The Mirror of the Soul

By sofisemmi

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(1) PRIMO LIBRO DELLA SAGA DEGLI SPECCHI. Shannon McCartney ha dei banalissimi occhi marroni e vive una vita... More

Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Lui (Capitolo IV)
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII-Sean
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX-April
Capitolo XXXI
Capitolo XXXII
Capitolo XXXIII
Ask Characters (CHIUSO)
Capitolo XXXIV
Capitolo speciale-risposte
Capitolo XXXV
Capitolo XXXVI
Capitolo XXXVII- Jessica
Capitolo XXXVIII
Capitolo XXXIX
Capitolo XL - Adam
Capitolo XLI
Capitolo XLII
Capitolo XLIII
Capitolo XLIV (Parte I)
Capitolo XLIV (Parte II)
Capitolo XLV (The end)
Ringraziamenti e sequel
Avviso!

Capitolo XX

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By sofisemmi

Odio il lunedì.

È passata poco più di una settimana da quando mi sono svegliata nella sfarzosa villa di Sean. Durante questi otto giorni ho studiato, dormito, studiato, mangiato e parlato con Andrew.

I rapporti tra me ed il transfer sono più che ottimi, lo reputo il mio migliore amico, anche se in teoria ne avrei già uno...Thomas. Ormai non lo sento da circa un mese.

Parliamo di tutto e di più, dalle nostre vite prima dell'Accademia ai nostri ragionamenti riguardo i tipo buio.

Ho scoperto, inoltre, che tutti sapevano che il padre di Andrew era il prof assassinato. Ovvio, loro frequentavano la scuola già dall'anno scorso.

Sebbene abbia passato la maggior parte del tempo sepolta sotto tonnellate di libri (la settimana era piena zeppa di test), ho riflettuto anche sul mio rapporto con Sean.

Inutile dire che non sono arrivata a nessuna conclusione, anche perché ci siamo parlati a stento.

Forse è meglio così.

Oggi i miei capelli sono davvero annodati. Cerco di pettinarli decentemente ed osservo il mio viso allo specchio. Mi soffermo sui miei zigomi alti, per poi guardare le mie labbra rosee e non particolarmente piene ed infine fisso le mie lunghe e folte ciglia.

Dopo essermi infilata un maglione color crema, passo davanti alla camera di Abbey.

Una melodia cattura la mia attenzione, è Abbey che suona con passione il violino. Le note si alternano tra gravi ed acute, sembra un motivo triste.

Sospiro, vorrei entrare e chiederle se sta bene, ma so che invaderei la sua privacy.

• ••• • ••• •

Bower oggi è assente, sarà andato dal parrucchiere. Sfoggio un sorriso e mi stiracchio sulla sedia.

"Ehi sfigata, cos'hai da sorridere?" mi chiede Jessica con il suo insopportabile sorrisetto.

La squadro freddamente, da quando ho fatto quell'incubo su di lei e Sean, il mio odio è aumentato a dismisura.

Non rispondo e tento di svegliare Beth, è peggio di un ghiro.

Trascorro le due ore a disegnare figure geometriche su un foglio, alcune volte mi giro per buttare l'occhio sulla figura statuaria e annoiata di Sean, oggi indossa una maglia a maniche lunghe nera.

Zzz bbzzz zzzz.

Una mosca mi sfreccia vicino all'orecchio e comincia a girare in circolo affianco alla finestra situata a sinistra del mio banco. Non tollero le mosche, assomigliano a dei punti neri volanti. Che. Nervoso.

Agguanto un quaderno e mi alzo per spiaccicarla. Dopo averla spappolata con un sonoro tonfo, in seguito al quale i mormorii nella classe cessano, fisso la foresta del giardino posteriore.

C'è una figura che sta uscendo dal bosco, è incappucciata ed indossa un lungo mantello nero, dalla forma del corpo e dai movimenti sembra una donna.

Aguzzo lo sguardo e noto che ha in mano qualcosa, è un oggetto appuntito e dal colore metallico, sembra un coltello. Spalanco gli occhi. Devo riuscire ad intercettare quella figura.

Mi dirigo a passi svelti verso la porta.

"Hai visto un fantasma?" mi chiede Jessica sghignazzando.

"Peggio." mormoro e mi avvicino alla porta, lei si para davanti ed i suoi occhi si infiammano.

Ma porca vacca, cosa vuole?

"Vai di fretta?" domanda schioccando le dita e creando una fiamma. Forse è una mia impressione, ma sento che Sean mi sta fissando.

Non ho tempo da perdere.

"Levati dalle palle Miller." alzo la mano e la sposto di lato con pensiero, Jessica cade su un banco.

Comincio a correre e scendo in fretta le scale, non so bene dove andare, mi rendo conto che in effetti non so nemmeno chi cercare. Sbuffo. Una mano si posa sulla mia spalla. Sussulto.

Mi volto e vedo l'inquietante Astrid. I suoi capelli bianchi sono ondulati ed i suoi occhi mi scrutano attentamente.

"Cercavi qualcuno Shannon?" domanda curiosa.

"N-no, stavo solo andando in bagno." Lei inclina la testa di lato ed i suoi occhi diventano color metallo fuso.

"Mmh vedo che sei in cerca di informazioni, forse dovresti andare in biblioteca per trovarle." Pronuncia queste parole con enfasi e poi sorride raggiante.

La guardo confusa e poi lo vedo. Nella tasca destra della sua tunica sporge un oggetto metallico. È il coltello.

Astrid segue il mio sguardo e copre la tasca con la mano. Fa un passo in avanti e mi guarda decisa.

"Fossi in te rimarrei a scuola ed andrei in biblioteca, non uscire. Non vorrei che ti accadesse qualcosa di brutto." Mi saluta con un sorriso e svolta l'angolo.

Mi porto una mano al petto, ho sempre pensato che quella donna nascondesse qualcosa, ma questo supera la mia immaginazione.

La campanella suona, tutte le porte si aprono ed escono fiumi di alunni.

Mi sento improvvisamente sola e sprovveduta. Chiudo gli occhi e ragiono, farò esattamente il contrario di ciò che mi ha detto. Ovvero andrò nel bosco e solo dopo mi recherò in biblioteca.

Mi faccio spazio tra i mutanti, guadagnandomi occhiate di disprezzo.

Prima di uscire vedo Jessica e Megan discutere animatamente, la seconda sembra che abbia pianto.

Esco in giardino e poi mi blocco. No, forse è meglio se torno dentro, qualsiasi cosa Astrid abbia combinato, ormai non ce ne sarà alcuna traccia.

Sento le mani indolenzite, le sfrego ripetutamente. Rientro nell'Accademia scuotendo la testa, ora devo mangiare, poi penserò a cosa fare.

Entro nella mensa e quello che mi trovo davanti è un litigio senza eguali.

"Meg ma che ti prende?!" sbraita Jessica prendendo le mani dell'amica.

"Lasciami in pace Jess!" urla di rimando la ragazza dai capelli neri, creando un vortice d'aria in torno a sé.

"Cosa ti ho fatto? Dimmelo!" grida la rossa in preda alla furia.

"Jess..." Megan sembra dispiaciuta, poi il suo sguardo diventa perfido "...falla finita sei patetica."

Megan si gira e si dirige verso l'uscita. Ora i suoi occhi sono celesti.

Jessica scatta verso di lei con le fiamme attorno ai polsi.

"Avevi promesso! Mi avevi detto che non mi avresti mai abbandonata!"

"Sei tu che hai abbandonato me." Megan alza le mani ed una corrente d'aria spalanca la porta, nello stesso istante Jessica lancia una fiammata contro l'amica. Cominciano ad attaccarsi a vicenda.

Con la coda dell'occhio scorgo April farmi degli strani cenni ed Andrew urlare qualcosa. Sembra dire...

Sposami. Mmh

Scordati. E di che? Lui si alza e sgrana gli occhi, continuando a urlare.

Spostati.

Mi volto di scatto e vedo una fiammata degna di un'esplosione venirmi addosso. Prima che possa reagire mi sento afferrare e vengo buttata a terra.

Sbatto le palpebre e noto che sono letteralmente sdraiata su Sean. I nostri visi sono vicinissimi e sento il suo cuore pulsare velocemente.

Sarà sicuramente dovuto alla sua azione fulminea.

Appoggio le mani sui suoi pettorali ed alzo lo sguardo. La fiammata è diventata di ghiaccio, sembra una di quelle statue moderne rappresentanti soggetti astratti.

"Scommetto che se fossi un letto, dormiresti volentieri su di me." dice Sean con un mezzo sorriso.

Io mi stacco di scatto da lui, da quando è così sfacciato?

Sean si alza e la sua espressione diventa improvvisamente seria, sta fissando qualcosa o qualcuno alle mie spalle con furore.

Mi volto e con mia sorpresa vedo Jessica.

Sean mi guida gentilmente fuori dalla mensa, che al momento è nel caos più totale. Mentre noi usciamo, il preside entra con un'espressione sgomenta/furiosa sul volto. Dal corridoio sento le grida di barbarossa, ahia.

"Dove mi stai portando?" domando seccata. Lui si ferma ed i suoi occhi sono azzurri, taglienti come una scheggia di ghiaccio.

"Ma è possibile che ogni volta che succede qualcosa, tu sei sempre in mezzo?!"

"Non era certo mia intenzione farmi ammazzare!" rispondo incrociando le braccia al petto.

"Non si direbbe." Alza un sopracciglio. Perdo le staffe.

"Sai che ti dico? Chissene frega se non ci credi, ok? Cosa te ne importa se mi faccio male, non sei mica il mio ragazzo!" urlo.

No, non l'ho detto davvero.

In tutta risposta lui si avvicina.

"Se ti ho salvata, evidentemente mi importa. A proposito, non mi hai nemmeno ringraziato, che ingrata."

"Il tuo ego è già abbastanza grande." dico sorridendo.

"Pensi che io sia egocentrico?" domanda sorpreso.

Lo ignoro e comincio a camminare. Sento la sua mano gelata avvolgere il mio polso e tirarmi indietro.

"Rispondi alla domanda."

"Sì." lo guardo dritta negli occhi.

"Hai ragione." sorride leggermente e molla la presa "... so di essere bello."

Un attimo è freddo e impassibile, il momento dopo è sfacciato e pieno di sé, non lo capisco. Le sue iridi ora sono lo specchio di una foresta.

Ci fissiamo per alcuni secondi, mi perdo nei suoi occhi per trovare ogni più piccola pagliuzza.

Vedo la sua bocca muoversi, ma non capisco cosa dice. Solleva un angolo delle labbra e con un dito mi alza di poco il viso. I nostri sguardi sono incatenati indissolubilmente.

"Ora devo andare, mi contemplerai domani, tranquilla." Detto questo mi supera, lasciando la presa e sciogliendo le catene immaginarie che univano lo specchio delle nostre anime.

Nonostante io sia imbarazzata al massimo livello, ho la forza di richiamarlo.

"Sì?" chiede senza voltarsi. Osservo per un attimo le sue ampie spalle, cercando di mettere ordine nella mia testa.

"Grazie." Anche se non posso vederlo, so che sul suo viso si è formato un accenno di sorriso.

Riprende a camminare, i suoi passi scandiscono il ritmo accelerato del mio cuore. Solo ora mi accorgo di aver trattenuto il respiro.

• ••• • ••• •

Osservo Abbey singhiozzare, con il viso nascosto dalla sue mani chiuse a coppa. È strano vederla piangere in questo modo, di solito è dolce come il miele e sorridente. April le accarezza i capelli biondi, tentando di calmarla.

"Ssh..." sussurra piano la mora "... basta piangere Ab..." Le passa un fazzoletto di seta color crema. "È di Ty, gliel'ho rubato l'anno scorso e poi me lo sono tenuto. È morbidissimo, vero?"

Abbey biascica qualcosa, afferrando l'oggetto. Si soffia il naso più volte, asciugandosi successivamente le lacrime. Un piccolo sorriso fa capolino sul suo viso, mentre contempla la morbidezza del fazzoletto.

Mi si stringe il cuore; lei non merita di soffrire così e sapere che è per colpa del mio presunto migliore amico, mi fa sentire in colpa.

Non mi sono accorta di nulla, sono troppo presa dagli ultimi avvenimenti ed il carattere di Sean non migliora la mia già affermata confusione.

"N-non piango perché mi ha detto che non gli piaccio..." mormora finalmente, con voce tremolante.

"E allora... perché?" domando, sporgendomi in avanti per ascoltare meglio.

"Sono lacrime di rabbia, mi sento tremendamente stupida a non aver capito prima che non gli interessavo." Sospira fievolmente. "Comunque resteremo amici, devo solo superare la cosa."

Andrew, ti strozzo appena ti incontro. Non lo incolpo certo di non ricambiare i sentimenti di Abbey, ma non ha avuto tatto con lei. Poteva spiegarle la situazione senza essere così schietto.

"Ora pensa a smettere di essere una fontanella, oppure rischierai di disidratarti... completamente!" tuona April, balzando in piedi. "E saremo costrette a lanciarti di peso in una pozzanghera."

"Piantala!" ribatte l'altra, ridendo. "Dovresti confortarmi!"

"È quello che sto facendo." La riccia scrolla le spalle con nonchalance, sospirando. "Che ingrata."

"April, sicura di stare bene?" chiedo, squadrando meglio il suo sorriso, che mi appare costruito e fasullo. "E non intendo il tuo stato cronico di pazza regina della foresta."

"Che simpatica..." Rotea gli occhi, strappando un'altra risata alla bionda. "Mm... in effetti... ho una strana sensazione..." Si morde il labbro inferiore. "Non prendetemi per matta ma... stamattina ho sentito una presenza strana nel bosco."

April controllando la vegetazione ha un rapporto particolare con le piante, è come se riuscisse a percepirle. Mi piace immaginarmela come una regina del bosco: il suo trono è costituito da tronchi di legno a cui sono attorcigliate delle liane e la sua dimora è una piccola, ma accogliente casa sull'albero. Sarebbe davvero divertente andarla a trovare, magari incontrerei anche Tarzan.

"In che senso?" domanda Abbey, incuriosita.

"Quando Shan era sparita nel bosco pochi giorni fa... avevo sentito qualcosa. Ma non ci avevo fatto molto caso. Poi quando ho scoperto che aveva incontrato un tipo buio, ho deciso che avrei fatto più attenzione ed avrei sfruttato meglio la mia connessione con la natura. Beh, oggi ho provato di nuovo quella sensazione di pericolo... non so cosa significhi... forse me lo sono solo immaginato."

Dato che segreti non portano da nessuna parte, decido di raccontare alle mie amiche ciò che ho visto stamattina dalla finestra.

Le mie parole sono cariche di dubbio, confusione e, soprattutto, paura.

#spazioautrice

Salve gentee! Questo capitolo è carico di domande e dubbi. La nostra Shannon è risucchiata dai problemi ed ha le idee confuse!

Grazie mille per le 14k e passa visual, per tutti i voti e per i bellissimi commenti!

Mi scuso se ho aggiornato in ritardo, ma in questi giorno non ho molto tempo per scrivere. Detto questo le brutte notizie non sono finite :c

Questa settimana sarò via in vacanza e, dato che abbiamo già parecchi impegni, non riuscirò a proseguire subito la storia. Non vi allarmate però, perché giovedì (unico giorno di pausa) molto probabilmente aggiornerò!

Mi scuso per eventuali errori/orrori e spero che la storia vi stia piacendo!

Domanda: che ne pensate di Andrew (il nostro elfo dai capelli canuti^^)?

Ci vediamo al prossimo capitolo! Commentate a volontà!

Ciaociao
Sofi🌸

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