FEBBRAIO

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Sono le 18.30 e sono ancora in ospedale, è stata una giornata lunga, ho avuto 6 nuove coppie di genitori e ho dovuto incontrarle tutte. Mi tolgo le scarpe e mi maledico per essermi messa i tacchi, come ogni volta, non prevedendo che alla fine della giornata sarei stata così. I miei piedi sembrano dei tomini alla piastra e mi fanno un male assurdo. Suona il telefono fisso e vedo che è l'interno di una sala operatoria, allungo un braccio stile ispettore gadget e afferro la cornetta, già stanca per quello sforzo
《pronto?》 chiedo
《piccola sono io, sono in sala operatoria》 me lo chiarisce sempre come se non avessi ancora imparato quell'interno visto che mi chiama solo 800 volte al giorno da quel numero, non rispondo e lui prosegue《 ho quasi finito. Ti va una cena fuori insieme?》. Non mi propone quasi mai di cenare fuori, anche perché finisce sempre tardi e io, di solito sono già a casa, ho già mangiato e sono sdraiata sul divano come una stella marina, ma ho voglia di uscire con lui, nel mondo esterno 《certo Ric, mi farebbe molto piacere》 lo sento sorridere《 aspettami per un'ora, vengo a prenderti in studio》 dice e prima che possa rispondere attacca.
Mi alzo e vado a sdraiarmi sul divano, togliendomi il camice che oramai è diventato una seconda pelle, e accendo la musica per rilassarmi e aspettare il mio fantastico uomo che sta per venire a prendermi. Questo doppio senso non era assolutamente voluto, ma quando si tratta di lui mi vengono spontanei. Dopo un'ora entra nel mio studio vestito come stamattina quando siamo arrivati. È molto elegante, come sempre, con uno dei suoi abiti tre pezzi di alta sartoria, e la sua bellezza mi toglie il fiato 《andiamo?》 dice guardandomi e tenendo la porta aperta. Mi alzo dal divano, gli giro intorno, chiudo la porta e giro la chiave e mi volto verso di lui che mi sta guardando pensieroso e solleticato dalla mia iniziativa 《prima...》 bisbiglio afferrandogli la cintura dei pantaloni e slacciandogliela. Mi guarda e vedo le sue labbra che formano un ghigno soddisfatto, così gli tiro giù la zip e gli abbasso i pantaloni. Cerca di toccarmi, ma mi ritraggo facendo "no" con l'indice, so che lo eccito se mi comporto così sfacciatamente. Gli tiro giù i boxer e scorgo il mio amico che mi fissa contento di vedermi, lo prendo tra le mani stringendolo leggermente e facendo scivolare una mano dalla base alla punta già bagnata, poi mi chino e lo infilo in bocca, gustandolo, leccandolo, baciandolo e muovendo la mia lingua per tutto il suo membro. Lo sento gemere 《 piccola, ci sono quasi》 , così mi stacco, mi sistemo il vestito e dico 《ottimo!ora possiamo andare a cena》. Vedo i suoi occhi che vorrebbero fulminarmi per averlo lasciato eccitato e non soddisfatto, ma mi sto divertendo un sacco a punirlo senza ragioni, e lo sento ringhiare a denti stretti《cosa??》, prendo la borsa e il cappotto mentre lui è ancora con le braghe calate e dico《così penserai per tutta la cena a questo e a quello che ti farò poi》, sbotta e si riveste velocemente con gli occhi ancora scuri 《che stronza che sei piccola, me la pagherai!》 rido e mi avvicino prendendolo per la cravatta e guardandolo fisso negli occhi 《è una promessa?》. Mi sbatte contro la porta mettendomi una mano sotto il vestito e dice ansimando al mio orecchio《non me ne vado se prima non ti ottengo》, lo bacio all'angolo della bocca e lo allontano sorridendo ammiccante. È furente, impaziente, desideroso di possedermi e la cosa non può far altro che farmi eccitare ancora di più. Apro la porta e mi giro per fargli cenno di andare, e lo trovo in piedi, con le mani in tasca e la postura dura e potente, da capo del mondo che ora è nelle mie mani. Scuote la testa, si avvicina, mi prende per mano e ci dirigiamo verso l'ascensore a passo veloce, quando siamo dentro mi accarezza la schiena e cita una frase bellissima che farebbe invidia a  Schopenhauer  《d'altronde un uomo si innamora di una donna quando sente di aver incontrato un degno avversario》.
La cena è stata deliziosa e mentre torniamo a casa lui sta guidando la mia jeep e decido di prepararlo per quello che ho in mente, che ovviamente so cambierà con qualcosa di ancor più piccante.  Gli metto una mano sul suo pene che è rimasto duro per tutto il tempo, Il suo sguardo mi brucia e capisco che non ce  la fa più, così accelera e parcheggia in fretta davanti a casa mia. Scende come una furia e urla 《muoviti!》; mi piace sentirlo così rude, maschio, virile che mi dà ordini. Entrati in casa mi spoglia velocemente facendomi rimanere nuda di fronte a lui che mi osserva con cupidigia 《dimmi un tuo sogno erotico piccola》 bisbiglia con voce roca e sexy; non so cosa dire, ma mi viene un'idea 《legami, bendami e prenditi tutto》 dico ansimando all'idea. Il solito ghigno con le fossette gli compare sul suo volto estasiante, si leva la cintura, mi sbatte sul letto e mi lega le mani alla spalliera di ferro battuto, poi prende la cravatta e me la stringe dietro la testa. Il mio respiro accelera e il mio cuore sembra uscirmi dal petto, sono completamente in suo potere e la cosa non mi dispiace per niente, anzi, sono bollente, penso che verrò non appena mi sfiorerà. Sono sempre stata la classica che teneva le redini di tutto e decideva ogni cosa anche in ambito sessuale, avevo bisogno del controllo, dopo ciò che mi era successo, ma trovarmi qui ora legata come un salame e bendata mi fa crescere la voglia oltre il normale, perché mi fido di lui e gli affiderei ogni parte di me. Può prendersi tutto ciò che vuole, può fare tutto ciò che vuole col mio corpo. Bah quasi tutto
Posso sentire ogni rumore: i bottoni della camicia che si aprono, i pantaloni che cadono in terra e poi, finalmente, il peso del suo corpo sul materasso.
Sento il suo respiro sul mio corpo, le sue labbra cominciano a sfiorare le mie gambe, le cosce, l'inguine, e sono sul mio sesso che baciano e leccano facendomi dimenticare il mio nome. Le sue dita le raggiungono e entrano in me muovendosi lentamente, il mio respiro aumenta sempre di più, vorrei toccarlo, vederlo, stringerlo, ma non posso, devo accontentarmi di sentire la nostra pelle a contatto, il suo profumo che mi inebria e accende tutti i sensi. La sua lingua lascia la mia vagina e sale sul mio ventre e mi abbraccia il piercing, poi continua verso il mio seno già turgido e comincia a succhiarmi e mordermi i capezzoli ardentemente. Lentamente passa ad occuparsi del mio collo e sento la mia pelle rabbrividire per il piacere, poi si muove dietro le orecchie e una scarica mi attraversa come un fulmine in una notte d'estate.
Finalmente, giunge alle mie labbra e la mia lingua si incrocia alla sua in una danza davvero eccitante. Sento l'elastico dei suoi boxer e poi il suo membro sulla mia pancia, duro, caldo, grosso che mi fa raggiungere il culmine solo al pensiero di ciò che potrebbe farmi; con una mano lo sposta tra le mie gambe e ho un sussulto, sono bagnata e pronta, lo voglio ora, e alla fine entra in me. Un urlo esce dalla mia bocca mentre continua a baciarmi sul collo, sulle spalle, sul viso e sento che i colpi diventano più forti e lui mi sussurra《piccola sentirti urlare per ciò che ti faccio è una cosa che mi fa impazzire》. Chiaramente le sue parole mi fanno gemere più forte e chiamare il suo nome mentre l'orgasmo mi colpisce come un treno, scuotendomi. Mi sento sconvolta, invasa dal piacere e più ne provo, più ne vorrei. Quando viene anche lui mi toglie la cravatta e la cintura e cade sul letto di fianco a me respirando forte 《ti è piaciuto principessa?》 dice ancora ansimante. Cerco di calmare il mio respiro, invano e rispondo《non so più come mi chiamo》 e lo sento ridere orgoglioso, così continuo 《sei un tornado, come mi prendi tu, nessuno》 sono stremata, penso di non aver mai goduto così tanto, tutte quelle sensazioni sono state pazzesche 《come sei romantica piccola!》 dice prendendomi in giro come al solito. Ci addormentiamo abbracciati e nudi, stretti l'uno all'altra con il suo profumo che mi rende felice.
Il 7 di febbraio sono al centro, e non in ospedale, e come sempre vado nello studio di Lisa a chiacchierare prima di iniziare a vedere i nostri pazienti, portando in dono un caffè 《come procede con Max?nessuna nuova?》 esordisco passandole il caffè e sedendomi sulla solita poltrona che avrà la forma del mio sedere. Fa un sorso di caffè tirando poi fuori la lingua perché si è ustionata e dopo aver imprecato dice 《nessuna nuova, buona nuova. Comunque si è calmato da Miami, però per me, oramai, qualcosa si è rotto!è brutto da dire però quando parte sono quasi felice》 immaginavo, vista la sua reazione all'epoca, però lui mi piace e non voglio vederlo con un cappio al collo che tira un calcio alla sedia per impiccarsi 《non è un buon sintomo!》 esclamo e lei scuote la testa dicendo 《no direi di no》. Voglio indagare più a fondo ma "feels like home" mi tuona nelle orecchie, così estraggo la macchina infernale e rispondo 《Ric》, come al solito sospiro come se mi stesse disturbando e lui ride 《dottoressa la stavo per caso disturbando?》, sorrido anche io 《come sempre dottore. Cosa posso fare per Lei?》. Ha la capacità di chiamare nei momenti meno opportuni, probabilmente ha un sensore che lo avverte 《tante cose può fare》 dice in tono sexy, che come sempre mi fa scuotere la testa perché i pensieri cominciano a vagare《interessante》 bofonchio mentre Lisa mi osserva divertita capendo la nostra conversazione. Sto cercando di trattenere le risate, anche perché so che a Ric dà fastidio se rido al telefono quando non è lui l'artefice delle mie risate 《la chiamo per dirLe che domani parto per LA per una settimana!》. Sento lo schianto di una navicella sulla mia testa e sono certa, quasi più del mio nome, che ci sia lo zampino della sua adorata madre, me lo sento nelle ossa, così mi chiedo: perché cazzo non ho organizzato quella cosa con i tizi con il cricket? Oramai è tardi per pensarci quindi mi rabbuio e dico 《quindi non ci sei a San Valentino?》. È la mia maledizione quella giornata, mi sono sempre ritrovata sola come un cane, ma speravo che almeno quest'anno avrei fatto qualcosa, non è che volessi molto, ma almeno svegliarmi accanto a qualcuno sapendo che per la prima volta non avrei avuto voglia di sparare con la cerbottana a tutte le coppie in amore. Capisce la mia tristezza così dice 《farò di tutto per esserci principessa!》, non me ne frega niente se farà di tutto, 99 su 100 non ci sarà e sarò sola, sul mio divano, ad abbuffarmi di gelato e a piangere di fronte a qualche puntata di grey's anatomy. Non so cosa rispondere quindi bisbiglio 《ok》, ma le cattive notizie non sono finite, anche perché si sa che le sfighe sono come fogli di carta igienica:"ne prendi uno ne vengono dieci", così sto zitta e aspetto e sento la sua voce, che è poco più di un bisbiglio《e poi..》 sgrano gli occhi come se potesse vedere la mia delusione e sbotto 《e c'è anche un "poi", Ric?》, percepisco la sua paura nel rispondermi 《non riusciamo a vederci prima che parta perché opero fino alle 23 e alla 1 ho l'aereo!》 sono furibonda, così come sempre sospiro il suo nome e attacco spiaccicandomi contro lo schienale della poltrona. Mi arriva un whatsapp "piccola mi dispiace! Mi farò perdonare", sbatto il cellulare sulla scrivania senza rispondere. Lisa mi chiede cosa mi renda così nervosa e le dico che Ric ha deciso di partire per una settimana, ma lei stranamente non afferra il punto perché mi chiede se mi mancherà, cosa ovvia, ma non è quello il problema, solo che mi sento stupida per essere arrabbiata perché non ci sarà a San valentino.
《cosa mi ha fatto quel maledetto?》 chiedo all'oracolo Lis
《ti ha fatto innamorare》 risponde lei e come al solito dà prova della sua saggezza, annuisco e lei continua 《è un bene gioia bella, poi da quando sa del tuo passato è migliorato o sbaglio? Corre di meno, no?
Passo la solita mano tra i capelli e rispondo 《si adesso è tutto ciò di cui ho bisogno, ma odio aver così tanto bisogno di lui》 lei sorride della mia deficienza e non capisco come possa avere così tanta pazienza con me e non insultarmi mai《sei abituata a cavartela da sola, ma dopo un po' diventa bello aver bisogno di qualcuno》 suona ancora il cellulare e leggo un suo whatsapp"piccola rispondimi. Non posso vivere senza di te" mi fa sorridere perché sa che a questa frase non posso far altro che rispondere con una delle mie frasi terribili "fai un piacere all'umanità e datti fuoco, allora!". Ora sa che tra noi va tutto bene, che lo perdonerò, anche se in realtà non ha fatto nulla di male. Comunque guardo Lisa e dico 《per ora mi sento un leone affamato in gabbia》, lei scoppia a ridere  e decido di chiederle se le va di trasferirsi da me per la settimana, visto che Max e Ric sono in giro per il mondo, e lei risponde《ti prego. Casa sua mi mette ansia!》 siccome vive a casa di Max cosa che le ha sempre dato fastidio, visto che quando è andata a stare da lui la casa era già arredata e lei non ha potuto fare niente, se non accettare i suoi mobili e farsi spazio nell'armadio, sono contenta di farla staccare per un po'.
Appena tornate a casa trovo Nico sulla porta che ci aspetta e urla 《ragazze paranoia totale》 noi sorridiamo e la raggiungiamo. Appena in casa aprono una bottiglia di vino mentre io cucino e Nico comincia a parlare 《Teo è in crisi, come sempre e io non ho chiuso occhio e ho continuato a piangere ininterrottamente. Perché voi fate così?》 e mi indica, siccome sono più uomo che donna. So bene che anche le mie amiche, seppur super comprensive, mi condannano per essere così fredda, almeno apparentemente, e nonostante conoscano i miei più oscuri segreti continuano a non capire i miei perché, ed è fiato sprecato cercare di inculcarglielo nei loro meravigliosi cervelli che a volte vorrei friggere《sai noi siamo così》 rispondo ridendo, ma vedo il suo volto diventare più cupo e gli occhi lucidi 《glie l'hai detto finalmente?》 so che intende il "ti amo" e so anche che non prenderà bene la mia risposta, soprattutto perché le ricordo il suo fidanzato 《non ancora teso!》 rispondo. Beve un sorso di vino e mi guarda come se volesse sbattermi contro il muro e farmi rinsavire《e cosa aspetti? Che se ne vada? E poi che farai piangerai quando sarà troppo tardi?》. Sospiro perché so che ha ragione, ma sono fatta male, e probabilmente è vero che se ne andrà e io piangerò, ma è difficile, maledettamente difficile, potrei mandarla a quel paese e dirle di farsi gli affari suoi, ma ho la capacità di rimanere sempre calma. Beh questa è una cazzata, diciamo quasi sempre. Comunque decido di appiccicarmi un bel sorriso, anche se so che non la prendo in giro e dire 《 sì teso decido di aspettare che volerà via da me. Ma siamo serie e dimmi che è successo》, mi sorride da Crudelia Demon e sono certa voglia usare la mia pelle per fare un gilet e risponde 《non sono io ad avere un problema, beh un po' sì, ma mi preoccupo per te. Ti farai spezzare, lasciati andare una buona volta!》. Vedo Lisa che sta per aprire la bocca e so che potrebbe uscirle qualche cattiveria tagliente per farla zittire, ma non voglio perché Nico ha qualcosa che non va, così le faccio un cenno con la mano per farla stare tranquilla e la vedo che sbuffa accendendosi una sigaretta. Verso altro vino a Nico così da farla rilassare, le prendo la mano che è sul bancone e le dico 《teso cosa è successo davvero?》 lei scoppia a piangere singhiozzando e mi avvicino ad abbracciarla e lei bofonchia 《sono le persone come te che fanno più male》, le accarezzo i capelli e sussurro 《lo so teso, lo so, ma le persone come me stanno male a loro volta.》 lei tira su col naso e risponde 《ma io devo sempre capire e chi capisce me?》, sorrido per la risposta che mi viene in mente e dico 《l'orrenda persona che ti sta abbracciando, per esempio, o la sguattera che sta fumando di fianco a te come una tossica, scegli tu》 lei ride tra le lacrime, beve e comincia a spiegare 《va in crisi per niente, a volte, sembra che ci sia nella storia, che mi ami davvero, ma poi si distacca e mi dice cose e altre non me le dice》 Lisa la guarda 《sei criptica bella gioia》 e Nico continua《a volte va a mille all'ora e a volte dice che dobbiamo rallentare e io come faccio a capire che mi ama davvero?》 mi guarda come se dovessi avere la risposta a tutto, così trangugio un bicchiere e comincio a pensare alla risposta adatta《 secondo me non vuole bruciare tutto, vuole andare a piccoli passi, ma poi quando ti vede vorrebbe tutto e subito, mentre quando sta lontano da te la sua parte razionale viene a galla e decide che vuole andarci piano. Continuo a stupirmi per la stupidità maschile. comunque capisci che ti ama semplicemente osservandolo fare progetti e ritrattarli, perché anche se hai paura se non ami non fai progetti, e poi le parole sono sopravvalutate. Guarda il quadro d'insieme: vive con te, sta con te, ama te, sceglie te. Cosa non ti basta?》 vedo che sta un po' meglio e infatti mi risponde 《sono pazza, una pazza imparanoiata. Scusami se ti ho attaccato, ma a volte me lo ricordi!》 scuoto la testa e esclamo 《oh tesoro non ti preoccupare. Comunque se riesco io a uccidere i miei demoni, più o meno, allora ci riuscirà anche lui!》
Ci mettiamo a mangiare e sento "feels like home" che come al solito mi interrompe. Sono certa ci siano delle microspie, prenderò uno di quegli aggeggi che sentono le frequenze nascoste, quelli che ci sono nei telefilm. 《piccola che fai?ti disturbo?》 scoppio a ridere mentre mangio una patatina 《Ric, hai un talento naturale in questo. Comunque sto mangiando. Tu?》 ride anche lui《 lo so piccola, mi piace disturbarti! volevo salutarti perché sto entrando in sala,che fai dopo?》 è sempre curioso come una bertuccia e voglio farlo preoccupare il più possibile 《follie con le amiche, del tipo rubare una macchina e fuggire lontano e poi lanciarci con il paracadute,  organizzare un combattimento tra galli, farci uomini sconosciuti, cose così insomma》 si schiarisce la voce 《 via il gatto e i topi ballano. Piccola ricordati che tu sei solo mia》 e io rispondo《 si si io solo tua, tu solo mio e bla bla bla》 lui ride 《il tuo solito romanticismo principessa》.
Dopo cena andiamo in un pub a raggiungere Priscilla, Elena e Sofia. Appena entrate ci sediamo sui divanetti e cominciamo a chiacchierare, bere e divertirci. Lisa ci racconta di aver comprato una gonna, che vuole rifilarci, perché troppo lunga e quando le chiedo perché semplicemente non la accorcia mi guarda come se non la conoscessi, e già scoppio a ridere《ti sembro una sarta per caso?》 sbotta indicandosi, cerco di trattenere le risate, con scarsi risultati e le dico 《beh non si sa mai, potresti provarci》 ma vedo sul suo volto dipingersi un'ombra di disgusto e risponde《 ne verrebbe fuori una cosa tipo "serva scappata dalle risaie"》 siamo piegate in due, sembriamo scosse da crisi epilettiche, le persone ci guardano come fossimo marziane appena sbarcate, o povere disgraziate. Improvvisamente le vedo tacere e guardare in direzione della porta, le osservo stupita e mi indicano la direzione dei loro sguardi e quando mi volto vedo Ric all'ingresso. Blackout totale, non sono padrona di me stessa né delle mie azioni, so solo che mi sto alzando, comincio a correre verso di lui e mi butto tra le sue braccia come un orsetto lavatore. Mi abbraccia sorridendo e facendomi roteare in aria 《principessa》 sussurra mentre mi bacia, e quando mi posiziona di nuovo sui miei piedi, che hanno vita propria, lo guardo nei suoi occhi azzurri e dico《pensavo dovessi operare e partire》 lui mi accarezza il viso e risponde 《dovevo piccola》, mi alzo sulle punte, visto che senza di lui non ho indossato i tacchi siccome non sento la necessità di essere più alta, lo bacio dolcemente 《e come mai sei qui?non parti più? Sono felice che tu sia qui, quindi non cominciare con le tue solite frasi del tipo "non sei felice di vedermi,ecc?"》 lui scuote la testa mi appoggia le mani sui fianchi e bisbiglia, come per non farsi ascoltare da nessuno, non che le persone siano tutte lì a guardare noi, ma vuole intimità 《piccola purtroppo devo partire, però ho fatto terminare l'intervento a un altro e sono venuto qui a salutarti, ho deciso di non darmi fuoco come avevi suggerito, ma di venire a baciare la mia splendida principessa》 scuoto la testa e dico 《adularmi non ti servirà a nulla》 e vedo che imita le mie parole con le labbra prendendomi in giro, gli tiro un buffetto sul braccio e lo bacio appassionatamente per lasciargli il ricordo delle mie labbra, e di ciò che si perderà decidendo di partire. Dopo il bacio mi guarda e sussurra 《ti amo piccola!》 e io muovo la mano e dico 《se se intanto te ne vai, quindi il tuo "ti amo piccola" te lo puoi infilare da un'altra parte!》 sorride scuote la testa e se ne va.
Torno al tavolo dalle mie amiche e sono frastornata per l'ennesima sorpresa di Ric, in più ce l'ho con me stessa perché avrei voluto dirgli quelle tre parole, che però mi sono morte in gola, anche se mi sforzo, anche se lo sento, non riesco a dirlo e non capisco il mio  problema. Forse dovrebbero picchiare me i tizi con il cricket mentre urlo "in faccia no, vi prego"! L'odio verso me stessa non conosce limiti. Bevo un bicchiere e mi accascio come una matrona romana sul divano 《sei odiosa con quegli occhi a cuoricino》 urla Priscilla disgustata
《grazie love, ti voglio bene anche io》 rispondo sarcastica e sinceramente felice
《hai trovato l'uomo più meraviglioso che esista. Te lo meriti love!》 dice alzando il calice e facendolo tintinnare con il mio. Annuisco e 《lo so lo so. Sono fottutamente fortunata》 Lisa mi osserva e sussurra 《e anche fottutamente volgare》 e torniamo a ridere tutte insieme. Torno seria e dico 《se volete vi posso regalare il mio passato. Comunque non vorrei essere così a pezzi, vorrei essere in grado di dirglielo》 dopo avermi detto che il mio passato me lo posso tenere stretta, mi ripetono che ce l'avrei fatta prima o poi a dirglielo, facendomi, così, sentire meglio. Almeno per stasera. D'altronde "domani è un altro giorno, si vedrà!"
Ciò che so è che odio i problemi, che li evito quando posso e odio ancora di più le persone che me li sbattono sotto il muso. Vorrei tanto essere uno struzzo che si nasconde sotto la sabbia, anche se in realtà non lo fa per nascondersi, ma per assomigliare a un sasso, quindi alla fine vorrei assomigliare ad un sasso, così almeno non dovrei più pensare. Sto delirando come sempre, quindi dopo essercene andate in un altro pub decidiamo di dirigerci a casa.
Tornate a casa, io e Lisa ci sdraiamo sul letto a guardare il soffitto mentre fumiamo, e lei comincia a parlare 《cos'è che ti fa tanta paura Sister?》 ecco che il problema mi esplode in faccia, vorrei farla tacere ma so che non mi porterebbe da nessuna parte così rispondo《 che sia una favola....》 fa un tiro di sigaretta e mentre espelle il fumo dice 《e che male ci sarebbe?》 sembriamo due filosofe che parlano di chissà quale questione di vitale importanza, quando invece stiamo parlando di "questioni di lana caprina"《non esistono le favole. Io non sono una principessa, non mi ci avvicino neanche, e lui di certo non è un principe. Per coronare il tutto, la nostra storia non avrà il lieto fine》 parlo velocemente, come se avessi un tempo limitato e fossi inseguita dagli orchi, e lei risponde 《e chi te l'ha detto?》
Ma che domanda è? La fisso ed esclamo con voce seria 《la vita》 lei ride e risponde《come sei saggia》 il nostro botta e risposta è sempre veloce 《lo sono sempre》
《ti stavo prendendo in giro》 sottolinea Lisa, come se non lo sapessi
《lo so》 rispondo
《l'importante non è dire cazzate, ma rendersi conto di averle dette. E tu, mia cara, sei maestra solo nel primo punto》 fa la voce da maestrina che mi diverte tanto
《quindi tu davvero pensi che sia una favola?》 la guardo perché mi fido del suo giudizio e sto letteralmente pendendo dalle sue labbra
《in un certo senso sì. Credo anche che sia reale perché state costruendo qualcosa e non vi abbandonate al vento sperando vi porti a riva. Le principesse erano stupide e tu non lo sei, sei un rottame intelligente, che, per di più, non metterebbe mai quei vestiti assurdi, e lui anche se sembra un principe non lo è di sicuro e poi non me lo vedo con le maniche larghe e i pantaloni a sbuffo e scommetto, anche, che non sa andare a cavallo!》 rido nell'immaginarmi Ric vestito come un principe, probabilmente gli donerebbero anche quegli abiti e lei continua senza freni《lui ti ama Sister e cosa c'è di più vero di quello?》. Un sorriso amaro compare sul mio volto《il dolore》 sussurro come per paura che il dolore mi senta e decida di tornare da me sotto mentite spoglie 《per cosa?per quello che ti hanno fatto?》 chiede Lisa e annuisco così prosegue《proprio tu dici sempre che "il passato è passato e lì deve rimanere e che noi tutti dobbiamo imparare a sotterrarlo"!》 la maledetta mi sta citando alla lettera, imitandomi pure 《sono brava a parlare, eh? So di essere una stronza che dice tante cose ma che nulla stringe!》 sorride ma non mi dà tregua, vuole tirarmi la mazzata finale, me lo sento 《i fatti, Sister, i fatti. Non vuoi vivertela come una favola? E allora non farlo. Vuoi rovinare tutto? Mandalo all'aria, ma non dare la colpa al passato! Non farti rovinare ancora qualcosa da quel cazzo di passato!》 mi guarda per vedere se ho capito, e ho capito ma è difficile comunque. Quando ha ragione, e ce l'ha sempre, mi ostino comunque a farla parlare, quando dovrei imbavagliarla. Mi mette sempre davanti alla realtà nuda e cruda e a volte non mi aiuta, perché a volte non voglio vedere, voglio vivere nel mio oblio, ma ahimè con lei al mio fianco mi è impossibile 《ho capito Sister, davvero!》 e annuisco come per dare più incisività alle mie parole, lei si alza dal letto ed esclama《ora sono sveglia, partita a scala?》 rido e andiamo in veranda a giocare a carte. A Padova giocavamo sempre, e ci siamo inventate le nostre regole, tipo scambiarci le carte se non ci piacciono, usare un mazzo con sei jolly, giusto per renderla più facile, e assegnarci punti a caso.
Il giorno dopo lo passiamo sul divano a poltrire e a guardare film e nel pomeriggio decidiamo di andare in campagna con i cani a fare una passeggiata salutare, cosa rara per noi, ma siamo in vena di fare movimento. Ric mi scrive facendomi ridere" piccola ho bisogno di una lista di persone che hanno ucciso i genitori e l'hanno fatta franca. Ho bisogno di eroi!" Lo faccio leggere a Lisa che ride a sua volta e decido di rispondere "cosa ti ha fatto tua madre? La ricerca non sta dando risultati, ma ti giuro che troverò qualcuno." Lui ribatte "è mia madre, non basta? Mi ha già rotto i coglioni e sono arrivato da dieci minuti, e mi ha chiesto perché tu non ci fossi, ricordandomi che le fidanzate dovrebbero sempre accompagnare i propri fidanzati e siccome tu non hai un vero lavoro, a suo parere, non capiva perché non fossi venuta. È stato inutile spiegarle i motivi, così alla fine ho gettato la spugna e le ho detto che sei malata, ma anche quella spiegazione non l'ha fatta tacere. Piccola ti prego aiutami. Dove sei comunque?". Non ci credo, sua madre raggiunge dei livelli di odiosità che mi sembravano impossibili prima, e continuo a stupirmi, cosa che mi fa stupire ancora di più. È un circolo vizioso, mi rimarrà l'aria stupita finché starò con lui "sto cercando una via di fuga o un luogo dove scaricare il corpo di tua madre nel caso riuscissimo a farla fuori, cosa che dubito, perché sono certa ci ucciderà prima lei. Bando alle ciance sono in campagna con la Sister, angel e seeley a fare una passeggiata!" La sua risposta mi fa capire che ha davvero bisogno di me" piccola le bugie hanno le gambe corte...tu lisa e passeggiata nella stessa frase stonano!comunque hai ragione ci seppellirà tutti!" Rido e metto via il cellulare. Mi fa ridere, ma nel frattempo è terribilmente possessivo e geloso e a volte mi fa piacere, mi fa sentire importante, lui è importante.
Durante la settimana in sua assenza vado in ospedale con Lisa che mi aiuta con i pazienti, passiamo la pausa pranzo insieme e mi fa compagnia in quel posto pieno di gente che mi guarda in modo strano: mi sento un pesce pagliaccio in una vasca di squali, sono certa vogliano la mia dipartita!
Sento Ric molto spesso, per quanto il fuso ce lo permetta, e a tutte le ore mi arriva il suo messaggio "mi manchi" seguito dalla mia risposta "ti penso". Penso che il "mi manchi" sia una delle frasi più romantiche, perché è come se quella persona ti dicesse che senza di te, gli manca una parte e che solo tu puoi completarla. Significa che hai lasciato un vuoto in quella persona e che solo tu puoi riempirlo.
Duranti questi giorni mi capita di essere assente, pensierosa e, spesso, non ascolto ciò che mi viene detto e me lo devono ripetere. Mi hanno chiesto più volte dove avessi la testa e io vorrei rispondere che è dove vorrebbe stare anche il resto di me, con lui, ovviamente. Odio che sua madre abbia ragione a dire che avrei dovuto mollare tutto, ma avrei voluto farlo, vorrei essere là con lui e, invece, sono in ospedale senza di lui, a casa da sola, nel letto senza lui, e mi manca da morire. Lo amo, lo amo, davvero tanto che penso mi manchi un braccio o una gamba quando non sono con lui e non mi piace ammetterlo, mi sento debole e fragile
Giovedì Lisa mi dice che Max le ha regalato un viaggio a Parigi per 5 giorni e che partirà venerdì mattina, il giorno di San valentino.
Quella sera vado a cena dai miei genitori e poi torno a casa e scrivo a Ric "come stai?". Alle 23 non mi ha ancora risposto e penso che stia operando o lavorando o facendo altre cose da padrone del mondo. Mi guardo qualche puntata, leggo qualche capitolo di uno dei miei libri erotici e alle 1.30 vado a letto, ancora senza averlo sentito così provo a chiamarlo 《 segreteria telefonica del dottor Wyatt, lasciate un messaggio》: ha il cellulare spento e sono già in paranoia totale
Mi giro e rigiro nel letto pensando alle cose peggiori che gli possano essere successe e alla fine mi addormento preoccupata, con la tachicardia ed esausta. Mi sveglio in preda al panico, per un brutto incubo e sento una presenza accanto a me e prima di terrorizzarmi del tutto, pensando sia una psicopatico che ha un feticcio tipo dormire con le sue vittime prima di sgozzarle con un taglierino, sento il suo profumo, mi giro e lo vedo disteso accanto a me, con una t-shirt gialla aderente e dei pantaloni della tuta neri. Adoro guardarlo mentre dorme, sentire il suo respiro tranquillo che mi rilassa e il suo profumo fresco di pulito. Mi riaddormento avvicinando il mio corpo in astinenza al suo e lo sento mugugnare e abbracciarmi.
Quando apro gli occhi lo vedo seduto accanto a me con gli occhi luccicanti, come al solito perché sta tramando qualcosa,e  un vassoio in mano 《buon san valentino Principessa》 mi stropiccio gli occhi 《Ric ero così preoccupata. Ti ho scritto e non mi hai risposto e ti ho chiamato ma il cellulare era spento e poi ho fatto un incubo》 appoggia il vassoio sul letto e mi tira seduta baciandomi sulle labbra e mi dice guardandomi con quegli occhi che mi sono tanto mancati 《piccola ero in aereo per tornare da te!》 lo bacio a mia volta e dico 《ora lo so, ma ieri ho anche guardato quella stupida app che mi hai scaricato per vedere dov'eri e mi dava "bersaglio introvabile"》. Mi accarezza i capelli e sogghigna fiero di sé《ero in aereo e volevo farti una sorpresa!》 non imparerà mai a dirmi le cose prima, vero? Ci vuole tanto a dirmi che stava per tornare? Almeno così avrei evitato di morire per un infarto o stare male per ore! 《comunque è di cattivo gusto quella cosa del bersaglio, che sei un cecchino?》 chiedo perché è davvero terribile quella app 《si piccola è orrendo, quando ti vedo c'è scritto "bersaglio in movimento"》 scoppio a ridere e penso alla persona che l'ha inventata e sono certa abbia dei seri problemi《che incubo hai fatto?》 chiede scrutandomi gli occhi alla ricerca di un suggerimento 《prima sgancia il vassoio》 dico allungando le mani, scuote la testa e immagino stia insultando il mio solito "non romanticismo", mi mette il vassoio sopra le gambe e vedo una tazza di caffè, un dolce alla crema, spremuta d'arancia, un mini vaso con una margherita e una scatoletta nera con bordo dorato. 《e questo Ric?》 chiedo prendendo in mano la scatola 《aprila》 esclama frettoloso. La apro e trovo un orologio di platino, con quadrante rettangolare, numeri romani e la scritta "ti amerò per sempre" incisa al centro. Rimango a bocca aperta e sento che mi esorta a girarlo, lo faccio e vedo un'altra incisione "San valentino 2016, tuo Ric", la mia bocca è rimasta immobile e sono certa potrebbero entrarci un bel po' di mosche da quanto è aperta, mi pizzicano gli occhi per la commozione, alzo il viso e vedo i suoi luccicare e la sua faccia interrogativa e insicura, perché non ho ancora detto nulla. Cerco di ritrovare le parole, faccenda ardua dato il regalo che ho tra le mani e finalmente dico 《amore è bellissimo! Grazie》 e lo bacio rischiando di rovesciare tutto sul letto 《vedo che per farmi chiamare "amore" devo farti delle sorprese》 lo continuo a baciare e sono a koala su di lui senza neanche rendermene conto 《hai capito tutto dalla vita》 esclamo e torno a sedermi di fianco a lui. Mi mette l'orologio al polso e mi passa la tazza di caffè 《dimmi del tuo incubo piccola》 chiede mentre continuo ad osservare il mio bellissimo regalo 《ho sognato che te ne eri andato》 dico rabbuiandomi, ancora spaventata per l'incubo 《ero morto?》 chiede curioso 《no, te ne eri proprio andato via da me!》, mi sfiora una guancia e si avvicina alzandomi il mento così che possa guardarlo 《ascoltami bene. Io non me ne andrò mai, a meno che io non sia morto, ma anche in quel caso sono certo riuscirei a trovare un modo per tornare da te, non ti lascerò mai! Mettitelo dentro quella tua testolina bellissima o sarò costretto a marchiartelo a fuoco!》 sorrido, e gli bacio teneramente le labbra 《mi prometti una cosa?》 domando e lui annuisce dicendo 《tutto quello che vuoi》, mi faccio coraggio 《che non mi crederai mai anche se dovessi dirti che ti ho dimenticato, o che non ti voglio più 》 mi sembra spaventato quando mi chiede 《perché dovresti dirmelo? Cosa succede piccola?》 gli accarezzo il viso che non è più sorridente a causa mia e decido di dire tutto ciò che mi preoccupa 《niente Ric, non c'è niente, ma non si sa mai. Ah devi anche promettermi di non lasciarmi mai andare via, sai che tendo a fuggire 》 mi sorride 《piccola te lo dissi la prima volta che ho dormito qui che con me ti sarebbe passata la voglia di scappare, e poi ti troverò sempre, non dimenticarti che sei il mio "bersaglio perennemente in movimento" e che io ho una buona mira!》
Vado di nuovo a cavalcioni su di lui e lo abbraccio forte baciando il suo collo muscoloso e annusando il suo odore rassicurante. Sa di casa, sa di mio, e non so come farei se non dovessi più averlo tra le mie braccia. Scaccio quei pensieri negativi, sembra che la mia mente sia infestata da spiritelli maligni e mi lascio andare. È la prima volta che faccio l'amore il giorno di San valentino e non so come mai ma questa volta è meravigliosa, non che le altre non lo siano, ma sarà per le parole che ci siamo detti, perché si è fatto migliaia di chilometri pur di star con me o solo perché lo amo da morire, ma è travolgente, come fossimo una persona sola.
Nonostante raccontassi a tutti la storiella che quando vuoi bene a qualcuno la lasci andare,ora non ci credo più, perché se tieni a qualcuno col cazzo che lo lasci andare. Tu resti, insisti, resisti. Devi lottare perché è così che dimostri di tenerci. Qualunque cosa accada devi lottare contro tutto e tutti con le armi e con i denti. Lotta. Lotta e alla fine vincerai. Non a caso amo la canzone "salute" di whitney Houston, mi sono sempre sentita anche io una Soldier Girl e ora lo capisco ancora di più, ma soprattutto comprendo che non gli dedicherei mai "i will always love you", sia perché la nostra canzone ci descrive meglio (feels like home) sia perché non ce la farei a lasciarlo andare, ad augurargli gioia e felicità, a pensarlo innamorato di un'altra. Senza di me vorrei fosse infelice. Mi conosco troppo bene e so che scapperò prima o poi, ma chiedendogli di insistere, mi sento più tranquilla, perché qualunque cosa accada, qualunque sbaglio commetterò, e sono certa ne combinerò uno prima o poi, lui lotterà ed è ciò che più conta per me e la mia mente bacata.
La sera mi porta a cena in un bellissimo ristorante, e mentre facciamo un brindisi con lo champagne lui dice 《ti amo tanto piccola》 e come sempre rido come una scema, senza riuscire a spiccicare parola, ma ad un certo punto il mio filtro anti- dolore decide si incepparsi così dalla mia bocca cominciano ad uscire strani suoni, che non riconosco essere miei 《tu mi hai sconvolto, non ti ho scelto e tu non hai scelto me, sei semplicemente capitato. Sei arrivato come un treno, e di certo non in orario visto che aspettavo uno come te da anni, ma mi sono resa conto che non posso fare a meno di te, non posso fermare il sentimento che continua a crescere, ho cercato di combatterlo, con scarsi risultati, ho cercato di non provarlo. Ho cercato anche di mettergli i bastoni tra le ruote, ma evidentemente ha rotto anche quelli. Ho provato ad allontanarmi, ma tu sei qui che mi guardi come fossi l'unica, mi capisci, a parte ora che vedo mi stai osservando come fossi una creatura di un mondo lontano》 ride e sussurra 《piccola tu e il romanticismo non siete così amici, quindi sono solo stupito, però continua》 annuisco, rido a mia volta e proseguo《con te è come se non ci fosse il tempo, mi sembra di conoscerti da sempre e nel frattempo di averti appena conosciuto visto che tutto quello che fai mi lascia senza respiro e con la faccia da ebete. Quando te ne vai mi manca l'aria, il mio corpo ha bisogno di te, la mia mente, tutto e mi sento una drogata, proprio come una drogata ti penso sempre, sei sempre in me》 respiro perché il mio sangue è andato in ebollizione per la tensione e gli passo una scatola, lui la apre e trova un anello: il claddagh. 《Ric c'è un'iscrizione dentro》 lui osserva l'anello,ancora senza avere la più pallida idea di cosa voglia dire e legge 《io e te e tutto il mondo fuori》 vedo i suoi occhi illuminarsi 《piccola, tra tutte le cose che mi sarei aspettato, mai e poi mai avrei pensato a qualcosa di così romantico. Se io stupisco te immagina come mi sento ora io!》 butto giù un flûte e continuo a parlare, evidentemente sono in vena oggi, ma non mi sento me stessa, sarà una delle mie personalità 《Ric c'è una storia dietro l'anello, in realtà più di una. La leggenda irlandese narra di un re innamorato di una giovane contadina, ma da lei non corrisposto. Il povero re non riuscì a sopportare il dolore e si uccise chiedendo che sulla sua lapide fossero rappresentate due mani intorno ad un cuore incoronato, come simbolo del suo eterno amore per la contadina. Il cuore simboleggia l'amore, le mani l'amicizia e la corona la lealtà. C'è anche un modo per indossarlo, ma dovrai metterlo sulla mano destra con la punta del cuore verso l'interno, ciò significa che hai qualcuno》 si mette l'anello come gli ho spiegato e lo vedo visibilmente commosso. Facciamo tintinnare i nostri calici e i nostri occhi si scontrano l'uno nell'altro diventando una cosa sola. Faccio schifo da quanto sono romantica stasera, preferirei usare la cerbottana contro le coppiette.
Tornati a casa, dopo esserci messi a letto, cominciamo a baciarci e sento la sua mano con l'anello che mi sfiora la schiena, facendomi eccitare ancora di più, perché è come se per la prima volta mi fossi resa conto che lui è mio, sul serio.
Il lunedì andiamo al lavoro insieme in ospedale, con la mia jeep perché dopo devo andare anche al centro, e sono felice e spensierata per il weekend di puro amore e sesso selvaggio passato insieme. Mi sento come se stessi camminando sopra le nuvole, nulla potrebbe buttarmi giù, ma si sa che come sempre mi sto portando sfiga da sola. Ho uno strano presentimento, non è come quello che mi viene quando vedo o sento sua madre, è qualcosa di addirittura più profondo, meno malvagio, ma più triste. Dannata la mia mente che sa già tutto, ancora prima che succeda, ancor prima che il mondo mi crolli addosso e che i miei sogni vengano spezzati come legnetti secchi. Spero solo di sbagliarmi.
Verso le 11 scrivo a Ric " vado in caffetteria. Necessito caffè. Mente non funziona. Vieni?" La sua risposta è immediata "ti raggiungo piccola e comunque non funziona mai la tua mente. Ti amo"
Vado in caffetteria, prendo un caffè americano più grande di me e mi siedo ad un tavolo a sistemare la mia agenda sull'ipad. Guardo fissa lo schermo quindi non mi accorgo della tempesta finché non mi arriva dritta in faccia, ma oramai è troppo tardi per scappare.
《Federica giusto?》 "se lo sai cosa me lo chiedi a fare?" Vorrei rispondere ma quando alzo lo sguardo vedo Gio, la ragazza della festa, quella che sembrava provarci con Ric, così decido di essere educata 《sì. Gio giusto?》 mi tende una mano, mentre con l'altra regge un cappuccino 《posso sedermi qui con te?》 chiede sedendosi. Cosa vuoi che ti dica, di no? Ti sei già seduta, non posso mica mandarti via a calci. Sposto l'iPad e le sorrido falsamente e siccome, evidentemente, ispiro simpatia comincia a parlare, ma so bene, guardandola, che le sue parole saranno tutto fuorché simpatiche 《tu sai di me e Ric?》 chiede cercando di mettermi del tutto a disagio. Mi sentivo che c'era stato qualcosa anche se lui aveva negato e non capivo il perché, ma sono certa lo scoprirò a breve, però non voglio sembrare come una che cade dal pero, così fingo e rispondo《sì certo so, non tutti i dettagli, ma so》. Mi appoggio allo schienale, cercando di darmi sicurezza o almeno farmi apparire come una che ne ha, ma ben presto sento di non avere proprio nulla 《siamo stati insieme sei mesi, come saprai!》 dire che sono scioccata non renderebbe l'idea di ciò che sento al momento, un turbinio di emozioni, pensieri che non hanno senso. Sono stupita, stranita e non posso fare la mia solita faccia da ebete che mi sta spuntando, così scuoto la testa e mugugno 《sì》. Lei continua imperterrita, penso che voglia farmi sapere i dettagli a tutti i costi e io devo stare al gioco, la curiosità prende il sopravvento 《certo che lo so》 rispondo più sicura e lei dice 《poi mi ha lasciata per te, lo sapevi?》. Un lampo di ira passa nella mia mente: mi ha mentito sul fatto di non avere avuto qualcosa con lei e ora scopro che non solo avevo ragione a dubitare, ma che lui stava con un'altra quando mi ha conosciuta e la situazione non fa che peggiorare visto che vedo Gio soddisfatta per avermi lanciato quella bomba.  Il presentimento, a volte vorrei non sapere, non avere ragione e invece....sono irrimediabilmente fottuta. 《no questo non lo sapevo》 dico rigida e il suo sorriso soddisfatto aumenta 《la sera che ti ha quasi investita è venuto a casa mia e mi ha detto di aver incontrato qualcuno e poi abbiamo fatto sesso. Ah abbiamo anche vissuto un mese insieme appena si è trasferito a Milano》 mi sta esplodendo la testa《 avete vissuto insieme un mese qui? Ma da quanto era in Italia?》 lo so sto sbagliando a chiedere, ma voglio sapere fino a che punto mi ha mentito 《quando ti ha incontrata viveva qui da due mesi!》 dice. Due mesi?oddio, due mesi? Ma chi diavolo è l'uomo con cui sto? Di certo è un attore migliore di me visto che la mia faccia ora è cupa, grigia, incazzata nera. Vorrei prendere a pugni il muro o ribaltare il tavolino e darmela a gambe, e, invece, rimango qui, ferma ad ascoltarla infierire 《 ci siamo conosciuti a Roma, siamo andati in Africa per medici senza frontiere e a distanza di anni ci siamo rivisti a LA e ha cominciato a corteggiarmi, senza provarci per un mese, neanche un bacio, era il suo metodo, per farmi innamorare e glielo dissi dopo un mese e allora mi ha baciata. Poi ho scoperto delle altre, ne vedeva altre, anche qui in ospedale》 sono senza parole, furiosa, farei qualunque cosa pur di non rimanere qui, ma non riesco a sentire il mio corpo, come se avessi il sedere incollato alla sedia. Non sento più nulla, il vuoto colmato solo dalla rabbia più irrazionale che abbia mai provato. Meno male che mi aveva detto che non era il tipo che frequentava più di una donna contemporaneamente. Mi ha rifilato una marea di stronzate in questi mesi e io ci sono cascata pur sapendo dentro di me che stava mentendo. La gentile signorina decide di continuare a flagellarmi e distruggermi pezzo dopo pezzo 《dopo le prime sere in cui dormiva da te, veniva poi da me a fare sesso. La sera che se ne è andato, lasciandoti mezza nuda, ha fatto sesso con me. La sera della vostra prima volta è venuto in ospedale e l'abbiamo fatto nel suo studio. L'ultima volta è stata al convegno a Londra e poi mi ha mollata》
Le aveva raccontato tutto? Di quelle sera in cui mi aveva mollata nuda, fragile, vulnerabile. Le ha raccontato della nostra prima volta e poi è tornato da lei ripetutamente. Non posso credere di essere stata così cieca, ingenua, mi ha tradita e poi osava farmi le scenate di gelosia. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e la testa pesante, dolorante. Infine sento un crack nel petto. Il mio cuore si è spezzato ed è stata colpa mia, gliel'ho permesso, gli ho permesso di entrare nella mia vita. È entrato in me e mi ha distrutta, riempiendomi di bugie e belle parole. Falso bastardo!
《perché mi hai raccontato tutto questo? Per ferirmi?Ti ho fatto forse qualcosa?》 chiedo e sento che mi risponde《nono tu mi piaci. Volevo sapessi chi era colui che hai al tuo fianco. Non è tutto oro quello che luccica. È uno stronzo e lo dovevi sapere prima che fosse troppo tardi》 credo poco alla magnanimità di questa donna, ma purtroppo tutte le cose che sa di noi mi fanno capire che non mi sta mentendo. Avrei voglia di picchiarlo, urlargli contro. Sto impazzendo, devo scappare, devo andarmene. Sospiro 《è già troppo tardi》 e alzo lo sguardo. Vedo Ric entrare nella caffetteria, quando mi vede sbianca e si appoggia al bancone. I suoi occhi assumono una strana espressione, ma non me ne potrebbe fregar di meno di ciò che prova lui visto lo stato in cui mi trovo. Mi alzo e cammino veloce verso la porta, mi afferra un polso e lo fulmino dicendo 《non ti azzardare a toccarmi!》 e mi lascia. Cammino più spedita che posso fuori e lo sento urlare 《che cazzo le hai detto?》 e lei risponde 《la verità》 e lui grida più forte 《la verità?chi  sei per permetterti di dire qualcosa? Sei solo una stronza!》. Non sento più nulla, comincio a correre, prendo l'ascensore e vado al quinto piano, entro nel mio studio, butto il camice in terra, prendo borsa e cappotto e esco. So che mi aspetterà davanti all'ascensore al piano terra, così esco dalla porta antincendio e scendo una rampa di scale, entro al quarto piano, e prendo l'ascensore adulti arrivando al piano terra. Corro per il pronto soccorso adulti e esco dalla porta sul retro e lo vedo con Paolo davanti alla mia macchina, mi nascondo dietro un pilone e sento 《Paolo l'hai vista?》 e l'altro scuote la testa 《non so dove sia, qui c'è la sua macchina quindi prima o poi verrà! Ora però mi stanno chiamando, ma appena arriva fammelo sapere!》 e Paolo risponde 《certo signore!》 e Ric rientra in ospedale. Corro verso la macchina e ci salto su, mi accendo una sigaretta e parto velocemente. Nella mia mente c'è solo un pensiero "non ci credo, non è vero, non può essere". Arrivo a casa di corsa, entro e butto tutto per terra, cammino nervosamente, arrabbiata, senza parole, senza spiegazioni. Sento la chiave che gira e lo vedo entrare, ancora con la divisa blu e una giacca con il logo dell'ospedale 《dobbiamo parlare》 esclama e scoppio a ridere come una pazza 《parlare? Vuoi parlare?》 lui si avvicina cercando di prendermi una mano ma riesco ad allontanarmi appena in tempo così dice 《sì parliamo, parlami. Quella lì è solo una stronza gelosa!》
《almeno è stata sincera, cosa che non si può dire di te!》sbotto
《cosa ti ha detto?》 sussurra impaurito. Faccio finta di pensarci e comincio《mmmm vediamo》 ho la voce fredda, distaccata e se ne rende conto. Il suo viso è distrutto e sento la sua sofferenza che cerca di inondare anche me, ma mi rimbalza addosso, perché ho già la mia da gestire 《parliamo di te che stavi con una quando mi hai incontrato, nonostante avessi detto che non frequentavi più donne contemporaneamente, oppure di te che dopo avermi vista scopavi lei? O di quando mi hai lasciata qui mezza nuda e sei scappato da lei? O di quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta e poi l'hai fatto anche con lei? O del fatto che hai convissuto per un mese con lei? O del convegno a Londra quando l'hai scopata e poi mollata e mi scrivevi tutte quelle stronzate? Ah e poi c'è il fatto che mi hai detto che eri appena arrivato a Milano e invece ci vivevi già da due mesi. Quel che è peggio è che le hai raccontato tutto di me, di noi. Allora di cosa vuoi parlare?》
Sto urlando, la mia voce sta raggiungendo una frequenza preoccupante e sento che sta per parlare, probabilmente vuole cercare di arrabattarsi in qualche modo 《ho sbagliato tutto.》 scoppio a ridere e bofonchio 《questo è fuor di dubbio》 e lui prosegue 《Quando ti ho incontrata pensavo di aver trovato una come le altre, che mi amasse e basta, ma tu mi hai travolto e ho cercato di non pensarti, andando con lei, ma non ce la facevo. Pensavo solo a te, volevo solo te. Ho mentito sul fatto delle altre donne perché non volevo che pensassi che avrei potuto fare così anche con te, ma da quando ci sei tu non voglio nessun altro, non guardo neanche un'altra donna. Non ti ho mai tradito, mai》 ma è deficiente? Comincio di nuovo a urlare 《sei un bastardo! Mi fai schifo. Come fai ad essere così falso? Come? Mi hai ferita, volontariamente. Sei andato a letto con un'altra con cui mi avevi detto non era mai successo nulla e mi hai mentito》 lui si avvicina ancora ma la rabbia mi rende rapida 《ma non significa nulla per me》. Come fa ad essere così un coglione? 《per te forse, ma non per me. Cristo dio Ric mi hai trattata da schifo, non so più chi sei. Te ne devi andare, ora!
Lui insiste 《no non me ne vado. Dobbiamo parlare 》 a me gira la testa e vorrei schiacciarlo con un trattore 《ma di che cosa vuoi parlare? Non riesco più a parlarti, non capisci che mi sta facendo male? Che stare qui ora mi sta facendo male? Volevi che fossi gelosa, bene ora lo sono, da morire. L'idea che tu sia stato con un'altra mi fa impazzire. Volevi sapere cosa provo per te, bene te lo dico :TI AMO tanto da stare male. Ti amo tanto quanto ti odio. Non posso stare qui davanti a te. Mi hai spezzato, mi hai distrutta e mi avevi promesso che non l'avresti mai fatto e,invece, guarda come mi hai ridotto!》 lui abbassa lo sguardo e io dico 《guardami! Guarda cosa mi hai fatto!》. Mi fissa con gli occhi lucidi; gli ho detto che lo amo e ora lo sto cacciando via 《ridammi le chiavi e sparisci!》. Tace, estrae il portachiavi che gli ho regalato e lo posa sul bancone della cucina 《ti prego non mandarmi via, ti prego. Risolviamo questa cosa. Noi possiamo》 tengo la porta di casa aperta e lui è sull'uscio 《no. Io non posso》 e sbatto la porta contro la sua faccia. Esco in giardino a piedi nudi e cado per terra. Comincia a uscire dalle casse "perdere l'amore" e vorrei prendere a sassate lui e non i sogni, e spezzare le gambe a lui e non al destino che me l'ha fatto incontrare anche se gli farei un bel discorsetto se dovessi mai incontrarlo. Urlo con voce isterica e le lacrime cominciano a uscire copiose, e più piango, più urlo. È finita. Ora me ne sto rendendo conto. Tutto finito. Un solo nome mi viene in mente in quell'istante :Elisabeth Kübler Ross, colei che mise a punto il "modello a cinque fasi", le fasi del l'elaborazione del lutto( negazione o rifiuto, rabbia, contrattazione o patteggiamento, depressione, accettazione). Queste fasi possono alternarsi, presentarsi più volte nel tempo, con diversa intensità, senza un ordine, miste, sovrapposte. Io sono entrata in quelle fasi e sono fottuta, fregata, senza via d'uscita. Sto per annegare, mi sento soffocare, svenire, l'aria mi manca, il cuore batte forte, una mano invisibile mi stringe la trachea e io boccheggio. Sento le estremità che mi formicolano. Sono nel bel mezzo di un attacco di panico, non pensavo si potesse provare una tale tristezza, non pensavo di esserne capace, eppure vedendomi ora sul prato, distrutta da un uomo, capisco che oramai la tristezza mi ha invasa totalmente, completamente. Ogni cellula del mio corpo è triste e io non so che fare.

Io e te. Primo capitoloWhere stories live. Discover now