Io e te. Primo capitolo

By FedericaValentino7

8.5K 113 0

Federica è una psicoterapeuta con una vita sentimentale tremenda che l'ha resa fredda e incapace di lasciarsi... More

PREMESSA
NOVEMBRE
DICEMBRE
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
RICCARDO

GENNAIO

923 7 0
By FedericaValentino7

Ric mi bacia 《ti amo principessa》 sussurra, mentre rispondo 《grazie per questo viaggio amore!》. Mi accarezza la schiena e dice 《mi piace vederti felice!》, frase più dolce non poteva uscire dalla sua magnifica bocca. Sto dimenticando l'orrenda discussione del primo giorno, anche perché da quel giorno non ho più voluto fare sesso con lui, ma non perché non ne avessi voglia, ma perché mi aveva spaventata il suo modo burbero e non volevo accadesse ancora. Lui aveva evitato di farmi altre domande, e così ogni sera ci addormentavamo abbracciati, ma senza che succedesse altro, ed era una tortura, visto come siamo fatti.

Questa sera però lo voglio, si è accesa di nuovo la fiamma in me. Balliamo molto e mi diverto ad istigarlo strusciandomi contro e sento crescere qualcosa tra di noi che preme contro di me 《ho voglia di te Ric》 dico mentre le sue mani sono sul mio ventre, il viso tra i miei capelli, le labbra dietro il mio orecchio, e il mio sedere contro di lui. 《questa è la cosa migliore che potessi dirmi》 dice baciandomi l'orecchio e mandandomi brividi per tutto il corpo 《ne ho un'altra da dirti》 sospiro mentre continuo a muovermi contro di lui 《dimmi》 risponde baciandomi il collo 《voglio essere scopata da te per tutta la notte》, sento il suo membro diventare di marmo 《il tuo romanticismo come al solito mi fa arrapare piccola》 《mmmm》 mugugno io attaccandomi ancora di più a lui 《posso accontentarti》 sussurra sensuale 《lo spero bene》 rispondo a voce alta.

Arrivati a casa alle 4 del mattino, non sto più nella pelle, davvero, ho bisogno di sentirlo, e lui, a quanto pare, all'inizio ha voglia di dolcezza, che è l'ultima cosa che mi sta passando per l'anticamera del cervello

《sei bellissima》 dice sfiorandomi il viso e interrompendo il nostro bacio

《si si, bando alle ciance》 rispondo continuando a baciarlo, ma mi allontana e prosegue nelle sue smancerie 《sei la donna più bella che abbia mai visto》, sospiro allontanandomi perché lui pensa di eccitarmi così, mentre a me stanno cadendo le ovaie per terra

《adularmi non ti servirà a nulla se non mi prendi》

Lui sorride 《piccola come distruggi tu le mie parole...》

《dai dai non ciurliamo nel manico e pensiamo ai fatti》 mi sento l'uomo della situazione. Nella mia mente ho solo immagini di noi due avvinghiati ovunque, per esempio sulla balaustra delle scale...ohhh dev'essere delizioso sulla balaustra. Coglie il mio sguardo sognante, come sempre e chiede

《dove piccola?》 io scuoto la testa per riprendermi 《dove cosa?》 《dove mi vedi dentro di te?》 gli sorrido imbarazzata e rispondo 《sulla balaustra》

Mi spoglia in un secondo, lancia le mie mutande e mi sbatte contro la balaustra completamente nuda 《cosa ti farei...》 dice mentre mi succhia un capezzolo

《smettila di parlare e fai di me ciò che vuoi》 rispondo ansimando. Lui ride per la mia ennesima battuta "distruggi momento dolce", si sbarazza dei vestiti e finalmente entra dentro di me.

Per tutta la notte sta zitto e si occupa solo del mio corpo, con mia grande soddisfazione.

La mattina dopo appena sveglia mi rendo conto di essere sola nel letto e dolorante per l'attività notturna. Non posso reggere così per tutta la vita, prima o poi morirò facendo sesso, ne sono certa. " psicoterapeuta muore dopo una notte focosa" oppure "trovata psicoterapeuta nuda e morta su un letto, legata," mi immagino gli articoli... Mmmm legata...ok ho ufficialmente dei problemi.

Scendo le scale e sento delle voci provenire dalla cucina, mi nascondo dietro una colonna, neanche fossi un investigatore privato con cappello e occhiali, e ascolto

《la amo da morire, anche se mi rendo conto di averla, senza possederla realmente. Mi fa dare il meglio di me, ma non penso a ricevere qualcosa in cambio. Vorrei passare la mia vita con lei, ogni minuto del mio tempo, ma non per non sentirmi solo come un cane, ma perché voglio continuare a guardarla, ascoltarla, amarla.  Sono uno sfigato del cazzo. Ho il terrore di perderla e impazzisco di gelosia, cosa che le crea dei problemi, ma ho bisogno di lei, e vorrei che fosse lo stesso anche per lei. Non la cambierei per niente al mondo. Che cosa devo fare?》 le parole di Ric riecheggiano nella mia mente, e mi sento male per non riuscire a dargli tutto ciò che si merita. Lisa risponde 《 è bellissimo quello che hai detto Ric》, lui si siede su uno sgabello, mangiando e sospira 《bello quanto vuoi ma non mi ama comunque》 ma come fa a non capire? Come fa a non vedere quanto lo amo? Ha davvero bisogno di quelle tre parole? E poi cosa mai vorrà,un rene?. Fortunatamente c'è Lisa che mi conosce e sa come rispondere 《ma quanto sei tonto? Ti servono le parole? Lei ti ama tantissimo, non aggrapparti alle parole, pensa ai fatti!》 i nostri soliti vasi comunicanti funzionano 《sei sicura?》 chiedo lui speranzoso. Finirà col credere a lei e non a me, incredibile 《certo Ric. Ti ama immensamente e te lo dirà, te lo assicuro》 gli appoggia una mano sulla spalla per rassicurarlo, ma lui continua 《tu non vorresti sentirlo?》 "Sister menti, menti"

《certo.》  sono nei guai《 però cercherei di essere paziente, almeno per un po'. È stata distrutta in mille pezzi e ora sta cercando di attaccarli come meglio può. Non forzarla, ti prego, non farlo》 grazie Sister! È sempre in grado di rigirare la frittata e alla fine la colpa è di lui《pensavo che non mi sarei mai innamorato, poi lei è entrata nella mia vita. Mi fa venir voglia di vivere e morire allo stesso tempo》 che tenerezza! Posso immaginare i suoi occhioni azzurri mentre dice queste parole. Lisa non si fa ingannare, più o meno《 che carino che sei! Tu ci sei arrivato e anche lei, ma ciò non toglie che debba ancora guarire》, non si arrende Ric 《voglio aiutarla a farlo》 "no ne" urlo nella mia mente 《non puoi, deve farlo da sola》 ho il sospetto che Lisa abbia un auricolare dove filtrano tutti i miei pensieri,l'avrà rubato alla madre di Ric 《cristo》 esclama lui sconfitto 《stai tranquillo e prendi tutto ciò che ti dà e ti darà tantissimo》 dice lei sorseggiando il caffè 《grazie Lisa》 forse ha capito, forse mi darà tregua! Sto saltellando dentro di me 《quando vuoi Ric》.

Ho capito che quando lui avrà dei dubbi lo manderò da lei, sia mai che possa farlo ragionare in qualche modo.

Esco dal mio nascondiglio e mi dirigo verso di loro con il sorriso stampato in faccia 《buongiorno belle gioie》 saluto. Loro si voltano e Lisa corre verso di me《buon anno Sister》 dice abbracciandomi e io faccio lo stesso. Ric si alza dallo sgabello mi bacia dolcemente 《buon anno piccola》, lo guardo e rispondo《di certo è iniziato nel migliore dei modi》 facendogli l'occhiolino per ricordargli della notte passata, lui sorride baciandomi ancora e dico 《buon anno amore!》. Sembra quasi si stia per commuovere perché gli ho detto "amore", so quanto gli piace se lo chiamo così, ma ogni volta devo fare uno sforzo immane per dirlo, sembra quasi che mi si incolli la lingua.

Alle 14 il jet decolla verso Miami e decidiamo di provare a fare l'amore ad alta quota. I vuoti d'aria sono incredibili mentre si è avvinghiati su un letto, ma sono felice di averlo sperimentato. Appena atterrati, saltiamo sull'ennesimo SUV e io e Lisa mettiamo a tutto volume "welcome to Miami" e la cantiamo a squarciagola. Dopo aver disturbato per tutto il viaggio in macchina cantando in repeat la canzone accostiamo di fronte a un grande cancello blu dentro cui c'è una villa bianca su due piani. Si vede il giardino costellato da palme e alberi che danno l'impressione di essere in paradiso. Entriamo nel cancello e mentre ci avviciniamo al portone blu, che risalta sulla villa bianca, mi volto verso Ric 《anche questa è tua?》, lui sorride《 no questa è stata la prima casa dei miei quando si sono sposati. Era poco più di una stamberga quando l'hanno comprata, poi quando mio padre ha cominciato a guadagnare l'hanno trasformata in questa》 dice indicando l'enormità Bianca di fronte a me. Non posso immaginarmi sua madre povera, mi viene da ridere solo al pensiero di lei che lavora 《hai vissuto anche tu qui?》 chiedo cercando di non pensare a sua madre in quella situazione 《si fino a due anni, però anche dopo ogni volta che potevamo venivamo qui. I miei sono molto legati a questa casa》 sua madre legata a qualcosa oltre che alla sua immagine? Chissà cosa penserebbe se sapesse che sono qui ora, nel suo rifugio, probabilmente manderebbe una squadra di cecchini a farmi fuori《 quindi vedrò dei tuoi ricordi e delle tue foto qui?》 voglio vedere Ric da piccolo, sarà stato bellissimo 《forse c'è ancora qualche foto, ma la maggior parte sono state portate a LA. Poi mia madre ha bruciato quelle dove era giovane》 scoppio a ridere, pensando a sua madre davanti a un falò che dà fuoco alle sue foto perché nessuno le trovi. Apre la porta ed entriamo in un disimpegno dove c'é un guardaroba per lasciare le giacche, anche se il clima di Miami dubito faccia venir voglia di indossarne una. Il pavimento è in parquet anticato e sembra una vera casa, vissuta quasi, molto di più di quella di New York o di Milano, magari sua madre era felice qui, magari era più simpatica e più umana. Il salone è grande, con divani in tessuto bianco, un camino dentro il muro e un tappeto persiano. C'è una porta a vetri lunga tutta una parete che dà sul patio dove c'è una piscina olimpionica a strapiombo e delle sdraio tutt'intorno. Sempre in salone c'è la classica cucina a vista e alle spalle la sala da pranzo chiusa tra due porte di vetro. Una scala finemente intagliata porta al piano superiore dove ci sono sei stanze da letto, due bagni, e una di queste stanze è quella padronale con il terzo bagno che però è privato. Lo so sono malata, sto pensando a sua madre che scopre che ho dormito nel suo letto. La camera è grande, con un letto a baldacchino una finestra con tende bellissime bianche che porta ad un piccolo balcone con tavolo e sedie. Lasciando aperta la finestra si vedono le tende sventolare insieme a quelle del letto a baldacchino ed è una visione bellissima, già mi immagino in questo letto di notte, nuda, con il vento che mi accarezza la pelle. Il bagno è grande ed elegante, con doppio lavandino e una vasca da bagno.

Decidiamo di farci un bagno in piscina che è profonda, davvero tanto, e in cui ci sono tre gradini per entrare nell'acqua e da un lato una vasca idromassaggio circondata da un muretto.

Il vento è fresco e l'acqua bollente, mi sto invidiando da sola: sono immersa in piscina con una birra in mano a Miami!

Quando vado a letto, Ric è ancora in sala a scrivere delle email, così mi denudo e mi copro con un lenzuolo bianco, spalancando la finestra così che la brezza entri. Quando entra Ric in stanza faccio finta di dormire, e lo sento sospirare appena mi vede. Si spoglia e si mette al mio fianco stringendomi

《piccola sei sveglia?》 chiede baciandomi le spalle

《mmmm》 mugugno fingendo di dormire

《quando sono entrato e ti ho vista così,è successo qualcosa...》 dice avvicinandomi a sé per sentire quel "qualcosa"

《e cos'hai visto?》 chiedo senza aprire gli occhi

《dei capelli biondi che si muovevano con il vento, le tende bianche che ondeggiavano, il lenzuolo che cercava di coprire il tuo splendido corpo.. Un'immagine pazzesca》 sento che il suo pene sta diventando sempre più duro dietro di me, così mi volto e apro gli occhi per guardarlo 《Ric sei bellissimo》 bisbiglio trovandomi davanti al suo volto 《adularmi non ti servirà a niente se non me la darai》 risponde rubandomi la battuta

《stai imparando troppe cose da me, non va bene》 rispondo accarezzando il suo volto. Lui sorride e comincia a baciarmi, e come al solito ci perdiamo in noi.

L'indomani Ric e Max devono lavorare sui loro laptop, quindi io e Lisa decidiamo di andare in spiaggia da sole a divertirci.

《non vorrai mettere quella sottospecie di costume》 dice Ric mentre mi guarda che mi preparo infilandomi un bikini giallo, assolutamente normale

《no avevo pensato di infilarmi sopra anche un burka》 rispondo ridendo

《 allora va bene》 dice mentre lo bacio e indosso un vestitino di cotone bianco sbracciato e infradito bianche e gialle. Prendo la borsa di paglia, occhiali da sole grandi e tondi, mi slego i capelli color oro che arrivano al sedere e sono pronta, ma prima di uscire dalla porta della camere Ric mi prende per il polso 《no piccola così non esci》, mi divincolo e corro giù per le scale ridendo mentre mi insegue con un costume al ginocchio e una t-shirt nera aderente, che mi fa passare la voglia di uscire per stare a guardarlo tutto il giorno.

《smettila Ric》 dico correndo verso il patio

《ci proveranno tutti! Mettiti dei pantaloni》 urla portandomi davvero dei pantaloni

《tanto li toglierei comunque. Dai Ric vado, buon lavoro, a dopo》 mi metto in punta di piedi e lo bacio facendolo sbuffare

《non voglio lavorare e di certo non posso farlo ora che ti ho vista così!》 mi afferra il sedere e mi sbatte contro il suo corpo baciandomi. Mi stacco da lui e vedo Lisa dall'altro lato della piscina che sta salutando Max, con indosso un vestito azzurro più corto del mio 《Sister pronta?》 dico avvicinandomi 《yeahhh andiamo a darci alla pazza gioia》

Ric mi prende per mano baciandomi ancora 《sono eccitato solo a guardarti》 e sento cosa intende 《vado a sfogare i miei ormoni in spiaggia》 rispondo mettendogli le mani sul sedere sodo 《cosa?》 ringhia lui, facendomi ridere di nuovo 《vado a nuotare Ric》. Lo lascio andare e io e Lisa apriamo un piccolo cancello ritrovandoci su un vialetto di ciottoli costruito nella sabbia che porta direttamente a dei bagni privati. Non ci sono sdraio o lettini,ma tende private a distanza chilometrica l'una dall'altra composte da due letti( davvero letti, con materassi!), un tavolo pieno di cibi e bevande fredde e calde e chiaramente una di queste meraviglie è prenotata a mio nome, quella più grande in prima fila di fronte all'oceano.

《che figata》 esclama Lisa buttandosi su uno dei letti e togliendosi il vestito 《già fighissimo》 concordo facendo esattamente come lei. Ci versiamo due tazze di caffè 《questa si che è vita》 dico accendendomi una sigaretta 《lo puoi ben dire mia cara》 risponde imitandomi. L'oceano è stranamente calmo e una gentile brezza mi muove i capelli. Respiro a pieni polmoni e mi rilasso guardando il mare infrangersi vicino a noi

《allora come va con Ric?》 chiede Lisa

《mah bene, o almeno credo. Vi ho sentiti ieri parlare》

《immaginavo. Cosa ne pensi?》 sapevo bene che sentiva la mia presenza la stronza

《ah boh tu?》 lei sa sempre tutto quindi voglio il suo parere

《penso che ti ami davvero》sospira

《anche io! Lo sai vero?》voglio che lei capisca

《certo che so che lo ami anche tu, ma non lo devi dire a me!》

《lo sai Sister che quando me la sentirò glielo dirò》 rispondo sbuffando. Questi discorsi mi fanno pensare troppo, e più penso meno riesco a lasciarmi andare e a dire quello che provo

《lo so lo so, ma non so se lui avrà la forza di aspettare》 questa sua risposta mi fa più male di una pugnalata nello stomaco, non che abbia mai provato, ma sono certa patirei di meno

《potrebbe mollarmi?》 sono spaventata, più che se fossi tra le fauci di uno squalo bianco

《no non penso. Però più aspetti, più lui sta male, sappilo》

Ok ora devo trovare un diversivo

《tu e Max?》 e sorrido a 300 denti

《brava cambia argomento, pur di non affrontare i tuoi problemi faresti qualsiasi cosa》 beccata!

《abbiamo parlato di me, ora sputa il rospo!》 insisto sperando lasci cadere

《va bene, Max va bene》 dice perplessa

《ma?》 la conosco almeno quanto lei conosce me, quindi non mi sfugge la gallinella

《nessun ma, è solo che...》 ah beccata!

《 oh no ci siamo》 dico facendola ridere per poi trovare il coraggio di continuare a raccontarmi 《 qui stiamo bene, ma quando torneremo a casa rinizierà il solito tran tran e lui partirà per lavoro di nuovo》 sento la sua frustrazione

《ma non ha trovato nessun altro lavoro?》

《non vuole. È questo il problema. Gli piace quello che fa, ed ha una posizione da dirigente, mentre gli altri lavori non sono a quel livello》 è arrabbiata perché lui non sta facendo nulla per cercare di salvare la relazione

《non ha tutti i torti però》 non posso mentire, lo capisco

《lo so e infatti non posso arrabbiarmi, sarei una stronza, però non so quanto riuscirò a sopportarlo》 finisce il caffè e si accende un'altra sigaretta

《che sbatti Sister! C'è sempre qualcosa che non va, alla fine》 che grande verità, come sono saggia, ma lei mi spiazza dicendo una perla che non potrebbe essere più vera 《ahhhh che vita di stenti Sister》.

Alla fine noi ridiamo sempre, è questo il bello della nostra amicizia: a nessuna delle due viene mai in mente il suicidio!

《bagno?》 le chiedo alzandomi dal letto

《certo》 risponde. Ci prendiamo da mano e cominciamo a correre fino all'acqua fredda, per poi buttarcisi dentro.

Alle 14 siamo di nuovo sdraiate a gustarci un the freddo al limone, visto che la vita è troppo faticosa per fare altro

《e il sesso?》 chiedo di punto in bianco facendola quasi strozzare

《oh il sesso è forte, è grande》 risponde tossendo

《e ti prende come si deve?》 dico interessata

《si si altroché. Mi fa delle cose pazzesche. E Ric?》 domanda curiosa

《 anche lui sa il fatto suo. Però a New York una volta ha esagerato!》 devo raccontarlo a qualcuno

《cosa ti ha fatto quel bastardo?lo picchio?》si anima subito se pensa che qualcuno mi abbia anche solo torto un capello, è la versione di Ric donna

《no tranquilla. Abbiamo risolto. Diciamo che gli ho accennato qualcosa del mio passato, giusto la punta dell'iceberg e ha reagito in maniera troppo selvaggia》

《che fottuti stronzi sono gli uomini. Hanno sempre la presunzione di poterci avere completamente, indipendentemente da qualunque cosa, e noi dovremmo solo attenerci alla loro volontà e alle loro direttive》 sembra l'ultima delle femministe

Annuisco e ci manca solo che le dia il cinque e cominciamo a reclutare donne per la spiaggia che perorino la nostra causa

《non permettere che ti faccia ancora qualcosa》 dice lei rabbiosa

《no tranquilla Sister》 rispondo cercando di rilassarla

《altrimenti gli spezzo le gambe》

《dopo che io gliel'avrò tagliato, però》

Come sempre ridiamo, forse per non piangere.

Verso le 18 decidiamo di tornare a casa, mentre ci avviciniamo comincio a canticchiare una canzone. Lisa mi sente e 《sapore di sale, sapore di mare》 e io proseguo 《che hai sulla pelle, che hai sulle labbra》 entriamo nel cancello continuando a cantare come fossimo dei tenori e a imitare i versi della canzone come se stessimo mettendo in scena uno spettacolo. Detto così sembriamo davvero delle idiote che continuano a ridere e dire cose senza senso, in realtà siamo molto più profonde, quando la vita ce lo richiede, e non è questo il caso.

Ric chiude il MacBook per osservarci e Max distogliendo lo sguardo dal suo schermo dice a Ric 《 è bello vederle ridere, vero?》, Ric sorride e risponde 《bellissimo, sono così felici》, Max ha il tono amareggiato quando dice 《già ma non per merito nostro》, e l'altro 《va bene comunque》 vorrei corrergli tra le braccia e baciarlo per questa sua frase. Max si siede e fissa Ric 《ora hai capito cosa intendevo quando ti parlavo della loro amicizia? Non riuscirai mai a capirle fino in fondo》 pensano di essere due vecchie volpi e che noi non siamo in grado di fare due cose contemporaneamente tipo cantare e ascoltare. Che stupidi, ci sottovalutano fino a questo punto! Ric risponde 《hai ragione, si capiscono al volo. È assurdo. È come se avessero un solo cervello!》 ora si meriterebbe una frustrata, se solo non stessi cantando. L'altro ride e continua 《ah ma ce l'hanno, te lo assicuro. Se una pensa qualcosa, l'altra è sempre d'accordo, sono una squadra perfetta, si spalleggiano sempre》 sembrano malinconici quasi 《è un'amicizia unica, un po' le invidio》 dice Ric osservandoci, l'altro è d'accordo, mi aspetto che alla fine della loro chiacchierata si buttino giù dal tetto, di certo non sono come noi che ridiamo sempre. Secondo me il suicidio è tra le loro opzioni 《non dirlo a me. Si consolano e si aiutano sempre, e come ridono tra loro è estasiante!》. Mi avvicino a Ric baciandolo appassionatamente 《grazie amore per la spiaggia!》 è felice e risponde facendomi sedere tra le sue gambe 《figurati, così ero certo che fossi al sicuro piccola! Come mi piace quando mi chiami "amore"》 mi sussurra mordendomi l'orecchio e mandandomi scosse dappertutto.

Lisa e Max sono abbracciati sul lettino vicino e sono contenta di vederla felice tra le braccia del suo uomo, così la guardo e le dico 《all the man that i need》, lei si volta guardando me che sono sdraiata tra le gambe di Ric con la testa sul suo petto e le mani intrecciate sul mio ventre 《parole sante, gioia》 e ridiamo come sempre. Max guarda Ric 《vedi? Un cervello》 , dò uno schiaffo leggero a Ric e lo stesso fa Lisa e insieme, indignate, urliamo 《un cervello? Davvero ragazzi? Fate sul serio?》 loro ridono e scuotono la testa. Max abbraccia Lisa e le chiede 《che significa quella frase?》 e lei risponde come se fosse una cosa scontata 《 una delle mie canzoni》 lui ha la faccia interrogativa, così lei si volta verso di me e dice 《pronta?》 e io《sempre》. Prendo il Mac di Ric e cerco su YouTube la canzone di whitney Houston. Mi tiro in piedi, e ci mettiamo in mezzo ai due lettini guardando ognuna il proprio uomo e cominciando a cantare. Loro capiscono e sorridono per le parole che cantiamo, sono felici perché sentire quelle cose è ciò di cui hanno bisogno.

Prima di uscire a cena decidiamo di giocare a carte sul patio, sorseggiando una birra. È divertente, ridiamo, scherziamo, ci prendiamo in giro e ci insultiamo per finta se uno vince. Penso sia una delle più belle vacanze della mia vita.

Per cena Ric ci porta in un ristorante sulla spiaggia davvero romantico e molto buono, e al termine Lisa e Max decidono di andare a fare un giro mentre io e Ric torniamo a casa

《voglio fare il bagno nuda in piscina con te》 dico mentre stiamo per entrare in casa mano nella mano

《quando te ne esci con queste richieste mi fai impazzire》 risponde con voce già eccitata.

Va verso il frigo per prendere una bottiglia di vino, mentre io mi tolgo le scarpe, scalciandole da una parte, mi sfilo il vestito dalla testa e quando chiude il frigo e si volta, mi vede in perizoma e reggiseno che mi dirigo verso la piscina, e sento i suoi occhi bruciarmi la schiena

《dove pensi di andare così?》 chiede con voce bassa

Non rispondo mi calo il perizoma uscendone egregiamente (il che significa che non cado al suolo come un meteorite) e mi slaccio il reggiseno a bordo piscina, facendoglielo vedere, sempre senza voltarmi, e lasciandolo cadere in terra prima di buttarmi in piscina completamente nuda. L'acqua è calda e quando riemergo con i capelli bagnati, mi appoggio con i gomiti al bordo e vedo che si mette in ginocchio davanti a me, passandomi un bicchiere di vino, sorrido e vedo i suoi occhi azzurri diventare sempre più scuri《 quel tuo spettacolo, non ti dico come me l'ha fatto diventare...》 rido perché se io sono volgare lui non è da meno 《vuoi raggiungermi, o preferisci perderti in chiacchiere?》

Lui si spoglia lentamente, mentre io spalanco i miei occhi verdi, lasciandomi assaporare ogni centimetro del suo corpo, racchiuso in una camicia azzurra come i suoi occhi e nei jeans leggermente calati. Quando si toglie la camicia vedo i suoi addominali abbronzati, del color del caramello, sopra i jeans che lasciano intravedere il segno delle anche e l'elastico dei boxer:è assolutamente perfetto. La pelle si irrigidisce e i capelli si muovono agitati dal vento, le luci del lungomare si riflettono nell'acqua illuminandolo come una statua in un museo. Sono totalmente convinta che farlo camminare per strada sia un crimine nei confronti delle automobiliste donne. Sono follemente e perdutamente attratta da lui, ma come faccio a capire dove finisce l'attrazione e dove comincia l'amore? Non ho mai provato niente del genere e con lui sento emozioni inspiegabili e che mi scombussolano dentro. Quando è completamente nudo si tuffa dietro di me nella piscina facendo traboccare l'acqua.È sott'acqua e sento che mi afferra le caviglia, mi divincolo e urlo di sorpresa, per poi sentire le sue mani sul mio sedere, che me lo stringono. Riemerge alle mie spalle, mi bacia la schiena nuda e mi fa girare verso di lui 《piccola...basta chiacchiere》 e mi bacia appassionato. Le sue labbra sono morbide, il suo sorriso mi fa sciogliere, e quando mi bacia sfiorandomi la lingua con la sua mi sento svenire per il desiderio, ma ben presto le nostre lingue sono un tutt'uno, le sue mani ovunque su di me, le mie gambe attorno alla sua vita, e le mie mani tra i suoi capelli, e poi lui è finalmente dentro di me. Ansima con la bocca socchiusa e lo bacio per catturare il suo piacere, i suoi occhi sono inchiodati ai miei, i suoi movimenti sono lenti, la mia schiena è schiacciata contro il bordo della piscina e non vorrei smettere mai di stare con lui in questo modo, di amarlo così. I suoi capelli bagnati e morbidi tra le mie mani mi fanno desiderare di non lasciarlo mai, i suoi occhi che mi danno tutto ciò che ho sempre voluto sono l'unica ragione per alzarmi la mattina, le sue labbra sono ciò che più mi disseta, il suo membro è ciò che più mi dà piacere. Sono totalmente e irrimediabilmente fottutamente( nel vero senso della parola) innamorata di quest'uomo.

Restiamo a sorseggiare il vino per un'altra ora parlando, ridendo, baciandoci, toccandoci e amandoci finché non andiamo a dormire abbracciati e sotto le lenzuola. Ho deciso di indossare una camicia da notte leggera, e mi sono sorbita i lamenti di Ric perché non poteva sentire il mio corpo. Da notare che, a parte che indossa dei pantaloni, la mia camicia da notte è poco più di uno straccio, sottilissimo, di seta, con le spalline e sotto sono nuda, quindi non indosso di certo una pelliccia. Ho sempre odiato mettere uno di questi affari perché di solito finisco con lo strozzarmi, e mi sveglio con una morsa alla gola, ma volevo essere sexy, anche se non l'ha apprezzato per niente.

《non ti sento piccola》

《piantala Ric. È un pezzo di stoffa, metti le mani sotto e vedrai che mi senti》infila le mani e me le mette sulla pancia 《mmmm... Sei comunque troppo coperta》 mugugna baciandomi il collo 《quindi dici che potrei uscire indossandola?》 《no mai》 rido perché è come al solito una contraddizione unica. Mi addormento sentendo le sue mani che scorrono lungo il mio corpo facendomi desiderare di non muovermi mai più.

Come tutti i più bei sogni, anche questo deve finire e quando sento vibrare il cellulare, vorrei uccidere chiunque mi stia svegliando. Cerco di osservare lo schermo ma i miei occhi non collaborano" Sister sei sveglia?" Leggo, guardo l'orologio e vedo che sono le 4.30, e so che se mi scrive a quest'ora qualcosa non va "più o meno. Che c'è?" Rispondo sperando mi dica di essersi rotta un'unghia "possiamo parlare?" Vorrei morire, non sono in grado di alzarmi, non voglio allontanarmi dalla mia tana, ma lei ha bisogno, e se lei ha bisogno io ci sono, non importa se devo rinunciare a qualcosa "solo due minuti e scendo" "ok".

Allontano il braccio di Ric che sento lamentarsi anche nel sonno, mi alzo silenziosamente, infilo delle mutande, una felpa sua, infradito e sgattaiolo fuori dalla stanza e poi giù per le scale. Lisa è in sala che cammina avanti e indietro nervosamente, con dei pantaloncini corti, una canotta e una felpa aperta

《cosa succede Sister?》 bisbiglio anche se sono certa nessuno ci possa sentire

《un casino》 risponde, mettendosi le mani nei capelli e legandoseli. Mi guarda e vedo che è preoccupata, visibilmente turbata da qualcosa 《dimmi》 la esorto prendendola per un braccio per farla fermare, perché mi sta girando la testa con questo suo "avanti e indietro".

《abbiamo litigato pesantemente》 immaginavo avessero litigato visto il suo stato

《dov'è lui?》 me lo immagino in giro a darsi all'alcool o all'aeroporto diretto a Milano

《sta dormendo, ma io non ci riesco Sister》 tipico degli uomini: "quando il gioco si fa duro loro vanno a dormire" . Scoppia a piangere, l'abbraccio forte e sento i suoi singhiozzi e mi dice 《non sei uno stoccafisso. Quel Ric ti sta facendo bene》. Anche mentre è triste pensa a me, e ai miei progressi. Prima mi ripeteva sempre che non ero molto calorosa, che quando lei mi abbracciava io rispondevo al l'abbraccio ma sembravo uno stoccafisso impalato. Il problema era che non mi piacevano le dimostrazioni di affetto, neppure con le amiche, e so che le persone hanno bisogno di calore, ma per me era difficile, fin quando non ho incontrato lui, che mi ha fatto riscoprire anche questo lato della vita.

《adesso ci facciamo un caffè, ci guardiamo un film e poi mi dirai che succede, ok?》 le chiedo glissando sulla storia dello stoccafisso per evitare di deviare la conversazione su di me. Annuisce, si soffia il naso e si siede su uno dei divani, mentre io vado in cucina a fare il caffè. Porto una tazza a Lisa, prendo il Mac di Ric e vedo che come sfondo del desktop ha un nostro selfie fatto a New York mentre ci baciamo, sento gli occhi diventare a forma di cuore. Scelgo "parto col folle" come film così almeno avremmo riso; ci sdraiamo sul divano, in cui possiamo stendere le gambe in avanti da quanto è largo e faccio partire il film. Dopo due ore di risate e noi che recitiamo le battute a memoria, mi dice 《mi ha chiesto se voglio sposarlo》 rimango impietrita, mi sento come se mi avessero ricoperto di cemento 《ma non sei pronta》 dico conoscendola 《esatto! E lui non l'ha capito e si è incazzato, è tornato a casa, mollandomi sulla spiaggia da sola!》 sono furiosa, andrei a svegliarlo a sassate 《come fa a non capirlo? È deficiente?》 chiedo e vedo spuntare un sorriso tra le lacrime 《lo amo, davvero, ma non sono pronta e poi lui è sempre via per lavoro e non voglio una vita con uno che per due settimane al mese non c'è! Come fa a non capirlo? Mi viene da pensare che non mi conosca così bene come pensavo》 ecco che comincia la rapida caduta a picco di Max, mi sembra anche di sentire il tonfo 《ehhhh Sister che situazione spinosa》 dico facendo la faccia seria che la fa ridere e continuo 《certo che ti conosce, non cominciare con queste cose, ma ha paura di perderti e il matrimonio è una specie di garanzia》 lei scuote la testa 《perché non mi marchia a fuoco già che ci siamo!》《 potesse lo farebbe. I maschi sono stupidi: se c'è qualcosa che non va, non parlano, o se ne vanno o ti sposano》 e ridiamo insieme 《imbecilli》 esclama 《coglioni》 ribatto 《non sanno stare al mondo. Cazzo se mi vedi più fredda, non mi chiedi di sposarti, fai qualcosa, ti svegli, no?》 ha perfettamente ragione, peccato che noi donne ragioniamo in un modo e gli uomini in un altro《 per una persona normale sarebbe questa la cosa migliore, per gli uomini no, loro vogliono la botte piena e la moglie ubriaca》oramai siamo partite per la tangente 《vogliono tutto, e poi si incazzano se l'altra persona ragiona razionalmente prima di buttarsi dal ponte》. Decido che è il caso di far morire la conversazione qui per evitare di arrabbiarci ulteriormente e scappare 《parlagli. Vedrai che si sistemerà tutto 》 lei si sdraia sul divano completamente 《 domani, per ora voglio morire qui in pace》 annuisco e dico《 si moriamo. Sarà una notte d'inferno Sister》. Prendo due coperte e gliene metto una addosso sentendola sospirare 《già. Una notte di merda》. Ci addormentiamo sull'ampio divano.

Sento delle voci

《dormono anche insieme》 è la voce di Ric

《e sono così carine e tenere. Sembrano tranquille quando dormono, prima che il sole le faccia diventare delle bestie assetate del nostro sangue》 Max ribatte impaurito. Sento Ric che ride e poi dice《oh Max stasera dei miei amici ci hanno invitato in un club, vi va di venire?》 e l'altro ovviamente acconsente senza neanche chiedere alla "bestia assetata di sangue" di fianco a me.

Apro gli occhi, vengo accecata dalla luce del sole e mi sembra di essere un vampiro, per poco non mi nascondo sotto il divano, ma i miei occhi mettono a fuoco due uomini che mangiano come bisonti a bordo piscina. Non è possibile che non riescano a dormire fin dopo le 9 del mattino, ma come fanno? Mi sento un mollusco, ho sonno, ma grazie a loro sono sveglia e nervosa 《buongiorno》 biascico mentre con tutto il coraggio che possiedo mi alzo. Ric si gira, mi osserva come fossi la peggior persona dell'umanità ed esclama 《è brutto svegliarsi e realizzare di essere stati abbandonati》 neanche fossi scappata in Ecuador con qualcuno, per l'amore del cielo, ero al piano di sotto. Faccio finta di niente, anche perché in questo momento lo deriderei puntandogli un dito contro e bofonchio《 scusa amore》 pensando di rabbonirlo. Si alza viene verso di me, che sono riuscita ad alzarmi dopo 10 minuti di tentativi e mi bacia 《mi chiami "amore"per evitare che mi incazzi?》 lo guardo con la faccia di "non capisco di cosa tu stia parlando" e dico《e funziona?》 lui ride 《a meraviglia piccola, vuoi sentire?》 il suo solito sguardo da porco mi fa ridere, ma mi allontano scuotendo la testa, mi segue come un leone con la gazzella, ridacchio e corro verso la cucina nella speranza di prendere il caffè e darmi la forza di combattere. Troppo tardi mi agguanta da dietro e mi morde il collo, mentre io squittisco e sento che la cosa di cui stava parlando preme contro la mia schiena 《mmmm amore》dico arrancando verso la caraffa di caffè e trascinandomelo dietro aggrappato 《bevi il tuo caffè piccola》 mi bacia e se ne torna in piscina. Mi verso il caffè che ho faticato ad ottenere, mi giro e vedo Lisa che si alza dal divano, i miei occhi saettano verso Max che diventa teso e preoccupato. Ric ovviamente non si è reso conto di niente, preso com'è a ingurgitare il mondo. Lisa se ne va in camera senza dire una parola, osservo Max che rimane fermo come una pianta e gli faccio cenno di seguirla, cosa che fa velocemente. Esco nel patio e mi siedo al tavolo, Ric sempre ignaro di tutto mi chiede 《principessa stasera ti va di andare fuori con dei miei amici?》 come abbia fatto a non accorgersi di quella scena è un mistero, ma non voglio trascinarlo con me sulla terra quindi sorrido e rispondo《io avrei avuto un'altra idea》, lui distoglie l'attenzione dal suo piatto ancora stracolmo di cibo da darmi la nausea e si appoggia allo schienale della sedia dicendo 《interessante》 con la voce da chi vorrebbe sbattermi qui sul patio《no Ric non quello, almeno non solo》 e gli sorrido cercando di indorargli la pillola 《allora non mi interessa piccola》 e torna a mangiare mettendo il broncio 《amore》 sussurro sentendo la solita sensazione della lingua incollata 《"amore una pippa" piccola, stai cercando di ottenere qualcosa che sai non mi piacerà?eh va bene spara》 risponde lui non potendo resistere alla parola "amore", anche se questa volta ce l'ha quasi fatta 《sai che non farei nulla che non ti piaccia》 sto cercando di ottenere qualcosa è vero, ma non posso solo lanciargli la mia idea è scappare come una lippa, quindi mi alzo e mi metto a cavalcioni su di lui, circondo il suo collo 《piccola stai cercando di distrarmi?》 mi chino e lo bacio dolcemente, e lui geme di piacere 《stavo pensando..》 mi sfiora il viso con le mani e dice《quando la tua testolina pensa non può portare a nulla di buono》 gli poso un dito sulle labbra per farlo tacere e proseguo《 e se io e Lisa ci facessimo una serata donne, e voi una serata uomini e poi ci beccassimo da qualche parte?》 lui scuote la testa e mormora 《mmmmm non mi piace come idea》, sbatto gli occhi come una cerbiatta 《dai amore》 e sorrido, lui mi fissa con gli occhi color ghiaccio ancora più chiari per via del sole e sospira sconfitto 《e va bene》 . Lo attiro a me e lo bacio appassionatamente. Non che avessi bisogno del suo permesso, non ho mai avuto bisogno del permesso di nessuno, e sarei comunque uscita con Lisa a prescindere da quello che mi avrebbe detto, ma così gli faccio credere che sia stato lui a decidere, e che quindi ha un minimo di potere. Mi tolgo dalle sue gambe, mentre lui cerca di fermarmi, e mi risiedo accanto a lui per finire il mio caffè quando sento Lisa e Max che urlano al piano di sopra come delle scimmie urlatrici. Ric evidentemente ora si è reso conto della tensione che c'è e sussurra 《cosa sta succedendo?》, mi volto verso di lui e bisbiglio 《storia lunga 》, continua a mangiare, il cibo probabilmente si riforma nel suo piatto 《nessuno ci insegue》. Ora è curioso così decido di renderlo partecipe 《lui le ha chiesto di sposarlo!》, sembra non afferrare il punto perché chiede 《e perché litigano?》, mi lego i capelli per pensare alla miglior risposta possibile per fargli capire e me ne esco con una perla di saggezza da far rabbrividire 《perché non puoi pretendere che il tacchino sia pronto se non lo infili nel forno》. Mi guarda come avessi due teste e sgrana gli occhi: non mi sembrava una cosa così difficile da capire, anche un idiota avrebbe compreso le mie parole, forse non un uomo però 《non capisco i tuoi giochi di parole assurdi》. Mi sento sconfitta, ma decido di provare ad essere il più lineare possibile 《hanno dei problemi Ric, lei si è allontanata e lui non le ha chiesto nulla, poi all'improvviso le ha fatto la proposta. Non è pronta e lui non l'ha capito!》 sono lanciata nella discussione, come se fossi io a trovarmi nella situazione, lui mi guarda ancora non capendo e dice 《ma lei non si vuole sposare?》. Mi è chiaro che non ha capito nulla 《si Ric ma prima devono risolvere i problemi, mentre lui sta usando il matrimonio per risolverli!》 vedo che i suoi occhi prendono vita 《capisco. Perché litigano quindi?》 penso che sia totalmente rimbambito,probabilmente tutto il cibo che ingurgita gli sta dando al cervello 《perché lui si è incazzato per il rifiuto e lei sta cercando di spiegargli come si sente》, annuisce e continua a mangiare e bere il caffè. Sento una porta sbattere e vedo Lisa correre giù dalle scale, neanche fosse inseguita da una mandria di tori. Esce sul patio mi fissa e urla 《Sister andiamo?》 non voglio chiederle dove, perché in questo momento ho un po' di paura a fare qualunque domanda, così annuisco 《ok dammi cinque minuti》, prego dio che Ric stia zitto altrimenti penso potrebbe fucilarlo sul posto 《no adesso》 ordina lei. Col cavolo che esco in camicia da notte e senza reggiseno, ora posso risponderle, quando si tratta di decenza non mi faccio intimidire 《Sister devo vestirmi》 indico gli abiti che indosso per farle capire e continuo《vieni su con me》 lei acconsente e saliamo in stanza. Mi lavo in un nanosecondo, mentre sento lei che continua a ripetere 《è un imbecille, come fa?》 io taccio e annuisco con il dentifricio in bocca, sono davanti al lavandino e guardo allo specchio vedendo una sagoma furibonda che cammina avanti e indietro comparendo a volte nella mia visuale. Apro l'armadio, mi infilo un bikini marrone, perché non ho idea se voglia andare in spiaggia o meno,un vestito dello stesso colore, ballerine, occhiali da sole, borsa e cellulare 《pronta》 dico mentre apro la porta, lei mi segue con passo da felino chiuso in gabbia 《possiamo prendere la macchina?》 forse dovrei ricordarle che non c'è la mia jeep qui, ma è inutile, quindi 《non so se ci sia una macchina, chiedo a Ric》. Scendiamo per le scale e vediamo Ric e Max che parlano, Lisa non dice nulla ed esce dalla porta di casa, mentre io mi avvicino 《Ric hai una macchina?una che possiamo prendere?》 mi guarda come se fossi talmente scema da pensare che davvero lui, mister milionario, non abbia una macchina 《chiavi all'ingresso e Audi tt in garage, piccola!》 risponde andando verso l'ingresso e passandomi le chiavi. Penso che abbia una specie di contratto con l'audi visto che è pieno di quelle macchine. Non mi sto lamentando, per inciso. 《dove andate?》chiede mentre apro la porta, scrollo le spalle 《boh》 , mi prende per il polso girandomi verso di lui e mi bacia dicendo 《dopo vedo dove siete》 il suo essere stalker non mi stranisce più, se si diverte nel vedere dove sono che lo faccia. Apro il garage con il telecomando, trovandovi un Audi tt grigia decappottabile bellissima. Non ho mai guidato una macchina del genere e sono elettrizzata. Saltiamo in macchina, l'accendo e il rombo del motore mi assorda, ha il cambio automatico e non sei marce come la mia jeep. La gente che usa il cambio automatico è davvero sfaticata, ma che gusto c'è a guidare? È così bello inserire le marce. Esco dal garage e arrivo in strada, schiaccio il telecomando per chiudere il garage, vedendo Ric sull'uscio che mi saluta preoccupato, e parto per la strada sgommando come una "Tamarra di periferia". È piena di pulsanti questa macchina, ne schiaccio uno e il tettuccio si apre lasciandoci con i capelli al vento. Ne schiaccio un altro e il pc di bordo comincia a parlarmi chiedendomi dove vogliamo andare, guardo Lisa che non emette un suono ma continua a guardare l'orizzonte e dico al mio amico pc 《shopping》 sperando sia più intelligente di un normale computer e sappia cosa significa shopping. È davvero intelligente visto che fa comparire una mappa dove sono segnati tutti i negozi e centri commerciali, poi mi chiede se voglio della musica, così rispondo《iPhone di fede》 e comincia ad uscire dalle casse "welcome to Miami" che fa rivivere la Sister.

Mi giro verso di lei e dico《Sister vuoi farmi la grazia e spiegarmi cosa succede?》 lei canta e risponde 《dopo il caffè》, evito di proseguire nelle domande e continuo a guidare.

Dopo tre ore di shopping, 400€ in meno sul conto, un cappofrappuccino, una fetta di torta e un gelato decidiamo di tornare a casa, Non prima che Lisa mi abbia spiegato 《allora?》 domando mentre siamo di nuovo in macchina 《non capisce le mie motivazioni e mi sono infuriata perché ha osato dirmi che io in realtà non lo amo!》 sono sconvolta, penso che abbia il cervello della grandezza di una nocciolina. Anche i corvi ce l'hanno di quella dimensione eppure sono intelligenti, quindi non capisco quale sia il suo problema, oltre a un'ovvia carenza di comprensione della lingua italiana 《ma dai! Davvero?》 esclamo, lei si comincia a scaldare e ribatte 《si! E sembrava di parlare con un muro, ti giuro che ad un certo punto pensavo di estrargli i mattoni!》 rido e cerco di darle una buona notizia 《ho detto a Ric che stasera usciamo io e te, loro vanno con degli amici di Ric. Ti va bene?》 so che le va bene, ma non sono come il suo uomo che ha acconsentito alla serata senza chiederle nulla 《si grazie. È quello di cui ho bisogno!》 . Comincerò a scrivere un manuale :" come comprendere e far felici le donne in 10 mosse" sono certa diventerei milionaria.

Quando entriamo in casa Ric è in piscina a lavorare 《ciao Ric》 esclamo andando verso di lui, che si volta e chiede 《divertite a fare shopping?》 è ovvio che mi abbia pedinata a distanza 《ho preso qualcosa anche per te》 dico,tralasciando il fatto che è un pazzo scatenato, mentre gli passo una busta che scarta come se ci fosse la cura per l'eterna giovinezza 《piccola grazie!》 risponde osservando i due paia di boxer e il costume che gli ho comprato: uno con l'elastico celeste, l'altro rosso e il costume nero al ginocchio. Arriva Lisa guardandosi intorno e chiede 《Ric hai visto Max?》 lui la osserva impaurito e risponde 《si è in spiaggia》. Ci saluta e si dilegua verso la spiaggia, probabilmente per affogare Max. Quando rimaniamo soli, Ric chiude il Mac si alza e mi sbatte contro le vetrate baciandomi 《sono eccitato da tutto il giorno e tu non c'eri》 ringhia contro di me 《prendimi tutta Ric》 sussurro《non aspettavo altro》 risponde prendendomi in braccio e portandomi in stanza. Appena entrati mi sdraia sul letto, beh "sdraia" non è la parola adatta, diciamo che mi lancia come fossi un giavellotto, e si mette sopra di me. È così bello a petto nudo e costume che mi viene voglia di stare ad osservarlo tutto il sacrosanto giorno. Mi sfila il costume, si cala il suo infilandosi il solito preservativo, e mi prende come voglio, proprio come ho bisogno che lui faccia. Mi fa gemere e chiamare il suo nome mentre si spinge sempre più dentro di me fin quando non esplodiamo e collassiamo sul letto. Si sdraia accanto a me, baciandomi sul viso, sul collo 《quanto cazzo ti amo principessa?!》 mi fa ridere il suo modo di dirlo 《dimmelo ancora 》 sussurro 《ti amo ti amo ti amo》 e continua baciarmi 《mi ecciti Ric》 lui mi osserva con gli occhi più belli che esistano e un ghigno soddisfatto gli compare sulle labbra 《ne vuoi ancora?》 chiede infilando una mano sotto il mio vestito e toccandomi lì 《sempre》 ansimo.

Dopo averlo fatto ancora, e ancora e ancora, andiamo a nuotare in piscina per qualche ora, finché lui riprende a lavorare e io mi piazzo su una poltrona gonfiabile in mezzo alla piscina a sorseggiare una coca zero che il mio uomo/schiavo mi ha preparato aggiungendo ghiaccio e limone. "Vorrei morire qui" penso, "chi me lo fa fare di tornare a casa" continuo a formulare questi pensieri mentre mi accendo una sigaretta e guardo il cielo azzurro.

Mangiamo tutti e quattro insieme, ma la tensione è elevatissima: Lisa continua a bere, Max sta zitto, e io e Ric cerchiamo di trovare argomenti di conversazione, mi sento un giocoliere al circo. Alle 10 i due uomini escono e io e Lisa ci prepariamo per la serata; opto per un vestitino nero corto, con la schiena nuda e dei tacchi, mentre lei si mette shorts, canottiera e tacchi vertiginosi. Saltiamo sull'audi che non mi fa rimpiangere la mia jeep e andiamo in un club sulla spiaggia. Cominciamo a ballare e bere, Lisa si scatena:uomini davvero belli cominciano a circondarci e,mentre io declino, lei sta al gioco. All'improvviso sento una mano che mi accarezza, ho la tentazione di prenderla e fare una mossa di Karate ribaltando il suo possessore per terra, ma quando il mio corpo è percorso da brividi, capisco a chi appartiene la mano. Mi volto e trovo Ric di fronte a me che mi bacia con passione. Max arriva alle spalle di Lisa e sento che urla 《che cazzo fai?》 lei se lo scrolla di dosso, come fosse un uccellino sull'ippopotamo, e dice 《mi diverto, cosa che con te non riesco a fare》 mi verrebbe da sussurrarle "sei di ghiaccio piccola" ma faccio finta di niente, anche perché la situazione sta degenerando rapidamente 《adesso andiamo via》 urla lui prendendola per un braccio, lei come una bambina dell'asilo, che non vuole disegnare, risponde 《no non voglio》 e incrocia le braccia. Ben presto si ritrova un uomo sconosciuto appiccicato a lei, e spero non sia così cretina da ballarci, ma evidentemente giocare col fuoco è lo sport di oggi, così si volta e si struscia sul bell'imbusto. È un attimo: il pugno di Max colpisce il ragazzo in pieno viso, Lisa si allontana attonita, mentre Ric e i suoi amici corrono come lepri e dividono i due maschi selvaggi. Sembra la battaglia per l'accoppiamento della savana, ci manca solo che se lo misurino. Tiro Lisa a me e le urlo《portalo via e scopatelo Sister!》 sono seria, ma lei ride e annuisce. "L'importante è il risultato" penso mentre le allungo le chiavi della macchina e li vedo sparire tra la folla.

La sicurezza del club si avvicina minacciosa e decidiamo di uscire e andare in un altro posto qui vicino. È una specie di pub sottoterra, con musica dal vivo, in legno, sporco da far schifo ma comunque con il suo fascino. Ci sediamo ad un tavolo con gli amici di Ric e ordiniamo birra mentre chiacchieriamo. Mi sento audace, e non so perché sempre io debba partorire le idee più assurde, ma ad un certo punto, quando la band prende una pausa, mi avvicino al chitarrista, sentendo gli occhi di Ric sulla schiena come un falco, e sussurro qualcosa all'orecchio. È un bel ragazzo, un po' trasandato, pieno di tatuaggi e piercing, capello lungo e vestiti che immagino non abbia mai lavato, ma pur sempre carino, forse lo penso solo perché ha acconsentito alla mia richiesta. Torna sul palco e mi fa cenno di salire, l'espressione di Ric mi sta facendo rimpiangere la mia folle idea, ma oramai il danno è stato fatto. Ho letto da qualche parte una targa con scritto "caro alcool. Avevamo un patto in cui dovevi farmi apparire più divertente, più intelligente e una ballerina migliore. Ho visto il video, dobbiamo parlare" e mi immagino quando domani mattina vedrò ciò che Ric filmerà sicuramente. Dannato alcool! Il chitarrista comincia a suonare " i hate myself for loving you" di Joan Jett, prendo il microfono e comincio a cantare visto che quella canzone mi fa sentire più sexy di quello che in realtà sono. Mi muovo in maniera provocante (ribadisco che così sembra a me), stando sul fianco e scendendo lentamente per poi risalire e alzarmi leggermente il vestito con le mani. Le persone del locale, che spero di non incontrare in un vicolo buio mai nella vita, mi incoraggiano e urlano frasi incomprensibili, che immagino non siano poesie d'amore. Cominciano a battere le mani a ritmo di musica e a formare una fila davanti al palco,con la coda dell'occhio vedo gli amici di Ric che si alzano e partecipano a quello spettacolo imbarazzante, e Ric che invece vorrebbe uccidermi è rigido, con la mascella tesa e gli occhi di fuoco e si sta avvicinando a me.

Terminata la canzone sento gli applausi, il chitarrista mi fa i complimenti e mi bacia sulla guancia appoggiando le mani luride e sudaticce sulla mia schiena, e io corro giù dal palco come una ladra. Ric è davanti a me, che mi tira a sé, neanche volessero rapirmi, e mi riporta al tavolo senza dire una parola. Appena seduti faccio un sorso di birra e i suoi amici propongono un brindsi a me che sono felice di fare. La creatura al mio fianco sono certa stia progettando una qualche vendetta, è appoggiato al muro per guardarmi meglio e fa scorrere una mano sulla mia schiena contaminata 《divertita piccola?》 il tono di voce mi fa tremare, sarebbe stato meglio insultami, io annuisco e butto giù ancora un po' di birra nella speranza di dimenticare. Si scosta dal muro e si avvicina a me, siamo spalla contro spalla, mi gira il viso per far si che lo guardi e ripete 《divertita piccola?》 ha gli occhi da omicida 《si molto, grazie》 cerco di far finta di niente e di non dare valore alla cazzata che ho fatto 《ho pensato di salire sul palco uccidere il chitarrista, dar fuoco a tutti gli altri, prenderti e portarti via》 dice mettendomi una mano sulla coscia e facendola andare sotto il vestito 《come tarzan e jane!》 rido ma non sta scherzando, la sua mano è lì vicino così continuo 《e perché non l'hai fatto?》 lo fisso spalancando più che posso gli occhi verdi che sono certa abbiano il trucco sbavato 《 per come ti muovevi piccola... Era duro da far male a guardarti!》 non capisco molto il suo ragionamento ma non importa. Gli metto una mano sui jeans e la faccio scorrere verso l'alto fino a sentire l'erezione 《ti piace quando mi muovo così?》 chiedo sottovoce toccandolo, socchiude gli occhi e dice a denti stretti 《non ne hai un'idea. Volevo che tutti sapessero che sei mia, quindi li ho lasciati guardare》 più cavernicolo di così si muore 《volevi che tutti sapessero che sei tu a scoparmi》. Sorride con sguardo maligno e le fossette ai lati della sua bocca mi dicono che ho perfettamente ragione. "Come sono maschi, questi maschi" urlo nella mia testa.

Dopo esserci eccitati a vicenda con il nostro toccarci continuo, aver chiacchierato con i suoi amici per ore decidiamo di andare. Saliamo sul suv con l'autista e sussurro a Ric 《voglio fare una passeggiata sulla spiaggia》, annuisce e dice all'autista di fermarsi all'ingresso della spiaggia vicino a casa. Scendiamo dalla macchina, mi tolgo le scarpe col tacco e camminiamo mano nella mano sulla sabbia fredda; è pieno di stelle in cielo, la luna si riflette sull'oceano rendendo la spiaggia ancora più dorata, il vento soffia facendomi venire i brividi 《piccola mettiti la mia felpa》, se la toglie mettendomela sulle spalle e rimanendo in t-shirt nera a maniche lunghe che si tira su fino al gomito. Intravedo i suoi addominali e cominciano a venirmi le mie solite strane idee 《dove piccola?》 anche al buio riesce a vedere i miei pensieri 《voglio fare l'amore con te sulla spiaggia》, il suo sguardo è dolce, non mi sente spesso dire queste parole, di solito sono più volgare e selvaggia, e penso che apprezzi questa mia frase, perché mi abbraccia, facendomi stendere sulla sabbia e cominciando a baciarmi. Le nostre mani si incrociano, le mie scarpe cadono sulla spiaggia senza far rumore, e mi ritrovo sotto di lui mentre le sue labbra mi baciano teneramente, con amore, affetto, un bacio senza tempo, eterno, circondato dal rumore delle onde che sfiorano i nostri piedi. Le nostre mani si slacciano e vagano per il corpo dell'altro, le mie sulla sua schiena muscolosa, toccandola sotto la maglietta, le sue mi sollevano il vestito, risalendo lungo le cosce, scostando gli slip, mentre mi bacia il decoltè che si intravede dalla scollatura. Un dito entra dentro di me, gli afferro le natiche ansimando sotto il potere dei suoi baci e del suo tocco. Muove le dita con estrema bravura mentre la sua bocca è avvolta ai miei capezzoli che si irrigidiscono sempre di più. Slaccio i suoi pantaloni, glieli calo e afferro il suo pene grosso e duro. La passione aumenta, e in un attimo si spinge dentro di me e comincia a fare l'amore con me. È bello, è amore, vero amore, lui è la mia anima gemella e ora capisco che diventerà l'amore della mia vita. Siamo solo io e lui, e tutto il mondo fuori. Bah tutto il mondo fuori è un po la battuta dell'anno, visto che siamo sdraiati mezzi nudi su una spiaggia pubblica e mi immagino che un guardiano ci trovi e ci punti la torcia addosso, per ora però mi godo le sensazioni estasianti che Ric mi sta regalando.

Dopo aver fatto l'amore, tiro fuori il cellulare e trovo un whatsapp di Lisa " non tornate a casa ancora per 30 minuti", lo faccio leggere a Ric che esclama 《stanno trombando piccola》 spiega come se non lo avessi capito. Ridiamo e rimaniamo abbracciati, distesi sulla spiaggia a guardare le stelle che brillano sopra di noi 《ti amo principessa》 dice, facendomi accelerare il cuore. Mi volto, lo bacio teneramente e mi rimetto tra le sue braccia :il posto dove più mi sento al sicuro.

Torniamo a casa e ci dirigiamo in stanza;per stanotte ho deciso di renderlo felice e non indossare nulla, così che possa "sentirmi". Mi abbraccia forte e mi lascio cullare in quella bolla d'amore.

Il giorno dopo andiamo in spiaggia tutti e quattro a divertirci e giocare nell'acqua: io e Lisa sulle spalle dei rispettivi compagni che cerchiamo di buttare nell'acqua l'altra a forza di spinte, non ho mai bevuto così tanta acqua salata come durante questa mattina. Alle 18 inizia l'aperitivo sulla spiaggia e i balli di gruppo, che ho sempre detestato, ma che ora non sto nella pelle di fare. Mentre Ric e Max prendono da bere al bar, guardo Lisa e dico 《ti prego Sister andiamo a ballare》 lei come sempre mi dà feedback prendendomi per mano e trascinandomi tra la folla. Dalle casse comincia "move up and down" di Madmoiselle Luna che è una canzone che ti dice esattamente che passi fare: destra, sinistra, fai una giravolta, muovi il sedere, ecc. Non è difficile, ma in questo momento mi crea più problemi che scalare una montagna. Ridiamo come pazze e balliamo veramente male, finché non decidiamo di gettare la spugna e dirigerci dagli uomini, non prima che le dica 《 siamo terribili》 e lei aggiunga 《 pessime, inguardabili, sembravamo due balene arenate, ci mancava solo che qualcuno venisse con una pompa a bagnarci》 . Sono piegata in due dalle risate, ma riesco a trascinarmi e vedo Ric che ride insieme a Max, probabilmente infierendo anche lui sulla nostra performance, mentre sorseggiano scotch. Vorrei vedere loro in quella situazione. Appena Ric ci vede esclama 《davvero aggraziate》, Max non riesce più a trattenersi e io rispondo《grazie...non dicevi così ieri sera》 e gli faccio la posa più sexy che mi riesce in questo momento, una roba orrenda insomma. Lisa guarda Max e dice 《tu amore hai qualcosa da aggiungere?》 sento le unghie di Max sullo specchio mentre sta cercando di arrampicarsi per trovare una frase da dire 《il tuo culo è una bomba》 dice sorridendo e salvandosi in corner. Lei si avvicina e lo bacia, mente io vado a sedermi sulle ginocchia di Ric che mi abbraccia. Rimaniamo in spiaggia fino alle 20 e poi torniamo a casa per prepararci per la cena. Mi infilo sotto la doccia, ma dopo poco sento la porta aprirsi 《non mi hai invitato piccola》 si palesa Ric nudo di fronte a me 《ma tu puoi venire dove e quando vuoi》 dico apposta sottolineando il doppio senso che lo fa ridere《le tue frasi piccola sortiscono sempre lo stesso effetto》 risponde baciandomi sotto lo scroscio d'acqua 《lo voglio ben sperare》 dico afferrando il membro già duro. Ci insaponiamo tutti, mi faccio lavare come al solito i capelli, finché le sue mani non arrivano al mio clitoride. Le sue dita mi toccano con forza facendomi gemere, la sua bocca le raggiunge e comincia a leccarmi con così tanta passione che mi fa venire in poco tempo. Decido di ricambiargli il favore, d'altronde le relazioni sono un" dare e ricevere", quindi mi metto in ginocchio di fronte a lui e lo infilo in bocca, baciandolo, succhiandolo e più sento i suoi gemiti, più mi eccito e non voglio smettere mai. Quando sta per raggiungere l'orgasmo, si stacca, mi prende in braccio allacciandomi le gambe alla sua vita, esce dalla doccia a passo veloce e mi butta nel letto, infilandosi il preservativo e penetrandomi con forza. Rotolo sotto di lui fino a ritrovarmi a cavalcioni sopra e comincio a muovermi: le sue mani sui miei fianchi mi aiutano con i movimenti, il suo petto bagnato sotto di me è una visione celestiale, lui dentro di me è la sensazione più bella e gratificante che abbia mai provato.

Dopo averci dato dentro, cominciamo a vestirci: indosso un abito di pizzo bianco con spalline sottili, lungo, che mette in risalto la mia abbronzatura color "latte macchiato" (attenzione: non "cappuccino"),delle ballerine azzurre, una molletta a forma di fiore bianco e azzurro per tenermi delle ciocche di capelli all'indietro, e trucco nero sugli occhi che sono ancora più verdi. Ric non è certo da meno in quanto a bellezza visto che ha un abito grigio, camicia bianca con il primo bottone aperto ed è decisamente più abbronzato di me, con gli occhi azzurri che spiccano ancora di più. "Dobbiamo uscire dalla stanza altrimenti ci ritroveremo di nuovo nudi nel letto" penso, visto che mentre mi trucco lo vedo che mi osserva con le mani nelle tasche dei pantaloni, appoggiato al baldacchino, e quando mi chino per infilare le ballerine me lo trovo attaccato che comincia a infilare le mani sotto il vestito 《Ric andiamo dai》 lui scuote la testa e mi morde il collo, mentre il mio vestito è arrivato a metà coscia e le sue mani sono sul mio pube 《è così bello stare qui a toccarti》 dice baciandomi su tutto il collo, cosa che mi fa quasi cadere per terra《mmmm》 mugugno di piacere, ma più gli dò retta peggio è. Appena allenta la presa sulla mia vita, mi allontano, rido e vedo le saette nei suoi occhi. A grandi falcate mi raggiunge mentre io apro la porta, ma con una mano la richiude e mi sbatte contro, girandomi verso di lui. Infila una gamba tra le mie, tirandomi di nuovo su il vestito, che sono certa taglierà prima della fine della serata perché "d'impiccio" secondo lui, e scosta il perizoma bianco che indosso, toccandomi con un dito il mio sesso di nuovo eccitato 《mai negarmi di toccarti piccola》. Non capisco già più niente, le sue dita sono una specie di afrodisiaco, mai nella vita mi era capitata una cosa del genere, ma dopo avermi toccata e avermi quasi fatto raggiungere le stelle, si stacca da me, sistema il mio vestito e il suo, apre la porta ed esce, lasciandomi in piedi attaccata alla porta come una cogliona.

Lo seguo in cucina, mentre lui apre una birra e comincia a sorseggiarla attaccato al bancone《me la pagherai Ric》 dico dirigendomi verso il frigo e prendendo una birra anche io. È divertito, mi guarda con il sorriso e quelle due dannate fossette che ora vorrei far sparire, esco sul patio, mi siedo su una sdraio e mi accendo una sigaretta. Sento che si avvicina 《fammi posto piccola》 dice facendomi segno di stringermi, se lo può anche scordare 《in quella c'è tanto posto 》 dico indicando la sdraio vicina, lui scuote la testa e ripete 《fammi posto o me lo dovrò fare da solo》 ohhhh che paura, sto tremando capo! Non mi muovo di un centimetro, sorseggio la birra, faccio un tiro di sigaretta e accavallo le gambe sotto il vestito. In un istante la mia sigaretta fa un volo verso l'ignoto, la birra viene lanciata in piscina e lui è sopra di me che mi guarda con gli occhi di ghiaccio《ti avevo avvertita piccola》 dice fiero della sua mossa che me lo fa odiare solamente visto che ha scaraventato i miei beni di prima necessità lontano anni luce. Lo fisso a mia volta, cercando di mascherare la sorpresa per il suo gesto da folle qual'è,e sento le sue mani di nuovo sotto il mio vestito che salgono lungo le mie gambe. In un atto di insana follia gliele fermo sussurrando 《te lo puoi anche scordare》 e vedo i suoi occhi accendersi per la sfida. Mi bacia con passione, la sua lingua forza la mia bocca ad aprirsi e quando la lascio entrare mi divora e mi accende come un incendio in una foresta. Le sue mani ora stringono i miei seni, costretti sotto il vestito, ma senza reggiseno e le mie mani afferrano il suo sedere spingendolo più attaccato a me. 《prendetevi una stanza》 sento urlare alle nostre spalle, scoppio a ridere, allontano Ric e mi ricompongo alzandomi 《non riesce a togliermi le mani di dosso》 dico a Lisa che sta ridendo, e che mi risponde 《anche le tue le ho viste parecchio impegnate!》, Max fa finta di non aver visto nulla e io dico 《non hai altro da fare, voyer?》 ridiamo e poi finalmente usciamo a cena.

Atterrati a Milano Linate una sensazione di tristezza mi prende alla gola: forse è solo perché devo tornare al lavoro, o perché ne devo iniziare anche uno nuovo, o, più semplicemente, perché sono stata talmente bene che non voglio finisca. Ora, invece, torniamo alla cruda realtà e tutto ciò a cui penso è di trovare un modo di incatenarmi al jet e fare lo sciopero della fame.

Ric mi accompagna a casa e poi va direttamente al lavoro; dopo aver lasciato i bagagli, vado a casa dei miei a prendere i cani. Sono così contenti di vedermi che credo gli possa venire un colpo, quando li riporto a casa cominciamo a correre come pazzi in giardino mentre io disfo le valige e mi rilasso con un bagno caldo. I giorni prima di tornare al lavoro li passo nell'assoluto dolce far niente, ma il 10 di gennaio arriva veloce, e io mi sto già "spellando come un giaguaro", come direbbe Priscilla, visto che la mia abbronzatura, di cui ero molto fiera è un ricordo lontano e ora sono di nuovo di un candore lunare.

La mattina del 10 sento un principio di depressione assalirmi, e credo potrà solo peggiorare entro la fine della giornata. I miei pazienti sono felici di vedermi, ma non posso dire lo stesso per quanto mi riguarda, mi immagino ancora sdraiata sulla spiaggia, con la brezza che mi scompiglia i capelli e una birra tra le mani. Scuoto la mente come una maracas e mi concentro sugli individui.

A pranzo vado con Lisa, Elena e Sofia a mangiare un panino in un chiosco vicino, tornata in ufficio "feels like Home" comincia a suonare

《Ric》 sospiro felice

《piccola come stai?》chiede

《voglio tornare sulla spiaggia》 dico con tono triste

《anche io. Stare con te, sentirti, baciarti...》 la piega che sta prendendo la conversazione non fa che peggiorare il mio stato attuale quindi lo blocco dicendo

《chi ha parlato di te?》 e scoppio a ridere da sola

《come al solito distruggi le mie tecniche di corteggiamento》sbuffa

《così magari cominci a cambiarle》 sbotto io sempre ridendo

《non ti piacciono?cosa vorresti che facessi?》 mi sembra preoccupato. Il suo senso dell'umorismo è pari a quello di un pesce palla

《ma certo che mi piacciono! Altrimenti non sarei qui a parlare con te!》 forse mi è uscita male, e,infatti, non passa neanche un secondo prima che me lo faccia notare 《troppa grazia principessa!》

《sono isterica, lo so, è solo che vorrei essere ovunque tranne che qui》 cerco di arrampicarmi sugli specchi, con evidente poco successo

《le tue parole sono come carezze contro pelo》 e ride da solo, lo stronzo!

《va beh mi hai chiamato per dirmi qualcosa di importante o solo per rompere?》 chiedo solo per infastidirlo

《un pò l'una e un pò l'altra》 risponde a tono. Sta imparando, e questo non fa altro che aumentare la mia audacia

《dai spara. Di cosa hai bisogno?》 chiedo in tono scocciato

《di te, sempre!》 risponde veloce, troppo veloce, sta tramando qualcosa

《adularmi non ti porterà da nessuna parte!》 scoppia a ridere come sempre quando gli dico questa frase

《prima o poi ti beccherò con la guardia abbassata piccola!》 dice tra le risate

《non ci sperare! Comunque siamo al telefono da 15 minuti e a meno che tu non mi debba dire qualcosa di vitale importanza, tipo che c'è una nuova malattia che trasforma tutti in gelatina, o che finalmente si potrà vivere sulla luna, allora torno a sorbirmi i miei pazienti》 non ho nessun paziente nell'immediato ma voglio far finta di essere più impegnata del presidente degli Stati Uniti

《ok piccola! Volevo ricordarti che domani sarà il tuo primo giorno in ospedale!》 come se non me lo ricordassi! Ma pensa che sia deficiente? Che poi, tra i due è lui quello con la memoria a breve termine che fa acqua da tutte le parti

《me lo ricordo...》 rispondo evitando di insultarlo

《andiamo insieme?》 chiede. So dove vuole arrivare il furbetto

《vuoi dormire da me Ric?》 domando oramai senza più energie per girarci intorno

《ehm no...cioè...nel senso...sì beh saremmo più comodi》

Comodi? Ma se vive in una fortezza di 300metri quadri? Diciamo che vuole dormire con me, non capisco tutto questo giro di parole

《quindi vieni da me Ric?》

《se mi vuoi...》 è proprio un bambino a volte. È il capo del mondo, ma quando è con me diventa di un insicuro allucinante. Forse è colpa mia, lo destabilizzo, non lo faccio sentire desiderato. Ma perché mi devo sempre prendere tutte le colpe?

《che cosa scema da dire da parte tua. Ti facevo più intelligente》 non gli darò la soddisfazione di sentirmi dire che non desidero altro che dormire con lui, perché è la cosa più bella del mondo

《non si può essere sempre brillanti. Comunque mi vuoi stasera?》 è davvero preoccupato che non lo voglia? Ok dovrò scendere a patti con me stessa e dirglielo

《ma certo che ti voglio Ric! Solo tu, sempre e solo tu》

Ecco che gongola, mi sembra di vedere la sua faccia felice

《ok a dopo. Ti amo principessa》

《se se. Pensa a lavorare amore》

E attacco. Tornata a casa, vedo che la cucina è allagata e comincio ad inveire contro tutto e tutti. Mi sta per venire il ciclo, quindi ho un diavolo per capello, ed è meglio che nessuno mi dica nulla altrimenti potrei sul serio uccidere. Sia ringraziato il cielo che sua madre vive dall'altra parte del mondo, altrimenti oggi potrei finire il lavoro cominciato nella mia testa. Mi spoglio velocemente infilandomi leggins e canottiera e accendo la musica; sono in vena di RAP quindi faccio la playlist con fabri fibra e Eminem, nella speranza che la loro cattiveria mi dia una marcia in più. Siccome ci metto un sacco di tempo, l'allargamento intanto è aumentato, e sono certa che potrebbero viverci delle specie acquatiche. Spengo l'interruttore centrale dell'acqua, chiudo i cani fuori in giardino e cerco di asciugare il più possibile prima di mettermi sdraiata sotto il lavandino.

Canto "ci rimani male" a squarciagola mentre armeggio con la chiave inglese. Sento una voce che mi chiama 《fede, fede dove cazzo... Ah eccoti qui!》 continuo a cantare, e a imprecare《cazzo cazzo cazzo》 non badando a Ric che mi fissa come fossi un avatar ,vestito elegante davanti a me che sono fradicia, mentre cerco di dare un senso ai tubi.

《ma che diavolo stai facendo? Esci da lì sotto》 urla cercando di tirarmi fuori per le caviglie

《pensi sia qui per divertimento? Era tutto allagato, sto sistemando i tubi》 dico divincolandomi e tornando ad armeggiare con gli attrezzi

《perché non chiami un idraulico?ora lo chiamo io》 dice estraendo il cellulare dalla tasca

《perché mai devo dare dei soldi a un tizio per fare qualcosa che posso fare da sola? Perché non dare direttamente la carta di credito a un ladro allora?!》 perché allora non pagare la commissione per ritirare i tuoi soldi dalla banca? Tanto vale farsi borseggiare a questo punto. Non capisco perché devo pagare qualcuno per fare qualcosa che posso fare io gratis.

《sei irragionevole! Lo pago io, forza esci da lì prima di farti male!》 risponde alzando la voce

《non voglio i tuoi soldi! Potrei pagare l'idraulico, ma a meno che non esploda tutto causando le nuove cascate del Niagara qui a Milano, allora non mi avrà...e smettila di sventolarmi i tuoi soldi sotto il muso》 sono davvero arrabbiata e più lui fa così, più io mi infurio. È ricco, ho capito, ma questa è casa mia, quindi me la cavo da sola. Ho sempre sistemato tutto e non sarà di certo lui a farmi cambiare

《non sto sventolando nulla! Non voglio che ti fai male》 ma cosa crede che possa mai succedere?

《pensi che un alligatore esca dal tubo e mi divori la faccia?》 rispondo stizzita. Sono uno spasso, rido da sola nella mia testa. Anche lui ora sta ridendo. Finalmente riesco a sistemare i tubi ed esco da sotto il lavandino, trovandomi Ric in tuta che mi fissa. È sempre perfetto, mai un accenno di stanchezza, mai trasandato, probabilmente anche dopo una maratona sarebbe bellissimo e riposato. Io d'altro canto sono uno schifo, bagnata fradicia, il trucco che è colato sulle guance, puzzo per lo sforzo assurdo e mi trovo davanti a mister perfezione che mi fa solo sentire ancora più disgustosa. Fortunatamente fabri fibra canta e io lo imito 《vederti così che canti canzoni rap non ti dico l'effetto che mi fa...》 anche conciata così gli piaccio comunque, come fa a dire sempre la cosa giusta al momento giusto?

《vieni nella doccia con me》 ordino andando verso il bagno e sentendolo alle mie spalle. Mi spoglia velocemente e mi mette sotto lo scroscio dell'acqua 《prima e ultima volta che mi ordini qualcosa piccola》 ringhia mentre mi morde un capezzolo 《vedremo "piccolo"》 dico imitando la sua voce. Il sesso nella doccia è selvaggio, travolgente e il mio nervosismo scivola via insieme alla lunghissima giornata di lavoro che ho avuto.

Dopo cena ci sdraiamo sul letto e faccio partire delle puntate di "una mamma per amica" che mi fanno sempre ridere. Ric non guarda lo schermo, ma osserva me mentre rido e intanto lavora sul suo Mac 《che hai da guardarmi?》 chiedo 《è bello vederti ridere per un telefilm》 mi sento come un fenomeno da baraccone 《è inquietante che mi osservi》 rispondo mettendo un'altra puntata 《non ho mai visto nessuno ridere per un telefilm o piangere per un libro》 si riferisce chiaramente a me visto che mentre leggo i miei romanzi a volte piango disperata, non pensavo mi guardasse, è sempre più inquietante 《non sapevo mi osservassi! Hai messo delle microspie per la casa?》 chiedo per sdrammatizzare

《ti osserverei sempre...e non dire che non serve a nulla adularti, ecc ecc》 rido perché mi legge nel pensiero

《domani ti faccio fare il giro dell'ospedale》 dice facendomi l'occhiolino

《riccardo stai cercando di sedurmi?》 chiedo fingendomi scandalizzata

《funziona?》 sussurra distogliendo lo sguardo dal Mac

《mi sento lusingata e vagamente eccitata》 rispondo

《io sono eccitato solo se ti penso e ti assicuro che in sala operatoria non è un granché》 dice sistemandosi i pantaloni

《Ric!!!,》squittisco sbalordita

《sono sincero piccola! Sei una bomba e se penso a te sto male》 vedo qualcosa crescere vistosamente nei suoi pantaloni

《ok ora voglio fare sesso》 dico allontanando il mio computer e andando a cavalcioni su di lui. Posa il suo Mac sul comodino e mi afferra i fianchi spingendomi contro il suo inguine 《senti cosa intendo?》 bisbiglia con voce sexy 《mmmm》 mugugno strofinandomi contro di lui.

Mi toglie la maglietta e si solleva seduto facendosi sfilare la sua. I nostri petti si toccano, le mie mani afferrano la sua schiena soda, e mi slaccia il reggiseno gettandolo in terra. La sua lingua sfiora le mie labbra, e quando cerco di catturarla nella mia bocca, si allontana sogghignando divertito, io sbuffo e cerco di baciarlo ma si allontana ancora. Gli afferro i capelli e lo attiro a me con forza, attaccando le mie labbra alle sue, fa un po' di resistenza, ma finalmente si lascia andare, e abbandona il suo gioco di seduzione, baciandomi, muovendo la sua lingua con la mia. Lo tengo sempre stretto a me, mentre mi afferra il sedere attaccandomi ancora di più al suo corpo 《piccola via quei pantaloni così arrapanti》 dice prendendoli per l'elastico. Mi scosto e me li levo insieme alle mutande 《e i tuoi devono farci compagnia?》 esclamo osservandolo. Scuote la testa e se li sfila insieme ai boxer. Torno su di lui e prendo un preservativo dal comodino di fianco, lo strappo con i denti 《mi fai venire così》 sussurra con gli occhi grandi. Lo srotolo sulla sua lunghezza e lo infilo dentro di me. Siamo seduti sul letto, e io sono a cavalcioni sopra di lui, rimaniamo fermi per abituarci a quelle sensazioni. Fa quasi male in questa posizione, ansimo e piego la testa all'indietro mentre mi tiene le mani sulla schiena spingendosi ancora di più dentro di me. Dopo un po' mi solleva e mi abbassa veloce su di lui. Gemo 《oh Ric》 mentre lui continua a muovermi. Sto decisamente volando, mi sento la testa leggera e più i movimenti continuano più la vista diventa offuscata, finché 《piccola girati》, faccio come mi dice, appoggiando i gomiti e le ginocchia sul letto e alzando il sedere. Mi sento esposta agli elementi, anche un po' in imbarazzo, ma dura poco la sensazione perché sento la sua punta contro la mia apertura e poi in un colpo secco mi penetra mandandomi scosse ovunque. Vorrei urlare, ma non sono mai stata una che faceva rumore durante il sesso, quindi ansimo cercando di fargli capire che sono vicina. Mi tiene per i fianchi muovendomi contro di lui, e dopo poche mosse raggiungiamo insieme un orgasmo pazzesco. La "gnegne" ( chiamasi gnegne quella particolare sensazione di morte emotiva, tristezza, arrabbiatura, sbalzi di umore improvvisi, pianto facile, fame incontrollabile, dolori in tutto il corpo come se ti avessero preso a bastonate con una mazza ferrata, nausea, e odio nei confronti del genere umano, soprattutto verso gli uomini) pre ciclo se ne va lasciandomi vuota e con il respiro veloce, mentre lui stramazza contro di me, scivolando fuori, e baciandomi la nuca.

La sveglia suona alle 7 e sono elettrizzata per il primo giorno del mio nuovo lavoro. Mentre bevo il caffè, apro l'armadio per cercare un'ispirazione su cosa indossare. Ric è ancora a letto che mi guarda con gli occhi assonnati 《cosa mi metto Ric?》 chiedo mentre ballo musica rock 《basta che tu sia molto coperta. Non voglio che i miei medici possano immaginarti nuda》 non mi è d'aiuto per niente 《ok allora mi metterò un cappello da cowboy, tacchi a spillo e via》 ribatto osservando i vestiti che sembrano orrendi in questo momento 《allora ti prenderò al lazzo piccola》 mi fa quasi sputare il caffè per le risate. Estraggo le mie scelte e gliele mostro 《Ric cosa ne pensi di questo tubino grigio perla e la giacca in coordinato?》 lui chiude gli occhi lamentandosi perché ha ancora sonno 《saresti bella anche con un sacco della spazzatura》 io sbuffo 《non mi sei di nessun aiuto Ric》 lui sorride senza muoversi《vieni qui piccola così ti aiuto》 la sua voce è bassa e sensuale 《non se ne parla neanche! Non voglio arrivare in ritardo il mio primo giorno》 infilo i collant 《sono io il tuo capo e ti dico di venire qui》 scuoto la testa anche per l'ennesimo doppio senso e indosso il tubino cercando di allacciarmelo, ma sembra che mi stia dimenando per togliermi un insetto. Finalmente chiudo la zip e mi rivolgo di nuovo all'armadio, ma lui mi afferra per un braccio, mi fa cadere sul letto e viene sopra di me 《 ti ho detto di venire o sbaglio?》 mi tiene fermi i polsi ai lati della mia testa 《non voglio venire》 rispondo sorridendo《non lo puoi mica decidere》. E fu così che i collant si ruppero e io venni. Dopo essermeli cambiati, propendendo per delle autoreggenti, visto che ha promesso di bruciare tutti i miei collant se li avessi rimessi, finalmente usciamo di casa e saliamo sulla sua Audi.

Il SUV si ferma davanti a un edificio gigantesco di cinque piani con una scritta "Ospedale Wyatt" che si erge sul tetto. Scendo dalla macchina e alzo la testa cercando di guardare tutto l'edificio e rimango immobile mentre Ric mi stringe la mano trascinandomi dentro 《dai piccola! Che ci fai ferma li?》 dice facendomi quasi cadere per terra 《c'è il tuo nome lì in alto》 dico indicando la scritta e lui scuote la testa. Ero già venuta qui una volta, quando mi aveva scritto in piena notte, ma ero talmente eccitata che non avevo notato quella targa immensa. Oddio ha davvero un ospedale!

Si è vestito anche lui in grigio perla, con abito tre pezzi, giusto per darmi sicurezza, non so perché dovrebbe, ma ha insistito per vestirsi dello stesso mio colore. L'ospedale ha tre ingressi: uno principale a cui si accede all'accettazione per esami e visite e dietro c'è una caffetteria che diventerà il mio posto preferito; gli altri due ingressi sono uno per il Pronto Soccorso pediatrico e uno per quello degli adulti. In realtà tutti e cinque i piani sono divisi in due ali: un'ala per gli adulti e una pediatrica. Ci sono quasi tutte le specializzazioni e i primari sono alcuni tra i medici più importanti al mondo. Dall'ingresso principale ci sono due ascensori, uno sempre per la parte adulti e l'altra per quella pediatrica. Il primo piano è adibito a esami diagnostici e punti prelievo. Nella parte adulti c'è un'ascensore che porta al secondo piano dove ci sono le sale operatorie, e uguale dalla parte infantile. Al terzo piano ci sono gli uffici, tra cui quello di Ric e la sala riunioni, al quarto piano c'è la degenza adulti e al quinto quella pediatrica. Arrivati all'ultimo piano mi porta nel mio studio contrassegnato da una targa con il mio nome sopra, all'interno c'è un divano in pelle marrone, una scrivania di legno, una poltrona per me e tre dall'altro lato della scrivania, e una libreria piena zeppa di volumi di psicologia. Ovviamente ho un Mac da tavolo come quello che ho a casa, un'agenda, un telefono fisso e altre cose di cancelleria 《 è bellissimo Ric》 dico guardandomi intorno 《sono contento che ti piaccia. Sull'appendiabiti ci sono un po di camici della tua taglia》 ne prendo uno infilandomelo e mi siedo davanti al computer muovendo il mouse e vedendo una serie di nostre foto comparire sullo schermo 《che tenero!》 dico ad alta voce. Sento il suo cellulare suonare, si avvicina mi bacia sulla fronte e dice 《devo andare. Tu vai a conoscere le infermiere che ti daranno l'elenco dei pazienti ricoverati. Per qualunque cosa chiamami》 e se ne va.

Vado nella sala delle infermiere dove ci sono circa 8 donne tra i 25 e i 45 anni ed esclamo 《buongiorno a tutte》 quelle si voltano e vedo che non capiscono chi diavolo io sia 《sono la dottoressa Crespi》 spiego e le sento dire 《ahhhh buongiorno dottoressa》 mi presento stringendo mani e 《chiamatemi fede》. Mi verso un caffè e cominciamo a chiacchierare, o meglio sparlano del capo senza sapere chi io sia 《è uno squalo. Io ho paura》 dice una e un'altra insiste《mi tratta sempre come fossi una cretina》 e ancora《 non ringrazia mai, ha sempre la faccia scura ed è sempre incazzato》 mi viene da ridere perché non conosco chi sia quell'uomo, ma faccio finta di niente, finché una ragazza entra di corsa, tutta trafelata e urla 《sta arrivando》 non capisco a chi si riferisca. Esco anche io dalla sala insieme alle infermiere che come formiche scappano e mi immagino di vedere il papa comparire in corridoio. Vicino a me c'è una delle infermiere 《ma chi sta arrivando?》 chiedo 《il primario》 scalpita l'altra. Appena mi volto vedo Ric che cammina con il camice aperto svolazzante con sotto l'abito di stamattina, e dietro di lui altri tre medici. Sembra un video musicale, mi aspetto che si fermino e che comincino a cantare e ballare, invece vedo la paura nei volti delle infermiere e scorgo il viso di Ric indurito, le labbra tese, la mascella rigida e gli occhi ghiaccio ridotti a due fessure. I medici dietro di lui hanno la sua stessa espressione e immagino si sentano più potenti. Mi appoggio al muro ad osservarlo e quando mi vede il suo viso si rilassa, e una specie di sorriso gli compare sulle labbra 《principessa》 dice avvicinandosi 《dottore com'è espansivo》 sussurro sistemandogli la cravatta grigia. Le infermiere rimangono a bocca aperta perché hanno capito il rapporto che c'è tra noi e penso si stiano vergognando per le cose che mi hanno detto prima. Mi presento ai medici che sorridono stringendomi la mano. Un'infermiera, penso sia la più coraggiosa, si avvicina a me e domanda 《è il tuo fidanzato lui?》 sussurra, ma Ric la sente 《è l'amore della mia vita, ma non penso siano affari vostri. Pensate che i farmaci si diano da soli, o volete lavorare?》 mi volto e lo guardo con gli occhi sgranati 《Ric!》 dico sorpresa per il suo tono scorbutico 《cosa?》 chiede come se non capisse 《penso che essere più gentile non ti ucciderà》 non mi risponde ed entra nella camera di un paziente..

Passo la mattinata parlando con vari genitori cha hanno bambini ricoverati e in attesa di un intervento chirurgico, poi in pausa pranzo vado con alcune infermiere in caffetteria a mangiare.

《allora com'è il primario?》 esordisce una, quasi mi strozzo con il panino. Tossisco e rispondo《è una persona dolce》 non so cosa dire, mi sento a disagio. Vedo lo stupore generale per quelle mie parole, perché ho visto com'è Ric in ospedale e non immaginano che al di fuori si trasformi in un agnellino 《l'hai domato》 esclama un'altra 《bah veramente è lui che ha domato me》, vedo che sono in vena di parlare 《qui è uno stronzo che dà ordini a tutti》 vorrei difenderlo ma tutto ciò che mi esce è 《è il suo lavoro》 non ci credo neanche io a quello che dico. Capiscono la mia fragilità e mi incalzano《 non ci saluta neanche》, a quel punto non posso più fingere 《non è stronzo allora. È maleducato》, la caposala dice 《tutti i medici sono così, ma lui è il peggiore》. Cerco di cambiare discorso, ma fallisco miseramente visto che mi dicono 《sembra il capo del mondo e le parole "grazie" e "per piacere" non sa neanche cosa siano》 annuisco e dopo un'ora di insulti verso il mio uomo torno al lavoro. Accedo alla mail e trovo una mail di Ric "buongiorno dottoressa, come procede la sua giornata? Non mi piace molto il fatto che lei mi abbia ripreso di fronte ai miei sottoposti" immaginavo non ne fosse entusiasta, ma se lo meritava "buongiorno primario. La mia giornata procede bene, ho avuto un po' di colloqui e ora ne avrò altri. Lei, invece? Mi dispiace per averla ripresa, ma non mi piace la sua maleducazione ingiustificata. Se la può far sentire meglio, non lo rifarò mai più." La risposta è immediata "sono contento che tutto vada bene e che non dirà più quelle cose. Capisco che il mio modo di fare non le piaccia, ma si abituerà con il passare del tempo, spero. Posso sempre insegnarle come deve rispondermi quando saremo a casa, stasera. Sto lavorando a un articolo, ma non voglio annoiarla con dettagli tecnici che non sono nulla a confronto della sua bellezza" sorrido e digito velocemente sulla tastiera " non desidero altro se non farmi insegnare da lei come comportarmi in sua presenza, se volesse punirmi lo accetterei, ma non stasera visto che esco con una mia amica. Comunque i dettagli tecnici hanno la loro bellezza da non sottovalutare, la mia, d'altro canto, presto svanirà" . Mi rendo conto di essere esilarante, spero che non rompa perché ho intenzione di uscire, conoscendolo mi attaccherà una "pippa" finché deciderò di rimandare l'appuntamento pur di farlo stare zitto. " lei, per me, è l'unica cosa che abbia senso guardare, ammirare, amare e venerare, anche se, al momento, sono alquanto stupito per il suo impegno di cui non mi ha parlato. Mi chiedo come le sia sfuggito!" Ecco che ci siamo " non pensavo di doverla rendere partecipe di ogni mio movimento, anche perché so che ha un dispositivo che può rintracciarmi ovunque io sia. Penso anche che le sue parole lascino sottintendere che desidera qualcosa"

"A parte lei, null'altro desidero. Beh se esclude il fatto che non vorrei che uscisse". Oh santa pace, non parto mica per l'Afghanistan, vado solo a una cena con una mia amica che non vedo da giorni! Decido di non rispondere e continuare il giro di visite. Alle 18 torno in ufficio per spegnere il computer e togliermi il camice e sento la voce di Ric in corridoio 《 la dottoressa è in studio?》 la poveraccia che immagino si trovi lì per sbaglio e che credo preferisca trovarsi in una vasca piena di pescecani piuttosto che al cospetto di vossignoria risponde 《 sì penso di sì, gliela chiamo?》 e lui risponde 《è sola?》 la povera annaspa 《 non lo so dottore!》 lui comincia ad alzare il tono della voce 《 come non lo sa? È il suo lavoro. La pago anche per questo!》 vorrei intervenire, ma se lo rimproverassi di nuovo probabilmente mi ritroverei legata alla scrivania mentre mi punisce, e non che la cosa mi dispiaccia, ma vorrei mantenere un minimo di professionalità, almeno il primo giorno《scusi ma stavo dando i farmaci》. Povera mi fa quasi pena, lui invece inveisce 《non la scuso per niente》, la disgraziata cerca di raccapezzarsi 《gliela chiamo》 ma sento i suoi passi verso la mia porta e la sua voce ironica riecheggiare 《non si disturbi, faccio da solo》. Che razza di stronzo che è! Bussa alla mia porta e dico con tono professionale 《avanti》, compare con il suo abito e la valigetta in mano 《dottoressa》 dice chiudendo la porta 《cosa posso fare per lei?》 rispondo allontanando la poltrona dalla scrivania e accavallando le gambe. Si avvicina, viene dietro la scrivania, appoggia le mani sui poggioli della poltrona tirandomi a sé e baciandomi《 le sue labbra mi sono mancate》 《mmmm》 mugugno. 《queste gambe mi sono mancate》 dice mentre mi sfiora le cosce 《poi?》 chiedo eccitata 《il suo collo, il suo seno, i suoi occhi, il suo sedere e poi...》 e sento la sua mano avvicinarsi al mio sesso mentre continua a baciarmi il viso, il collo, vorrei spogliarmi e aprire le gambe, ma invece bofonchio 《interessante》, lui si stacca e dice 《interessante?》 e io《desidero averla dentro di me》. Un lampo nei suoi occhi e un sorriso malizioso mi fanno capire che ora è estremamente eccitato. Si china, mi toglie le scarpe e mi tira su il vestito fino alla vita, mi mette in piedi, cosa che mi riesce difficile, e mi fa sedere sul bordo della scrivania mettendosi in piedi tra le mie gambe. La luce del tramonto mi illumina il viso passando dall'enorme finestra alle sue spalle. Gli slaccio la cintura, tiro giù la zip e gli calo i pantaloni 《hai i boxer che ti ho regalato a Miami》 esclamo sorpresa 《per eccitarti di più piccola》 sussurra succhiando il lobo del mio orecchio 《la vedo grigia esserlo più di così》 lui sembra divertito 《ah si?》 la sua voce sensuale mi fa eccitare sempre di più 《vuoi sentire?》 chiedo spalancando le gambe e tirando ancora più su il vestito. Lo fisso e allunga una mano sopra il mio perizoma cominciando ad accarezzarmi, per poi mettermi un dito sotto il pizzo e sfiorarmi le grandi labbra 《hai ragione piccola》 dice infilando tutto il dito e facendomi aggrappare ai suoi bicipiti sodi. Mi bacia dolcemente estraendo il suo dito, mentre io gli calo i boxer 《vedo che anche tu non scherzi》 dico ammirando il suo pene. Sorride, si infila un preservativo, mi afferra il sedere per mettermi più sul bordo e mi penetra senza troppi complimenti. Fare sesso in ufficio il primo giorno di lavoro, è l'ultima delle cose che avrei mai pensato, ma in questo momento non posso fare a meno di essere grata al meraviglioso uomo che è dentro di me per darmi tanto piacere. Mi tocca i capelli, il collo, mi bacia e intanto si spinge per stare tutto dentro di me, per poi uscire e farmelo desiderare ancora di più 《non andare via, stai dentro di me》 dico ansimando e attirandolo a me. Si muove veloce e poi lento, poi ancora veloce fino a farmi raggiungere il piacere mentre le mie unghie si stringono alle sue natiche.

Torniamo a casa mia ed esco subito per andare a casa di Nico a cena, visto che il suo fidanzato è al lavoro in uno dei club che possiede.

Mentre ceniamo Nico chiede 《come va con Ric?》, mastico, faccio un sorso di birra e rispondo《bene, ottimamente direi. Tu con Teo?》 voglio cercare di spostare l'argomento su di lei, non mi piace molto parlare della mia relazione perché di solito mi assalgono dubbi amletici 《benissimo. Siamo innamorati come sempre e abbiamo già deciso le vacanze per quest'estate》 come sempre la sua organizzazione mi sorprende 《e in quale paese esotico andrete?》 vedo che saltella sulla sedia dalla gioia 《Tailandia!!!voi avete già deciso?》 esclama. È già tanto che sappia il cognome di Ric, figuriamoci se so anche dove andremo quest'estate 《grandiiiii! Sai che con gli uomini non faccio progetti a lungo termine!》 cerco di farle capire che per me "lungo termine" è organizzare una cena per la settimana dopo 《ma Ric è diverso》 mi sgrida lei. Lo so che è diverso ma non so ancora se nel bene o nel male. Crede sempre che qualunque cosa possa essere risolta e che tutto andrà bene. Non sono così, non sono positiva, di solito mi aspetto che qualcosa vada male e come si suol dire "a pensar male prima o poi ci si azzecca", pensando così non sarei stata male se fosse accaduto qualcosa. O almeno credo...

Tornata a casa trovo Ric sul divano a guardare la TV abbracciato ai cani《 ciao piccola! Divertita?》 chiede senza distogliere lo sguardo dalla TV. Scalcio le scarpe che mi stanno uccidendo, tolgo giacca e borsa e vado ad accoccolarmi su di lui 《sì,grazie, voi?》 chiedo baciandolo 《noi eravamo tristi senza di te! Di cosa avete parlato?》 gli accarezzo il petto stretto sotto la t-shirt di Harvard e spiego 《vacanze estive. Ha prenotato con Teo》 lui mi bacia la fronte e dice 《e noi che vogliamo fare?》 mi scosto fissandolo 《noi? Pensi a quest'estate?》 lo so che lo farà soffrire questo mio tono ma devo sapere 《io penso a noi tra dieci anni, quest'estate è come se fosse domani》. Mi bacia, mi riaccoccolo addosso e prosegue 《tu non ci pensi?》 oh no! Sono nei guai fino al collo, mi sembra di essere sulle sabbie mobili 《si certo》 esclamo ma sembro piuttosto insicura 《però?》 mi becca sempre, è brutto che qualcuno mi conosca così bene 《però è un'altra delle mie cose da pezzo di ghiaccio》 penso che così mi lasci in pace, ma le mie speranze presto vanno a farsi benedire, perché non ha nessuna intenzione di demordere 《quindi non pensi che staremo ancora insieme quest'estate?》 è arrabbiato e lo capisco, ma non so che fare 《lo spero Ric》 . Si alza dal divano mollandomi da sola, mi siedo e lo guardo che cammina avanti e indietro 《ma non lo credi》, ma che diavolo di conversazione è questa? 《come posso? Non ho mica la sfera di cristallo!》 sbotto 《si ma dovresti crederci, dovresti volerlo!》 urla lui turbato 《credimi lo voglio davvero!》 mi avvicino a lui e gli sfioro una guancia, non risponde così insisto 《sei arrabbiato?》 lui scuote la testa mentendo e non guardandomi 《ric parlami》 chiedo prendendogli la mano 《mi fanno riflettere queste cose. Non voglio essere da solo in questa storia!》 i suoi occhi azzurri mi osservano in cerca di un segno, ma ho la mente vuota, sento l'eco delle sue parole e non so cosa rispondere, ma faccio un respiro e cerco di sciogliermi la lingua che come sempre è incollata 《non sei solo! Sono qui! In tutto e per tutto Ric. ..》 sto urlando ma oramai non posso più fermarmi《 pensavo fosse impossibile dormire con qualcuno eppure ho dormito con te la prima volta che siamo usciti! Pensavo fosse difficile vederti quasi tutti i giorni eppure non posso immaginare di non vederti per un giorno. Vado a piccoli passi, invece tu corri. Corri sempre, vai a mille all'ora. Come faccio a raggiungerti se non rallenti? Aspettami!》 lo vedo sciogliersi sentendo le mie parole. Mi abbraccia forte, appoggio la testa sul suo cuore che batte forte e dice 《piccola non me ne ero reso conto. Ti aspetto, a piccoli passi!ok?》 annuisco e andiamo a letto. Sotto le coperte mi abbraccia e comincia a baciarmi e ad accarezzarmi tutta 《ric》 sospiro perché sono distrutta 《quando dici il mio nome così, mi ecciti. Non mi vuoi piccola?》 è esasperante 《ho sempre voglia di te》 dico anche se in realtà ora vorrei essere da sola nel letto così da dormire almeno una notte per 8 ore filate, ma non posso rifiutarlo perché comincerebbe un'altra conversazione sul fatto che sono di ghiaccio, che c'è solo lui in questa storia, che non penso a noi, e altre rotture del genere che pensavo facessero parte solo del mondo femminile. Avevo ragione a pensare che sono io l'uomo della coppia. Decido di girarmi e cominciare a baciarlo con passione. Mi metto sopra di lui e comincio a baciarlo sul collo, sul petto, fino all'ombelico, ma mi prende per il braccio ansimando 《aspetta》 mi tiro su e lo guardo negli occhi eccitati 《cosa?》 mi bacia teneramente e sussurra 《voglio fare l'amore con te》. Facciamo l'amore, come quando eravamo sulla spiaggia a Miami: è tenero, dolce, infinito, bellissimo.

Il giorno dopo vado in studio e per pranzo decido di andare da Ric in ospedale. Chiaramente facciamo sesso, questa volta nella sua cucina privata, ma quando finiamo vedo che il preservativo si è rotto 《cazzo》 esclamo mentre mi ricompongo velocemente 《ti amo piccola》 risponde lui come se fosse la cosa giusta da dire in quel momento critico 《e quindi? Devo prendere la pillola del giorno dopo. Fammi la ricetta》 dico bevendo un bicchiere d'acqua che vorrei spaccargli sulla testa 《perché?》 che cazzo significa "perché"? Ma che diavolo di domanda è? Mi sembra fuori dal mondo...secondo me non si è reso conto di quello che è appena successo. 《come perché? Potrei essere incinta》provo a spiegarglielo respirando lentamente per evitare di lanciargli davvero il bicchiere che ho in mano. Spero non abbia capito la situazione, altrimenti mi verrebbero i brividi se...《e quindi?》 oddio allora aveva capito perfettamente la situazione. E quindi? E quindi cosa? Non sta succedendo veramente, non ci credo 《vuoi un figlio? Davvero Ric? Sei serio?》 ora devo capire 《da te voglio tutto》 ora due bicchieri sulla sua testa 《ric》 sospiro quando sento le forze defluire《Ric cosa? Non penso sarebbe una tragedia se arrivasse!》 è serio e anche arrabbiato. Vorrei lanciarmi dalla finestra pur di fuggire da questa tortura 《sta sicuro che non arriverà!》 ribadisco seria anche io 《ti fa proprio schifo l'idea di avere un figlio con me?》sbotta a voce alta. Poso delicatamente il bicchiere nel lavandino per evitare davvero di scagliarglielo contro, mi passo le mani tra i capelli per cercare di rilassarmi, invano e dico 《Ric ma che stai dicendo? Sei serio? Ma ti ascolti quando parli?》 lui urla ancora più forte che sono certa di qui a cinque minuti arriverà la polizia 《sei tu che non ti ascolti! Ti sembra tanto folle l'idea di avere un figlio con me? Sei incredibile, pensi solo a te stessa》 gli tiro uno schiaffo in piena faccia, davvero forte e scappo da quella cucina che improvvisamente è diventata troppo piccola.

Ovviamente mi raggiunge, strattonandomi per un braccio e chiudendomi dentro il suo studio. Sento le lacrime agli occhi, ma faccio un respiro e cerco di ricacciarle indietro 《non puoi sempre scappare! Parla cazzo》 urla ancora, chiudo gli occhi perché le urla mi irritano davvero tanto e sussurro《 mi hai dato dell'egoista perché non voglio un figlio! Pensi davvero che non ti stia dando niente?di nuovo Ric? Torniamo alla discussione di New York e di ieri? pensavo l'avessimo superata》 è furente, vedo la rabbia saettare sul suo volto e infine elabora i suoi pensieri《non penso che tu non mi dia niente, penso che tu non prenda in considerazione ciò che io voglio! Te ne freghi, pensi solo a ciò che vuoi o non vuoi tu. Non sono incazzato perché non vuoi un figlio, ma lo sono perché sei così sconvolta all'idea》 ha la voce più calma di prima, ma io non lo sono per niente 《non capisco come tu non possa esserne sconvolto. Non voglio un figlio adesso né da te né da nessun altro》 penso di essere stata chiara, e invece mi stupisce come sempre comprendendo due parole su tutto il discorso. Va a compartimenti stagni la sua mente 《non me ne frega un cazzo degli altri, ciò che mi importa è che tu non voglia un figlio da me!》 sto facendo la meditazione dentro di me per evitare di scappare di nuovo 《ho detto ADESSO,non lo voglio ADESSO!》 ora sono io che urlo 《è lo stesso》 oh mio dio questa conversazione va di male in peggio 《voglio stare con te, voglio solo te, voglio noi, mi basta questo. A te no?》 magari girando la frittata capisce, magari con la tenerezza qualcosa gli entra dentro 《si, ma》 gli metto un dito sulle labbra 《niente "ma" Ric.ti prego》 scuote la testa e parla a suo rischio e pericolo《voglio sapere se prima o poi vorrai qualcosa di più o no》. E se sbattessi la testa contro il muro? Potrei evadere da questa discussione inutile? Probabilmente no, se svenissi me lo ritroverei accanto al mio risveglio che mi perseguita con queste domande 《ma certo che le vorrò》 non sembra convinto, ma non ho più tempo. Me ne vado e non mi insegue, questo mi risolleva il morale, non ho più voglia di parlare di futuro e di cose che potrebbero o non potrebbero succedere, ma chi pensa che io sia "nostradamus"?

Vado da Sofia e le chiedo la ricetta per la pillola del giorno dopo, e per iniziare la pillola anticoncezionale. Appena uscita dallo studio passo in farmacia a comprare gli ingredienti per una serata emozionante e torno a casa; prendo la pillola del giorno dopo, mi faccio un bagno per scaricare la tensione e mangio qualcosa davanti alle mie solite puntate. Alle 22 non mi ha ancora scritto così decido di mandargli un messaggio "non vieni da me?". A mezzanotte mi risponde "no. Ceno fuori". Questo l'avevo capito visto che è tardi, ma non rispondo e decido di andare a letto esausta.

La mattina vado al mio studio ed entro da Lisa, come sempre, buttandomi sulla poltrona 《che c'è Sister?》 chiede capendo già che ho qualcosa che mi frulla nella testa. Mi passo le mani tra i capelli, solito segno di frustrazione, e appoggio la testa sulla scrivania 《mi fa impazzire!》, mi guarda come se non capisse 《chi ti fa impazzire?》 la guardo come se dovesse leggermi nel pensiero 《chi secondo te? Ric. Chi altro?》 . Si appoggia allo schienale 《cos'altro ha combinato questa volta?》 dice 《vuole un figlio da me》 rispondo gesticolando come una pazza 《oh buon dio...che poi!Ma cos'hanno tutti questi uomini che fanno richieste assurde? Hanno preso una botta in testa tutti quanti?》 mi appoggio anche io allo schienale e sprofondo un po di più nella poltrona morbida che riesce a contenermi e rilassarmi《grazie a dio qualcuno che mi capisce! Ieri ci si è rotto il preservativo e lui non voleva che prendessi la pillola e si è incazzato da morire, neanche l'avessi insultato! Gli ho anche tirato uno schiaffo ad un certo punto》 spalanca la bocca dalla sorpresa, visto che di solito non mi arrabbio mai, beh prima di lui, ma ha cambiato anche questa parte di me 《tu l'hai presa vero? uno schiaffo? non ci credo, non c'è un video che lo testimonia? Avrei tanto voluto vedere la scena》 scoppia a ridere e io vorrei piangere invece 《 certo che l'ho presa, ma solo perché Sofi me l'ha prescritta. Guarda non ho pensato a fare un video ma ti assicuro che la prossima volta ci penserò》 le spiego tutto ciò che ci siamo detti e lei sbotta 《ma questo è deficiente!》 facendomi ridere e rispondere 《stiamo insieme da due mesi per l'amore del cielo e lui non capisce!》 è indiavolata Lisa perché si alza sbattendo i pugni sulla scrivania e inveisce contro di lui 《non sa stare al mondo Sister, ma stai tranquilla che tornerà da te strisciando e tu potrai decidere se schiacciarlo o dargli una mano a rialzarsi!》 scuoto la testa sconsolata 《sono scoglionata Sister. Ogni giorno è come se fosse una corsa e lui va a mille all'ora mentre io lo seguo in bici》 lei ride e chiude la conversazione 《va troppo veloce. Non conosce vie di mezzo. Ah gli uomini, maledetti bastardi!》

Mi concentro sui pazienti della mattinata e del pomeriggio, senza pensare ai miei problemi. A pranzo vado con le colleghe in un bar vicino, e alle 15 facciamo pausa caffè in cucina e ci organizziamo per la serata di venerdì che ci vedrà protagoniste nel film" ragazze scatenate a Milano contro gli uomini".

Quando torno in studio vedo che ho dieci chiamate senza risposta sul cellulare, chiaramente tutte sue.

C'è anche una serie di whatsapp suoi e l'ultimo recita "piccola rispondimi. Non posso vivere senza di te" decido di estrarre una perla di saggezza e rispondergli "bravo!ammazzati". Sono cattiva ma spero capisca il mio umorismo, dubito visto che in quanto a simpatia rasenta lo zero più assoluto. Non ho voglia di chiamarlo, non potrei sopportare un'altra discussione come quella di ieri, vedo, però che mi risponde al messaggio inviandomi una risata e un "rispondi. Ti chiamo, poi andrò ad ammazzarmi!", sorrido ma non faccio neanche in tempo a rispondere al messaggio che più che una domanda era un ordine che sento "Feels like Home" che comincia a suonare

《pronto》 dico con voce poco simpatica, ma sorrido ancora per l'ultimo suo messaggio

《perché non hai risposto?》 è sul piede di guerra, evidentemente era l'altro Ric che mi scriveva

《perché lavoravo, forse?e poi ti ho appena risposto! Ti hanno dato una botta in testa?》 cosa crede che sia qui a piangere per lui tutto il tempo? Non gli darò la soddisfazione che sto da schifo da ieri e poi dovrebbe farsi visitare per questo problema di memoria. Forse pensa che di secondo nome faccia Penelope, ma si sbaglia e glielo dimostrerò finché campo.

《no intendo al messaggio di ieri sera!》 risponde come se fossi una sciocca a non capire

《cosa avrei dovuto rispondere? "Buona cena e buon divertimento"?》 la sua idiozia raggiunge livelli imbarazzanti, mi viene quasi da ridere. Non risponde ovviamente perché sa che ho ragione quindi insisto《eri arrabbiato ed è per quello che non sei venuto a casa, e quel che è peggio è che mi hai fatto prendere la pillola da sola, e non mi hai neanche chiesto nulla!》 ora ti affondo razza di bambino egocentrico che non sei altro!

《ero incazzato! Ero furioso e ho reagito male!》 dice come se fosse normale la sua reazione e non esagerata come è in realtà

《come posso pensare di avere un figlio con te, se alla prima difficoltà sparisci?》 questa è cattiva da parte mia, lo so, lo ammetto

《non riesci neanche per un secondo a tenere per te le tue stronzate, vero? Tu non volevi un figlio quindi non dire che non lo vuoi perché mi sono comportato così.》 ho stuzzicato il leone nella gabbia, ho sbagliato, ma ora non posso ammetterlo, altrimenti avrebbe ragione. Devo cambiare discorso il prima possibile. "Pensa fede, pensa"

《ti avevo detto "piccoli passi" ricordi? E tu avevi detto che ti andava bene, e dopo che fai? Mi proponi di avere un figlio, questo per te è un piccolo passo? Io non posso lottare ogni giorno con te per qualcosa e sentirmi rinfacciare sempre che non ti dò abbastanza. Pensi che sia bello per me essere sempre la guastafeste della situazione e stroncare tutte le tue proposte, per quanto possano essere assurde? Dio santo sono venuta anche a lavorare per te, anche questo non è niente per te?》 mi piace questa risposta, sono fiera di me

《ho capito dei "piccoli passi" e mi dispiace di aver reagito così. Non voglio farti sentire una stronza che uccide i miei sogni, ma non voglio neanche che le tue reazioni siano di assoluta sorpresa e che tu reputi tutto inaccettabile. Io ti voglio tutta, voglio tutto da te. Lo so ciò che hai fatto da quando stiamo insieme, credimi lo apprezzo, ma voglio di più, sempre. Cercherò di limitare le mie richieste》 mi sembra ragionevole

《e io cercherò di essere di più ampie vedute e di evitare di sbalordirmi o scappare ad ogni tua richiesta. Ho combattuto con me stessa ogni giorno durante la nostra storia, ti ho lasciato decidere sempre tutto, ma più di così ora non posso!》 le lacrime scorrono sulle mie guance, ma ringrazio il cielo che lui non possa vederle

《io ti voglio tutta per me, non voglio che altri possano averti!》 dice come se fossi di sua proprietà! Cosa vuole, marchiarmi a fuoco? Ecco perché voleva ingravidarmi, cosicché io potessi essere sua, legata a lui per sempre. Davvero infantile. Insopportabile.

《Ric tu non ascolti! Come puoi non capire? Io sono tua, non serve un figlio, non voglio altri, ma voglio andarci piano. Me l'avevi promesso!》 sto urlando, e non mi riconosco. Sono stanca, davvero tanto

《scusami piccola! Ho capito. Perdonami ti prego. Posso portarti fuori a cena stasera? Ti prego dimmi di si》 ha capito. Il mio respiro di sollievo penso lo senta anche attraverso il telefono

《no non posso stasera. Ho altro da fare. Sai devo vedere il mio amante!》 cerco di farlo ridere

《cosa devi fare?chi devi vedere?》è agitato, le mie battute non aiutano e mi maledirei per essermi fatta scappare la frase sull' "amante".

《cose da donne Ric!》 mi accascio sulla poltrona tenendomi il viso tra le mani. Penso sarebbe stato meno faticoso fare il triathlon.

《ok non chiedo altro. Sto migliorando. Perdonami ancora per non essere stato con te mentre prendevi la pillola. Sei stata male?》 è preoccupato ora. Devo tirargli la mazzata finale

《un po' di nausea》 sto mentendo, sono stata benissimo 《comunque ora inizio la pillola anticoncezionale. Ci sentiamo domani!baci》 e attacco senza sentire la risposta.

Mi sento in colpa per avergli mentito, perché in realtà non ho nulla da fare, ma non ho voglia di vederlo, sono ancora scombussolata per queste conversazioni, voglio farlo stare ancora un po' nel suo brodo e tenerlo sulle spine. Decido di proporre alle amiche "serata abruttimento" a casa mia che consiste nel mangiare le schifezze più caloriche che esistano sulla faccia della terra, unite a un film strappalacrime di quelli in cui alla fine vorresti aprire il gas e lasciarti morire, più seduta di bellezza con maschere facciali, creme, smalti, per farci sentire più belle e meno in colpa dopo aver ingurgitato chili di cibo spazzatura e per coronare il tutto pettegolezzi vari ed eventuali, che di solito riguardano uomini, sesso, e altro. Lo so che non è il caso di farla proprio stasera visto che già sono sotto un treno e potrei solo peggiorare, ma amo il rischio quindi invio il messaggio nella nostra chat di gruppo e ricevo subito assensi da parte loro.

Quando esco dallo studio passo dal supermercato a fare la scorta di tutto ciò di cui avremo bisogno, arrivo a casa, mi infilo leggins, maglietta, felpa larga, calze con dei gufi che sorridono, e la sensazione nel cuore di stare bene e di poter affrontare tutto con brio. Mi butto sul divano aspettando le amiche che non tardano ad arrivare portando birre e vino che serviranno solo ad ucciderci più velocemente.

Cominciamo a mangiare spaghetti di soya con verdure, patatine fritte, involtini primavera, gamberi fritti, il tutto innaffiato da litri di vino bianco. Finita la cena, mi lego i capelli, ci mettiamo a vicenda le maschere facciali verdi e tiro fuori gli smalti di tutti i colori che ho comprato. Prendo anche i dolci, giusto per tirarci la mazzata finale: bon bon al cioccolato ripieni di panna, torta millefoglie alla crema pasticciera, biscotti, gelato al caramello, alla stracciatella e al caffè e ci buttiamo sul divano facendo partire "colpa delle stelle": un film romantico che ha lo scopo di ucciderti e farti a pezzi. Al termine del film Priscilla esordisce con 《ho conosciuto uno che mi tromba che è un piacere!》 noi per poco non ci strozziamo con la birra e la esortiamo a continuare 《 avete presente quel sesso, quello forte che ti fa fare versi animaleschi? Versi tipo "ah,eh,ih,uh", roba da babbuini in calore nella giungla》 scoppiamo a ridere e lei prosegue 《alla fine mi dice "vorrei che il mio cazzo sia l'unico a farti venire così forte"》 facendo l'imitazione della voce del tizio. Nicoletta è a bocca aperta, Lisa piegata in due dal ridere e io dico《 sembra un film porno, o uno dei miei libri. Beh ottimo che sia bravo! Ti piace anche?》 lei annuisce mentre comincia a mettermi lo smalto rosso fuoco sulle mani 《quella frase mi ha fatto godere ancora di più! Comunque sì mi piace, ma nulla di più! Ho bisogno di sfogarmi un po', sai tutta la tensione accumulata con l'altro...》 noi annuiamo e ci rimettiamo a farci belle per dimenticare i dieci chili che si stanno già accumulando sui fianchi. Il citofono suona e dico 《sarà la pizza》,facendo cenno a Nico di aprire che si alza e si dirige alla porta, per poi deviare verso il frigo e prendere altre birre. Mi alzo e vado ad aprire la porta tenendo le dita delle mani ben aperte per evitare che lo smalto si rovini, ma quando la apro mi trovo davanti Ric che come sempre è bellissimo, elegantissimo e in un istante mi sento orrenda, minuscola al suo cospetto, una totale schifezza. Cercando di mascherare la vergogna, cosa un po' impossibile visto la maschera verde purificante che non mi fa muovere la bocca, dico 《che ci fai qui?》 lui mi guarda sorridendo 《volevo salutarti piccola》, cerco di fare la distaccata e rispondo《 te l'ho detto che ero impegnata》. Entra in casa, senza che lo inviti, e guarda le mie amiche verdi, che si abbuffano di dolci e birra e ridono 《era questo che dovevi fare?》 mi sembra quasi arrabbiato. Cosa pensava dovessi fare? Andare a ritirare il premio Nobel? E poi perché mi deve far sentire in colpa se faccio una serata con le mie amiche, dopo come si è comportato ieri? Chi si crede di essere? Ok è un figo, sempre perfetto e io sono la regina delle imperfezioni, ma perché non perde occasione di farmi sentire così? Non voglio litigare ancora così sussurro 《si era questo. È la serata abruttimento》 non so perché gliel'ho anche spiegato, ma voglio evitare di avere segreti. Abbasso lo sguardo per non farmi vedere in quello stato più del dovuto, ma lui mi mette un dito sotto il mento per farmi alzare il viso e dice 《sei bellissima anche così》 ha capito qual'è il mio problema, lo capisce sempre 《no non è vero faccio schifo》 borbotto io, lui scuote la testa e dice 《carini i gufi》 guardando le calze. Lo fisso negli occhi e dico come a spiegare il perché 《era la serata relax》, ma sembra ferito perché mi risponde 《perché non sei mai così con me?》 così colgo la palla al balzo e dico 《ma ti sei visto? Tu sei bello sempre, anche quando non dovresti, mentre io devo faticare e a volte ho bisogno di questo》 sembra non capire perché insiste 《piccola io voglio vederti in qualunque modo, e credimi quando ti dico che ce l'ho duro da quando ti ho visto aprire la porta. Se vuoi la prossima volta mi puoi mettere quella roba in faccia》 sorrido perché è così carino quando mi fa sentire meglio anche se vorrei scavarmi la fossa da sola 《davvero ti piaccio così? La prossima volta ti metterò "questa roba" sulla faccia!》 lui si avvicina e mi afferra il sedere 《vuoi sentire piccola?domani sera ti voglio vestita così, mi eccita il tuo culo in quei pantaloni stretti e la felpa così larga, per non parlare della coda》 lo allontano perché potrei buttarlo qui sul pavimento e saltagli addosso 《ci credo Ric, ci credo. Comunque ok a domani. Sappi che a me basta la tua voce per essere tutta un fuoco》 mi bacia sulle labbra e sussurra 《voglio scoparti ora》. Sto svenendo, oddio cosa non gli farei 《ok vattene ora se no potrei farmi prendere qui per terra davanti alle amiche che ci guardano》. Sorride, se ne va, chiudo la porta appoggiandomici sopra e sospirando per la mia resistenza che non pensavo di possedere, per poi dirigermi di nuovo sul divano.

《che c'è?》 chiede Lisa mentre io faccio un lungo sorso di birra

《ma l'avete visto?》 domando indicando la porta

《cazzo si. Io passerei le giornate nuda a guardarlo mentre mi prende ovunque》 dice Priscilla

《è esattamente quello che vorrei fare e a cui non voglio pensare》sospiro appoggiando la testa al divano sconsolata

《lo fate spesso?》 chiede Nico

《continuamente, ogni volta che ci vediamo, tranne oggi》 rispondo scuotendo la testa come fossi posseduta

Lisa interviene dicendo 《ci credo ieri voleva un figlio》 le altre mi fissano curiose così spiego l'accaduto. La pensano come me, beh a parte Nico che vorrebbe che Teo le chiedesse di fare un figlio, ma loro sono pronti, loro stanno bene e si conoscono.

Al termine della serata le amiche se ne vanno, un po' più tristi, ma con la pelle più luminosa. Rimasta sola, ancora scossa per il film, comincio a camminare avanti e indietro per la sala con il cellulare in mano; decido di scrivergli "dimmi che sei sveglio!" La sua risposta non tarda ad arrivare "dimmi che mi vuoi!", mi fa sorridere perché è esattamente ciò che sento "ti voglio. Sempre. Vieni da me" appena invio il messaggio metto in carica il cellulare e sento la porta aprirsi e lui comparire sull'uscio.

Dopo aver dato libero sfogo agli ormoni impazziti e strabordanti, lo abbraccio e faccio una di quelle cosa che ho sempre odiato fare, ovvero scoppiare a piangere senza motivo 《che c'è piccola?》 chiede asciugandomi le lacrime, tiro su col naso e rispondo tra i singhiozzi 《non voglio perderti, non posso stare senza di te》, mi abbraccia forte e mi bacia 《non c'è pericolo, non vado da nessuna parte》 sussurra al mio orecchio, io annuisco e continuo 《sai il film era molto triste》. Lo sento ridere sulla mia testa prima di dirmi 《povera la mia principessa che si commuove》 e mi addormento stretta a lui. Io e lui e tutto il mondo fuori.

A volte mi capita di pensare a tutte quelle volte in cui avevo fatto tutto da sola. Ero morta e risorta un migliaio di volte, mi ero messa e tirata fuori dai guai più assurdi, mi maledicevo e ringraziavo per questo. Lo facevo da tutta la vita e continuavo a farlo sempre, come fossi sola. Se per caso avessi mollato la presa per tendere la mano verso chi mi diceva di esserci, a parte le mie amiche che c'erano davvero sempre state, probabilmente sarei precipitata in un abisso senza fine. Io riuscivo a stare da sola, mi piaceva, non dico che riuscissi proprio a volare, ma a galleggiare sì, ma in questo momento sento che per lui potrei rischiare l'abisso, per lui rischierei di affogare. Se questo non è vero amore, che cosa lo è allora? Ma perché non riesco ancora a dirlo? Perché sono messa così male? Mi prenderei a calci nel sedere se potessi.

A volte sarebbe bello non doversi preoccupare per se stessi, avere qualcuno che ti dica "stai tranquilla, ci penso io a te", ora però ho trovato quella persona, anche se è il momento in cui ne ho meno bisogno o forse è grazie a lui che non ne ho bisogno, perché so che rimarrà con me e che mi aiuterà sempre.

La mattina seguente vado in ospedale, non ho ancora dei giorni fissi, diciamo che vado quando sono libera, due volte a settimana. Comincio a parlare con varie famiglie, non riesco a vedere Ric perché è in sala operatoria, e per pranzo vado allo studio per essere pronta per la terapia di coppia delle 14.

La coppia ha dei problemi matrimoniali, sono venuti in terapia perché lei voleva separarsi a causa delle vita frenetica del marito e dei suoi divertimenti extraconiugali. Durante le sedute lui parlava e lei taceva, arrabbiata e frustrata. Negli incontri singoli, invece, riusciva a lasciarsi andare, ma oggi mi rende fiera perché finalmente dice ciò che pensa mentre per la prima volta piange di fronte a lui. Lui la guarda singhiozzare e dice 《voglio che tu sappia che io ci sarò sempre per te》. Lo guarda come avesse detto la peggior cazzata del mondo, tira su col naso, si asciuga le lacrime e sbotta 《dire "ci sarò sempre" è come promettere a qualcuno che ci sarai anche quando sarà difficile esserci. Dire che ci sarai nonostante tutto quello che può capitare, tipo se dovrai uscire, se avrai un ritardo in treno, un guasto alla macchina, sarai bloccato dalla neve o dalla pioggia o qualunque altra cosa. Dire "ci sarò sempre" significa esserci nonostante le sofferenze, le avversità, le discordie, insomma vuol dire esserci davvero, sempre anche quando farà male. Allora pensi di esserci?》 rimango in silenzio ad ascoltare queste bellissime parole, contenta di quel progresso, mentre vedo lui che per la prima volta la guarda, vedendola davvero, e dice 《ci sarò. Nella buona e nella cattiva sorte, ricordi?》 lei sorride e lui le prende la mano tra la sua, baciandola.

Tornata a casa apro la cassetta della posta a forma di gallo che ho attaccato sul cancello e trovo una busta per me da parte della mia banca, quando la apro leggo che hanno rifiutato il bonifico per la rata mensile del mutuo. Mi trema la mano che regge la lettera, ho paura che ci sia qualcosa che non vada con il conto, e che possano portarmi via la casa. Lo so che esagero, ma questa casa è tutto per me, e se dovessi combattere per tenermela allora lo farò. Entro in casa e chiamo la banca; la gentile signorina che mi risponde, dopo che l'ho insultata perché non sapeva dirmi nulla, finalmente rinsavisce e mi informa che il mutuo è stato estinto. Il mio volto è pervaso da mille smorfie, sembro affetta da tic spastici, il cervello è vuoto e lo sento scivolare dal mio naso e schiantarsi al suolo. Cosa cazzo significa che il mio mutuo è stato estinto? E da chi? Chi è questo benefattore che mi ha pagato tutto il mutuo? Un fulmine mi colpisce in piena faccia: è lui, Ric, lo so, me lo sento, vuole controllare tutto e cosa c'è di meglio se non comprarmi la mia casa cosicché io sia riconoscente in eterno? Niente penso, non c'è nulla di più importante per me che questa casa e lui lo sa.

Quando mi telefona per informarmi che non tornerà a casa mia a dormire decido che è il momento giusto per affrontare il discorso anche perché così non dovrò vederlo e potrò essere più dura a distanza, siccome quando è di fronte a me non penso ad altro che a toccarlo e lui lo sa bene, tant'è vero che quando mi arrabbio mi distrae sempre con il sesso e io lo lascio fare

《mi devi dire qualcosa Ric?》 dico seria cogliendolo in fallo

《oh oh》mormora lui colpevole

《allora vuoi parlarmi di come hai conosciuto la mia banca?》 chiedo spronandolo a sputare il rospo

《ahhhhh quello! Si piccola ho pagato tutto il mutuo. Ho fatto qualcosa di male?》 quello? Vuol dire che c'è dell'altro che mi tiene nascosto? Va beh non è il momento giusto per indagare, non ho già più le forze. Mi accendo una sigaretta e penso al modo più elementare di spiegargli che non avrebbe dovuto《Ric》sospiro e lo sento ridacchiare, mi viene voglia di spezzargli le ginocchia per farlo smettere di ridere 《non puoi andare in giro a estinguere mutui senza dire nulla! È casa mia, avresti dovuto parlarmene》 cerco di mantenere la calma ma mi riesce impossibile. Lui sospira e dice《 non vado in giro a pagare mutui, pago solo il tuo! Comunque volevo organizzare una cena e dirtelo, ma la gentile signorina evidentemente non stava nella pelle di rovinarmi la sorpresa》 ecco ora è colpa dell'impiegata, che sarà stata sedotta dal suo fascino e non avrà capito nulla di ciò che le stava chiedendo, il problema, però, è che non sta capendo il punto, come sempre《 non è questo il problema! Avresti dovuto dirmelo prima di farlo, non dopo!Ric cazzo mi sembri davvero scemo a volte》 non riesco a non ridere《 piano con le parole piccola o te ne farò pentire》 lo interrompo mugugnando come un topo《ohhh che paura, mi tremano i baffi per la fifa 》lui sospira e riprende《 sono i miei soldi e faccio ciò che voglio! Appena ti vedo andrai incontro alla tua punizione, non mi sfuggi bella topolina 》 è davvero deficiente, non capisce 《Ric hai ragione sono i tuoi soldi, ma questa è casa mia! Per quanto riguarda le tue punizioni, parli tanto ma alla fine non concludi mai nulla》 la telefonata come sempre prende una strada che volevo evitare. Quando attacchiamo, senza aver risolto nulla, anche perché la sua risposta è stata "miei soldi, mia donna" da vero cavernicolo, tant'è che continuo a guardarmi il sedere per vedere se non è ancora stato marchiato, me ne vado a dormire esausta.

Quando mi sveglio la mattina, guardo il soffitto felice perché finalmente è venerdì. La giornata scorre via veloce, non sento Ric, e la sera esco con le amiche come programmato:cena fuori, giro di locali sui navigli e infine disco pub a scatenarci. Come sempre mentre sto ballando sento delle mani che mi afferrano i fianchi fasciati dentro un vestitino nero con la gonna a palloncino, e quando mi giro con il sorriso sulle labbra trovo Ric vestito con una camicia blu e jeans che mi fissa incazzato. Ora: perché dovrebbe mai essere arrabbiato? Non capisco come mai passi dall'amarmi, all'odiarmi nel giro di cinque minuti, ma sono certa lo scoprirò presto. 《ciaoooo》 urlo io alticcia, i suoi occhi sono furenti e più lo vedo così più mi viene voglia di infierire per fargli togliere quel palo in culo che si ritrova, e sì lo so che sono volgare, ma odio quando mi rovina le serate e sembra essere maestro indiscusso in quest'arte 《Ric o sorridi o te ne vai》 dico quando sento che la gioia se ne sta andando a causa sua. La mia frase lo fa diventare ancora più rigido, la bocca dura, la mascella tesa da morire. Vorrei tirargli un calcio pur di vederlo muoversi, ed ecco che mi prende per un braccio e mi trascina fuori dal locale. Sto gelando, fa freddo e sono sbracciata 《che cazzo ci fai qui, me lo vuoi spiegare?》 urla e vedo le persone che si voltano a guardarci, e lo sto odiando per questa scenata pubblica 《mi sto divertendo Ric, non sto facendo nulla di male!》 rispondo sbuffando, cosa che lo manda ancora di più su tutte le furie 《non parlarmi così! Non trattarmi con condiscendenza! Sei qui mezza nuda, dopo che sei sparita per tutto il giorno, a divertirti?hai perduto il cervello in tutto quel tuo agitarti in pista?》 urla come un pazzo e scoppio a ridere, forse per la tensione, o forse perché sono piena d'alcool, in entrambi i casi sono sulle nuvole e me ne frego delle sue parole , scuoto la testa da un lato e dall'altro e dico riferendomi al mio cervello 《no penso che sia ancora qua dentro》 rido e poi proseguo《Ric! Neanche tu mi hai chiamata. Non credi che questo tuo essere stalker sia un po' eccessivo? Non sto facendo nulla, sto ballando! Ribadisco ciò che ti ho detto prima: o sorridi o te ne vai!》 mi fissa come se fossi un mostro e penso che potrebbe tirare fuori una corda e un bavaglio, legarmi,imbavagliarmi e portarmi via 《 ti ho già detto di non parlarmi come se fossi un coglione! Ora vieni via con me!》 ma chi si crede di essere? Dopo che mi ha comprato la mia casa, senza dirmelo, ora dovrei semplicemente prendere e andare via, non ha capito con chi ha a che fare 《nessuno può dirmi cosa devo o non devo fare, presenti inclusi! Smettila di essere così incazzato!》 evidentemente non gli piace la mia risposta, perché mi prende in braccio come fossi una damigella in pericolo e mi porta in macchina 《Ric lasciami》 dico ridendo, con poca credibilità 《non ci penso nemmeno piccola! Sei mia e ora ti marchio a fuoco a furia di scopate》 sono piegata in due dalle risate 《prima potresti andare a prendermi borsa e cappotto?》 scuote la testa 《Ric ti prego》 scuote ancora la testa, apre il suv, mi fa sedere, mi chiude dentro e torna verso il locale. Sono eccitata per il suo modo burbero, e almeno così si tranquillizzerà. Torna dopo tipo 10 secondi, apre la portiera posteriore lancia dentro le mie cose, sale al posto di guida e parte sgommando 《sei eccitante》 sussurro con voce sensuale, 《piccola non attacca!》 sbotta senza guardarmi. Gli poso una mano sulla gamba, e lui la toglie, gliela rimetto e comincio a muoverla verso l'alto fino a sentire la sua erezione dura sotto i jeans 《vedo che l'idea di scoparmi ti eccita》 dico sorridendo. Finalmente sorride anche lui, così sbottono i jeans e glielo afferro tra le mani stringendolo e cominciando a muovere la mano, sento che geme, finché inchioda e vedo che siamo in un parcheggio 《Ric dove siamo?》 chiedo guardando fuori dal finestrino, non risponde, slaccia le nostre cinture, tira indietro il mio sedile e mi si mette sopra 《allora piccola, sei contenta di quello che hai fatto?》 chiede furbo e sexy, io annuisco. Mi solleva il vestito, e infila una mano sotto il perizoma strappandomelo con un colpo secco; sono senza parole, spalanco la bocca per la sorpresa, e sento le sue dita che cominciano la loro magia, facendomi chiudere gli occhi e piegare la testa all'indietro. Le muove velocemente, con forza, e poi all'improvviso sento la sua lingua sul mio sesso, le sue labbra che mi succhiano, i denti che mi mordono leggermente, la lingua che saetta veloce. Sto per morire, davvero, sono invasa da sensazioni meravigliose e mi scappa un 《ohhh Ric》 e lui si stacca 《mi piace quando dici il mio nome》 e mi penetra con la sua erezione vigorosa. Non capisco più nulla e lui mi sbatte con violenza, sempre più rude, in profondità, senza protezione, visto che tanto ora prendo la pillola 《è così bello sentirti finalmente》 ringhia mentre insiste con le spinte fino a farmi venire chiamando il suo nome. Quando arriviamo a casa la storia si ripete e facciamo sesso ovunque: sul bancone della cucina, sul tavolo in veranda, sul divano, sotto la doccia e nel letto prima di addormentarci abbracciati e felici. Non ho ancora capito il motivo della sfuriata, ma se questa è la punizione penso che trasgredirò più spesso, mi è passato l'effetto dell'alcol, ora mi chiedo solo se domani sarò in grado di alzarmi e camminare.

Come previsto, appena sveglia ho dolori ovunque: sento i muscoli delle gambe tesi, la schiena è bloccata, mi bruciano le parti basse, e trovo dei lividi sull'interno coscia di cui non conosco la provenienza. Cerco di sollevarmi dal letto, con scarsi risultati, così decido di urlare 《Ric!》, ma non risponde 《Ric》 ancora nulla, ci riprovo un'ultima volta 《Ric》, ma nessuno si palesa. Prendo il cellulare che fortunatamente è sul comodino e lo chiamo, e sento "feels like home" provenire dalla sala, non mi risponde apposta. Lo sento ridere, e poi finalmente sento i suoi passi e lo vedo comparire in stanza bello come sempre: neanche una nottata di sesso lo distrugge, mentre io mi sento un ectoplasma, ho le borse sotto gli occhi come una tartaruga e non riesco neanche ad alzarmi dal letto

《piccola non ti senti bene?》 dice ridendo con le braccia conserte mentre mi osserva sdraiata immobile a letto

《è divertente per te?》rispondo seccata perché il dolore aumenta sempre di più

《tu non sai quanto! Ieri ridevi e mi hai preso per il culo perché ero arrabbiato visto la tua bravata, e ora rido io piccola, vedo che la mia punizione ha funzionato!》 gli lancio il cuscino addosso e ride sempre di più dileguandosi in cucina. Mi alzo con molta fatica e imprecando come una scaricatrice di porto, vado in bagno, riempio un secchio d'acqua ghiacciata e mi apposto vicino alla porta della stanza 《amore! Ho capito, ho sbagliato, scusami tanto, ma potresti aiutarmi?》 urlo con voce sincera, sinceramente bugiarda, ma lui questo non lo sa. Sento i suoi passi avvicinarsi e come apre la porta gli rovescio il secchio addosso. Fa un respiro profondo, perché l'acqua è davvero ghiacciata e mi fulmina 《questa me la paghi!》 ringhia sfidandomi, mentre io rido e comincio a scappare rischiando di scivolare sull'acqua che sta allagando la mia stanza e corro in sala. Mi ha fatto bene quello scherzo, mi sento bene, voleva punirmi e c'era quasi riuscito, ma il mio caro Ric deve capire che io sono diversa dalle altre che ha conosciuto, io non mi faccio comandare né mettere i piedi in testa, a meno che non lo voglia. Comincia a rincorrermi completamente fradicio, io urlo e scappo dalle sue grinfie ma con un rapido balzo mi afferra per i fianchi mettendomi a pancia all'aria sulle spalle. È inutile che cerchi di dimenarmi, scalciare, urlare o ridere, mi tiene talmente forte che non posso scappare; rientra in camera, si dirige in bagno, con una mano apre la doccia e l'acqua e mi schiaffa dentro. Il gelo mi trapassa le ossa, sono senza fiato, vestita e completamente fradicia, ma sto ridendo perché mi piace quando siamo così normali, giovani, divertenti. Mi tiene ferma sotto la doccia 《ti piace piccola?》 mi sto congelando, ma non voglio ammetterlo così mugugno《mmmm sapessi quanto mi piace, più di te dentro di me》 spalanca gli occhi e le fossette vicino alle labbra mi avvertono che ha qualcosa in mente 《è sempre una battaglia con te vero? Farai mai ciò che voglio?》 scuoto la testa e mi impunto《mai. Mai. E poi mai. Neanche sotto tortura. Puoi punirmi, scoparmi fino a che non riesco ad alzarmi dal letto, ma non appena riuscirò ad alzarmi verrò a cercarti e ti darò la rivincita. Prendere o lasciare "piccolo"》 lui ride, mi tira fuori dalla doccia gelata con mio grande sollievo perché cominciavo a non sentirmi più varie parti del corpo e mi stringe in un forte abbraccio 《morirò giovane con te piccola!》 alzo il viso e sussurro ridendo 《supereremo anche questa》 prima di ritornare tra le sue braccia.

La sera, dopo aver passato una giornata nel letto con lui che mi massaggiava le mie povere membra stanche e doloranti, sono sul divano mentre lui è in veranda a lavorare e sto leggendo degli articoli di psicologia, finché una frase di Freud mi colpisce, illuminando la mia mente buia:"c'è una storia dietro ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel loro passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli". Partendo dal presupposto che ho sempre ritenuto Freud un emerito imbecille che attribuiva tutto al passato e ai traumi infantili, o ai problemi di libido con i genitori, questa frase sembra scritta appositamente per me, ma non per qualche vicissitudine accaduta quando ero piccola, ma per qualcosa che qualcuno mi ha fatto non molto tempo fa. Appoggio l'iPad sul tavolo della sala e vado verso Ric in veranda 《Ric》 sospiro come sempre, lui alza lo sguardo e si appoggia allo schienale della sedia sorridendomi, così continuo 《perché non mi hai più fatto domande dopo New York?intendo sul mio passato 》 si tocca il mento come se stesse pensando a cosa dire e risponde 《non volevo forzarti》. Anche in questo caso si rivela un uomo straordinario, altri avrebbero insistito, mi avrebbero pungolato con il ferro caldo pur di sapere, mossi dalla gelosia e dalla brama del possesso, ma lui no, lui è diverso. Vorrei insultarmi da sola, e lo faccio spesso, quando mi lamento di lui perché vuole di più, perché mi spinge anche se non sono pronta: tutte queste cose mi fanno capire che mi ama davvero e che sono io quella sbagliata. Ho sempre giudicato le mie amiche perché si lamentavano dei loro uomini, non capendo quanto fossero fortunate ad averne uno al loro fianco che le amasse, e ora che faccio?mi comporto allo stesso modo. È vero quello che si dice "più uno ha più vorrebbe", l'essere umano non riesce ad accontentarsi, e l'ho rinfacciato più volte a Ric, ma mai a me stessa, mentre ora lo sto facendo, perché mi sto rendendo conto di quanto mi sono lamentata di lui e dei suoi modi, invece di gioire perché al mio fianco avevo qualcuno che vedesse e amasse solo me. Sono pronta:ora o mai più.

《ti racconto una storia...》 dico guardandolo e lui annuisce《 a 16 anni ho conosciuto Andrea, ed è stato il mio primo tutto: lo amavo da morire, ma lui non amava me, non mi ha mai amata, voleva il mio corpo, si trovava bene con me, ma non mi amava. Per dieci anni mi sono raccontata la storia che prima o poi si sarebbe reso conto di me e mi avrebbe amata, o che prima o poi sarebbe cambiato e avrebbe voluto solo me, ma poi si cresce e non si può più far finta di niente. Ne aveva altre e poi quando ero fidanzata tornava da me e tradivo tutti per lui, perché io amavo lui. Finalmente il cervello ha cominciato a funzionarmi e gli chiesi se mi avesse mai amato o avrebbe almeno potuto, ma mi confessò che avrebbe voluto amarmi.Imiei peggiori incubi erano diventati realtà, non ci sarebbe mai stato un noi, mai, dovevo lasciarlo andare, o meglio dovevo lasciare andare me stessa.》 per un attimo questi ricordi mi fanno battere forte il cuore e gli occhi si riempiono di lacrime che con un respiro profondo riesco a ricacciare dentro e proseguire nella mia storia. I suoi occhi sono fissi su di me, sussurra 《piccola》 e vorrebbe parlare, ma alzo una mano per fermarlo, perché devo continuare, altrimenti non riuscirò mai a farlo. Non so se quando avrò finito rimarrà ancora qui o se ne andrà via, ma devo rischiare《 gli dedicai "i will always love you" e me ne andai via. Ero distrutta, stavo male all'idea che non l'avrei più rivisto, ma mi ero tolta un peso, finalmente avrei potuto avere una storia normale con qualcuno che mi amasse. Evidentemente non ero una persona fortunata perché conobbi un tale Francesco poco tempo dopo. All'inizio era carino, simpatico, mi divertivo, ma dopo poco è diventato ossessivo, stronzo, mi insultava per tutto, litigavamo sempre, non voleva che vedessi le mie amiche che lo odiavano ovviamente. Non lo amavo, non ne ero capace, visto che avevo appena detto addio all'amore della mia vita, perciò mi facevo trasportare dalla corrente con lui, senza dire nulla, senza lamentarmi, volevo qualcuno, indipendentemente da chi fosse, avevo bisogno di una persona che mi facesse sentire amata, per la prima volta. Non sapevo però che l'amore non era quello che mi dava lui, tant'è che non riuscivo neanche a farci nulla di sessuale visto che ogni volta mi ripeteva una cazzo di frase disgustosa del tipo "ti scoperò continuamente pur di cancellare il ricordo degli altri" cosa che mi ha fatto passare ogni istinto possibile e immaginabile. Non tutti i mali vengono per nuocere, però e, infatti, un giorno andai a casa sua e lo beccai a letto con un'altra. Quel giorno è stata una liberazione, l'ho mandato a fanculo e sono tornata alla mia vita, ma lui non lo accettava, così ha cominciato a mitragliarmi di chiamate, insulti, mi pedinava, ma più di tanto non mi importava, quindi l'ho lasciato fare. Finché una sera ero a ballare e quando sono uscita l'ho visto appoggiato alla mia macchina ubriaco. Cercai di spostarlo, ma era grosso e incazzato e non riuscii a muoverlo neanche di un millimetro cosa che, invece, fece benissimo lui quando mi sbatté contro il finestrino e cominciò a cercare di baciarmi, mettermi le sue sudicie mani ovunque. Urlavo, lo spintonavo, ma nulla, non voleva lasciarmi, continuava a ripetere quell'orrenda frase del sesso, finché mi ha messo una mano davanti alla bocca, e non c'ho visto più. Prima stavo piangendo, volevo lasciarmi andare, fargli fare tutto ciò che voleva così almeno sarebbe finito, ma quando la sua mano era sulla mia bocca sono impazzita. Letteralmente. Gliel'ho morsa e poi gli ho tirato una ginocchiata sui coglioni, e si è allontanato insultandomi. Mi aveva sempre ripetuto che ero io quella sbagliata perché era incapace di provare sentimenti, così quella sera mentre si contorceva per terra gli urlai "ora capisci perché nessuno potrebbe mai amarti bastardo?!" E me ne andai. A parte le mie amiche nessuno conosce questa storia, mi vergognavo troppo a raccontarla, perché sono stata una cretina a fidarmi di lui e a non fare nulla quando mi stava addosso dopo che me ne ero andata. Cambiai macchina, lavoro e poi comprai questa casa e i miei cani. Questo è successo circa tre anni fa, dopo di lui, che grazie a dio non ho più visto, ho frequentato altri, ma non seriamente, ci andavo a letto e poi scappavo, non dormivo con nessuno per non affezionarmici. Era solo sesso, niente di più, anche perché non erano di certo le migliori persone del mondo. Volevo punirmi o non so cosa e non mi davo la possibilità di mettermi in gioco, di amare, e di farmi amare. Poi ho incontrato te, e beh, tutto è cambiato. Per la prima volta in tutta la mia vita mi sento amata, desiderata, al sicuro. Non ho mai provato niente del genere per nessuno e pensavo di non esserne capace, ma invece lo sono, solo per te》 si alza dalla sedia e mi abbraccia 《ti amo principessa》 mi bacia e poi continua 《allora dimmi dove posso trovare questo uomo di merda così vediamo come farà a vivere senza gambe》 rido, gli accarezzo il volto e lo bacio teneramente 《non ce n'è bisogno, l'ho sistemato io 》 gli ricordo e lui esclama 《ricordami di non farti mai incazzare piccola》 vado verso il frigo per prendermi una bottiglia di birra e dico 《tu mi fai già incazzare, quotidianamente, ma tengo troppo ai tuoi gioielli per farteli diventare carne trita, anche perché se no dopo come farei?》 lo sento ridere e venire verso di me《sempre romantica piccola》 《quello rimane una costante "piccolo"》.

Quando andiamo a letto, mi tiene stretta a sé come per non farmi scappare, ma non sa che non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui con lui, sento il suo cuore battere e il suo profumo sulla mia pelle. Penso che le donne come me non cerchino qualcuno che faccia loro dimenticare il passato, ma qualcuno a cui raccontarlo con le lacrime agli occhi. Qualcuno che sappia restare dopo aver ascoltato tutto. Io sono una di quelle, ma sono la più fortunata perché lui è qui, vicino a me, non è andato da nessuna parte.

Le settimana lavorativa inizia nuovamente, ma mi sento più leggera e quando confesso a Lisa e alle altre di aver raccontato tutto a Ric sono contente, e non credono alle mie parole. Mi ci vuole un po' per convincerle che sia tutto vero, ma alla fine decidiamo di festeggiare con una serata delle nostre. Anche il lavoro mi dà grandi soddisfazioni e continue gratificazioni, così come il nuovo impegno in ospedale. I genitori sembrano più rilassati quando ci sono io, per quanto possano esserlo visto i motivi che li costringono lì. Anche i medici e le infermiere sono più gentili, a parte Ric che è il solito stronzo, perché meno stressati dalle famiglie, così continuano a elogiarmi e ringraziarmi. Ric mi ringrazia a prescindere, nel suo modo particolare, e pare che il mio studio gli faccia perdere il lume della ragione; ad ogni pausa che abbiamo, o quando finisce un intervento me lo ritrovo in studio con la divisa da sala operatoria, che lo rende ancora più appetibile se possibile, eccitato che mi prende ovunque e in qualunque posizione sia mai stata inventata dal kamasutra. Sono più che certa che prima o poi la mia vagina chiederà pietà, ma per ora sta reggendo e tiene duro.

Una sera mentre sono ancora in ospedale, nel mio studio, suona il telefono fisso e ciò, di solito, implica che sia Ric che mi propone qualche atto sessuale, un'infermiera che mi informa di qualcosa, o un genitore dimesso che mi chiama per raccontare. Tiro su la cornetta e rispondo felice, anche se una strana sensazione, come di cataclisma imminente, mi assale

《pronto dottoressa Crespi, chi parla?》 dico sorridendo

《buona sera federica!》 il sorriso evapora e viene rimpiazzato da disperazione, tristezza, mancanza di voglia di vivere, paura, rabbia, morte dell'anima

《buonasera Camilla! Come fai a conoscere questo numero?》 devo chiederglielo, devo cercare di trovare un modo di cambiare il numero e scappare in Siberia

La sento ridere come farebbe Satana e dire 《cara! Pensavi davvero non sapessi che lavori PER mio figlio?!》 sottolinea il fatto che lavoro PER suo figlio, non "con", né "da". Il suo "Cara" equivale a quello di un serial killer prima di cavare gli occhi alle sue vittime

《ci speravo a dir la verità》 non potevo non risponderle così, tanto potrei anche insultarla che continuerebbe a parlare. Penso che abbia un interruttore da qualche parte, devo solo capire dove

《sempre calorosa, sento》 cosa dovrei fare? Farti un sonetto? Abbracciarti? Voglio vedere quanto sarò calorosa quando ti darò fuoco in piazza

《è impossibile scongelare il polo nord. Per quale assurda ragione mi stai chiamando comunque?》 la mia curiosità sarà ciò che mi porterà alla morte. Prima lo accetto, meglio sarà

《per dirti che verrò a Milano dopo la metà di Febbraio》 lo dice con naturalezza, come se dovessi già sapere che la regina degli inferi verrà nella mia stessa città. Beh almeno mi dà un preavviso per organizzare la mia fuga.

《avviserò la stampa e organizzerò una parata in tuo onore》rispondo anche perché non saprei che altro dire se non cominciare a tremare. Guardo il computer e vedo che ho aperto, sa il cazzo come, la pagina della KLM. La modalità istinto di conservazione ,"attacco o fuga", è già attiva e le mie mani lavorano da sole

《divertente》 scoppia a ridere lei, e mi sento stordita improvvisamente

《non volevo esserlo. Starò perdendo il mio tocco》 sono preoccupata: e se improvvisamente diventassi gentile e simpatica con lei? Sarebbe la disgrazia peggiore

《no cara, sei sgarbata come sempre non ti crucciare, ma quella era divertente. Volevo chiederti se foste disponibili per una cena》 sono rincuorata dal fatto che sono ancora me stessa, "grazie Camilla" vorrei dirle, ma anche il mio cervello si blocca anche solo se pensa a quelle parole così sbagliate. Una cena con lei? Mai e poi mai, dovrebbe prima prendermi, rinchiudermi, drenarmi tutto il sangue, farmi un trapianto cerebrale e poi, forse, potrei esserci

《chi?》 chi diavolo tenta di uccidere? Quale vita oltre alla mia vuole rendere miserabile?

《tu e Ric, chi altro se no?》 passo una mano sulla fronte e sospiro tra me e me "fiu pericolo scampato", almeno per gli altri. Solo io e Ric siamo coinvolti, non che sia meglio...

《non lo so, magari volevi invitare degli esponenti della mafia per farmi seppellire viva nel cemento》 rispondo e la sento di nuovo ridere. Sto decisamente perdendo il mio tocco, dannazione.

《mi ha sfiorato l'idea ma ho deciso di accantonarla. Sai troppe domande, troppi forse.》 risponde a tono facendo ridere anche me. Stiamo forse legando?

《ah beh grazie. Comunque perché non l'hai chiesto a Ric? Immagino io non sia nella lista delle tue dieci persone preferite》

《perché è molto impegnato. In compenso, cara, sei al primo posto della mia lista nera》 meno male non stiamo legando, mi preoccupava più quello che il suo odio per me. E poi secondo lei io non ho un cazzo da fare?

《ti sembrerà strano ma non sono stata assunta per girarmi i pollici》 sottolineo seria

《si si tu fai quelle cose strane, insomma cerchi di rovinare la vita alla gente!》 esclama. Ma cosa pensa che io faccia? Bamboline vodoo forse? E se così fossi perché non ne ho ancora fatta una per lei? Mi sto auto convincendo che sia il mio lavoro. Guardo lo schermo e vedo che sono effettivamente su un sito di "malocchi e vodoo fatti in casa" . Le mie mani sembrano "Mano" della famiglia Addams.

《esatto! Il riassunto della mia professione non poteva essere più cristallino! Vedo che le mie abilità però non attaccano con te!》 esclamo dandomi una pacca sulla spalla da sola

《evidentemente non sei buona neanche in quello!》 ribatte lei. Perché nessuno ha ancora inventato un pulsante che schiacciandolo ti permette di uccidere la persona all'altro capo del telefono?

《e dopo la mia dose quotidiana di insulti posso concludere ufficialmente la giornata. O c'è altro Camilla?》 chiedo sospirando

《no ho terminato. È stata una gioia parlare con te!》 dice mentendo platealmente

《un calcio nei denti》 io non sto mentendo

《 vi farò sapere i dettagli per la cena. Saluta il mio Ric》 dice come se fosse scontato che andremo alla cena.

《sarà fatto. Ah se per caso non dovessimo rispondere, non ti preoccupare, probabilmente saremo emigrati in Kenya!》 lei ride e attacca senza rispondere.

Sono distrutta, stanca morta, non mi sento più le mani, probabilmente perché sono volate da lei, con la KLM, un vodoo e un visto per il Kenya, a ucciderla.

E se assoldassi dei tizi con cricket per pestarla?ci penserò poi...per ora è troppo faticoso anche guidare

Torno a casa, e trovo Ric sul divano che mi passa un bicchiere di vino. Butto la borsa per terra e lo fisso, nella speranza che l'amore che ho per lui mi faccia dimenticare la madre che ha.

《quant'è nero?》 chiedo indicando la mia testa. Mi guarda senza capire e risponde 《nero cosa,piccola?》, mi tolgo il cappotto e lo metto su uno sgabello 《il nembo cumulo che si addensa sopra la mia testa》 esclamo senza più forza vitale. 《di cosa stai parlando?》 chiede mentre io trangugio il bicchiere di vino 《mi ha chiamata tua madre》 dico come se dovesse spiegare ogni cosa 《ahhhh. Mi dispiace piccola!che ha detto?》 sussurra capendo il mio problema 《vuole organizzare una cena per quando sarà qui dopo la metà di febbraio!》 sbotto lasciandomi andare sul divano. Sgrana gli occhi 《e quindi?》 forse non ha capito, glielo devo ribadire in maniera semplice, ah quanta pazienza ci vuole 《mi hai sentita? Madre, cena, noi due. È come dire: macchina, frenata, incidente, ambulanza!》. Mi osserva e prende la bottiglia di vino, percependo il mio stato di catatonia 《vuoi un altro bicchiere?》 chiede. Lo guardo come fosse scemo 《Pavarotti vorrebbe un'altra ciambella?》 ride e prende il mio bicchiere sospirando 《immagino sia un sì》 mentre versa il vino riempiendo il calice fino all'orlo 《devo ribadire il fatto che mi ha chiamata tua madre?》 domando afferrando il bicchiere e bevendone un lungo sorso. 《ho capito piccola. Cosa posso fare per te?》 mi tolgo le scarpe e gli metto i piedi sulle gambe 《massaggio ai piedi. Mi stanno uccidendo》 dico mettendomi un braccio sulla fronte 《come mai?》 chiede mentre comincia a massaggiarmeli con mia estrema gioia《tua madre》 sbotto. Sorride, scuote la testa 《sempre colpa sua, eh?》 annuisco e mugugno di piacere. Sorseggio il vino e mi rilasso mentre lui mi massaggia i piedi, e vedo che guarda fuori dalla finestra e infine esclama 《cazzo continua a piovere da tutto il giorno e non sono riuscito ad andare a correre!》 se non corre sta male, cosa che non riuscirò mai a capire, ma il mio sport preferito è stare sdraiata sul divano e il massimo sforzo è quello di alzare un bicchiere, comunque questa sua frase mi dà l'appiglio per continuare ad infierire《tua madre》 esclamo, sorride 《piccola!》 e comincia a ridere di gusto 《che c'è?》 domando come se non capissi il perché lui non comprende che tutto è colpa di sua madre 《niente. Mi fai ridere!》 risponde lui, così continuo 《ho sentito al telegiornale che c'è stato un terremoto e hanno detto "Camilla Wyatt è stata ritenuta responsabile per il disastro!"》

Continua a ridere e tra le risate dice 《sei incredibile principessa!》 sorrido anche io e continuo 《il mio funerale sarebbe stato più divertente di quella telefonata》. Mi versa un altro bicchiere di vino perché l'altro è già andato in un bel posto e dice 《quante ne hai ancora di battute?》 rispondo senza neanche pensarci 《una marea》 e lui《vuoi carta e penna?》 scuoto la testa e proseguo, sono un fiume in piena e il vino non fa che accrescere la mia voglia di parlare 《no voglio continuare a dirtele così come vengono》 mi massaggia i piedi che stanno riacquistando sicurezza in se stessi e dice 《spara piccola. A ruota libera》 annuisco e 《sono certa che anche lo scioglimento dei ghiacciai, l'effetto serra, le specie che continuano a estinguersi, le epidemie e gli tsunami siano merito o colpa sua》 mi osserva e penso sia comunque un po' offeso per quello che dico su sua madre, e,invece, come sempre mi stupisce dicendo 《ha dato inizio anche a parecchie guerre sanguinose》 mi siedo sul divano e lo bacio teneramente sorridendo 《sei il migliore! Tutto è più sopportabile se ci sei tu》.

Passiamo il resto della serata a fare l'amore. Stare con lui è qualcosa di rassicurante, travolgente, profondo, unico. Solo lui riesce a portarmi in posti di cui non conoscevo l'esistenza, solo lui mi rende felice. Stare tra le sue braccia è una sensazione meravigliosa, è come se fossimo solo io e lui, e tutto il mondo fuori.

Le giornate di gennaio passano velocemente senza alcuna novità. Le mie giornate si riducono a lavoro,lavoro, lavoro e lavoro. Nel tempo libero mi dedico alle mie solite amiche, organizzando ogni venerdì sera con loro, e finalmente Ric l'ha accettato senza fare più storie, e tutte o quasi le sere della settimana, invece, sto con lui. È come se vivessimo insieme, più o meno, e la cosa non mi spaventa più, devo dire, anzi, che sono quasi pronta a dirglielo. Proprio così, sono quasi pronta a dirgli che lo amo. Ho detto "quasi" però.

Continue Reading

You'll Also Like

203K 1.9K 9
Brys ha sedici anni e una vita perfetta: è una famosa modella, invidiata da tutti, e la figlia prediletta del ricco Amministratore Europeo della Spid...
6.6K 418 15
Lauren è vittima di un esperimento sottoposta dallo Stato, Lauren non ha mai avuto un'infanzia e la sua vita è sempre girata in quella cella in un la...
460K 21.7K 43
Teen drama. "Trovai il coraggio di alzare gli occhi nei suoi. Erano neri come la pece e profondi come un pozzo senza fine. Incutevano quasi timore. ...