Lo farò, ma per ora la vita è una e dormirò quando sarò morta. A guardar troppo l'abisso poi lui guarderà dentro di te e allora non avrai scampo e dovrai dartela a gambe, levate o in spalla, è indifferente"
Lisa:"Io non scappo davanti a nessuno. Tu ricorda che non si piange sul latte versato."
Io:"Quando senti zoccoli pensi a cavali o a zebre?"
Lisa:"Cavalli"
Io:"Potresti affogare in un bicchier d'acqua"
Lisa:"Io me la cavo benissimo. Chi fa da sè fa per tre alla fine"
Io:"Sei ad un punto morto...non c'è l'ombra di dubbio che alla fine ti servirà una svolta, ma stando con lo zoppo si impara a zoppicare e poi ti ritrovi mal comune e mezzo gaudio"
Lisa:"Mi stai dicendo che è colpa mia se fai le cazzate?"
Io:"Io faccio di necessità, virtù, mentre ti rigiri i pollici"
Lisa:"Bah nutro dei dubbi su queste tue affermazioni, comunque mi piacerebbe conoscerle prima o poi, queste tue virtù"
Io:"Non si scoprono le proprie carte"
Lisa:"Infatti per ora sono rimaste ben nascoste"
Io:"Verrà il giorno in cui la gazzella mangerà il leone mia cara...aspetta e spera. Che la notte ti porti consiglio, comunque alla fine il sole sorge sempre quindi rasserenati nel pensare che la speranza è l'ultima a morire. Non può piovere per sempre, questo dovrebbe aiutarvi a fugare ogni dubbio"
Lisa:"Va bene, ne terrò conto. Detto questo il tempo è denaro quindi ne farò buon uso e il mattino ha l'oro in bocca, quindi cercherò di dormire tra due guanciali e prepararmi a prendere il toro per le corna. Notte gioia, fai buon viso a cattivo gioco è chi vivrà vedrà"
Io:"Sei esilarante!pensa che male l'oro in bocca...e se poi preferissi il platino o l'argento? Fa ballar l'og. Diffida delle persona che guardano la pagliuzza negli occhi altrui e non vedono la trave nel proprio perché quelli sono come gli amici del giaguaro e venderebbero l'anima al diavolo pur di salvare le apparenze e si sa che alla fine piove sempre sul bagnato. Stai dormendo su un barile di polvere".
Mi addormento più serena per via dello scambio di messaggi che mi fanno sempre divertire. Mi sento male per ciò che ho fatto, ma alla fine mi ha tradita ripetutamente. A chi voglio raccontarla? Ho reagito da bambina immatura come sempre, non sono migliorata per niente. Tutti i progressi mi hanno riportata al punto di partenza: sto annegando in un barile di letame!

FASE 17. Negazione.
Vado al lavoro e mi destreggio tra vari pazienti finché Elena non mi recapita una scatola in ufficio. La apro e trovo una lettera e una chiavetta USB. Comincio a leggere la lettera

" piccola pensavo di riuscire a riconquistarti con le mie forze ma ho solo peggiorato la situazione e fallito miseramente, quindi questo è ciò che sento, o meglio ciò che sentiva Oscar Wilde: per quanto tempo andremo cercando ciò che non ci vuole? Se il mio cuore nel tradirmi ti ha amata e solo lui sa quanto...se solo lui ha saputo parlare a modo suo, scusalo. Credeva che un sogno si stesse avverando, ma tu per me sei stata la mia dea, la mia musa, il mio angelo. Cammina come hai fatto, vai per le strade cantando di gioia e felicità. Calpesta quelle strade che nei secoli hanno visto e vissuto esperienze più grandi di te. Guarda il cielo, guardalo perché ti darà forza come ha fatto con me. Ama, ama, ama ancora perché un giorno chi non ti ha amata, piangerà per aver perso un piccolo angelo. Non ti dico che ti voglio bene, ma che ti amo, perché questo il mio cuore grida per te. Non mi ringraziare, se lo vuoi fare rimani per il resto dei tuoi giorni la donna quale sei diventata, quella che mi ha fatto innamorare di lei. Non cambiare mai, mai e poi mai. Così voglio che tu mi ringrazi,molo così io ti ringrazierò. E non piangere come io sto facendo, bastano le mie lacrime per portare i fiumi in piena. Ma sorridi, sorridi te ne prego.
Cazzate, tutte cazzate. Io non voglio la mia vita senza di te, non posso neanche pensare a qualcuno che ti sfiori che non sia io. Senza te sono perso. Ti amo, tuo R".

Che faccia tosta che ha a scrivermi questa lettera dopo essersi fatto Gio alla festa dove c'ero anche io. Che rabbia. Metto l'USB nel pc e parte un video: un collage di tutte le nostre foto con il sottofondo delle nostre canzoni. Il video, ahimè, mi fa scendere giusto una lacrima perché i ricordi mi investono prepotentemente. Prendo il cellulare e gli mando un messaggio "sei un bastardo!" E lui " perché piccola?" E gli inoltro la foto di lui e gio. non mi risponde più, forse non sa che lei me l'ha mandata, forse crede di riuscire a nascondermi ancora qualcosa.
Il venerdì mi faccio coraggio e vado in ospedale per incontrare dei pazienti. Vedo Ric che cammina per il reparto col camice e la divisa blu. Si ferma quando mi vede e le mie gambe diventano di cemento, non riesco a muovermi, vorrei scappare, ma non riesco. La sua bellezza è paralizzante, lui è come veleno e antidoto insieme e io non posso muovermi, vorrei davvero fuggire ma i suoi occhi mi urlano di fermarmi e per la prima volta obbedisco agli ordini. Credo di sentire il suo cuore battere all'unisono con il mio. Si avvicina, mi afferra per un braccio e mi fa entrare in uno sgabuzzino delle pulizie e chiude la porta
《lasciami》 gli intimo quando in realtà sto pensando "prendimi qui tra le scope". Sappiamo tutte noi donne che ciò che diciamo non è quello che in realtà intendiamo, tipo "sì" significa "no", "forse" è sempre "no", il "dobbiamo parlare" vuol dire "sei nei guai", "fai quello che vuoi" significa "non farlo altrimenti te ne pentirai", "non sono arrabbiata" equivale a "ti vorrei uccidere", il" ti odio" è "ti amo".
《 non ti lascio piccola》 dice avvicinandosi sorridendo 《 ti starò sempre vicino anche se non mi vedrai》 sussurra.
《detto così sembri uno stalker》 rido
《taci una buona volta》 e continua 《nel tempo che ti prenderai una pausa per pensare rimarrò sempre al tuo fianco, dove  potrai appoggiarti quando perdi l'equilibrio, passerò la vita a sussurrarti che ti amo, non ti perderò mai di vista..》 《ora sembri un serial killer che pedina la sua vittima》 sussurro e lui ride ma prosegue 《neanche quando scapperai. Ti seguirò ovunque, tu sceglierai di andare e io non ti lascerò mai la mano, mi troverai sempre》
《buffo che tu me lo dica quando poi ti fai un'altra》 sbotto
《te l'ho detto che capirai》 ribatte
《perché non me lo spieghi allora?》 sono curiosa lo ammetto e ribadisco che sarà proprio la mia curiosità ad uccidermi
《ora non posso》
《perché non hai ancora inventato una bugia che regga?》 domando arrabbiata
《è questo quello che pensi?》 sembra sorpreso
《mi puoi biasimare forse?》 domando retoricamente
《no, ma ti assicuro che ora non ti sto mentendo》
《però non mi puoi dire nulla》
《esatto. Capisci?》
《no. Veramente no》 lo allontano e esco dalla stanza sbattendo contro Andre 《ehi che ci fai qui?》 dico sorpresa 《sei scappata!》. Mi giro e vedo Ric uscire, rimane impietrito vedendo Andre 《cosa ci fai qui?》 domanda bruscamente 《sono qui per vedere la Fede》 risponde fregandosene《non mi sembra il caso!》 ringhia Ric. Prendo Andre e lo trascino via, portandolo nel mio studio, dove mi dice che è qui perché sono scappata e vuole chiedermi perché 《sono scappato tante volte senza chiederti scusa e ora ho capito cosa volesse dire per te quando facevo così》 mi dice 《non penso proprio. Io ti amavo così tanto e tu non mi vedevi》 rispondo e poi decide di tirarmi una bomba 《io ti Amo!》 urla. Rimango di sasso. Quando avrei voluto sentire quelle parole anni fa e, invece, me le dice adesso, adesso che non è più tempo 《non so cosa dirti! Io ti amavo》 si avvicina prendendomi una mano 《e allora possiamo stare insieme finalmente》 dice guardandomi felice 《ti amavo, prima di tutto d tu hai rovinato tutto e io sono stata male e poi mi sono innamorata di nuovo e ora amo lui!》 si allontana ferito 《però lui puoi perdonarlo!》. Gli uomini non capiscono un cazzo, non gli importa di nulla se non del loro stupido orgoglio 《non posso perdonarlo, Andre, ma questo non è il punto. Il punto è che io lo amo comunque! Scusami》 si avvicina di nuovo《non devi scusarti per non amarmi, io non l'ho mai fatto. Tu sei meglio di me!》scuoto la testa 《non direi. Tu mi hai fatto scoprire l'amore e te ne sono grata!》 e lui dice 《ero un coglione!》 sorrido e continuo《 lo sei anche ora. Scommetto che se non fossi scappata tu non saresti qui. Non mi ami davvero, vuoi me solo perché non puoi avermi!》 cerca di negare la mia affermazione 《eri il mio sogno e vorrei prendermi a schiaffi ora perché sei vero, ma io non ci sono più!》 mi bacia sulla guancia e esce.  Mi accascio sulla poltrona e penso al fatto che me ne sono andata dalla vita di Andre, non per vigliaccheria o per mancanza i interesse, ma perché rimanere non avrebbe senso, non gli appartengo più, non ci sono le basi, non ci sono mai state e l'ho capito stando con Ric. Con Andre mi sono dovuta cercare un posto, era come se fossi il suo burattino, ma ora non c'è più posto nella sua vita dove voglia stare, quindi è meglio andarsene. So che rimarrò da sola, ma non ho paura, non più, perché ho tempo per conoscermi, comprendermi e capire veramente ciò di cui ho bisogno. Non sono mai stata capace di fingere nelle relazioni e adesso lo sono ancora di meno, grazie o a causa di Ric e di ciò che mi ha dato, mi ha fatto scoprire. Mi sono sempre tenuta le parole dentro, ma davanti a lui non ce la faccio, perché se lo merita, merita di sapere la verità, così gli ho vomitato tutto addosso. Preferisco che mi odi o che gli stia antipatica, piuttosto che dargli false speranze o essere finta. Me lo ha insegnato a suo tempo, proprio lui, con la sua sincerità tagliente. Condanno chi si accontenta e so che prima o poi le mancanze verranno a galla, e a quel punto raderanno tutto al suolo quindi è meglio andarsene prima, quando ci si rende conto che il rapporto non è eterno, è al capolinea. Alcuni rapporti servono ad insegnarti qualcosa, altri sono solo uno scherzo del destino e altri rimarranno in te per sempre. E lui rimarrà in me per sempre, proprio come Ric. Per me il vero codardo è colui che rimane anche quando non vuole, che dice di amare anche quando di amore non c'è più traccia.
È vero ciò che si dice "quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne viva. Anzi, non sarai sicura neanche se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscita da quel vento, non sarai la stessa che vi è entrata". È vero, non sono più la stessa, sono più forte, più stanca e diversa, migliore o peggiore ancora non lo so.

FASE 18. Accettazione.
La sera decido di rimanere a casa a dormire e rilassarmi. Il sabato Lisa mi invita per una serata in un nuovo posto Karaoke e chiaramente acconsento. Abbiamo un appuntamento alle 19, perché il quel posto c'è l'aperitivo. Vado a prenderle tutte a casa e arriviamo al locale, ci sediamo in un tavolino davanti a un piccolo palco con microfono è leggermente illuminato, mentre il resto del locale ha luci soffuse. È davvero un locale carino, cominciamo a mangiare e siccome non ci hanno ancora servito da bere, mi alzo e vado al bancone dove ordino una bottiglia di vino bianco. La prendo, insieme a quattro calici, e mi giro per andare verso il nostro tavolo, quando sento le note di "feels like Home". Alzo lo sguardo e per poco non mi scivola il vassoio dalle mani per lo stupore. C'è Ric sul palco, che canta la nostra canzone, mentre mi fissa ardentemente con i suoi occhi azzurri che illuminano il locale. Mi siedo al tavolo con le amiche che mi guardano sorridenti e ascolto la sua voce riecheggiare ovunque, dentro e fuori di me. Al termine della canzone dice 《questa è per l'amore della mia vita. Non mi importa di ciò che hai fatto. Ti amerò sempre》. guardo le mie amiche e Lisa mi chiede 《ti è piaciuto?》, e io rispondo 《ma come fa? Sembrava lo sapesse》 le altre mi guardando senza sapere di cosa stia parlando e Lisa rompe gli indugi dicendo《 è andata a letto con Andre!》 le altre sgranano gli occhi sorprese e io intervengo《 grazie Sister! vuoi mettere i manifesti? L'hai detto anche a lui, magari?!》 lei mi guarda inorridita 《cosa? Pensi che potrei?》 e Nico dice 《perché non ce l'hai detto?》 e rispondo《perché mi faccio schifo da sola, non volevo vedere anche quella faccia che state facendo!》 e Nico si scusa 《sono solo sorpresa》 Priscilla si riprende e interviene 《noi non ti giudicheremo mai. Hai fatto bene a fartelo》 scuoto la testa 《no non ho fatto bene》. Lisa riprende a parlare 《comunque ti è piaciuta questa cosa?》, annuisco e chiedo 《perché me lo chiedi? C'entri qualcosa?》 lei sorride 《maybe yes or maybe not》. Mi alzo di scatto 《cosa? Perché l'hai fatto? Perché ti sei messa dalla sua parte?》 mi guarda sconvolta 《non sono dalla sua parte, volevo solo aiutarlo, lui ti ama e tu anche》 mi metto una mano tra i capelli esausta e nervosa 《si è fatto ancora Gio》 e vedo che lei lo sa così continuo 《lo sai e hai fatto comunque questa cosa? Mi odi forse?》 lei si alza ed è arrabbiata 《no. Stai male e questo potevo sistemarlo. Lui ti ama da morire, perdonalo!》 vorrei tirarle uno schiaffo ora. Ma che diavolo vuole? Perché si è messa in mezzo? 《fatti i cazzi tuoi Sister!》 Nico si intromette rischiando anche lei la sua vita 《no basta fede. Piangi, stai male, quando potresti solo perdonarlo. Ha sbagliato, ma ora è sincero!》 mi giro e la fulmino《 e voi che cosa ne sapete? Scusate se la mia tristezza vi infastidisce. Perché allora non mi buttate in un lago con una pietra al collo?》 Priscilla decide di dire la sua 《noi sappiamo tutto》 alzo le braccia al cielo 《illuminatemi》 dico stizzita 《non possiamo》 rispondono mandandomi ancora di più su tutte le furie《gliel'abbiamo promesso》 dice Lisa. I miei occhi sono fuori dalle orbite, ho la bocca spalancata e sento il cuore battere veloce 《questa è bella. Voi avete dei segreti con me per lui?》 mi mette una mano sulla spalla, cosa che mi fa arrabbiare ancora di più e dice 《lo capirai, te lo deve dire lui, non noi. Noi dovevamo solo fare questo, ma per farcelo fare ha dovuto dirci tutto. L'abbiamo fatto per te》 mi allontano e ringhio 《allora farò anche io una cosa per me. Andate tutte al diavolo!》 e me ne vado via. Vicino alla macchina vedo Ric ma non parla, perché capisce la mia rabbia, salto sulla jeep accendo la radio e parte "vaffanculo scemo" di Fabri fibra, tiro giù il finestrino e urlo 《vaffanculo scemo!》 riferito a Ric e parto veloce.

FASE 19. Depressione ancora e Rabbia molta.
Sono furibonda con le amiche, l'ennesimo tradimento, ma da parte loro non me lo aspettavo proprio. Accendo lo stereo e inizia "i'm down" dei Beatles e mi metto a cantarla a squarciagola mentre ballo, e anche se sono "down" voglio comunque non pensarci almeno ancora per qualche minuto e come previsto arriva la cannonata "it's hard to say goodbye" di Paul Anka e Celine Dion e scoppio a piangere, svestendo i e rimanendo in reggiseno e slip, abbracciata a me stessa, piangendo. Corro in mansarda e mi butto sotto le coperte. Il cellulare suona, le amiche stanno chiamando in continuazione e non voglio rispondere. Sto male, mi sento ferita dalle uniche persone a cui voglio davvero bene, sono le mie persone e senza non riuscirei a vivere. È ovvio che le perdonerò presto, ma per ora voglio lasciarle rimuginare e voglio starmene nel mio brodo di giuggiole.

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